Academic literature on the topic 'Coltura'

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Journal articles on the topic "Coltura"

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Lorenzini, Alberto. "L'holding, terreno di coltura del Sé." RICERCA PSICOANALITICA, no. 1 (February 2015): 55–64. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2015-001005.

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de Luca, Barbara. "La coltura del melo in Val Belluna." La Ricerca Folklorica, no. 47 (April 2003): 59. http://dx.doi.org/10.2307/1479738.

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Reina, Placido. "Impiego di agenti biologici e mezzi biotecnici nella lotta contro gli insetti dannosi." Bullettin of the Gioenia Academy of Natural Sciences of Catania 52, no. 382/SFE (December 22, 2019): DECA17—DECA21. http://dx.doi.org/10.35352/gioenia.v52i382/sfe.81.

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Abstract:
Nel corso degli ultimi decenni, la difesa dai parassiti animali si è progressivamente orientata verso tecniche di difesa integrata, limitando l’uso del controllo chimico a vantaggio di tecniche di lotta alternative preferendo, laddove possibile, l’impiego di agenti e mezzi biologici. Alla luce delle acquisizioni scientifiche in campo nutrizionistico e soprattutto a seguito di una maggiore consapevolezza sociale, il mercato si sta sempre più orientando verso produzioni ortofrutticole con ridotta presenza di residui chimici. Ciò ha pertanto promosso la ricerca, lo sviluppo e la commercializzazione di prodotti fitosanitari ecaci ma con un profilo eco-tossicologico più favorevole. Largo impiego trovano formulati insetticidi basati su estratti vegetali e formulati microbiologici. Anche i feromoni sessuali si impiegano ampiamente sia in pieno campo che in coltura protetta (confusione e disorientamento sessuale), così come le tecniche di “attract & kill” che sfruttano l’azione attrattiva di esche alimentari; inoltre, si registra anche l'uso di antagonisti naturali (artropodi e nematodi). Si riportano alcuni esempi di applicazioni in Sicilia di tecniche ecosostenibili di difesa su vite e su colture ortive protette.
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Negri, Martino, and Gabriella Seveso. "Teacher’s training in the Montessori Approach: the debate on the pages of La Coltura Popolare (1911-1922)." Rivista di Storia dell’Educazione 8, no. 2 (November 4, 2021): 59–71. http://dx.doi.org/10.36253/rse-10385.

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Abstract:
In the first two decades of the Twentieth Century, reflections on teacher training were particularly rich, implying the lively and significant participation of a plurality of actors. Even Maria Montessori actively participated in this debate and the meeting with the Humanitarian Society in Milan, and with Augusto Osimo primarily, proved to be very fruitful on these issues. The specialist magazine La Coltura Popolare represents a faithful and interesting mirror of this relationship and of the many reflections and initiatives arose from it, promoting the propagation of the Montessori method and offering at the same time a space for dialogue and comparison of all the most innovative and vivifying voices of the pedagogical reflection of the time. This paper proposes a first and partial reconstruction of the significant role that La Coltura Popolare played, from 1911 to 1922, in soliciting the attention of its public on the topic of teacher training, in spreading the Montessori method, in stimulating a not biased and preconceived comparison between different approaches, experiments and views on childhood.
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van Rompay, Lucas, and Paolo Bettiolo. "Simone di Taibuteh. Violenza e Grazia. La coltura del cuore." Vigiliae Christianae 48, no. 2 (June 1994): 202. http://dx.doi.org/10.2307/1583974.

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Ruta, Claudia. "La coltura in vitro per la conservazione della biodiversità orticola." Italus Hortus 25 (2018): 1–11. http://dx.doi.org/10.26353/j.itahort/2018.1.3690.

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Ferrario, Viviana. "Learning from Agricultural Heritage? Lessons of Sustainability from Italian “Coltura Promiscua”." Sustainability 13, no. 16 (August 9, 2021): 8879. http://dx.doi.org/10.3390/su13168879.

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Abstract:
Agricultural heritage is gaining increasing importance as a repository of lessons to be learned for more sustainable agriculture in the future. Among the forgotten European agricultural heritage, the Italian grapevine “coltura promiscua,” which integrates agroforestry and intercropping, survives only in a few regions in the form of relics. Based on geographic, historic, agricultural literature published on the subject between 16th and 20th century with a focus on North eastern Italy, on previous fieldwork research, and on the analysis of recent candidacies to the Italian National register, this contribution identifies five principles that can be considered today as lessons of sustainability in agriculture: vertical intensification, spatial multifunctionality, resilience through crop diversity, labour-intensive production, personal/familiar/community attachment. Taken together, these principles describe a new rationality that seems to adapt to changed global and local conditions and can suggest new strategies to design new sustainable agricultural systems. The research suggests that sustainability principles can be found both by studying relics of agriculture heritage, and by carefully reading the literature that described them in the past, well before the concept of sustainability itself appeared in the scientific debate. Finally, this paper highlights some difficulties in practicing these lessons in modern agroforestry systems and suggests directions for future research.
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D’Adamo, Gianna. "Brevissime dalla Letteratura internazionale." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 25, no. 2 (November 6, 2013): 161–62. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2013.1027.

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Abstract:
Vengono brevemente riassunti quattro lavori scientifici pubblicati nel primo trimestre del 2013: 1) Inizio “sub-ottimale” ed esiti della dialisi peritoneale. Report dal Registro Francese di Dialisi Peritoneale; 2) Impatto dell'icodestrina sugli esiti clinici della dialisi peritoneale: revisione sistematica degli studi controllati randomizzati; 3) Confronto tra collocazione laparoscopica e chirurgica del catetere peritoneale: metanalisi; 4) Un caso di peritonite sclerosante fulminante, esordita come peritonite acuta a coltura negativa e trattata con terapia steroidea con beneficio.
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Tamoni, Franco. "Cultura e coltura a Goro: introduzione alla molluschicoltura e cambiamenti socio-culturali." La Ricerca Folklorica, no. 51 (April 1, 2005): 93. http://dx.doi.org/10.2307/30033277.

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Ageno, Mario, and Simona Agudio e. Mafia Benevolo. "II passaggio di una coltura batterica dalla crescita aerobica a quella anaerobica." Rendiconti Lincei 1, no. 1 (March 1990): 81–89. http://dx.doi.org/10.1007/bf03001752.

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Dissertations / Theses on the topic "Coltura"

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Magnani, Elena. "Manifattura additiva di polimeri biocompatibili per la coltura cellulare tridimensionale." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Abstract:
Nel campo dell’ingegneria tissutale i 3D Bioprinting è una tecnologia che consente di realizzare costrutti biologici in modo versatile, veloce, e con proprietà meccaniche sempre più fedeli al tessuto in vivo. Tuttavia, i sistemi di Bioprinting in commercio sono in genere costosi, con un prezzo che va da decine a centinaia di migliaia di euro, limitando fortemente la loro applicabilità a un piccolo numero di laboratori specializzati. Inoltre, essi risultano spesso ingombranti e consentono il funzionamento solo in condizioni non- o semi-sterili. L’obiettivo di questo lavoro di tesi è stato quello di sviluppare una 3D Bioprinter a basso costo, di dimensioni contenute (adattabile a una cappa a flusso laminare standard) e adattabile a diversi scopi. A tale fine, una semplice stampante 3D commerciale FDM è stata opportunamente modificata nelle sue componenti principali (es. blocco estrusore). Per verificare il funzionamento del dispositivo strutture bidimensionali e tridimensionali, con macroporosità variabile, sono state stampate in condizioni e giorni differenti. La qualità delle strutture è stata quindi analizzata al microscopio. I risultati ottenuti hanno evidenziato che la 3D Bioprinter realizzata è in grado di ricostruire strutture con una buona precisione e riproducibilità.
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Mazzotti, Matilde. "Effetto dell'erbicida Terbutilazina sulla crescita di flagellate marine in coltura." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amslaurea.unibo.it/1792/.

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Abstract:
Il fitoplancton è costituito da organismi molto importanti per l'ambiente marino e molto diversificati sia dal punto di vista morfologico che fisiologico.Questi organismi sono normalmente soggetti ai cambiamenti stagionali e alle variazioni dell'ambiente dovute sia a fenomeni naturali che all'impatto antropico, sempre più rilevante. Con questa tesi si è voluto approfondire l'effetto di erbicidi comunemente usati dall'uomo in agricoltura su delle microalghe flagellate rappresentative del Mar Adriatico. L'inquinante scelto è la Terbutilazina, sostanza utilizzata per il diserbo del mais e diffusa in tutta l'area padano-venera, come dimostrano i dati dei campionamenti ARPA, che riportano la presenza di Terbutilazina e del suo prodotto di degradazione Desetil-Terbutilazina a concentrazioni superiori al limite fissato sia nelle acque superficiali che in quelle sotterranee. Anche in mare come riportato in letteratura (Carafa et. al 2009)è stato riscontrato a concentrazioni superiori al limite previsto dalla normativa vigente in Italia. In particolare il meccanismo d'azione di questo erbicida interferisce con la fotosintesi, agendo sulle proteine di membrana dei cloroplasti, rimpiazzando il chinone accettore di elettroni QB della proteina D1 del fotosistema II. Più specie di microalghe fatte crescere in colture 'batch' sono state testate a diverse concentrazioni di erbicida in condizione di luce nutrienti costanti. Questi esperimenti sono stati inoltre condotti a due diverse temperature (20 e 25°C) per studiare l'effetto di questo inquinante in correlazione con l'attuale aumento di temperatura in atto nel pianeta. In una prima fase di screening è stato valutato l'effetto della Terbutilazina su 9 specie di flagellate rappresentative dell'Adriatico, tramite misure dell'efficienza fotosintetica. Grazie a questa prima fase sono state individuate le microalghe e le relative concentrazioni di Terbutilazina da utilizzare negli esperimenti. Per gli esperimenti, sono state scelte le due specie algali Gonyaulax spinifera e Prorocentrum minimum sulle quali si è approfondito lo studio dell'effetto dell'inquinante alle due temperature, attraverso una serie di analisi volte ad individuare le risposte in termini di crescita e di fisiologia delle alghe quali: conteggio delle cellule, torbidità, efficienza fotosintetica, consumo di nutrienti, quantità di clorofilla e di polisaccaridi extracellulari prodotti. La scelta di queste microalghe è stata dettata dal fatto che Gonyaulax spinifera si è rivelata la microalga più sensibile a concentrazioni di erbicida più vicine a quelle ambientali fra tutte le alghe valutate, mentre Prorocentrum minimum è fra le dinoflagellate più frequenti e rappresentative del Mar Adriatico (Aubry et al. 2004), anche se non particolarmente sensibile; infatti P. minimum è stato testato ad una concentrazione di erbicida maggiore rispetto a quelle normalmente ritrovate in ambiente marino. Dai risultati riportati nella tesi si è visto come l'erbicida Terbutilazina sia in grado di influenzare la crescita e la fotosintesi di microalghe flagellate dell'Adriatico anche a concentrazioni pari a quelle rilevate in ambiente, e si è evidenziato che gli effetti sono maggiori alle temperature in cui le microalghe hanno una crescita meno efficiente. Questi studi hanno messo in evidenza anche l'utilità delle misure di fotosintesi tramite fluorimetro PAM nel valutare le risposte delle microalghe agli erbicidi triazinici. Inoltre la diversa risposta delle microalghe osservata, potrebbe avere conseguenze rilevanti sulle fioriture estive di fitoplancton in caso di presenza in mare di Terbutilazina, anche a concentrazioni non particolarmente elevate. Questo lavoro si inserisce in un contesto più ampio di ricerca volto alla modellizzazione della crescita algale in presenza di inquinanti ed in concomitanza con le variazioni di temperatura. Infatti i dati ottenuti insieme a misure di carbonio cellulare, non ancora effettuate, saranno utili per la messa a punto di nuove parametrizzazioni che si avvicinino maggiormente ai dati reali, per poi simulare i possibili scenari futuri variando le condizioni ambientali e le concentrazioni dell'inquinante studiato.
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Campacci, Federica. "Microphysiological systems: Nuove piattaforme di coltura cellulare per applicazioni di interesse biomedico." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8976/.

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Abstract:
In questo elaborato verranno presentati le finalità, gli sviluppi e le prospettive future di una tipologia di coltura cellulare, ovvero dei microphysiological systems - MPS (o organs-on-chips), nuovi microdispositivi atti a riprodorre il più fedelmente possibile le condizioni fisiologiche adatte per la crescita e il mantenimento di strutture cellulari complesse. Verranno quindi inizialmente descritte le specifiche di base di questi dispositivi, sottolineandone l'innovatività dal punto di vista tecnologico e funzionale. Grazie agli MPS è infatti stato possibile intraprendere studi per una migliore comprensione del comportamento in condizioni dinamiche di una vasta gamma di tessuti, e la risposta di questi a stimoli chimici e fisici, rappresentativi di condizioni fisiologiche o patologiche, aprendo così le porte a nuovi standard per la sperimentazione clinica. Verrà quindi proposto un caso di studio, che riguarda l'applicazione di quanto sopra all'ambito cardiocircolatorio, prendendo in esame un modello di heart-on-a-chip, descrivendolo in tutte le fasi della sua realizzazione e infine discutendo uno studio riguardante la risposta delle cellule del muscolo cardiaco a un trattamento farmacologico.
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Belluzzo, Marta. "Interferenti endocrini nelle acque potabili: presenza ed effetti su cellule MCF7 in coltura." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/15061/.

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Abstract:
Il problema della presenza nell’acqua di sostanze in grado di interferire con il sistema endocrino (IE) è diventato negli ultimi anni motivo di crescente preoccupazione. Gli impianti di trattamento spesso non sono in grado di rimuovere gli IE dalle acque destinate al consumo umano, con possibili effetti negativi sulla salute. Il presente lavoro di tesi si inserisce in questo contesto di crescente attenzione verso gli IE in un comparto ambientale importante come quello delle acque ad uso potabile. Nel 2017 sono state effettuate due campagne di campionamento, presso il potabilizzatore della Standiana di Ravenna, gestito da Romagna Acque-Società delle Fonti. L’acqua è stata campionata in ingresso e in uscita dall’impianto, oltre che in alcune fasi intermedie dentro al potabilizzatore, per verificare se ci siano passaggi che contribuiscono maggiormente alla rimozione degli IE. Sono state svolte sia analisi chimiche (LC-MS-MS), per rilevare la presenza di dieci sostanze rappresentative di differenti classi di IE, che biologiche (E-screen assay e test dei micronuclei), al fine di valutare l’eventuale presenza di sostanze ad azione estrogenica e/o genotossica. Il potabilizzatore ha abbattuto in modo completo il 4-octilfenolo, in gran parte PFOS e BPA, mentre non è stato altrettanto efficace nel trattenere PFOA e nonilfenolo, che comunque risultano presenti nell’acqua in uscita a livelli inferiori rispetto ai limiti di legge. Il passaggio più efficace ad abbattere gli IE sembra essere quello con i filtri a carbone attivo. Le analisi biologiche hanno confermato la buona qualità dell'acqua erogata dal potabilizzatore, in quanto non hanno evidenziato effetti estrogeno-mimetici e/o tossici, né effetti genotossici. In conclusione non sussistono situazioni di criticità relative alla presenza di IE nell’acqua erogata dal potabilizzatore della Standiana, sia per le ridotte concentrazioni riscontrate nell’acqua in entrata, sia per l’efficacia del processo di potabilizzazione.
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Forlivesi, Claudio. "Realizzazione di una piattaforma di coltura in perfusione per l’induzione del fenotipo cellulare." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022. http://amslaurea.unibo.it/25181/.

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Abstract:
Sebbene i modelli in vitro siano largamenti sfruttati nel campo della ricerca biomedica, le piattaforme che ne supportano lo sviluppo sono spesso inadeguate a riprodurre fedelmente la complessa morfologia, interconnessione e dinamicità dell’ambiente biologico che intendono simulare. Alcune delle caratteristiche salienti dell’organismo umano sono infatti la struttura tridimensionale dei tessuti, la presenza di stimoli meccanici, e la perfusione da parte dei fluidi corporei – che tipicamente mancano nei protocolli standard di coltura cellulare. Allo scopo di riprodurre questi aspetti di centrale importanza, in questo lavoro di tesi è stato progettato e costruito un bioreattore a perfusione, in grado di applicare un flusso di terreno di coltura a linee cellulari di diversa natura. In particolare, sono state selezionate a questo scopo, cellule di due linee continue, ovvero le Caco-2 e le MC3T3-E1, rispettivamente rappresentative del compartimento intestinale e di quello osseo. Una iniziale verifica del loro fenotipo in regime perfusivo, paragonato a quello di colture statiche tradizionali, ha mostrato risultati ben diversificati, coerenti con diversi regimi di flusso applicato. Il maggior ricircolo di nutrienti, la rimozione di scarti metabolici potenzialmente tossici dalla prossimità cellulare, e gli stress di taglio forniti alle cellule sono tutti elementi che accreditano questo approccio per uno studio delle cellule in coltura in condizioni più prossime a quelle del contesto biologico oggetto di studio.
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Atturio, Lorenza Pia. "ingegnerizzazione di modelli tridimensionali di metastasi ossea." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/19370/.

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Abstract:
Nel 2018 in Italia sono stati diagnosticati 52300 nuovi casi di cancro al seno, pari al 14% dei tumori maligni totali e al 30% di quelli riguardanti il solo sesso femminile. La maggior parte dei casi di decesso derivano dall’insorgenza di metastasi ossee. Nell’ambito della ricerca oncologica gli approcci “tradizionali” prevedono l’utilizzo di modelli di coltura cellulare 2D, i quali semplificano drasticamente il contesto biologico di un tumore. Gli approcci in coltura 3D superano tali limiti, ricreando un modello del microambiente tumorale più appropriato. In queste strutture, le cellule tumorali tendono a crescere meglio, imitano le proprietà topografiche e meccaniche del tumore, sviluppando una morfologia e un'organizzazione in cluster così come avviene in vivo. Ne consegue un ambiente di studio più verosimile e biomimetico, e quindi una più accurata valutazione del processo: aumentano le interazioni cellulari, mentre il modulo elastico e l’architettura del substrato influenzano la meccano-trasduzione e il suo impatto sulla neoplasia. Rimangono tuttavia alcuni ostacoli da superare, come l’assenza dell’interfaccia tessuto-tessuto, degli stimoli biomeccanici, della distribuzione spazio-temporale di ossigeno, nutrienti e rifiuti metabolici, normalmente presenti in vivo. A tale proposito, negli ultimi decenni sono stati introdotti sistemi di coltura dinamica, chiamati bioreattori. Questi dispositivi consentono di ricreare in vitro condizioni di coltura che riproducono il microambiente fisiopatologico presente in vivo, rispecchiando l’intera dinamica sottostante all’evoluzione metastatica. Quanto descritto, permette quindi di accelerare la ricerca oncologica al fine di ottenere terapie farmacologiche sempre più efficaci ed efficienti.
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Garofalo, Alessia. "Ottimizzazione della produzione di polisaccaridi e lipidi nella diatomea marina Phaeodactylum tricornutum in coltura." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/12647/.

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Abstract:
Il lavoro sperimentale di questa tesi è stato condotto sulla coltivazione della diatomea Phaeodactylum tricornutum che grazie alla sua capacità di sintetizzare e di accumulare una elevata quantità di acidi grassi polinsaturi (PUFAs) ω-3 tra cui l’acido eicosapentanoico (EPA), ha un notevole interesse commerciale per la nutrizione umana. Il lavoro di tesi è stato svolto presso il Laboratorio di Biologia delle Alghe in due fasi sperimentali, nella prima, l’alga è stata coltivata usando un medium standard con due diversi rapporti molari N/P, valutando l’effetto della somministrazione di 1mg L-1 al giorno di CO2 sulla velocità di crescita e sulla composizione percentuale in termini di proteine polisaccaridi e lipidi della biomassa raccolta in fase stazionaria. I risultati ottenuti hanno mostrato che la somministrazione di CO2 durante la crescita dell’alga, determina un significativo incremento della biomassa algale ottenuta e una produzione maggiore di lipidi e polisaccaridi per cellula. Nella seconda fase sperimentale P.tricornutum è stata coltivata usando un refluo industriale con lo scopo di valutare la capacità dell’alga di rimozione dei componenti azotati e del fosforo per effettuare un processo di fitodepurazione e ridurre i costi dovuti all’impiego dei nutrienti nella coltivazione. I risultati ottenuti dimostrano che nel refluo l’alga presenta una velocità di crescita più elevata rispetto alle condizioni precedenti e, dopo la somministrazione di CO2, accumula una percentuale maggiore di proteine e di acidi grassi. In conclusione questi dati suggeriscono che l’utilizzo di un refluo industriale con la concomitante aggiunta di CO2 in basse concentrazioni nella coltivazione delle microalghe potrebbe ridurre i costi di produzione della biomassa su larga scala e consentirebbe di ottenere biomassa algale con un maggior valore commerciale.
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Dimartino, Salvatore. "Life Cycle Assessment sul processo di produzione di poliidrossialcanoati da coltura pura di Pseudomonas putida." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/16036/.

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Abstract:
I poliidrossialcanoati (PHA) sono polimeri biodegradabili prodotti da batteri e costituiscono una possibile alternativa “green” alle plastiche di origine fossile. Tuttavia la loro produzione a scala industriale richiede lo sviluppo di un processo efficiente sia sul piano economico sia ambientale. Obiettivo di questo studio è la valutazione della sostenibilità ambientale, tramite la metodologia Life Cycle Assessment (LCA), di un processo innovativo di produzione di PHA da colture batteriche pure (Pseudomonas Putida) utilizzando scarti vitivinicoli (vinacce) come fonte di carbonio. Il sistema analizzato comprende la produzione di acidi grassi volatili (VFA), la coltivazione della biomassa microbica, l’estrazione dei PHA ed il fine vita del polimero. Per la fase di estrazione sono stati confrontati gli impatti ambientali relativi a quattro differenti metodi che prevedono l’utilizzo sia di solventi tradizionali e “green”, rispettivamente dicloroetano (DCE) e dimetilcarbonato (DMC), sia di tensioattivi tradizionali e “green”, rispettivamente sodio-dodecil solfato (SDS) e laurato di ammonio (NH4-laurato). Le estrazioni “green”, in particolare con NH4-laurato, mostrano le performances migliori. Le prestazioni ambientali dei PHA sono state confrontate con quelle di una plastica di origine fossile (polipropilene, PP) e di due plastiche bio-based (bio-polipropilene, Bio-PP, e acido polilattico, PLA). Gli impatti dei PHA risultano generalmente superiori rispetto al PP, e più in linea con quelli di Bio-PP e PLA. In 3 categorie su 17 i PHA mostrano i risultati migliori. L’elevata domanda energetica del processo produttivo, benché entro il range riscontrato in letteratura, è la principale ragione di questi impatti. Come conseguenza, anche le emissioni di GHG risultano elevate. Ciononostante, il processo è di grande interesse e promettente, in considerazione sia della biodegradabilità del PHA sia degli ampi margini di miglioramento ancora possibili nel processo produttivo stesso.
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Minguzzi, Luca. "Progettazione e sviluppo di una piattaforma per l'applicazione di regimi di perfusione a cellule in coltura." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/15722/.

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Abstract:
L’ingegneria dei tessuti biologici sta assumendo un ruolo sempre più importante per la sua grande potenzialità nell’ingegnerizzazione di tessuti in vitro. Il successo per la commercializzazione di terapie basate su cellule o tessuti ingegnerizzati può essere ottenuto con il raggiungimento di un’automatizzazione e l’utilizzo di metodi per la produzione di tessuti su larga scala. L’utilizzo di bioreattori per soddisfare tale obiettivo è sempre più diffuso. A tale proposito, in questo elaborato, è stato progettato e realizzato un prototipo di bioreattore a perfusione per colture cellulari utilizzabile all’interno di un incubatore. È stata effettuata un’analisi della letteratura per studiare l’attuale stato dell’arte dei diversi tipi di bioreattori a perfusione ed è stata svolta un’analisi computazionale per determinare flussi e dinamiche all’interno delle camere di coltura. Infine, un esperimento in duplicato (statico vs. dinamico) è stato condotto per verificare gli effettivi vantaggi che questo prototipo avesse rispetto alla normale coltura in statico (controllo). I risultati ottenuti hanno dimostrato un’effettiva differenza fra le due colture, dimostrando come la perfusione aumenti significativamente gli scambi diffusivi e incrementi la proliferazione cellulare.
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Bonafè, Filippo. "Studio e caratterizzazione di sensori di ossigeno a base di PEDOT:PSS per applicazioni in coltura cellulare." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/16742/.

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Abstract:
Questa tesi si inserisce nell’ambito dell’elettronica organica e ha lo scopo di studiare nuovi sensori di ossigeno per valutare il livello di ipossia in cui crescono culture cellulari. Per farlo sono stati realizzati dei transistor elettrochimici organici (OECT) basati sul poli(3,4-etilenedoissitiofene) drogato con polistirene sulfonato (PEDOT:PSS). Le misure sono state effettuate in una soluzione 0.1 M di KCl e in un mezzo di coltura cellulare, con concentrazioni di ossigeno comprese tra lo 0% e il 5%. Si è studiata la risposta dei dispositivi in soluzione 0.1 M di KCl al variare delle tre aree di gate disponibili (0.2, 0.7, 1.9 cm^2), fornendone una caratterizzazione tramite l’analisi delle transcaratteristiche e delle curve di output in tre ambienti (aria, azoto, ossigeno al 5%). Si è poi analizzato l’incremento della corrente di drain nel tempo al seguito di incrementi periodici della concentrazione di ossigeno in soluzione. Gli esperimenti mostrano una correlazione lineare tra incremento relativo di corrente ed aumento di concentrazione di ossigeno, ma eseguendo fit lineari si ottengono pendenze delle rette molto disomogenee tra loro e apparentemente non correlate con i parametri geometrici dei campioni. Si è quindi ipotizzato che le anomalie ottenute siano legate alla degradazione di campioni a causa della loro sovraossidazione durante l’esecuzione delle misure e suggerito nuovi esperimenti per valutare tali effetti. Si sono infine analizzati i risultati ottenuti nel medium cellulare al variare delle due aree di gate che hanno fornito le risposte migliori nelle misure precedenti (0.2 e 1.9 cm^2). In questo caso il gate con area minore si è rivelato più sensibile, ma si sono ottenuti andamenti anomali della corrente di drain in funzione del tempo, probabilmente dovuti alla natura elettrochimica del mezzo di coltura cellulare.
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Books on the topic "Coltura"

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Possevino, Antonio. Coltura dell'ingegni: (Vicenza 1598). Sala Bolognese: Forni, 1990.

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Il farro della Garfagnana tra coltura e cultura. Lucca: M. Pacini Fazzi, 2010.

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3

Finzi, Roberto. Civiltà mezzadrile: La piccola coltura in Emilia-Romagna. Roma: Editori Laterza, 1998.

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4

Graglia, Giulia. La tecnica cinematografica: Rivista mensile internazionale : e, Coltura cinematografica. Torino: Biblioteca FERT, 2003.

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5

Chiaramoni, Carla. Il riso nelle Marche: Storia di una coltura minore. Fermo: Zefiro, 2004.

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6

1857-1915, Renier Rodolfo, and Albonico Simone 1961-, eds. La coltura e le relazioni letterarie di Isabella d'Este Gonzaga. Milano: Sylvestre Bonnard, 2005.

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7

Tonini, Carlo. La coltura letteraria e scientifica in Rimini: Dal secolo XIV ai primordi del XIX. Rimini: Luisè, 1988.

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8

Micheli, Giuseppe A. Cadere in povertà: Le situazioni a rischio, i processi, i terreni di coltura dell'impoverimento. Milano, Italy: FrancoAngeli, 1999.

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Gli agrumi nella storia del Meridione: Origini, sviluppo e peripezie di una coltura su documenti inediti. Roma: LED, 1986.

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10

Bonari, Enrico, and Giampiero Maracchi, eds. Le biomasse lignocellulosiche. Florence: Firenze University Press, 2016. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-985-6.

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Abstract:
Il volume presenta un’esauriente analisi delle biomasse lignocellulosiche producibili dal comparto agricolo. In una prima parte viene descritto l’inquadramento territoriale e politico della produzione di energie rinnovabili da parte del settore agricolo. In una parte generale si inquadrano le filiere lignocellulosiche, si presenta una descrizione analitica delle principali colture dedicate per la produzione di biomasse e le tecniche agronomiche di coltivazione e si analizzano le potenzialità dei residui colturali. Infine vengono presi in esame gli aspetti legati alla vocazionalità territoriale ed alla sostenibilità economica ed ambientale.
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More sources

Book chapters on the topic "Coltura"

1

"Coltura Promiscua (mixed cropping)." In Threatened Landscapes, 103–16. Taylor & Francis, 2003. http://dx.doi.org/10.4324/9780203220894-15.

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2

Alvarado, M., and F. Limon. "Protezione Integrata Della Coltura del Cotone in Spagna." In Integrated Crop Protection, 338–39. CRC Press, 2020. http://dx.doi.org/10.1201/9781003079033-81.

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3

"Tecniche di coltura, di microscopia e di campionamento." In Food, 231–57. Milano: Springer Milan, 2009. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-0786-4_10.

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4

Rizzotto, Milena. "Le amene mostruosità: coltura, selezione e manipolazione delle piante ornamentali nel XVII secolo." In Le Monde végétal (XIIe-XVIIe siècles), 141–55. Presses universitaires de Vincennes, 1993. http://dx.doi.org/10.4000/books.puv.7953.

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5

Steiner, H. "Utilizzazione dei Mezzi di Protezione Integrata Delle Piante Nella Coltura Delle Mele Nel Baden-Wurttemberg (Germania Sud-Occidentale)." In Integrated Crop Protection, 174–76. CRC Press, 2020. http://dx.doi.org/10.1201/9781003079033-44.

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6

"Nina Elizabeth Cameron Coltart." In Her Hour Come Round at Last, edited by Peter L. Rudnytsky and Gillian Preston, 351–55. Routledge, 2018. http://dx.doi.org/10.4324/9780429475481-51.

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7

Rudnytsky, Peter L. "In praise of Nina Coltart." In Rescuing Psychoanalysis from Freud, 99–121. Routledge, 2018. http://dx.doi.org/10.4324/9780429479540-5.

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8

Rudnytsky, Peter L. "In praise of Nina Coltart." In Her Hour Come Round at Last, 163–86. Routledge, 2018. http://dx.doi.org/10.4324/9780429475481-28.

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9

"I probiotici, alimenti a base di colture vive." In Sai cosa mangi?, 41–43. Milano: Springer Milan, 2009. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1175-5_12.

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10

Pizer, Stuart A. "Nina Coltart: a person of paradox." In Her Hour Come Round at Last, 113–15. Routledge, 2018. http://dx.doi.org/10.4324/9780429475481-16.

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Conference papers on the topic "Coltura"

1

Bisoffi, S., Gianfranco Minotta, and P. Paris. "Indirizzi colturali e valorizzazione delle produzioni legnose fuori foresta." In Terzo Congresso Nazionale di Selvicoltura. Accademia Italiana di Scienze Forestali, 2009. http://dx.doi.org/10.4129/cns2008.099.

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2

Pelleri, F., M. Pividori, and V. Giulietti. "Cure colturali in acero-frassineti secondari in Italia settentrionale." In Terzo Congresso Nazionale di Selvicoltura. Accademia Italiana di Scienze Forestali, 2009. http://dx.doi.org/10.4129/cns2008.119.

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3

Luisi, Nicola, Riziero Tiberi, and Oreste Triggiani. "La gestione delle problematiche fitosanitarie nel contesto dei sistemi colturali." In Terzo Congresso Nazionale di Selvicoltura. Accademia Italiana di Scienze Forestali, 2009. http://dx.doi.org/10.4129/cns2008.086.

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4

Mattioli, W., Luigi Portoghesi, and Piermaria Corona. "Interventi colturali e variazioni nel corteggio floristico in cedui di castagno." In Terzo Congresso Nazionale di Selvicoltura. Accademia Italiana di Scienze Forestali, 2009. http://dx.doi.org/10.4129/cns2008.172.

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5

Manetti, M. C., Emilio Amorini, and C. Becagli. "Il ruolo del castagno nella selvicoltura italiana: prospettive colturali e valenza socio-economica della castanicoltura da legno." In Terzo Congresso Nazionale di Selvicoltura. Accademia Italiana di Scienze Forestali, 2009. http://dx.doi.org/10.4129/cns2008.112.

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6

Janiszewski, Jéssica Do Rocio, Lucimara Strugava, Ivan Deconto, and Ivan Roque de Barros Filho. "INJÚRIA RENAL AGUDA DECORRENTE DE RABDOMIÓLISE POR ESFORÇO EM EQUINO – RELATO DE CASO." In I Congresso Brasileiro Online de Práticas Veterinárias: Uma abordagem para animais de grande porte e produção Animal. Revista Multidisciplinar em Saúde, 2022. http://dx.doi.org/10.51161/granvet-06.

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Abstract:
Introdução: Cavalos acometidos pela Síndrome da Rabdomiólise por Esforço (SRE) apresentam relutância para caminhar devido às lesões musculares decorrentes de exercícios aos quais não estejam habituados, podendo ocorrer também após anestesias gerais ou transportes. Objetivo:Este trabalho tem como objetivo relatar um caso de SRE em equino que culminou em um quadro de insuficiência renal aguda (IRA), necessitando de internação hospitalar por um mês para tratamento.Material e métodos: Foi atendido no HV-UFPR um equino macho, castrado, 10 anos, da raça mangalarga com 427 Kg. O animal apresentava relutância para caminhar, dores e tremores musculares. O animal era utilizado para lazer e era mantido em piquete durante o dia e em baia durante a noite, como alimentação recebia pasto, feno, aveia, cenoura, ração e sal mineral. Os sinais compatíveis com a SRE apareceram após uma cavalgada de 15 Km, apresentando também hiporexia, anúria e diminuição da produção de fezes. O cavalo foi tratado previamente por um leigo com Mercepton, 20 ml de Dexametasona e 3 litros de solução fisiológica 0,9% por via intravenosa, mas permaneceu em anúria. Ao chegar no hospital passou por exame clínico, no qual contatou-se mucosas congestas, TPC de 4s, dor intensa para caminhar, andar rígido, desidratação, frequência cardíaca de 64bpm, respiratória de 28 mpm e hipomotilidade intestinal. Foi coletado sangue para hemograma e avaliações bioquímicas, as quais mostraram elevação de Creatinina (8,70 mg/dL), Uréia (258 mg/Dl) e Creatinoquinase (111475 UI/L). Com base no histórico, sinais clínicos e exames complementares, o equino, foi diagnosticado com rabdomiólise por esforço. Desta forma, instituiu-se o tratamento com fluidoterapia com Ringer Lactato, suplemento com vit amina E e Selênio, Coltrax, Omeprazol, Enrofloxacino e Cloreto de Magnésio 33%. Após a instituição de fluidoteraia intensa, o animal urinou, sua urina apresentava coração marrom-escura com presença de mioglobina.Resultados:O cavalo ficou internado durante um mês para o tratamento, com verificação diária das enzimas musculares e renais. Notou-se melhora clínica do paciente ao longo deste período e diminuição da concentração plasmática de Creatinina (1,70 mg/dL), Uréia (53,9 mg/dL) e Creatinoquinase (250,70 mg/dL). Conclusão:Apesar de laboriosa, é possível recuperar equinos com IRA decorrente SRE.
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