Academic literature on the topic 'Contaminazione alimentare'

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Journal articles on the topic "Contaminazione alimentare"

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Rosati, Claudio. "Cuocere il cibo, cuocere la legna. Contaminazione tra pratiche di cottura della legna e pratiche di cottura alimentare." La Ricerca Folklorica, no. 30 (October 1994): 33. http://dx.doi.org/10.2307/1479868.

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Sirsi, Eleonora. "Quando la contaminazione da Ogm è "tecnicamente inevitabile": riflessioni in vista dell'adozione di "misure di coesistenza" nelle Regioni italiane." AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no. 1 (December 2010): 33–45. http://dx.doi.org/10.3280/aim2009-001003.

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Abstract:
L'introduzione, nella disciplina comunitaria sull'etichettatura di alimenti e mangimi GM, di una eccezione per il caso in cui vi sia una presenza di materiale Ogm nell'alimento o nel mangime entro lo 0,9% è all'origine delle regole di coesistenza fra produzioni transgeniche, convenzionali e biologiche. Nel momento in cui le Regioni italiane si apprestano ad introdurre siffatte regole è necessario un chiarimento circa il significato dell'espressione "accidentale o tecnicamente inevitabile" utilizzata dal legislatore comunitario. L'interpretazione di questa espressione riguarda gli operatori e le loro responsabilità e riguarda le istituzioni responsabili di individuare efficaci misure di coesistenza e di effettuare i controlli. Alcuni segnali provenienti dalla giurisprudenza e dalle stesse istituzioni comunitarie inducono a ritenere che il limite dello 0,9% configuri una vera e propria soglia, al pari di quelle utilizzate nella normativa sui contaminanti e in altre normative del settore alimentare. Le conseguenze di questa indicazione si rifletterebbero nella configurazione delle misure di coesistenza che potrebbero legittimamente non avere come obbiettivo l'ottenimento di prodotti davvero, ma ripropongono inevitabilmente il problema dell'effettività del diritto del consumatore a scegliere un prodottoe insieme la possibilità per gli Stati europei di autodeterminare il proprio modello di agricoltura.
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3

Rodotŕ, Stefano. "Beni comuni e categorie giuridiche: una rivisitazione necessaria." QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 5 (December 2011): 237–47. http://dx.doi.org/10.3280/qg2011-005017.

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Abstract:
La questione dei beni comuni č in questo momento discussa in ogni angolo del mondo. E l'intensitŕ con cui il tema viene percepita č maggiore, piů acuta e anche culturalmente piů aggiornata in alcuni Paesi che un tempo si sarebbero detti del Sud del mondo. Basti pensare che alcune costituzioni dell'America Latina - per certi aspetti perfino mostruose nelle loro dimensioni (la Costituzione venezuelana ha 444 articoli!) - mettono i beni comuni al centro dell'attenzione e che uno di questi, il cibo, č affrontato con una novitŕ e una fantasia culturale in leggi, norme costituzionali, documenti del Brasile, del Kenya e dell'India. Dunque, se parliamo di beni comuni, dobbiamo guardarli non (solo) dall'angolo di casa nostra, anche perché in alcuni casi sarebbe impossibile. In questo momento uno dei beni comuni principali - la salvaguardia dell'ambiente planetario - č stato messo in grave pericolo dal terremoto di Fukushima e dalle sue conseguenze. Noi ci interroghiamo, ancora in questo momento, fino a che punto gli effetti di quanto č avvenuto rimarranno circoscritti all'area dove quel disastro si č verificato oppure se l'inquinamento atmosferico e del mare determineranno la contaminazione anche dei prodotti alimentari che importiamo dal Giappone. L'attenzione ai beni comuni ormai non puň, dunque, essere legata a un luogo e agli interessi di chi si trova in quel luogo.
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Dissertations / Theses on the topic "Contaminazione alimentare"

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Andreoni, Veronica. "Applicazione di un sistema di gestione del rischio in un reparto di conversione materie plastiche destinate al contatto alimentare." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
Il presente elaborato si pone l’obiettivo di presentare un sistema che sia capace di garantire la sicurezza alimentare delle capsule monodose per bevande tipo espresso prodotte nel reparto stampaggio di Aroma System Srl. La soluzione proposta è quella di applicare la procedura l’HACCP ovvero l’Hazard Analysis and Critica Control Point, accompagnata da un adeguato piano di manutenzione. In particolare nel primo capitolo viene fornita una panoramica generale sul concetto di qualità nel sistema di produzione. Da qui si è passati poi a descrivere il concetto di analisi del rischio, definendo prima di tutto cosa è un elemento di rischio, e cosa lo distingue da un elemento di pericolo. Si procede quindi con la definizione di sicurezza alimentare. . Ci si sposta poi al caso particolare del packaging alimentare e della politica di gestione della contaminazione anche in questo ambito.Nel secondo capitolo viene descritta nel dettaglio la politica di HACCP vera e propria. Lo studio permette una migliore comprensione della procedura HACCP, nel capitolo quattro, mostrandone l’applicazione al reparto di stampaggio di capsule monodose per bevande tipo espresso, dell’azienda bolognese Aroma System Srl. Nel capitolo quattro viene poi presentato il piano di manutenzione portato avanti da Aroma System Srl sempre nello stesso reparto. L’obiettivo è quello di dimostrare come un buon piano HACCP correttamente applicato al reparto sia inutile senza un adeguato programma di manutenzione che permette alla macchina di lavorare nelle migliori condizioni possibili.
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Gueyap, Metchehe Carine Megal. "La micropropagazione di spezie ad uso alimentare: il caso dello zenzero." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/21681/.

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Abstract:
Lo zenzero o ginger (Zingiber officinale) è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Zinziberaceae. Originario dell’Asia orientale (Sud della Cina), oggi la sua coltivazione è diffusa in molti paesi dal clima caldo (Cina, Brasile, Messico, Indonesia, Perù, Tailandia, India e Giamaica). L’aroma speziato è principalmente dovuto alla presenza di chetoni, in particolare i gingeroli e suoi derivati (shogaolo, paradolo, gingerdiolo, gingerdiacetati, gingerdioni, 6-ginger-acido solfonico, gingerenoni etc). Lo scopo della presente ricerca è stato quello di valutare il metodo di sterilizzazione degli espianti di due popolazioni: zenzero Nero e Zenzero del Perù.La sperimentazione è stata condotta presso Battistini vivai di via Ravennate 1500,Cesena.Il materiale di partenza del processo di micropropagazione è stato il rizoma con gemme ancora non sviluppate .Dai germoglietti sviluppati da queste gemme ,sono stati eseguiti espianti di circa 1 o 2 cm di lunghezza .Questi espianti sono stati sciacquati e quindi immersi in una soluzione di ipoclorito di sodio commerciale al 50% per un tempo variabile da 5 a 20 minuti.Nel caso di zenzero nero,il tempo di contatto ottimale degli espianti all'NaClO ,è risultato di15 minuti ,tutta via ,allungare il tempo di soli pochi minuti,può determinare gravi danni alle colture .Nel caso della prima subcoltura,invece lo zenzero nero sembra essere sensibile all'NaClO ,che infatti non ha creato danni,indipendentemente dal tempo di durata della sterilizzazione .Nel caso dello zenzero del Perù ,il tempo di contattato ottimale degli espianti vitali si è fermati al 67%.A differenza dello zenzero nero ,quello del Perù è risultato sensibile all'ipoclorito di Na anche nella prima subcoltura dove,indipendentemente dal tempo di contatto,la percentuale non ha mai superato il 50%.
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RASTELLI, SILVIA. "CONTAMINAZIONE DA MICOTOSSINE DEI CEREALI E DEI SUOI DERIVATI." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/301.

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Abstract:
L'opinione pubblica percepisce fortemente il rischio derivante da sostanze chimiche sintetiche, ma ignora spesso quello derivante dalla presenza di sostanze tossiche naturali. Tra queste sostanze vengono classificate le micotossine; prodotti del metabolismo secondario di alcuni funghi. La maggior parte degli alimenti di origine vegetale e in particolare i cereali, possono andare incontro a contaminazione da parte di questi funghi, produttori di micotossine, in qualunque stadio. In particolare nel frumento le micotossine che si riscontrano più frequentemente sono l'ocratossina A (OTA) e il deossinivalenolo (DON), mentre nel mais, si riscontrano le Aflatossine e le fumonisine. Queste micotossine hanno effetti epatotossici, nefrotossici, mutageni e cancerogeni, è necessario perciò, un continuo monitoraggio della materia prima (frumento e mais), ma anche dei prodotti destinati all'alimentazione umana a base di questi cereali.
People experience deeply, the risk of synthetics chemicals substances, but often don't know the risk from naturals toxics substances. Between these substances, they are mycotoxins; fungi secondary metabolism's products. Most of vegetable food, as cereals, can suffer a mycotoxins contamination, for effect of these fungi, during any step of alimentary chain. In particular, in wheat , the mycotoxins more frequents are ochratoxin A end deossinivalenol, while in the maize can find aflatoxins and fumonisins. These mycotoxins can have hepatotoxics, nefrotoxics, mutagens and cancerogens effects. This study has monitored contamination's levels of raw material (wheat and maize), but also of foodstuff containing cereals.
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ZANETTI, MARCO. "CONTAMINAZIONE DA MICOTOSSINE DEL MAIS E DEI SUOI DERIVATI." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/300.

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Abstract:
Scopo di questa tesi di dottorato è stato quello di monitorare la presenza di micotossine lungo la filiera produttiva del mais. Inizialmente è stata valutata la contaminazione da micotossine della granella di mais, proveniente da due regioni italiane. Le micotossine, la cui presenza era più estesa e rilevante, erano le fumonisine. Sono state indagate le condizioni di umidità e temperatura più favorevoli alla produzione di AFB1 da parte di un ceppo di Aspergillus flavus. L'ibrido DKC5353 ha presentato le minori contaminazioni, in tutte le località in cui è stato coltivato, per quanto riguarda la contaminazione da fumonisine. Tra i vari trattamenti insetticidi e fungicidi testati per l'efficacia nella riduzione della contaminazione da fumonisine, solo uno ha dato riscontro positivo. È stata valutata la ripartizione delle fumonisine nelle frazioni di molitura e nei sottoprodotti della lavorazione dell'olio di mais. Entrambi i processi si sono dimostrati efficaci metodi di decontaminazione. Dalle analisi sulle farine di mais per polenta emerge la necessità di intensificare i controlli e sorvegliare i punti critici del processo di molitura.
The aim of this study was to monitor the occurrence of mycotoxins over productive cycle of maize. Samples of maize kernels, coming from two Italian regions, were analysed to quantify mycotoxins contamination: the mycotoxins, that showed the most widespread and significant occurrence, were fumonisins. The conditions of humidity and temperature, in which an Aspergillus flavus strain produced the greatest quantity of AFB1, were investigated. Considering fumonisins content, hybrid DKC5353 showed the least contaminations, in all places it was grown. Only one of the various insecticide and fungicide treatments tested was effective. The distribution of fumonisins in several milling fractions and by-products of corn oil manufacture: both processes proved successful methods of decontamination. The necessity of increase controls and monitor the critical points of milling process emerged from the analyses on polenta maize flour.
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Cavalli, Marco. "Valutazione della contaminazione microbica di banconote raccolte in diversi esercizi commerciali e alcuni bancomat." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/11495/.

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Abstract:
Lo scopo del mio elaborato è stato quello di valutare se il denaro potesse essere un veicolo di trasmissione di microrganismi. Esistono infatti reperti storici che indicano che il denaro veniva visto come probabile portatore di infezioni fatali come la “morte nera”, la peste bubbonica e le pandemie di polmoniti descritte in Europa. Vi sono anche altri studi che hanno indicato come patogeni isolati con maggiore frequenza dalle banconote microrganismi quali enterobatteri e stafilococchi. In questa sperimentazione mi sono occupato del campionamento microbiologico di banconote di vario taglio, raccolte prevalentemente in piccoli esercizi alimentari, sulle quali è stato fatto un tampone al fine di determinare la presenza di: coliformi totali, E. coli, S. aureus, altri stafilococchi, muffe, lieviti, carica batterica totale. Le analisi condotte hanno mostrato che nelle banconote non sono mai stati isolati ceppi di S. aureus, a differenza di quanto riportato nella letteratura. Simili considerazioni si possono fare anche per E. coli. Per quel che riguarda la carica batterica totale, le banconote più contaminate sono risultate essere quelle da 20 euro (valore medio 474 UFC/cm2). I tamponi microbiologici effettuati sui tagli da 50 euro sono stati gli unici ad essere caratterizzati da una elevata presenza di coliformi totali. In conclusione possiamo affermare che le banconote posso effettivamente costituire un importante veicolo di contaminazione microbica, che può poi trasferirsi anche su altri matrici, come prodotti alimentari. Considerando la pressione che viene esercitata dalle Autorità di controllo su tutte le fasi della catena alimentare, dalla produzione alla vendita al dettaglio, la variabile posta dalle possibili contaminazioni attraverso il maneggiamento e la circolazione delle banconote potrebbe quindi costituire un rischio reale, sia pure non ancora quantificato e forse non quantificabile.
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