Academic literature on the topic 'Conservazione Programmata'

Create a spot-on reference in APA, MLA, Chicago, Harvard, and other styles

Select a source type:

Consult the lists of relevant articles, books, theses, conference reports, and other scholarly sources on the topic 'Conservazione Programmata.'

Next to every source in the list of references, there is an 'Add to bibliography' button. Press on it, and we will generate automatically the bibliographic reference to the chosen work in the citation style you need: APA, MLA, Harvard, Chicago, Vancouver, etc.

You can also download the full text of the academic publication as pdf and read online its abstract whenever available in the metadata.

Journal articles on the topic "Conservazione Programmata"

1

Cremonesi, Paolo. "L’amaro caso del Dimetilsolfossido…. Ovvero, dove sta andando l’opera d’arte, la sua conservazione, la ricerca scientifica che la riguarda?" Ge-conservacion 1 (August 26, 2011): 9–36. http://dx.doi.org/10.37558/gec.v1i1.5.

Full text
Abstract:
Il semplice caso di un solvente utilizzato nel restauro può rappresentare in maniera esemplare la complessità di affrontare la conservazione dell’opera d’arte. In questo particolare momento storico il significato stesso dell’opera d’arte è un po’ appannato; inevitabilmente, allora, anche il nostro approccio alla conservazione è confuso. Poter fruire dell’opera d’arte, e allo stesso tempo garantirne l’integrità strutturale, sono esigenze che sembrano spesso difficili da conciliare. Troppo spesso la nostra attenzione verso i Beni Culturali si materializza solo nell’intervento di restauro, e in questo si esaurisce: manca l’attenzione alle condizioni ambientali, prima dell’intervento, ed è carente, dopo di esso, una manutenzione programmata. La pulitura, l’operazione più frequentemente eseguita nel restauro delle opere policrome, e forse la più irreversibile, presenta un fattore di rischio talmente elevato da rendere ormai indispensabile una pausa di riflessione: riconsideriamo l’intervento, la sua necessità, i suoi materiali; riconsideriamo le nostre aspettative.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

Comunian, R., F. Piras, R. Di Salvo, et al. "Durata di conservazione della carne di suinetto sardo tradizionale e trattata termicamente e confezionata sottovuoto." Archivos de Zootecnia 67, Supplement (2018): 173–76. http://dx.doi.org/10.21071/az.v67isupplement.3597.

Full text
Abstract:
Il suinetto da latte arrosto è un piatto tradizionale della Sardegna ampiamente consumato in tutta l’isola e molto apprezzato dai turisti. Purtroppo, a causa della recrudescenza della peste suina africana (PSA) nell’isola, è stata vietata l’esportazione di carni suine fresche e/o prodotti derivati. Alcune precauzioni necessarie per ottenere il permesso di esportare i prodotti a base di carne di maiale sono contenute nel provvedimento attuativo del Programma straordinario di eradicazione della PSA 2015-2017 emanato dal Governo Regionale. Una di queste consiste nel trattamento termico di precottura della carne fino al raggiungimento di una temperatura di 80 °C in tutta la massa. L’esportazione della carne di maiale rappresenta un’importante opportunità economica per gli operatori sardi del settore, fortemente interessati alla dimostrazione dell’efficacia e applicabilità del trattamento termico per garantire la sicurezza e la qualità dei loro prodotti. Lo scopo di questo studio era quello di valutare, mensilmente, da 0 a 150 giorni, la shelf-life dei campioni di carne trattati termicamente e conservati sottovuoto a 4 °C. Pertanto, cinque mezzene di suinetto, per punto di campionamento, sono state analizzate da un punto di vista microbiologico (conta di batteri patogeni e dannosi) e chimico (perossidazione lipidica), prima del completamento della cottura. Dopo 40 min in forno a 210 °C, è stato eseguito test di accettabilità sensoriale, per valutare il gradimento dei consumatori. I risultati ottenuti consentono di concludere che, la contaminazione microbica post-processo non ha determinato un decadimento della qualità e dell’accettabilità sensoriale del prodotto, fino a 150 giorni di shelf-life. I risultati evidenziano la necessità di prendere in considerazione l’applicazione di un trattamento post-letale per ridurre la contaminazione microbica.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
3

Carvalho, Fanny Islana de Lima, Maria Cristina Rodrigues Halmeman, and Felipe Matos dos Santos Lerco. "Analisi dell'efficienza energetica della biblioteca comunale di Campo Mourão-PR: parametri del programma nazionale di etichettatura (RTQ-C)." Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, October 15, 2021, 43–62. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/ingegneria-ambientale-it/biblioteca-comunale.

Full text
Abstract:
Il settore delle costruzioni, responsabile degli impatti ambientali come la produzione di rifiuti, l'acqua e il consumo di energia, ha come sfida attuale quella di portare l'efficienza energetica nel cantiere e nell'ambiente post-costruito. Pertanto, in relazione al consumo di energia, INMETRO ha sviluppato un programma di etichettatura volto a classificare l'efficienza energetica delle apparecchiature elettriche e anche degli edifici. Si scopre che gli edifici pubblici sono tenuti a ottenere l'etichetta nazionale di conservazione dell'energia (ENCE). Alla ricerca di quanto sopra, si chiede come misurare l'efficienza energetica degli edifici pubblici, rendendoli energeticamente appropriati, e quindi soddisfare le esigenze dell'utente, fornendo comfort ambientale ed economia. L'obiettivo di questo lavoro era simulare l'ottenimento dell'etichetta ENCE Geral e presentare il livello di efficienza energetica della Biblioteca Comunale di Campo Mourão-PR. È stato utilizzato il Metodo Prescrittivo, stabilito dal Regolamento Tecnico di Qualità per il Livello di Efficienza Energetica degli Edifici Commerciali, di Servizio e Pubblici (RTQ-C). Sono stati analizzati tre sistemi costruttivi: Involucro, Sistema di illuminazione e Sistema di aria condizionata. Di conseguenza, l'edificio in studio ha presentato una classificazione di livello C di efficienza, su una scala A - E, essendo A molto efficiente ed E inefficiente. Si conclude che l'edificio non offre comfort agli utenti, oltre all'elevato consumo energetico. Tuttavia, è possibile adottare misure che possono aiutare a ottimizzare il livello di efficienza energetica in loco.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles

Dissertations / Theses on the topic "Conservazione Programmata"

1

MAIOLATESI, DONATELLA. "Manutenzione e Conservazione Programmata: le centrali idroelettriche in Provincia di Ancona." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2014. http://hdl.handle.net/11566/242909.

Full text
Abstract:
Nel seguente lavoro si è sviluppato il tema della manutenzione nell’ambito della tutela dei beni culturali, considerando che la cultura della prevenzione si è diffusa ormai in tutti i campi. Sono state effettuate ricerche bibliografiche e si è definito uno studio sul territorio locale per l’individuazione di possibili casi studio. L’obiettivo è la tutela e la conservazione del patrimonio architettonico moderno e contemporaneo. Il metodo della ricerca è la manutenzione programmata. Le azioni per l’approccio metodologico sono la diagnostica, il monitoraggio, gli interventi conservativi, la formazione e la comunicazione. Gli strumenti utilizzati sono risorse umane e strumentali, piani di conservazione preventiva, convegni. Si analizza lo stato dell’arte in Italia, vagliando normativa vigente, pubblicazioni e convegni recenti, valutando anche la Carta del Rischio della nostra zona. Vengono visionate alcune esperienze in Italia e nel resto del mondo. L’impostazione di un cantiere-studio è un’esemplificazione metodologica: partendo da un primo necessario intervento che affronti con completezza le problematiche individuate, si può giungere a prevedere una serie di fondamentali tappe manutentive. I casi studio sono le cinque centrali idroelettriche della provincia di Ancona di proprietà Enel Green Power: Molino - Agugliano (An), Franciolini - Castelplanio (An), Sant’Elena - Serra S. Quirico (An), Angeli di Rosora - Rosora (An), e Ripabianca - Jesi (An). Tali impianti sono una presenza produttiva significativa nella Vallesina nel settore delle fonti rinnovabili. Su di esse vengono definite le principali criticità, con l’analisi dello stato attuale attraverso rilevi metrici, materici e analisi dello stato di conservazione. Vengono descritti gli interventi da eseguire, includendo necessarie fasi manutentive che possono essere riproposte e applicate anche su vasta scala.<br>The present research work focuses on the maintenance aspects of the cultural heritage, considering that the culture of prevention is now widespread in all fields. Literature searches and a research on the local territory was carried out to identify possible case-studies. The focus of the analysis is on the protection and to preservation of modern and contemporary architectural heritage. The methodological research is the scheduled maintenance. The methodological approach is based on diagnostic, monitoring, conservative effort, training and communication, and the tools include human and material resources, preventive conservation plans, conferences and meetings. The state of the art is analyzed through the current legislation, recent publications and conferences, including the risk assessment of the landscape. Some Italian and international experiences are analyzed. The set up of an experimental study is used as a methodological example: starting from a complete analysis of a case study, it is possible to identify important milestones for maintenance projects. The case studies selected are the five hydroelectric power stations located in the province of Ancona, owned by Enel Green Power: Molino - Agugliano (An), Franciolini - Castelplanio (An), Sant’Elena - Serra S. Quirico (An), Angeli di Rosora - Rosora (An), e Ripabianca - Jesi (An). These systems are a significant energy production presence in the renewable energy sector in Vallesina, an area in the Ancona province. With respect to these power stations, this research identifies the main conservation issues by analyzing their current status through metric and materials surveys and the analysis of their state of conservation. The research then identifies the actions to be undertaken, including the main necessary maintenance steps that could be use also as milestones in other maintenance cases.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

Valentini, Denis. "Il sito archeologico di Santa Croce a Ravenna: HBIM per la conservazione preventiva e programmata." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022.

Find full text
Abstract:
La seguente tesi ha come oggetto l’area archeologica di Santa Croce a Ravenna (Emilia-Romagna), che si colloca all’interno della buffer zone dell’area monumentale della Basilica di San Vitale e del Mausoleo di Galla Placidia, sito UNESCO (dal 1996). L’area in oggetto risulta un palinsesto stratificato di manufatti, emersi dapprima in una campagna di scavo del XVIII secolo iniziati da Filippo Lanciani e successivamente approfondite in una campagna di scavo degli anni ’90 da Sauro Gelichi e Paola Novara. L’attuale configurazione è il risultato delle numerose trasformazioni che il luogo ha subito nel tempo non solo stratigrafiche ma anche a causa del fenomeno della subsidenza. Di recente l’area è stata oggetto di successivi allagamenti dovuti al malfunzionamento del sistema drenante, risolti di volta in volta grazie ai volontari della Mistral Protezione Civile e alla gestione e direzione della SABAP_RA. L’obbiettivo di questa tesi è fornire delle indicazioni per la conservazione e manutenzione preventiva e programmata dell’area. Il testo si compone di una fase analitica e di una fase di ricerca d’archivio e bibliografica, le quali si intrecciano con la lettura geometrica, della consistenza materica dell’oggetto e del suo stato di conservazione, analisi finalizzate alla redazione di un piano di manutenzione e conservazione dell’intero complesso. Al fine di sistematizzare le informazioni e renderle più fruibili per i gestori dell’area, si è fatto uso del sistema HBIM, ovvero una modellazione digitale tridimensionale arricchita con dati e informazioni non strettamente geometriche ma anche analitiche e di conoscenza del manufatto, quali notizie storiche, documenti d’archivio, analisi della consistenza e dell’attuale stato di conservazione. La tesi si conclude con alcune indicazioni e proposte progettuali per la valorizzazione dell’intera area.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
3

Battini, Francesca, and Giorgia Sgroi. "Cardo et decumanus: un progetto per Veleia Romana. Conservazione programmata, restauro e valorizzazione di un sito archeologico." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/20641/.

Full text
Abstract:
Studiare, comprendere, avere cura. Rileggere un luogo dimenticato e valorizzarne i caratteri. Avere coscienza di ciò che è stato, di ciò che è per scrutarvi nuove possibilità. Questi gli obiettivi che ci siamo posti nel progetto di conservazione programmata, restauro e valorizzazione del sito archeologico di Veleia Romana. Il sito, oggi, è il risultato di scavi e restauri, di scelte che hanno privilegiato solo alcune zone e di poca manutenzione. Il progetto intende proteggere e restituire ai visitatori l’antico municipio romano
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
4

Casa, Alessandro, and Giulia Tomaselli. "Uno sguardo sull'antico. Progetto di conservazione programmata e valorizzazione della villa romana di Russi e del parco annesso." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/12521/.

Full text
Abstract:
La villa romana di Russi si situa nella pianura ravennate, all'estremità settentrionale del comune da cui prende il nome. Il primo rinvenimento di materiale archeologico ebbe luogo nel 1938 durante le operazioni di scavo effettuate dalla fornace Gattelli all'interno della propria cava di argilla. Nei decenni successivi il terreno venne acquisito dallo Stato e trasformato in un'Area di Riequilibrio Ecologico. Oggi la villa si trova immersa nella vegetazione ad una quota di 11 metri inferiore rispetto a quella della città contemporanea. La presente tesi si è soffermata in particolare sulla ricostruzione, tramite materiale d’archivio, degli interventi di restauro effettuati sui resti archeologici dopo il loro rinvenimento e su come questi influenzino l’odierno stato di conservazione della villa. Dal punto di vista progettuale sono stati affrontati i temi della conservazione e della valorizzazione dell’area archeologica e del suo parco.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
5

Caruso, Matilde. "Memorie della Gubbio romana. Proposte per la conservazione e la valorizzazione dell'area archeologica, del teatro, della Domus del banchetto e il Mausoleo di Pomponio Grecino." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/15075/.

Full text
Abstract:
Gubbio, città umbra nota per la sua fisionomia medievale, cela in sé preziose tracce del suo passato romano. Sebbene rimangano poche evidenze topografiche di questa fase storica numerosi sono stati i ritrovamenti di reperti e strutture ad essa legate verificatisi durante l’espansione urbana del secolo scorso. In particolare tre aree a ridosso della città storica ospitano alcuni dei maggiori monumenti romani pervenuti ai nostri giorni, affetti da problemi di conservazione e disconnessi all’interno del tessuto urbano a causa dell’edificazione post bellica. Questa tesi ha preso in esame il Teatro, la Domus del Banchetto ed il Mausoleo di Pomponio Grecino, principali monumenti ad oggi accessibili, con l’obiettivo di studiarli ed analizzarli per comprenderli e formulare dei piani di conservazione e manutenzione programmata. A livello urbano-paesaggistico, inoltre, sono state ipotizzate delle strategie progettuali volte a favorire la valorizzazione delle aree oltre che la fruizione e la conservazione delle strutture archeologiche.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
6

CARDONE, SERGIO. "Verso una gestione conservativa dei centri storici minori. Il caso di Calcata." Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/11573/1068052.

Full text
Abstract:
La ricerca indaga il tema dei centri storici minori e delle possibili strategie finalizzate ad una gestione conservativa degli stessi, con particolare attenzione per l’applicabilità e l’implementazione della Carta del Rischio, sistema informativo territoriale elaborato dal MiBACT e dall’IsCR, agli aggregati edilizi che compongono il tessuto di tali centri. Il caso di studio, il borgo di Calcata, situato fra Roma e Viterbo, è paradigmatico dei numerosi piccoli centri di promontorio alto-laziali, in relazione ai quali si rintracciano affinità e tipicità insediative, tipo-morfologiche e costruttive; allo stesso tempo, esso presenta caratteri di specificità legati alle vicende storiche e alle dinamiche insediative che, nei secoli, hanno interessato il borgo. La disamina dei numerosi rinvenimenti archeologici, alla luce delle più recenti acquisizioni in materia, è stata condotta in parallelo all’analisi delle fonti storiche, non altrettanto cospicue, come peraltro si registra per numerosi centri minori; tuttavia, sono state proposte integrazioni o rivisitazioni di alcuni studi pregressi sulla base del materiale raccolto, in parte inedito e in parte inesplorato. I dati raccolti ed elaborati sono stati organizzati al fine di delineare con maggiore organicità una storia urbana di Calcata, fatidicamente scampata alla demolizione e caratterizzata da problemi che interessano numerosi piccoli borghi, su tutti lo spopolamento e la conseguente mancanza dei benché minimi interventi manutentivi. La lettura del processo di strutturazione antropica del territorio e, quindi, dei caratteri tipo-morfologici del centro storico di Calcata, dalla scala territoriale a quella edilizia è stata condotta sulla scia delle impostazioni metodologiche di Saverio Muratori, prima, e Gianfranco Caniggia, poi; è stata assunta la ‘teoria dei crinali’ per verificare, dal punto di vista morfologico, i caratteri insediativi del territorio, trovando riscontri con quanto emerso dalla ricognizione dei dati archeologici: l’occupazione in fase preclassica, nel cosiddetto ciclo di impianto; il declino durante l’età imperiale romana, durante la quale gli insediamenti di promontorio – fra i quali Calcata – venivano tendenzialmente abbandonati in favore degli insediamenti di fondovalle, caratterizzando il ciclo di consolidamento; il recupero delle alture e la progressiva edificazione dei centri fortificati a partire dall’alto Medioevo, in concomitanza con il ciclo di recupero. A livello urbano, la gerarchia dei percorsi (matrice, di impianto, di collegamento) sembra coerente con la graduale conformazione del centro storico; lungo la strada principale, che permette l’attraversamento longitudinale del borgo nella sua massima estensione, sembrano essersi attestate le prime costruzioni in muratura, condizionate dagli ambienti ipogei precedentemente occupati e utilizzati. L’analisi del processo tipologico ha richiesto la redazione del rilievo delle strutture murarie dell’intero centro di Calcata, coerentemente con la metodologia di indagine adottata. Gli elaborati così definiti hanno messo in luce il ruolo della tipologia a ‘pseudoschiera’ nella conformazione del tessuto urbano, secondo varianti anch’esse tipiche ma, al tempo stesso, legate alla particolare natura orografica del sito e alla densa struttura rupestre. I caratteri tipo-morfologici del centro storico di Calcata sono stati interpretati per mezzo dei riscontri offerti dalle connotazioni dell’edificato, nelle sue evidenze materico-costruttive e macrostratigrafiche; in primis, lo studio delle murature ha confermato la strutturazione del borgo a partire dal centro, per densificarsi progressivamente verso i margini dello sperone e occupare tutto lo spazio disponibile intra moenia. All’analisi del processo tipologico e dei caratteri costruttivi è seguita la verifica delle forme e tipologie di degrado, condotta alla scala degli aggregati edilizi, ritenuta un’opportuna mediazione fra quella urbana, troppo ampia e dispersiva rispetto alle specificità del costruito storico e alle tante accezioni assunte dall’edilizia di base, e quella edilizia, incentrata sulla singola fabbrica ma potenzialmente slegata dal contesto. Gli aggregati individuati sono stati schedati secondo il tracciato previsto dal SIT Carta del Rischio, proponendo una ‘scheda aggregato’ appositamente modificata e integrata nel solco di sperimentazioni condotte in anni recenti. Pertanto, sono stati individuati i limiti e le potenzialità applicative del SIT, concepito per una tutela puntiforme calibrata sui singoli edifici, giungendo ad alcune implementazioni formulate sul piano teorico. La ricognizione del borgo tramite le suddette operazioni di schedatura ha mostrato la tipicità di alcuni fenomeni di degrado e ha permesso di verificare lo stato di conservazione dell’intero centro storico di Calcata; questo parametro, definito qualitativamente ma non quantitativamente (in quanto non si dispone dell’algoritmo utilizzato da MiBACT e IsCR), consentirebbe la valutazione della vulnerabilità e, dunque, la programmazione di ulteriori indagini e dei necessari interventi conservativi. Concludendo, la tesi analizza le possibilità di interpretazione dei centri storici minori, a partire dal caso di studio indagato, e gli strumenti applicabili ai fini conservativi, con riguardo per l’eventuale applicazione del SIT Carta del Rischio ai singoli aggregati edilizi, senza rinunciare a una riflessione sulle problematiche aperte nel campo del restauro e della conservazione alla scala urbana.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
7

Eleuterio, David Almeida. "Análise do Actual Estado de Conservação das Estruturas Arquitectónicas das Insulae 3 e 4 da Regio VI do Complexo Arqueológico de Pompeia (Campânia - Itália)." Doctoral thesis, 2020. http://hdl.handle.net/10316/92435.

Full text
Abstract:
Tese no âmbito do Doutoramento em Arqueologia apresentada à Faculdade de Letras da Universidade de Coimbra.<br>O projecto doutoral inscrito em co-tutela nas Universidades de Coimbra e de Nápoles “L’Orientale”, no qual examinamos o actual estado de conservação do construído arqueológico das Insulae 3 e 4 da Regio VI de Pompeia, foi instituído no âmbito do programa de investigação “Rileggere Pompei. Regio VI e Regio IX” e financiado pela Agência CAPES, Fundação vinculada ao Ministério da Educação do Brasil. O avançado estado de degradação das superfícies murárias desde sector urbano, localizado no quadrante noroeste do Parque Arqueológico de Pompeia é, hoje, evidente. Estamos perante um segmento desterrado no decurso dos dois primeiros decénios do séc. XIX, facto que impõe ao construído arqueológico a sobrevivência não apenas à acção atmosférica, mas também aos contínuos e gravosos danos provocados pelos agentes geohidrológicos, sísmicos e antrópicos. A primeira análise integral das estruturas arquitectónicas de ambas as Insulae VI 3-4 decorreria nos finais da década de oitenta do séc. XX, sendo confiada aos jovens investigadores Emilio De Albentiis, Fabrizio Pesando, Francesco Carocci e Mauro Gargiulo, sob a direcção do Professor Filippo Coarelli. Após a publicação do criterioso exame efectuado pela Scuola Archeologica Perugina seguir-se-iam duas décadas de incúria e exígua produção bibliográfica, factos que levariam o Professor Fabrizio Pesando a me delegar a tarefa de controlar o avanço do processo de degradação estrutural da edilícia histórica pari passu com a execução dos trabalhos decorrentes do Grande Progetto Pompei (2012-2018). Em termos práticos, tal empresa consistiu no exame de 2.197,57 m2, dos quais constam 16 edifícios, que se subdividem em 104 ambientes e 311 unidades murárias, cuja análise diacrónica das técnicas e dos materiais construtivos empregues nas distintas fases edilícias nos possibilitaram avaliar a aquisição de conhecimentos técnicos por parte dos structores et tectores, com vista a solucionar problemas de ordem estática ou optimizar reestruturações e pontuais intervenções de restauro. Todos os dados provenientes do exame são apresentados no corpus da tese e resultam do respectivo tratamento da base de dados constituída ao longo do projecto. Pelo que, a título introdutório, apresentaremos o Estado da Arte que consiste na verificação dos procedimentos de conservação executados nos sítios vesuvianos, desde o desterro setecentista à actualidade (Capítulo I). A que seguir-se-á a descrição do enquadramento das Insulae VI 3-4 no tecido urbano de Pompeia, acompanhado do catálogo composto pelas 104 fichas de ambiente e a respectiva análise comparada das fases urbanas com base na estratigrafia edilícia (Capítulo II). Após o que nos dedicamos à apresentação da metodologia científica utilizada no trabalho de campo e no tratamento dos dados (Capítulo III). Por fim, apresentados os resultados obtidos, propomos um modelo de conservação programada do edificado arqueológico pela via da «Educação Patrimonial Cidadã», no qual foi considerado o actual quadro legislativo vigente, bem como as infraestruturas de acolhimento disponíveis (Capítulo IV). Tendo sido, ainda, observadas as assimetrias entre a comunidade local e o turismo global, de maneira a que possamos instituir uma verdadeira integração consciente da importância da sociedade no conhecimento, tutela e conservação do património vesuviano. Por força da inexistência de um plano de acção que considere simultaneamente o interesse da investigação académica, a necessidade conservativa do construído arqueológico e a participação cidadã na salvaguarda a médio e longo prazo do Parque Arqueológico de Pompeia, este projecto doutoral responde a uma exigência de coerência e apresenta-se como uma proposta inovadora, de carácter prioritário e de iminente implementação.<br>Il presente progetto di dottorato, iscritto in regime di cotutela presso l’Università di Coimbra e l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale” ed istituito in seno al programma di ricerca “Rileggere Pompei. Regio VI e Regio IX” finanziato dall’Agenzia CAPES, Fondazione vincolata al Ministero dell’Istruzione del Brasile, esamina l’attuale stato di conservazione del costruito archeologico delle Insulae 3 e 4 della Regio VI di Pompei. Lo stato di avanzato deterioramento delle superfici murali di questo settore urbano, localizzato nel quadrante nordest del Parco Archeologico di Pompei, è a tutt’oggi evidente. Si tratta di un settore escavato nel corso dei primi due decenni del XIX secolo, fatto che determina l’esposizione degli edifici non soltanto agli agenti atmosferici, ma pure ai continui e gravosi danni provocati da fattori idrogeologici, sismici ed antropici. La prima analisi integrale delle strutture architettoniche delle Insulae VI 3-4 decorse verso la fine degli anni Ottanta del XX secolo; fu affidata ai giovani ricercatori Emilio De Albentiis, Fabrizio Pesando, Francesco Carocci e Mauro Gargiulo e coordinata dal Prof. Filippo Coarelli. Dopo l’attento esame effettuato dalla Scuola Archeologica Perugina, si susseguirono due decadi di incuria e di esigua produzione bibliografica, un fatto che spinse il Prof. Fabrizio Pesando ad attribuirmi il compito di controllare l’avanzamento del processo di decadimento strutturale dell’edilizia storica pari passu con l’esecuzione dei lavori connessi al Grande Progetto Pompei (2012-2018). Nella pratica, tale attività è consistita nella disamina di 2.197,57 m2 che constano di 16 edifici, a loro volta suddivisi in 104 ambienti e 311 unità murarie. L’analisi diacronica di tecniche e materiali di costruzione adoperati nelle distinte fasi di edificazione ha permesso intravedere l’acquisizione, da parte di structores et tectores, delle conoscenze tecniche utili a risolvere problemi statici o ad ottimizzare ristrutturazioni ed interventi di restauro puntuali. Tutte le informazioni ottenute dal vaglio del costruito archeologico sono riportate nel corpus della tesi e derivano dalla relativa elaborazione dei dati nel corso del progetto di dottorato. A guisa d’introduzione lo Stato dell’Arte, che consta della verifica dei procedimenti di conservazione eseguiti nei siti vesuviani dall’epoca degli scavi settecenteschi fino alla stretta contemporaneità (Capitolo I). Segue la descrizione del contesto delle Insulae VI 3-4 nel tessuto urbano di Pompei, congiuntamente al catalogo composto dalle 104 schede degli ambienti e alla analisi comparata delle relative fasi urbane basate sulla stratigrafia edilizia (Capitolo II). Successivamente, la presentazione della metodologia scientifica adoperata per il lavoro sul campo e per l’elaborazione dei dati (Capitolo III). Infine, una volta esposti i risultati ottenuti, si propone un modello di conservazione programmata del patrimonio edile archeologico tramite la cosiddetta «Educazione della Cittadinanza al Patrimonio». In virtù di ciò, sono stati analizzati il quadro legislativo vigente e le infrastrutture di accoglienza disponibili (Capitolo IV). Osservate le asimmetrie fra la comunità locale ed il turismo globale, si propone l’integrazione coscienziosa del ruolo della società nel conoscere, tutelare e conservare il patrimonio vesuviano. A fronte dell’inesistenza di un piano d’azione in grado di considerare simultaneamente l’interesse della ricerca accademica, la necessità di conservazione del sito archeologico e la partecipazione della cittadinanza alla salvaguardia a medio e lungo termine del Parco Archeologico di Pompei, questo progetto di dottorato risponde ad una necessità di armonia e si presenta quale proposta innovativa, a carattere prioritario e d’imminente implementazione.<br>This doctoral project, registered in co-tutelage at the University of Coimbra and the University of Naples “L'Orientale”, which aims to examine the current state of conservation of the archaeological site of the Insulae 3 and 4 of Regio VI of Pompeii, was developed under the research programme “Rileggere Pompei. Regio VI e Regio IX” and funded by the CAPES Agency, a Foundation linked to the Ministry of Education of Brazil. Currently, the advanced state of degradation of the wall surfaces of this urban sector, located in the north-western quadrant of the Archaeological Park of Pompeii is evident. The sector was excavated during the first two decades of the 19th century, making it an archaeological area with decades of exposure to, not only the action of atmospheric phenomena, but also to the severe damage caused by geo-hydrological, and seismic hazards, and anthropic agents. The first comprehensive analysis of the architectural structures of both Insulae VI 3-4 took place in the late 1980s and was entrusted to the then young researchers Emilio De Albentiis, Fabrizio Pesando, Francesco Carocci, and Mauro Gargiulo, under the direction of Professor Filippo Coarelli. Two decades of neglect and scant scientific literature followed the publication of a careful study carried out by the Scuola Archeologica Perugina, with no further studies being conducted. This led Professor Fabrizio Pesando to delegate to me the task of controlling the advancement of the structural degradation of the historic building pari passu with the execution of the projects resulting from the Grande Progetto Pompei (2012-2018). In essence, this project consisted of examining 2.197,57 m2, in which there are 16 buildings subdivided into 104 rooms and 311 wall units, which diachronic analysis of the techniques and construction materials used in the different building phases, enabled us to evaluate the acquisition of technical knowledge by the structores et tectores, with an aim to solve static problems and improve some restructuring and occasionally, to proceed with restorations. All the information gleaned from the analysis of the archaeological construction is included in the corpus of the thesis and is the result of the processing of data throughout this doctoral project. Therefore, the State of the Art will be presented by way of an introduction. It consists of verifying the conservation procedures implemented in the Vesuvian sites, beginning with the excavations carried out in the 18th century until the present day (Chapter I). This will be followed by the description of the arrangement of the Insulae VI 3-4 within the urban area of Pompeii together with a catalogue consisting of 104 room records and the comparative analysis of the urban phases based on the stratigraphic studies (Chapter II). In addition, this thesis will look into the scientific methodology used in the fieldwork and the analysis of the data (Chapter III). Finally, after a presentation of the results, it proposes a model of a programmed conservation of the archaeological structure through «Citizen Heritage Education», in which the current legislative framework was taken into consideration, as well as the available infrastructures for reception (Chapter IV). Furthermore, asymmetries between the local community and global tourism have also been studied, in order to establish a strong, transparent, and conscious integration of the importance of society in the knowledge, protection, and conservation of Vesuvian heritage. Therefore, in the absence of an action plan that simultaneously takes into consideration the interest of academic research, the need of conservation of the archaeological constructions, and the participation of citizens in the medium and long-term protection of the Pompeii Archaeological Park, this doctoral project addresses an immediate need and aims to provide an innovative and timely proposal, with imminent implementation.<br>Agência de Coordenação de Aperfeiçoamento de Pessoal de Nível Superior (CAPES), Fundação vinculada ao Ministério da Educação do Brasil (MEC) Processo: 99999.001022/2015-06
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles

Books on the topic "Conservazione Programmata"

1

Canziani, Andrea. Conservare l'architettura: Conservazione programmata per il patrimonio architettonico del XX secolo. Electa, 2009.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

Mura urbane crollano, conservazione e manutenzione programmata della cinta muraria dei centri storici (Conference) (2018 Pisa, Italy). Le mura urbane crollano: Conservazione e manutenzione programmata della cinta muraria dei centri storici : atti del seminario internazionale. Pisa University Press, 2019.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
3

Cesaroni, Antonella. Il santuario del SS. Crocifisso in Treia di Cesare Bazzani: Approccio per la manutenzione programmata nella conservazione, nella fruizione e nel riuso di opere del periodo eclettico. Simple, 2011.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
4

Italy) Convegno internazionale di studi "La materia e i segni della storia" (2nd 2004 Siracusa. Teatri antichi nell'area del Mediterraneo: Conservazione programmata e fruizione sostenibile : contributi analitici alla carta del rischio : atti del II convegno internazionale di studi La materia e i segni della storia, Siracusa 13-17 ottobre 2004. Regione Siciliana, Assessorato ai beni culturali, ambientali e della pubblicaistruzione, Dipartimento beni culturali ed ambientali ed educazione permanente, 2007.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
5

R, Bianchi, ed. Selinunte, 4: Intesa di programma CNR- MISM, Progetto strategico Tecnologie moderne per la conservazione dei beni culturali. Bulzoni, 1998.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
6

Apparati musivi antichi nell'area del Mediterraneo: Conservazione programmata e recupero ... : atti del I Convegno internazionale di studi La materia e i segni della storia, Piazza Armerina 9-13 aprile 2003. D. Flaccovio, 2004.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles

Conference papers on the topic "Conservazione Programmata"

1

Carrau Carbonell, Teresa, and Alberto Burgos Vijande. "El Patrimonio del Movimiento Moderno en la conformación de la ciudad. La Casa Guzmán de Alejandro de la Sota." In 24th ISUF 2017 - City and Territory in the Globalization Age. Universitat Politècnica València, 2017. http://dx.doi.org/10.4995/isuf2017.2017.6088.

Full text
Abstract:
El Patrimonio del Movimiento Moderno en la conformación de la ciudad. La Casa Guzmán de Alejandro de la Sota. Alberto Burgos Vijande¹, Teresa Carrau Carbonell² ¹Departamento de Proyectos Arquitectónicos. Escuela Técnica Superior de Arquitectura de Valencia, UPV. Camino de Vera, s/n. 46022 Valencia ² Escuela de Doctorado. Departamento de Proyectos Arquitectónicos. Escuela Técnica Superior de Arquitectura de Valencia, UPV. Camino de Vera, s/n. 46022 Valencia E-mail: estudio@albertoburgos.es, teresa.carrau.es@gmail.com Keywords (3-5): Patrimonio, conservación, Movimiento Moderno, vivienda Conference topics and scale: City transformations La Casa Guzmán de Alejandro de la Sota, Maestro de la Arquitectura Moderna española, ha sido recientemente demolida. ¿Hacia dónde nos dirigimos y de donde venimos en la conformación del nuestras ciudades? Esta catástrofe cultural es un síntoma del modo en que la metrópoli evoluciona, atolondrada, ¿a la deriva?. “Que la vivienda unifamiliar como tema sea el tubo de ensayo, la preparación microscópica de las grandes experiencias”. La casa Guzmán supone la resolución de constantes preocupaciones sobre el habitar. Allí, Sota materializó temas como la relación del hombre con la naturaleza, el orden y libertad de circulaciones, la flexibilidad espacial, y tantos otros temas que se traducen y reflejan en la arquitectura de mayor escala, en la propia ciudad. ¿Donde estamos pues los arquitectos? Somos los responsables del devenir de nuestro Patrimonio, de la salvaguarda de la buena arquitectura y de la evolución constante de nuestra ciudad. El Patrimonio del Movimiento Moderno se hace frágil en este discurso. Apostemos por el, por nuestra cultura. Anticipémonos, como Le Corbusier en la salvaguarda de la Villa Savoie, con actitud productiva. La conservación de nuestro Patrimonio y por tanto el incremento del valor de la urbe comienza por la formación. Ya es mucho el camino recorrido, por organismos como Docomomo o la Fundación Alejandro de la Sota, que difunden y hacen accesible la arquitectura del siglo XX. Pero todavía hay mucho camino por recorrer, sigamos el consejo de Sota: ”Proteger el patrimonio no con ordenanzas, sino con sensibilidades es el único camino”. References (100 words) Allan, J (2012) “From Sentiment to Science”, in Docomomo Proceedings, Helsinki Burgos, A. (2011) Modernidad Atemporal (General Ediciones de Arquitectura, Valencia) Canziani, A. (ed.) (2009). Conservare l'architettura. Conservazione programmata per il patrimonio architettonico del XX secolo. (Electa, Milano) De la Sota, A. (2002) Escritos, conversaciones, conferencias (Gustavo Gili: Fundación Alejandro de la Sota, Madrid) Macdonald, S., Normandin, K., Kindred, B (ed.) (2007). Conservation of Modern Architecture (Donhead Publishing, Shaftesbury)
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

Pugliano, Antonio, Simone Diaz, Elisabetta Moriconi, and Elettra Santucci. "L’antico sistema portuale ostiense: riconoscimento, interpretazione e divulgazione dei processi formativi edilizi e urbani." In International Conference Virtual City and Territory. Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7980.

Full text
Abstract:
La presente Relazione descrive l’esito delle ricerche svolte presso il Dipartimento di Architettura&#x0D; dell’Università “Roma Tre”, in sinergia con il MiBAC, Soprintendenza Speciale ai Beni&#x0D; Archeologici, e l’Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Roma, circa lo studio storicocritico&#x0D; del sistema portuale ostiense inserito nel perimetro della Riserva Naturale del Litorale&#x0D; Romano. La finalità dello studio, condotto da chi scrive nell’ambito del “Programma di Azioni&#x0D; integrate di Ricerca e Formazione per la conservazione e la valorizzazione dei siti di Ostia e&#x0D; Portus (Dipsa-Mibac-SSBAR)”, è rivolto alla documentazione, a fini di restauro e valorizzazione,&#x0D; di tali importanti contesti materiali. Lo studio condotto, pertanto, si è basato sullo svolgimento di&#x0D; letture critiche delle fonti e del contesto materiale, applicando la metodologia propedeutica alla&#x0D; progettazione del restauro architettonico, e sulla definizione di proposte operative utili alla&#x0D; pratica della manutenzione e del restauro, oltre che alla programmazione degli interventi di&#x0D; valorizzazione. Lo studio è rivolto alla creazione di una sistema informatizzato che consenta,&#x0D; non solo di indagare gli aspetti storici, ma anche di essere utilizzato come strumento per la&#x0D; programmazione della valorizzazione e la gestione della conservazione e del restauro dei siti&#x0D; archeologici.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
We offer discounts on all premium plans for authors whose works are included in thematic literature selections. Contact us to get a unique promo code!