Academic literature on the topic 'Consumatore responsabile'

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Journal articles on the topic "Consumatore responsabile"

1

Mendola, Daniela. "Politiche di sviluppo ambientale tra fiscalità e green economy." RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL TURISMO, no. 35 (April 2022): 7–26. http://dx.doi.org/10.3280/dt2022-035001.

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Abstract:
Ormai diffusa è l'immagine di un turista "responsabile" che approccia al consumo con un atteggiamento critico, perché più attento alla ecosostenibilità dei territori e orientato a scegliere mete che abbiano attuato una politica di conservazione ambientale. Al turista responsabile fa da pendant un turismo green che impone alle imprese di adottare comportamenti in linea con uno sviluppo sostenibile. Le misure di "fiscalità verde" appaiono parte essenziale delle politiche ambientali e fiscali, orientando comportamenti individuali e collettivi e soprattutto responsabilizzando imprese, consumatori e istituzioni. L'attuale sistema ordinamentale è orientato ad una politica di "promozione" che individua accanto al fine primario del prelievo, qual è appunto il concorso al sostentamento delle spese pubbliche (art. 53 Cost.), dei fini c.d. "accessori" anche di carattere fiscale che valorizzino la funzione impositiva in funzione del soddisfacimento dei diritti fondamentali. Lo strumento fiscale, dunque, viene utilizzato al fine di incentivare comportamenti ecosostenibili da parte degli operatori commerciali, sia imponendo specifici tributi correlati a condotte inquinanti (c.d. "tributi ambientali"), sia riconoscendo agevolazioni fiscali a fronte di comportamenti virtuosi.
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2

Sirsi, Eleonora. "Quando la contaminazione da Ogm è "tecnicamente inevitabile": riflessioni in vista dell'adozione di "misure di coesistenza" nelle Regioni italiane." AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no. 1 (December 2010): 33–45. http://dx.doi.org/10.3280/aim2009-001003.

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Abstract:
L'introduzione, nella disciplina comunitaria sull'etichettatura di alimenti e mangimi GM, di una eccezione per il caso in cui vi sia una presenza di materiale Ogm nell'alimento o nel mangime entro lo 0,9% è all'origine delle regole di coesistenza fra produzioni transgeniche, convenzionali e biologiche. Nel momento in cui le Regioni italiane si apprestano ad introdurre siffatte regole è necessario un chiarimento circa il significato dell'espressione "accidentale o tecnicamente inevitabile" utilizzata dal legislatore comunitario. L'interpretazione di questa espressione riguarda gli operatori e le loro responsabilità e riguarda le istituzioni responsabili di individuare efficaci misure di coesistenza e di effettuare i controlli. Alcuni segnali provenienti dalla giurisprudenza e dalle stesse istituzioni comunitarie inducono a ritenere che il limite dello 0,9% configuri una vera e propria soglia, al pari di quelle utilizzate nella normativa sui contaminanti e in altre normative del settore alimentare. Le conseguenze di questa indicazione si rifletterebbero nella configurazione delle misure di coesistenza che potrebbero legittimamente non avere come obbiettivo l'ottenimento di prodotti davvero, ma ripropongono inevitabilmente il problema dell'effettività del diritto del consumatore a scegliere un prodottoe insieme la possibilità per gli Stati europei di autodeterminare il proprio modello di agricoltura.
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3

Carretero García, Ana. "Impactos sociales, económicos y medioambientales derivados de la pérdida y el desperdicio de alimentos." Przegląd Prawa Rolnego, no. 2(23) (December 15, 2018): 127–39. http://dx.doi.org/10.14746/ppr.2018.23.2.9.

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Abstract:
Lo scopo dell’articolo è di presentare le condizioni sociali, economiche e ambientali della perdita e dello spreco di cibo. Secondo l’Organizzazione delle Nazioni unite per l’alimentazione e l’agricoltura, 1,3 miliardi di tonnellate di cibo sono sprecate in tutto il mondo e circa 1 miliardo di persone soffrono di malnutrizione. Per contrastare queste tendenze negative,la Commissione europea ha preparato una nuova piattaforma Internet europea dedicata alle questioni relative alla lotta contro la perdita e lo spreco alimentare. È una forma di sostegno per tutti i soggetti che operano per eliminare lo spreco alimentare in ogni fase di produzione, un luogo per divulgare le migliori pratiche di mercato nel campo della produzione agricola, uno strumento per monitorare i progressi nella lotta contro la perdita e lo spreco alimentare e una forma di incoraggiamento per avviare le cooperazioni intersettoriali. Secondo l’autrice, le azioni intraprese dall’Unione europea nell’ambito discusso meritano l’approvazione, tuttavia non sono sufficienti. Il fenomeno dello spreco alimentare è condizionato da molti fattori che influenzano la finale e reale qualità del prodotto. In particolare si tratta dei costi sociali e ambientali generati dalla produzione e dal trasporto, nonché in relazione al processo di preparazione degli alimenti per il consumo. Al fine di contrastare la situazione, andrebbero intraprese azioni volte a introdurre cambiamenti significativi nel modo in cui il cibo è prodotto, trasformato, distribuito e consumato, il che contribuirebbe a creare un processo produttivo più sostenibile dal punto di vista ambientale e socialmente responsabile.
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Dissertations / Theses on the topic "Consumatore responsabile"

1

Cesareo, A. "Il consumatore quale soggetto responsabile nella tutela dell'ambiente. Un'analisi di diritto comparato." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2017. http://hdl.handle.net/2434/523875.

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Abstract:
Il presente lavoro ha inteso approfondire il ruolo assunto dai consumatori nell’ordinamento dell’Unione Europea e in altri contesti nazionali (Cina e Russia) rispetto al tema della tutela ambientale. L’analisi ha dapprima preso in considerazione la legislazione europea in campo ambientale, focalizzandosi sul cambio di prospettiva nella definizione degli strumenti di tutela: da un approccio command and control, sistema legislativo basato principalmente sull’imposizione di limiti molto rigidi e sul controllo del rispetto degli stessi da parte di autorità competenti, al sempre più frequente ricorso a strumenti volontari, ossia norme di protezione ambientale nelle quali viene data particolare rilevanza al concetto di prevenzione, autocontrollo e alla gestione diretta da parte dei soggetti responsabili delle attività produttive. Tra gli strumenti a carattere volontario si è analizzato, in particolare, il regolamento EMAS (Eco Management and Audit Scheme), che detta i principi per una corretta gestione ambientale dei processi aziendali, e il marchio Ecolabel che si focalizza invece sui prodotti di largo consumo specificandone i criteri di ecologicità, dedicando ampio spazio di analisi alla continua diffusione di marchi ambientali, nell’ottica della creazione di un mercato unico dei prodotti green. Altresì si è affrontato il tema dell’informazione ambientale quale diritto fondamentale dei consumatori ed elemento determinante per le opzioni di acquisto e l’influenza del mercato, nonché il tema del greenwashing. Il lavoro è poi proseguito con un’analisi dell’ordinamento russo e cinese sul tema dell’informazione ambientale ai consumatori e delle eco-label, verificando la presenza, nelle rispettive normative, di strumenti analoghi a quelli descritti per l’Unione Europea e nel contempo si è provveduto ad analizzare il ruolo assunto dai consumatori nelle politiche di green economy. Per quanto riguarda l’ordinamento russo, si è riscontrato, analogamente all’Unione Europea, che i tradizionali mezzi di tutela ambientale fondati su un sistema command and control hanno mostrato una sostanziale inefficacia ma, contrariamente all’UE, si è rilevato che anche gli strumenti volontari previsti a livello nazionale si sono dimostrati inidonei a fornire uno standard di tutela ambientale sufficientemente elevato e ciò anche a motivo della mancanza di un supporto normativo nazionale adeguato. Dall’analisi effettuata si è riscontrato un notevole fermento fra i privati – enti e associazioni di categoria – che nel corso degli ultimi anni hanno iniziato ad organizzarsi in modo del tutto autonomo, mediante la creazione di sistemi di certificazione ambientale ‘locali’ (es. Vitality Leaf in San Pietroburgo), che comunque, benché importanti per la tutela dell’ambiente, hanno dimostrato di essere circoscritte sia da un punto di vista territoriale che da un punto di vista merceologico. Per quanto attiene all’ordinamento cinese, infine, si è rilevato che ragioni economiche hanno condotto alla nascita del primo sistema di etichettatura ecologica (China Environmental Label), ma attualmente il Governo ha assunto posizioni di maggiore apertura sui temi dell’eco sostenibilità ed è dato riscontrare numerosi strumenti di certificazione ambientale dei prodotti che ora coprono diversi ambiti della produzione e del commercio (China Energy Label, China Environmental Labelling, China Water Conservation Certification, China Organic Food Certification).
In my PHD thesis I analysed the role of consumers with regard to environmental protection in the European Union and in other national contexts, China and Russia. At first, I took into consideration European environmental legislation, and particularly the transition from a command and control approach (that refers to environmental policy that relies on regulation, permission, prohibition, standard setting and enforcement) to a voluntary approach (that includes agreements on environmental performance negotiated with industrial and public programmes in which firms can volunteer to participate). In particular I have studied the Eco Management and Audit Scheme (E.M.A.S), a voluntary environmental management instrument, which was developed in 1993 by the European Commission. It enables organizations to assess, manage and continuously improve their environmental performance. Moreover I have studied the UE ECOLABEL, that deals with consumer products and that specifies their ecological criteria. I have also examined the reasons for the spread of environmental labels, with a view to creating a European single market for green products, the issue of environmental information as a fundamental consumer’s right and deciding factor for purchasing options and market influence, and lastly the theme of greenwashing. The thesis continues with the analysis of Russian and Chinese legal system on the issue of environmental information to consumers and eco-labels, verifying the presence of similar voluntary instruments. Similarly to the European Union, in the Russian context, the traditional environmental protection instruments, based on a command and control approach, have proved to be ineffective. However, differently from the UE, also the voluntary instruments, on a national level, have proved to be useless to provide a sufficiently high standard of environmental safeguard, partly due to a lack of an adequate national regulatory support. However, in the last few years, organizations and associations have started to organize themselves by creating 'local' environmental certification systems (eg Vitality Leaf in St. Petersburg), but they have been shown to be very limited. Lastly, regarding the Chinese context, I found, during my analysis, that the first China Environmental Label was born for economic reasons, but recently the Government has been taking a more open position about eco-sustainability issues, and now there are several environmental products’ certifications which cover different areas of production and trade (China Energy Label, China Environmental Certification, China Water Conservation Certification).
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2

MORUZZI, ROMINA. "I consumatori di fronte ai paradossi dell’offerta di prodotti alimentari sostenibili. Uno studio comparativo tra Francia e Italia." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2013. http://hdl.handle.net/10280/1729.

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Abstract:
Questo studio si propone di esplorare i paradossi esistenti nell’offerta di prodotti alimentari sostenibili e, di conseguenza, i comportamenti (strategie di coping) (Lazarus e Folkman, 1984) adottati dai consumatori al momento di tale percezione. A questo scopo abbiamo adattato il modello concettuale di Mick e Fournier (1998), sviluppato inizialmente per i paradossi delle tecnologie moderne, al contesto dell’Alimentazione sostenibile. A livello metodologico, è stata realizzata un’inchiesta qualitativa presso 84 individui “ordinari” (non militanti) in Francia e Italia. In più, sono stati interrogati 18 soggetti (individui militanti) che fanno abitualmente i loro acquisti presso la rete dell’AMAP, in Francia, e dei GAS in Italia. Le interviste semi-strutturate hanno permesso di mettere in luce delle differenze tra i consumatori “ordinari” dei due Paesi da un punto di vista delle strategie di coping evocate per superare i paradossi percepiti. Così abbiamo proposto tre profili di consumatori “ordinari”. Al contrario gli individui militanti si avverano come un gruppo più omogeneo tra i due contesti d’indagine, sia a livello di percezione di paradossi sia nell’adozione di pratiche sostenibili. La ricerca ha, altresì, evidenziato delle caratteristiche più specifiche alle due nazioni, per esempio a livello della struttura di mercato, della comunicazione sui prodotti sostenibili, nonché nell’ottica delle caratteristiche socioculturali. Pertanto questo studio ha avuto tre obiettivi: teorico al fine di verificare i paradossi elencati e le strategie di coping adottate dai consumatori francesi e italiani; metodologico adattando gli “ingranaggi” del modello concettuale di Mick e Fournier (1998) al contesto specifico di ricerca; e poi pratici allo scopo di distinguere degli elementi frenanti la diffusione dell’offerta sostenibile e altri che possano favorire lo sviluppo di un consumo sostenibile in ciascun Paese, come attraverso un’offerta più mirata agli aspetti ambientali in Francia ("filière nord/nord" di agricoltori francesi equo-solidali, biologici e locali) e delle produzioni più legate agli aspetti etici in Italia (ex. prodotti di economie solidali).
This study aims to explore existing paradoxes in the offer of food sustainable products and consequently consumers’ behaviours (coping strategies) (Lazarus and Folkman, 1984) at the time of this perception. For this purpose, the theoretical model of Mick and Fournier (1998), built initially for studying the paradoxes of modern technologies, were adapted to sustainable food consumption. At methodological level, a qualitative survey was conducted among 84 “ordinary” consumers in France and Italy. Later other 18 subjects, usually involved into sustainable purchases (participants of AMAP, GAS), were interviewed. The semi-structured interviews shed light on some differences between “ordinary” consumers of the two countries when they adopted coping strategies to go beyond perceived paradoxes. Thus we proposed three ordinary consumers’ profiles. On the contrary engaged individuals are like a more homogeny group going over national boundaries. They agree with paradoxes and sustainable practices. In addition, the research pointed out some divergent aspects connected with specific context, for instance market of sustainable food products, communication over this offer and social cultural characteristics. Finally, this work had three objectives: theoretical to verify the paradoxes listed and evocated consumers’ strategies by French and Italian consumers; methodological regarding the adaptation of the conceptual model “gears” of Mick et Fournier (1998) to the context of sustainable consumption; and then practical ones such as identification of barriers for developing sustainable consumption and specific possible ways of growth: more attention to environmental aspects in France (“filière nord/nord” of organic, fairly, local French peasants) and ethics products in Italy (products issued from social economies).
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MORUZZI, ROMINA. "I consumatori di fronte ai paradossi dell’offerta di prodotti alimentari sostenibili. Uno studio comparativo tra Francia e Italia." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2013. http://hdl.handle.net/10280/1729.

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Abstract:
Questo studio si propone di esplorare i paradossi esistenti nell’offerta di prodotti alimentari sostenibili e, di conseguenza, i comportamenti (strategie di coping) (Lazarus e Folkman, 1984) adottati dai consumatori al momento di tale percezione. A questo scopo abbiamo adattato il modello concettuale di Mick e Fournier (1998), sviluppato inizialmente per i paradossi delle tecnologie moderne, al contesto dell’Alimentazione sostenibile. A livello metodologico, è stata realizzata un’inchiesta qualitativa presso 84 individui “ordinari” (non militanti) in Francia e Italia. In più, sono stati interrogati 18 soggetti (individui militanti) che fanno abitualmente i loro acquisti presso la rete dell’AMAP, in Francia, e dei GAS in Italia. Le interviste semi-strutturate hanno permesso di mettere in luce delle differenze tra i consumatori “ordinari” dei due Paesi da un punto di vista delle strategie di coping evocate per superare i paradossi percepiti. Così abbiamo proposto tre profili di consumatori “ordinari”. Al contrario gli individui militanti si avverano come un gruppo più omogeneo tra i due contesti d’indagine, sia a livello di percezione di paradossi sia nell’adozione di pratiche sostenibili. La ricerca ha, altresì, evidenziato delle caratteristiche più specifiche alle due nazioni, per esempio a livello della struttura di mercato, della comunicazione sui prodotti sostenibili, nonché nell’ottica delle caratteristiche socioculturali. Pertanto questo studio ha avuto tre obiettivi: teorico al fine di verificare i paradossi elencati e le strategie di coping adottate dai consumatori francesi e italiani; metodologico adattando gli “ingranaggi” del modello concettuale di Mick e Fournier (1998) al contesto specifico di ricerca; e poi pratici allo scopo di distinguere degli elementi frenanti la diffusione dell’offerta sostenibile e altri che possano favorire lo sviluppo di un consumo sostenibile in ciascun Paese, come attraverso un’offerta più mirata agli aspetti ambientali in Francia ("filière nord/nord" di agricoltori francesi equo-solidali, biologici e locali) e delle produzioni più legate agli aspetti etici in Italia (ex. prodotti di economie solidali).
This study aims to explore existing paradoxes in the offer of food sustainable products and consequently consumers’ behaviours (coping strategies) (Lazarus and Folkman, 1984) at the time of this perception. For this purpose, the theoretical model of Mick and Fournier (1998), built initially for studying the paradoxes of modern technologies, were adapted to sustainable food consumption. At methodological level, a qualitative survey was conducted among 84 “ordinary” consumers in France and Italy. Later other 18 subjects, usually involved into sustainable purchases (participants of AMAP, GAS), were interviewed. The semi-structured interviews shed light on some differences between “ordinary” consumers of the two countries when they adopted coping strategies to go beyond perceived paradoxes. Thus we proposed three ordinary consumers’ profiles. On the contrary engaged individuals are like a more homogeny group going over national boundaries. They agree with paradoxes and sustainable practices. In addition, the research pointed out some divergent aspects connected with specific context, for instance market of sustainable food products, communication over this offer and social cultural characteristics. Finally, this work had three objectives: theoretical to verify the paradoxes listed and evocated consumers’ strategies by French and Italian consumers; methodological regarding the adaptation of the conceptual model “gears” of Mick et Fournier (1998) to the context of sustainable consumption; and then practical ones such as identification of barriers for developing sustainable consumption and specific possible ways of growth: more attention to environmental aspects in France (“filière nord/nord” of organic, fairly, local French peasants) and ethics products in Italy (products issued from social economies).
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Books on the topic "Consumatore responsabile"

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Manuale per un consumo responsabile: Dal boicottaggio al commercio equo e solidale. Milano: Feltrinelli, 2002.

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