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Journal articles on the topic 'Conoscenza'

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1

Grudina, Valeria, Roberto Burro, and Ugo Savardi. "L'organizzazione cognitiva delle conoscenze: verifica sperimentale di un modello basato sulle mappe concettuali." DiPAV - QUADERNI, no. 26 (March 2010): 51–74. http://dx.doi.org/10.3280/dipa2009-026005.

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Abstract:
L'articolo si colloca all'interno del dibattito sulla definizione della conoscenza: "che cos'č la conoscenza", "come viene acquisita, rappresentata, utilizzata". L'ipotesi principale del presente lavoro coincide con la verifica sperimentale di un modello cognitivo di organizzazione delle conoscenze, secondo un processo di elaborazione di materiale conoscitivo (sul tema della psicologia generale) nella forma di mappa concettuale che si assume generalizzabile ai saperi (in genere).
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Vassallo, Nicla. "Relativismo soggettivista e pragmatismo epistemico." PARADIGMI, no. 3 (December 2011): 135–51. http://dx.doi.org/10.3280/para2011-003010.

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Abstract:
Dopo aver chiarito alcuni punti sul relativismo, anche in relazione al contestualismo, mi concentrerň sulla concezione di veritŕ che scaturisce dal relativismo soggettivista, al fine di comprendere se ci rimangono ancora valori epistemici, un'analisi della conoscenza proposizionale e una conoscenza su cui poter contare. Nel tentativo di rafforzare tale relativismo, impiegherň a suo favore alcune argomentazioni dovute a un recente pragmatismo epistemico, che si riveleranno perň non solo inconsistenti, ma ben intrecciate alle argomentazioni relativiste. Ne concluderň che, contro l'alleanza di relativismo e pragmatismo, rimane il mondo a imporsi a noi e a garantirci credenze capaci di trasformarsi in conoscenze se confidiamo in una veritŕ oggettiva.
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3

Freda, Maria Francesca. "La salute come bene comune sostenibile." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 3 (October 2021): 19–23. http://dx.doi.org/10.3280/pds2021-003004.

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Abstract:
Negli ultimi decenni abbiamo assistito ad una accelerazione dello sviluppo tecnologico, scientifico e culturale che ha radicalmente trasformato gli scenari della vita sociale, generato importanti opportunità, ma anche introdotto questioni relative alla stessa sostenibilità del pro-cesso. Anche in ambito sanitario, gli sviluppi delle conoscenze scientifiche e tecnologiche han-no portato cambiamenti che non comprendono il solo ambito della medicina, ma implicano questioni etiche, sociali, economiche e, ovviamente, psicologiche. La sostenibilità è una domanda trasversale alla contemporaneità che, per essere affrontata, richiede l'istituzione di un campo di conoscenza transdisciplinare. Alla luce di questo scenario, l'autrice propone il riferimento alla Psicologia della Salute quale vertice fondamentale di un campo di conoscenza transdisciplinare che contribuisca allo sviluppo di un modello della salute come bene comune sostenibile.
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Verrucchi, Paola. "Ma io preferisco il mare." EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 35 (September 2021): 83–91. http://dx.doi.org/10.3280/eds2021-035007.

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Abstract:
Da alcuni secoli il livello di specializzazione della conoscenza impone scelte net-te rispetto alla disciplina per la quale si vogliono acquisire competenze approfondite. Tali scelte implicano la rinuncia ad esplorare discipline diverse, rinuncia che può trasformarsi in un isolamento tanto marcato da generare vero e pro-prio disagio. In questo breve saggio si considera la possibilità di superare l'isolamento specialistico monodisciplinare attraverso l'esercizio di una narrazione delle proprie competenze che sia rispettosa del livello di conoscenza altrui e l'ascolto curioso di chi ha fatto scelte diverse ed acquisito altre competenze. Facendo in particolare riferimento al caso della Meccanica Quantistica, l'autrice suggerisce che il dialogo interdisciplinare che può svilupparsi grazie a questo esercizio possa essere strumento prezioso per apprezzare al meglio l'apertura collettiva verso conoscenze sempre più vaste.
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5

Biondi, Federica. "Conoscenza tacita e conoscenza esplicitata. Una ricerca cognitivista." Quaderni di Sociologia, no. 46 (April 1, 2008): 149–68. http://dx.doi.org/10.4000/qds.887.

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6

Mistri, Maurizio. "La conoscenza nei distretti industriali marshalliani e nei clusters tecnologici: percorsi divergenti." ARGOMENTI, no. 36 (January 2013): 59–84. http://dx.doi.org/10.3280/arg2012-036003.

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Abstract:
Nel paper viene compiuta una analisi del ruolo che la conoscenza riveste nei Distretti Industriali Marshalliani (DIM) e nei Clusters Tecnologici (CT). L'analisi viene condotta con riferimento alle basi cognitive dei processi decisionali degli agenti che operano nei DIM e nei CT. Il concetto di conoscenza ha una base strettamente cognitivista e si differenzia dal concetto di informazione. Usualmente la conoscenza viene intesa come base della formazione del capitale umano. Tuttavia il concetto di capitale, nel caso delle competenze umane, è un poco sfocato. La riflessione sulla conoscenza in economia politica può partire dall'idea che i DIM e i CT hanno specifiche forme di conoscenza. La differenza fra conoscenza tacita e conoscenza codificata viene discussa con attenzione alle strutture delle reti produttive e sociali dei DIM e dei CT. La conoscenza nei DIM, che sono strutture auto-organizzate, deriva da competenze già esistenti in loco, mentre nei CT ha una origine esogena.
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Sgarbi, Marco. "Aristotele e il problema della soggettività." Trans/Form/Ação 34, no. 3 (2011): 105–15. http://dx.doi.org/10.1590/s0101-31732011000500009.

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Abstract:
Gli storici della filosofia solitamente attribuiscono ai pensatori moderni l'invenzioni di concetto "soggetto", "oggetto" e "soggettività" e li concepiscono in direttamente in contrasto con la filosofia scolastica e aristotelica. Questo articolo suggerisce la presenza di una proto-teoria della soggettività in Aristotele. La teoria aristotelica della soggettività è fondata principalmente su quattro dottrine. In primo luogo, si può riscontrare nell'epistemologia aristotelica la presenza di una "prospettiva" e di un "punto di vista". Il secondo aspetto significativo è il concetto di determinazione dell'oggetto della conoscenza, che nella filosofia aristotelica è rappresentato dalla nozione di "prosthesis". La terza dottrina si fonda sulla distinzione fra ciò che è più conoscibile per noi (gnorimoteron emin) e ciò che è più conoscibile per natura (gnorimoteron te physei). L'ultima dottrina riguarda la seconda natura del soggetto e gli abiti della conoscenza acquisiti attraverso l'esperienza, i quali spiegano perché i soggetti abbiano conoscenze diverse degli stessi oggetti secondo le loro precedenti esperienze
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Bugada, Davide, Paolo Ferrara, Laura Di Prisco, Stefano Terzoni, Roberta Lodini, Giancarlo Celeri Bellotti, Elena Sala, Mauro Parozzi, and Lara Carelli. "Conoscenze ed interesse degli studenti del corso di laurea in infermieristica sul tema della comunicazione aumentativa ed alternativa (C.A.A) studio pre – post." Dissertation Nursing 2, no. 1 (January 30, 2023): 79–85. http://dx.doi.org/10.54103/dn/18976.

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Abstract:
INTRODUZIONE:L’infermiere, già professionista o in fase di formazione, in ogni contesto clinico viene sempre più spesso a contatto con assistiti che presentano deficit di comunicazione, sia temporanei che permanenti. Le persone che presentano Bisogni Comunicativi Complessi (B.C.C.) spesso necessitano dell’adozione di strategie di compensazione, come la Comunicazione Aumentativa Alternativa (C.A.A.). Conoscere la C.A.A. ed i sistemi che essa mette a disposizione già in fase di formazione rappresenta un’importante risorsa per consentire di stabilire e mantenere un’efficace relazione terapeutica. SCOPO:Indagare la conoscenza e la percezione riguardo la Comunicazione Aumentativa ed Alternativa in un campione di studenti del Corso di Laurea in Infermieristica (CLI) valutando l’efficacia di un intervento formativo. METODI:Studio pre-post monocentrico con arruolamento di un campione di studenti di secondo e terzo anno del CLI dell’Università degli Studi di Milano: costruzione e validazione preliminare di un questionario per rilevare le conoscenze e percezioni prima e dopo la partecipazione ad un intervento formativo. RISULTATI:Hanno partecipato 140 studenti; al T0 il 40.0% del campione conosceva la C.A.A., al T1 il 92.14%; successivamente all’intervento formativo le conoscenze del campione sono aumentate in modo statisticamente significativo (p <0.001 per tutte le domande proposte). Il questionario creato ha mostrato buone doti di validità (CVI-S = 0.93). CONCLUSIONI:Pare auspicabile indagare le modalità di utilizzo della C.A.A. anche in diversi contesti clinico-assistenziali, quantificare i professionisti effettivamente formati al suo utilizzo, indagare le conoscenze di studenti di altre professioni sanitarie e non.
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Codini, Anna. "Approcci knowledge-based allo sviluppo di nuovi prodotti nei mercati industriali." MERCATI & COMPETITIVITÀ, no. 1 (March 2010): 141–63. http://dx.doi.org/10.3280/mc2010-001010.

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Abstract:
Il filone di studio dedicato alle cosiddette dynamic capabilities identifica nella capacitÀ dell'organizzazione di far emergere conoscenze acquisite in passato, integrare conoscenze esterne e diffonderle al proprio interno il requisito essenziale dell'impresa che si preoccupa non solo di lanciare nuovi prodotti spot, ma anche di conservare tale abilitÀ nel lungo periodo. Obiettivo del presente lavoro č quello di evidenziare, attraverso lo studio qualitativo di due casi aziendali, eventuali analogie fra prassi e letteratura, specie in merito alla rilevanza dei processi cognitivi nello sviluppo di nuovi prodotti, nonché di individuare gli strumenti specifici piů o meno innovativi impiegati nella realtÀ empirica al fine di favorire l'emersione, l'integrazione, e l'uso della conoscenza.
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Pelosi, Silvia. "Design e conoscenza." i+Diseño. Revista Científico-Académica Internacional de Innovación, Investigación y Desarrollo en Diseño 2 (June 6, 2010): 18–22. http://dx.doi.org/10.24310/idiseno.2010.v2i.12693.

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Abstract:
L'obiettivo dell'idea è quello di trattare in profondità la relazione tra design e innovazione. In particolare, la creatività e la conoscenza sono le basi per comprendere ciò che vogliamo dire quando parliamo del concetto di innovazione. Le aziende e i territori non hanno la possibilità di sviluppare innovazione senza creatività e conoscenza. In effetti, il design ha un ruolo di primo piano nell'innovazione a causa della sua natura multidisciplinare e dei suoi strumenti. Il design sarebbe considerato una regia capace di "dialogare" con ogni tipo di competenza coinvolta nei processi di innovazione. Questo è possibile attraverso scambi e confronti continui.
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Marrè, Erasmo. "Sull’evoluzione della conoscenza." Rendiconti Lincei 12, no. 2 (June 2001): 91–104. http://dx.doi.org/10.1007/bf02904673.

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Simoneschi, Giovanni. "Educare nella societŕ della conoscenza: competenze e conoscenze per il mondo di domani." MINORIGIUSTIZIA, no. 3 (September 2012): 66–72. http://dx.doi.org/10.3280/mg2012-003009.

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Siwecki, Leon. "Linguaggio Teologico su Dio incomprensibile e ineffabile." Roczniki Teologiczne 69, no. 2 (February 24, 2022): 37–55. http://dx.doi.org/10.18290/rt22692.3.

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Abstract:
L’articolo sviluppa alcune riflessioni circa la conoscenza «teologica» di Dio, le sue condizioni di possibilità, la sua natura, i suoi strumenti e i suoi limiti. La conoscenza teologica di Dio è quella che scaturisce dalla sua libera autocomunicazione, ed è dunque distinta, senza esserne separata, dalla conoscenza «naturale». In primo luogo l’articolo presenta il concetto teologico di Mistero poi riflette i limiti e i modelli del linguaggio teologico su Dio; alla fine approfondisce l’idea dell’analogia, come regola cristiana del linguaggio su Dio. La conoscienza cristiana di Dio non è soltanto conoscenza dell’Essere assoluto, ma anche e propriamente dell’Essere personale e interpersonale in dialogo con noi. La conoscenza personale ha certo un momento concettuale, in quanto si tratta di conoscenza propriamente umana, ma anche e soprattutto una profondità a‑concettuale, in quanto si basa sulla simpatia o più profondamente sulla «connaturalità» (connaturalitas, per usare il termine di San Tommaso), che indica un momento di libera scelta (tendenzialmente reciproca), e sulla presenza del «Tu» come realtà della nostra vita. Ogni linguaggio teologico suppone un’esperienza religiosa come incontro personale col Dio della fede, incomprensibile e ineffabile.
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Weber, Carla. "La paura della conoscenza." FOR - Rivista per la formazione, no. 87 (September 2011): 22–25. http://dx.doi.org/10.3280/for2011-087004.

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Zanet, Giancarlo. "Naturalizzazione, mente e conoscenza." RIVISTA DI STORIA DELLA FILOSOFIA, no. 1 (March 2009): 151–86. http://dx.doi.org/10.3280/sf2009-001009.

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Abstract:
- A controversial issue regarding Quine's naturalised epistemology is that it may involve some form of reductionism. This article focuses on one of these forms, analysing the interplay of his philosophy of mind and epistemology. It aims to show that if we take into proper consideration the way in which the version of anomalous monism embraced affects his conception of mental states like sensations and propositional attitudes, Quine's philosophy of mind should be regarded as anti-reductionist. Through a discussion of his theory of perception, I try to argue that what is entailed by it is, in a sense only partially accepted by Quine himself, that neither perception nor observational language can be strictly reduced to their stimulatory conditions. By pointing out the relevance that Quine attributes to the mechanism of empathy as a means for ascribing propositional attitudes, a further interesting argument is provided to underline that, within a naturalized epistemology, there is room for a non-reductive description of mind in some ways close to the results of the hermeneutic tradition.
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Astorri, Paolo. "La Riforma della conoscenza." Rechtsgeschichte - Legal History 2016, no. 24 (2016): 446–48. http://dx.doi.org/10.12946/rg24/446-448.

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Lepschy, Giulio. "Conoscenza e ignoranza dell'italiano." Italianist 12, no. 1 (June 1992): 184–85. http://dx.doi.org/10.1179/ita.1992.12.1.184.

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Federspil, G., and C. Macor. "L'etica del procedimento clinico." Medicina e Morale 43, no. 6 (December 31, 1994): 1107–14. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1994.1000.

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Abstract:
L'articolo affronta il problema del rapporto tra sapere scientifico e pratica clinica. La medicina è una disciplina che persegue sia la conoscenza di numerosi fenomeni biologici che la possibilità di modificarli. Essa possiede, quindi, sia aspetti teorici che operativi. E questi, in realtà, sono solo apparentemente diversi, poiché il "fare" della tecnica non è un "fare" qualsiasi, ma un "fare efficace", che nasce dalla conoscenza di una serie di procedure operative progettate al fine di raggiungere determinati obiettivi. Dopo avere sottolineato che il "sapere razionale", nato durante la civiltà ellenica, trova un suo culmine nel XVII secolo con la nascita della scienza sperimentale, gli Autori iiiustrano la nascita della medicina moderna, quale scienza applicata, che è in grado - superando l'empirismo - di fornire le ragioni per le quali si agisce in un certo modo. Dopo avere argomentato sulla necessità dell'etica nella scienza, viene affrontata la medicina come scienza applicata, il cui fine è la salute dell'uomo. Pertanto il medico deve attenersi correttamente alle regole consolidate del procedimento clinico, metodologicamente e nei contenuti; inoltre è chiamato ad esercitare la scienza medica in modo da raggiungere gli scopi che costituiscono tale disciplina, adeguandosi alle conoscenze scientifiche più aggiornate e consolidate.
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ODONE, A., S. VISCIARELLI, T. LALIC, F. PEZZETTI, F. SPAGNOLI, C. PASQUARELLA, G. FERRARI, and C. SIGNORELLI. "Carcinomi associati al papillomavirus umano: conoscenze, ruolo e attitudini dei medici otorinolaringoiatri in tema di prevenzione." Acta Otorhinolaryngologica Italica 35, no. 6 (December 2015): 379–85. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-621.

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Abstract:
L’infezione da papillomavirus umano (HPV), in particolare HPV 16, è un riconosciuto fattore causale delle neoplasie orofaringee. L’incidenza delle neoplasie orofaringee è in aumento in diversi paesi europei, inclusa l’Italia, e negli Stai Uniti dove accurati modelli matematici hanno stimato che supererà quella del cancro alla cervice nella prossima decade. Recenti evidenze scientifiche supportano la potenziale efficacia del vaccino anti-HPV nel controllare quella che è stata definita “l’epidemia di neoplasie HPV-correlate”. In questo contesto, i medici otorinolaringoiatri assumono un ruolo cruciale, non solo nella diagnosi e trattamento di questa patologia, ma anche – come è stato sottolineato dall’American Head and Neck Society – nella prevenzione. Abbiamo condotto un’indagine sulle conoscenze e le attitudini dei medici otorinolaringoiatri italiani in tema di infezione HPV, patologie correlate e prevenzione vaccinale. Si tratta della prima indagine conoscitiva in Italia e in Europa sull’argomento. 262 medici otorinolaringoiatri italiani sono stati reclutati durante il 101° Congresso Nazionale della Società Italiana di Otorinolaringoiatria e Chirurgia Cervico-Facciale, tenutosi in maggio 2014. È stato utilizzato un questionario semi-strutturato sviluppato sulla base delle evidenze disponibili in letteratura e del parere di esperti. Le conoscenze e le attitudini sono state descritte e valutate con tecniche di analisi univariata. È stato inoltre costruito uno score composito di conoscenza. I dati dimostrano come i medici otorinolaringoiatri italiani abbiano, in media, un grado di conoscenza buono dell’infezione HPV e un’attitudine positiva nei confronti della prevenzione, in particolare della vaccinazione. I nostri risultati possono essere una utile base per pianificare, implementare e valutare programmi di educazione continua specifici sul tema della prevenzione dell’infezione da HPV. Come dimostriamo nel nostro studio, programmi di educazione continua specifici sono efficaci nell’aumentare il grado di conoscenza dei medici e l’attitudine positiva nei confronti dei programmi di prevenzione; il che contribuisce a promuovere l’adesione alla vaccinazione nei pazienti e nella popolazione generale. Con l’obiettivo generale di controllare l’epidemia di neoplasie HPV-correlate, maggiori risorse ed energie devono essere dedicate alla formazione e alla diffusione della cultura della prevenzione tra i medici otorinolaringoiatri e la comunità medica in generale. In questo contesto, identifichiamo grande potenziale nella collaborazione tra le comunità e le società scientifiche dell’otorinolaringoiatria e la sanità pubblica.
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Cappuccio, Giuseppa, and Lucia Maniscalco. "Costruzione e validazione del questionario DIDLab "La didattica Laboratoriale: apprendimenti e stili di conduzione con l'approccio IBSE"." EXCELLENCE AND INNOVATION IN LEARNING AND TEACHING, no. 1 (June 2021): 80–96. http://dx.doi.org/10.3280/exioa1-2021oa12066.

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Abstract:
Il presente lavoro espone gli esiti della costruzione e validazione del questionario "La didattica Laboratoriale: apprendimenti e stili di conduzione con l'approccio IBSE" finalizzato a misurare il grado di conoscenza dell'approccio Inquiry-Based Science Education e lo stile di conduzione nella didattica laboratoriale, che ha visto coinvolti 523 corsisti del corso di specializzazione per le attivit&agrave; di sostegno didattico dell'Universit&agrave; degli Studi di Palermo; il test di misurazione costruito &egrave; composto da 42 item suddiviso in cinque macro-aree su scala Likert a 5 punti. Dall'analisi quantitativa condotta &egrave; emerso che il questionario ha buona concordanza, pensato per indagare sulle conoscenze dell'approccio investigativo e migliorare lo stile di conduzione della didattica laboratoriale. Quest'ultima risulta utile a facilitare l'acquisizione di una competenza in ogni ordine di scuola. Il laboratorio, infatti, rappresenta la modalit&agrave; trasversale che promuove nello studente una preparazione completa e capace di continuo rinnovamento. Dall'analisi sono emersi risultati molto soddisfacenti per quanto riguarda l'attendibilit&agrave; e la validit&agrave; del questionario costruito. A seguito dell'analisi fattoriale condotta sono stati estrapolati i due fattori pi&ugrave; rappresentativi, denominati Stili di conduzione nella didattica laboratoriale e Conoscenza dell'approccio Inquiry-Based Science Education. Infine, &egrave; stata condotta un MANOVA 2 X 2 per esplorare differenze ascrivili agli anni di servizio e al grado di istruzione dove si presta insegnamento. Tale indagine ha rilevato una correlazione tra la conoscenza e l'applicazione dell'approccio IBSE alla didattica laboratoriale tanto maggiore quanto pi&ugrave; sono gli anni di servizio e all'interno degli ordini di scuola primaria e secondaria di primo grado.&amp;nbsp;
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Pascali, Vincenzo L., and Ernesto D'Aloja. "Il progetto genoma e le conoscenze sui geni normali e patologici dell'uomo." Medicina e Morale 41, no. 2 (April 30, 1992): 219–32. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1992.1106.

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Abstract:
Lo sviluppo delle conoscenze sui geni normali e patologici dell'uomo ha avuto un fondamentale impulso dal coordinamento degli sforzi dei ricercatori di molti paesi nel Genome Project, promosso dalla Human Genome Organization (HUGO). Molti e ancora più radicali progressi si attendono nel prossimo futuro. Questo straordinario ampliamento di orizzonti suscita dibattiti etici e deontologici di diversa natura. Vengono accennati alcuni profili etici relativi alla brevettabilità di sequenze umane, la liceità del segreto e dello sfruttamento commerciale di studi tesi allo sviluppo e al progresso di conoscenze cruciali per la salute dell'uomo. Vengono trattati altri più tradizionali problemi etici inerenti la diagnosi e la prognosi di malattie genetiche; la archiviabilità e l'uso promiscuo di dati sui polimorfismi genetici derivanti da individui sani e malati; la conoscenza di predisposizioni a malattie causate da lavorazioni o di incompatibilità nei confronti di determinate occupazioni.
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Origgi, Giancarlo. "Apprendimento." EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 15 (December 2010): 19–25. http://dx.doi.org/10.3280/eds2011-015003.

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Abstract:
Il saggio tenta di dare forma alle tante dimensioni del concetto di apprendimento nella societŕ della conoscenza, in relazione alle tematiche del lifelong learning ed a quelle relative all'innovazione dei modelli di conoscenza e di formazione legati all'introduzione delle nuove tecnologie ed al ruolo, sempre piů significativo, che l'individuo assume all'interno della realtŕ virtuale. Un concetto fondamentale dell'articolo č il concetto di "rete" assunto come metafora essenziale capace di delineare la vita degli individui nella knowledge society. Il termine "rete" fa riferimento, in tal senso ed allo stesso tempo, a tanti concetti estremamente significativi della societŕ contemporanea e della vita degli individui: la rete designa al tempo stesso la conoscenza, la cittŕ, la societŕ, internet, la navigazione tra mondi reali e virtuali disegnati, dalle nuove tecnologie, nella formazione cosě come nel cinema, nella letteratura cosě come nelle discipline del costruttivismo. L'articolo si conclude con un breve rimando alla cultura del rinascimento anticipatrice di uno spirito in cui scienza, conoscenza e tecnica sono tra loro fortemente legate. La sperimentazione che ha luogo nel rinascimento, nella bottega dell'artigiano, diventa punto di partenza e filo unificante di diverse istanze della conoscenza e dell'arte, della ricerca scientifica e dell'esplorazione tecnica.
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Mannarini, Terri. "Promuovere convivenza. Interazioni dialogiche e processi di conoscenza nelle esperienze di governo partecipato." PSICOLOGIA DI COMUNITA', no. 2 (March 2012): 11–18. http://dx.doi.org/10.3280/psc2011-002002.

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Abstract:
Il saggio intende mettere in evidenza come le pratiche decisionali partecipate ispirate alla filosofia della governance costituiscano sfere pubbliche parziali in cui gli attori della comunità possono tematizzare e affrontare problemi collettivi, attuando processi di risignificazione e negoziando principi e norme. L'autrice suggerisce che la relazione con l'altro e i processi di costruzione collettiva della conoscenza - assunte quali dimensioni fondamentali della convivenza - possono essere letti attraverso la lente del modello dialogico della conoscenza sociale di Marková (2003), che enfatizza la natura tensiva della relazione e la sua proprietà di generare conoscenza condivisa.
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Henry Federico. "Urgenza e meccanismo di biosintesi dei metaboliti secondari microbici marini." International Journal of Science and Society 4, no. 3 (September 30, 2022): 489–98. http://dx.doi.org/10.54783/ijsoc.v4i3.543.

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Abstract:
Il microrganismo marino è una delle potenziali risorse biologicamente attive dei metaboliti secondari. La sua potenza è così promettente che è necessario studiare e raccogliere la conoscenza di come si è verificato il suo metabolita secondario. Tali conoscenze consentiranno ulteriori studi stanno migliorando la produzione di metaboliti secondari in laboratorio. In natura, la sintesi dei metaboliti secondari si verifica quando vi sono l'effetto di fattori sia biotici che abiotici come l'acqua di mare e la simbiosi microbica con altri materiali viventi. Quando questo è spiegato nelle vie metaboliche, la sintesi dei metaboliti secondari è influenzata dal nutriente disponibile e regolata da molecole autoinducenti attraverso il meccanismo di rilevamento del quorum.
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Lourdes, Velàzquez. "Teoria della conoscenza e neuroscienze." EPISTEMOLOGIA, no. 2 (March 2016): 195–200. http://dx.doi.org/10.3280/epis2015-002002.

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Nasso, Stefania. "Per una conoscenza comparata dell'integrazione." LIBERTÀCIVILI, no. 2 (May 2011): 126–30. http://dx.doi.org/10.3280/lic2011-002022.

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Ceruti, Mauro, and Luisa Damiano. "Conoscenza della conoscenza e complessità. La proposta epistemologica di Varela per la scienza cognitiva." Rivista di estetica, no. 37 (February 1, 2008): 67–76. http://dx.doi.org/10.4000/estetica.1979.

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Colantuono, Donatella. "Conoscenza della realtà e realtà come conoscenza. Il punto di vista di Bernard Bolzano." Quaestio 12 (January 2012): 153–69. http://dx.doi.org/10.1484/j.quaestio.1.103614.

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Tagliagambe, Silvano. "Ricerca e didattica in rete." PARADIGMI, no. 1 (April 2010): 165–79. http://dx.doi.org/10.3280/para2010-001014.

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Abstract:
La didattica in rete comporta, per il docente, l'acquisizione di capacitŕ e conoscenze che vanno al di lŕ delle sue specifiche competenze disciplinari e sono sintetizzate nel concetto di e-teaching. Questo passaggio esige la costruzione di un ambiente ad hoc e un piů spiccato orientamento verso il processo di organizzazione della conoscenza, basata sull'uso sistematico di metadati atti a descrivere un dato individuale o una collezione di dati comprendente materiali molteplici articolati in piů livelli gerarchici. Esige inoltre una flessibilitŕ che permetta di articolare l'insegnamento secondo gli stili di apprendimento dei destinatari. Il ricorso a testi digitali, inoltre, accentua l'importanza della dimensione pragmatica e olistica del linguaggio e segna una marcata presa di distanza dalla "building blocks theory".
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Rago, Emilio. "Dal mercato del lavoro al mercato della conoscenza. Proposte operative." QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no. 99 (May 2013): 119–48. http://dx.doi.org/10.3280/qua2013-099007.

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Abstract:
Per avvicinare gli studenti al mondo del lavoro l'universitŕ ha sviluppato nel tempo approcci e strategie diversi: progetti sul campo, testimonianze aziendali, incarichi a professionisti esterni per insegnamenti specialistici o di frontiera, stage, uffici di placement, formazione extra-curriculare, eventi di presentazione delle aziende. L'attuale riforma dell'alto apprendistato facilita ulteriormente tale relazione, semplificando l'incontro tra studenti in alta formazione o ricerca e datori di lavoro. Il sentore č che questi interventi possano comunque non bastare, poiché non affrontano le questioni di fondo che condizionano le relazioni tra il mondo dell'universitŕ e quello del lavoro. Le considerazioni qui presentate problematizzano la situazione da un punto di vista differente. Universitŕ e azienda sono concepiti come due interlocutori fondamentali dell'offerta e della domanda di conoscenza. Nel mercato della conoscenza bisogna affrontare le questioni epistemologiche, pedagogiche e politiche che influenzano i processi di produzione e diffusione di conoscenza dal lato dell'offerta, e dal lato della domanda occorre intervenire sulle problematiche piů diffuse che impediscono una reale formazione integrale per lo sviluppo personale e professionale del lavoratore, formazione quanto mai necessaria per affrontare la complessitŕ, l'instabilitŕ e l'incertezza del mercato del lavoro contemporaneo. La proposta di riflessione vuole interessarsi sia delle dinamiche interne all'offerta di conoscenza e alla domanda di competenza, sia sui vari meccanismi di interazione che potrebbero facilitare questa transazione cognitiva. Permane, lungo tutto il ragionamento, la forte attenzione al valore dei metodi cooperativi nell'apprendimento universitario, organizzativo e tra i diffe renti operatori della conoscenza, per la creazione di quella saggezza pratica, la phronesis aristotelica, che vuole superare la tradizionale divisione tra teoria e pratica nel mondo della conoscenza. Le considerazioni nascono nell'ambito delle scienze manageriali, ma taluni ragionamenti, mutatis mutandis, possono essere applicati anche ad altri ambiti scientificodisciplinari
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Bocchi, Gianluca. "Apprendere dall'esperienza: l'inesauribilitŕ della formazione." EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 15 (December 2010): 9–18. http://dx.doi.org/10.3280/eds2011-015002.

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Abstract:
L'articolo cerca di portare alla luce una "voluta" e pericolosa confusione, che ha nel linguaggio corrente il suo principale assertore, tra le parole "apprendimento" e "conoscenza". Il pericolo, secondo l'autore, consiste nell'attribuire all'apprendimento le stesse finalitŕ della conoscenza con il risultato, appunto "voluto", di far scadere quest'ultima al livello di una elementare procedura informativa.
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Saita, Emanuela. "L'eco dell'esperienza sul nostro sapere." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 3 (October 2021): 24–27. http://dx.doi.org/10.3280/pds2021-003005.

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Abstract:
In questo commento si sostiene l'idea che la conoscenza specifica di ciascuna disciplina che si occupa della cura della salute si debba collegare ad altre forme di conoscenza, affinché la scienza possa effettivamente essere di aiuto in sfide complesse come l'attuale pandemia e pos-sa rispondere a futuri incerti che caratterizzano il nostro tempo.
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Poddighe, Elisabetta. "La funzione della conoscenza storica nella teoria politica e nella precettistica retorica secondo Aristotele: l’importanza della visione globale." Nova Tellus 35, no. 2 (December 10, 2017): 61–81. http://dx.doi.org/10.19130/iifl.nt.2017.35.2.768.

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Abstract:
Questo articolo affronta il problema del ruolo della conoscenza storica nel pensiero di Aristotele. In particolare considera il passo della Retorica (1.4.1359b 30-32) nel quale Aristotele afferma che solo l’essere storico (historikon einai) consente di raggiungere quella visione globale (synoran) che è una condizione indispensabile per la conoscenza e la comprensione della politica.
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Rullani, Enzo. "Conoscenza generativa e conoscenza codificata nelle filiere globali: una sfida per il made in Italy." ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no. 2 (November 2014): 9–30. http://dx.doi.org/10.3280/es2014-002002.

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Battaglia, Yuri. "Conoscere il passato per guardare al futuro." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 25, no. 3 (July 31, 2013): 276–77. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2013.1053.

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Abstract:
La conoscenza della storia italiana della “ν∊φρoς λóγoς” (Nefrologia), termine coniato dal medico inglese A.A. Osman (1883–1972), è di fondamentale importanza per un giovane che si avvicina a questa affascinante specialità. Attraverso la storia, infatti, si comprendono gli entusiasmi e gli sforzi fatti dai fondatori per far sviluppare un nuovo campo della medicina fino ad allora ben poco conosciuto. In questo articolo si ripercorrono le tappe fondamentali della nascita della nefrologia, dai primi rudimentali studi anatomici e fisiopatologici allo sviluppo delle prime tecniche dialitiche, fino al primo trapianto renale effettuato in Italia. È una storia affascinante, in cui molti ricercatori italiani, nel corso dei secoli, hanno dato un loro determinante contributo all'acquisizione delle conoscenze necessarie per la cura e la gestione dei pazienti nefropatici.
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Losano, Mario G. ""Action Research": dalla psicologia all'azione sociale." SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no. 1 (July 2012): 125–34. http://dx.doi.org/10.3280/sd2012-001007.

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Abstract:
Mentre la prima relazione si concentra sugli strumenti concettuali della ricerca, la seconda affronta gli aspetti pratici dell'inserimento sociale dei giovani immigranti. Anzitutto alcuni dati aiutano a confrontare la situazione generale degli immigrati in Italia e in Spagna con i problemi specificamente siciliani. Tra le difficoltŕ pratiche, le prime da identificare e risolvere all'arrivo degli immigrati in Sicilia sono la valutazione dei loro titoli scolastici ovvero delle loro conoscenze, e il loro eventuale inserimento nel sistema scolastico italiano. Al fine di promuovere una conoscenza piů precisa dei giovani immigrati in Sicilia, la "Fondazione Le Vele" di Pavia ha svolto una ricerca empirica, brevemente descritta in questa relazione. Nella prossima, i sociologi dell'Universitŕ di Pavia offrono una descrizione piů particolareggiata della loro ricerca empir ica.
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Losano, Mario G. "Immigrazione e lavoro: consuntivo e prospettive del "Progetto Dedalo"." SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no. 1 (July 2012): 135–45. http://dx.doi.org/10.3280/sd2012-001008.

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Abstract:
Mentre la prima relazione si concentra sugli strumenti concettuali della ricerca, la seconda affronta gli aspetti pratici dell'inserimento sociale dei giovani immigranti. Anzitutto alcuni dati aiutano a confrontare la situazione generale degli immigrati in Italia e in Spagna con i problemi pecificamente siciliani. Tra le difficoltŕ pratiche, le prime da identificare e risolvere all'arrivo degli immigrati in Sicilia sono la valutazione dei loro titoli scolastici ovvero delle loro conoscenze, e il loro eventuale inserimento nel sistema scolastico italiano. Al fine di promuovere una conoscenza piů precisa dei giovani immigrati in Sicilia, la "Fondazione Le Vele" di Pavia ha svolto una ricerca empirica, brevemente descritta in questa relazione. Nella prossima, i sociologi dell'Universitŕ di Pavia offrono una descrizione piů particolareggiata della loro ricerca empir ica.
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Caramazza, Elena. "Creativitŕ femminile e spiritualitŕ." STUDI JUNGHIANI, no. 31 (July 2010): 45–68. http://dx.doi.org/10.3280/jun2010-031004.

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Abstract:
Il carattere peculiare della creativitŕ femminile per l'Autrice consiste nello sviluppo di quella forma di coscienza che Jung definisce "simbolica", dotata della capacitŕ di cogliere la dimensione "inconoscibile" della realtŕ. Mentre la coscienza razionale, con cui la mente maschile si č prevalentemente identificata, definisce le cose a partire dalla percezione sensoriale e dall'attivitŕ di pensiero, separando il soggetto dall'oggetto della conoscenza, la coscienza simbolica formula immagini che racchiudono l'intima essenza del reale. Per Jung vedere le cose simbolicamente significa "gettare un velo sui fatti cosě come sono". Si tratta di un velo che non nasconde bensě rivela, perché ci libera dalla tentazione di far coincidere la realtŕ con la sua sembianza. La coscienza simbolica unisce non solo il conoscibile e l'inconoscibile, ma anche il conoscente e il conosciuto, il soggetto e l'oggetto, la conoscenza e la vita, orientandoci verso la creazione del nuovo. Essa č intimamente connessa alla spiritualitŕ, intesa come processo che si dispiega a partire dalle polaritŕ della psiche. Da questo punto di vista, la spiritualitŕ non sarebbe negazione degli istinti e dei bisogni del corpo, ma un'attivitŕ ai confini della materia che ha origine in quello strato profondo della psiche che Jung definisce "psicoide". Alla dimensione spirituale appartengono i valori dell'armonia, della pace e del perdono che nascono dalla capacitŕ di empatia peculiare della donna.
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Păuleț, Lucian. "God’s Providence: Divine Knowledge of Future Contingents." Studia Universitatis Babeș-Bolyai Theologia Catholica 65, no. 1-2 (December 30, 2020): 5–28. http://dx.doi.org/10.24193/theol.cath.2020.01.

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Abstract:
"Provvidenza di Dio: conoscenza divina delle cose contingenti future. Come può Dio conoscere le cose contingenti future? Usa il suo intelletto trascendente o la sua volontà infallibile? Dio determina le cose contingenti future nell'ordine della creazione? Se lo fa, come viene preservata la libertà umana? Le risposte a queste domande forniscono diversi spunti per la comprensione della dottrina sulla provvidenza, sulla volontà salvifica universale di Dio, sulla predestinazione e sulla libertà umana. Questo articolo si propone di rivisitare questi temi presentando: I. l'opinione di due scuole teologiche che hanno affrontato la questione (i neotomisti e i molinisti); II. l'insegnamento della Scrittura; III. l'insegnamento di Padri e teologi latini e greci; e IV. l'opinione di San Tommaso d'Aquino sulla prescienza divina. San Tommaso riassume tutta la tradizione riguardo a questi aspetti. Nella sua comprensione, la conoscenza di Dio è la misura della realtà. Tutte le cose esistono perché sono conosciute da Dio e volute da lui. Questo tipo di conoscenza, in cui è coinvolta la volontà di Dio, è chiamata conoscenza dell'approvazione. Per spiegare come Dio conosce le decisioni future degli uomini senza violare la loro libertà, San Tommaso fa appello alla spiegazione dell'eternità. Tuttavia, la conoscenza divina non è causa di cose malvagie. Si può concludere che in tutta la tradizione ci sono opinioni che Dio può prevedere con il suo intelletto trascendente, anche senza decreti infallibili. Allo stesso tempo, la sua causalità è richiesta per l'esistenza degli esseri, sebbene non delle cose malvagie che sono non esseri. A mio parere, la risposta alla domanda principale (Dio conosce le cose per decreti infallibili o per il suo intelletto trascendente?) non puo essere data da una sola scuola di teologia. Entrambe le scuole teologiche hanno riconosciuto che la volontà divina e l'intelletto divino sono trascendenti. Tuttavia, ciascuna non riesce a riconoscere l'applicazione della trascendenza divina fatta dall'altra. Parole chiave: conoscenza divina, contingenti futuri, volontà di Dio, intelletto di Dio, neo-tomisti, molinisti, Tommaso d'Aquino, causalità divina, predestinazione, libertà umana, Agostino, massa damnata."
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Filippi, Elena. "Narciso nel Quattrocento: percezione, conoscenza, arte." Rivista di estetica, no. 73 (April 1, 2020): 96–117. http://dx.doi.org/10.4000/estetica.6786.

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Weber, Carla. "Paura della conoscenza o angoscia epistemofilica." EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 23 (March 2015): 44–49. http://dx.doi.org/10.3280/eds2015-023006.

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Tronti, Leonello. "Economia della conoscenza, apprendimento e democrazia." FOR Rivista per la formazione, no. 98 (May 2015): 12–17. http://dx.doi.org/10.3280/for2014-098004.

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Vertecchi, Benedetto. "Sequenze sistemiche e conoscenza educativa (Editoriale)." CADMO, no. 2 (January 2019): 1–7. http://dx.doi.org/10.3280/cad2018-002001.

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Lombardo, Carmelo. "Una certa idea della conoscenza sociologica." SOCIOLOGIA E RICERCA SOCIALE, no. 88 (December 2009): 148–52. http://dx.doi.org/10.3280/sr2009-088007.

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Giullari, Barbara. "Tra conoscenza e lavoro: una introduzione." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 120 (February 2011): 7–22. http://dx.doi.org/10.3280/sl2010-120001.

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Abstract:
Lo scenario contemporaneo č caratterizzato da radicali trasformazioni sia dei processi di produzione della conoscenza, sia del lavoro che sottopongono il rapporto tra i due termini a critiche e revisioni profonde. Nonostante i diversi punti di vista, l'imperativo volto alla costruzione di una societŕ ed un'economia della conoscenza si traduce sovente in politiche che enfatizzano il ruolo strumentale dell'educazione nei confronti della crescita economica, cosě come nello stesso tempo il lavoro č sottoposto a processi di trasformazione che ne indeboliscono il rapporto con la cittadinanza. La centralitŕ della conoscenza nei processi sociali ed economici chiama in causa la qualitŕ del sistema scolastico e formativo e la qualitŕ del lavoro e della sua organizzazione: č quindi necessario sviluppare una prospettiva critica che ponga in evidenza nuovi terreni di confronto, di potenzialitŕ e di rischi nel rapporto tra sistema formativo e mondo del lavoro. In tale prospettiva č introdotta la relazione tra processi di apprendimento e traiettorie lavorative, illustrando alcune tra le principali direzioni di ricerca connesse a tali questioni.
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Bonazzi, Mauro. "La teoria della conoscenza nel medioplatonismo." RIVISTA DI STORIA DELLA FILOSOFIA, no. 2 (July 2015): 339–57. http://dx.doi.org/10.3280/sf2015-002004.

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Formenti, Carlo. "Contro la retorica dell'economia della conoscenza." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 133 (February 2014): 159–70. http://dx.doi.org/10.3280/sl2014-133011.

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Fiorentino, Francesco. "Conoscenza e Scienza in Landolfo Caracciolo." Franciscan Studies 71, no. 1 (2013): 375–409. http://dx.doi.org/10.1353/frc.2013.0013.

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Termini, Settimo. "Critica della conoscenza e crescita dell’Italia." Lettera Matematica Pristem 93, no. 1 (June 2015): 15–16. http://dx.doi.org/10.1007/bf03356680.

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Donatone, Guido. "Gli stretti rapporti tra Napoli e la Sicilia e l'esportazione della maiolica partenopea da farmacia nell'isola in età aragonese." ARCHIVIO STORICO PER LA SICILIA ORIENTALE, no. 1 (May 2021): 93–99. http://dx.doi.org/10.3280/asso2020-001010.

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Abstract:
L'autore indaga sui rapporti tra la ceramica napoletana e quella siciliana in età aragonese. L'arte della ceramica della Sicilia musulmana confluisce in età normanno-sveva nella penisola. Un ruolo importante nella diffusione della conoscenza dei prodotti del meridione d'Italia è stato svolto dalle fiere, istituite dall'imperatore Federico II di Svevia a partire dal 1234. Quella di Viterbo (1240), in particolare, risultò strategica nel favorire la conoscenza dei manufatti meridionali nelle regioni centrosettentrionali.
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