Academic literature on the topic 'Conoscenza'

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Journal articles on the topic "Conoscenza"

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Grudina, Valeria, Roberto Burro, and Ugo Savardi. "L'organizzazione cognitiva delle conoscenze: verifica sperimentale di un modello basato sulle mappe concettuali." DiPAV - QUADERNI, no. 26 (March 2010): 51–74. http://dx.doi.org/10.3280/dipa2009-026005.

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Abstract:
L'articolo si colloca all'interno del dibattito sulla definizione della conoscenza: "che cos'č la conoscenza", "come viene acquisita, rappresentata, utilizzata". L'ipotesi principale del presente lavoro coincide con la verifica sperimentale di un modello cognitivo di organizzazione delle conoscenze, secondo un processo di elaborazione di materiale conoscitivo (sul tema della psicologia generale) nella forma di mappa concettuale che si assume generalizzabile ai saperi (in genere).
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Vassallo, Nicla. "Relativismo soggettivista e pragmatismo epistemico." PARADIGMI, no. 3 (December 2011): 135–51. http://dx.doi.org/10.3280/para2011-003010.

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Abstract:
Dopo aver chiarito alcuni punti sul relativismo, anche in relazione al contestualismo, mi concentrerň sulla concezione di veritŕ che scaturisce dal relativismo soggettivista, al fine di comprendere se ci rimangono ancora valori epistemici, un'analisi della conoscenza proposizionale e una conoscenza su cui poter contare. Nel tentativo di rafforzare tale relativismo, impiegherň a suo favore alcune argomentazioni dovute a un recente pragmatismo epistemico, che si riveleranno perň non solo inconsistenti, ma ben intrecciate alle argomentazioni relativiste. Ne concluderň che, contro l'alleanza di relativismo e pragmatismo, rimane il mondo a imporsi a noi e a garantirci credenze capaci di trasformarsi in conoscenze se confidiamo in una veritŕ oggettiva.
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Freda, Maria Francesca. "La salute come bene comune sostenibile." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 3 (October 2021): 19–23. http://dx.doi.org/10.3280/pds2021-003004.

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Abstract:
Negli ultimi decenni abbiamo assistito ad una accelerazione dello sviluppo tecnologico, scientifico e culturale che ha radicalmente trasformato gli scenari della vita sociale, generato importanti opportunità, ma anche introdotto questioni relative alla stessa sostenibilità del pro-cesso. Anche in ambito sanitario, gli sviluppi delle conoscenze scientifiche e tecnologiche han-no portato cambiamenti che non comprendono il solo ambito della medicina, ma implicano questioni etiche, sociali, economiche e, ovviamente, psicologiche. La sostenibilità è una domanda trasversale alla contemporaneità che, per essere affrontata, richiede l'istituzione di un campo di conoscenza transdisciplinare. Alla luce di questo scenario, l'autrice propone il riferimento alla Psicologia della Salute quale vertice fondamentale di un campo di conoscenza transdisciplinare che contribuisca allo sviluppo di un modello della salute come bene comune sostenibile.
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Verrucchi, Paola. "Ma io preferisco il mare." EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 35 (September 2021): 83–91. http://dx.doi.org/10.3280/eds2021-035007.

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Abstract:
Da alcuni secoli il livello di specializzazione della conoscenza impone scelte net-te rispetto alla disciplina per la quale si vogliono acquisire competenze approfondite. Tali scelte implicano la rinuncia ad esplorare discipline diverse, rinuncia che può trasformarsi in un isolamento tanto marcato da generare vero e pro-prio disagio. In questo breve saggio si considera la possibilità di superare l'isolamento specialistico monodisciplinare attraverso l'esercizio di una narrazione delle proprie competenze che sia rispettosa del livello di conoscenza altrui e l'ascolto curioso di chi ha fatto scelte diverse ed acquisito altre competenze. Facendo in particolare riferimento al caso della Meccanica Quantistica, l'autrice suggerisce che il dialogo interdisciplinare che può svilupparsi grazie a questo esercizio possa essere strumento prezioso per apprezzare al meglio l'apertura collettiva verso conoscenze sempre più vaste.
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Biondi, Federica. "Conoscenza tacita e conoscenza esplicitata. Una ricerca cognitivista." Quaderni di Sociologia, no. 46 (April 1, 2008): 149–68. http://dx.doi.org/10.4000/qds.887.

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Mistri, Maurizio. "La conoscenza nei distretti industriali marshalliani e nei clusters tecnologici: percorsi divergenti." ARGOMENTI, no. 36 (January 2013): 59–84. http://dx.doi.org/10.3280/arg2012-036003.

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Abstract:
Nel paper viene compiuta una analisi del ruolo che la conoscenza riveste nei Distretti Industriali Marshalliani (DIM) e nei Clusters Tecnologici (CT). L'analisi viene condotta con riferimento alle basi cognitive dei processi decisionali degli agenti che operano nei DIM e nei CT. Il concetto di conoscenza ha una base strettamente cognitivista e si differenzia dal concetto di informazione. Usualmente la conoscenza viene intesa come base della formazione del capitale umano. Tuttavia il concetto di capitale, nel caso delle competenze umane, è un poco sfocato. La riflessione sulla conoscenza in economia politica può partire dall'idea che i DIM e i CT hanno specifiche forme di conoscenza. La differenza fra conoscenza tacita e conoscenza codificata viene discussa con attenzione alle strutture delle reti produttive e sociali dei DIM e dei CT. La conoscenza nei DIM, che sono strutture auto-organizzate, deriva da competenze già esistenti in loco, mentre nei CT ha una origine esogena.
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Sgarbi, Marco. "Aristotele e il problema della soggettività." Trans/Form/Ação 34, no. 3 (2011): 105–15. http://dx.doi.org/10.1590/s0101-31732011000500009.

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Abstract:
Gli storici della filosofia solitamente attribuiscono ai pensatori moderni l'invenzioni di concetto "soggetto", "oggetto" e "soggettività" e li concepiscono in direttamente in contrasto con la filosofia scolastica e aristotelica. Questo articolo suggerisce la presenza di una proto-teoria della soggettività in Aristotele. La teoria aristotelica della soggettività è fondata principalmente su quattro dottrine. In primo luogo, si può riscontrare nell'epistemologia aristotelica la presenza di una "prospettiva" e di un "punto di vista". Il secondo aspetto significativo è il concetto di determinazione dell'oggetto della conoscenza, che nella filosofia aristotelica è rappresentato dalla nozione di "prosthesis". La terza dottrina si fonda sulla distinzione fra ciò che è più conoscibile per noi (gnorimoteron emin) e ciò che è più conoscibile per natura (gnorimoteron te physei). L'ultima dottrina riguarda la seconda natura del soggetto e gli abiti della conoscenza acquisiti attraverso l'esperienza, i quali spiegano perché i soggetti abbiano conoscenze diverse degli stessi oggetti secondo le loro precedenti esperienze
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8

Bugada, Davide, Paolo Ferrara, Laura Di Prisco, Stefano Terzoni, Roberta Lodini, Giancarlo Celeri Bellotti, Elena Sala, Mauro Parozzi, and Lara Carelli. "Conoscenze ed interesse degli studenti del corso di laurea in infermieristica sul tema della comunicazione aumentativa ed alternativa (C.A.A) studio pre – post." Dissertation Nursing 2, no. 1 (January 30, 2023): 79–85. http://dx.doi.org/10.54103/dn/18976.

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Abstract:
INTRODUZIONE:L’infermiere, già professionista o in fase di formazione, in ogni contesto clinico viene sempre più spesso a contatto con assistiti che presentano deficit di comunicazione, sia temporanei che permanenti. Le persone che presentano Bisogni Comunicativi Complessi (B.C.C.) spesso necessitano dell’adozione di strategie di compensazione, come la Comunicazione Aumentativa Alternativa (C.A.A.). Conoscere la C.A.A. ed i sistemi che essa mette a disposizione già in fase di formazione rappresenta un’importante risorsa per consentire di stabilire e mantenere un’efficace relazione terapeutica. SCOPO:Indagare la conoscenza e la percezione riguardo la Comunicazione Aumentativa ed Alternativa in un campione di studenti del Corso di Laurea in Infermieristica (CLI) valutando l’efficacia di un intervento formativo. METODI:Studio pre-post monocentrico con arruolamento di un campione di studenti di secondo e terzo anno del CLI dell’Università degli Studi di Milano: costruzione e validazione preliminare di un questionario per rilevare le conoscenze e percezioni prima e dopo la partecipazione ad un intervento formativo. RISULTATI:Hanno partecipato 140 studenti; al T0 il 40.0% del campione conosceva la C.A.A., al T1 il 92.14%; successivamente all’intervento formativo le conoscenze del campione sono aumentate in modo statisticamente significativo (p <0.001 per tutte le domande proposte). Il questionario creato ha mostrato buone doti di validità (CVI-S = 0.93). CONCLUSIONI:Pare auspicabile indagare le modalità di utilizzo della C.A.A. anche in diversi contesti clinico-assistenziali, quantificare i professionisti effettivamente formati al suo utilizzo, indagare le conoscenze di studenti di altre professioni sanitarie e non.
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Codini, Anna. "Approcci knowledge-based allo sviluppo di nuovi prodotti nei mercati industriali." MERCATI & COMPETITIVITÀ, no. 1 (March 2010): 141–63. http://dx.doi.org/10.3280/mc2010-001010.

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Abstract:
Il filone di studio dedicato alle cosiddette dynamic capabilities identifica nella capacitÀ dell'organizzazione di far emergere conoscenze acquisite in passato, integrare conoscenze esterne e diffonderle al proprio interno il requisito essenziale dell'impresa che si preoccupa non solo di lanciare nuovi prodotti spot, ma anche di conservare tale abilitÀ nel lungo periodo. Obiettivo del presente lavoro č quello di evidenziare, attraverso lo studio qualitativo di due casi aziendali, eventuali analogie fra prassi e letteratura, specie in merito alla rilevanza dei processi cognitivi nello sviluppo di nuovi prodotti, nonché di individuare gli strumenti specifici piů o meno innovativi impiegati nella realtÀ empirica al fine di favorire l'emersione, l'integrazione, e l'uso della conoscenza.
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10

Pelosi, Silvia. "Design e conoscenza." i+Diseño. Revista Científico-Académica Internacional de Innovación, Investigación y Desarrollo en Diseño 2 (June 6, 2010): 18–22. http://dx.doi.org/10.24310/idiseno.2010.v2i.12693.

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Abstract:
L'obiettivo dell'idea è quello di trattare in profondità la relazione tra design e innovazione. In particolare, la creatività e la conoscenza sono le basi per comprendere ciò che vogliamo dire quando parliamo del concetto di innovazione. Le aziende e i territori non hanno la possibilità di sviluppare innovazione senza creatività e conoscenza. In effetti, il design ha un ruolo di primo piano nell'innovazione a causa della sua natura multidisciplinare e dei suoi strumenti. Il design sarebbe considerato una regia capace di "dialogare" con ogni tipo di competenza coinvolta nei processi di innovazione. Questo è possibile attraverso scambi e confronti continui.
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Dissertations / Theses on the topic "Conoscenza"

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Tognonato, Claudio. "Jean-Paul Sartre : conoscenza e metodologia /." Roma : Pontificia università laternense, 1990. http://catalogue.bnf.fr/ark:/12148/cb35724036n.

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2

BIZZARRI, LAURA. "Il Finanziamento dell'innovazione nell'economia della conoscenza." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2009. http://hdl.handle.net/2108/733.

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Abstract:
Il passaggio da un’economia basata sulla produzione industriale ad una orientata all’informazione e successivamente alla conoscenza ha accresciuto il peso dell’innovazione quale fattore di sviluppo sociale, industriale ed economico e le ha riconosciuto un ruolo determinante nei processi di affermazione dei modelli di sviluppo dei singoli Paesi in scenari sempre più complessi ed integrati. Il paradigma operativo che può agevolare questo processo evolutivo comporta l’individuazione di un approccio capace di mettere a sistema i produttori di tecnologie innovative, i consumatori di tali tecnologie e le risorse disponibili verso settori knowledge based. Nel processo di strutturazione di tale modello di sviluppo il sistema finanziario riveste un ruolo centrale, come lasciano sottintendere numerose evidenze empiriche relative al legame tra il livello di sviluppo del sistema finanziario e la capacità di crescita dell’economia reale. Il presente lavoro intende affrontare il tema del finanziamento all’innovazione, con particolare riferimento alla connessione esistente tra la variabile finanziaria, quale main driver della crescita economica, e l’innovazione stessa, seguendo un approccio olistico attraverso il quale cogliere le numerose sfaccettature di cui si compone un problema tanto complesso. In particolare, l’obiettivo principale del presente lavoro consiste nell’analisi del ruolo della variabile finanziaria nei processi di sviluppo, a partire dalla relazione tra innovazione ed investimenti in ricerca, e nella valutazione dell'efficacia delle diverse fonti di approvvigionamento delle risorse.
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Lovece, Stefania <1976&gt. "E-learning e società della conoscenza." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1618/1/Lovece_Stefania_tesi.pdf.

Full text
Abstract:
La tesi affronta le problematiche relative ai nuovi scenari educativi nella cosiddetta Società della Conoscenza e alle sfide che essa richiede alla didattica nei nuovi “ambienti” formativi. Partendo dall’analisi della definizione della stessa come Società della Conoscenza si cerca di darne una lettura che ne metta in luce gli elementi principali che la caratterizzano aprendo alla riflessione sullo sguardo che essa dà al suo futuro e agli scenari verso i quali si orientano le sue sfide cognitive ed educative. In tale analisi non può mancare una riflessione sul legame tra la società contemporanea e le cosiddette nuove tecnologie (ICT: Information and Comunication Technologies). Le ICT, infatti, in misura sempre maggiore, hanno invaso la società e influenzato l’evoluzione della stessa assumendo un ruolo significativo nella vita quotidiana e nell’affermarsi della società della conoscenza. Il percorso di ricerca prende il via da questi interrogativi per ampliare la riflessione sulle nuove frontiere dell’educazione nella società della conoscenza. Quest’ultima, infatti, così come si caratterizza e come si evolve, identificando la sua priorità non solo nella diffusione dell’informazione, ma anche e soprattutto nella “costruzione” di conoscenza, impone un nuovo modo di pensare e approcciarsi all’educazione e alla formazione. Il longlife learning diventa l’elemento centrale ma non va inteso solo come possibilità date all’individuo adulto di riprendere percorsi formativi lasciati o intraprenderne di nuovi. Quello che cambia è la finalità stessa della formazione: è il concetto dell’apprendimento come potenzialità individuale (empowerment). Non basta avere accesso e acquisire un numero sempre maggiore di informazioni ma occorre sviluppare la capacità di acquisire strategicamente le informazioni per essere capaci di affrontare i continui cambiamenti e costruire nuove forme di sapere condiviso. Sul piano operativo le ICT permettono numerose nuove possibilità per la formazione, sia come strumenti a supporto della didattica, sia come mezzi di trasmissione delle informazioni e costruzione di conoscenza. L’e-learning si afferma con una sua impostazione e una sua metodologia, nonché con i suoi “oggetti” e i suoi “ambienti”. Nella tesi vengono illustrate le principali problematiche da considerare per la costruzione di percorsi formativi in rete (strumenti, contenuti, ruoli, comunicazione, valutazione) per presentare, infine, i materiali prodotti dall’autrice per l’erogazione on line di moduli didattici in due Unità Formative.
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Lovece, Stefania <1976&gt. "E-learning e società della conoscenza." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1618/.

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Abstract:
La tesi affronta le problematiche relative ai nuovi scenari educativi nella cosiddetta Società della Conoscenza e alle sfide che essa richiede alla didattica nei nuovi “ambienti” formativi. Partendo dall’analisi della definizione della stessa come Società della Conoscenza si cerca di darne una lettura che ne metta in luce gli elementi principali che la caratterizzano aprendo alla riflessione sullo sguardo che essa dà al suo futuro e agli scenari verso i quali si orientano le sue sfide cognitive ed educative. In tale analisi non può mancare una riflessione sul legame tra la società contemporanea e le cosiddette nuove tecnologie (ICT: Information and Comunication Technologies). Le ICT, infatti, in misura sempre maggiore, hanno invaso la società e influenzato l’evoluzione della stessa assumendo un ruolo significativo nella vita quotidiana e nell’affermarsi della società della conoscenza. Il percorso di ricerca prende il via da questi interrogativi per ampliare la riflessione sulle nuove frontiere dell’educazione nella società della conoscenza. Quest’ultima, infatti, così come si caratterizza e come si evolve, identificando la sua priorità non solo nella diffusione dell’informazione, ma anche e soprattutto nella “costruzione” di conoscenza, impone un nuovo modo di pensare e approcciarsi all’educazione e alla formazione. Il longlife learning diventa l’elemento centrale ma non va inteso solo come possibilità date all’individuo adulto di riprendere percorsi formativi lasciati o intraprenderne di nuovi. Quello che cambia è la finalità stessa della formazione: è il concetto dell’apprendimento come potenzialità individuale (empowerment). Non basta avere accesso e acquisire un numero sempre maggiore di informazioni ma occorre sviluppare la capacità di acquisire strategicamente le informazioni per essere capaci di affrontare i continui cambiamenti e costruire nuove forme di sapere condiviso. Sul piano operativo le ICT permettono numerose nuove possibilità per la formazione, sia come strumenti a supporto della didattica, sia come mezzi di trasmissione delle informazioni e costruzione di conoscenza. L’e-learning si afferma con una sua impostazione e una sua metodologia, nonché con i suoi “oggetti” e i suoi “ambienti”. Nella tesi vengono illustrate le principali problematiche da considerare per la costruzione di percorsi formativi in rete (strumenti, contenuti, ruoli, comunicazione, valutazione) per presentare, infine, i materiali prodotti dall’autrice per l’erogazione on line di moduli didattici in due Unità Formative.
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Martini, Francesco <1971&gt. ""Tracciature Digitali": la conoscenza nell'era informazionale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4311/1/Martini_Francesco_tesi.pdf.

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Abstract:
La specificità dell'acquisizione di contenuti attraverso le interfacce digitali condanna l'agente epistemico a un'interazione frammentata, insufficiente da un punto di vista computazionale, mnemonico e temporale, rispetto alla mole informazionale oggi accessibile attraverso una qualunque implementazione della relazione uomo-computer, e invalida l'applicabilità del modello standard di conoscenza, come credenza vera e giustificata, sconfessando il concetto di credenza razionalmente fondata, per formare la quale, sarebbe invece richiesto all'agente di poter disporre appunto di risorse concettuali, computazionali e temporali inaccessibili. La conseguenza è che l'agente, vincolato dalle limitazioni ontologiche tipiche dell'interazione con le interfacce culturali, si vede costretto a ripiegare su processi ambigui, arbitrari e spesso più casuali di quanto creda, di selezione e gestione delle informazioni che danno origine a veri e propri ibridi (alla Latour) epistemologici, fatti di sensazioni e output di programmi, credenze non fondate e bit di testimonianze indirette e di tutta una serie di relazioni umano-digitali che danno adito a rifuggire in una dimensione trascendente che trova nel sacro il suo più immediato ambito di attuazione. Tutto ciò premesso, il presente lavoro si occupa di costruire un nuovo paradigma epistemologico di conoscenza proposizionale ottenibile attraverso un'interfaccia digitale di acquisizione di contenuti, fondato sul nuovo concetto di Tracciatura Digitale, definito come un un processo di acquisizione digitale di un insieme di tracce, ossia meta-informazioni di natura testimoniale. Tale dispositivo, una volta riconosciuto come un processo di comunicazione di contenuti, si baserà sulla ricerca e selezione di meta-informazioni, cioè tracce, che consentiranno l'implementazione di approcci derivati dall'analisi decisionale in condizioni di razionalità limitata, approcci che, oltre ad essere quasi mai utilizzati in tale ambito, sono ontologicamente predisposti per una gestione dell'incertezza quale quella riscontrabile nell'istanziazione dell'ibrido informazionale e che, in determinate condizioni, potranno garantire l'agente sulla bontà epistemica del contenuto acquisito.
The specificity of the acquisition of content through digital interfaces condemns the epistemic agent to a fragmented interaction, with respect to the huge informational bulk today available through any standard implementation of the man-computer relationship, and invalidates the applicability of the standard model of knowledge as justified true belief, by repudiating the concept of rationally founded belief, to form which would instead require the agent to be able to have precisely the conceptual resources and computational time inaccessible. Thereby the agent, bound by the ontological limitations belong to cultural interfaces, is forced to fall back on ambiguous, arbitrary and often more casual than he takes into account, selection and management information process that produce real epistemological hybrids (by Latour) made of feelings, program outputs, unfounded beliefs, bits of indirect testimonies and of a series of human-digital relationships that give rise to escape in a transcendent dimension belonging to anthropological area of the sacred. Starting from this analysis the work deals with constructing a new epistemological paradigm of propositional knowledge obtained through a digital content acquisition, based on the new concept of Digital Tracings, defined as a process of digital capture of a set of tracks , ie meta-information of a testimonial kind. This device, once recognized as a communication process of digital contents, will be based on the research and selection of meta-information, ie tracks, which allow the implementation of approaches derived from analysis of decision-making under bounded rationality, which approaches, as well to be almost never used in this context, are ontologically prepared for dealing with uncertainty such as that came into the informational hybrid and that can provide the agent on the epistemic goodness of acquired content.
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Martini, Francesco <1971&gt. ""Tracciature Digitali": la conoscenza nell'era informazionale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4311/.

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Abstract:
La specificità dell'acquisizione di contenuti attraverso le interfacce digitali condanna l'agente epistemico a un'interazione frammentata, insufficiente da un punto di vista computazionale, mnemonico e temporale, rispetto alla mole informazionale oggi accessibile attraverso una qualunque implementazione della relazione uomo-computer, e invalida l'applicabilità del modello standard di conoscenza, come credenza vera e giustificata, sconfessando il concetto di credenza razionalmente fondata, per formare la quale, sarebbe invece richiesto all'agente di poter disporre appunto di risorse concettuali, computazionali e temporali inaccessibili. La conseguenza è che l'agente, vincolato dalle limitazioni ontologiche tipiche dell'interazione con le interfacce culturali, si vede costretto a ripiegare su processi ambigui, arbitrari e spesso più casuali di quanto creda, di selezione e gestione delle informazioni che danno origine a veri e propri ibridi (alla Latour) epistemologici, fatti di sensazioni e output di programmi, credenze non fondate e bit di testimonianze indirette e di tutta una serie di relazioni umano-digitali che danno adito a rifuggire in una dimensione trascendente che trova nel sacro il suo più immediato ambito di attuazione. Tutto ciò premesso, il presente lavoro si occupa di costruire un nuovo paradigma epistemologico di conoscenza proposizionale ottenibile attraverso un'interfaccia digitale di acquisizione di contenuti, fondato sul nuovo concetto di Tracciatura Digitale, definito come un un processo di acquisizione digitale di un insieme di tracce, ossia meta-informazioni di natura testimoniale. Tale dispositivo, una volta riconosciuto come un processo di comunicazione di contenuti, si baserà sulla ricerca e selezione di meta-informazioni, cioè tracce, che consentiranno l'implementazione di approcci derivati dall'analisi decisionale in condizioni di razionalità limitata, approcci che, oltre ad essere quasi mai utilizzati in tale ambito, sono ontologicamente predisposti per una gestione dell'incertezza quale quella riscontrabile nell'istanziazione dell'ibrido informazionale e che, in determinate condizioni, potranno garantire l'agente sulla bontà epistemica del contenuto acquisito.
The specificity of the acquisition of content through digital interfaces condemns the epistemic agent to a fragmented interaction, with respect to the huge informational bulk today available through any standard implementation of the man-computer relationship, and invalidates the applicability of the standard model of knowledge as justified true belief, by repudiating the concept of rationally founded belief, to form which would instead require the agent to be able to have precisely the conceptual resources and computational time inaccessible. Thereby the agent, bound by the ontological limitations belong to cultural interfaces, is forced to fall back on ambiguous, arbitrary and often more casual than he takes into account, selection and management information process that produce real epistemological hybrids (by Latour) made of feelings, program outputs, unfounded beliefs, bits of indirect testimonies and of a series of human-digital relationships that give rise to escape in a transcendent dimension belonging to anthropological area of the sacred. Starting from this analysis the work deals with constructing a new epistemological paradigm of propositional knowledge obtained through a digital content acquisition, based on the new concept of Digital Tracings, defined as a process of digital capture of a set of tracks , ie meta-information of a testimonial kind. This device, once recognized as a communication process of digital contents, will be based on the research and selection of meta-information, ie tracks, which allow the implementation of approaches derived from analysis of decision-making under bounded rationality, which approaches, as well to be almost never used in this context, are ontologically prepared for dealing with uncertainty such as that came into the informational hybrid and that can provide the agent on the epistemic goodness of acquired content.
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BRANCACCIO, ANDREA. "Modellazione della conoscenza procedurale umana: sviluppo e applicazione nel campo della teoria dello spazio di conoscenza procedurale." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2022. http://hdl.handle.net/11577/3454549.

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Abstract:
Le ricerche presentate in questa tesi raccolgono risultati pratici e teorici sviluppati nel ambito della Procoedura knowledge space theory (PKST). La PKST nasce dall'unione della teoria degli spazi problema con la teoria degli spazi di conoscenza (KST). La prima è una teoria sul problem solving umano, secondo la quale il comportamento di risoluzione di un problema avviene in uno spazio problema. La seconda, è una teoria matematica il cui obbietivo iniziale era lo sviluppo di una macchina efficiente per la valutazione della conoscenza. Oggi la KST è il quadro teorico per numerosi sistemi di valutazione e apprendimento adattivo e computerizzato. La nozione chiave nella KST è quella di struttura di cononscenza. La quale è un modello dell’ogranizzaione della conoscenza in un determianto dominio. Nella PKST la struttura di conoscenza viene generata partando dallo spazio problema. Una peculiartà di questo approaccio è che i problemi nella struttura di conoscenza sono risolti tramite delle sequenze di mosse (parzialmente) osservabili nello spazio problema. I metodi di validazione empirica delle strutture di conoscenza e di valutazione adattiva della conoscenza esistenti in KST non sono in grado di utilizzare l’informazione contenuta i queste sequenze si mosse, ma si limitano alle risposte di tipo dicotomico (i.e., corretto/errato). L’obbiettivo generale delle prime due ricerche è quello di presentare dei modelli che utilizzino l’informazione contenuta nelle sequenze di mosse osservate. Questo è stato fatto tramite lo sviluppo di un quadro probabilistico, chiamato Markov solution process model (MSPM), che considera lo spazio problema assiame alle struttura di conoscenza. L’MSPM è stato utlizzato come modello di validazione empirica di una struttura di conoscenza e come base per una procedura adattiva e computerizzata di valutazione della conoscenza. Le altre due ricerche hanno come obbiettivo quello di studiare come specificare lo spazio problema. Lo stesso compito, infatti, puo essere rappresentato da diversi spazi problema. Tuttavia, queste rappresentazioni dovrebbero essere coerenti tra loro. La prima ricerca copre gli aspetti teorici di quali caratteristiche devono essere mantenute tra rappresentazioni alternative per essere coerenti. La seconda presenta un'applicazione sulla possibile interpretazione di questa rappresentazione a livello psicologico
The studies presented in this dissertation include practical and theoretical results developed in the context of procedural knowledge space theory (PKST). PKST was developed from the link between the problem spaces theory and the knowledge spaces theory (KST). The former is a theory of human problem solving, according to the problem-solving behavior occurs in a problem space. The latter is a mathematical theory whose initial goal was the development of an efficient machine for the assessment of knowledge. Today, KST is the theoretical framework for numerous adaptive and computer-based assessment and learning systems. The fundamental notion in KST is the knowledge structure. The knowledge structure is a model for the organization of knowledge in a given domain. In PKST, the knowledge structure is derived from the problem space. A peculiarity of this approach is that the problems in the knowledge structure are solved by (partially) observable sequences of moves in the problem space. Unfortunately, the existing methods of empirical validation of knowledge structures and adaptive assessment of knowledge in KST cannot use the information contained in these sequences of moves but are limited to dichotomous responses (i.e., correct/wrong). The general aim of the first two studies is to present models that use the information contained in the observed sequences of moves. With this aim, a probabilistic framework called the Markov solution process model (MSPM), which considers the problem space and knowledge structures, was developed. The MSPM was used as a model for the empirical validation of knowledge structure and as the foundation for an adaptive, computer-based knowledge assessment procedure. The last two studies aimed to investigate how to specify a problem space. In fact, different problem spaces can represent the same task. However, those representations should be consistent to one another. The first study covers the theoretical aspects of which characteristics must be maintained among alternative representations to be consistent. The second presents an application about the possible interpretation of this representation at a psychological level.
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Lelli, Giovanni. "Basi di conoscenza collaborative: il progetto Wikidata." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016.

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Abstract:
Il lavoro svolto è motivato dall'esigenza di utilizzare strumenti per la gestione di grandi quantità di dati, disponibili in seguito alla diffusione del Web. Si sono analizzate le basi di conoscenza, definendone le caratteristiche comuni e presentando poi un confronto fra alcune delle più significative. Infine si è analizzato più dettagliatamente il progetto Wikidata.
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Baldacci, Lorenzo <1976&gt. "Estrazione e rappresentazione della conoscenza nella bioinformatica." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/139/1/Tesi_baldacci.pdf.

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10

Baldacci, Lorenzo <1976&gt. "Estrazione e rappresentazione della conoscenza nella bioinformatica." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/139/.

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Books on the topic "Conoscenza"

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Grecchi, Luca. Conoscenza della felicità. Pistoia: Petite plaisance, 2005.

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2

Mason, Lucia. Curricolo cognizione conoscenza. Bologna: CLUEB, 1989.

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3

Preti, Giulio. Scetticismo e conoscenza. Catania: C.U.E.C.M., 1993.

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Vassallo, Nicla. Teoria della conoscenza. Roma: Editori Laterza, 2003.

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5

Sini, Carlo. Idoli della conoscenza. Milano: R. Cortina, 2000.

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6

Lanfredini, Roberta. Filosofia della conoscenza. Firenze: Le Monnier università, 2007.

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7

Mangone, Emiliana. Persona, conoscenza, società. Milano, Italy: FrancoAngeli, 2012.

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8

Zavanone, Guido. L'albero della conoscenza. Torino: Genesi, 2004.

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9

Tassoni, Luigi. Finzione e conoscenza. Bergamo: P. Lubrina, 1989.

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10

Luhmann, Niklas. Conoscenza come costruzione. Roma: Armando, 2008.

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More sources

Book chapters on the topic "Conoscenza"

1

Venturi, Daniele. "Conoscenza nulla." In UNITEXT, 349–88. Milano: Springer Milan, 2012. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-2481-6_13.

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2

Schiffer, Davide. "La percezione e la conoscenza." In Attraverso il microscopio, 51–55. Milano: Springer Milan, 2011. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1893-8_7.

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3

Rodolfi, Anna. "Divinazione e conoscenza del futuro tra antichità e medioevo." In Textes et Etudes du Moyen Âge, 207–32. Turnhout: Brepols Publishers, 2011. http://dx.doi.org/10.1484/m.tema-eb.4.000225.

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4

Cavenago, Dario, and Mario Mezzanzanica. "Il ruolo della conoscenza, dell’informazione e dell’ICT nei servizi." In Scienza dei servizi, 101–46. Milano: Springer Milan, 2010. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1364-3_3.

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5

Verzegnassi, Claudio. "La luce della Conoscenza: da Prometeo al bosone di Higgs." In Il senso ritrovato, 11–22. Milano: Springer Milan, 2013. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-2832-6_2.

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6

Catalani, Luigi. "Modelli di conoscenza tra Gilberto di Poitiers e Alano di Lille." In Rencontres de Philosophie Médiévale, 217–45. Turnhout: Brepols Publishers, 2005. http://dx.doi.org/10.1484/m.rpm-eb.3.1097.

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7

Spinosa, Giacinta. "Neologismi aristotelici e neoplatonici nelle teorie medievali della conoscenza: alteratio, alteritas, sensitivus, scientificus, cognoscitivus." In Textes et Etudes du Moyen Âge, 181–220. Turnhout: Brepols Publishers, 1997. http://dx.doi.org/10.1484/m.tema-eb.4.00571.

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8

Giordano, Carmela. "Il sapere geografico e lʼimmagine del mondo nel Medioevo tedesco fra fede e conoscenza." In Textes et Etudes du Moyen Âge, 119–39. Turnhout: Brepols Publishers, 2018. http://dx.doi.org/10.1484/m.tema-eb.4.2018009.

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9

Pappalardo, Marta. "Il contributo delle Scienze della Terra alla conoscenza dei cambiamenti climatico-ambientali su scala globale." In Effetti, potenzialità e limiti della globalizzazione, 161–73. Milano: Springer Milan, 2007. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-0609-6_11.

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10

Cipparrone, Anna. "“Un Convivio Che Offre a Chi Ha Desiderio Di Conoscenza Una Difficile Vivanda” (Dante, Convivio)." In Communications in Computer and Information Science, 317–39. Cham: Springer International Publishing, 2022. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-031-20302-2_24.

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Conference papers on the topic "Conoscenza"

1

Pernarella, R. "I legni trattati termicamente: conoscenza, valorizzazione e problematiche." In Terzo Congresso Nazionale di Selvicoltura. Accademia Italiana di Scienze Forestali, 2009. http://dx.doi.org/10.4129/cns2008.222.

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2

Gattuso, Caterina, Marco Castriota, Philomène Gattuso, and Francesca Saggio. "Memoria e conoscenza. Il castello di Belmonte in Calabria." In FORTMED2020 - Defensive Architecture of the Mediterranean. Valencia: Universitat Politàcnica de València, 2020. http://dx.doi.org/10.4995/fortmed2020.2020.11486.

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Abstract:
Memory and knowledge. The castle of Belmonte in CalabriaA small A small village located in Italy on the Calabrian Tyrrhenian coast, Belmonte Calabro has its historic center with a typical medieval urban structure that has remained almost unchanged over the centuries and is characterized by the presence of the ruins of a castle and its surrounding environments whose. The planimetry succeeds to be identified because it is bordered by a wall, only partially preserved, pronounced by towers and marked by a road that, in its main points still existing, follows its development. The castle, built on the hill’s top of a tuff nature, in an elevated position respect to the urban core, had a plan with a roughly quadrangular shape with four imposing square towers. Of particular note is its curtain wall that originally had four doors, which opened in correspondence at the four cardinal points. In addition to having suffered several collapses in many parts of its structure due to the various earthquakes that occurred over time, as well as various looting and the siege by the French artillery dating back to the early 1800s, the castle is currently subjected to degrading actions due to the attack of biological type, which manifests itself with a widespread presence of patinas, as well as those due to a thick weed vegetation that affects many of the surfaces of its structure. The study aims to provide a useful contribution to reconstructing the profile of the original structure of the ancient castle. To obtain, therefore, more information about it, a specific survey plan was developed to characterize its constituent materials and also its state of preservation. To this end, in correspondence of structural parts still intact, samples were collected that were analyzed and characterized in the laboratory by Raman Spectroscopy.
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3

Scardozzi, Giuseppe. "Carte archeologiche nella Provincia di Viterbo: tra conoscenza e conservazione." In Landscape Archaeology Conference. VU E-Publishing, 2016. http://dx.doi.org/10.5463/lac.2014.54.

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4

Bianchi, Massimo, L. Di Cosmo, C. Gagliano, and P. Gasparini. "Contributo dell'inventario forestale nazionale alla conoscenza degli aspetti selvicolturali dei boschi italiani." In Terzo Congresso Nazionale di Selvicoltura. Accademia Italiana di Scienze Forestali, 2009. http://dx.doi.org/10.4129/cns2008.105.

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5

Ragosta, Annamaria, and Bianca Gioia Marino. "Close to the volcan. Knowledge, conservation and enhancement of a Vesuvian vernacular heritage." In HERITAGE2022 International Conference on Vernacular Heritage: Culture, People and Sustainability. Valencia: Universitat Politècnica de València, 2022. http://dx.doi.org/10.4995/heritage2022.2022.15377.

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Abstract:
Nell'area circostante le pendici del vulcano è individuabile un reticolo storico di architettura rurale creato dalla nota fertilità del suolo vesuviano. Il terreno, ricco di minerali per la natura piroclastica del sito, ha favorito fin dall'epoca romana la costruzione di strutture agricole, più o meno concentrate in aree dove la natura impervia del suolo consentiva un proficuo insediamento per la coltivazione. La rete di tali esempi di architettura vernacolare, situata entro i confini del Parco Nazionale del Vesuvio, è ancora oggi visibile, seppur frammentata e in stato di abbandono. Una ricerca in corso ha permesso di effettuare una prima rigorosa indagine. Tali edifici sono espressione di criteri distributivi coerenti con la loro funzione e rappresentano lo stretto rapporto tra tipologia insediativa e territorio. Questa particolarità si riflette fortemente nelle tecniche costruttive e rappresenta anche la testimonianza materiale di un particolare savoir-faire edilizio tramandato nei secoli. Vengono utilizzati materiali prelevati dal sito (es. lave, schiuma lavica, lapilli, pomice, ecc.) e sebbene non vi sia un'esatta estrazione della pietra, esiste la tecnica 'a cantieri' con una malta forte come legante. La tipologia è diversificata: dal piccolo presidio all'edificio disposto su due livelli, talvolta turriti, a seconda dell'impegno produttivo e colturale. A differenza delle masserie tradizionali poste più a valle, già oggetto di una notevole storiografia, questi casi di architettura rurale posti più a monte non sono mai stati oggetto di indagine sistematica. Il contributo si propone di mettere a fuoco questo patrimonio quasi inedito e di illustrare una metodologia di conoscenza integrata legata alle peculiarità del sito vulcanico. La conservazione di queste architetture vernacolari, infatti, gioca un ruolo centrale nella lettura e comprensione dei valori multidimensionali del paesaggio culturale Vesuvio-Baia di Napoli. Il contributo si propone di mettere a fuoco questo patrimonio quasi inedito e di illustrare una metodologia di conoscenza integrata legata alle peculiarità del sito vulcanico. La conservazione di queste architetture vernacolari, infatti, gioca un ruolo centrale nella lettura e comprensione dei valori multidimensionali del paesaggio culturale Vesuvio-Baia di Napoli. Il contributo si propone di mettere a fuoco questo patrimonio quasi inedito e di illustrare una metodologia di conoscenza integrata legata alle peculiarità del sito vulcanico. La conservazione di queste architetture vernacolari, infatti, gioca un ruolo centrale nella lettura e comprensione dei valori multidimensionali del paesaggio culturale Vesuvio-Baia di Napoli.
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6

Spina, S., M. Agrumi, A. Bistoni, C. Radocchia, and M. Romagnoli. "Contributo alla conoscenza della cipollatura nel legno di castagno in alcuni siti del Lazio." In Terzo Congresso Nazionale di Selvicoltura. Accademia Italiana di Scienze Forestali, 2009. http://dx.doi.org/10.4129/cns2008.224.

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7

Gattuso, Caterina, Anna M. Palermo, Irene Barba Castagnaro, and Francesca M. Ruberto. "Conoscenza e analisi dei materiali per la conservazione del castello di Maida in Calabria (Italia)." In FORTMED2020 - Defensive Architecture of the Mediterranean. Valencia: Universitat Politàcnica de València, 2020. http://dx.doi.org/10.4995/fortmed2020.2020.11437.

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Abstract:
Knowledge and material analysis for conservation actions related to the Maida castle in Calabria (Italy)The Maida castle is located in a hill site in historical center of the Maida City, facing two sea gulfs: Squillace gulf on the east side and Sant’Eufemia gulf on the west side. The position is strategic moreover because the castle is located in the center of Calabria between the Tyrrhenian and the Ionian Seas. Hidden in an inner area, the castle was erected on a rock which has a wide perspective view, giving the ability to control a stretch of territory between the two coasts and allowing to make an easier defense. Although today the fortress appears mainly as a ruin, it is still possible to distinguish one of the quadrangular towers as used as district prison, some inaccessible underground spaces and part of the walls. The state of degradation is evident, caused by the time action and, unfortunately, by inadequate maintenance activity. Most of the external surfaces have evident signs of deterioration, caused by bad weather conditions, but above all by weed vegetation. To better understand the role of the factors as biological aggression, a study has been carried out focusing on most common and widespread biological degradation present on the external surfaces of the castle. Samples of biological materials were taken and examined in the laboratory in order to acquire useful information about the state of the monument. This knowledge is necessary because it provides a first picture of the main causes of degradation of the castle and useful information for developing more aware and respectful restorations of its identity.
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8

Ponzetta, Alessandra. "Il castello di Tutino (Le): una lettura storico-architettonica per la conoscenza del patrimonio pugliese." In FORTMED2020 - Defensive Architecture of the Mediterranean. Valencia: Universitat Politàcnica de València, 2020. http://dx.doi.org/10.4995/fortmed2020.2020.11517.

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Abstract:
The castle of Tutino (Le): a case study on knowledge of the Apulian heritageThis study aims to investigate the relationship between a castle located in the Apulian region (Southeastern Italy) and its historical and territorial background. The subject of the research deals with a multi-layered monumental complex located in the lower Salento, in the territory of the town of Tricase, which includes five castles. This currently presents itself as an irregularly shaped fence marked by five towers, whose original structure dates back to at least the fifteenth century. In particular, on one side of the castle a baronial palace was built by the Trani family in the eighties of the sixteenth century. As far as it concerns the history of the entire complex it should be noticed that it has undergone various enlargements and modifications due to changes of its property and use. This process is both documented at the archival-bibliographic level, and experienced by the analysis of the masonry stratigraphy, thanks to which it has been possible to identify the various stages of the historical-constructive development of the castle. In conclusion, the analysis carried out intends to clarify how the historical dynamics occurred in the region of Apulia influenced the final stage of the castle of Tutino; to this end it will be considered the evolution of constructive techniques and perspectives belonging to the local tradition, in order to demonstrate the impact on the features of this castle.
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Gron, Silvia, and Eleni Gkrimpa. "Le città nelle fortificazioni: le isole ioniche in Grecia. Conoscenza e valorizzazione di un patrimonio." In FORTMED2020 - Defensive Architecture of the Mediterranean. Valencia: Universitat Politàcnica de València, 2020. http://dx.doi.org/10.4995/fortmed2020.2020.11533.

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Abstract:
The cities in the fortifications: the Ionian islands in Greece. Knowledge and enhancement of a heritage Residing in the Mediterranean Sea, Ionian islands signify the passage from the west to the east. A constantly sought-after region due to the trade routes, was for a long time garrisoned and under the authority of the Venetian Republic (fourteenth-eighteenth centuries) that hindered with its fleet the Turkish invasions. The bigger islands that constitute the cluster of the Eptanisa: Corfu, Lefkada or Santa Maura, Ithaka, Kefalonia, Kythira, Zakinthos and more, that had strategic positions with respect to the usual routes, had since the middle ages fortifications like walls, towers and castles, that over the time were expanded and restructured by the Venetians in order to defend those islands from the enemy attacks. The rich iconographic historic material, considering the Ionian Islands, allows to document the characteristics of those wide spread defensive structures and to identify each strong part of this big and unique fortification cluster. It has to be noted that every one of those structures gives us clues about the urban history of the city it resides since they were part of the urban landscape revealing this way the urban layout. The compelling story of the architectural consistency of those fortresses, as it is described in the historic documents, cannot be always verified. Many of those structures are nowadays completely destroyed and only a few remains are left. There are many ways to organize a project for saving those structures and in particular one that will be related with the cultural tourism.
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Napolitano, Miriam. "Contributo alla conoscenza di Nora in età tardo-antica: il contesto ceramico dell’ambiente Ipogeo o ‘Vano G’." In 31st Congress of the Rei Cretariae Romanae Fautores, Cluj-Napoca, Romania. Archaeopress Archaeology, 2020. http://dx.doi.org/10.32028/9781789697483-24.

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