Academic literature on the topic 'Collettività'

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Journal articles on the topic "Collettività"

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Sanzi, Ennio. "La dialettica singolo-collettività nei cosiddetti “culti orientali” del mondo imperiale romano. Esemplificazioni storico religiose." Dimensões 3, no. 42 (July 1, 2019): 135–50. http://dx.doi.org/10.23871/dimensoes-n42-26446.

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Abstract:
Il secondo ellenismo ha riservato ampio spazio alla dimensione onirica individuale come dimostra l’esperienza onirica di Elio Aristide. Le testimonianze analizzate relative ai culti di Iside e Serapide e di Iuppiter Optimus Maximus Dolichenus mettono in evidenza la predilezione dimostrata dalla divinità nei confronti del fedele visitato in sogno e la legittimazione dello stesso fedele da parte della collettività. Tale condivisione finisce per rafforzare il legame tra la collettività stessa (della quale fa parte il prescelto) e la divinità.
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Novara, Cinzia, and Fortuna Procentese. "Presentazione del numero. Il ruolo della collettività nell'emergenza." PSICOLOGIA DI COMUNITA', no. 1 (June 2021): 5–8. http://dx.doi.org/10.3280/psc2021-001001.

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Benassi, Federico, and Raffaele Ferrara. "Modelli insediativi delle principali collettività immigrate in Italia: recenti tendenze." RIVISTA DI ECONOMIA E STATISTICA DEL TERRITORIO, no. 2 (September 2013): 66–85. http://dx.doi.org/10.3280/rest2013-002004.

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Canepa, Aristide. "Forma di governo e collettività locali nella Costituzione tunisina del 2014." CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 1 (July 2015): 123–39. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2015-001005.

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5

Cacciafesta, F. "Alcune formule valide per lo studio di collettività aperte con rimpiazzo." Rivista di Matematica per le Scienze Economiche e Sociali 14, no. 1 (March 1991): 25–31. http://dx.doi.org/10.1007/bf02319397.

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Costa, Francesco Vittorio. "Farmaci antipertensivi a confronto: costi e benefici per il paziente e la collettività." Farmeconomia. Health economics and therapeutic pathways 4, no. 4 (December 15, 2003): 193–200. http://dx.doi.org/10.7175/fe.v4i4.779.

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Abstract:
Pharmacoeconomic analysis of antihypertensive treatment should be performed following a correct methodological evaluation and considering with accuracy both costs and benefits of different therapeutic options. Costs evaluation is frequently performed simply examining the retail price of drugs which represents only a part (usually no more than 50%) of cumulative costs of therapy. Controlled clinical trials are the main source of information about benefits of therapy, but probably, in many cases, they underestimate the benefits of treatment and are unable to differentiate the effects of different drugs because of a too short follow-up. Benefits should be calculated not only in terms of saved lives or prevented events, but also in terms of prevention-regression of target organ damage and of quality of life of patients. If analysis are performed correctly, more recent drugs, like ATII antagonists, even if they have a higher retail price, become highly costeffective thanks to their protective activity against events, and to unbeatable levels of compliance and persistence which are associated with treatment with these drugs. Comparison between old (cheaper) and newer (more expensive) drugs, and recommendations to start therapy with the cheaper drugs, are a nonsense since to achieve goal blood pressure combinations of more drugs are always necessary. Treatment of hypertension, if extended to all patients and performed aggressively, must be considered not only a life-saving, but also a money-saving tool.
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Verico, Paola. "Studio delle eliminazioni da una collettività per più case con il metodo simulativo." Rivista di Matematica per le Scienze Economiche e Sociali 17, no. 1 (March 1994): 3–10. http://dx.doi.org/10.1007/bf02091662.

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Kimenyi, M. S., W. F. Shughart, and R. D. Tollison. "What Do Judges Maximize?" Journal of Public Finance and Public Choice 3, no. 3 (October 1, 1985): 181–88. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907117200.

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Abstract:
Abstract È stato sostenuto da Richard Posner che i giudici, poiché non ricevono alcun compenso monetario dal modo in cui prendono le decisioni, hanno come obiettivo la massimizzazione della loro utilità attraverso l’imposizione sulla collettività delle loro preferenze.Quest’indagine dimostra, invece, che i giudici sono sensibili agli incentivi economici come tutti gli altri individui. In particolare, la loro produzione aumenta quando il loro stipendio si eleva. Ciò non esclude che i giudici pongano in essere decisioni che massimizzino la loro soddisfazione. Al margine, però, essi fanno di più quando la loro remunerazione aumenta.
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Baba, Stephen Anthony. "A Second Triangle Loss in Rent Seeking*." Journal of Public Finance and Public Choice 15, no. 2 (October 1, 1997): 125–33. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907782879.

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Abstract:
Abstract Vi è un’ampia letteratura sui costi sociali dovuti ad attività non direttamente produttive (rent-seeking) e che, distolte dall’utilizzo appropriato, riducono il benessere della collettività. Accanto ad essa, il presente scritto evidenzia un costo sociale connesso al fatto che il lavoro e le altre risorse saranno utilizzati in modo inefficiente nell’ambito di attività che purtuttavia sono produttive.L’argomento principale è che, oltre le risorse indicate da Tullock come utilizzate del tutto improduttivamente, anche quelle impiegate in attività produttive lo saranno in modo inefficiente, quando vi siano altre opportunità di uso più produttivo che, a motivo delle regole vigenti, non è conveniente utilizzare.
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Brady, Gordon L. "Global Warming: Cognitive Dissonance, Incipient Regimes, and Rent-Seeking *." Journal of Public Finance and Public Choice 11, no. 1 (April 1, 1993): 41–52. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907539608.

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Abstract:
Abstract Questo scritto applica il concetto psicologico di dissonanza cognitiva per esaminare il fondamentale problema ambientale del cambiamento climatico globale. Gli studi di psicologia definiscono la dissonanza cognitiva come la frustrazione che fa seguito ad una decisione presa in assenza di informazioni rilevanti, ma che vengono acquisite successivamente.Un «regime incipiente» nasce come frutto di particolari gruppi d’interesse che comprendono la burocrazia pubblica e gruppi d’interesse pubblici e privati, i quali approfittano della dissonanza cognitiva per far rendere accettabile la creazione di strutture la cui utilità per la collettività non è dimostrata.Questa tesi è sostenuta attraverso un’analisi di asserzioni molto diffuse circa gli effetti dei cambiamenti climatici, il cui fondamento appare più emotivo che scientifico.
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Dissertations / Theses on the topic "Collettività"

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Manzi, Lea, Andrea Leoni, and Chiara Zavatta. "L'Aquila 2010 : quartiere San Silvestro : residenze e luoghi per la collettività." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amslaurea.unibo.it/1652/.

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Abstract:
Il progetto di intervento per la ricostruzione dell’Aquila è il frutto del lavoro sul discusso e attuale tema del terremoto del 6 aprile 2009 in Abruzzo, che ha profondamente colpito la città ed il suo territorio. Quest’ultimo è stato l’elemento fondativo da cui partire in fase progettuale, affinchè la memoria possa diventare nuovamente fonte di identità e dove il paesaggio rappresenti un dialogo costante tra passato e presente, dove gli spazi aperti assumano il ruolo di rinnovata struttura generativa. Lo scenario che si prospetta dopo il sisma, mostra come sia forte la necessità di ritornare alla propria città, l’Aquila, attraverso la fruizione di spazi di relazione pubblici quali le piazze, le chiese e gli spazi privati dell’abitazione. L’intervento all’interno del quartiere di San Silvestro in cui si è sviluppato il progetto, rappresenta una realtà molteplice e complessa in cui più elementi interagiscono tra loro. Per questo, il progetto si pone come obiettivo quello di “intrecciare relazioni”, ossia creare legami tra sistemi ed elementi ora disgiunti che, se tra loro connessi, diventano l’occasione per far rivivere la città. La volontà di creare relazioni si è definita attraverso diverse azioni; una di queste è la scelta di intervenire a scala urbana, definendo un nuovo sistema viario che possa svincolare il centro dal percorso congestionato di via Duca degli Abruzzi. L’intervento previsto su macroscala non solo ha l’obbiettivo di tutelare il centro storico dal traffico carrabile, ma privilegia la circolazione pedonale all’interno del quartiere, cercando di restituire una percezione dello spazio a misura d’uomo. Altro aspetto caratterizzante il progetto è la volontà di “ricostruire scene urbane” caratteristiche del centro storico aquilano, consolidando gli spazi di aggregazione già esistenti come piazza san Silvestro e inserendo nuovi spazi di relazione in corrispondenza di porta Branconia, un punto nevralgico del progetto perché congiunge la cinta muraria con il centro storico e con la città all’esterno delle mura. Il progetto prevede che il sistema del verde retrostante sia accessibile attraverso percorsi nel verde che, dal centro, confluiscono sull’asse commerciale di via della Croce Rossa. La definizione della parte più storica del quartiere di San Silvestro avviene attraverso un sistema di nuovi elementi che dialogano con le preesistenze storiche: un complesso di alloggi che si sviluppa nel lotto adiacente la chiesa, secondo la tipologia a schiera, ha un duplice affaccio, su via Duca degli Abruzzi da un lato e su via Sant’Agnese dall’altro; un nuovo museo per la città che si colloca su piazza San Silvestro confrontandosi direttamente con la Chiesa e col palazzo Branconi-Farinosi, rispettandone il ruolo e l’importanza. Nell’area di espansione, limitrofa al già esistente quartiere di San Silvestro, si è cercati di privilegiare la relazione della città col suolo: a tal proposito l’andamento delle curve di livello presenti, dà origine a strade per l’accesso agli alloggi sociali che confluiscono nel verde adiacente le mura della città. L’elemento unificatore di questo nuovo impianto risulta essere dunque il parco pubblico che costeggia le mura, congiungendo piazza S. Silvestro con l’estremità ovest dell’area e con i percorsi pedonali che caratterizzano tutta l’area di progetto trovando la massima espressione in prossimità proprio delle mura storiche. Attraverso queste prime intenzioni progettuali si è cercato di sviluppare un sistema organico e coerente di elementi capaci di dialogare con il contesto circostante e di instaurare nuove relazioni con la città. Se consideriamo le diverse componenti che formano il sistema possiamo evidenziare la presenza di elementi serventi, quali gli spazi aventi funzione pubblica, e di elementi serviti, come le residenze, aventi funzione privata. In particolare, il sistema residenziale, assume uno sviluppo uniforme ed omogeneo all’interno dell’area di intervento articolandosi con differenti connotazioni a seconda del diverso contesto circostante.
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Baldelli, Simona, and Lisa Baldi. "Rigenerazione e collettività: progetto di riqualificazione urbana per l'ex caserma Piave a Padova." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Abstract:
Obiettivo principale del progetto proposto è quello di ricostruire un luogo urbano che si riallaccia alla città, ovvero restituire ad essa un'area che per molto tempo è stata chiusa alla sua vista e alla vita attiva dei suoi abitanti. Il progetto si sviluppa attorno ad un'ampia corte verde mediante operazioni di rigenerazione dell'edificato esistente e costruzioni di nuovi fabbricati urbani. Tema progettuale fondamentale è quello del campus universitario legato alla vita collettiva.
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Grimandi, Chiara. "Individuo e collettività nello smart working: studio di un servizio human centred per il benessere sociale." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Abstract:
Spazi Adiacenti è un progetto di design per l'innovazione sociale, che investiga la tematica dello smart working e le sinergie che si possono instaurare tra i lavoratori e le realtà di quartiere. In particolare lo studio si focalizza sulla risorsa spaziale, spesso mancante agli smart worker, proponendo un servizio di condivisione che generi opportunità all’interno del contemporaneo scenario del lavoro smaterializzato su scala di prossimità. Da un lato gli smart worker potranno recarsi in spazi vicini alle proprie abitazioni, dove poter svolgere la professione in maniera adeguata, dall'altro cittadini, associazioni, realtà commerciali o culturali potranno diventare supporter del servizio e cooperare per l'accrescimento dell'economia locale.
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Peluso, Margherita, and Ylli Lamaj. "Incremental housing Progetto di riqualificazione nell'area Walkeshwar a Mumbai." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/19523/.

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Abstract:
La città di Mumbai è stata caratterizzata da una costante espansione territoriale e demografica. Questo sviluppo massivo ha portato ad un calo sempre maggiore dell’interesse per tematiche come l’abitare, la tutela del patrimonio architettonico, delle tradizioni e delle condizioni di vita minime. Ciò ha favorito un’edificazione intensiva incontrollata che non ha seguito né i caratteri della città di fondazione né della città coloniale ma delle logiche di natura funzionale, politica e, a volte, speculativa. Il progetto di riqualificazione urbana dell’area Walkeshwar a Mumbai, Incremental Housing, prevede una serie di interventi mirati, che hanno come obiettivo principale il trovare una soluzione stabile e duratura ai problemi di questa grande città in continua espansione. L’analisi dell’area, lo studio della forma urbana e anche delle esigenze della popolazione ci ha portato a preferire determinate soluzioni che rappresentano per noi la miglior scelta in un contesto così complesso e degradato. Si rendeva necessaria una nuova progettazione del waterfront attraverso un innalzamento di quota ma anche l'introduzione di un sistema di “orti galleggianti” necessari per l’autosostentamento degli abitanti. Nell’area residenziale, tenendo conto di aspetti quali la vivibilità, spazi minimi e autocostruzione, si prevede la progettazione di oltre 200 abitazioni oltre a aree destinate al terziario per aumentare le opportunità di lavoro, una scuola e un centro per le arti per garantire un luogo di formazione per tutte le età, edifici per l’accoglienza dei migliaia di pellegrini che ogni anno scelgono Mumbai come meta religiosa, un incremento delle aree verdi per sopperire alla totale mancanza di vegetazione nel quartiere. Il progetto cerca allora di dare una risposta funzionale alle criticità presenti nell'area cercando di rispettare alcune parole-chiave che hanno guidato il progetto: flessibilità, modularità, spazi per la collettività, espansione, waterfront ed economia locale.
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Brighi, Francesca. "L'architettura degli Spazi Indecisi: DEP. ART, luoghi per le arti e la collettivita." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
Il punto di partenza per l’avvio di questa tesi è stata la scoperta quotidiana di una città dentro la città. Una città che vive parallela a quella che frequentiamo ogni giorno, una città nascosta, che aspetta silenziosa che avvenga la sua trasformazione. Essa è la città composta da tutti gli edifici abbandonati, i vuoti urbani, i residui, le aree dismesse, luoghi dislocati sull’intero territorio nazionale, vittime di una società opulenta che non sa aggiustare ciò che ha rotto. L’analisi fatta non ha preteso di redigere una mappatura completa ed esaustiva di questi luoghi ma è stata l’occasione per riflettere su come sia il loro impatto sul territorio romagnolo, la tendenza che li ha portati a diventar tali e le reali speranze per il loro futuro. In particolare, abbiamo analizzato un’area abbandonata a Forlì, quella su cui insiste l’ex deposito ATR e l’Arena forlivese. L’area strategica, in pozione intermedia tra il tessuto storico e l’espansione extra moenia contenente due edifici, diversi per storia e funzione ma che si trovano a condividere una sorte comune: l’abbandono. Quello che abbiamo voluto ottenere attraverso questo progetto è stato un riciclo degli edifici esistenti e la riqualificazione dell’intero isolato ponendo al centro la dimensione culturale e ricreativa per lo sviluppo del territorio e contro l’abbandono di esso. Vorremmo che attraverso questa analisi e lo svolgimento del progetto si proietti un’occasione sul resto della città perché crediamo che, in questo periodo storico più che mai, sia dallo scarto che possa venire la rinascita urbana.
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GHITTI, CARLA. "LICENZIAMENTI COLLETTIVI E TECNICHE DI CONTROLLO DEL POTERE DATORIALE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2015. http://hdl.handle.net/10280/6134.

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Abstract:
La tesi affronta il tema delle tecniche di controllo del potere datoriale nelle procedure di riduzione del personale, con l’intento di verificare se la legge n. 92/2012 (c.d. Riforma Fornero) abbia inciso sul controllo individuale-giudiziale e su quello collettivo-sindacale. Nel primo capitolo si illustrano le ragioni per cui la verifica giudiziale sulla giustificazione dei licenziamenti collettivi, già doverosa alla luce della legge n. 223 del 1991, rimanga essenziale nel quadro della riforma Fornero, pur in considerazione dell'impatto provocato dal nuovo regime sanzionatorio sulle concrete modalità di attuazione di questo accertamento. Nel secondo capitolo si dimostra perché, sebbene la legge sembri diretta a valorizzare il ruolo del sindacato nella procedura (attribuendo grande rilievo all'accordo sindacale raggiunto nel corso dell'esame congiunto) in realtà riduca fortemente gli spazi di negoziazione collettiva determinando un complessivo indebolimento del ruolo delle oo.ss. a danno dell’effettività del controllo sindacale. Nel terzo capitolo si analizzano gli aspetti più rilevanti della verifica sindacale e giudiziale sui criteri di scelta, che rappresentano uno degli aspetti più delicati della disciplina dei licenziamenti collettivi per la loro diretta ricaduta sulla posizione dei singoli. In conclusione si afferma che solo la piena realizzazione dei due modelli di tutela (individuale e collettiva), in una visione che considera il controllo giudiziale e quello sindacale complementari e non alternativi, sia in grado di assicurare il livello di protezione dei lavoratori voluto dal legislatore del 1991.
The thesis concerns collective redundancies and focuses on the limits that the law and the collective bargaining put to the employer's powers, with specific regard to employer's discretionary during the redundancy procedure, in order to verify whether the law 92/2012 (known as Fornero Reform), affected the judge's control and the trade union. In the first chapter we can find the reasons investigating if the judgemental control over the substantive fairness of collective dismissals, which was already due following the law n. 223/1991, still remains essential in the Fornero reform. In the second chapter it is clarified why, although the reform seems to enhance the role of the trade union in the procedure, in fact it reduces the possibilities of collective bargaining and, as a consequence it weakens the trade union control. The third and last chapter analyzes the most relevant aspects of the criteria to select employees for redundancy from both sides either either judicial and from the trade union side. In the end it is considered that only though a double vision, judicial and union, it is possible to grant a fair protection to the workers as planned from the legislator of 1991.
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Ambu, Alessia. "Modelli dinamici per fenomeni collettivi in fisica dei sistemi complessi." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9419/.

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Abstract:
In questo lavoro si parla di un particolare comportamento emergente nei sistemi complessi: il flocking. Dopo aver dato una panoramica generale di come sia stato affrontato finora lo studio della formazione degli stormi, vengono portati come esempio un modello matematico e uno studio empirico particolare, il quale fonda le basi del flocking su un’interazione topologica. Il modello matematico, basato su un’interazione metrica, viene dapprima presentato, cercando di darne una parziale spiegazione tramite le proprietà delle matrici laplaciane, per poi essere testato attraverso delle simulazioni numeriche. Lo studio empirico, invece, viene presentato nei dettagli fornendo risultati e ipotesi atte a spiegarli. Infine prendendo spunto da questi due lavori, nell’ultima parte vengono posti a confronto due modelli, uno metrico e uno topologico, tramite simulazioni al calcolatore. L’esito di queste simulazioni conferma le ipotesi avanzate per spiegare i risultati empirici.
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Cairo, Ilaria <1983&gt. "I rapporti tra contratti collettivi di diverso livello nel settore privato." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5461/.

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Abstract:
L’elaborato esamina il tema del concorso e del conflitto tra contratti collettivi di diverso livello nel settore privato. Partendo da un’impostazione complessiva del fenomeno della contrattazione collettiva, oltre che da una riflessione sulla natura e sul ruolo della contrattazione integrativa, il lavoro si propone di individuare un criterio di risoluzione del conflitto. In una prima parte della ricerca sono stati individuati e studiati i modelli di rapporti tra livelli definiti negli accordi interconfederali e nei contratti di categoria. Nello studio della regolamentazione interna al sistema sindacale si è considerato la natura delle relative clausole. Queste ultime hanno valenza obbligatoria e, per tale motivo, non sono idonee a risolvere l’eventuale conflitto tra livelli contrattuali. Si è reso quindi necessario considerare i criteri esterni di risoluzione del conflitto elaborati dalla dottrina e della giurisprudenza. Tra i vari criteri elaborati, ci si è soffermati sul criterio di specialità, sulla sua natura e sulla sua funzione. Più nello specifico, si è ritenuto il principio di specialità un principio generale dell’ordinamento giuridico, applicabile anche al conflitto tra contratti di diverso livello. Alla luce del principio di specialità, si è ricostruito il rapporto tra livelli, anche in ipotesi di contrattazione separata e di negoziazione operante su rinvio legislativo. Infine, nell’ultimo capitolo si è esaminato l’art. 8 della L. 148/2011. Ci si è interrogati sulla compatibilità di tale norma con l’impostazione complessiva del tema del rapporto tra contratti di diverso livello e sui suoi riflessi sulla questione del conflitto.
The thesis examines concurring collective labor agreements in the private sector, in particular it analyzes the question of the conflict arising between two collective labor agreements of different levels. The research moves from a reflection about the nature and the role of company collective agreement to identify a conflict resolution criterion. In the first part of the work, intersectoral and sectoral collective agreements are studied in order to identify models for the relationship between collective labor agreements defined by trade unions and employers' associations. The research also focus on the nature (normative or not) of provisions of collective labor agreements with the scope to understand if the conflict arising between two different levels can be solved pursuant to these provisions. The negative answer leads to analyze external conflict resolution criteria identified by jurisprudence and by doctrine. Among these criteria, a particular reflection is carried out on the one expressed by the latin terms “lex specialis derogat lex generalis”. More precisely, the latter is considered as a general principle of Italian law which is applicable not only in case of conflict arising between two laws, but also in case of conflict arising between two collective labor agreements of different levels. Moving on from this thesis, in the third chapter concurring collective labor agreements is reconstructed, pointing out the phenomenon of separate collective bargaining and the collective bargaining developed on legal provisions. In the end, the research deals with L. 14 september 2011, n. 148, art. 8 , investigating its effects on the question of conflict between two collective agreements.
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FERRARIO, SUSANNA. "LAVORO AUTONOMO E INTERESSI COLLETTIVI: RAPPRESENTANZA, ORGANIZZAZIONE E AZIONE SINDACALE DI TUTELA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/257.

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Abstract:
La ricerca prende avvio dalla ricostruzione dei processi socio-economici che hanno portato alla crisi del modo di produzione taylorista-fordista. Muovendo da tali riflessioni, si constata come le imprese “post-fordiste” si avvalgano in misura crescente di lavoratori autonomi, un tempo coordinati e continuativi e, oggi, a progetto (artt. 61 e ss., d.lgs. 276/2003). Tali collaboratori sono, dunque, soggetti ad un potere (contrattuale) di coordinamento del committente che, alle volte, si somma ad una condizione di dipendenza economica dal committente medesimo. Si crea, quindi, una differenziazione interna all'area dell'autonomia coordinata che non pare adeguatamente valorizzata dal legislatore ordinario, ma che sembra interessare i sindacati. Il dato reale vede, infatti, agire rappresentanze varie, sicché occorre circoscrivere l'ambito di applicabilità degli artt. 39 e 40 Cost. L'assenza di un genuino interesse collettivo e di un'effettiva attività di autotutela inducono a ritenere che i collaboratori “forti” e il relativo associazionismo possano beneficiare delle sole tutele poste dagli artt. 2, 18 e 41 Cost. A conclusione si affrontano le problematiche che la ricostruzione così svolta solleva, ovverosia come garantire l'effettività delle tutele riconosciute al sindacalismo dei collaboratori “deboli” e come contemperare l'associazionismo dei collaboratori “forti” con il diritto antitrust comunitario.
The search starts with the reconstruction of socio-economic processes. Moving from these reflections, it's possible to see that today's companies take advantage of increasingly self-employed coordinated and continuous and, after d.lgs. 276/2003 “lavoratori a progetto”. These employees are, therefore, subject to a power (contractual) coordination of the customer that, at times, it adds up to a state of economic dependence by the same. It then creates an internal differentiation into autonomy area that does not seem properly valued by the ordinary legislator, but that seems to involve trade unions. Given that in reality there are different representations, we move to circumscribe the scope of applicability of the Arts. 39 and 40 Const. The absence of a genuine interest and genuine self activities suggest that employees "strong" and its associations can only benefit from the protections posed by Arts. 2, 18 and 41 Const. At the end tackling the problems so that the reconstruction turn raises, namely how to ensure the effectiveness of the safeguards recognized unionism collaborators "weak" and reconcile the associations of employees "strong" with the antitrust law.
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Petreti, Andrea. "Evoluzione artificiale di comportamenti collettivi in gruppi di robot controllati da reti booleane." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/23140/.

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Abstract:
Le metriche derivanti dalla teoria dell'informazione vengono sempre più utilizzate per quantificare le proprietà dei sistemi complessi. Nell'ambito della robotica tali metriche risultano uno strumento valido per analizzare e progettare automaticamente software di controllo per robot. Le tecniche di progettazione automatica sono un valida alternativa alle tecniche tradizionali di progettazione, ciò vale particolarmente nel campo della swarm robotics. Le misure di complessità, applicate nel contesto della robotica di sciame, possono essere utilizzate per migliorare il processo evolutivo del software di controllo. Lo scopo di questo lavoro di tesi è quello di comparare e analizzare i risultati forniti dalle metriche di complessità proposte. In particolare, mira a individuare correlazioni tra le metriche proposte e le prestazioni della colonia su quattro compiti differenti. I risultati ottenuti suggeriscono che i valori osservati per le misure di complessità sono correlati alla capacità della colonia di eseguire correttamente un compito.
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Books on the topic "Collettività"

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Ferraretto, Valeria. Collettività: Tra libertà e regole. Pisa: Edizioni ETS, 2014.

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Karp, Ivan, and Steven D. Lavine. Musei e identità: Politica culturale e collettività. Bologna: Clueb, 1995.

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Una parabola migratoria: Fisionomie e percorsi delle collettività italiane in Africa. Viterbo: Sette città, 2009.

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Colombo, Nicoletta, editor of compilation and Pontiggia, Elena, editor of compilation, eds. La collezione d'arte della Fondazione Carichieti e della Carichieti spa: Un patrimonio culturale per la collettività. Torino: Umberto Allemandi & C., 2012.

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Maccioni, Elisa. La cappella di Santa Teresa di Le Case: Una collettività socio-religiosa in terra toscana (1871-2010). Pisa: Edizioni ETS, 2013.

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Crismani, Andrea. La tutela giuridica degli interessi finanziari della collettività: Aspetti e considerazioni generali con riferimenti al diritto comunitario. Milano: Giuffrè, 2000.

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1959-, Sorba Carlotta, ed. Cittadinanza: Individui, diritti sociali, collettività nella storia contemporanea : atti del Convegno annuale SISSCO, Padova, 2-3 dicembre 1999. Roma: Ministero per i beni i le attività culturali, Direzione generale per gli archivi, 2002.

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Favalli, Giacinto. Licenziamenti collettivi. [Milano]: IPSOA, 2000.

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9

Klobas, Lucio. Silenzi collettivi. Roma: Theoria, 1988.

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10

Chericoni, Eldo. Licenziamenti collettivi. Milano: Giuffrè, 1988.

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Book chapters on the topic "Collettività"

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"Tutti inclusi, nessuno escluso? La diversità a vantaggio della collettività." In All Hands In? Making Diversity Work for All. OECD, 2020. http://dx.doi.org/10.1787/79fe6ad2-it.

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Carocci, Sandro. "“Metodo regressivo” e possessi collettivi: i “demani” del Mezzogiorno (sec. XII-XVIII)." In Écritures de l’espace social, 541–55. Éditions de la Sorbonne, 2010. http://dx.doi.org/10.4000/books.psorbonne.11261.

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3

Bruun, Christer. "Celebrazioni ad Ostia: la scelta del giorno per le dediche pubbliche, le inaugurazioni e altri eventi collettivi." In Ricerche su Ostia e il suo territorio. Publications de l’École française de Rome, 2018. http://dx.doi.org/10.4000/books.efr.3856.

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