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Dissertations / Theses on the topic 'Crisi'

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1

Gallo, Annalisa <1996&gt. "la crisi d'impresa. lo studio delle cause della crisi." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21083.

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2

Iodice, Salvatore. "Terapia della crisi : teoria della regolazione e crisi del marxismo." Paris 1, 2009. http://www.theses.fr/2009PA010547.

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Abstract:
La crise des années '70 produit un cour-circuit entre la crise du capitalisme, du marxisme et de la modernité. La théorie de la régulation, dans les travaux de A. Lipietz, M. Aglietta, R. Boyer et dans les recherches du C. E. P. R. E. M. A. P. Sur l'inflation, relève Ie défi d'expliquer pourquoi ces évènements parlent d'un point de non-retour dans la science économique. Le marxisme et les théories économiques classiques sont appelées à donner leur réponse. L'on découvre que leur travail a été celui de mettre en discours des catégories sociales. La critique de l'économie devient un exercice de traduction entre des langages différents. Leur présupposé échappe a cette oeuvre de mise en discours et renvoie a des pratiques qui instituent, en même temps, l'ordre social et ses représentations. La science se révèle être affectée par un inconscient. La tentative de trouver une solution à la crise fait de celle-ci l'élément thérapeutique qui agit sur la science appelée à en donner une explication.
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3

Ndione, Seynabou. "Senegal: francofonia in crisi?" Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/16006/.

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Abstract:
Questo elaborato descrive la situazione linguistica presente in Senegal che vede, da un lato, l'esistenza di una lingua ufficiale, il francese, che rende lo Stato ufficialmente francofono e, dall'altro, la presenza di una lingua nazionale veicolare effettivamente utilizzata dalla popolazione, il wolof. Nonostante sia la lingua ufficiale di Stato, il francese è raramente adoperato ed è spesso poco conosciuto. Pertanto, nella prima parte, sarà analizzata la realtà linguistica senegalese dal punto di vista legislativo e dell'istruzione, mentre nella seconda saranno illustrati i settori in cui il wolof è ormai subentrato al francese.
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4

Molenaar, Emma Sophie. "Do crisi instigate reforms." Tesis, Universidad de Chile, 2014. http://repositorio.uchile.cl/handle/2250/137447.

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Abstract:
Tesis para optar al grado de Magíster en Análisis Económico
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This thesis investigates the relationship between crises and reforms by looking at whether reforms are more likely during crises, and whether democracies and autocracies implement reforms differently in the presence of a crisis. Empirical evidence on these relationships is still very limited. Using panel data on over 150 countries over the period of 1960-2005, this paper finds evidence that economic reforms are more likely to be adopted in democracies, and that countries converge towards a certain level of reforms. These results are robust to the inclusion of several control variables. Our results also show that the level of reforms in neighbouring countries has a positive influence on reforms. The empirical analysis shows that there is an ambiguous effect of crises. Different types of crises appear to differently affect whether reforms are implemented. This analysis differs from others in the sense that multiple dimensions of reforms are investigated for a large sample.
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5

Barichello, Giulia <1989&gt. "La crisi da sovraindebitamento." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8183.

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Abstract:
La disciplina del sovraindebitamento introdotta per la prima volta nell’ordinamento italiano con la Legge n. 3 del 27 gennaio 2012 rubricata “Disposizioni in materia di usura e di estorsione, nonché di composizione delle crisi da sovraindebitamento”, ha affrontato la tematica dell’insolvenza civile in merito a tutte quelle situazioni non soggette né assoggettabili alle procedure concorsuali vigenti, cercando di offrire una tutela a quei soggetti esclusi secondo quanto disposto dall'art. 1 della legge fallimentare dalle procedure concorsuali. Iniziando con l’esporre l’iter normativo della disciplina in questione, dalla sua nascita con il disegno di legge S. 307, su iniziativa del Senatore Centaro, alla legislazione attuale, il presente lavoro intende soffermarsi sugli aspetti caratteristici delle tre diverse procedure: l’accordo di composizione della crisi, il piano del consumatore e la liquidazione del patrimonio. A chi si rivolge la disciplina e in cosa si esplica il nuovo presupposto oggettivo denominato “sovraindebitamento” rappresentano gli argomenti cardine del primo capitolo dell'elaborato. Il secondo capitolo entra nel dettaglio delle singole procedure soffermandosi maggiormente sull’accordo di composizione della crisi e sul piano del consumatore, disciplinatati agli artt. 10 e seguenti della L. n. 3 del 27 gennaio 2012. Il documento fornisce inoltre alcune indicazioni sullo svolgimento delle funzioni e dei compiti che gli Organismi di composizione della crisi sono ex lege chiamati a svolgere. Infine, l’elaborato si conclude con l’illustrazione degli aspetti comuni alle tre procedure quali sanzioni, aspetti fiscali ed esdebitazione, che trovano nella terza sezione della Legge n. 3 del 27 gennaio 2012 la propria fonte normativa.
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6

SPOLAORE, PIERGIUSEPPE. "CRISI D'IMPRESA E TRUST." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2015. http://hdl.handle.net/10280/6135.

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Abstract:
La tesi ha ad oggetto lo studio dei rapporti tra il trust e il nucleo di principi inderogabili in materia di crisi dell’impresa esercitata in forma societaria e delle sue soluzioni “negoziali” (: piani attestati, accordi di ristrutturazione, concordato preventivo) tanto in termini di compatibilità sistematico-astratta, quanto con riguardo alle funzioni concrete che detto istituto può svolgere in tali contesti. Il primo capitolo analizza le problematiche connesse alla fattispecie, diffusa nella prassi, del c.d. trust liquidatorio “extra-concorsuale”, anche alla luce delle regole che, in common law, disciplinano le interferenze tra «trust» e «insolvenza», sia del settlor sia del trustee, giungendo a negarne la legittimità. Il capitolo secondo prosegue con l’analisi comparatistica degli ulteriori istituti e contesti, propri del diritto statunitense e inglese, nei quali il trust viene utilizzato, a vari scopi, nell’ambito delle soluzioni non fallimentari della crisi d’impresa. Il terzo capitolo è dedicato all’esame delle fattispecie – diverse da quelle considerate nel capitolo primo – di trust nell’ambito delle tecniche di regolazione della crisi d’impresa, alternative al fallimento, nell’ordinamento italiano (: piani attestati, accordi di ristrutturazione e concordato preventivo): da una parte, sulla scorta degli esiti dell’analisi, svolta nel capitolo secondo, quanto agli utilizzi del trust nella crisi d’impresa societaria tipici dei sistemi statunitense e inglese; dall’altra, tenendo ferme le risultanze, emerse nel capitolo primo, in ordine al rapporto tra fenomeno fiduciario anglosassone e diritto fallimentare.
My dissertation deals with the compatibility of the «trust» – as a “foreign” institution – with the basic principles of corporate debt restructuring and/or reorganization in Italian bankruptcy law. More specifically, it draws extensively on the evidences from the common law experiences, with regard both to the general relationship between trusts and bankruptcy law [i.e. the treatment of the trust (rectius: the rights of the parties involved as well as their creditors) in the subsequent bankruptcy respectively of the trustee or the settlor] and to how and to which purposes are trusts used specifically in the corporate distress framework. The first chapter analyzes and criticizes a line of Italian cases dealing with the use of the trust as a form of private regulation of the corporate crisis. The second chapter further explores the functions played by trusts in the corporate bankruptcy – and their limits – in North-American and English law. The third chapter draws the consequences for Italian regulation on corporate restructuring, developing a new model on the use of trusts within said scope.
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7

SPOLAORE, PIERGIUSEPPE. "CRISI D'IMPRESA E TRUST." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2015. http://hdl.handle.net/10280/6135.

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Abstract:
La tesi ha ad oggetto lo studio dei rapporti tra il trust e il nucleo di principi inderogabili in materia di crisi dell’impresa esercitata in forma societaria e delle sue soluzioni “negoziali” (: piani attestati, accordi di ristrutturazione, concordato preventivo) tanto in termini di compatibilità sistematico-astratta, quanto con riguardo alle funzioni concrete che detto istituto può svolgere in tali contesti. Il primo capitolo analizza le problematiche connesse alla fattispecie, diffusa nella prassi, del c.d. trust liquidatorio “extra-concorsuale”, anche alla luce delle regole che, in common law, disciplinano le interferenze tra «trust» e «insolvenza», sia del settlor sia del trustee, giungendo a negarne la legittimità. Il capitolo secondo prosegue con l’analisi comparatistica degli ulteriori istituti e contesti, propri del diritto statunitense e inglese, nei quali il trust viene utilizzato, a vari scopi, nell’ambito delle soluzioni non fallimentari della crisi d’impresa. Il terzo capitolo è dedicato all’esame delle fattispecie – diverse da quelle considerate nel capitolo primo – di trust nell’ambito delle tecniche di regolazione della crisi d’impresa, alternative al fallimento, nell’ordinamento italiano (: piani attestati, accordi di ristrutturazione e concordato preventivo): da una parte, sulla scorta degli esiti dell’analisi, svolta nel capitolo secondo, quanto agli utilizzi del trust nella crisi d’impresa societaria tipici dei sistemi statunitense e inglese; dall’altra, tenendo ferme le risultanze, emerse nel capitolo primo, in ordine al rapporto tra fenomeno fiduciario anglosassone e diritto fallimentare.
My dissertation deals with the compatibility of the «trust» – as a “foreign” institution – with the basic principles of corporate debt restructuring and/or reorganization in Italian bankruptcy law. More specifically, it draws extensively on the evidences from the common law experiences, with regard both to the general relationship between trusts and bankruptcy law [i.e. the treatment of the trust (rectius: the rights of the parties involved as well as their creditors) in the subsequent bankruptcy respectively of the trustee or the settlor] and to how and to which purposes are trusts used specifically in the corporate distress framework. The first chapter analyzes and criticizes a line of Italian cases dealing with the use of the trust as a form of private regulation of the corporate crisis. The second chapter further explores the functions played by trusts in the corporate bankruptcy – and their limits – in North-American and English law. The third chapter draws the consequences for Italian regulation on corporate restructuring, developing a new model on the use of trusts within said scope.
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8

Marra, Giorgia. "Crisi bancarie e interesse pubblico." Doctoral thesis, Luiss Guido Carli, 2022. https://hdl.handle.net/11385/222498.

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Abstract:
L’interesse pubblico come criterio della disciplina speciale delle crisi Bancarie. Le peculiarità delle fonti e dell’architettura istituzionale del secondo pilastro: conseguenze sull’impresa bancaria. Prevenzione della crisi e diritto Societario. Strumenti di risoluzione e diritto Societario. Incidenza sull’organizzazione Della società e dell’impresa degli interventi Esterni di finanziamento. La tutela giurisdizionale.
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9

RONDINA, FRANCESCO. "Contratto collettivo e crisi d'azienda." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2008. http://hdl.handle.net/2108/539.

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Abstract:
Nel momento in cui il contratto collettivo pretenda di gestire situazioni di crisi dell’azienda, appare evidente come ad essere in crisi sia proprio il contratto collettivo quale fonte di una disciplina di gestione della crisi aziendale capace di imporsi inderogabilmente a tutti i destinatari. Si tratta dell’ennesima manifestazione della crisi di efficacia del contratto collettivo di diritto comune, derivante dall’essere tale. E la crisi di efficacia si manifesta, perlopiù, sul versante dei lavoratori, “contro” i quali il contratto collettivo pretenderebbe di avere una sfavorevole efficacia. Si tratta di un capitolo della più generale crisi di efficacia del contratto collettivo di fronte alle sue “nuove” funzioni rispetto alla funzione tradizionale o storica di assicurare un minimo di tutela a tutti i lavoratori. Ulteriori capitoli di questa generale crisi di efficacia riguardano i criteri di applicazione dei contratti collettivi, i rapporti tra contratti collettivi di diverso livelli, la funzione gestionale del contratto aziendale, la funzione di normativa decentrata ed integrativa delegata dalla legge alla contrattazione collettiva. Se rispetto alla storica funzione pro lavoratore il dibattito sull’erga omnes non è più attuale ormai da qualche decennio, esso ha ripreso vigore con riferimento alle “nuove” funzioni del contratto collettivo. Si avverte infatti ormai da tempo l’esigenza di dare una risposta alla domanda di erga omnes riferita a quella che abbiamo definito l’efficacia contro del contratto collettivo. Più in generale, si potrebbe parlare di un’efficacia neutrale del contratto collettivo, che prescinde dalla logica del favore e dello sfavore e dal consenso dei destinatari, siano essi datori di lavoro o lavoratori. Non vi è dunque contraddizione nella circostanza che nel 1963 il quarto comma dell’art. 39 Cost. fosse considerato inattuale, e che nel 1998 l’ultimo saggio del prof. D’Antona avesse il seguente significativo titolo: “Il quarto comma dell’art. 39, oggi”. Si trattava, come noto, di “attualizzare” l’art. 39 Cost. in vista dell’introduzione di un sistema unificato di rappresentanza e di contrattazione collettiva nel settore pubblico e privato, sul modello appena introdotto nel settore pubblico. E del resto anche nel protocollo sulla politica dei redditi del 23 luglio 1993 il governo si era impegnato “ad emanare un apposito provvedimento legislativo inteso a garantire l’efficacia erga omnes nei settori produttivi dove essa appaia necessaria al fine di normalizzare le condizioni concorrenziali delle aziende”. Non si trattava solo di un effetto di trascinamento, per la funzione trainante del modello di contrattazione collettiva introdotto nel settore pubblico (cd. inversione del modello). Si trattava invece di rispondere ad crescente domanda di efficienza ed efficacia regolativa del sistema di contrattazione collettiva nel settore privato, sopratutto con riferimento alla gestione di situazione di crisi aziendali, ove il legislatore si affida alla mediazione sindacale. Un primo tentativo di unificazione dei modelli si era avuto col disegno di legge “Gasperoni”, recante “Norme sulle rappresentanze sindacali unitarie nei luoghi di lavoro, sulla rappresentatività sindacale e sull’efficacia dei contratti collettivi di lavoro”), poi accantonato dal famoso libro bianco. In difetto di un intervento legislativo strutturale, alla suddetta crisi di efficacia, sono state date risposte parziali. Innanzitutto, il legislatore ha trovato la formula giusta il meccanismo perché il rinvio legale venisse recepito, per così dire, da un solo contratto collettivo: quello stipulato dai sindacati comparativamente più rappresentativi, garantendo in tal modo l’unicità della fonte “regolamentare”. In secondo luogo, la giurisprudenza, attraverso l’espediente dei contratti gestionali – certificato dalla Corte costituzionale - ha fatto in modo che il legislatore attribuisse efficacia generale a determinati contratti collettivi (che limiterebbero il potere altrimenti libero del datore di lavoro) aggirando così lo scoglio dell’art. 39 Cost. La crisi aziendale viene dunque gestita da accordi sindacali che vincolerebbero il solo datore di lavoro, e rispetto ai quali dunque sarebbe persino improprio parlare di dissenso del lavoratore, assoggettato unicamente al potere del datore di lavoro (esercitato sulla base dell’accordo sindacale) e non già all’accordo sindacale medesimo. E con un siffatto espediente si è ritenuto di avere dato una risposta sia alla crisi di efficacia del contratto collettivo sia alla crisi dell’azienda gestita da un contratto collettivo a prova di dissenso.
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10

Pra', Federico <1992&gt. "Crisi ambientale: un problema filosofico." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14653.

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Abstract:
Questo lavoro di tesi magistrale si baserà sulla filosofia particolarissima di Arne Naess (Oslo, 1912-2009), filosofo e alpinista norvegese. Egli fu il fondatore del movimento dell’ecologia profonda e il padre della filosofia dell’ecologia, ed è riconosciuto come il più importante filosofo norvegese. Egli approfondì diversi ambiti filosofici, dall’epistemologia, alla psicologia, all’etica, alla metafisica, alla filosofia del linguaggio, sviluppando un’originale filosofia della vita (Ecosofia T) ispirata ad un tempo alla tradizione occidentale (Spinoza, in particolare) e orientale (Gandhi e il buddismo). Proprio l’Ecosofia T sarà il nucleo della mia tesi. Lo scopo di questo mio ultimo lavoro universitario è proprio quello, infatti, di mettere in luce la straordinaria portata filosofica del pensiero di Naess; in quanto, in Italia, è quasi esclusivamente noto per essere stato, appunto, il padre del movimento dell’ecologia profonda, grande attivista e famoso alpinista, ma è ancora poco conosciuto come filosofo. A mio avviso il pensiero di questo maestro norvegese si presenta come teoreticamente ricco e ben articolato, valevole quindi di ulteriori approfondimenti. La struttura della tesi sarà essenzialmente divisa in due parti. La prima parte tratterà due forti prese di posizione in ambito ambientale ovvero la figura di Rachel Carson e il suo libro “Primavera Silenziosa” (fondamentale per la svolta ecologica del pensiero di Naess) e una recete tesi di una brillante studentessa cafoscarina (Lara Bettoni) riguardo alla problematica dell’inquinamento da PFAS nel vicentino (zona a me molto cara in quanto residente a Monteforte d’Alpone, comune veronese confinante proprio con la “zona rossa” inquinata). In questa parte si giungerà ad introdurre una panoramica delle teorie ecofilosofiche definendo il movimento fondato proprio da Naess: la “Deep Ecology”. La seconda parte vorrà, invece, entrare nello specifico del pensiero naessiano mostrando come una differente ontologia o visione del mondo possa influire positivamente su molte questioni che ci riguardano da vicino, come, ad esempio, la felicità su questa Terra. Ovviamente questo lavoro non vorrà avere nessuna pretesa di completezza ma solamente l’intento di segnalare l’esistenza di una filosofia nobile e ricca nei suoi intenti, dalla quale, si potrebbe attingere a piene mani per tentare di non far concretizzare il terribile presagio che l’uomo sia per il nostro Pianeta solo un cancro incurabile.
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Pedrazzi, Nicola <1990&gt. "La valutazione dell'azienda in crisi." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17928.

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Abstract:
Nell’ambito della finanza aziendale il tema della valutazione d’azienda non è più visto come un caso raro o isolato, dovuto alle classiche "operazioni straordinarie", ma piuttosto come una necessità che sorge nella vita aziendale, utile a risolvere svariate problematiche valutazioni a fini gestionali, per una ristrutturazione/riorganizzazione aziendale, a scopi di bilancio o finanziari. L'elaborato cerca di approfondire le varie metodologie che vengono utilizzate nella pratica, con una focalizzazione sullo stato dell'azienda in crisi.
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Grba, Marija <1994&gt. "Crisi Aziendali e Controllo Di Gestione: L'importanza degli strumenti di controllo nella prevenzione della crisi." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16711.

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Abstract:
Le recenti esperienze mostrano come il tradizionale percorso dell’impresa che, dalla situazione di normalità volge verso una situazione di crisi, preceduta da una fase di declino, abbia subito una evidente riduzione in termini temporali. Mentre nel passato il passaggio da una fase all’altra richiedeva anche anni, oggi la crisi si può presentare in modo molto veloce e senza che si verifichino segnali premonitori che nel passato invece caratterizzavano il processo. L’approccio al fenomeno della crisi deve cambiare in quanto non è più un fenomeno straordinario ma piuttosto un elemento di normalità che quindi si può presentare anche in modo ricorrente. Per un attento monitoraggio dello stato di salute dell’impresa, per prevenire le possibili cause di una crisi e, se possibile, trasformare un problema in un’opportunità occorre oggi creare un vero e proprio sistema articolato. È fondamentale comprendere come la presenza e il corretto utilizzo di strumenti tipici di controllo di gestione possa aiutare a cogliere i segnali di difficoltà o crisi dell’impresa. Intendo pertanto soffermarmi su tali aspetti cercando di rendere il più possibile l’importanza dei sistemi di controllo di gestione attraverso casi concreti o proponendone una misurazione alternativa capendone la fattibilità attraverso casi reali.
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Leanza, Erika <1988&gt. "Indici di allerta della crisi d'impresa: sistema di allerta, indicatori, indici e indizi della crisi." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17516.

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Abstract:
Il presente elaborato persegue l'obbiettivo di investigare sul concetto di crisi d'impresa, tentando di cogliere tutte le sfaccettature che lo caratterizzano, e tentando altresì di individuare la corretta metodologia di tempestiva rilevazione, cosi da porre in essere le strategie necessarie per risanamento dell’azienda. Per fare ciò, il punto di partenza è rappresentato da una breve analisi di quanto contenuto nel nuovo codice della crisi e dell’insolvenza (CCII) contenuto nel DLgs. del 12.01.2019 n.14, il quale, antecedentemente la diffusione del Covid19 sarebbe dovuto entrare in vigore a partire dal 15.08.2020. L’entrata in vigore del suddetto decreto è stata posticipata al 2021, e tenterò di introdurre nell’elaborato un breve focus su come tale emergenza abbia inciso sul Codice della crisi e dell’insolvenza. Naturalmente essendo l’elaborato incentrato sul concetto di crisi, e su tutte le sue sfaccettature, la vera attenzione è posta principalmente sull’art. 12 e 13 del Dlgs. 14/2019. Mentre il primo articolo identifica cosa e quali sono gli strumenti di allerta posti a carico dei soggetti individuati dal medesimo decreto (art.14), il secondo articolo citato individua nel co. 1 gli “indicatori della crisi” e gli “indici significativi” rimettendo nel co. 2, al Consiglio nazionale dei Dottori Commercialisti ed esperti contabili (CNDCEC) il compito di elaborare con cadenza triennale gli indici, che valutati unitariamente fanno presumere la sussistenza di uno stato di crisi. La finalità perseguita si focalizza dunque sullo studio analitico degli indicatori predisposti dal consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili, nel tentativo di individuarne aspetti positivi e criticità. A seguire, una parte applicativa. La parte applicativa si concentrerà su cinque imprese ( clienti dello studio presso cui sto svolgendo l'attività di tirocinio), le prime due appartenenti al settore dell'automotive, le due successive al settore immobiliare ed infine l'ultima azienda che opera nel settore della consulenza informatica. La motivazione di tali scelte, ricade nella volontà di ottenere uno studio diversificato. Inizialmente verrà svolta un'analisi attraverso i classici indici di bilancio su dati a consuntivo, prendendo in esame i bilanci depositati negli ultimi quattro anni, con l'obbiettivo di tracciare una dinamica dell'evoluzione dell'azienda e fornire un'interpretazione dei risultati ottenuti. Successivamente invece, la parte applicativa consisterà in un tentativo di applicazione degli indici redatti dal CNDCEC, oggetto della parte teorica di questo elaborato.
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CIARALLI, FRANCESCO MARIA. "La crisi d’impresa delle società pubbliche." Doctoral thesis, Luiss Guido Carli, 2019. http://hdl.handle.net/11385/200711.

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Abstract:
La questione dell’assoggettabilità delle società a partecipazione pubblica al fallimento e al concordato preventivo è al centro di un ampio dibattito in dottrina, nonché di orientamenti non univoci della giurisprudenza. Da ultimo, il legislatore delegato, con l’art. 14 del d.lgs. 19 agosto 2016, n. 175, ha per la prima volta espressamente disciplinato la crisi d’impresa delle società a partecipazione pubblica. La scarna previsione legislativa, pur corredata da una più analitica disciplina relativa alle misure di prevenzione dell’aggravamento delle crisi d’impresa, lascia tuttavia impregiudicati alcuni dei più rilevanti problemi emersi con riferimento al precedente contesto normativo. Nella specie, le maggiori perplessità si incentrano sull’alveo applicativo della nuova disciplina, facente generico riferimento alle «società a partecipazione pubblica», pur a fronte di un’ampia pluralità di modelli di società pubblica, tra loro profondamente differenziati; d’altra parte, anche le disposizioni definitorie recate dal medesimo decreto legislativo lasciano residuare talune rilevanti ambiguità. I profili problematici sollevati dal nuovo intervento normativo necessitano, pertanto, di essere chiariti attraverso il prisma delle elaborazioni pretorie, anche europee, e dottrinali che hanno indagato la morfologia e gli elementi costitutivi dei vari modelli di società pubblica, al fine di poterne poi predicare, alla luce di un’interpretazione sistematica, la sussumibilità o meno nel perimetro del menzionato art. 14. Inoltre, occorre considerare che la disciplina di settore si inscrive in un complessivo processo di riforma delle procedure concorsuali, affidato alla legge delega 19 ottobre 2017, n. 155. Il testo predisposto dalla Commissione Rordorf, recepito nella legge delega, è peraltro suscettibile di interferire con la specifica questione concernente le società pubbliche. La rilevanza della questione inerente l’assoggettabilità delle società pubbliche alle procedure concorsuali emerge, in particolare, se si ha riguardo alla consistenza e alla latitudine del fenomeno delle società a partecipazione pubblica, come risulta dai dati empirici disponibili. Sulla base dei dati rinvenibili dall’ultima relazione Istat, vi sono in Italia 7.757 organismi attivi (anche diversi dalle società) a partecipazione pubblica, con un totale di 953.100 addetti. Nell’ambito di questi organismi, constano circa 5.000 società a partecipazione pubblica (con netta prevalenza delle società partecipate da enti territoriali), con un numero complessivo di addetti ammontante alle 500.000 unità. Avendo riguardo alle sole società partecipate dagli enti territoriali, la relazione della Corte dei conti per l’anno 2015 individua circa 3.000 società che svolgono attività strumentali, a fronte di altre 1.700 che svolgono attività di servizio pubblico. Inoltre, la stessa relazione segnala che: sono 988 le società con numero di addetti inferiore ai membri del consiglio di amministrazione; 2.479 le società con numero di addetti inferiore a 20; 1.600 le società con valore della produzione inferiore al milione di euro; 984 le società con valore della produzione maggiore di un milione e inferiore a cinque milioni di euro. Ciò posto, emerge come nell’ampio novero delle società partecipate siano individuabili diversi modelli di società pubblica, collocabili idealmente lungo un segmento che ha per estremi, da un lato, la disciplina di diritto comune prevista dal Codice civile e, dall’altro lato, la disciplina propriamente pubblicistica cui sono soggetti gli enti autarchici e quelli territoriali. Nel mezzo, si collocano società a partecipazione pubblica che presentano una regolamentazione prevalentemente privatistica ovvero pubblicistica, con deroghe, di varia intensità, ad entrambe. Le peculiarità di tali diversi modelli si riverberano, di necessità, sul problema inerente l’assoggettabilità delle società pubbliche lato sensu intese alle procedure concorsuali Problema peculiare si pone con riferimento alle società in house, soprattutto nel caso in cui siano affidatarie di servizi pubblici; pochi dubbi, infatti, sussistono in ordine alla fallibilità di società partecipate da enti pubblici che esercitano in una logica di mercato attività commerciali. Con riferimento a tali società, dottrina e giurisprudenza appaiono divise tra un orientamento che fa leva sulla non alterità della società rispetto alla Pubblica Amministrazione ed un altro orientamento che, al contrario, si fonda sul principio generale della assoggettabilità alle procedure concorsuali delle imprese che abbiano assunto la forma societaria, iscrivendosi nell’apposito registro e quindi volontariamente assoggettandosi alla disciplina privatistica. La tesi si propone dunque di esaminare la nuova disciplina della crisi d’impresa delle società pubbliche quale punto d’incontro tra le esigenze pubblicistiche proprie delle finalità cui tali enti sono rivolti e le caratteristiche privatistiche della loro struttura, al fine di farne emergere i profili problematici ed ordinare in un quadro ricostruttivo le principali questioni poste dalla nuova disciplina, con particolare riferimento alle società in house e all’emananda complessiva riforma del diritto delle crisi d’impresa.
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GRAZIANO, MICHELE. "Soluzioni negoziali della crisi di impresa." Doctoral thesis, Università di Foggia, 2014. http://hdl.handle.net/11369/331734.

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Abstract:
ABSTRACT L’originario sistema fallimentare italiano era caratterizzato da una matrice prevalentemente sanzionatoria e punitiva. Il fallimento era percepito come evento socialmente squalificante ed esecrabile, cui porre rimedio sia con l'eliminazione dell’impresa fallita dal mercato che con la restrizione di alcuni diritti personali dell'imprenditore fallito. Il legislatore è intervenuto più volte per superare dette criticità, da un lato innovando la disciplina fallimentare, dall’altro introducendo nuove figure giuridiche nel campo delle soluzioni negoziali della crisi di impresa. Il concordato preventivo, ad esempio, è stato radicalmente modificato. Non vi sono più i requisiti di meritevolezza per l’accesso alla procedura e non vi sono più percentuali minime di soddisfacimento dei creditori. Il presupposto soggettivo è rappresentato dallo stato di crisi (e non necessariamente di insolvenza) e la proposta di concordato è libera e può prevedere la suddivisione dei creditori in classi con trattamento differenziato, nonché il pagamento parziale dei creditori privilegiati. Costituiscono frutto della menzionata innovazione legislativa i piani di risanamento (art. 67, terzo comma, lett. d) l. fall.), caratterizzati da un'esenzione dall’azione revocatoria fallimentare per gli atti, i pagamenti, e le garanzie concesse su beni del debitore posti in essere in esecuzione di un piano che appaia idoneo a consentire il risanamento dell'imprenditore in crisi. Ulteriore innovazione attiene all’introduzione della transazione fiscale (art. 182 ter l. fall.), una particolare procedura “transattiva” tra il Fisco ed il contribuente, esperibile in sede di concordato preventivo (art. 160 l. fall.) o di accordi di ristrutturazione dei debiti (art. 182 bis l. fall.). Essa costituisce una deroga al principio generale di indisponibilità e irrinunciabilità del credito tributario da parte dell’Amministrazione finanziaria, consentendo all’impresa che versa in uno stato di crisi di concordare con l’Erario, alle condizioni e nel rispetto dei limiti imposti dalla legge, una vera e propria operazione finanziaria di ristrutturazione dei debiti fiscali, sia privilegiati che chirografari, attraverso la fissazione di nuove scadenze più dilatate nel tempo (cd. transazione fiscale dilatatoria) oppure, nei casi di crisi finanziaria più grave, mediante una decurtazione del loro ammontare (cd. transazione fiscale remissoria). Nel medesimo alveo vanno inquadrati gli accordi di ristrutturazione dei debiti (art. 182 bis l.fall.), accordi che il debitore negozia e sottoscrive con i creditori rappresentanti almeno il 60% dei crediti. L’accordo deve essere accompagnato dalla relazione di un professionista in possesso dei medesimi requisiti previsti dall’art. 67 che ne attesti l'attuabilità e l'idoneità ad assicurare il regolare pagamento dei creditori che non prendono parte all'accordo. Una volta concluso, l’accordo viene pubblicato nel Registro delle Imprese e per i sessanta giorni successivi sono inibite le azioni cautelari ed esecutive sul patrimonio del debitore. L’istituto degli accordi di ristrutturazione dei debiti è stato inserito nel corpo della legge fallimentare in forza dell'art. 2, 1° co., del d.l. 14.3.2005, n. 35, conv. in l. 14.5.2005, n. 80, che ha introdotto l’art. 182 bis, destinato proprio alla disciplina di tali accordi. Da tempo nel sistema giuridico-economico era avvertita la necessità di una disciplina degli accordi stragiudiziali di ristrutturazione dei debiti, la cui adozione era invalsa nella prassi commerciale al fine di risolvere per via negoziale le crisi d'impresa, superando i rigidi formalismi della legge fallimentare del 1942, e superando anche le lentezze connesse alla gestione delle procedure fallimentari. Nel sistema della legge del 1942, non vi era spazio per un accordo sulla regolazione dell’insolvenza. Insolvenza e crisi d’impresa erano considerati profili patologici del sistema produttivo, da sottrarre al mercato e da affidare alla gestione dello Stato. Salva la possibilità di ricorrere al concordato preventivo, i concordati stragiudiziali vivevano “nella dimensione della riservatezza e del segreto”, strumentali a logiche di acquisizione di posizioni di prevalenza, in violazione al principio di parità di trattamento. Tutto ciò in aperta antitesi alle tendenze della legislazione comunitaria e alle istanze del mercato concorrenziale. Già sotto l’imperio della previgente legge fallimentare era emerso un corposo dibattito in ordine alla ammissibilità di un concordato stragiudiziale ed alla relativa idoneità di detto strumento a superare la crisi di impresa. La Suprema Corte si era espressa in senso estensivo, affermando la configurabilità di soluzioni amichevoli della crisi d’impresa. La Corte, peraltro, non si era limitata a una astratta presa di posizione, intervenendo altresì su specifiche questioni, quali la superfluità del consenso unanime dei creditori e la compatibilità del c.d. “pactum de non petendo” con lo schema dei concordati stragiudiziali. I dubbi avanzati in dottrina riguardavano, invece, l’esistenza di un presunto principio di tipicità delle soluzioni negoziali della crisi di impresa: unici mezzi utilizzabili dovevano considerarsi le c.d. procedure minori (amministrazione controllata e concordato preventivo). Ne conseguiva l’invalidità di concordati stragiudiziali, vuoi argomentando dal contrasto con l’art. 1322 c.c. (perseguendo detti accordi interessi non meritevoli di tutela secondo l’ordinamento) vuoi per contrasto con l’art. 1344 c.c. (considerando detti accordi come strumento di elusione della normativa propria del concordato preventivo e dell’amministrazione controllata). Sulla scorta del riferito orientamento giurisprudenziale, i concordati stragiudiziali si erano diffusi nella pratica degli affari, evidenziando tuttavia l’evidente inadeguatezza dell’allora vigente disciplina fallimentare, specie con riferimento alla insussistenza di regole su profili centrali dell’accordo: esenzione dalla revocatoria fallimentare degli atti esecutivi dell’accordo, prededucibilità dei crediti (specie della nuova finanza) in caso di successivo fallimento, regole per limitare i poteri dei creditori dissenzienti, disciplina della responsabilità derivante dalla concessione abusiva del credito, regolamentazione degli aspetti penalistici legati alla incriminazione per bancarotta preferenziale. Rimaneva aperto, peraltro, l’interrogativo di fondo: ci si chiedeva se le procedure concorsuali fossero davvero necessarie o se, invece, il mercato potesse trovare in se stesso la soluzione per gestire il fenomeno della crisi d’impresa, consentendo ad esempio alle banche, ai fornitori e ai finanziatori in genere, di regolamentare l’eventualità di una insolvenza futura dell’impresa. Proprio la necessità di superare i rischi connessi alla stipulazione degli accordi stragiudiziali di soluzione della crisi d’impresa ha indotto il legislatore del 2005 – il quale ha chiaramente manifestato la propria preferenza per una gestione tendenzialmente “privatistica” delle situazioni di crisi imprenditoriali – a introdurre una compiuta disciplina degli accordi di ristrutturazione dei debiti, così riconoscendone in via definitiva la legittimità ed il diritto di cittadinanza nel nostro ordinamento concorsuale. L’istituto degli accordi di ristrutturazione costituisce evidentemente un tentativo di tipizzazione della figura del concordato stragiudiziale. La scelta di politica legislativa, alla base dell’introduzione degli accordi di ristrutturazione, deriverebbe dalla constatazione dell’insuccesso delle tradizionali procedure fallimentari, caratterizzate dalle ben note rigidità e inefficienze, nonché dall’incapacità di soddisfare gli interessi che il mercato e le imprese ragionevolmente si attendono che vengano perseguiti nella soluzione delle crisi aziendali. Si tratta di una rilevante novità nell’ambito del sistema concorsuale, evidente espressione di un “favor” legislativo per la regolazione della crisi d’impresa mediante accordi stragiudiziali. La dottrina, con toni forse trionfalistici, ha discorso di superamento del “dogma dell’indisponibilità della gestione dell’insolvenza”. Dette affermazioni sono condivisibili, almeno quanto al valore simbolico dell’istituto. Esso rappresenta una metafora dell’evoluzione normativa, con abbandono del lemma della pretesa inammissibilità di accordi stragiudiziali (legato al contrasto con supposte finalità pubblicistiche) in favore della tutela dei valori aziendali e occupazionali, accompagnata dalla predisposizione di strumenti giuridici che favoriscano la tempestiva emersione della crisi d’impresa. Sotto un profilo più squisitamente dommatico, “si passa dal piano della “Haftung” (intesa come attuazione della responsabilità patrimoniale attraverso l’esecuzione collettiva concorsuale) al piano della “Schuld”, vale a dire della modifica del rapporto obbligatorio attraverso un atto di autonomia. Nell’ambito delle soluzioni negoziali della crisi d’impresa un ruolo peculiare è quello attribuibile al trust. Nel suo schema generale, il trust implica che un soggetto (detto disponente) trasferisca (con atto inter vivos o mortis causa) ad altro soggetto (detto “trustee”) la proprietà di uno o più beni, conferendogli l’incarico di utilizzare i medesimi (costituenti il patrimonio o “trust fund”) a vantaggio di un terzo soggetto (beneficiario, anche detto “beneficiary” o “cestui que trust”) o per il perseguimento di un dato scopo. Tutt’ora il trust rappresenta un “problema insoluto” per la nostra dottrina, data la portata fortemente derogatoria dell’istituto rispetto ai principi fondanti del diritto civile italiano. Pur sulla base di dette premesse, in letteratura detta figura ha trovato ampia eco, in ragione della duttilità dell’istituto. Il trust può bene essere utilizzato all’interno di una ristrutturazione stragiudiziale, ossia al di fuori di una procedura concorsuale tipica. Una prima ipotesi, ritenuta dai più meritevole di tutela, attiene all’utilizzo dell’istituto quale strumento negoziale scelto dall’imprenditore per la riduzione dell’esposizione debitoria dell’impresa, in vista della continuazione dell’attività. La dottrina ha discorso a riguardo di “trust protettivo” Anche la giurisprudenza ha avuto modo di affermare la legittimità di un simile costrutto «quando la segregazione di alcuni beni consente alla società in bonis di perseguire con un programma liquidatorio lo scopo di ottimizzare l’interesse dei beneficiari ovvero dei creditori, mettendo al riparo i beni stessi da iniziative individuali pur sempre ammissibili anche in costanza di liquidazione». Maggiori criticità possono rilevarsi con riferimento al c.d. “trust liquidatorio”, ossia al trust finalizzato alla liquidazione dell’intero patrimonio di una società per soddisfare i creditori sociali, non accompagnato da alcuna iniziativa volta a una ripresa dell’attività imprenditoriale o comunque al “salvataggio” dell’impresa, data la difficoltà di armonizzare l’istituto con i principi propri della liquidazione volontaria di diritto societario. L’utilizzo del trust presenta notevoli spunti anche come strumento negoziale “complementare” di una procedura concorsuale. In tal senso, nell’ambito della presente trattazione sono stati approfonditi i legami tra l’istituto “de quo” e la procedura fallimentare, il concordato preventivo, gli accordi di ristrutturazione. ABSTRACT The original Italian bankruptcy system was characterized by a predominance of punitive penalties and sanctions. Bankruptcy was perceived as a socially disqualifying and execrable event whose remedy was to remove the bankrupt company from the market and to restrict some of the bankrupt entrepreneur’s personal rights. The legislator has intervened several times to overcome these problems, on the one hand innovating the discipline, on the other introducing new features into the field of negotiated solutions. The preventive composition with creditors, for example, has undergone radical changes. There are no more merit requirements to access the procedure and there are no more minimum percentages of creditor satisfaction. The subjective requirement is represented by a state of crisis (and not necessarily of default), the request for composition is unrestricted and may contemplate the division of creditors into classes with different treatments as well as a partial payment of the secured creditors. Recovering plans (Article 67, third paragraph, letter d, l. fall.) are the result of the aforementioned legislative innovations. They are characterized by an exemption from the bankruptcy action to void acts, payments, and guarantees on the debtor’s assets executed according to the plan that appears suitable to rebalance the businessman in crisis. Another innovation concerns the introduction of a tax transaction (art.182 ter l. fall.), a special procedure between the Revenue and the taxpayer that can be filed during the preventive composition (Art. 160 l. fall.) or during the debt restructuring agreements (Article 182 bis l. fall.). It constitutes an exception to the general principle of unavailability and irrevocability of the tax credit from the financial administration, allowing the company that is in a state of crisis to stipulate with the tax authorities (under the conditions and within the limits imposed by law) a rescheduling of tax debts (both privileged and unsecured) by setting new deadlines dilated in time or in case of a more severe financial crisis through a curtailment of their amount. The debt restructuring agreements (Article 182 bis l. fall.) fall in the same trend. They are negotiated and subscribed by the debtor with the creditors who represent at least 60% of the credits. The agreement must be accompanied by the report of a professional (in possession of the same requirements considered in Article 67) attesting the viability and suitability to ensure regular payment of the creditors who did not take part in the agreement. Once concluded, the agreement is published in the Register of Companies and for the following sixty days precautionary and executive actions are inhibited on the debtor’s assets. Article 2, paragraph 1 of the d.l. 14.3.2005, n. 35 conv. in l. 14.5.2005, n. 80 introduced debt restructuring agreements in the body of the bankruptcy law by adding art. 182 bis, intended precisely to discipline such agreements. From a long time the legal-economic system felt the need for a discipline of extrajudicial debt restructuring agreements that had been adopted in practice to resolve company crisis through negotiation surpassing the rigid formalism of the 1942 Bankruptcy Law and also overcoming the delays produced by the management of bankruptcy proceedings. In the 1942 system there was no room for agreements on the regulation of insolvency. Insolvency and corporate crisis were considered pathological profiles of the production system that should be subtracted from the market and managed exclusively by the State. Except for the possibility to file for preventive composition, extrajudicial settlements lived “in the dimension of privacy and confidentiality,” instrumental to a logic of acquiring prevalence positions in breach of the principle of equal treatment. All in open contrast to the trends of EU law and to the demands of the competitive market. Already under the pre-existing bankruptcy law scholarship had started to discuss if extrajudicial composition was permissible and able to overcome the business crisis. The Supreme Court delivered extensive decisions, allowing the possibility of friendly solutions for business crisis. The Court, however, did not make an abstract stance, but spoke also on specific issues, such as the superfluity of unanimous creditor consent and the compatibility of the so-called “Pactum de non petendo” with the pattern of extrajudicial compositions. The doubts raised in scholarship concerned, however, the existence of an alleged principle of typicality of negotiated solutions for business crisis: allowing only the so-called minor procedures (controlled management and preventive composition). The invalidity of extrajudicial compositions followed: either by arguing in contrast with Article 1322 c.c. (since such agreements pursued interests not worthy of protection under the law) or in contrast with art. 1344 c.c. (considering such agreements as a means of circumventing the law). On the basis of the referred jurisprudence, the extrajudicial compositions had spread in the practice of business, however, emphasizing the obvious inadequacy of the then current bankruptcy rules, especially with reference to the absence of rules on central profiles of the agreement: exemption from the actions to void the executive acts of the agreement, pre-deducibility of credits (especially of new finance) in the event of subsequent failure, rules to limit the powers of the dissenting creditors, discipline of the liability arising from fraudulent lending, regulation of the criminal law aspects related to incrimination for preferential bankruptcy. However, the basic question remained open: were bankruptcy proceedings really necessary or instead could the market find by itself the solution to manage the phenomenon of corporate crisis? For example by allowing banks and suppliers and lenders in general, to regulate the possibility of a company’s future insolvency. The need to overcome the risks associated with the extrajudicial compositions has led the 2005 legislator – who clearly clearly expressed his preference for a “private law” management of business crisis situations – to introduce a complete discipline of debt restructuring agreements, thus recognizing definitively their legitimacy and their right of citizenship in our bankruptcy system. Restructuring agreements constitute clearly an attempt of typing the figure of extrajudicial compositions. The choice of legislative policy behind the introduction of restructuring agreements derives from the observation of the failure of traditional bankruptcy procedures characterized by the well-known rigidities and inefficiencies, as well as the inability to meet the interests reasonably expected by the market and businesses in solving corporate crisis. This important new part of the bankruptcy system is a clear expression of a legislative “favor” for the regulation of business crises through extrajudicial agreements. Scholarship, perhaps using triumphant tones discussed the surpassing of the “dogma of the unavailability of insolvency management”. These statements can be maintained, at least for what concerns the symbolic value of the institution. It is a metaphor for the legislation changes, with abandonment of the lemma of the alleged inadmissibility of extrajudicial agreements (related to the contrast with a supposed public purpose) in favour of the protection of business and employment values accompanied by the preparation of legal instruments that promote the timely emergence of business crisis. In a purely dogmatic perspective, “one passes from the level of ‘Haftung’ (understood as the implementation of financial liability by performing collective bankruptcy proceedings) to the level of ‘Schuld’, i.e. changing the obligatory relation through an act of autonomy.” Among the negotiated solutions to business crisis the trust has a peculiar role. In its general outline, a trust implies that a person (called the settlor) transfers (by an act inter vivos or mortis causa) to another person (called the “trustee”) the ownership of one or more assets, giving him the task to use the same (constituting the assets or “trust fund”) for the benefit of a third party (the beneficiary, also known as “beneficiary” or “cestui que trust”) or for the pursuit of a given goal. Today the trust is still an “unsolved problem” for our scholarship, given that its scope is strongly derogatory of the founding principles of Italian civil law. Even on the basis of these assumptions, scholarship has given great attention to the figure due to its ductility. The trust may well be used within an extrajudicial restructuring, i.e. outside typical bankruptcy proceedings. A first hypothesis, from many considered deserving of protection, relates to the use of the institution as a negotiation tool chosen by the entrepreneur for the reduction of the company’s debt in view of the continuation of the activity. Scholarship qualified it as “protective trust”. Even the courts have ruled on the legality of such a construct “when the segregation of certain assets allows the company in bonis to pursue with a dismissive program the aim of optimizing the interest of the beneficiaries or creditors, by protecting such assets from individual initiatives still eligible during the liquidation.” More criticalities can be observed with reference to the so-called “liquidating trust” aimed at the liquidation of all the company assets to satisfy the social creditors, without any initiative aimed at a business resumption or at least to “rescue” the company, given the difficulty to harmonize the institute with the company law principles of voluntary liquidation. The use of trusts is a remarkable “complementary” negotiation tool in bankruptcy proceedings. In this sense, the dissertation addresses the ties between the institute “de quo” and bankruptcy proceedings, preventive composition with creditors, and restructuring agreements.
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PROSPERETTI, LAURA. "Crisi della società e trasformazione omogenea." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2009. http://hdl.handle.net/2108/949.

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Abstract:
L’oggetto del presente studio è rappresentato dall’analisi della trasformazione societaria in presenza di crisi economico-patrimoniali che possono sfociare anche in procedure concorsuali o nella liquidazione del soggetto giuridico. La scelta di prendere in analisi la trasformazione nella crisi, di qualunque tipo essa sia, è dovuta alla volontà di trovare soluzioni a problemi pratici di notevole rilievo, ma anche di indagare la natura giuridica della trasformazione attraverso la verifica dei limiti scaturenti dalla necessità di salvaguardare interessi terzi rispetto a quello della società. Il Leitmotiv è, dunque, costituito dal rapporto tra l’interesse sociale realizzabile attraverso la trasformazione e gli interessi terzi coinvolti nella crisi della società, e dalla verifica se la trasformazione possa effettivamente definirsi un’operazione meramente continuativa e tendenzialmente neutrale rispetto ai terzi, un mero mutamento di veste giuridica. Tale obiettivo della ricerca è perseguito attraverso l’individuazione degli interessi coinvolti nel fenomeno della crisi della società e la verifica della loro realizzabilità (o lesione) attraverso lo strumento della trasformazione. La trattazione è incentrata sulle varie ipotesi di trasformazione omogenea (da e in società di capitali, in e da società di persone e trasformazioni interne alle due categorie), che sono esaminate segnalando, di volta in volta, in quale tipo di trasformazione il problema si è posto più spesso in passato, o, in ipotesi, si potrebbe porre con maggiore verosimiglianza. Per prima cosa vengono individuati i possibili scopi della trasformazione di società in crisi, al fine di chiarire le ragioni economiche della scelta di compiere un simile atto organizzativo e di comprendere in quali casi la trasformazione possa favorire tutti o solo alcuni degli interessi coinvolti. L’indagine prosegue con la verifica dei limiti della trasformazione di società in una situazione di crisi, che non abbia condotto all’apertura di una procedura concorsuale. A tale scopo sono presi in esame essenzialmente i profili patrimoniali della trasformazione omogenea sia evolutiva che regressiva. In secondo luogo si analizza il problema dell’assoggettabilità a procedura concorsuale di società trasformata o nel corso della trasformazione e degli effetti peculiari che ne derivano, soprattutto nei confronti dei soci illimitatamente responsabili. Si passa, poi, all’esame del fenomeno della trasformazione di società sottoposta a procedura concorsuale e dei relativi problemi: dalla persistenza del fallimento come causa di liquidazione della società alla trasformabilità di società in liquidazione; dai problemi relativi alla valutazione di compatibilità della trasformazione, alle questioni in tema di recesso del socio e di danno da trasformazione.
Topic of this study is the analysis of the conversion of corporations (i.e. change of the legal form, under which the business is run) during an economic crisis, which can lead them to bankruptcy procedures or to the dissolution of the legal entity. The choice to analyze conversion during a crisis of any kind is due to the will to solve relevant problems, which have arisen in practice, and also to look into the legal nature of conversion by means of the identification of its boundaries due to the need to safeguard third parties’ interests. The main theme of this work can be found in the analysis of the relationship between the company’s interest, which can be satisfied through a conversion, and third parties’ interests, which are involved in the company’s crisis, and of the related problem whether conversion can be defined or not as a merely continuative and neutral operation, a mere change of legal vest. This scope of the research is pursued through the identification of the interests involved in the phenomenon of a company’s crisis and the analysis of the possibility to satisfy or harm them through a conversion. The work examines all hypothesis of “homogeneous” conversion (i.e. from and into a stock or limited liability company or a different kind of company and from and into a partnership or a different kind of partnership), highlighting, each time, which problem has already occurred and which one could arise in the future, with regard to each case of conversion. First of all, attention is given to the potential target of a conversion of companies going through a crisis, to clarify the economic reasons of the choice to perform such an organizational operation and to understand in which cases a conversion could favour all or only some of the interests involved in the crisis of a business. The study continues with the identification of the boundaries of the conversion, when the crisis has not yet led to the opening of a bankruptcy procedure or to the dissolution of the legal entity. For this purpose, the analysis is based on asset-related issues of conversion, both in case of conversion into a more complex entity and in case of a conversion and into a simpler one. Furthermore, this work examines the issues arising from the opening of a bankruptcy procedure after the conversion and the particular effects that descend from these circumstances. The final part of the study considers the conversion of a company which is already subject to a bankruptcy procedure and the related issues: from the dissolution of the company caused by the bankruptcy procedure to the conversion of a dissolved company; from the issues risen by the evaluation of compatibility with the bankruptcy procedure to the problems coming from the withdrawal of participants and from the claim for damages in case of invalid conversion.
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Castronuovo, Andrea Filippo. "Crisi economica e principio di legalità." Doctoral thesis, Università di Catania, 2014. http://hdl.handle.net/10761/1512.

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Abstract:
I principi del diritto amministrativo, nell'attuale contesto storico-economico, segnato dalla crisi economica mondiale, lungi dal connotarsi in termini di immutabilità, vivono una fase di ridefinizione. Ciò è particolarmente vero nel caso del principio di legalità. Esigenze finanziarie e di conservazione di un'impostazione "sostanziale", oggi si contrappongono, con una tendenziale prevalenza, anche in seno al diritto vivente, delle prime sulle seconde: una sorta di "legalità dell'emergenza economica" e - sul piano della forma di Stato - uno "Stato a prestazioni minime".
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Mazza, Marilisa <1986&gt. "Iva: crisi europea ed esperienza sammarinese." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/7196/1/MAZZA_MARILISA_TESI.pdf.

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Abstract:
«I felt that the time had come to have a fresh look at the European VAT system. There were indeed a number of reasons which in my view justified taking this step»: da queste parole del Commissario Europeo Algirdas Šemeta trae ispirazione tale ricerca che ha l’obiettivo di ripercorrere, in primo luogo, le ragioni che hanno portato alla creazione di una imposta comunitaria plurifase sui consumi, ed in secondo luogo, i motivi per cui oggi è necessario un ripensamento sul tema. Le spinte ammodernatrici provengono anche dagli stessi organismi europei, che sono impegnati da anni in discussioni con gli Stati membri per arrivare alla definizione di una normativa che riesca a disegnare un sistema snello ed efficiente. Il primo importante passo in tale direzione è stato effettuato dalla stessa Commissione europea nel 2010 con l’elaborazione del Libro Verde sul futuro dell’IVA, in cui vengono evidenziati i profili critici del sistema e le possibili proposte di riforma. L’obiettivo di dare origine ad un EU VAT SYSTEM in grado di rendere la tassazione più semplice, efficace, neutrale ed anti frode. In questo lavoro si intendono sottolineare i principali elementi critici della normativa IVA comunitaria, ideando anche le modifiche che potrebbero migliorarli, al fine di creare un’ipotesi normativa capace di essere un modello ispiratore per la modifica del sistema di imposizione indiretta esistente nella Repubblica di San Marino che ad oggi si trova a doversi confrontare con una imposta monofase alle importazioni anch’essa, come l’IVA, oramai in crisi.
«I felt that the time had come to have a fresh look at the European VAT system. There were indeed a number of reasons which in my view justified taking this step»: these words of the EU Commissioner for Taxation and Customs Union Algirdas Šemeta inspired this research that aims to examine, first, the reasons that led to the creation of a common multi-phase tax on consumption, and secondly, why today we need to rethink this issue. Pressures to modernize come even by European organizations, who are engaged for years in discussions to reach the definition of a legislation that is able to draw an efficient tax system. The first important step in this direction was made by the European Commission itself in 2010 with the drafting of the Green Paper on the future of VAT, which highlights the critical profiles of the system and possible reform proposals. The objective is to adopt an EU VAT SYSTEM able to make taxation more simple, effective, neutral and anti-fraud. In this research the aim is to highlight the main critical aspects of the Community VAT rules, highlighting also changes that could improve them in order to create a legislation capable of being a model for changing the existing system of indirect taxation in the Republic of San Marino that today is faced with a single-phase tax on imports that is, like VAT, now in crisis.
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Mazza, Marilisa <1986&gt. "Iva: crisi europea ed esperienza sammarinese." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/7196/.

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Abstract:
«I felt that the time had come to have a fresh look at the European VAT system. There were indeed a number of reasons which in my view justified taking this step»: da queste parole del Commissario Europeo Algirdas Šemeta trae ispirazione tale ricerca che ha l’obiettivo di ripercorrere, in primo luogo, le ragioni che hanno portato alla creazione di una imposta comunitaria plurifase sui consumi, ed in secondo luogo, i motivi per cui oggi è necessario un ripensamento sul tema. Le spinte ammodernatrici provengono anche dagli stessi organismi europei, che sono impegnati da anni in discussioni con gli Stati membri per arrivare alla definizione di una normativa che riesca a disegnare un sistema snello ed efficiente. Il primo importante passo in tale direzione è stato effettuato dalla stessa Commissione europea nel 2010 con l’elaborazione del Libro Verde sul futuro dell’IVA, in cui vengono evidenziati i profili critici del sistema e le possibili proposte di riforma. L’obiettivo di dare origine ad un EU VAT SYSTEM in grado di rendere la tassazione più semplice, efficace, neutrale ed anti frode. In questo lavoro si intendono sottolineare i principali elementi critici della normativa IVA comunitaria, ideando anche le modifiche che potrebbero migliorarli, al fine di creare un’ipotesi normativa capace di essere un modello ispiratore per la modifica del sistema di imposizione indiretta esistente nella Repubblica di San Marino che ad oggi si trova a doversi confrontare con una imposta monofase alle importazioni anch’essa, come l’IVA, oramai in crisi.
«I felt that the time had come to have a fresh look at the European VAT system. There were indeed a number of reasons which in my view justified taking this step»: these words of the EU Commissioner for Taxation and Customs Union Algirdas Šemeta inspired this research that aims to examine, first, the reasons that led to the creation of a common multi-phase tax on consumption, and secondly, why today we need to rethink this issue. Pressures to modernize come even by European organizations, who are engaged for years in discussions to reach the definition of a legislation that is able to draw an efficient tax system. The first important step in this direction was made by the European Commission itself in 2010 with the drafting of the Green Paper on the future of VAT, which highlights the critical profiles of the system and possible reform proposals. The objective is to adopt an EU VAT SYSTEM able to make taxation more simple, effective, neutral and anti-fraud. In this research the aim is to highlight the main critical aspects of the Community VAT rules, highlighting also changes that could improve them in order to create a legislation capable of being a model for changing the existing system of indirect taxation in the Republic of San Marino that today is faced with a single-phase tax on imports that is, like VAT, now in crisis.
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Bibaj, Egi <1988&gt. "La crisi economica e finanziaria greca." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2336.

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Abstract:
Dal luglio 2007 il mondo si trova ad affrontare la crisi finanziaria più grave e più dirompente dal 1929. Scoppiata inizialmente negli Stati Uniti la crisi si è estesa a tutto il mondo, approfondendosi ed aggravandosi. Si è dimostrata altamente contagiosa e complessa, propagandosi rapidamente a vari segmenti di mercato e a vari paesi. I governi e le banche centrali in tutto il mondo hanno adottato diversi provvedimenti per cerare di migliorare la situazione economica e ridurre i pericoli sistematici. Nel primo capitolo ho affrontato il tema dell’evoluzione della crisi, tappa per tappa. Esplicherò dove e come nasce: crisi subprime degli USA; la sua evoluzione: crisi finanziaria; il suo propagarsi: crisi del debito sovrano. Poi proseguo con una veloce veduta di quelli che sono i PIGS. Nel secondo capitolo affronto quella che è l’evoluzione del sistema economico e politico della Grecia, toccando l’evoluzione storica del suo Debito Pubblico e le manovre adottate per scongiurare la grave crisi finanziaria. Proseguendo con la spiegazione di come la crisi ha intaccato l’economia greca: i fattori e le caratteristiche. Nel terzo capitolo esplico le manovre adottate al livello europeo al fine di tutelare la moneta unica e continuare ad ottenere fiducia dai mercati finanziari. Affronto per cui anche la questione: verso l’unione fiscale o verso il collasso dell’euro?
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Campagnaro, Nicolo' <1983&gt. "Il Fair Value nell'era della crisi." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2939.

Full text
Abstract:
La tesi intraprenderà un percorso volto alla comprensione delle posizioni a sfavore e successivamente a favore della cosiddetta Fair Value Accounting che durante l'era della crisi è salita, suo malgrado, sul banco degli imputati. Il prosieguo logico sarà quello di analizzare le iniziative intraprese da parte degli accounting standard setter relative ai progetti dell'IFRS 9 - Financial Instruments - e dell'IFRS 13 - Fair Value Measurements - che saranno resi obbligatori a partire dai prossimi anni.
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Orsini, Daniele <1983&gt. "Le varie versioni della crisi libica." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/11933.

Full text
Abstract:
Il presente lavoro intende focalizzarsi sulle modalità con cui l’attuale crisi libica è narrata ed analizzata dai suoi stessi protagonisti (Consiglio Presidenziale, istituzioni della Libia orientale ed il campo islamista) e dai mezzi di comunicazione locali e panarabi. Dopo aver fornito in breve il contesto storico della Libia dalla caduta del regime di Gheddafi ad oggi, la ricerca analizzerà dapprima i comunicati in lingua araba dei protagonisti di questa crisi, soffermandosi principalmente sulla terminologia da loro impiegata per descrivere se stessi e le fazioni rivali, ma anche sullo stile utilizzato da ognuno di essi. Successivamente, si passerà ad analizzare un campione di media in lingua araba, locali ed internazionali, per osservare come i loro vari orientamenti (a favore dell’una o dell’altra fazione) li spinga a raccontare gli stessi avvenimenti in maniera a volte diametralmente opposta o a soffermarsi su alcuni eventi tralasciandone o sminuendone altri. Si cercherà, tuttavia, anche di individuare quei mezzi di comunicazione che cercano, viceversa, di mantenere una certa neutralità.
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Mistruzzi, Umberto <1991&gt. "Vitaliano Brancati: la crisi dei personaggi." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16328.

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Abstract:
La tesi tratta un aspetto condiviso da tutti i personaggi dei romanzi di Vitaliano Brancati: un disordine a livello individuale che si concretizza in una difficoltà a rapportarsi con la realtà circostante. Tale disordine può essere tanto un momento di crisi individuale che mette in discussione la visione del mondo del personaggio quanto derivare da uno squilibrio di valori innato e causare un’incapacità nella comprensione della realtà.
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Galeotti, Elisabetta <1994&gt. "Indici di bilancio nella crisi d'impresa." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/18434.

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Abstract:
Il Codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza, pubblicato il 12 gennaio 2019 ha l’obiettivo di riorganizzare ed innovare la disciplina delle procedure concorsuali. In un contesto di impresa è fondamentale essere in grado di riconoscere e percepire una crisi aziendale. Tra le novità più rilevanti vi è l’introduzione di un regime di allerta incaricato di individuare preventivamente una potenziale crisi e di prevenire casi di default, attraverso una maggiore responsabilizzazione del debitore e degli organi di governance. A tale fine il CNDCEC ha elaborato degli appositi indici, suddivisi anche per attività, che permettono di identificare le imprese in grado di non sostenere i propri debiti e prive di continuità aziendale. Tali indicatori talvolta possono non essere sufficienti a rappresentare in modo adeguato la situazione aziendale. Il CNDCEN ha pertanto inserito la possibilità di utilizzare ulteriori indici, con idonea spiegazione nella Nota Integrativa, nel caso questi ultimi siano ritenuti più adeguati.
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Bolgan, Erica <1998&gt. "Indicatori e cause della crisi d'impresa." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21975.

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Abstract:
Oggi più che mai, le imprese si trovano a dover affrontare situazioni di crisi, a causa dell’instabilità che ha coinvolto il nostro Paese nell’ultimo periodo. In questa situazione di incertezza le imprese si sono indebolite e hanno dovuto affrontare, in un panorama emergenziale, dissesto ed insolvenza. Per questi motivi viene messa in discussione la capacità dell’azienda di continuare a svolgere la sua attività, mettendo in dubbio il presupposto di continuità aziendale che rappresenta uno dei principi per la redazione del bilancio d’esercizio. L’obiettivo del primo capitolo è quello di sviluppare tale tematica sia a livello di normativa civilistica che internazionale, nonché secondo i principi di revisione e i decreti attuati per far fronte alla mancanza di tale elemento a causa della crisi sanitaria da Covid-19. Le difficoltà che sorgono fanno convergere inevitabilmente verso un unico concetto ossia la crisi di impresa. L’obiettivo dell’elaborato è quello di analizzare tale fenomeno concentrandosi in particolar modo sulle novità in tema di Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza, fornendo anche delle testimonianze su come le imprese abbiano affrontato tale situazione. Nell’ultimo capitolo, si è voluto dare importanza alla capacità di saper valutare lo stato di “salute” delle imprese, che grazie a degli strumenti appositi possono essere in grado di identificare in modo tempestivo eventuali segnali di allerta per evitare di incorrere in una potenziale crisi.
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DE, ROSA CORRADO. "IL FINANZIAMENTO ALLE IMPRESE IN CRISI." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2015. http://hdl.handle.net/2434/282730.

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Abstract:
The subject of the analysis relates the liabilities against the banks arising from the lending to companies in economic distress or default ("concessione abusiva di credito"). Traditional doctrines, from France and Belgium, affirmed that the bank should be considered liable for the damages caused to the creditors of the company. This claim is based on the principle of entrust and deceptive appearance: the creditor negotiates with the company, and trusts the company's solvency, because the bank funded (and keeps on founding) it. Italian courts (see also Cassazione Sezioni Unite 7029-7030-7031/2006) followed the above mentioned interpretation, but determined that the creditor's claim is personal: the bank cannot be sued by the official receiver ("curatore fallimentare"). As a consequence of the above, banks are actually immune from any claim: single creditors do not have the power and information needed to prove the liability. “Concessione abusive del credito”, under this interpretation, is a rigid and limited tort. Some Authors suggested that the banks, in case of negligent lending, can be considered as shadow directors - interfering in the company's decisions - and can be sued by the official receiver ("curatore fallimentare") for the damages caused to the company itself. This analysis explores another solution, resulting from recent studies in Germany (H. KÖTZ, Vertragsrecht, Tübingen, 2009) and Italy (C. MIGLIO, L’autonomia privata nel rapporto di finanziamento bancario, Giust. Civ. 2013, 9, p. 473). Briefly, under this different interpretation, the bank's loan granted to companies defaulted and/or in distress, should be considered void. This different solution considers the “concessione abusive di credito” a threat to economic public order, generating negative externalities. Italian Constitution states that economic initiatives (“iniziativa economica”) cannot be contrary to public social utility (art. 41 co 2) – and bank law declares that the bank is obliged to a safe and prudent lending (art. 5 T.U.B.). As a consequence of the above mentioned second interpretation, the banks lose every guarantee, mortgage and surety securing the relevant loans; furthermore the banks can be sued by “curatore fallimentare” for precontractual liability (art. 1338 c.c.): if someone does not disclose the voidness of a contract (that he knows or should know that it is void) the other part shall be compensated of the relevant damages suffered. The last step of the analysis regards loan agreements executed in the framework of a restructuring procedure. Italian bankruptcy law has developed in the last 10 years three different restructuring procedures: “piani di risanamento” (art. 67 l.fall.), “concordato preventivo” (art. 160 l.fall.) and “accordi di ristrutturazione dei debiti” (art. 182-bis l.fall.). According to the prevailing doctrine, in the context of a restructuring procedure, the bank cannot be considered liable of “concessione abousiva di credito”: the relevant loan agreement is promoted and fostered by Italian law. But under an economic analysis of such law, a “no liability” rule is inefficient: the bank could avoid any credit rating and investigation on the condition of the company, allocating the default risk on the other creditors. We suggest that Italian law’s “favor” should be valued in considering bank’s malice or negligence. Only when the lender knows (or should have known) that the turnaround plan was inconsistent, he should be asked for compensation by the creditors. In this perimeter, the contract should be usually considered enforceable: Italian law encourages lending during the turnaround procedures – the contract is not contrasting economic public order, but it can be the base of a compensation plea.
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CAGLIONI, LORENZO. "GENERAZIONE HIPSTER. LA SUBCULTURA DELLA CRISI." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2020. http://hdl.handle.net/10280/75454.

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Abstract:
Il testo si propone presentare i significati che il concetto di “hipster” dischiude nel contesto storico-sociale contemporaneo. Riferito a formazioni (sub)culturali e a stili di vita alternativi che si insediano in ambienti urbani specifici (quartieri hipster), ma al contempo veicolo di estetiche diffuse su scala globale, l’hipsterismo contemporaneo viene studiato qui per la prima volta con un approccio empirico, che si propone di andare al di là della comune accezione negativa del termine. Per questo sono stati pertanto interpellati i diretti interessati. Nella ricerca si indaga da un lato il rapporto fra i giovani hipster e l’etichetta che spesso li descrive (o scredita), usando il caso dell’hipsterismo per riflettere sul tema più generale del rifiuto delle etichette nei processi di identificazione e riconoscimento contemporanei, in un’atmosfera culturale dove la promozione del soggetto spesso è a rischio di derive individualistiche. Dall’altro mi sono proposto di esplorare i contenuti espressi nella cultura materiale, nelle pratiche sociali e nello stile di vita dei giovani hipster. In particolare, ho messo in relazione questo fenomeno socioculturale con il tema della crisi dell’Occidente contemporaneo: una crisi che è stata di natura economica ma anche culturale, e ho posto l’accento sulle risposte che, attraverso il citazionismo espressivo, le pratiche di riuso e la sensibilità al tema della sostenibilità valorizzano - non senza evidenti contraddizioni - atteggiamenti orientati alla sobrietà all’interno dei quartieri hipster.
The text aims to present the meaning that the concept of "hipster" has in a contemporary historical and social context. Referring to (sub) cultural formations and alternative lifestyles that settled in specific urban environments (hipster neighborhoods), but at the same time looking at widespread aesthetics, contemporary hipsterism is studied here for the first time with an empirical approach, which aims to go beyond the common negative meaning of the term. For this reason, there are interviews with actual hipsters. The research investigates on the one hand the relationship between young hipsters and the label that often describes them (or discredits them), using the case of hipsterism to reflect on the more general topic of refusing labels in contemporary identification and recognition processes, in a cultural atmosphere where the promotion of the subject is often at the risk of individualistic drifts. On the other hand, it explores material culture, social practices, and the lifestyles of young hipsters. In particular, I related this socio-cultural phenomenon to the theme of the crisis of the contemporary West: a crisis that was economic but also cultural. I underlined the responses that enhance, not without contradictions, attitudes oriented to sobriety within the hipster neighborhoods, through “expressive quotationism”, practices of reuse and sensitivity to the theme of sustainability.
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CAGLIONI, LORENZO. "GENERAZIONE HIPSTER. LA SUBCULTURA DELLA CRISI." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2020. http://hdl.handle.net/10280/75454.

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Abstract:
Il testo si propone presentare i significati che il concetto di “hipster” dischiude nel contesto storico-sociale contemporaneo. Riferito a formazioni (sub)culturali e a stili di vita alternativi che si insediano in ambienti urbani specifici (quartieri hipster), ma al contempo veicolo di estetiche diffuse su scala globale, l’hipsterismo contemporaneo viene studiato qui per la prima volta con un approccio empirico, che si propone di andare al di là della comune accezione negativa del termine. Per questo sono stati pertanto interpellati i diretti interessati. Nella ricerca si indaga da un lato il rapporto fra i giovani hipster e l’etichetta che spesso li descrive (o scredita), usando il caso dell’hipsterismo per riflettere sul tema più generale del rifiuto delle etichette nei processi di identificazione e riconoscimento contemporanei, in un’atmosfera culturale dove la promozione del soggetto spesso è a rischio di derive individualistiche. Dall’altro mi sono proposto di esplorare i contenuti espressi nella cultura materiale, nelle pratiche sociali e nello stile di vita dei giovani hipster. In particolare, ho messo in relazione questo fenomeno socioculturale con il tema della crisi dell’Occidente contemporaneo: una crisi che è stata di natura economica ma anche culturale, e ho posto l’accento sulle risposte che, attraverso il citazionismo espressivo, le pratiche di riuso e la sensibilità al tema della sostenibilità valorizzano - non senza evidenti contraddizioni - atteggiamenti orientati alla sobrietà all’interno dei quartieri hipster.
The text aims to present the meaning that the concept of "hipster" has in a contemporary historical and social context. Referring to (sub) cultural formations and alternative lifestyles that settled in specific urban environments (hipster neighborhoods), but at the same time looking at widespread aesthetics, contemporary hipsterism is studied here for the first time with an empirical approach, which aims to go beyond the common negative meaning of the term. For this reason, there are interviews with actual hipsters. The research investigates on the one hand the relationship between young hipsters and the label that often describes them (or discredits them), using the case of hipsterism to reflect on the more general topic of refusing labels in contemporary identification and recognition processes, in a cultural atmosphere where the promotion of the subject is often at the risk of individualistic drifts. On the other hand, it explores material culture, social practices, and the lifestyles of young hipsters. In particular, I related this socio-cultural phenomenon to the theme of the crisis of the contemporary West: a crisis that was economic but also cultural. I underlined the responses that enhance, not without contradictions, attitudes oriented to sobriety within the hipster neighborhoods, through “expressive quotationism”, practices of reuse and sensitivity to the theme of sustainability.
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Ribon, Elia <1996&gt. "Il turismo e l’informazione mediatica in Italia come termometri delle crisi: confronto tra la crisi finanziaria del 2008 e la crisi economica derivante dalla pandemia Covid-19." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/20827.

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Abstract:
L’analisi sarà rivolta al confronto tra la crisi finanziaria del 2008 e la crisi economica del 2020 in Italia, rispetto ai dati dei principali Paesi occidentali (Europa, USA), utilizzando come parametri in primo luogo un’analisi quantitativa sulle conseguenze sul turismo italiano in termini di presenze e arrivi (dati Istat e Banca d’Italia), in secondo luogo l’andamento dell’informazione mediatica durante le crisi e le reazioni di ricerca online della popolazione. Quest’ultimo parametro verrà analizzato tramite interrogazione di query al database open source Media Cloud per la crisi pandemica, il quale permette di analizzare le principali fonti di informazione online (giornali, blog, siti di informazione) sull’argomento in oltre cento paesi (tra i quali l’Italia), estrarre i termini più utilizzati, mappare la rete di argomenti e tracciare l’interesse, per capire come sia cambiata la narrazione nel tempo. Per studiare le reazioni delle persone, l’analisi verrà condotta su dataset open source di Twitter e su dati Google Trends.
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Fabris, Andrea Angelo <1996&gt. "L'analisi della crisi energetica degli anni ''70 a confronto con la crisi in corso nell'ultimo triennio (2020-2022)." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21910.

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Abstract:
- Descrizione e confronto del contesto della crisi degli anni '70 con quello odierno; - Sviluppo dell'analisi delle politiche economiche, dei fattori e comportamenti del mercato, nei due periodi; - Conseguenze delle crisi energetiche; - Possibili soluzioni proposte nello scenario nazionale ed internazionale.
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ZINNO, MARIA. "La responsabilità dell'amministratore nella s.p.a. in crisi." Doctoral thesis, Luiss Guido Carli, 2015. http://hdl.handle.net/11385/200974.

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Abstract:
International financial and economic crisis has recently enhanced the debate about powers, duties, and responsibilities of company’s directors in coping with default. The topic is systematically connected not only with Company Law and Corporate Governance matters but also with Bankruptcy Law and crisis management tools. Moving from a brief overall framework about directors’ general duties, the dissertation focuses on default’s consequences on director’s role in Corporate Governance and related effects on business judgment and management. The analysis deals with different issues regarding directors’ responsibility for having caused or aggravated default, for having failed in promptly and effectively perceiving crisis’ signals, or for not having adequately overcome the collapse. Further, the study refers to some questions more closely related to directors’ liability in insolvency proceedings, pointing out different opinions in interpretation and case law, especially about requirements, burden of proof and damages. In a comparative perspective, the work also outlines the debate about UK wrongful trading, introduced in the UK Insolvency Act 1986 and quoted in EU Commission’s 2003 Action Plan, considering main peculiarities and weak points of such discipline. Finally, taking into account that Italian law does not arrange specific alert and prevention tools, the research offers a reflection on the opportunity of creating a system based on diligence and good sense that, moving from the current set of rules and respecting liability’s general regime, could set up an effective protection against default’s mismanagement.
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La, Valle Paolo <1984&gt. "Raccontare la storia al tempo delle crisi." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/7080/1/La_Valle_Paolo_Tesi.pdf.

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Abstract:
La ricerca analizza il tema della relazione tra storia e narrazione nella letteratura degli ultimi quindici anni in tre contesti nazionali: Italia, Spagna e Portogalo. Per indagare un campo così vasto si sono identificate tre direttrici principali connesse tra loro, coincidenti con tre "crisi": la crisi del rapporto tra letteratura e mercato, la crisi del concetto di verità e la crisi dello stato nazione. Attraverso le riflessioni sul postmoderno (Lyotard, Jameson Hutcheon) e l’analisi di Bourdieu si indaga il rapporto tra mercato e autore letterario, facendo particolare riferimento ai percorsi letterari di Rafael Chirbes, Mia Couto e Wu Ming. Il tema della forma letteraria è invece letto atttraverso le analisi di Hutcheon e analizzando i testi di Helder Macedo (Pedro e Paula), Isaac Rosa (¡Otra maldita novela sobre la guerra civil!) e Tommaso De Lorenzis-Guido Favale (L’aspra stagione). La crisi del concetto di verità viene analizzata alla luce del dibattito sulla storiografia nella seconda metà del Novecento. In particolare si evidenzia la tensione tra Hayden White e Carlo Ginzuburg. Per evidenziare come le relazioni di potere influenzino la narrazione della storia si fa inoltre riferimento alle analisi di Michel Foucault, Michel de Certeau, Stephen Greenbaltt e Gayatri Spivak. Si analizzano quindi Anatomía de un instante, di Javier Cercas, Romanzo criminale, di Giancarlo de Cataldo e As três vidas, di João Tordo. Infine ci si riferisce alla crisi dello stato-nazione individuando una tensione tra le analisi di György Lukács e Franco Moretti, e allargando la riflessione agli studi sociologici di Immanuel Wallerstein e Saskia Sassen. Inoltre, attraverso i testi di Benedict Anderson, Homi B. Bhabha, José Saramao e Eduardo Lourenço si articola una riflessione sull’immaginario politico nazionale. I testi analizzati sono Victus, di Albert Sánchez Piñol, Pro Patria, di Ascanio Celestini e A voz da terra di Miguel Real.
The research arises from the issue of the relationship between history and narrative in the literature of the last fifteen years in three national contexts: Italy, Spain and Portugal. In order to investigate such a wide-spreading field, three intertwined main guidelines have been identified, coinciding with three "crisis". Through reflections on postmodernism (Lyotard, Jameson Hutcheon) and the analysis of Bourdieu, the relationship between market and literary author has been explored, with particular reference to the literary trail of Rafael Chirbes, Mia Couto and Wu Ming. The theme of the literary form was instead investigated by referring to the analyses of Hutcheon and taking into account the texts by Helder Macedo (Pedro e Paula), Isaac Rosa (¡Otra maldita novela sobre la guerra civil!) and Tommaso De Lorenzis-Guido Favale (L’aspra stagione). The crisis of the concept of truth is evaluated with regard to the debate on historiography. In particular, the tension between Hayden White and Charles Ginzuburg has been highlighted. As to provide a deeper understanding of how power relations influence the narrative of the story, the analyses performed by Michel Foucault, Michel de Certeau, Stephen Greenbaltt and Gayatri Spivak are taken into account. Javier Cercas’ Anatomía de un instante, Giancarlo de Cataldo’s Romanzo criminale and João Tordo’s As três vidas are therefore examinated. Lastly, the crisis of the nation-state is taken into consideration by identifying a tension between the analysis of György Lukács and the ones of Franco Moretti, and widening the reflection to the sociological analysis of Immanuel Wallerstein and Saskia Sassen. In addition, through the texts of Benedict Anderson and Homi Bhabha B., the reflection on the national political imaginary takes shape. The texts analyzed are Victus, by Albert Sánchez Piñol, Pro Patria, by Ascanio Celestini e A voz da terra by Miguel Real.
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La, Valle Paolo <1984&gt. "Raccontare la storia al tempo delle crisi." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/7080/.

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Abstract:
La ricerca analizza il tema della relazione tra storia e narrazione nella letteratura degli ultimi quindici anni in tre contesti nazionali: Italia, Spagna e Portogalo. Per indagare un campo così vasto si sono identificate tre direttrici principali connesse tra loro, coincidenti con tre "crisi": la crisi del rapporto tra letteratura e mercato, la crisi del concetto di verità e la crisi dello stato nazione. Attraverso le riflessioni sul postmoderno (Lyotard, Jameson Hutcheon) e l’analisi di Bourdieu si indaga il rapporto tra mercato e autore letterario, facendo particolare riferimento ai percorsi letterari di Rafael Chirbes, Mia Couto e Wu Ming. Il tema della forma letteraria è invece letto atttraverso le analisi di Hutcheon e analizzando i testi di Helder Macedo (Pedro e Paula), Isaac Rosa (¡Otra maldita novela sobre la guerra civil!) e Tommaso De Lorenzis-Guido Favale (L’aspra stagione). La crisi del concetto di verità viene analizzata alla luce del dibattito sulla storiografia nella seconda metà del Novecento. In particolare si evidenzia la tensione tra Hayden White e Carlo Ginzuburg. Per evidenziare come le relazioni di potere influenzino la narrazione della storia si fa inoltre riferimento alle analisi di Michel Foucault, Michel de Certeau, Stephen Greenbaltt e Gayatri Spivak. Si analizzano quindi Anatomía de un instante, di Javier Cercas, Romanzo criminale, di Giancarlo de Cataldo e As três vidas, di João Tordo. Infine ci si riferisce alla crisi dello stato-nazione individuando una tensione tra le analisi di György Lukács e Franco Moretti, e allargando la riflessione agli studi sociologici di Immanuel Wallerstein e Saskia Sassen. Inoltre, attraverso i testi di Benedict Anderson, Homi B. Bhabha, José Saramao e Eduardo Lourenço si articola una riflessione sull’immaginario politico nazionale. I testi analizzati sono Victus, di Albert Sánchez Piñol, Pro Patria, di Ascanio Celestini e A voz da terra di Miguel Real.
The research arises from the issue of the relationship between history and narrative in the literature of the last fifteen years in three national contexts: Italy, Spain and Portugal. In order to investigate such a wide-spreading field, three intertwined main guidelines have been identified, coinciding with three "crisis". Through reflections on postmodernism (Lyotard, Jameson Hutcheon) and the analysis of Bourdieu, the relationship between market and literary author has been explored, with particular reference to the literary trail of Rafael Chirbes, Mia Couto and Wu Ming. The theme of the literary form was instead investigated by referring to the analyses of Hutcheon and taking into account the texts by Helder Macedo (Pedro e Paula), Isaac Rosa (¡Otra maldita novela sobre la guerra civil!) and Tommaso De Lorenzis-Guido Favale (L’aspra stagione). The crisis of the concept of truth is evaluated with regard to the debate on historiography. In particular, the tension between Hayden White and Charles Ginzuburg has been highlighted. As to provide a deeper understanding of how power relations influence the narrative of the story, the analyses performed by Michel Foucault, Michel de Certeau, Stephen Greenbaltt and Gayatri Spivak are taken into account. Javier Cercas’ Anatomía de un instante, Giancarlo de Cataldo’s Romanzo criminale and João Tordo’s As três vidas are therefore examinated. Lastly, the crisis of the nation-state is taken into consideration by identifying a tension between the analysis of György Lukács and the ones of Franco Moretti, and widening the reflection to the sociological analysis of Immanuel Wallerstein and Saskia Sassen. In addition, through the texts of Benedict Anderson and Homi Bhabha B., the reflection on the national political imaginary takes shape. The texts analyzed are Victus, by Albert Sánchez Piñol, Pro Patria, by Ascanio Celestini e A voz da terra by Miguel Real.
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Baliviera, Francesca <1987&gt. "Le crisi reversibili delle imprese di assicurazione." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2504.

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Meneghello, Francesco <1988&gt. "Il Private Equity in tempo di crisi." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3332.

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Abstract:
L'elaborato tratta l'inquadramento teorico dell'attività di private equity, analizzando l'evolzuione del settore in ambito nazionale ed europeo. La seconda parte della tesi si focalizza sulla crisi finanziaria del 2008, sulle cause, e sull'impatto che ha avuto sull'attività di private equity. L'obiettivo quindi della tesi è quello di capire se l'attività del private equity è cambiata in seguito alla crisi e se tali cambiamenti hanno portato ad un miglioramento del settore.
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Pugiotto, Lavina <1988&gt. "La comunicazione finanziaria in tempo di crisi." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5374.

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Abstract:
La tesi è composta da quattro capitoli inerenti la comunicazione finanziaria in tempo di crisi. Il primo capitolo riguarda il concetto di comunicazione finanziaria: viene spiegato il processo di comunicazione finanziaria andando ad analizzare ogni singolo strumento del processo quali la fonte, codifica e decodifica del messaggio, il messaggio, la struttura dell’azienda, i canali e il destinatario. In seguito l’elaborato differenzia le tipologie di comunicazioni, mandatory disclosure e voluntary disclosure per poi arrivare ad esporre i diversi modelli teorici. Il secondo capitolo verte sulla teoria dell’ EMH e la criticità dell’informativa finanziaria con particolare riferimento alle asimmetrie informative e le adverse selection. Il terzo capitolo si concentra sul tema centrale, cioè la comunicazione in tempo di crisi. Prima di parlare della crisi finanziaria viene però preso in considerazione il pensiero economico di Hyman Minsky il quale ha offerto una diversa e nuova descrizione del funzionamento dell' economia di mercato per poi passare alle fasi del ciclo economico di Charles Kindleberger. Dopo questa parentesi introduttiva passo a spiegare l'inizio e le cause della crisi del 2007/2008 quindi i mutui subprime, il mercato immobiliare e le conseguenze sulla comunicazione, prendendo in considerazione il trade- off fra stabilità e trasparenza. Nell’ ultimo capitolo viene esposta un analisi empirica attinente il settore bancario: vengono presi in considerazioni i dati delle banche in modo da vedere l’andamento dei titoli delle banche e le loro variazione prima e dopo la crisi finanziaria.
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Bozzato, Giulia <1989&gt. "EVA come strumento predittivo di crisi dell'impresa." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/7211.

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Abstract:
In un’economia di mercato molte società creano ricchezza, altre invece indubbiamente la distruggono. Diventa quindi importante per i manager delle società scoprire quali fattori economici conducano alla distruzione e quali alla creazione di valore, dal momento che quest’ultima è fondamentale per la sopravvivenza economica dell’impresa. In particolare, ricorrendo a strumenti finanziari adatti, i manager sono in grado di accrescere attivamente la performance di portafoglio, portandola molto al di sopra del rendimento disponibile per strategie passive che presentino lo stesso rischio. Lo strumento analitico che assiste i manager nella creazione di ricchezza e che ha portato cambiamenti innovativi nelle aree della finanza aziendale e della gestione degli investimenti è chiamato EVA (Economic Value Added). Combinando assieme le tradizionali modalità di anticipazione di una crisi – la riclassificazione, la lettura e l’interpretazione dei bilanci societari – con questo utilissimo strumento predittivo, i manager e gli analisti finanziari sono in grado di verificare lo stato di salute delle imprese
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Campiello, Leonardo <1989&gt. "L'EVOLUZIONE DELLA CARTOLARIZZAZIONE Nascita, crisi e ripercussioni." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/9596.

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Abstract:
La crisi del 2007, che ha colpito il sistema finanziario internazionale, è stata oggetto di studio da parte di accademici, politici e autorità di vigilanza, con l'obiettivo di esaminare i fattori determinanti, le responsabilità dei diversi attori del mercato e in particolare il ruolo svolto dalle banche. L'analisi prodotta, converge nell'indicare tra le cause della crisi finanziaria, la cartolarizzazione. La cartolarizzazione è una delle tecniche più importanti di innovazione finanziaria apparse sulla scena economica internazionale negli ultimi decenni. Perché qualcosa un tempo sottolineato come un prodotto geniale dell'alta finanza è oggi demonizzato come il più grande dei mali? Che cosa è andato storto? Qual è, allora,il futuro della cartolarizzazione? E 'un business morto? In questo articolo cerco di rispondere a quest'ultima domanda. Nel descrivere i dettagli di strumenti e strutture finanziarie coinvolte, fornisco alcuni esempi semplici e stilizzati per illustrare il loro funzionamento. Un passo necessario per affrontare il quesito più importante. Sostengo la tesi per cui l'innovazione della cartolarizzazione è un "mezzo di trasporto"; come tale, non può essere la causa della crisi. Come strumento può amplificare o ridurre ciò che in realtà è il vero problema: la gestione del rischio e la sua diversificazione.
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Oprea, Justiana Elena <1990&gt. "La crisi dei migranti: Il caso europeo." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/9858.

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Abstract:
L’Unione europea sta affrontando la più grande crisi umanitaria dopo la fine della seconda guerra mondiale. Solo nel 2015 oltre 1.8 milioni di persone provenienti dal Medio Oriente e dall’Africa hanno attraversato illegalmente le frontiere dell’Unione determinando una serie di politiche anti-immigrazione. In questo contesto, la mia ricerca ha come obiettivo quello di fare un breve riassunto degli eventi che hanno riguardato la cosiddetta “crisi dei migranti” negli ultimi anni e di fare un paragone tra le politiche dell’Unione europea per gestire i flussi dei migranti e il risultato concreto di queste politiche. Inoltre, attraverso una maggiore conoscenza delle dinamiche migratorie all’interno dell’Unione, la tesi tenta di offrire alcuni punti di partenza per trovare le soluzioni adatte.
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Marcato, Martina <1990&gt. "La crisi da sovraindebitamento:Il piano del consumatore." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/9862.

Full text
Abstract:
Viene affrontato il tema del sovraindebitamento e nello specifico la procedura da crisi da sovraindebitamento,analizzando il piano del consumatore alla luce del continuo aumento di debitori che si ritrovano a dover fronteggiare situaizoni di insolvenza. Si evidenzia la normativa italiana e quali sono stati i risvolti giuridici che hanno portato alla formazione della Legge n. 3/2012 e della sucessiva novella.
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Vianello, Giulio <1996&gt. "Gli strumenti a supporto della crisi aziendale." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/20069.

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Abstract:
La crisi aziendale rappresenta, oggi più che mai, un tema di grande attualità ed importanza; l'ultimo ventennio è stato caratterizzato da forti incertezze delle economie di molti Paesi. In un mondo sempre più competitivo, caratterizzato negli ultimi anni da eventi che hanno influenzato pesantemente le nostre economie (crisi finanziaria, pandemia da Covid-19) le imprese più deboli, frequentemente, hanno dovuto affrontare situazioni di difficoltà economica e finanziaria trasformatesi in insolvenza e dissesto. Emerge sempre più, in primo luogo, l'importanza di saper effettuare valutazioni adeguate circa lo stato di "salute" delle imprese e, in secondo luogo, di conoscere gli strumenti che siano in grado di produrre tempestivamente segnali di allerta per prevedere ed evitare crisi e fallimenti aziendali. L'obiettivo dell'elaborato è quello di analizzare il fenomeno della crisi d'impresa concentrandosi sugli strumenti a disposizione per effettuare valutazioni economico finanziarie e previsioni attendibili. La scelta di trattare l'argomento deriva da una serie di elementi: primo tra tutti, le difficoltà economiche e sociali legate alla crisi sanitaria da Covid-19 conferiscono grande attualità ai temi legati alla crisi d'impresa. In secondo luogo la crisi d'impresa è un fenomeno caratterizzato da una certa gravità con impatti socio-economici rilevanti che finiscono per coinvolgere, spesso, un elevato numero di soggetti. In terzo luogo si vuole divulgare l'importanza degli strumenti di analisi e previsione ritenuti fondamentali per valutare l'andamento dell'impresa e le prospettive future. I primi due capitoli si concentrano sulla definizione del fenomeno della crisi d'impresa definendone cause e tipologie, sugli indicatori di allerta descritti nel Codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza e sull'analisi di bilancio per indici. L'analisi di bilancio per indici e flussi rappresenta lo strumento principale per apprezzare l'equilibrio economico-finanziario e patrimoniale potendo esprimere giudizi sullo stato di salute e sulle prospettive future delle aziende. Il terzo capitolo illustra i principali riferimenti in letteratura a sostegno della capacità segnaletica degli indici di bilancio, descrive le principali analisi monovariate ed i modelli multivariati utili in ottica di previsione delle crisi aziendali, presenta sinteticamente alcuni strumenti previsionali "interni" a disposizione dell'azienda. Il quarto capitolo, tramite un'analisi empirica effettuata su un campione di imprese Italiane, si propone di verificare l'applicabilità ed affidabilità di alcuni strumenti a supporto delle crisi aziendali presentati in precedenza.
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Iannoccari, Alberto <1997&gt. "Crisi d'impresa: cause, conseguenze e possibili soluzioni." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21091.

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Abstract:
La tesi si basa sull’analisi della crisi d’impresa prendendo in considerazione anche l’impatto umano che si riflette sull’imprenditore. L’elaborato ha lo scopo di definire le cause dell’uscita di alcune aziende da una situazioni di crisi rispetto ad altre che invece diventano insolventi. Si parte dalla panoramica della vita d’impresa nel nostro paese descrivendo le novità introdotte dal nuovo codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza, andando poi a definire il fallimento e a descrivere le procedure concorsuali. Si andrà poi a fare un confronto dei dati raccolti attraverso delle interviste che sono state proposte ad alcuni imprenditori con precedenti esperienze di crisi d’impresa con dati raccolti da altre interviste rivolte invece a professionisti come commercialisti, avvocati o direttori di banca. La tesi concluderà con l’analisi dei dati raccolti.
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FRATINI, BARBARA. "TUTELA CAUTELARE ATIPICA E CRISI DELLA FAMIGLIA." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2015. http://hdl.handle.net/2434/264918.

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Abstract:
ATYPICAL INJUNCTION AND FAMILY CRISES This thesis deals with the application of atypical injunction in cases of family crises, including both married couples and families not founded on marriage. After giving a synthetic framework of Italian atypical injunction, a focus is made on the large variety of typical provisions ruled by our civil system, as a result of the stratification of laws existing, regarding the family. Atypical injunction is then compared with the other measures regulating the rights of married couples, in order to establish whether the obtaining of an atypical injunction in such a field is permitted. To follow, a brief mention is made of the recent law (D.l. 132/2014, converted into Law 162/2014) regulating a new proceeding (“assisted negotiation”), which is now an alternative to separation and divorce proceedings and takes place solely with the assistance of lawyers, without court participation. The second part of this document is dedicated to unmarried couples; it examines some of the numerous questions of interpretation created by the latest rules (Law 219/2012 and Law 154/2013) regarding children born out of wedlock. The main body of the thesis analyzes the compatibility between an atypical injunction and the “temporary and urgent provisions” given during separation and divorce proceedings, leading to a discussion on the possibility of obtaining an urgent injunction after the settlement of a separation or divorce sentence. The thesis concludes with a brief examination of the very recent (and it is to be hoped much less fragmentary and incomplete than laws effective until now) project of reform, regarding the efficiency of our system of law.
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BEGHI, MASSIMILIANO. "Epilessia e crisi psicogene non epilettiche (PNES)." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2011. http://hdl.handle.net/10281/30213.

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Abstract:
Le PNES sono crisi parossistiche involontarie o modificazioni del comportamento che rispecchiano i contenuti critici dell’epilessia, ma alla cui origine non sottostanno né alterazioni organiche né modificazioni patologiche all’EEG. La prevalenza delle PNES è stimata tra 2 e 33 casi per 100.000/anno. Le PNES non trovano una chiara collocazione nell’ICD-10 e nel DSM IV-TR. Il ritardo medio con cui viene effettuata la diagnosi di PNES va dai 7 ai 16 anni. Attualmente non esiste uno strumento diagnostico affidabile per la diagnosi di PNES, ad eccezione del video-EEG, il cui apporto è però subordinato alla frequenza di comparsa delle crisi. Pertanto, il nostro studio si è prefisso di calcolare la prevalenza delle PNES in pazienti afferenti ad un centro regionale per l’epilessia (centro terziario) allo scopo di validare un questionario per la diagnosi di PNES e definire il profilo demografico, clinico, psicopatologico e di personalità dei pazienti con PNES o con quadri misti (crisi epilettiche e PNES) rispetto a gruppi di pazienti con crisi epilettiche senza PNES. Dal 2008 ad oggi è stato effettuato lo screening di una serie consecutiva di pazienti afferenti al Centro regionale dell’epilessia dell’Ospedale S. Gerardo di Monza alla ricerca di soggetti con PNES; è stato somministrato un questionario semistrutturato allo scopo di investigare alcune caratteristiche cliniche che risultano frequenti in pazienti con PNES (refrattarietà, durata dell’evento critico maggiore di 2 minuti, presenza di crisi in contesto atipico, interruzione da parte di interventi fisici, ripresa immediata della coscienza, riscontro di disturbi psichici concomitanti). I pazienti che sono risultati positivi ad almeno due delle caratteristiche sopra indicate sono stati invitati ad una visita in cieco da parte di uno psichiatra esperto di epilessia (il dottorando), che, confrontandosi con il neurologo referente, ha provveduto a classificare i casi esaminati in tre categorie: 1.PNES; 2. Epilessia e PNES. 3. Epilessia. Sono stati sottoposti a screening 305 pazienti di cui 142 sono risultati positivi al test; di questi ultimi, 79 si sono presentati al colloquio con lo psichiatra, insieme a 23 controlli (soggetti negativi al test). Dei pazienti con almeno due risposte affermative al questionario, 22 hanno ricevuto la diagnosi PNES, 23 la diagnosi epilessia associata a PNES e 34 la diagnosi epilessia. Dei 23 pazienti con meno di due risposte affermative, 21 hanno ricevuto la diagnosi epilessia, 1 la diagnosi PNES e 1 la diagnosi epilessia + PNES. In merito alla procedura di validazione, il test ha presentato le seguenti caratteristiche: sensibilità: 95,6%, specificità: 36,8%, valore predittivo positivo: 54,4% e valore predittivo negativo: 91,3%. I test SCL-90 e Rorschach sono stati quindi somministrati a casi (PNES ed epilessia associata a PNES) e controlli (epilessia) appaiati. I dati così ottenuti, interpretati da uno psicologo clinico esperto del settore, hanno consentito di valutare eventuali differenze nella personalità dei soggetti con PNES rispetto a pazienti senza PNES. Nel confronto tra casi e controlli, l’analisi multivariata (effettuata utilizzando come covariate sesso, età, stato civile, occupazione, scolarità, durata di malattia e tipo di epilessia) ha mostrato come le uniche variabili significative per la presenza di PNES siano il sesso femminile (p=0,03 OR 1,6 IC: 1,1-6,2), e l’essere non coniugato (p=0,02, OR per i coniugati 0,39 IC 0,17-0,88). L’SCL-90 non ha mostrato differenze tra i due gruppi mentre al test di Rorschach le differenze riscontrate tra i due gruppi potrebbero indicare una strutturazione di personalità distinta sulla base dei meccanismi di difesa attivati.
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D'ERCOLE, CARLOS. "MERCATO DEL CONTROLLO NELLA CRISI DI IMPRESA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/730.

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Abstract:
La tesi mette a confronto l'universo delle riorganizzazioni nel Chapter 11 con i nuovi modelli di ristrutturazione concessi dalla riforma del diritto fallimentare. In modo particolare la tesi si sofferma sul mercato del controllo nella crisi di impresa. Negli Stati Uniti c'e' da tempo un mercato dei crediti sofferenti, mentre in Italia scontiamo ancora i ritardi del sistema economico. Il primo capitolo racconta i temi collegati al mercato del controllo nel Chapter 11: gli acquisti dei crediti nelle diverse classi creditorie, la nuova finanza concessa al debtor in possession, il controllo da covenant, la remunerazione degli amministratori con il debito, i derivati sul credito e il voto connesso. Il secondo capitolo si sofferma sull'interpretazione degli artt. 124 e 127 della legge fallimentare letti nell'ottica di un potenziale mercato del controllo nella crisi di impresa come nel caso del concordato con assunzione e si interroga infine sull'esenzione o meno da opa obbligatoria di tali operazioni alla luce dell'art. 106 TUF.
The thesis compares the world of Chapter 11 reorganizations with the new types of reorganizations introduced in Italy by the recent reform of bankruptcy law. In particular the thesis deals with the market for corporate control in the insolvency arena in both countries. In the States bankruptcy claims are traded on a regular basis whereas Italy still hasn't fully experienced transfers of control within the frame of a corporate reorganization. The first chapter focuses on all issues connected to US M&A in bankruptcy: acquisition of claims in the different classes, control rights in covenants, debtor-in-possession financing, pay for performance in bankruptcy, credit default swaps and empty voting. The second chapter focuses on the interpretation of articles 124 and 127 of the new Italian bankruptcy law which may lead to the creation of a market for corporate control within the frame of a composition with a third party buyer and discusses the potential applicability of mandatory bids pursuant to art. 106 TUF to such deals.
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D'ERCOLE, CARLOS. "MERCATO DEL CONTROLLO NELLA CRISI DI IMPRESA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/730.

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Abstract:
La tesi mette a confronto l'universo delle riorganizzazioni nel Chapter 11 con i nuovi modelli di ristrutturazione concessi dalla riforma del diritto fallimentare. In modo particolare la tesi si sofferma sul mercato del controllo nella crisi di impresa. Negli Stati Uniti c'e' da tempo un mercato dei crediti sofferenti, mentre in Italia scontiamo ancora i ritardi del sistema economico. Il primo capitolo racconta i temi collegati al mercato del controllo nel Chapter 11: gli acquisti dei crediti nelle diverse classi creditorie, la nuova finanza concessa al debtor in possession, il controllo da covenant, la remunerazione degli amministratori con il debito, i derivati sul credito e il voto connesso. Il secondo capitolo si sofferma sull'interpretazione degli artt. 124 e 127 della legge fallimentare letti nell'ottica di un potenziale mercato del controllo nella crisi di impresa come nel caso del concordato con assunzione e si interroga infine sull'esenzione o meno da opa obbligatoria di tali operazioni alla luce dell'art. 106 TUF.
The thesis compares the world of Chapter 11 reorganizations with the new types of reorganizations introduced in Italy by the recent reform of bankruptcy law. In particular the thesis deals with the market for corporate control in the insolvency arena in both countries. In the States bankruptcy claims are traded on a regular basis whereas Italy still hasn't fully experienced transfers of control within the frame of a corporate reorganization. The first chapter focuses on all issues connected to US M&A in bankruptcy: acquisition of claims in the different classes, control rights in covenants, debtor-in-possession financing, pay for performance in bankruptcy, credit default swaps and empty voting. The second chapter focuses on the interpretation of articles 124 and 127 of the new Italian bankruptcy law which may lead to the creation of a market for corporate control within the frame of a composition with a third party buyer and discusses the potential applicability of mandatory bids pursuant to art. 106 TUF to such deals.
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Della, Bruna Barbara. "Crisi finanziaria tra legislazione emergenziale e vigilanza." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2016. http://hdl.handle.net/10556/3169.

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Abstract:
2014 - 2015
The first chapter of the thesis begins with a brief introduction on what are the principles that regulate the economy and how they affect it. A market without rules or in serious shortage of them is the incubator of problems destined to affect the economies of all Countries. This situation came out with the phenomenon of deregulation, born on the belief that markets are capable of self-regulation, and the lack of rules capable of setting effective limits that led to an exponential increase in risky financial transactions. As we all know, the creation of the subprime housing bubble in the United States is the most striking example of how the lack of rules could lead to the construction of "financial monsters" that caused the collapse of major banking giants, as well as serious repercussions on the whole economic stability. In fact, in 2008, one of the biggest financial crises in the history occurred, following which the emerged the awareness that the regulatory and banking supervision instruments were characterized by serious inefficiencies. ... [edited by Author]
XIV n.s.
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CUOMO, PAOLO. "Contratti di finanziamento e controllo contrattuale dell'impresa in crisi." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/729.

Full text
Abstract:
La dissertazione ha ad oggetto l'influsso creditorio su società di capitali mediato da covenants inseriti all'interno di accordi di soluzione stragiudiziale della crisi d'impresa. Il fenomeno è qualificato come fattispecie di controllo contrattuale creditorio, e approfondito sotto il profilo degli obblighi di comportamento del finanziatore.
The thesis relates to the influence exercised by creditors of a corporate entity, made possible by covenants inside workout agreements. The subject is classified as case of creditor control, in order to determine the duties arising for the financer.
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CUOMO, PAOLO. "Contratti di finanziamento e controllo contrattuale dell'impresa in crisi." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/729.

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Abstract:
La dissertazione ha ad oggetto l'influsso creditorio su società di capitali mediato da covenants inseriti all'interno di accordi di soluzione stragiudiziale della crisi d'impresa. Il fenomeno è qualificato come fattispecie di controllo contrattuale creditorio, e approfondito sotto il profilo degli obblighi di comportamento del finanziatore.
The thesis relates to the influence exercised by creditors of a corporate entity, made possible by covenants inside workout agreements. The subject is classified as case of creditor control, in order to determine the duties arising for the financer.
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Varvarousis, Angelos. "Crisis, commons & liminality. Modern rituals of transition in Greece." Doctoral thesis, Universitat Autònoma de Barcelona, 2018. http://hdl.handle.net/10803/664037.

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Abstract:
Esta tesis examina la construcción de nuevos procomunes bajo condiciones de crisis, utilizando como estudio de caso los emprendimientos alternativos de base que han surgido en la Grecia urbana en contextos de crisis y se centran en el "procomún": ocupaciones de plazas, colectivos de trabajadores, clínicas y farmacias solidarias, cooperativas, cocinas solidarias y campamentos autoorganizados de refugiados. La disertación aborda cuestiones de organización, expansión, cierre, apertura, subjetividad, confianza y motivación en los proyectos del procomún, relaciona estos procesos con las condiciones de crisis y emergencia y explora las transformaciones que surgen en la creación y sustento de nuevos procomunes en tales contextos. Enfoca en el potencial de transformación que estas experiencias poseen para individuos, grupos, sociedades locales e incluso países. Para abordar estos temas, la tesis desarrolla un marco teórico denominado "el procomún liminal". Establece un paralelismo entre los ritos de paso observados por antropólogos en sociedades arcaicas, los cuales introducen los participantes en una etapa liminal, y la dinámica transicional de los nuevos procomunes. La tesis sostiene que hay procomunes que actúan como rituales modernos, mediante los cuales personas y colectivos que, a causa de la crisis, han perdido su identidad buscan y forman una nueva identidad. Los procomunes liminales son formas transicionales del procomún que no tienen como objetivo perdurar en el tiempo, sino posibilitar transiciones. En este aspecto se diferencian de los tipos más estables del procomún examinados por las teorías establecidas. Esta tesis explora estas divergencias y diferenciaciones y trata de explicar cómo estos procomunes temporales pueden dar lugar a estructuras más estables. También sugiere que, debido a su naturaleza distinta, el “éxito” de los procomunes liminales no se puede evaluar según los criterios establecidos por las teorías existentes. Cada capítulo empírico desarrolla un tema teórico central. A lo largo del texto, el lector es guiado a través de diferentes teorías respecto al procomún, la crisis y la liminalidad, así como a través de diversos estudios de caso provenientes de Grecia. La tesis pretende crear un "umbral" teórico donde diferentes teorías se fecundan mutuamente para intentar comprender un fenómeno social insuficientemente teorizado. El argumento final de esta tesis es que el procomún liminal tiene un gran potencial de transformación a diferentes niveles y escalas, desde el nivel molecular del individuo hasta el macronivel de la sociedad.
This thesis examines the making of new commons under conditions of crisis, using as a case study alternative grassroots ventures that have emerged in urban Greece in contexts of crisis and have "commoning" at their heart: occupied squares, solidarity clinics and pharmacies, cooperatives, workers’ collectives, solidarity food structures and self-organized refugee camps. The dissertation addresses issues of organization, expansion, closure, openness, subjectivity, trust and motivation in commoning endeavors, relates these processes with the conditions of crisis and emergency and explores the transformations in the creation and sustenance of new commons in such contexts. The focus is on the transformative potential of these experiences for individuals, groups, local societies and even large-scale formations such as countries. To approach those issues, the thesis develops a theoretical framework called “the liminal commons". It draws a parallel between the rituals of passage observed by anthropologists in archaic societies, in which participants went through a phase of liminality, and the transitional dynamics of new commons. The thesis argues that there are commons that act as modern rituals, whereby people and collectives who on account of the crisis have lost their core identity search for and form a new identity. The liminal commons are transitional forms of commoning that do not aspire to endure for long but to facilitate transitions. In this respect, they differ from the more stable forms of commoning usually examined by commons theories. This thesis explores these divergences and differentiations and tries to explain how these temporal commons can give rise to more stable structures. It also suggests that, due to their distinct nature, the “success” of liminal commons cannot be assessed against the criteria established by existing theories. Each empirical chapter develops a core theoretical topic. Throughout the text, the reader is walked through different theories on the commons, crisis and liminality, as well as through diverse case studies from Greece. The thesis aims to create a theoretical “threshold” in which different theories cross-fertilize to make sense of an undertheorized social phenomenon. The final argument of this thesis is that the liminal commons have a great transformative potential at different levels and scales, from the molecular level of the individual to the macro level of society.
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