Academic literature on the topic 'Cyberspazio'

Nel presente articolo viene esposta l'esperienza del passaggio da una terapia di gruppo in presenza a una telematica, svolta attraverso l'utilizzo di una chat. Questo cambiamento è stato attuato a fronte della situazione di pandemia globale causata dalla diffusione del SARS-CoV-2. Lo stato di emergenza ha imposto ai professionisti della salute mentale di ripensare il proprio lavoro per garantire una continuità del percorso psicoterapeutico. Il passaggio alla modalità telematica ha comportato la necessità di interrogarsi in merito a quali fossero le azioni da intraprendere per ri-strutturare il gruppo. A tal fine, si è rivelato utile definire nuove regole del setting e apportare dei cambiamenti alla modalità di conduzione. Le riflessioni qui presentate non pretendono di esaurire l'argomento, quanto piuttosto intendono

A partire da una rassegna della letteratura recentemente formatasi attorno al capitalismo di piattaforma, questo contributo prova a evidenziare la crescente diffusione dei "miti" della di-gitalizzazione. In particolare, verrà sottolineato come l'idea di una produzione dematerializzata, automatizzata, democratizzata ed ecologicamente sostenibile non solo manchi di cogliere la reale entità delle trasformazioni in atto, ma sia funzionale a consentire l'incremento dello sfruttamento del lavoro e della natura. Studi empirici mostrano come la realtà delle trasforma-zioni in atto sia quella di un'economia popolata da una varietà di contesti geografici, situazio-ni lavorative e modi di produzione differenti che vengono spesso oscurati dalle narrazioni diffuse dalle piattaforme digitali. Dunque, il ripensamento dei confini della digitalizzazione appare necessario non solo per disarticolare i suoi "miti", ma si trova anche alla base di un possibile rovesciamento dei suoi esiti.

Defined as ‘a domain characterized by the use of electronics and the electromagnetic spectrum to store, modify, and exchange data via networked systems and associated physical infrastructures’ cyberspace is created by people for the people. However, this is not always the case. Cyber operations conducted by states may amount to the use of force. The opinions, though, regarding the threshold that must be reached differ, and there are diverse theories on when a cyber operation constitutes the use of force. Furthermore, there are cases of operations that despite not reaching the threshold of use, fall under the definition of threat of force, under Article 2(4) of the UN Charter. Finally, cyber operations that fail to reach the threshold may still be contrary to international law, constituting a prohibited intervention in the internal affairs of another state. Le cyberespace, défini comme « un domaine caractérisé par l’usage de l’électronique et du spectre électromagnétique pour stocker, modifier et échanger des données via des systèmes en réseaux et les structures physiques qui y sont attachées », est créé par des gens et pour les gens. Ce n’est pourtant pas toujours le cas. Des cyberopérations menées par des États peuvent représenter un emploi de la force. Mais les avis divergent quant au seuil devant être atteint, et les théories pour déterminer quand une cyberopération constitue un emploi de la force sont diverses. En outre, il existe des cas d’opérations qui n’atteignent pas ce seuil, mais qui relèvent pourtant de la définition de menace de la force, au sens de l’article 2(4) de la Charte des Nations unies. Enfin, des cyberopérations n’atteignant pas ce seuil peuvent néanmoins être contraires au droit international, en ce qu’elles constituent une intervention interdite dans les affaires intérieures d’un autre État. Omschreven als ‘een domein dat wordt gekenmerkt door het gebruik van elektronica en het elektromagnetische spectrum om gegevens op te slaan, te wijzigen en uit te wisselen via netwerksystemen en bijbehorende fysieke infrastructuren’ komt cyberspace tot stand door en voor mensen. Dat is echter niet altijd het geval. Cyberoperaties geleid door staten kunnen neerkomen op het gebruik van geweld. Over de drempel die bereikt moet worden lopen de meningen echter uiteen, en er zijn verschillende theorieën om te bepalen wanneer bij een cyberoperatie sprake is van gebruik van geweld. Verder zijn er gevallen van operaties die, ook al wordt de drempel van geweldgebruik niet bereikt, onder de definitie van bedreiging met geweld vallen, zoals bedoeld in artikel 2, lid 4, van het VN-Handvest. Ten slotte kunnen cyberoperaties die de drempel niet bereiken, nog steeds in strijd zijn met het internationaal recht en gelijkstaan aan een verboden interventie in de interne aangelegenheden van een andere staat. Definido como ‘un dominio caracterizado por el uso de la electrónica y el espectro electromagnético para almacenar, modificar e intercambiar datos a través de sistemas en red e infraestructuras físicas asociadas’, el ciberespacio es creado por personas para las personas. Sin embargo, no siempre ocurre así. Las operaciones cibernéticas realizadas por los Estados pueden equivaler al uso de la fuerza. No obstante, las opiniones sobre el umbral que se debe alcanzar difieren, existiendo diversas teorías sobre cuándo una ciber-operación constituye uso de la fuerza. Además, existen casos de operaciones que, a pesar de no alcanzar el umbral de uso propiamente dicho, entran sin embargo dentro de la definición de amenaza de uso de la fuerza, según el artículo 2 (4) de la Carta de la ONU. Finalmente, las operaciones cibernéticas que no alcanzan dicho umbral pueden, no obstante, seguir siendo contrarias al Derecho Internacional, constituyendo una intervención prohibida en los asuntos internos de otro Estado. Definito come ‘un dominio caratterizzato dall'uso dell'elettronica e dello spettro elettromagnetico per memorizzare, modificare e scambiare dati tramite sistemi in rete e infrastrutture fisiche associate’ il cyberspazio è creato dalle persone per le persone. Tuttavia, non è sempre così. Le operazioni cyber condotte dagli Stati possono equivalere all'uso della forza. Le opinioni, tuttavia, per quanto riguarda la soglia che deve essere oltrepassata sono diverse e ci sono differenti teorie su quando un'operazione cyber costituisca uso della forza. Inoltre, ci sono casi di operazioni che, pur non raggiungendo la soglia di utilizzo, rientrano nella definizione di minaccia all’uso della forza, ai sensi dell'articolo 2, paragrafo 4, della Carta delle Nazioni Unite. Infine, le operazioni cibernetiche che non raggiungono la soglia possono tuttavia essere contrarie al diritto internazionale, costituendo un intervento vietato negli affari interni di un altro Stato. Der Cyberspace, der definiert wird als ‘ein Bereich, gekennzeichnet durch den Gebrauch der Elektronik und des elektromagnetischen Spektrums, um Daten über vernetzte Systeme und dazugehörige physische Infrastrukturen zu speichern, zu ändern und auszutauschen’, wird von Menschen für Menschen geschaffen. Dies ist allerdings nicht immer der Fall. Cyberoperationen, die von Staaten durchgeführt werden, können der Anwendung von Gewalt gleichkommen. Allerdings gehen die Meinungen über die zu erreichende Schwelle auseinander, und es gibt verschiedene Theorien zur Frage, wann eine Cyberoperation die Anwendung von Gewalt ausmacht. Außerdem gibt es Fälle von Operationen, die als Androhung von Gewalt im Sinne von Artikel Volume 2 (Issue 4) der Charta der Vereinten Nationen bezeichnet werden können, und dies obwohl die Schwelle der Gewaltanwendung nicht erreicht wird. Schließlich können Cyberoperationen, die die Schwelle nicht erreichen, trotzdem gegen das Völkerrecht verstoßen, und somit ein verbotenes Eingreifen in die inneren Angelegenheiten eines anderen Staates darstellen.

La realtà cinese è oggi caratterizzata da una profonda contraddizione: da una parte, infatti, si ha l'eredità del periodo socialista/comunista propriamente detto, quello cioè di Mao e che va dagli anni '50 agli anni '80; dall'altra si hanno invece l'economia di mercato e il consumismo, introdotti in Cina da Deng Xiaoping in seguito alle riforme di apertura successive alla morte del Grande Timoniere. Al centro di questa contraddizione troviamo il popolo cinese, che per decenni è stato il destinatario della pratica che maggiormente permette di tracciare il percorso di tale evoluzione: l'impiego di eroi e modelli al fine di plasmare o influenzare le menti e i comportamenti degli individui. Ogni epoca avrà, infatti, i propri modelli, che costituiscono nel loro insieme una fonte inesauribile per lo studio della situazione politico-sociale delle varie fasi storiche della RPC. C'è però un personaggio che può essere considerato come il protagonista assoluto degli ultimi 60 anni: Lei Feng. Egli è stato plasmato dal partito comunista da un'epoca all'altra ed è, quindi, la scelta migliore per tracciare la summenzionata evoluzione. La presente trattazione si concentrerà quindi sulla sua figura e su quella dell'opera che lo rese famoso, ovvero il diario pubblicato nel 1963. Oltre a fornire una traduzione di parte del diario, corredata da commento traduttologico, verranno analizzati il contesto storico della Cina di quegli anni, nonché il clima letterario che permise all'opera di diventare al tempo, e non solo, uno dei fenomeni culturali più importanti. Largo spazio verrà poi dato al movimento culturale di eroi e modelli nella sua interezza, e verranno infine forniti alcuni strumenti per l'analisi del diario sotto la più ampia ottica della pianificazione linguistica, uno dei principali aspetti in cui si concretizzò la propaganda di partito. Le fonti utilizzate saranno le più varie, e ampio spazio verrà dato anche a quelle online (articoli e interviste di quotidiani online, sia cinesi che occidentali) che, fornendo una visione esterna al mondo accademico, risultano più vicine se vogliamo al diretto interessato dell'intera vicenda, ovvero il popolo cinese.