Academic literature on the topic 'Componenti meccaniche'

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Journal articles on the topic "Componenti meccaniche"

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Mazzola, Laura, and Stefano Bruni. "Effect of Suspension Parameter Uncertainty on the Dynamic Behaviour of Railway Vehicles." Applied Mechanics and Materials 104 (September 2011): 177–85. http://dx.doi.org/10.4028/www.scientific.net/amm.104.177.

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Abstract:
The paper describes a study carried out by Dipartimento di Meccanica Politecnico di Milano, aimed at investigating how uncertainty in railway vehicle suspension components can be treated in the framework of vehicle design and performance assessment in respect to vehicle dynamics. In railway vehicle suspensions, sources of parameter uncertainty may arise from inaccuracy in the modelling of a vehicle component or from a scatter in the behaviour of nominally identical components, on account of the variability implied by the component manufacturing process. The approach proposed in this paper, completely new to the railway field, is to use statistical methods having different complexity (and entailing a proportional computational effort), to analyse the propagation of uncertainty from the parameters input in the vehicle mathematical model to the results of running dynamics, in terms of the assessment quantities used for verification and evaluation of train performances. The problem is treated by numerical means, being the dependency of simulation outputs from the input parameters typically non-linear, and not defined in an analytical form.
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Andreula, C., and I. Kambas. "Il dolore lombosacrale da ernie discali lombosacrali e patologia degenerativa correlata." Rivista di Neuroradiologia 15, no. 4 (August 2002): 421–30. http://dx.doi.org/10.1177/197140090201500411.

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Abstract:
La patogenesi del dolore lombo-sacrale è ancora motivo di discussione e potrebbe essere sostenuta non solo da fattori meccanici diretti di compressione del disco (protrusione o ernia) sul nervo con conseguente alterazione della guaina mielinica, ma anche da fattori meccanici indiretti generati da stasi venosa e conseguente ischemia delle radici particolarmente sensibili all'ipossia e da fattori infiammatori di tipo immunomediato e di tipo bioumorale legati al disco. La gestione del paziente lombosciatalgico affidata al chirurgo dopo il fallimento della terapia medica, conservativa e fisiatrica ha rivelato che nelle casistiche chirurgiche più equilibrate la percentuale di successo degli interventi per ernia del disco lombosacrale si aggira sul 95–98% a breve termine con un'incidenza di reale recidiva erniaria nel 2–6%, la percentuale di successo scende a distanza fino all' 80–85%, per la comparsa di sintomatologia legata al fallimento chirurgico (Failed Back Surgery Sindrome FBSS), caratterizzata da recidive e/o cicatrici ipertrofiche, con sintomi rilevanti nel 20%, e vera e propria FBSS nel 15%. Tali dati hanno indotto a ricercare sempre nuove tecniche microchirurgiche per ridurre tali risultati indesiderati e contemporaneamente sono state approntate tecniche di trattamento percutaneo secondo procedure intervenzionali (chemiodiscolisi con chimopapaina, con ossigeno-ozono, nucleoaspirazione secondo la tecnica di Onik …) per ridurre al minimo da un lato l' “invasività” chirurgica, e dall'altro le non rare complicazioni di natura infettiva correlate all'intervento. Tutte le tecniche percutanee sono atti medici poco invasivi, con tempi di ospedalizzazione brevi. Il loro approccio extra canale spinale elimina i rischi connessi all'atto chirurgico di cicatrice post-operatoria, spesso responsabile di recidiva di sintomatologia dolorosa. Hanno inoltre il vantaggio di essere ripetibili nello stesso paziente senza precludere in caso di insuccesso il ricorso alla chirurgia tradizionale. Le percentuali di successo riportate da numerose casistiche si aggirano sul 65–75% di risultati ottimi o buoni. Queste procedure interventistiche spinali agirebbero sulla genesi meccanica del dolore riducendo quantitativamente il materiale nucleare, ma non espleterebbero alcuna azione sulla componente infiammatoria di origine radicolare e/o gangliare, talvolta causa autonoma del dolore. Pertanto in corso di trattamento di chemiodiscolisi con miscela di ossigeno-ozono, si è proceduto all'aggiunta di infiltrazione periradicolare e periganglionare con ossigeno-ozono, steroidi e anestetici. Gli autori riportano la loro personale esperienza sull'utilizzo del trattamento di Chemiodiscolisi con nucleoptesi con ossigeno-ozono con infiltrazione periradicolare e periganglionare nelle ernie discali lombosacrali e patologia degenerativa correlata.
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Guagliano, Mario. "L’applicazione della diffrattometria dei raggi X per l’analisi del cedimento dei componenti meccanici." Frattura ed Integrità Strutturale 1, no. 2 (March 22, 2008): 25–35. http://dx.doi.org/10.3221/igf-esis.02.04.

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4

LOMBARDI, ANNA MARIA. "THE CONSTITUTION OF WHITE LIGHT, A SOURCE FOR THE NEW QUESTIONS OF QUANTUM MECHANICS." Nuncius 17, no. 2 (2002): 515–45. http://dx.doi.org/10.1163/182539102x00081.

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Abstract:
Abstracttitle RIASSUNTO /title Queste pagine hanno lo scopo di ricostruire un dibattito che ebbe vasta popolarit a cavallo tra il diciannovesimo ed il ventesimo secolo, incentrato sulla struttura della radiazione non monocromatica. La discussione gioc un ruolo importante nel mettere a fuoco alcune tematiche, in seguito destinate a diventare tipiche della imminente meccanica quantistica. In particolare, in questo contesto che si avvia l'indagine sul significato fisico dei modi normali, ovvero delle singole componenti di uno sviluppo di Fourier.
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Clienti, Carmelo, Guido La Rosa, Antonino Risitano, and Roberto D’Andrea. "Proposta di utilizzo di metodologie termografiche per il controllo di qualità di componenti meccanici." Frattura ed Integrità Strutturale 4, no. 12 (April 1, 2010): 37–47. http://dx.doi.org/10.3221/igf-esis.12.04.

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Navalesi, Guest Editors: P., M. Campanini, F. Lari, and M. Giorgi Pierfranceschi. "La ventilazione non invasiva in Medicina Interna." Italian Journal of Medicine 3, no. 1 (December 16, 2015): 391. http://dx.doi.org/10.4081/itjm.q.2015.5.

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Abstract:
<p class="titolo"><strong>Legenda delle più comuni abbreviazioni e acronimi</strong> 391</p><p class="titolo"><strong>Prefazione</strong> 393<br /><em>P. Navalesi</em></p><p class="titolo"><strong>Presentazione</strong> 395<br /><em>M. Campanini</em></p><img src="/public/site/images/pgranata/intro.jpg" alt="" /><br /><p class="titolo"><strong>La NIV in Medicina Interna</strong> 396<br /><em>F. Lari</em></p><img src="/public/site/images/pgranata/rass.jpg" alt="" /><br /><p class="titolo"><strong>Il ventilatore e i suoi componenti</strong> 399<br /><em>F. Lari</em></p><p class="titolo"><strong>Maschere ed interfacce</strong> 407<br /><em>F. Lari</em></p><p class="titolo"><strong>Sistemi CPAP (pressione positiva continua applicata alle vie aeree)</strong> 411<br /><em>F. Lari</em></p><p class="titolo"><strong>Principi e tecniche di ventilazione meccanica</strong> 417<br /><em>F. Giostra, E. Di Flaviano</em></p><p class="titolo"><strong>Insufficienza respiratoria acuta cardiogena - ruolo della ventilazione non invasiva</strong> 427<br /><em>F. Ventrella</em></p><p class="titolo"><strong>Riacutizzazione di broncopneumopatia cronica ostruttiva</strong> 443<br /><em>M. La Regina, F. Orlandini</em></p><p class="titolo"><strong>Altre indicazioni alla ventilazione meccanica non invasiva</strong> 451<br /><em>F. Pieralli, O. Para, C. Nozzoli</em></p><p class="titolo"><strong>Le apnee del sonno: competenza multidisciplinare e ruolo dell’internista</strong> 456<br /><em>F. Lari</em></p><p class="titolo"><strong>La ventilazione meccanica non invasiva nella palliazione del paziente oncologico terminale</strong> 462<br /><em>S. Orlando, M. Giorgi-Pierfranceschi</em></p><p class="titolo"><strong>La NIV nel paziente con insufficienza respiratoria cronica, la gestione domiciliare - Competenza specialistica nelle patologie pneumologiche pure</strong> 465<br /><em>A. Marchioni, E.M. Clini, B. Beghé</em></p><p class="titolo"><strong>Approccio al paziente internistico, candidato alla ventilazione meccanica non invasiva: <em>key messages</em></strong> 475<br /><em>M. Giorgi Pierfranceschi</em></p><img src="/public/site/images/pgranata/concl.jpg" alt="" /><p class="titolo"><strong>La ventilazione meccanica non invasiva: conclusioni</strong> 482<br /><em>M. Errico, A. Greco</em></p><img src="/public/site/images/pgranata/appendix.jpg" alt="" /><br /><p class="titolo"><strong>NIV in Medicina Interna: sono necessari sistemi di monitoraggio emodinamico?</strong> 484<br /><em>N. Di Battista, F. Savelli</em></p>
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Ferrari, Paolo. "Introduzione a L'industria bellica nella storia d'Italia. Economia e tecnologia negli studi di Andrea Curami." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 261 (February 2011): 575–84. http://dx.doi.org/10.3280/ic2010-261001.

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Abstract:
Andrea Curami (1947-2010) č stato docente di Meccanica applicata e di altre materie al Politecnico di Milano, esperto di motori e di automobilismo, storico delle vicende militari ed economiche italiane tra Ottocento e seconda guerra mondiale. Si č occupato anche di storia dei trasporti e ha promosso le ricerche di un gruppo di studiosi riunito attorno a sé. A partire dagli studi sull'aeronautica, ha sviluppato un'analisi originale dell'industria bellica italiana, coniugando storia delle vicende militari e storia economica e della tecnologia, ponendo al centro i rapporti tra committenza pubblica e un mondo dell'industria, continuamente oscillante tra innovazione e sfruttamento delle risorse pubbliche, che progressivamente si afferma quale componente decisiva della classe dirigente. Curami ha in particolare studiato la Grande guerra quale snodo cruciale di questo processo, e il riarmo fascista, quando l'industria č in grado di imporre alle forze armate mezzi spesso obsoleti e inadeguati. Del riarmo fascista e della mancata mobilitazione nel secondo conflitto mondiale egli propone un modello interpretativo nel quale l'analisi tecnica diviene funzionale alla comprensione delle politiche seguite dalle imprese, con un'interpretazione originale dei rapporti tra forze armate, politica e grande industria.
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Varaldo, Riccardo, Daniele Dalli, Riccardo Resciniti, and Annalisa Tunisini. "Marketing e intangibles per la competitivitŕ delle medie imprese italiane." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 2 (December 2010): 207–25. http://dx.doi.org/10.3280/ed2010-002001.

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Abstract:
Il paper analizza il ruolo del marketing soprattutto nelle sue componenti piů intangibili nelle strategie competitive delle medie imprese industriali italiane di successo. In particolare, si individuano le scelte di posizionamento di queste imprese e si esamina attraverso quali politiche di branding, pricing e comunicazione e quali relazioni di canale esse sono realizzate. Finalitŕ ultima del paper č l'identificazione dei modelli di successo nella gestione del marketing e l'analisi dei casi mira ad evidenziare come a) l'eccellenza di marketing segue a un generale recupero di competitivitŕ che si basa sul distacco dai modelli imprenditoriali tradizionali e sull'adesione a un modello d'impresa manageriale che gestisce direttamente il rapporto con i mercati, b) l'eccellenza di marketing esprime di rado una via italiana al marketing in senso stretto, quanto piuttosto una corretta applicazione dei principi del marketing tout court in grado di valorizzare il patrimonio di risorse cui sono applicati. Sul piano metodologico il paper si avvale dell'analisi dei risultati di 29 casi di studio di medie imprese con performance superiori alle medie dei rispettivi settori (alimentari, prodotti per la persona, prodotti per la casa, meccanica leggera, cantieristica). La ricerca č stata promossa dalla Societŕ Italiana di Marketing e ad essa hanno partecipato 29 gruppi di ricerca di 21 atenei diversi.
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Dissertations / Theses on the topic "Componenti meccaniche"

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Pesaresi, Andrea. "Analisi bibliografica sulle proprietà meccaniche, statiche ed a fatica di componenti prodotti mediante Fused Deposition Modeling." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/15684/.

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Abstract:
Fused Deposition Modeling (FDM) è una tecnica di produzione additiva utilizzata per costruire prototipi e prodotti funzionali in materiale termoplasico. Le proprietà dei componenti FDM sono influenzate da molti fattori, come l’angolo di deposizione, lo spessore dello strato, l’orientamento di stampa, lo stile di costruzione. Questo studio, mediante l’ausilio di materiale online e articoli di riviste scientifiche, si prefigge di ricercare come questi parametri possano influenzare le proprietà meccaniche, statiche ed a fatica, di due materiali di comune utilizzo nella stampa 3D, ABS e PEI (noto con il nome commerciale Ultem 9085) e pone particolare attenzione sulle prove di trazione, compressione e test a fatica dei due materiali, ma anche sui meccanismi di rottura.
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Malucelli, Michele. "Analisi ed ottimizzazione delle prestazioni di una Porsche 911 GT3 Cup." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Abstract:
L’attività di tesi consiste nella simulazione concettuale di un’analisi delle prestazioni ottenute da vettura e pilota in una sessione di gara; si è potuto raccogliere i dati necessari personalmente e svolgere le analisi insieme ad un esperto ingegnere di pista durante la stagione sportiva 2019 della Porsche Carrera Cup Italia. Il compito dell’ingegnere non si limita all’analisi dei soli dati di guida del pilota, al fine di dare consigli per un miglioramento della performance, ma è anche quello di analizzare e comprendere tutti i dati vitali della vettura, con lo scopo di prevenire guasti futuri o effettuare regolazioni che migliorino il rendimento della vettura stessa. Dopo un excursus storico introduttivo sulla tradizione del marchio automobilistico tedesco Porsche, coinvolgendo inoltre la competizione nazionale in cui la Porsche 911 GT3 Cup analizzata compete storicamente, si è entrati nello specifico di tutti i componenti principali della vettura come: motore, trasmissione, impianto frenante, sistemi di sicurezza, abitacolo e corpo vettura. Si è quindi proceduto con lo studio della parte software e dei programmi specifici che consentono agli ingegneri lo scarico e l’analisi dei dati raccolti durante le sessioni di utilizzo della macchina. Infine si è passati all’analisi dei dati raccolti durante le due tappe stagionali di gare sul circuito di Monza, sfruttando i grafici elaborati tramite il software Pi Toolbox nel confronto delle performance ottenute da due differenti piloti con la medesima vettura. L’obbiettivo del lavoro svolto è stato analizzare il comportamento della vettura e delle proprie componenti, mettendo in risalto le differenze di guida e la capacità di sfruttare le potenzialità della Porsche 911 Gt3 Cup espresse dai due piloti.
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Laffi, Francesco. "Studio della produzione di componenti meccanici per la vettura Unibo Motorsport." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/6370/.

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Abstract:
Dal 2010 al 2012 ho fatto parte del team UniBo Motorsport, che partecipa alle competizioni di Formula SAE, una categoria di vetture monoposto a ruote scoperte con cilindrata fino a 610cm^3, interamente progettate e costruite da studenti universitari, valutati non solo per le prestazioni dinamiche della vettura ma anche su prove statiche legate agli aspetti progettuali, economici e gestionali. Nel team ho curato i servizi IT e le prove statiche "Presentation Event", una simulazione di business plan per una nuova impresa automotive legata al prototipo, e "Cost & Manufacturing Analysis Event", un'analisi dei costi e della produzione attraverso una distinta base di produzione della vettura. In particolare nel 2012 sono stato responsabile della distinta base, introducendo importanti strumenti ed ottimizzazioni per semplificare la redazione ed ottenere migliori risultati. Nel 2013 ho fornito consulenza ai membri del team che ora seguono il lavoro. A partire da questa esperienza ho deciso di sviluppare la tesi sul tema della gestione della distinta base di produzione, spiegando nel dettaglio i cambiamenti apportati, le motivazioni e i risultati ottenuti. Prendo inoltre in esame alcuni componenti meccanici della vettura, sia per esemplificare la redazione della distinta base, che per alcuni aspetti interessanti di questi componenti: le ruote foniche, per cui sono disponibili molti dettagli sulle fasi di produzione, i rocker delle sospensioni e la corona monoblocco, di cui è stata considerata la produzione da parte di fornitori asiatici oltre che locali con vari preventivi disponibili per il confronto dei diversi mercati.
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Petrini, Tommaso. "Industrializzazione di una famiglia di componenti meccanici secondo i principi dell'industria 4.0." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/10258/.

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Abstract:
Il progetto di tesi tratta l'industrializzazione di una famiglia di componenti meccanici con gli obiettivi di riduzione del lead time e dei costi di produzione ed un miglioramento della qualità costruttiva. Per fare ciò è stato definito un nuovo ciclo di fabbricazione che riunisse tutte le operazioni di asportazione di truciolo in un unico centro di lavoro di fresatura. Sono state definite, progettate e messe in atto tutte le fasi del processo produttivo utilizzando i moderni software CAD-CAM-CNC. Al termine sono stati elaborati i risultati ottenuti svolgendo anche una analisi economica per valutare il risparmio percentuale annuo sul costo di produzione. Infine è stato fatto un confronto fra il vecchio ed il nuovo processo produttivo realizzato secondo i principi dell'Industria 4.0 ed i relativi vantaggi che esso permette di ottenere.
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Pulcini, Andrea. "Verifiche dimensionali e previsione della qualità di componenti meccanici realizzati mediante processo additivo." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/16471/.

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Abstract:
Il presente elaborato di tesi è frutto dell’attività di tirocinio svolta presso l’azienda modenese HPE COXA che opera nel settore dei servizi per l’ingegneria. Più nello specifico, lo svolgimento del tirocinio è avvenuto nel recente centro Metal Additive: centro di ricerca sull’Additive Manufacturing nato nell'ottobre 2017 e tuttora in fase di sviluppo. L’attività è svolta nell'ambito di simulazione del processo di Selective Laser Melting (SLM), tramite software commerciale Msc Simufact.Additive. Lo scopo dell’attività è stato quello di rendere la simulazione il più possibile in linea con il comportamento reale dei pezzi stampati. Di base il software ha una buona previsione dei fenomeni distorsivi, scaturiti principalmente dai forti gradienti termici che si sviluppano durante il processo di SLM, ma la quantità numerica di questi fenomeni deve essere tarata tramite specifici parametri di processo. Proprio sulla taratura di questi parametri di processo è incentrato il lavoro svolto. La simulazione di processo si colloca a monte della stampa, come uno strumento utile alla previsione di eventuali criticità durante la stampa. Queste criticità nella maggior parte dei casi portano all'interruzione del processo di produzione, con conseguente perdita di materiale e tempo, di vitale importanza nel mondo industriale. La principale sfida che si pone davanti agli sviluppatori di software dedicati alla simulazione del processo di SLM è sicuramente il tempo di calcolo, poiché la natura microscopica dei fenomeni in gioco porta ad avere mesh nell'ordine dei decimi di millimetro. Dunque, senza una strategia o semplificazione a monte dell’impostazione del modello la simulazione non è fattibile, nemmeno con le più avanzate risorse hardware.
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Guidi, Lorenzo. "Implementazione di un algoritmo SDF per la determinazione dello spessore di componenti meccanici." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8410/.

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Cipollini, Roberto <1984&gt. "Qualifica a Vibrazioni di Componenti Meccanici: Studio e Verifica di una Procedura di Test Tailoring." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5437/.

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Abstract:
I test di qualifica a vibrazioni vengono usati in fase di progettazione di un componente per verificarne la resistenza meccanica alle sollecitazioni dinamiche (di natura vibratoria) applicate durante la sua vita utile. La durata delle vibrazioni applicate al componente durante la sua vita utile (migliaia di ore) deve essere ridotta al fine di realizzare test fattibili in laboratorio, condotti in genere utilizzando uno shaker elettrodinamico. L’idea è quella di aumentare l’intensità delle vibrazioni riducendone la durata. Esistono diverse procedure di Test Tailoring che tramite un metodo di sintesi definiscono un profilo vibratorio da applicare in laboratorio a partire dalle reali vibrazioni applicate al componente: una delle metodologie più comuni si basa sull’equivalenza del danno a fatica prodotto dalle reali vibrazioni e dalle vibrazioni sintetizzate. Questo approccio è piuttosto diffuso tuttavia all’autore non risulta presente nessun riferimento in letteratura che ne certifichi la validità tramite evidenza sperimentalmente. L’obiettivo dell’attività di ricerca è stato di verificare la validità del metodo tramite una campagna sperimentale condotta su opportuni provini. Il metodo viene inizialmente usato per sintetizzare un profilo vibratorio (random stazionario) avente la stessa durata di un profilo vibratorio non stazionario acquisito in condizioni reali. Il danno a fatica prodotto dalla vibrazione sintetizzata è stato confrontato con quello della vibrazione reale in termini di tempo di rottura dei provini. I risultati mostrano che il danno prodotto dalla vibrazione sintetizzata è sovrastimato, quindi l’equivalenza non è rispettata. Sono stati individuati alcuni punti critici e sono state proposte alcune modifiche al metodo per rendere la teoria più robusta. Il metodo è stato verificato con altri test e i risultati confermano la validità del metodo a condizione che i punti critici individuati siano correttamente analizzati.
Qualification with respect to input vibrations is an important step in the development of a product since it provides fundamental information relative to the product fatigue life. For the sake of test feasibility, environmental vibrations that excite the product during its lifetime (thousand of hours) must be reduced to test profiles suitable for an experimental campaign to be performed in a laboratory (typically by means of an electromechanical shaker). The idea is to increase the amplitude of the input vibrations while decreasing the corresponding duration. Some Test Tailoring procedures exist for the definition of test vibration profiles starting from environmental data properly acquired: one of the most common is based on the equivalence of the fatigue damage caused by both the environmental data and the test profiles. This approach is reasonable and quite widespread: however, in the author’s knowledge, the literature offers no paper dealing with the demonstration of the method reliability based on experimental evidence. In the present thesis, the intense experimental campaign carried out to validate the method (on a proper specimen) is presented. The method is firstly applied to synthesize a test profile (that is random stationary) having the same duration of the non-stationary environmental vibration. The damage potential of the synthesized vibration is then compared to the environmental vibration one, in terms of the specimen time to failure. Results show that the test profile damage potential is highly overestimated and therefore the equivalence is not respected. Some critical issues are pointed out to try to explain and overcome the high error. The method is applied in many other cases and the final results basically confirm the soundness of the method provided that critical issues are properly accounted and compensated for.
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Spada, Alessio. "Modelli termici per componenti elettronici di potenza." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/6331/.

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Abstract:
L'elaborato illustra una serie di modelli termici, che si differenziano principalmente per la loro accuratezza e velocità di calcolo, per essere in grado di scegliere il modello più adatto da utilizzare in relazione all'applicazione prevista e alle esigenze richieste. Per una migliore comprensione del problema, vengono introdotti inizialmente alcuni concetti generali legati alle temperature in gioco nei componenti elettronici di potenza e alla trasmissione del calore, poi si passa alla determinazione della sorgente del calore (ovvero le perdite) in un modulo IGBT. Vengono quindi descritti alcuni modelli che siano in grado di rappresentare il sistema in esame dal punto di vista termico. Infine viene implementato in Simulink uno dei modelli proposti, mettendo così in pratica gran parte dei concetti esposti. Per il calcolo delle perdite, per i modelli e per la simulazione ci si è concentrati su un determinato componente elettronico di potenza per entrare nel cuore di un problema termico. È stato scelto l’IGBT perché è un dispositivo relativamente nuovo, in continuo miglioramento ed è sempre più utilizzato.
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9

Frugieri, Emilio. "Studio ed ottimizzazione di componenti di motori ad alte prestazioni." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/5026/.

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10

Lenzi, Daniele. "Analisi dei difetti in componenti meccanici prodotti in lega leggera mediante il processo di colata sotto pressione." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/15209/.

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Abstract:
L’elaborato si prefigge l’obbiettivo di analizzare i difetti che si possono riscontrare nel realizzare prodotti in alluminio attraverso il processo di colata sotto pressione. In particolare, si studiano i parametri e i fenomeni che rivestono maggiore importanza nel processo, al fine di ottenere un prodotto finale che presenti una limitata difettosità. Infine si studia un caso di difettosità riscontrato in azienda, analizzando i risultati delle simulazioni del processo, le analisi termiche svolte attraverso l'utilizzo di termocamere e si indaga la microstruttura con l'ausilio di un microscopio ottico.
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Conference papers on the topic "Componenti meccaniche"

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Fortunato, Bernardo, Sergio Mario Camporeale, Marco Torresi, Davide De Fazio, and Mauro Giordani. "Experimental Results of a Vertical Axis Wind Turbine." In ASME 2010 10th Biennial Conference on Engineering Systems Design and Analysis. ASMEDC, 2010. http://dx.doi.org/10.1115/esda2010-25251.

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Abstract:
In the present paper the new wind tunnel located in the Fluid-dynamic Laboratory of the Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Gestionale (DIMeG) of the Bari Polytechnic will be shortly described and the first experimental measurements on a vertical axis wind turbine (VAWT) will be shown. The DIMeG wind tunnel has been designed by the research group on wind energy of the Department. It is a subsonic, closed loop, wind tunnel with a transparent test part where small scale models can be analyzed. A four bladed axial fan is driven by an asynchronous three phase electric motor, which is connected to an inverter in order to change the wind speed. Angular blades have been inserted at the two curves between the fan and the test section in order to increase the uniformity of the velocity profile after the two curves. An optimization fluid-dynamic study has been carried out in order to find the best blade profile. A honeycomb has been also inserted upstream the test section in order to destroy the still existing small vorticity generated by the fan and the curves. A three-axis traversing, called Cartesian robot, has been designed and built above the test section, in order to move the hot wire probe, for wind speed measurements, by means of four step by step electric motors controlled by a personal computer. A data acquisition system has been set up. All the principal commands and controls can be performed by a dedicated personal computer, which has been programmed using LabVIEW® G-programming language. The first experimental activity has been performed on a VAWT model, of the Giromill type with parallel blades. The turbine has been connected to an AC brushless servo, able to control the braking torque. Experimental results of the flow field in two horizontal planes have been set up using a two component hot wire probe (Dantec 55R51) calibrated with the manual system Dantec 54H10. The measurement grid adopted is formed by 20 nodes in the Y direction (main flow direction) and 10 nodes in the X direction.
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