To see the other types of publications on this topic, follow the link: D.Lgs.81.

Dissertations / Theses on the topic 'D.Lgs.81'

Create a spot-on reference in APA, MLA, Chicago, Harvard, and other styles

Select a source type:

Consult the top 18 dissertations / theses for your research on the topic 'D.Lgs.81.'

Next to every source in the list of references, there is an 'Add to bibliography' button. Press on it, and we will generate automatically the bibliographic reference to the chosen work in the citation style you need: APA, MLA, Harvard, Chicago, Vancouver, etc.

You can also download the full text of the academic publication as pdf and read online its abstract whenever available in the metadata.

Browse dissertations / theses on a wide variety of disciplines and organise your bibliography correctly.

1

CAVALLINI, GIONATA GOLO. "IL «NUOVO» LAVORO AUTONOMO. QUALIFICAZIONE E TUTELE DOPO IL D.LGS. N. 81/2015 E LA L. N. 81/2017." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2019. http://hdl.handle.net/2434/615459.

Full text
Abstract:
La ricerca mira a rispondere a due quesiti che sorgono per così dire spontaneamente a un “primo impatto” con il nuovo formante normativo risultante dagli interventi legislativi che hanno caratterizzato la stagione – forse appena conclusa – dei Jobs Act, secondo una linea che parte idealmente dal decreto legislativo n. 81 del 2015, recante la disciplina organica dei contratti di lavoro per culminare nella legge n. 81 del 2017, recante misure per la tutela del lavoro autonomo «non imprenditoriale». L’intreccio tra le novità introdotte da tali interventi ha prodotto – come è stato da più parti osservato – un piccolo “sisma”, che ha interessato tanto la dimensione della qualificazione dei rapporti di lavoro, quanto quella della tutela applicabile ai rapporti di lavoro non subordinato. Le discussa riconduzione alla disciplina del lavoro subordinato dei rapporti di collaborazione c.d. etero-organizzata (art. 2, d.lgs. 81/2015), la successiva ma parallela norma di interpretazione autentica della nozione di coordinamento, introdotta in calce all’art. 409, n. 3, c.p.c. (art. 15, l. 81/2017) e il contestuale riconoscimento di forme di lavoro subordinato organizzato per fasi, cicli e obiettivi e senza precisi vincoli di orario o di luogo di lavoro (art. 18, l. 81/2017) impongono una rimeditazione delle nozioni tradizionali, in quanto finiscono per innestare sulla (pur sempre fondamentale) summa divisio tra lavoro subordinato e autonomo una serie di ulteriori partizioni, che si declinano secondo un continuum dai confini spesso difficilmente individuabili. La previsione di forme di tutela destinate a rispondere alle esigenze del lavoro autonomo purché «non imprenditoriale», poi, richiede di interrogarsi sul senso dell’etichetta adoperata dal legislatore e di esplorare la linea di confine intercorrente tra mondo del lavoro (autonomo) e mondo della (piccola) impresa. Si tratta dunque innanzitutto, questo il primo itinerario di ricerca, di individuare i confini esterni della fattispecie del lavoro autonomo, tradizionalmente raffigurato come un’area residuale compressa tra il mondo del lavoro salariato e quello della piccola impresa, nonché i confini interni tra il lavoro autonomo “puro” e quello variamente coordinato, su base più o meno consensuale, rispetto a un committente principale. Tale operazione richiede inoltre di interrogarsi sulla persistente attualità della grande dicotomia autonomia-subordinazione – a tutt’oggi oggetto di una giurisprudenza che fatica a trovare punti di riferimento più solidi che non siano le copiose massime tralatizie, tanto rigorose quanto circolari – e di chiedersi se le recenti riforme abbiano individuato partizioni interne al sistema del lavoro autonomo (lavoro autonomo etero-organizzato, lavoro autonomo coordinato e continuativo, lavoro autonomo non coordinato ma continuativo, lavoro autonomo “puro”), per consentire una graduazione delle tutele, ovvero se esse abbiano solo spostato la linea di confine tra rapporti di lavoro soggetti alla disciplina protettiva del lavoro subordinato e rapporti che ne sono esclusi. Al contempo, dal punto di vista della disciplina applicabile, l’introduzione su base universalistica di una disciplina a tutela del lavoro autonomo «non imprenditoriale», modellata sulla falsariga delle regole e dei principi che presiedono alla tutela civilistica del contraente debole, si candida, quantomeno nelle intenzioni del legislatore, a riempire lo spazio vuoto in cui il decreto di riordino dei contratti di lavoro aveva lasciato i collaboratori «genuini». È nell’intreccio di queste diverse dimensioni di «novità» che si spiegano la scelta del titolo Il «nuovo» lavoro autonomo e quella di articolare il lavoro nei quattro capitoli che lo compongono. Nel primo capitolo, dopo avere svolto alcune riflessioni introduttive sul concetto di «autonomia» e sulla sua caratterizzazione normativa in termini negativi impressa dalla codificazione del 1942, si tenta di effettuare una ricostruzione genealogica dell’istituto oggetto dell’indagine, per apprezzare come nel secolo breve il lavoro autonomo tenda a muoversi nel “solco” del lavoro subordinato, compresso dapprima dalla cosiddetta «tendenza espansiva» del diritto del lavoro e quindi da un approccio regolativo concepito in termini che rimarranno a lungo di carattere spiccatamente antiabusivo, di repressione cioè del «falso» lavoro autonomo. Tale indugio preliminare richiederà inevitabilmente di dare conto, sia pure per sommi capi, della speculare evoluzione della figura del contratto di lavoro subordinato, nelle cui pieghe il lavoro autonomo è stato dapprima fagocitato, fino quasi a scomparire, e quindi riemerso, orfano di tutele, richiedendone le più svariate, a tratti con grida e più spesso sottovoce. Nel secondo capitolo si cerca invece di ricostruire i tratti caratterizzanti la fattispecie posta ad oggetto dell’indagine e, in particolare, i suoi confini esterni e interni. A tal fine, dopo avere dato conto della perdurante attualità del binomio autonomia / subordinazione e dell’assetto attualmente raggiunto dall’elaborazione dottrinale e giurisprudenziale, il lavoro prosegue in una sorta di climax, passando in rassegna le partizioni interne al mondo dell’autonomia – lavoro etero-organizzato e coordinato – delle quali vengono analizzati gli elementi costitutivi, per poi soffermarsi sul confine esterno rappresentato dall’universo contermine dell’imprenditorialità, la cui analisi si rende necessaria in virtù dell’espressa esclusione dei piccoli imprenditori dal novero dei beneficiari delle nuove tutele statutarie. Il terzo capitolo, dedicato alle tutele del «nuovo» lavoro autonomo, si articola in tre sezioni, aventi ad oggetto tre nuclei concettuali, e, in particolare: i) la tutela contrattuale del lavoro autonomo disegnata dal nuovo Statuto, che attinge a piene mani dagli approdi raggiunti del diritto civile di “seconda generazione” nella tutela dei rapporti negoziali caratterizzati dallo squilibrio di forza contrattuale delle parti; ii) le tutele “fuori dal rapporto”, vale a dire quelle di carattere previdenziale, fiscale e promozionale introdotte dalla novella, rispetto alle quali si cercherà di accompagnare l’analisi puntuale delle disposizioni rilevanti all’individuazione del fil rouge che le lega; iii) le tutele collettive, rispetto alle quali pare opportuno valutare, anche in riferimento ai vincoli provenienti dal diritto europeo, gli spazi di agibilità sindacale e le potenzialità nei diversi modelli di associazionismo delle varie categorie di lavoratori autonomi. I primi due nuclei individuano, pur senza sovrapporvisi, le principali direttrici d’intervento dello Statuto, anche se vi saranno ricomprese questioni trascurate dallo stesso (come il nodo dell’equo compenso, che verrà invece affrontato anche alla luce delle ultime novità relative al mondo del lavoro libero professionale); l’ultimo è invece dalla novella quasi del tutto omesso, nonostante le mai sopite sollecitazioni sul punto lo rendano oggi un oggetto di studio obbligato nell’ambito di una ricerca sulle tutele del lavoro autonomo. Il quarto e ultimo capitolo, infine, ha ad oggetto il fenomeno della gig economy, sul quale gli interpreti si affaticano ormai da qualche anno a questa parte. La scelta di destinare il capitolo conclusivo al tema del lavoro “digitale” si spiega con il fatto che esso, nella misura in cui viene ricondotto, a ragione o a torto, al mondo dell’autonomia – opzione per nulla scontata, ma pare sia questa la direzione imboccata dalla nostra giurisprudenza – si candida a costituire il prototipo di quel lavoro economicamente debole, che, orfano delle tutele del lavoro a progetto (in primis in materia di compenso), non può che guardare alle nuove tutele statutarie, rappresentando, in altri termini, un privilegiato “banco di prova” per saggiarne le potenzialità applicative.
The doctoral research aims to give an answer to a series different questions arising at a first impact with the new Italian discipline regulating self-employed work as provided for by the legislative decree 81/2015, concerning the reform of the contractual models, and by the law 81/2017, concerning the protection of self-employed «non-entrepreneurial» work. The combination of these new provisions produced indeed a little “earthquake” in the system of Italian labour law, and, in particular. The innovations represented by the discussed introduction of a new discipline regarding bogus self-employment (so called hetero-organized collaborations: art. 2, d.lgs. 81/2015) together with the specification of the elements of a genuine self-employed collaboration (art. 15, l. 81/2017) calls for a rethinking of the traditional notions of labour law, as they introduce new categories in the area comprehended by the two poles represented by autonomous work and dependent (subordinate) work. On the other hand, the label «non-entrepreneurial» that the Legislator used to individuate the beneficiaries of the new discipline calls for an investigation regarding the border between (self-employed) work and (medium and small) businesses. Therefore, it seems necessary to individuate, in the first place, the external borders of the complex legal situation «self-employed work», which has traditionally been considered as a residual area compressed by the world of employment and the world of small businesses. In the second place, it seems also necessary to individuate the internal borders of self-employed work, which is articulated in several subcategories covering the area of those self-employed workers who devote the main part of their activity to a main client on a continuative basis. Meanwhile, the introduction on a universalistic basis of a protective regulation, which is structured as the private law remedies applicable to contractual relations characterized by the imbalance of bargaining power of the parties, requires a rethinking of the techniques of protection of «genuine» self-employed work. It is in the combination of these two different elements of innovation that it is possible to appreciate the title chosen (The «new» self-employed work. Qualification and legal protection after the legislative decree n. 81/2015 and the law 81/2017) and the articulation of the thesis in four chapters. In the first chapter, after some introductive reflexions about the concept of «autonomy» and its legal characterization under Italian law, we tried to make a genealogical analysis of the subject, in order to appreciate how during the XXth century self-employed work was compressed by the predominant figure of the employment contract and that for a long time the regulatory approach has been conceived mainly in terms of repressing bogus self-employment. In the second chapter we try to individuate the main characteristics of self-employed work and its internal and external borders. To this end, after having underlined that the dichotomy autonomy-subordination is still a cornerstone of the Italian labour law system, the dissertation continues examining the internal partitions of the figure – hetero-organized work, coordinated work – and its constitutive elements and then investigating the complex relation between the world of (self-employed) work and the world of (medium and small) businesses, expressly excluded from the new protective measures dedicated to «non-entrepreneurial» work. The third chapter deals more in particular with the new protective measures introduced in 2017 and it is articulated in three sections. The first section regards the contractual protection of self-employed work and it analyses the elements of the new discipline that recall closely the innovations coming from the field of private law, with particular regard to the B2b contractual relationships. The second section examines the innovations brought in the field of social security and tax regulation. The third section deals with the instruments of collective protection applicable to self-employed workers, in order to verify, also under European law, potentialities and limits of collective dialogue and conflict in the field of non-subordinate work. The last chapter, finally, deals with the phaenomenon of the so-called gig economy. The decision to dedicate the final part of the dissertation to this topic derives from the fact that insofar as the new forms of work emerged in the gig economy are qualified as self-employed relationship – and it seems that this is the direction taken by Italian case law – they represent the perfect prototype of “weak” self-employed work that shall look at the new protective provisions.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

Nania, Rosarita <1987&gt. "La sicurezza nei luoghi di lavoro alla luce del d.lgs. n. 81/2008." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2461.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
3

Cescon, Benedetta <1993&gt. "Il contratto di apprendistato dalle origini al D.lgs. 81/2015: analisi comparativa con alcuni modelli europei." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13053.

Full text
Abstract:
Il contratto di apprendistato è stato oggetto di importanti modifiche attuate nel tentativo di promuovere tale istituto come principale canale di ingresso dei giovani nel mercato del lavoro. Tuttavia, la diffusione di tale istituto nel contesto italiano risulta ancora limitata, specialmente per le due forme di apprendistato incentrate sull'alternanza scuola-lavoro. Nella prima parte l'elaborato ripercorre l'evoluzione normativa del contratto di apprendistato dalle origini sino, da ultimo, al d.lgs. n. 81/2015. Nella parte centrale delinea le principali caratteristiche dell'istituto e le tre forme in cui esso si declina: apprendistato per la qualifica e il diploma professionale, il diploma di istruzione secondaria superiore e il certificato di specializzazione tecnica superiore, apprendistato professionalizzante e apprendistato di alta formazione e ricerca. Nell'ultima parte sono analizzati i modelli di apprendistato vigenti in Germania, Austria e Danimarca, all'interno del sistema duale di formazione. Dalla comparazione con il sistema di apprendistato italiano emergono le particolarità e le criticità di quest'ultimo.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
4

Caturelli, Giacomo <1991&gt. "Mansioni del lavoratore: Come cambia la tutela della professionalità e il concetto di demansionamento alla luce dell’art. 3 del d.lgs. 81/2015." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/7894.

Full text
Abstract:
L’obiettivo della tesi è quello di analizzare gli effetti dell’introduzione dell’articolo 3 del decreto legislativo 81/2015 (“Disciplina delle mansioni”) sul rapporto di lavoro subordinato nelle imprese private. Nel primo capitolo si esporranno i concetti di mansione, qualifica e categoria. Nel secondo capitolo, attraverso una analisi differenziale tra la nuova disciplina delle mansioni e la precedente, contenuta nell’articolo 2103 del Codice Civile, si evidenzieranno i principali cambiamenti apportati dalla riforma. Nel terzo capitolo si tenterà di studiare come è cambiato il concetto di tutela della professionalità del lavoratore e se abbia ancora rilevanza il concetto di demansionamento. Infine si proverà a fornire una risposta alla questione se le aperture della riforma favoriscono maggiormente il lavoratore o le esigenze di flessibilità dell’impresa.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
5

Andrighetto, Andrea <1985&gt. "La revisione della disciplina delle mansioni alla luce del Jobs Act: la riscrittura dell’art. 2103 c.c. ad opera del d.lgs. n. 81/2015." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/7429.

Full text
Abstract:
Il presente scritto intende analizzare la nuova disciplina delle mansioni del lavoratore, introdotta dall’art. 3 del decreto attuativo del Jobs Act, il d.lgs. n. 81/2015, il quale ha riscritto buona parte dell’art. 2103 del codice civile. La nuova disciplina consente al datore di lavoro di superare il divieto di demansionamento: il prestatore di lavoro potrà infatti, diversamente da quanto precedentemente previsto, essere adibito a mansioni inferiori sia quando sussiste una modifica degli assetti organizzativi che incide sulla sua posizione, sia nel caso in cui manifesti il suo consenso, sia, ancora, nei casi ulteriori previsti dalla contrattazione collettiva. Alla luce dell’importante novità legislativa, la tesi si propone di analizzare l’evoluzione normativa lavoristica in tema di mansioni, per poi concentrarsi sulla novità del Jobs Act, ricostruendo il dibattito sul tema, alla luce delle critiche e delle preoccupazioni sollevate in ambito dottrinale, e per le novità in tema di demansionamento, e, in termini più generali, per le scelte di un legislatore (spesso in eccesso di delega) sempre più attento alle ragioni dell’impresa, anche a discapito dei diritti del lavoratore in nome delle esigenze sempre maggiori di flessibilità organizzativa e gestionale.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
6

MANZO, GIORGIANA. "LA SICUREZZA DEL LAVORO ALLA LUCE DEL D.LGS. N 81/2008: I MODELLI DI RESPONSABILITA' PENALE E LA RESPONSABILITA' CIVILE DEI SOGGETTI GARANTI." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/1068.

Full text
Abstract:
La tesi analizza la materia della sicurezza sul lavoro sotto il profilo della responsabilità penale e civile. Allo studio dei principi costituzionali di riferimento (art. 32 Cost e 41 Cost), dei D.P.R. degli Anni ’50, dell’art. 9 St. Lav., del D. Lgs. n. 81/2008, segue l’analisi del quadro sanzionatorio previsto in caso di violazione della normativa prevenzionale ed in caso di infortunio. In materia di sicurezza sul lavoro le tipologie di reati sono tre: le fattispecie omissive, regolate dal combinato disposto dell’art. 40, cpv.,cp e degli artt. 589cp e 590cp; i reati previsti dalla disciplina codicistica (art.437 cp e art. 451 cp); i reati contravvenzionali (D. Lgs. n. 81/08). Si approfondisce quindi il “modello legale” delle responsabilità, contenuto nel D. Lgs. n. 81/2008 ed articolato nella quadripartizione dell’obbligo di sicurezza tra soggetti muniti di una specifica qualifica (datore di lavoro, dirigente, preposto e lavoratore); parallelamente, si analizza il “modello negoziale”, che si perfeziona con la delega di funzioni, approfondita alla luce delle caratteristiche richieste dalla giurisprudenza ed in forza dei requisiti previsti dal D. Lgs. n. 81/08. Si procede quindi ad un’analisi dei risvolti civilistici della violazione dell’obbligo di sicurezza, soffermandosi sugli effetti del trasferimento di funzioni in questo ambito.
The thesis analyses the field of health and safety legislation, in terms of criminal and civil liability. The study starts with a focus on constitutional principles of reference (article 32 and article 41), Decrees of Fifties, article 9 of Labour Law, Legislative Decree n. 81/2008; then the analysis follows the framework in case of violation of H&S legislation and in case of injury. In H&S field there are three types of crimes: “negative” crimes, governed by the provisions of article 40 of Criminal Code, and articles 589 and 590 of Criminal Code; crimes provided by Criminal Code (art.437 and art. 451); crimes called “contravvenzioni” (Legislative Decree n. 81/08). Then the thesis analyses the "legal model" of the liability set in Legislative Decree n. 81/2008 and articulated in a four-part safety obligation among subjects that have a specific status (employer, manager, “preposto”, employee); similarly, the study focuses on the delegation of tasks, regarding to the characteristics required by law cases and in accordance with the requirements of Legislative Decree n. 81/08. Then the thesis focuses on the consequences of violation of H&S legislation, regarding to the effects of the transfer of functions.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
7

MANZO, GIORGIANA. "LA SICUREZZA DEL LAVORO ALLA LUCE DEL D.LGS. N 81/2008: I MODELLI DI RESPONSABILITA' PENALE E LA RESPONSABILITA' CIVILE DEI SOGGETTI GARANTI." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/1068.

Full text
Abstract:
La tesi analizza la materia della sicurezza sul lavoro sotto il profilo della responsabilità penale e civile. Allo studio dei principi costituzionali di riferimento (art. 32 Cost e 41 Cost), dei D.P.R. degli Anni ’50, dell’art. 9 St. Lav., del D. Lgs. n. 81/2008, segue l’analisi del quadro sanzionatorio previsto in caso di violazione della normativa prevenzionale ed in caso di infortunio. In materia di sicurezza sul lavoro le tipologie di reati sono tre: le fattispecie omissive, regolate dal combinato disposto dell’art. 40, cpv.,cp e degli artt. 589cp e 590cp; i reati previsti dalla disciplina codicistica (art.437 cp e art. 451 cp); i reati contravvenzionali (D. Lgs. n. 81/08). Si approfondisce quindi il “modello legale” delle responsabilità, contenuto nel D. Lgs. n. 81/2008 ed articolato nella quadripartizione dell’obbligo di sicurezza tra soggetti muniti di una specifica qualifica (datore di lavoro, dirigente, preposto e lavoratore); parallelamente, si analizza il “modello negoziale”, che si perfeziona con la delega di funzioni, approfondita alla luce delle caratteristiche richieste dalla giurisprudenza ed in forza dei requisiti previsti dal D. Lgs. n. 81/08. Si procede quindi ad un’analisi dei risvolti civilistici della violazione dell’obbligo di sicurezza, soffermandosi sugli effetti del trasferimento di funzioni in questo ambito.
The thesis analyses the field of health and safety legislation, in terms of criminal and civil liability. The study starts with a focus on constitutional principles of reference (article 32 and article 41), Decrees of Fifties, article 9 of Labour Law, Legislative Decree n. 81/2008; then the analysis follows the framework in case of violation of H&S legislation and in case of injury. In H&S field there are three types of crimes: “negative” crimes, governed by the provisions of article 40 of Criminal Code, and articles 589 and 590 of Criminal Code; crimes provided by Criminal Code (art.437 and art. 451); crimes called “contravvenzioni” (Legislative Decree n. 81/08). Then the thesis analyses the "legal model" of the liability set in Legislative Decree n. 81/2008 and articulated in a four-part safety obligation among subjects that have a specific status (employer, manager, “preposto”, employee); similarly, the study focuses on the delegation of tasks, regarding to the characteristics required by law cases and in accordance with the requirements of Legislative Decree n. 81/08. Then the thesis focuses on the consequences of violation of H&S legislation, regarding to the effects of the transfer of functions.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
8

CHAPELLU, DANIELE. "L'OBBLIGO DI SICUREZZA DEL DATORE DI LAVORO, TRA PRESCRIZIONI NORMATIVE ED ORGANIZZAZIONE AZIENDALE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2014. http://hdl.handle.net/10280/3104.

Full text
Abstract:
La tesi si inserisce nel filone delle opere sulla sicurezza del lavoro. I primi due capitoli ripercorrono temi classici della materia (la valenza dell'art. 2087 c.c., anche nell'ambito del sinallagma contrattuale e l' emersione del sistema aziendale di sicurezza), il terzo e il quarto approfondiscono il tema di ricerca in un'ottica riferita all'organizzazione aziendale, analizzando il ruolo di tutti i soggetti coinvolti nell'obbligo di sicurezza in relazione ai modelli di organizzazione e gestione come previsti dal d.lgs. n. 81/2008, e d. lgs. n.231/2001. Il lavoro si conclude con una ricerca empirica che offre materiali di "prima mano" per comprendere le sfide e i problemi concreti incontrati dalle imprese nell'attuazione dei sistemi aziendali di sicurezza.
The dissertation concerns the important topic of the occupational safety. The first and the second paragraphs recall, with a remarkable bibliography, classical themes of the subject (the value of the article 2087 of the Civil Code, also in a contractual relationship, and the greater consideration of the company safety system, with the Decree n. 626/1994 and the Decree 81/2008). The third and the fourth paragraph debate about the organizational aspects of safety in the workplace. After having well examined the roles of all the subjects involved in the fulfillment of the safety obligation (the third paragraph), the dissertation argues on the models of organization and management, a topic often neglected by the Labour Law Scholars. Those kind of models have acquired renewed importance after of the Law n. 123/2007 and the Decree n. 81/2008 because of the enforcement of the crime corporate responsibility provided by the Decree n. 231/2001. The fifth and last paragraph has an empirical approach. It allows to analyze interesting data recorded through some interviews, regarding the problems engaged by the companies in the actualization of the company safety system.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
9

CHAPELLU, DANIELE. "L'OBBLIGO DI SICUREZZA DEL DATORE DI LAVORO, TRA PRESCRIZIONI NORMATIVE ED ORGANIZZAZIONE AZIENDALE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2014. http://hdl.handle.net/10280/3104.

Full text
Abstract:
La tesi si inserisce nel filone delle opere sulla sicurezza del lavoro. I primi due capitoli ripercorrono temi classici della materia (la valenza dell'art. 2087 c.c., anche nell'ambito del sinallagma contrattuale e l' emersione del sistema aziendale di sicurezza), il terzo e il quarto approfondiscono il tema di ricerca in un'ottica riferita all'organizzazione aziendale, analizzando il ruolo di tutti i soggetti coinvolti nell'obbligo di sicurezza in relazione ai modelli di organizzazione e gestione come previsti dal d.lgs. n. 81/2008, e d. lgs. n.231/2001. Il lavoro si conclude con una ricerca empirica che offre materiali di "prima mano" per comprendere le sfide e i problemi concreti incontrati dalle imprese nell'attuazione dei sistemi aziendali di sicurezza.
The dissertation concerns the important topic of the occupational safety. The first and the second paragraphs recall, with a remarkable bibliography, classical themes of the subject (the value of the article 2087 of the Civil Code, also in a contractual relationship, and the greater consideration of the company safety system, with the Decree n. 626/1994 and the Decree 81/2008). The third and the fourth paragraph debate about the organizational aspects of safety in the workplace. After having well examined the roles of all the subjects involved in the fulfillment of the safety obligation (the third paragraph), the dissertation argues on the models of organization and management, a topic often neglected by the Labour Law Scholars. Those kind of models have acquired renewed importance after of the Law n. 123/2007 and the Decree n. 81/2008 because of the enforcement of the crime corporate responsibility provided by the Decree n. 231/2001. The fifth and last paragraph has an empirical approach. It allows to analyze interesting data recorded through some interviews, regarding the problems engaged by the companies in the actualization of the company safety system.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
10

Asad, Mekhail Sofia. "La valutazione del rischio chimico negli ambienti di lavoro." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

Find full text
Abstract:
L'importanza del D. Lgs. n. 81/08 sta nell'aver imposto un sistema di gestione, prevenzione e controllo della sicurezza e della salute del lavoratore attraverso l'individuazione e la riduzione al minimo dei fattori di rischio. Uno degli adempimenti cardine introdotti a tal fine dal D. Lgs. n. 81/08 è la valutazione dei rischi effettuata dal datore di lavoro, protagonista attivo nella funzione prevenzionale. Il D. Lgs. n. 81/08 elenca i contenuti che devono essere presenti del Documento di Valutazione del Rischio, costituiti dalla descrizione dei criteri adottati per la valutazione, dalle conclusioni che si evincono dalla valutazione stessa, dall'individuazione delle misure di protezione e prevenzione, dal programma di attuazione delle misure previste; non fornisce tuttavia una metodologia di valutazione del rischio. A tale scopo sono disponibili delle linee guida predisposte da alcune Regioni, costituite da metodi indicizzati, che colmano da una parte una lacuna metodologica, dall’altra si propongono come uno strumento standardizzato per analizzare in modo omogeno le realtà aziendali di una stessa Regione. Il presente elaborato ha ad oggetto la valutazione del rischio chimico, ovvero del rischio derivante dall'esposizione ad agenti chimici dannosi per la salute. Nello specifico, a seguito di un’indagine volta ad individuare i metodi disponibili per la valutazione del rischio chimico, i metodi stessi sono stati tra loro comparati, anche considerandone l’applicazione ad alcuni casi di studio.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
11

ALTIMARI, MIRKO. "IL LAVORO A TEMPO PARZIALE TRA INFLUSSI EUROPEI E ORDINAMENTO INTERNO." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2014. http://hdl.handle.net/10280/3105.

Full text
Abstract:
L’opera analizza l’evoluzione del contratto di lavoro a tempo parziale nell’ordinamento europeo e italiano. In Italia successivamente a una fase pionieristica la prima regolamentazione legislativa, l. n. 864 1983, lascia aperti numerosi problemi interpretativi. L’ordinamento europeo tenta di superare la mancanza di una specifica regolamentazione a protezione del lavoro part-time, basandosi sul principio della parità di retribuzione tra uomini e donne, come affermato dalla Corte di giustizia. Infine il part time è regolato dalla Direttiva 97/81, che da un lato rappresenta l’apice del Dialogo sociale europeo, dall’altro è tra gli istituti su cui la Strategia europea per l’occupazione fa affidamento, soprattutto per aumentare il tasso di presenza femminile al lavoro. Successivamente, la legge n. 61/2000 traspone la direttiva nell’ordinamento italiano. A partire da allora in un’ ottica di favorire l’incremento del part time, alcune clausole subiscono numerose modifiche, che oscillano tra delega alla contrattazione collettiva e all’autonomia individuale. L’incremento del part time nel corso degli ultimi anni, anche a seguito della crisi, è rappresentato da part timers involontari, che accettano questo contratto soltanto in mancanza di un impiego a tempo pieno. Infine si compie un’analisi circa i futuri sviluppi della normativa sul tempo parziale. Più nello specifico, la perenne tensione tra contrattazione collettiva e autonomia individuale, entrambe indispensabili, dovrebbe tendere ad un nuovo equilibrio regolativo. Inoltre le auspicate modifiche legislative in ordine a un pieno diritto al part time, non potranno ignorare, in un’ ottica funzionale, una armonizzazione con le regole in tema di aspettative e permessi.
The study focuses on part-time work evolution in the European and Italian systems. After a pioneering phase, the first legislative regulation in Italy, law n. 864/1983, raises a number of interpretation problems. The European System attempts to overcome the lack of a specific regulation to protect part-time work by relying on the principle of equal pay for men and women as stated by the European Court of Justice. In the end, part-time is regulated by Directive 97 /81 which, on the one hand, represents the success of the European social dialogue and, on the other hand, is one of the most important means to increase the number of women in the work market according to the European Employment Strategy. At a later stage, the law n . 61/2000 transposes the Directive into the Italian system. Since then, in a perspective of increasing part-time, some clauses in Italy undergo numerous changes which specifically range from delegation to collective bargaining and to the individual autonomy. The increased number of part-timers in recent years, partly as a result of the economic crisis, is represented by the involuntary part-timer workers, which accept contracts only in the absence of full time employment. In the end, the study anticipates future developments in part-time work regulation. More specifically, the constant tension between individual autonomy and collective bargaining, which are both crucial, should tend to a new regulative equilibrium. In addition, future advocated legislative changes related to a full right to part-time should not ignore, in a functional perspective, the harmonization with the rules regarding leaves of absences and other permitted absences.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
12

ALTIMARI, MIRKO. "IL LAVORO A TEMPO PARZIALE TRA INFLUSSI EUROPEI E ORDINAMENTO INTERNO." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2014. http://hdl.handle.net/10280/3105.

Full text
Abstract:
L’opera analizza l’evoluzione del contratto di lavoro a tempo parziale nell’ordinamento europeo e italiano. In Italia successivamente a una fase pionieristica la prima regolamentazione legislativa, l. n. 864 1983, lascia aperti numerosi problemi interpretativi. L’ordinamento europeo tenta di superare la mancanza di una specifica regolamentazione a protezione del lavoro part-time, basandosi sul principio della parità di retribuzione tra uomini e donne, come affermato dalla Corte di giustizia. Infine il part time è regolato dalla Direttiva 97/81, che da un lato rappresenta l’apice del Dialogo sociale europeo, dall’altro è tra gli istituti su cui la Strategia europea per l’occupazione fa affidamento, soprattutto per aumentare il tasso di presenza femminile al lavoro. Successivamente, la legge n. 61/2000 traspone la direttiva nell’ordinamento italiano. A partire da allora in un’ ottica di favorire l’incremento del part time, alcune clausole subiscono numerose modifiche, che oscillano tra delega alla contrattazione collettiva e all’autonomia individuale. L’incremento del part time nel corso degli ultimi anni, anche a seguito della crisi, è rappresentato da part timers involontari, che accettano questo contratto soltanto in mancanza di un impiego a tempo pieno. Infine si compie un’analisi circa i futuri sviluppi della normativa sul tempo parziale. Più nello specifico, la perenne tensione tra contrattazione collettiva e autonomia individuale, entrambe indispensabili, dovrebbe tendere ad un nuovo equilibrio regolativo. Inoltre le auspicate modifiche legislative in ordine a un pieno diritto al part time, non potranno ignorare, in un’ ottica funzionale, una armonizzazione con le regole in tema di aspettative e permessi.
The study focuses on part-time work evolution in the European and Italian systems. After a pioneering phase, the first legislative regulation in Italy, law n. 864/1983, raises a number of interpretation problems. The European System attempts to overcome the lack of a specific regulation to protect part-time work by relying on the principle of equal pay for men and women as stated by the European Court of Justice. In the end, part-time is regulated by Directive 97 /81 which, on the one hand, represents the success of the European social dialogue and, on the other hand, is one of the most important means to increase the number of women in the work market according to the European Employment Strategy. At a later stage, the law n . 61/2000 transposes the Directive into the Italian system. Since then, in a perspective of increasing part-time, some clauses in Italy undergo numerous changes which specifically range from delegation to collective bargaining and to the individual autonomy. The increased number of part-timers in recent years, partly as a result of the economic crisis, is represented by the involuntary part-timer workers, which accept contracts only in the absence of full time employment. In the end, the study anticipates future developments in part-time work regulation. More specifically, the constant tension between individual autonomy and collective bargaining, which are both crucial, should tend to a new regulative equilibrium. In addition, future advocated legislative changes related to a full right to part-time should not ignore, in a functional perspective, the harmonization with the rules regarding leaves of absences and other permitted absences.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
13

Palotta, Umberto. "Sicurezza ed analisi del rischio per i lavori in sotterraneo: il caso di studio della galleria del "Fréjus” sita in Bardonecchia (TO)." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

Find full text
Abstract:
La tesi vuole dimostrare come attraverso un’attenta analisi della metodologia di operatività all’interno di un cantiere ed un’idonea organizzazione del sistema gestionale delle emergenze e degli infortuni, sia possibile ridurre il rischio relativo a possibili incidenti, che determinano infortuni più o meno gravi ed in alcuni casi fino alla costituzione di infortuni mortali. In particolare luogo, si viene ad analizzare uno degli scenari più difficili e pericolosi in termine di opere di cantieristica per fattori di rischio e di tutela della salute dei lavoratori a cui viene esposta, quali i lavori in sotterraneo e in galleria. Evidente è l’ambito di cantieri temporanei e mobili di grandi dimensioni, ove operano più imprese e pertanto, principalmente, il fabbisogno del rispetto del D.P.R. 320/56 e del D.lgs.81/08 e loro successive modifiche inerenti. La tesi sviluppa il caso in esame, in riferimento ad una “grande opera” attualmente in fase di realizzazione, ovvero, la realizzazione del doppio fornice della “galleria del Fréjus” posta nella valle di Susa, località Bardonecchia (TO) in corrispondenza del termine dell’autostrada A32 e conseguente traforo denominato T4. Viene verificato il metodo di scelta operato in fase progettuale per la valutazione dei rischi in merito alle opere per la costituzione del doppio fornice e verrà riconsiderata con il sistema della FMEA (failure modes and effects analysis) al fine di creare un nuovo supporto valutativo, alternativo al metodo statistico utilizzato per la realizzazione del PSC. Il metodo FMEA, applicato allo studio di impianti cronoprogrammabili può fornire informazioni utili alla metodologia sistemistica ed all'analisi avanzata per la ricerca del guasto/difetto che nel caso della sicurezza si tramuta in ricerca dell'incidente al fine di evitarlo.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
14

LA, MARTINA ANDREA. "LE COLLABORAZIONI ORGANIZZATE DAL COMMITTENTE AI TEMPI DELLEPIATTAFORMI DIGITALI." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2020. http://hdl.handle.net/10280/73541.

Full text
Abstract:
La presente ricerca intende affrontare due questioni tra loro interconnesse. La prima potrebbe definirsi, ormai, un esercizio ineludibile per tutti coloro che intendono confrontarsi con le categorie fondamentali del diritto del lavoro: alludiamo, quindi, alla nota questione della collocazione sistematica e, prima ancora, del modo d’essere delle collaborazioni organizzate dal committente. Si tratta, infatti, di un tema che ha visto cimentarsi l’intera “accademia” del diritto del lavoro e, tuttavia, sembra adesso possibile svolgere una sintesi ragionata sulle opinioni presentate dalla dottrina, grazie alla visuale privilegiata di chi si approccia a tale esercizio “a valle” dell’intervento di interpretazione “autentica” dell’art. 15 del d.lgs. 81 del 2017 nonché dei primi pronunciamenti giurisprudenziali. Il secondo quesito che si intende affrontare è ben espresso dall’ultimo spunto ricostruttivo offerto in merito alla vicenda delle collaborazioni etero organizzate, e cioè se la nuova disciplina offra «maggiore tutele alle nuove fattispecie di lavoro che, a seguito della evoluzione e della relativa introduzione sempre più accelerata delle recenti tecnologie, si stanno sviluppando». L’art. 2 del d.lgs. 81/2015, disponendo che “si applica” la disciplina del rapporto di lavoro subordinato “anche” ai rapporti di collaborazione che si concretano in prestazioni di lavoro esclusivamente personali e continuative, a condizione che le modalità di esecuzione siano organizzate dal committente anche in relazione ai tempi ed al luogo di lavoro, è destinato ad operare nell’area assai controversa del lavoro personale continuativo prestato nell’altrui interesse. E ciò, allo scopo di mettere ordine al noto problema delle prestazioni di lavoro sulla frontiera tra subordinazione e autonomia, al quale il lavoro a progetto non aveva saputo dare una risposta adeguata. Nel presente elaborato, si procederà, anzitutto, alla ricostruzione dello summa divisio che caratterizza la nostra materia e con la quale devono, sempre, confrontarsi tutte le “nozioni” che intercettano e descrivono un modo d’essere di una prestazione di lavoro. 4 In secondo luogo, ripercorreremo, sinteticamente, le vicende del lavoro coordinato che hanno preceduto l’introduzione della figura delle collaborazioni organizzate dal committente e ciò, per un duplice ordine di considerazioni: da un lato, è la formulazione della norma dell’art. 2 del d.lgs. 81 del 2015 a richiamare elementi di fattispecie delle collaborazioni “autonome” ex art. 409 c.p.c., per cui è ineludibile riferirsi al modello genetico per chiarire il significato e le divergenze della nuova disciplina; dall’altro, da un punto di vista certamente “cronologico” e, come si vedrà, anche “logico”, la disciplina delle collaborazioni organizzate dal committente eredita l’ingrata funzione anti elusiva del lavoro a progetto. Allo scopo di comprendere il terreno elettivo delle collaborazioni etero organizzate, e quindi la “zona grigia”, sarà opportuno spiegare, brevemente, i mutamenti avvenuti nei paradigmi economico – produttivi che hanno contribuito allo scollamento del modo di prestare lavoro rispetto al binomio oppositivo accolto nel nostro codice civile. Allo stesso tempo, si dovrà dare conto delle diverse “stagioni della giurisprudenza” nazionale sulla subordinazione perché, in un sistema a «categorie mutualmente esclusive e complessivamente esaustive», le flessioni di un polo comportano ripercussioni complementari all’altro capo. A questo punto, si affronterà in dettaglio la prima questione del presente elaborato. Si tenterà di delineare i tratti fisionomici delle collaborazioni organizzate dal committente e, conseguentemente, si analizzeranno partitamente i requisiti costitutivi della fattispecie fotografata dal primo comma dell’art. 2 del d.lgs. 81 del 2015: esclusiva personalità della prestazione; continuità ed etero-organizzazione “anche” dei tempi e del luogo della prestazione. Dopo aver qualificato il modo d’essere collaboratori etero organizzati, si potrà affrontare con maggiore consapevolezza la questione dell’inquadramento teorico, non prima però di aver svolto qualche considerazione sulla tecnica legislativa impiegata dal Legislatore. La questione dell’inquadramento teorico delle collaborazioni organizzate dal committente è stata ed è tuttora al centro del dibattito segnalato in apertura, anche a seguito della prima applicazione giurisprudenziale della disposizione. 5 Conseguentemente, non si potrà fare a meno di fornire e incasellare le principali letture proposte dagli operatori del diritto, osservando come le stesse si risolvono, in ultima analisi, nella riconduzione delle collaborazioni ex art. 2 del d.lgs. 81 del 2015 ora all’area del lavoro subordinato ora a quella del lavoro autonomo. A prima vista, siffatta diatriba potrebbe sembrare prima di risvolti pratici posto che, a prescindere da qualsivoglia ricostruzione dogmatica si scelga, alle collaborazioni organizzate dal committente si applicherà, comunque, la disciplina del rapporto di lavoro subordinato come stabilito espressamente dall’art. 2, d.lgs. 81/2015. E, tuttavia, è bene sin d’ora ricordare che secondo alcuni orientamenti, di cui si darà conto, la scelta esegetica inciderebbe in ordine alla selezione delle norme dello statuto del lavoro subordinato concretamente estendibili alle collaborazioni organizzate dal committente. Una volta fornita l’interpretazione “autentica” delle collaborazioni etero organizzate e chiarito il quantum di disciplina della subordinazione che si applica a mente dell’art. 2, si potrà procedere all’indagine sulla seconda questione oggetto del presente elaborato: si metterà l’interpretazione raggiunta alla prova del mondo del lavoro digitale. Specificatamente, si analizzerà il modello operativo ed organizzativo del lavoro prestato nelle piattaforme digitali, identificandone elementi comuni e tratti differenziali sia rispetto al tradizionale lavoro “sconnesso” e sia tra le differenti ed eterogenee realtà che lo “rappresentano”. Si procederà, quindi, a verificare se le tradizionali categorie dell’autonomia e della subordinazione siano in grado di “intercettare” tale fenomeno lavorativo e di produrre un sistema di tutela soddisfacente, sperimentando altresì la nuova disposizione delle collaborazioni organizzate dal committente. Da ultimo, anticipando gli esiti deludenti della verifica sopra tratteggiata, si prenderà posizione sulle tecniche di regolazione del lavoro digitale e sulle modalità di imputazione delle tutele al prestatore di lavoro nella piattaforma.
This thesis aims to address two interrelated research questions. The first one has now become an inescapable intellectual exercise for anybody dealing with the fundamental categories of labor law. Specifically, we allude to the well-known topic of the systematic effects and, before that, of the way of being of the collaborations hetero-organized by the client introduced by art. 2, Legislative Decree n. 81/2015. Indeed, the entire "academy of labor law” has been offering multiple interpretations since the introduction of this legal category without coming to an agreed solution. However, it is now possible to carry out a final synthesis of the doctrine thanks to the privileged view of whom investigates this research question after the "authentic" interpretation provided by art. 15 of Legislative Decree 81 of 2017 and the first rulings. The second research question that we will address concerns the analysis of the provisions governing the hetero-organized work and, specifically, if this new category offers a better (or, at least, sufficient) protection on the new digital work scenarios in comparison with the traditional rights of subordinate work. Article. 2 of Legislative Decree 81/2015, by establishing that "subordinate work protective statute" also "applies" to collaborative work performed continuously and exclusively by an individual worker, providing that the methods of execution are hetero-organized by the client “also in relation to time and place of work”, will intercept the activities falling in the very controversial area of continuous personal work in the interest of a second party. By doing this, this new legal category should address the “ancestral” question of the qualification of the workers performing on the frontier between subordination and autonomy, to which the so called “project work” category had proven not to be able to give an adequate solution. Consequently, we will proceed first to a brief historical analysis of the traditional labor law categories of subordinate work and autonomy against which any new legal category has to be compared. Secondly, we will review the main stages and regulations of the work carried out under a coordinate way with the client that precede the legal category of the collaborations hetero-organized by the client for the following purposes: on the one hand, the legal words used by the art. 2 of Legislative Decree 81 of 2015 inevitably recall requirements of the “old” category of the autonomous collaborations pursuant to art. 409 c.p.c. Therefore, it is mandatory to investigate the “genetic model” to clarify the meaning of the new discipline. On the other hand, both from a "chronological" and "logical" point of view, the provisions for the collaborations hetero-organized by the client “inherit” the anti-elusive spirit and goal of the “project work”. In order to understand the targeted work performances of the hetero-organized collaborations, it will be useful to explain the changes that have taken place in the economic-productive paradigms that have contributed to the detachment of the way of working with respect to the binary system model between subordinate work and autonomy accepted in our civil code. At the same time, we will analyze and categorize the main historical stages of the Italian Jurisprudence on qualification of works since in a system of "mutually exclusive and overall exhaustive categories", the decline of a legal category generates a complementary effect on the other. At this point, the first research question will be discussed in details. We will attempt to outline the key “features” of the collaborations hetero-organized by the client and, consequently, we will analyze the requirements of the work scenario “portrayed” by the first paragraph of art. 2 of Legislative Decree 81 of 2015: an exclusively personal work; continuity and hetero-organization "also" of the time and place of the collaboration. Once identified the key features of the new category, it will be possible to challenge the research question concerning the theoretical framework where the collaborations hetero-organized by the client should fall. To address this question, we will first provide the principal interpretations proposed by the legal practitioners which, eventually, link the new category of the collaborations pursuant to art. 2 of Legislative Decree 81 of 2015 to one of the traditional binary categories of subordinate work or self-employment. At first glance, such radical opposition does not seem to yield any practical implications given that, the collaborations hetero-organized by the client will be ruled according to the provisions set for subordinate work as established expressly by the art. 2, Legislative Decree 81/2015. Nevertheless, it has to be acknowledged that according to some doctrines the theoretical framework choice affects the provisions that can be concretely extended to the collaborations hetero-organized by the client. Once provided the "authentic" interpretation of the new legal category and clarified the “quantum” of discipline of the subordination work that applies to hetero-organized works as per art. 2, it will be possible to proceed with the second research question: we will test the new category against the digital work scenario. Specifically, we will analyze the operational and organizational model of the work performed within a “digital work platform”, identifying common elements and differential traits with respect to both traditional "offline-work” and all the multiple forms in which the digital works take place. We will therefore proceed to verify if the traditional binary categories of autonomy and subordination are able to "intercept" and “qualify” this recent work phenomenon and contribute to a fair protection of digital workers. Finally, anticipating the disappointing outcomes of the above mentioned investigation, we will take a position on digital job regulation techniques thus suggesting a possible way to protect the employee in the working platforms.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
15

LA, MARTINA ANDREA. "LE COLLABORAZIONI ORGANIZZATE DAL COMMITTENTE AI TEMPI DELLEPIATTAFORMI DIGITALI." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2020. http://hdl.handle.net/10280/73541.

Full text
Abstract:
La presente ricerca intende affrontare due questioni tra loro interconnesse. La prima potrebbe definirsi, ormai, un esercizio ineludibile per tutti coloro che intendono confrontarsi con le categorie fondamentali del diritto del lavoro: alludiamo, quindi, alla nota questione della collocazione sistematica e, prima ancora, del modo d’essere delle collaborazioni organizzate dal committente. Si tratta, infatti, di un tema che ha visto cimentarsi l’intera “accademia” del diritto del lavoro e, tuttavia, sembra adesso possibile svolgere una sintesi ragionata sulle opinioni presentate dalla dottrina, grazie alla visuale privilegiata di chi si approccia a tale esercizio “a valle” dell’intervento di interpretazione “autentica” dell’art. 15 del d.lgs. 81 del 2017 nonché dei primi pronunciamenti giurisprudenziali. Il secondo quesito che si intende affrontare è ben espresso dall’ultimo spunto ricostruttivo offerto in merito alla vicenda delle collaborazioni etero organizzate, e cioè se la nuova disciplina offra «maggiore tutele alle nuove fattispecie di lavoro che, a seguito della evoluzione e della relativa introduzione sempre più accelerata delle recenti tecnologie, si stanno sviluppando». L’art. 2 del d.lgs. 81/2015, disponendo che “si applica” la disciplina del rapporto di lavoro subordinato “anche” ai rapporti di collaborazione che si concretano in prestazioni di lavoro esclusivamente personali e continuative, a condizione che le modalità di esecuzione siano organizzate dal committente anche in relazione ai tempi ed al luogo di lavoro, è destinato ad operare nell’area assai controversa del lavoro personale continuativo prestato nell’altrui interesse. E ciò, allo scopo di mettere ordine al noto problema delle prestazioni di lavoro sulla frontiera tra subordinazione e autonomia, al quale il lavoro a progetto non aveva saputo dare una risposta adeguata. Nel presente elaborato, si procederà, anzitutto, alla ricostruzione dello summa divisio che caratterizza la nostra materia e con la quale devono, sempre, confrontarsi tutte le “nozioni” che intercettano e descrivono un modo d’essere di una prestazione di lavoro. 4 In secondo luogo, ripercorreremo, sinteticamente, le vicende del lavoro coordinato che hanno preceduto l’introduzione della figura delle collaborazioni organizzate dal committente e ciò, per un duplice ordine di considerazioni: da un lato, è la formulazione della norma dell’art. 2 del d.lgs. 81 del 2015 a richiamare elementi di fattispecie delle collaborazioni “autonome” ex art. 409 c.p.c., per cui è ineludibile riferirsi al modello genetico per chiarire il significato e le divergenze della nuova disciplina; dall’altro, da un punto di vista certamente “cronologico” e, come si vedrà, anche “logico”, la disciplina delle collaborazioni organizzate dal committente eredita l’ingrata funzione anti elusiva del lavoro a progetto. Allo scopo di comprendere il terreno elettivo delle collaborazioni etero organizzate, e quindi la “zona grigia”, sarà opportuno spiegare, brevemente, i mutamenti avvenuti nei paradigmi economico – produttivi che hanno contribuito allo scollamento del modo di prestare lavoro rispetto al binomio oppositivo accolto nel nostro codice civile. Allo stesso tempo, si dovrà dare conto delle diverse “stagioni della giurisprudenza” nazionale sulla subordinazione perché, in un sistema a «categorie mutualmente esclusive e complessivamente esaustive», le flessioni di un polo comportano ripercussioni complementari all’altro capo. A questo punto, si affronterà in dettaglio la prima questione del presente elaborato. Si tenterà di delineare i tratti fisionomici delle collaborazioni organizzate dal committente e, conseguentemente, si analizzeranno partitamente i requisiti costitutivi della fattispecie fotografata dal primo comma dell’art. 2 del d.lgs. 81 del 2015: esclusiva personalità della prestazione; continuità ed etero-organizzazione “anche” dei tempi e del luogo della prestazione. Dopo aver qualificato il modo d’essere collaboratori etero organizzati, si potrà affrontare con maggiore consapevolezza la questione dell’inquadramento teorico, non prima però di aver svolto qualche considerazione sulla tecnica legislativa impiegata dal Legislatore. La questione dell’inquadramento teorico delle collaborazioni organizzate dal committente è stata ed è tuttora al centro del dibattito segnalato in apertura, anche a seguito della prima applicazione giurisprudenziale della disposizione. 5 Conseguentemente, non si potrà fare a meno di fornire e incasellare le principali letture proposte dagli operatori del diritto, osservando come le stesse si risolvono, in ultima analisi, nella riconduzione delle collaborazioni ex art. 2 del d.lgs. 81 del 2015 ora all’area del lavoro subordinato ora a quella del lavoro autonomo. A prima vista, siffatta diatriba potrebbe sembrare prima di risvolti pratici posto che, a prescindere da qualsivoglia ricostruzione dogmatica si scelga, alle collaborazioni organizzate dal committente si applicherà, comunque, la disciplina del rapporto di lavoro subordinato come stabilito espressamente dall’art. 2, d.lgs. 81/2015. E, tuttavia, è bene sin d’ora ricordare che secondo alcuni orientamenti, di cui si darà conto, la scelta esegetica inciderebbe in ordine alla selezione delle norme dello statuto del lavoro subordinato concretamente estendibili alle collaborazioni organizzate dal committente. Una volta fornita l’interpretazione “autentica” delle collaborazioni etero organizzate e chiarito il quantum di disciplina della subordinazione che si applica a mente dell’art. 2, si potrà procedere all’indagine sulla seconda questione oggetto del presente elaborato: si metterà l’interpretazione raggiunta alla prova del mondo del lavoro digitale. Specificatamente, si analizzerà il modello operativo ed organizzativo del lavoro prestato nelle piattaforme digitali, identificandone elementi comuni e tratti differenziali sia rispetto al tradizionale lavoro “sconnesso” e sia tra le differenti ed eterogenee realtà che lo “rappresentano”. Si procederà, quindi, a verificare se le tradizionali categorie dell’autonomia e della subordinazione siano in grado di “intercettare” tale fenomeno lavorativo e di produrre un sistema di tutela soddisfacente, sperimentando altresì la nuova disposizione delle collaborazioni organizzate dal committente. Da ultimo, anticipando gli esiti deludenti della verifica sopra tratteggiata, si prenderà posizione sulle tecniche di regolazione del lavoro digitale e sulle modalità di imputazione delle tutele al prestatore di lavoro nella piattaforma.
This thesis aims to address two interrelated research questions. The first one has now become an inescapable intellectual exercise for anybody dealing with the fundamental categories of labor law. Specifically, we allude to the well-known topic of the systematic effects and, before that, of the way of being of the collaborations hetero-organized by the client introduced by art. 2, Legislative Decree n. 81/2015. Indeed, the entire "academy of labor law” has been offering multiple interpretations since the introduction of this legal category without coming to an agreed solution. However, it is now possible to carry out a final synthesis of the doctrine thanks to the privileged view of whom investigates this research question after the "authentic" interpretation provided by art. 15 of Legislative Decree 81 of 2017 and the first rulings. The second research question that we will address concerns the analysis of the provisions governing the hetero-organized work and, specifically, if this new category offers a better (or, at least, sufficient) protection on the new digital work scenarios in comparison with the traditional rights of subordinate work. Article. 2 of Legislative Decree 81/2015, by establishing that "subordinate work protective statute" also "applies" to collaborative work performed continuously and exclusively by an individual worker, providing that the methods of execution are hetero-organized by the client “also in relation to time and place of work”, will intercept the activities falling in the very controversial area of continuous personal work in the interest of a second party. By doing this, this new legal category should address the “ancestral” question of the qualification of the workers performing on the frontier between subordination and autonomy, to which the so called “project work” category had proven not to be able to give an adequate solution. Consequently, we will proceed first to a brief historical analysis of the traditional labor law categories of subordinate work and autonomy against which any new legal category has to be compared. Secondly, we will review the main stages and regulations of the work carried out under a coordinate way with the client that precede the legal category of the collaborations hetero-organized by the client for the following purposes: on the one hand, the legal words used by the art. 2 of Legislative Decree 81 of 2015 inevitably recall requirements of the “old” category of the autonomous collaborations pursuant to art. 409 c.p.c. Therefore, it is mandatory to investigate the “genetic model” to clarify the meaning of the new discipline. On the other hand, both from a "chronological" and "logical" point of view, the provisions for the collaborations hetero-organized by the client “inherit” the anti-elusive spirit and goal of the “project work”. In order to understand the targeted work performances of the hetero-organized collaborations, it will be useful to explain the changes that have taken place in the economic-productive paradigms that have contributed to the detachment of the way of working with respect to the binary system model between subordinate work and autonomy accepted in our civil code. At the same time, we will analyze and categorize the main historical stages of the Italian Jurisprudence on qualification of works since in a system of "mutually exclusive and overall exhaustive categories", the decline of a legal category generates a complementary effect on the other. At this point, the first research question will be discussed in details. We will attempt to outline the key “features” of the collaborations hetero-organized by the client and, consequently, we will analyze the requirements of the work scenario “portrayed” by the first paragraph of art. 2 of Legislative Decree 81 of 2015: an exclusively personal work; continuity and hetero-organization "also" of the time and place of the collaboration. Once identified the key features of the new category, it will be possible to challenge the research question concerning the theoretical framework where the collaborations hetero-organized by the client should fall. To address this question, we will first provide the principal interpretations proposed by the legal practitioners which, eventually, link the new category of the collaborations pursuant to art. 2 of Legislative Decree 81 of 2015 to one of the traditional binary categories of subordinate work or self-employment. At first glance, such radical opposition does not seem to yield any practical implications given that, the collaborations hetero-organized by the client will be ruled according to the provisions set for subordinate work as established expressly by the art. 2, Legislative Decree 81/2015. Nevertheless, it has to be acknowledged that according to some doctrines the theoretical framework choice affects the provisions that can be concretely extended to the collaborations hetero-organized by the client. Once provided the "authentic" interpretation of the new legal category and clarified the “quantum” of discipline of the subordination work that applies to hetero-organized works as per art. 2, it will be possible to proceed with the second research question: we will test the new category against the digital work scenario. Specifically, we will analyze the operational and organizational model of the work performed within a “digital work platform”, identifying common elements and differential traits with respect to both traditional "offline-work” and all the multiple forms in which the digital works take place. We will therefore proceed to verify if the traditional binary categories of autonomy and subordination are able to "intercept" and “qualify” this recent work phenomenon and contribute to a fair protection of digital workers. Finally, anticipating the disappointing outcomes of the above mentioned investigation, we will take a position on digital job regulation techniques thus suggesting a possible way to protect the employee in the working platforms.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
16

Gullo, Simona. "Metodi e strumenti per l'analisi e valutazione del rischio dal cantiere alla manutenzione: caso di studio Eisenmann Italia." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

Find full text
Abstract:
Lo scopo della tesi è quello di porre l’attenzione su un tema che passa, ancora oggi, troppo spesso in secondo piano: si tratta della tutela della sicurezza e della salute del lavoratore. Si è voluto analizzare il processo evolutivo, partito dagli anni ’50, che ha portato all’attuale normativa italiana, in cui sono indicati i documenti obbligatori da produrre per valutare e prevenire i rischi all’interno dei luoghi di lavoro. L’obiettivo specifico è quello di approfondire i metodi e gli strumenti di valutazione del rischio nell’ambito dei documenti prescritti dalla normativa, ovvero PSC, POS, DVR, DUVRI. Questi aspetti sono stati trattati prima dal punto di vista prettamente della letteratura scientifica e della normativa esistente, procedendo poi all’applicazione al caso studio di Eisenmann Italia. È stata analizzata la realizzazione, e successiva manutenzione, dell’impianto di verniciatura all’interno di una nota casa automobilistica italiana. Lo studio fatto si riferisce all’individuazione dei rischi riscontrati all’interno della specifica area del magazzino automatizzato durante le fasi di cantiere, di commissioning e di manutenzione. Una volta effettuata l’analisi dei rischi presenti, sono state indicate le misure di prevenzione e protezione adottate per la loro riduzione, ottenendo così la valutazione definitiva dei rischi residui. Si è passati poi alla rappresentazione grafica delle aree di rischio con lo scopo di utilizzare un metodo innovativo nell’ambito della valutazione dei rischi.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
17

Marchello, Sara. "Analisi e valutazione dei rischi in edilizia con i metodi fault tree analysis (FTA) e failure mode and effect analysis (FMEA): il caso del rischio amianto." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

Find full text
Abstract:
Il settore delle costruzioni è il comparto che ha subito più degli altri gli effetti negativi della crisi economica e di conseguenza è cambiata l’organizzazione al suo interno, sia nei rapporti di lavoro che nella sicurezza. Dai dati INAIL emerge un aspetto preoccupante: un incremento degli infortuni mortali e delle malattie professionali. Si può quindi affermare che non si muore solo in cantiere, ma anche a causa del lavoro. In questo elaborato si fa riferimento alle malattie professionali causate dall’esposizione all’amianto; nello specifico si valuta il rischio di inalazione delle fibre di amianto durante la bonifica di una copertura realizzata in Eternit. Si procede con una valutazione probabilistica del rischio, avvalendosi degli strumenti della Risk Analysis, Fault Tree Analysis (FTA) e Failure Mode and Effect Analysis (FMEA). La valutazione del rischio attraverso la FTA si basa su un approccio di tipo backward, in cui partendo dal malfunzionamento del sistema, definito Top Event, si vanno a cercare le possibili cause scatenanti (eventi); al contrario, l’analisi FMEA si basa su un approccio di tipo forward, ovvero partendo da un set di eventi si procede in avanti per andare ad analizzare che tipo di malfunzionamento possono generare nel sistema. Entrambi i metodi di analisi vengono applicati alle tre tecniche di bonifica, incapsulamento, confinamento e rimozione, analizzando per ciascuna le fasi operative, i macchinari e i prodotti da utilizzare, i DPI da indossare, valutando attentamente cosa occorre fare per operare in completa sicurezza. Dallo studio emerge che i fattori principali associati al rischio amianto coinvolgono l’analisi e valutazione preliminare dello stato di fatto, l’utilizzo e la manutenzione dei DPI e dei macchinari e la supervisione durante le fasi salienti dei lavori. Si può quindi sostenere che formazione, informazione e addestramento dei lavoratori e un’analisi preventiva dell’opera sono alla base della sicurezza in cantiere.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
18

Spezzano, Luigi, Salvatore Critelli, Donatella Barca, and Anastasia Macario. "Impianto Syndial-Eni di Cirò Marina (Kr): analisi geologica, ambientale e valutazione del livello del rischio (D.Lgs 81/2008)." Thesis, 2018. http://hdl.handle.net/10955/1852.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
We offer discounts on all premium plans for authors whose works are included in thematic literature selections. Contact us to get a unique promo code!

To the bibliography