Academic literature on the topic 'D.Lgs.81'

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Journal articles on the topic "D.Lgs.81"

1

Tullini, Patrizia. "I sistemi di gestione della prevenzione e della sicurezza sul lavoro." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 127 (October 2010): 403–14. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2010-127001.

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Abstract:
Il d.lgs. n. 81/2008 ha valorizzato i sistemi di gestione della salute e sicurezza sul lavoro, prevedendo una pluralitŕ di modelli e sollevando problemi di coordinamento con i modelli organizzativi previsti dal d.lgs. n. 231/2001, ai fini dell'esonero dalla responsabilitŕ amministrativa da reato per le persone giuridiche. Il saggio affronta, in particolare, il tema dell'efficacia dei sistemi gestionali nella prospettiva dell'adempimento dell'obbligo di sicurezza e della responsabilitŕ civile del datore di lavoro.
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Pascucci, Paolo. "Sicurezza sul lavoro e cooperazione del lavoratore." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 171 (December 2021): 421–58. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2021-171003.

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Abstract:
Il saggio analizza il particolare ruolo del lavoratore in tema di sicurezza sul lavoro, destinatario della disciplina di tutela ma anche soggetto obbligato a cooperare con il datore di lavoro per rendere efficiente il sistema di prevenzione aziendale. Dopo aver evidenziato il carattere dove-roso e non solo oneroso della cooperazione creditoria del lavoratore e le ricadute di tale posi-zione sul piano del contratto di lavoro e dell'esercizio dei poteri datoriali, l'autore esamina le previsioni del d.lgs. 81/2008 sugli obblighi di sicurezza del lavoratore per poi passare a rico-struire i principali orientamenti della giurisprudenza in merito alle responsabilità di un infortu-nio di cui il lavoratore sia stato artefice o coartefice, soffermandosi in particolare sulla questione della configurabilità del concorso di colpa del lavoratore. Infine, soffermando l'attenzione su due recenti sentenze della Corte di Cassazione che limitano le ipotesi del con-corso colposo del lavoratore a causa della prevalenza delle violazioni del datore di lavoro, propone di rileggere la questione alla luce delle norme del d.lgs. 81/2008 che responsabilizzano il lavoratore come parte attiva del sistema di prevenzione.
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Pascucci, Paolo. "Quali regole per la salute e la sicurezza dei lavoratori: il D.Lgs. 81/2008." PRISMA Economia - Società - Lavoro, no. 1 (April 2009): 36–49. http://dx.doi.org/10.3280/pri2009-001006.

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Lazzari, Chiara. "L'obbligo di sicurezza nel lavoro temporaneo, fra ordinamento interno e diritto comunitario." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 124 (March 2010): 633–72. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2009-124003.

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Abstract:
Il saggio propone, in chiave critica, ma attenta a valorizzare le potenzialitŕ della norma, una riflessione sulla disciplina dell'obbligo di sicurezza nel lavoro temporaneo, per tale intendendo, sulla falsariga della definizione accolta nell'art. 1 della direttiva n. 91/383/CEE, quello a termine ed interinale (oggi in somministrazione). La ricerca, condotta alla luce dell'effettiva conformitŕ dell'ordinamento interno ai principi posti dal diritto comunitario ed aperta altresě ad una dimensione comparata (segnatamente con la legislazione francese), mira ad indagare le forme di tutela apprestate per i lavoratori temporanei, com'č noto esposti a maggiori rischi proprio in ragione della natura del loro rapporto di lavoro, con particolare attenzione alle novitŕ recate dal d.lgs. 9 aprile 2008, n. 81, e successive modificazioni.
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Toderi, Stefano, Marco Broccoli, Guido Sarchielli, and Gianpiero Mancini. "I management standards per la gestione dei rischi psicosociali e prima validazione italiana dell'indicator tool." RISORSA UOMO, no. 3 (September 2012): 359–76. http://dx.doi.org/10.3280/ru2011-003006.

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Abstract:
Il metodo Management Standards, dell'ente inglese HSE, e tra quelli utilizzabili per l'attivita di gestione dei rischi psicosociali, prevista dal D.Lgs. 81/08. Esso si fonda su due aspetti: la definizione di Standard per i fattori psicosociali; il questionario Indicator Tool (IT), che valuta la prestazione di un'organizzazione rispetto agli standard di riferimento. L'obiettivo di questo studio e di presentare brevemente il metodo e proporre una prima versione italiana dell'IT, valutandone le caratteristiche psicometriche e la struttura fattoriale. Il questionario a 35 item e stato somministrato a 1298 lavoratori di 45 aziende. I risultati avvalorano la struttura fattoriale della versione inglese e mostrano buoni indici di affidabilita delle scale, anche se si evidenziano alcuni punti di criticita, che vengono discussi.
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Nunin, Roberta. "Sicurezza sul lavoro e lavoratori immigrati: profili regolativi e questioni ancora aperte a cinque anni dall'entrata in vigore del d.lgs. N. 81/2008." DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no. 4 (March 2014): 76–89. http://dx.doi.org/10.3280/diri2013-004005.

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Durando, Dini, Massa, and La Torre. "Tackling Biological Risk in the Workplace: Updates and Prospects Regarding Vaccinations for Subjects at Risk of Occupational Exposure in Italy." Vaccines 7, no. 4 (October 8, 2019): 141. http://dx.doi.org/10.3390/vaccines7040141.

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Abstract:
Occupational activities may expose workers to a variety of risks. Exposure to biological agents constitutes a traditional risk in numerous occupational settings. Legislative Decree (D.Lgs.) 81/2008 constitutes the main Italian legislative basis for the management and the prevention of biological risk in occupational settings and lists the available vaccinations against each single biological agent. The 2017–2019 National Vaccination Prevention Plan (PNPV) identifies some categories of workers for whom specific vaccinations are indicated. In this context, the occupational physician identifies work processes that are at risk—identifying susceptible workers and providing information on health monitoring—and is responsible for ensuring that vaccinations are carried out. Adequate and thorough evaluation of risk are indispensable to appropriate consultation by the occupational physician in order to enable the employer to provide efficacious vaccinations. Close collaboration among the services of occupational medicine, vaccination clinics, and healthcare management together with the implementation of vaccination programs that are agreed upon at the institutional level provides an opportunity to reduce the number of workers who are susceptible to vaccine-preventable diseases, thereby yielding benefits in terms of biological risk management in the workplace and contributing to increasing vaccination coverage rates, which in many cases are currently unsatisfactory.
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Garbuio, Chiara. "L’inquadramento giuridico dei riders entro l’alveo dell’art. 2 d.lgs. n. 81/2015 e prime letture giurisprudenziali della etero-organizzazione." Ricerche giuridiche, no. 2 (December 16, 2019). http://dx.doi.org/10.30687/rg/2281-6100/2019/02/007.

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Abstract:
L'elaborato si propone di analizzare la Sentenza della Corte d'appello in cui i giudici torinesi, riformando parzialmente la pronuncia del giudice di prime cure, pur escludendo la natura subordinata delle prestazioni fornite dai ciclofattoriri alla piattaforma Foodora, ne ravvisa le caratteristiche della etero-organizzazione e quindi l'applicabilità dell'art. 2 d.lgs. n. 81/2015. La sentenza offre anche l'occasione per una delle prime ricostruzioni giurisprudenziali della etero-organizzazione, di recente inserita nel contesto ordinamentale.
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Raimondo, Pierluigi, and Luca Zambelli. "COVID E SPORT. L’ESIGENZA DI NUOVI MODELLI DI GESTIONE DELLE IMPRESE SPORTIVE E DI PREVENZIONE DEL RISCHIO CONTAGIO." Diritto Dello Sport 1, no. 1 - 2020 (July 14, 2020). http://dx.doi.org/10.30682/disp0101a.

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Abstract:
Lo scopo dell’articolo è quello di verificare come, dopo la pandemia di COVID-19, le società possano riprendere la propria attività in massima sicurezza. Vengono analizzate le norme d.lgs. 81/2008 in comparazione con le Linee guida del Governo, con le conseguenti responsabilità per la loro inosservanza. L’articolo indica la strada operativa che le società sportive dovranno attuare per prevenire il rischio da contagio, gestendolo come qualsiasi rischio derivante da un possibile infortunio sul lavoro, ma estendendo i presidi di sicurezza anche ai frequentatori degli impianti. Vengono offerti spunti di riflessione sull’intervento degli enti locali nella gestione degli impianti e sull’importanza della collaborazione tra società sportive, Asl ed enti locali nel monitoraggio della salute pubblica, nonché uno sguardo alla crescente rilevanza mediatica degli eSports nel contesto della pandemia.
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Alessandra, Abbate. "Il rischio biologico. Punture accidentali da taglio e da punta nel settore ospedaliero." Journal of Advanced Health Care, March 2, 2020. http://dx.doi.org/10.36017/jahc2003-002.

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Abstract:
Biohazard is one of the main risks to which Healthcare professionals are exposed and the most frequent cause is represented by biohazard accidents due to wounds by needles or blades contaminated with infected biological material . The consequence can be the diagnosis of severe chronic disease ( Hepatitis B , Hepatitis C or AIDS/HIV) which is classified as a professional disease with legal outcomes . The evolution of technology has made available a more updated standard safety toolkit , but its general introduction is slow due to its high price . Recently , this problem has been legally solved with specific standard Laws applied in Europe ( “ Direttiva 2010/32/EU ”) and in Italy by the introduction of the “ D.Lgs. 81/2008 e smii Titolo X-bis “ protection of wounds from blades and needles in Hospitals and in Healthcare professional sector “ which includes specific rules to be respected by the Professional Job Director/Manager , with serious legal outcomes . In particular , the Professional Job Director/Manager must make a careful evaluation of the risk/biohazard and define the preventive measures to be implemented in professional practice and the related First Aid priority procedures to be , consequently , integrated in a Prevention Scheme aimed at improving Safety condition on workplace for the Healthcare Professionals . Obviuosly , this must imply to forget or either underestimate other types of risks(biohazard exposures , but it must simply make the “ Quality Procedure “ much easier , so that – starting from the main standard priority events – the main goal is to eliminate , or at least somehow , reduce all professional exposure to biohazard and /or biological risk.
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Dissertations / Theses on the topic "D.Lgs.81"

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CAVALLINI, GIONATA GOLO. "IL «NUOVO» LAVORO AUTONOMO. QUALIFICAZIONE E TUTELE DOPO IL D.LGS. N. 81/2015 E LA L. N. 81/2017." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2019. http://hdl.handle.net/2434/615459.

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Abstract:
La ricerca mira a rispondere a due quesiti che sorgono per così dire spontaneamente a un “primo impatto” con il nuovo formante normativo risultante dagli interventi legislativi che hanno caratterizzato la stagione – forse appena conclusa – dei Jobs Act, secondo una linea che parte idealmente dal decreto legislativo n. 81 del 2015, recante la disciplina organica dei contratti di lavoro per culminare nella legge n. 81 del 2017, recante misure per la tutela del lavoro autonomo «non imprenditoriale». L’intreccio tra le novità introdotte da tali interventi ha prodotto – come è stato da più parti osservato – un piccolo “sisma”, che ha interessato tanto la dimensione della qualificazione dei rapporti di lavoro, quanto quella della tutela applicabile ai rapporti di lavoro non subordinato. Le discussa riconduzione alla disciplina del lavoro subordinato dei rapporti di collaborazione c.d. etero-organizzata (art. 2, d.lgs. 81/2015), la successiva ma parallela norma di interpretazione autentica della nozione di coordinamento, introdotta in calce all’art. 409, n. 3, c.p.c. (art. 15, l. 81/2017) e il contestuale riconoscimento di forme di lavoro subordinato organizzato per fasi, cicli e obiettivi e senza precisi vincoli di orario o di luogo di lavoro (art. 18, l. 81/2017) impongono una rimeditazione delle nozioni tradizionali, in quanto finiscono per innestare sulla (pur sempre fondamentale) summa divisio tra lavoro subordinato e autonomo una serie di ulteriori partizioni, che si declinano secondo un continuum dai confini spesso difficilmente individuabili. La previsione di forme di tutela destinate a rispondere alle esigenze del lavoro autonomo purché «non imprenditoriale», poi, richiede di interrogarsi sul senso dell’etichetta adoperata dal legislatore e di esplorare la linea di confine intercorrente tra mondo del lavoro (autonomo) e mondo della (piccola) impresa. Si tratta dunque innanzitutto, questo il primo itinerario di ricerca, di individuare i confini esterni della fattispecie del lavoro autonomo, tradizionalmente raffigurato come un’area residuale compressa tra il mondo del lavoro salariato e quello della piccola impresa, nonché i confini interni tra il lavoro autonomo “puro” e quello variamente coordinato, su base più o meno consensuale, rispetto a un committente principale. Tale operazione richiede inoltre di interrogarsi sulla persistente attualità della grande dicotomia autonomia-subordinazione – a tutt’oggi oggetto di una giurisprudenza che fatica a trovare punti di riferimento più solidi che non siano le copiose massime tralatizie, tanto rigorose quanto circolari – e di chiedersi se le recenti riforme abbiano individuato partizioni interne al sistema del lavoro autonomo (lavoro autonomo etero-organizzato, lavoro autonomo coordinato e continuativo, lavoro autonomo non coordinato ma continuativo, lavoro autonomo “puro”), per consentire una graduazione delle tutele, ovvero se esse abbiano solo spostato la linea di confine tra rapporti di lavoro soggetti alla disciplina protettiva del lavoro subordinato e rapporti che ne sono esclusi. Al contempo, dal punto di vista della disciplina applicabile, l’introduzione su base universalistica di una disciplina a tutela del lavoro autonomo «non imprenditoriale», modellata sulla falsariga delle regole e dei principi che presiedono alla tutela civilistica del contraente debole, si candida, quantomeno nelle intenzioni del legislatore, a riempire lo spazio vuoto in cui il decreto di riordino dei contratti di lavoro aveva lasciato i collaboratori «genuini». È nell’intreccio di queste diverse dimensioni di «novità» che si spiegano la scelta del titolo Il «nuovo» lavoro autonomo e quella di articolare il lavoro nei quattro capitoli che lo compongono. Nel primo capitolo, dopo avere svolto alcune riflessioni introduttive sul concetto di «autonomia» e sulla sua caratterizzazione normativa in termini negativi impressa dalla codificazione del 1942, si tenta di effettuare una ricostruzione genealogica dell’istituto oggetto dell’indagine, per apprezzare come nel secolo breve il lavoro autonomo tenda a muoversi nel “solco” del lavoro subordinato, compresso dapprima dalla cosiddetta «tendenza espansiva» del diritto del lavoro e quindi da un approccio regolativo concepito in termini che rimarranno a lungo di carattere spiccatamente antiabusivo, di repressione cioè del «falso» lavoro autonomo. Tale indugio preliminare richiederà inevitabilmente di dare conto, sia pure per sommi capi, della speculare evoluzione della figura del contratto di lavoro subordinato, nelle cui pieghe il lavoro autonomo è stato dapprima fagocitato, fino quasi a scomparire, e quindi riemerso, orfano di tutele, richiedendone le più svariate, a tratti con grida e più spesso sottovoce. Nel secondo capitolo si cerca invece di ricostruire i tratti caratterizzanti la fattispecie posta ad oggetto dell’indagine e, in particolare, i suoi confini esterni e interni. A tal fine, dopo avere dato conto della perdurante attualità del binomio autonomia / subordinazione e dell’assetto attualmente raggiunto dall’elaborazione dottrinale e giurisprudenziale, il lavoro prosegue in una sorta di climax, passando in rassegna le partizioni interne al mondo dell’autonomia – lavoro etero-organizzato e coordinato – delle quali vengono analizzati gli elementi costitutivi, per poi soffermarsi sul confine esterno rappresentato dall’universo contermine dell’imprenditorialità, la cui analisi si rende necessaria in virtù dell’espressa esclusione dei piccoli imprenditori dal novero dei beneficiari delle nuove tutele statutarie. Il terzo capitolo, dedicato alle tutele del «nuovo» lavoro autonomo, si articola in tre sezioni, aventi ad oggetto tre nuclei concettuali, e, in particolare: i) la tutela contrattuale del lavoro autonomo disegnata dal nuovo Statuto, che attinge a piene mani dagli approdi raggiunti del diritto civile di “seconda generazione” nella tutela dei rapporti negoziali caratterizzati dallo squilibrio di forza contrattuale delle parti; ii) le tutele “fuori dal rapporto”, vale a dire quelle di carattere previdenziale, fiscale e promozionale introdotte dalla novella, rispetto alle quali si cercherà di accompagnare l’analisi puntuale delle disposizioni rilevanti all’individuazione del fil rouge che le lega; iii) le tutele collettive, rispetto alle quali pare opportuno valutare, anche in riferimento ai vincoli provenienti dal diritto europeo, gli spazi di agibilità sindacale e le potenzialità nei diversi modelli di associazionismo delle varie categorie di lavoratori autonomi. I primi due nuclei individuano, pur senza sovrapporvisi, le principali direttrici d’intervento dello Statuto, anche se vi saranno ricomprese questioni trascurate dallo stesso (come il nodo dell’equo compenso, che verrà invece affrontato anche alla luce delle ultime novità relative al mondo del lavoro libero professionale); l’ultimo è invece dalla novella quasi del tutto omesso, nonostante le mai sopite sollecitazioni sul punto lo rendano oggi un oggetto di studio obbligato nell’ambito di una ricerca sulle tutele del lavoro autonomo. Il quarto e ultimo capitolo, infine, ha ad oggetto il fenomeno della gig economy, sul quale gli interpreti si affaticano ormai da qualche anno a questa parte. La scelta di destinare il capitolo conclusivo al tema del lavoro “digitale” si spiega con il fatto che esso, nella misura in cui viene ricondotto, a ragione o a torto, al mondo dell’autonomia – opzione per nulla scontata, ma pare sia questa la direzione imboccata dalla nostra giurisprudenza – si candida a costituire il prototipo di quel lavoro economicamente debole, che, orfano delle tutele del lavoro a progetto (in primis in materia di compenso), non può che guardare alle nuove tutele statutarie, rappresentando, in altri termini, un privilegiato “banco di prova” per saggiarne le potenzialità applicative.
The doctoral research aims to give an answer to a series different questions arising at a first impact with the new Italian discipline regulating self-employed work as provided for by the legislative decree 81/2015, concerning the reform of the contractual models, and by the law 81/2017, concerning the protection of self-employed «non-entrepreneurial» work. The combination of these new provisions produced indeed a little “earthquake” in the system of Italian labour law, and, in particular. The innovations represented by the discussed introduction of a new discipline regarding bogus self-employment (so called hetero-organized collaborations: art. 2, d.lgs. 81/2015) together with the specification of the elements of a genuine self-employed collaboration (art. 15, l. 81/2017) calls for a rethinking of the traditional notions of labour law, as they introduce new categories in the area comprehended by the two poles represented by autonomous work and dependent (subordinate) work. On the other hand, the label «non-entrepreneurial» that the Legislator used to individuate the beneficiaries of the new discipline calls for an investigation regarding the border between (self-employed) work and (medium and small) businesses. Therefore, it seems necessary to individuate, in the first place, the external borders of the complex legal situation «self-employed work», which has traditionally been considered as a residual area compressed by the world of employment and the world of small businesses. In the second place, it seems also necessary to individuate the internal borders of self-employed work, which is articulated in several subcategories covering the area of those self-employed workers who devote the main part of their activity to a main client on a continuative basis. Meanwhile, the introduction on a universalistic basis of a protective regulation, which is structured as the private law remedies applicable to contractual relations characterized by the imbalance of bargaining power of the parties, requires a rethinking of the techniques of protection of «genuine» self-employed work. It is in the combination of these two different elements of innovation that it is possible to appreciate the title chosen (The «new» self-employed work. Qualification and legal protection after the legislative decree n. 81/2015 and the law 81/2017) and the articulation of the thesis in four chapters. In the first chapter, after some introductive reflexions about the concept of «autonomy» and its legal characterization under Italian law, we tried to make a genealogical analysis of the subject, in order to appreciate how during the XXth century self-employed work was compressed by the predominant figure of the employment contract and that for a long time the regulatory approach has been conceived mainly in terms of repressing bogus self-employment. In the second chapter we try to individuate the main characteristics of self-employed work and its internal and external borders. To this end, after having underlined that the dichotomy autonomy-subordination is still a cornerstone of the Italian labour law system, the dissertation continues examining the internal partitions of the figure – hetero-organized work, coordinated work – and its constitutive elements and then investigating the complex relation between the world of (self-employed) work and the world of (medium and small) businesses, expressly excluded from the new protective measures dedicated to «non-entrepreneurial» work. The third chapter deals more in particular with the new protective measures introduced in 2017 and it is articulated in three sections. The first section regards the contractual protection of self-employed work and it analyses the elements of the new discipline that recall closely the innovations coming from the field of private law, with particular regard to the B2b contractual relationships. The second section examines the innovations brought in the field of social security and tax regulation. The third section deals with the instruments of collective protection applicable to self-employed workers, in order to verify, also under European law, potentialities and limits of collective dialogue and conflict in the field of non-subordinate work. The last chapter, finally, deals with the phaenomenon of the so-called gig economy. The decision to dedicate the final part of the dissertation to this topic derives from the fact that insofar as the new forms of work emerged in the gig economy are qualified as self-employed relationship – and it seems that this is the direction taken by Italian case law – they represent the perfect prototype of “weak” self-employed work that shall look at the new protective provisions.
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Nania, Rosarita <1987&gt. "La sicurezza nei luoghi di lavoro alla luce del d.lgs. n. 81/2008." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2461.

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Cescon, Benedetta <1993&gt. "Il contratto di apprendistato dalle origini al D.lgs. 81/2015: analisi comparativa con alcuni modelli europei." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13053.

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Abstract:
Il contratto di apprendistato è stato oggetto di importanti modifiche attuate nel tentativo di promuovere tale istituto come principale canale di ingresso dei giovani nel mercato del lavoro. Tuttavia, la diffusione di tale istituto nel contesto italiano risulta ancora limitata, specialmente per le due forme di apprendistato incentrate sull'alternanza scuola-lavoro. Nella prima parte l'elaborato ripercorre l'evoluzione normativa del contratto di apprendistato dalle origini sino, da ultimo, al d.lgs. n. 81/2015. Nella parte centrale delinea le principali caratteristiche dell'istituto e le tre forme in cui esso si declina: apprendistato per la qualifica e il diploma professionale, il diploma di istruzione secondaria superiore e il certificato di specializzazione tecnica superiore, apprendistato professionalizzante e apprendistato di alta formazione e ricerca. Nell'ultima parte sono analizzati i modelli di apprendistato vigenti in Germania, Austria e Danimarca, all'interno del sistema duale di formazione. Dalla comparazione con il sistema di apprendistato italiano emergono le particolarità e le criticità di quest'ultimo.
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Caturelli, Giacomo <1991&gt. "Mansioni del lavoratore: Come cambia la tutela della professionalità e il concetto di demansionamento alla luce dell’art. 3 del d.lgs. 81/2015." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/7894.

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Abstract:
L’obiettivo della tesi è quello di analizzare gli effetti dell’introduzione dell’articolo 3 del decreto legislativo 81/2015 (“Disciplina delle mansioni”) sul rapporto di lavoro subordinato nelle imprese private. Nel primo capitolo si esporranno i concetti di mansione, qualifica e categoria. Nel secondo capitolo, attraverso una analisi differenziale tra la nuova disciplina delle mansioni e la precedente, contenuta nell’articolo 2103 del Codice Civile, si evidenzieranno i principali cambiamenti apportati dalla riforma. Nel terzo capitolo si tenterà di studiare come è cambiato il concetto di tutela della professionalità del lavoratore e se abbia ancora rilevanza il concetto di demansionamento. Infine si proverà a fornire una risposta alla questione se le aperture della riforma favoriscono maggiormente il lavoratore o le esigenze di flessibilità dell’impresa.
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Andrighetto, Andrea <1985&gt. "La revisione della disciplina delle mansioni alla luce del Jobs Act: la riscrittura dell’art. 2103 c.c. ad opera del d.lgs. n. 81/2015." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/7429.

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Abstract:
Il presente scritto intende analizzare la nuova disciplina delle mansioni del lavoratore, introdotta dall’art. 3 del decreto attuativo del Jobs Act, il d.lgs. n. 81/2015, il quale ha riscritto buona parte dell’art. 2103 del codice civile. La nuova disciplina consente al datore di lavoro di superare il divieto di demansionamento: il prestatore di lavoro potrà infatti, diversamente da quanto precedentemente previsto, essere adibito a mansioni inferiori sia quando sussiste una modifica degli assetti organizzativi che incide sulla sua posizione, sia nel caso in cui manifesti il suo consenso, sia, ancora, nei casi ulteriori previsti dalla contrattazione collettiva. Alla luce dell’importante novità legislativa, la tesi si propone di analizzare l’evoluzione normativa lavoristica in tema di mansioni, per poi concentrarsi sulla novità del Jobs Act, ricostruendo il dibattito sul tema, alla luce delle critiche e delle preoccupazioni sollevate in ambito dottrinale, e per le novità in tema di demansionamento, e, in termini più generali, per le scelte di un legislatore (spesso in eccesso di delega) sempre più attento alle ragioni dell’impresa, anche a discapito dei diritti del lavoratore in nome delle esigenze sempre maggiori di flessibilità organizzativa e gestionale.
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MANZO, GIORGIANA. "LA SICUREZZA DEL LAVORO ALLA LUCE DEL D.LGS. N 81/2008: I MODELLI DI RESPONSABILITA' PENALE E LA RESPONSABILITA' CIVILE DEI SOGGETTI GARANTI." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/1068.

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Abstract:
La tesi analizza la materia della sicurezza sul lavoro sotto il profilo della responsabilità penale e civile. Allo studio dei principi costituzionali di riferimento (art. 32 Cost e 41 Cost), dei D.P.R. degli Anni ’50, dell’art. 9 St. Lav., del D. Lgs. n. 81/2008, segue l’analisi del quadro sanzionatorio previsto in caso di violazione della normativa prevenzionale ed in caso di infortunio. In materia di sicurezza sul lavoro le tipologie di reati sono tre: le fattispecie omissive, regolate dal combinato disposto dell’art. 40, cpv.,cp e degli artt. 589cp e 590cp; i reati previsti dalla disciplina codicistica (art.437 cp e art. 451 cp); i reati contravvenzionali (D. Lgs. n. 81/08). Si approfondisce quindi il “modello legale” delle responsabilità, contenuto nel D. Lgs. n. 81/2008 ed articolato nella quadripartizione dell’obbligo di sicurezza tra soggetti muniti di una specifica qualifica (datore di lavoro, dirigente, preposto e lavoratore); parallelamente, si analizza il “modello negoziale”, che si perfeziona con la delega di funzioni, approfondita alla luce delle caratteristiche richieste dalla giurisprudenza ed in forza dei requisiti previsti dal D. Lgs. n. 81/08. Si procede quindi ad un’analisi dei risvolti civilistici della violazione dell’obbligo di sicurezza, soffermandosi sugli effetti del trasferimento di funzioni in questo ambito.
The thesis analyses the field of health and safety legislation, in terms of criminal and civil liability. The study starts with a focus on constitutional principles of reference (article 32 and article 41), Decrees of Fifties, article 9 of Labour Law, Legislative Decree n. 81/2008; then the analysis follows the framework in case of violation of H&S legislation and in case of injury. In H&S field there are three types of crimes: “negative” crimes, governed by the provisions of article 40 of Criminal Code, and articles 589 and 590 of Criminal Code; crimes provided by Criminal Code (art.437 and art. 451); crimes called “contravvenzioni” (Legislative Decree n. 81/08). Then the thesis analyses the "legal model" of the liability set in Legislative Decree n. 81/2008 and articulated in a four-part safety obligation among subjects that have a specific status (employer, manager, “preposto”, employee); similarly, the study focuses on the delegation of tasks, regarding to the characteristics required by law cases and in accordance with the requirements of Legislative Decree n. 81/08. Then the thesis focuses on the consequences of violation of H&S legislation, regarding to the effects of the transfer of functions.
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MANZO, GIORGIANA. "LA SICUREZZA DEL LAVORO ALLA LUCE DEL D.LGS. N 81/2008: I MODELLI DI RESPONSABILITA' PENALE E LA RESPONSABILITA' CIVILE DEI SOGGETTI GARANTI." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/1068.

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Abstract:
La tesi analizza la materia della sicurezza sul lavoro sotto il profilo della responsabilità penale e civile. Allo studio dei principi costituzionali di riferimento (art. 32 Cost e 41 Cost), dei D.P.R. degli Anni ’50, dell’art. 9 St. Lav., del D. Lgs. n. 81/2008, segue l’analisi del quadro sanzionatorio previsto in caso di violazione della normativa prevenzionale ed in caso di infortunio. In materia di sicurezza sul lavoro le tipologie di reati sono tre: le fattispecie omissive, regolate dal combinato disposto dell’art. 40, cpv.,cp e degli artt. 589cp e 590cp; i reati previsti dalla disciplina codicistica (art.437 cp e art. 451 cp); i reati contravvenzionali (D. Lgs. n. 81/08). Si approfondisce quindi il “modello legale” delle responsabilità, contenuto nel D. Lgs. n. 81/2008 ed articolato nella quadripartizione dell’obbligo di sicurezza tra soggetti muniti di una specifica qualifica (datore di lavoro, dirigente, preposto e lavoratore); parallelamente, si analizza il “modello negoziale”, che si perfeziona con la delega di funzioni, approfondita alla luce delle caratteristiche richieste dalla giurisprudenza ed in forza dei requisiti previsti dal D. Lgs. n. 81/08. Si procede quindi ad un’analisi dei risvolti civilistici della violazione dell’obbligo di sicurezza, soffermandosi sugli effetti del trasferimento di funzioni in questo ambito.
The thesis analyses the field of health and safety legislation, in terms of criminal and civil liability. The study starts with a focus on constitutional principles of reference (article 32 and article 41), Decrees of Fifties, article 9 of Labour Law, Legislative Decree n. 81/2008; then the analysis follows the framework in case of violation of H&S legislation and in case of injury. In H&S field there are three types of crimes: “negative” crimes, governed by the provisions of article 40 of Criminal Code, and articles 589 and 590 of Criminal Code; crimes provided by Criminal Code (art.437 and art. 451); crimes called “contravvenzioni” (Legislative Decree n. 81/08). Then the thesis analyses the "legal model" of the liability set in Legislative Decree n. 81/2008 and articulated in a four-part safety obligation among subjects that have a specific status (employer, manager, “preposto”, employee); similarly, the study focuses on the delegation of tasks, regarding to the characteristics required by law cases and in accordance with the requirements of Legislative Decree n. 81/08. Then the thesis focuses on the consequences of violation of H&S legislation, regarding to the effects of the transfer of functions.
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CHAPELLU, DANIELE. "L'OBBLIGO DI SICUREZZA DEL DATORE DI LAVORO, TRA PRESCRIZIONI NORMATIVE ED ORGANIZZAZIONE AZIENDALE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2014. http://hdl.handle.net/10280/3104.

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Abstract:
La tesi si inserisce nel filone delle opere sulla sicurezza del lavoro. I primi due capitoli ripercorrono temi classici della materia (la valenza dell'art. 2087 c.c., anche nell'ambito del sinallagma contrattuale e l' emersione del sistema aziendale di sicurezza), il terzo e il quarto approfondiscono il tema di ricerca in un'ottica riferita all'organizzazione aziendale, analizzando il ruolo di tutti i soggetti coinvolti nell'obbligo di sicurezza in relazione ai modelli di organizzazione e gestione come previsti dal d.lgs. n. 81/2008, e d. lgs. n.231/2001. Il lavoro si conclude con una ricerca empirica che offre materiali di "prima mano" per comprendere le sfide e i problemi concreti incontrati dalle imprese nell'attuazione dei sistemi aziendali di sicurezza.
The dissertation concerns the important topic of the occupational safety. The first and the second paragraphs recall, with a remarkable bibliography, classical themes of the subject (the value of the article 2087 of the Civil Code, also in a contractual relationship, and the greater consideration of the company safety system, with the Decree n. 626/1994 and the Decree 81/2008). The third and the fourth paragraph debate about the organizational aspects of safety in the workplace. After having well examined the roles of all the subjects involved in the fulfillment of the safety obligation (the third paragraph), the dissertation argues on the models of organization and management, a topic often neglected by the Labour Law Scholars. Those kind of models have acquired renewed importance after of the Law n. 123/2007 and the Decree n. 81/2008 because of the enforcement of the crime corporate responsibility provided by the Decree n. 231/2001. The fifth and last paragraph has an empirical approach. It allows to analyze interesting data recorded through some interviews, regarding the problems engaged by the companies in the actualization of the company safety system.
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CHAPELLU, DANIELE. "L'OBBLIGO DI SICUREZZA DEL DATORE DI LAVORO, TRA PRESCRIZIONI NORMATIVE ED ORGANIZZAZIONE AZIENDALE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2014. http://hdl.handle.net/10280/3104.

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La tesi si inserisce nel filone delle opere sulla sicurezza del lavoro. I primi due capitoli ripercorrono temi classici della materia (la valenza dell'art. 2087 c.c., anche nell'ambito del sinallagma contrattuale e l' emersione del sistema aziendale di sicurezza), il terzo e il quarto approfondiscono il tema di ricerca in un'ottica riferita all'organizzazione aziendale, analizzando il ruolo di tutti i soggetti coinvolti nell'obbligo di sicurezza in relazione ai modelli di organizzazione e gestione come previsti dal d.lgs. n. 81/2008, e d. lgs. n.231/2001. Il lavoro si conclude con una ricerca empirica che offre materiali di "prima mano" per comprendere le sfide e i problemi concreti incontrati dalle imprese nell'attuazione dei sistemi aziendali di sicurezza.
The dissertation concerns the important topic of the occupational safety. The first and the second paragraphs recall, with a remarkable bibliography, classical themes of the subject (the value of the article 2087 of the Civil Code, also in a contractual relationship, and the greater consideration of the company safety system, with the Decree n. 626/1994 and the Decree 81/2008). The third and the fourth paragraph debate about the organizational aspects of safety in the workplace. After having well examined the roles of all the subjects involved in the fulfillment of the safety obligation (the third paragraph), the dissertation argues on the models of organization and management, a topic often neglected by the Labour Law Scholars. Those kind of models have acquired renewed importance after of the Law n. 123/2007 and the Decree n. 81/2008 because of the enforcement of the crime corporate responsibility provided by the Decree n. 231/2001. The fifth and last paragraph has an empirical approach. It allows to analyze interesting data recorded through some interviews, regarding the problems engaged by the companies in the actualization of the company safety system.
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Asad, Mekhail Sofia. "La valutazione del rischio chimico negli ambienti di lavoro." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
L'importanza del D. Lgs. n. 81/08 sta nell'aver imposto un sistema di gestione, prevenzione e controllo della sicurezza e della salute del lavoratore attraverso l'individuazione e la riduzione al minimo dei fattori di rischio. Uno degli adempimenti cardine introdotti a tal fine dal D. Lgs. n. 81/08 è la valutazione dei rischi effettuata dal datore di lavoro, protagonista attivo nella funzione prevenzionale. Il D. Lgs. n. 81/08 elenca i contenuti che devono essere presenti del Documento di Valutazione del Rischio, costituiti dalla descrizione dei criteri adottati per la valutazione, dalle conclusioni che si evincono dalla valutazione stessa, dall'individuazione delle misure di protezione e prevenzione, dal programma di attuazione delle misure previste; non fornisce tuttavia una metodologia di valutazione del rischio. A tale scopo sono disponibili delle linee guida predisposte da alcune Regioni, costituite da metodi indicizzati, che colmano da una parte una lacuna metodologica, dall’altra si propongono come uno strumento standardizzato per analizzare in modo omogeno le realtà aziendali di una stessa Regione. Il presente elaborato ha ad oggetto la valutazione del rischio chimico, ovvero del rischio derivante dall'esposizione ad agenti chimici dannosi per la salute. Nello specifico, a seguito di un’indagine volta ad individuare i metodi disponibili per la valutazione del rischio chimico, i metodi stessi sono stati tra loro comparati, anche considerandone l’applicazione ad alcuni casi di studio.
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Books on the topic "D.Lgs.81"

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Italy. Il testo unico della salute e sicurezza sul lavoro dopo il correttivo (D.Lgs. n. 106/2009): Commentario al Decreto legislativo n. 81/2008 ... Milano: Giuffrè, 2009.

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Curi, Francesca. Profili penali dello stress lavoro-correlato. Bononia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/sg270.

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Abstract:
La storia del lavoro è sin dalle sue origini intrecciata con la storia della sua liberazione dalla fatica. Il modello tayloristico dell’operaio come “gorilla ammaestrato” ha ceduto il posto, a seguito di un lento processo evolutivo, a un’organizzazione produttiva nella quale, oltre alla salute, viene assicurato anche il “benessere” psico-fisico del lavoratore. In base al d.lgs. n. 81/2008, tra gli obblighi non delegabili del datore di lavoro, rientra la previsione del rischio stress lavoro-correlato. Dilatare la posizione di garanzia fino a farvi rientrare forme di “malessere” che non assurgono al rango di malattia, arrestandosi al livello di un più generico disagio, può alterare la proporzione tra offesa al bene giuridico e mezzi di difesa, con conseguente violazione di alcuni fondamentali principi di ordine costituzionale. A ciò va aggiunto il costo di una intrinseca inefficacia della formulazione punitiva applicata. In una prospettiva necessariamente de iure condendo si può quindi pensare di valorizzare la “novità” del sistema introdotta dal d.lgs. n. 231/2001. Dotata di un più penetrante effetto dissuasivo, la previsione di una responsabilità diretta della societas – secondo quanto già sperimentato nei paesi di common law – potrebbe favorire la realizzazione dei necessari adeguamenti organizzativi, volti a garantire un livello quantomeno standardizzato di benessere, salute e sicurezza sul posto di lavoro
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Vincieri, Martina. L'integrazione dell'obbligo di sicurezza. Bononia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/sg288.

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Abstract:
Il presente studio monografico indaga gli strumenti variamente deputati ad accrescere le garanzie di tutela della salute dei lavoratori e ad elevare gli standard di sicurezza previsti normativamente. Rispetto alle previsioni di cui al d.lgs. n. 81/2008 possono essere create, ad iniziativa del datore di lavoro o in accordo tra le parti, misure o soluzioni ulteriori dirette al perfezionamento e all’integrazione dell’obbligo di sicurezza. La trattazione si snoda attraverso le «buone prassi», quali atti unilaterali del datore di lavoro, le misure inserite e negoziate all’interno di una intesa contrattuale, prevalentemente a livello d’azienda, nonché i modelli organizzativi, frutto di una scelta libera e insieme “necessitata” del datore di lavoro. L’Autrice si sofferma sull’esatto raccordo con l’art. 2087 c.c., posto che le soluzioni migliorative, unilaterali o contrattate, e i modelli organizzativi sono considerati misure per adempiere l’obbligo di sicurezza. La rilevanza degli strumenti menzionati induce a riflettere sulle conseguenti implicazioni giuridiche e a verificarne la diffusione in altri Stati membri. L’analisi comparata è, in particolare, volta a mettere in luce i meccanismi partecipativi e le sedi di confronto e di promozione della formazione di regole in azienda per la tutela della sicurezza sul lavoro.
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Conference papers on the topic "D.Lgs.81"

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Germanàa, D., S. Spadaa, G. Lombardib, A. Baraccoc, M. Coggiolac, F. Sessad, and L. Ghibaudoa. "Pushing and Pulling Risk Assessment in Fiat Group Automobiles Industrial Reality: Methods to Analyze Critical Operative Conditions According to ISO 11228-2 Principles." In Applied Human Factors and Ergonomics Conference (2022). AHFE International, 2022. http://dx.doi.org/10.54941/ahfe1001225.

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Abstract:
The Italian legislation, D.Lgs 81/08, requires employer to make the assessment of every risk the worker is exposed to, including the risk of biomechanical overload of musculoskeletal structure due to Manual Material Handling. In particular, the Italian legislation recalls international ISO standard of 11228 series as reference to Manual Material Handling risk assessment. More in deep, ISO 11228-2 is the reference standard to the risk assessment of pushing and pulling tasks. According to this standard, the risk assessment can be carried out using two analysis levels, each one characterized by a specific method. The first level analysis is deeply used in the industrial reality, it allows a fast screening of risk factors and it is based on an evaluation checklist and tables coming from Snook&Ciriello psychophysical tables. Psychophysical tables reports experimental force values based on risk factors of load, environment and operator characteristics. Effectively, the risk level is assessed by a comparison between measured initial and maintenance forces and the corresponding force values reported in Snook & Ciriello tables. Snook&Ciriello tables are a collection of experimental data (psychophysical data) and this is the main limitation in their use because of they don’t cover all conditions that could be present in the complex industrial reality as the automotive contest is. Therefore, Fiat Group Automobiles (FGA) has internally developed a conservative method to analyze pushing and pulling tasks, according to ergonomics principles mentioned in the legislation requirements and shared with Occupational Doctors. This method allows to assess the risk of biomechanical overload of pushing and pulling tasks, when the critical operative conditions of the task are not explicitly comparable to the discrete value of psychophysical tables. The developed method is based on standardize procedure to experimentally measure initial and maintenance forces as well as to statistically elaborate the experimental data. The application of this procedure allows to have repeatable and comparable experimental data, where an interpretability of the current legislation in open, because of ISO standard does not give detailed and unambiguous information to acquire and statistically manage the experimental forces data. Finally, a case study of FGA methodology application will be illustrated.
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