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Journal articles on the topic 'Danno strutturale'

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1

Salaffi, F., M. Carotti, and C. Cervini. "Modificazioni morfo-funzionali della cartilagine nella senescenza e nell'osteoartrosi." Rivista di Neuroradiologia 7, no. 3_suppl (October 1994): 25–36. http://dx.doi.org/10.1177/19714009940070s305.

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Abstract:
La cartilagine articolare è un tessuto connettivo avascolare, aneurale che ricopre le superfici articolari. La funzione di assorbimento delle sollecitazioni meccaniche, a protezione dell'osso subcondrale, rende la supeficie articolare idonea a sostenere il carico. Le funzioni inerenti le modalità di assorbimento della sollecitazione meccanica, che fanno sì che la deformazione sia reversibile, dipendono in larga parte dalle caratteristiche della cartilagine, intesa come struttura altamente organizzata. Nell'osteoartrosi umana e nei suoi modelli animali l'alterazione strutturale dei proteoglicani cartilaginei rappresenta l'evento centrale. Vengono discusse, alla luce delle acquisizioni più recenti, le implicazioni sulle proprieta fisico-chimiche e morfo-strutturali della cartilagine articolare riguardanti le caratteristiche di base dei proteoglicani, la struttura dei collageni, l'organizzazione della matrice extracellulare e le sue modificazioni nella senescenza ed in corso di osteoartrosi con le relative conseguenze sulle proprietà biomeccaniche del disco intervertebrale. Le conoscenze relative alle alterazioni della struttura proteoglicanica e lo sviluppo di nuovi metodi di determinazione dei markers biochimici del danno cartilagineo potrebbero migliorare la comprensione delle relazioni fra senescenza ed osteoartrosi, nonchè il riconoscimento delle modificazioni più precoci e la valutazione della risposta terapeutica.
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2

Trani, Antonio, Antonio Cardinale, and Pierluigi Antonino Cappiello. "La terapia dell’insufficienza venosa cronica." Cardiologia Ambulatoriale 29, no. 1 (May 30, 2021): 63–72. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2021-1-8.

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Abstract:
La malattia venosa cronica è una patologia ad altissima prevalenza nella popolazione generale, caratterizzata da andamento cronico e progressivo. Secondo la classificazione internazionale CEAP, viene differenziata in stadi di complessità e gravità crescenti, da C0 a C6. Si è soliti definire gli stadi iniziali C0-C2 nel loro complesso come malattia venosa cronica propriamente detta, mentre gli stadi avanzati C3-C6 definiscono più propriamente l’insufficienza venosa cronica. Senza un trattamento adeguato, la malattia venosa tende a peggiorare e progredire inevitabilmente verso gli stadi più avanzati, caratterizzati dalle ulcere venose. La causa iniziale e l’aggravamento progressivo sono sostenuti da stimoli infiammatori a carico della parete venosa e dei tessuti perivenosi, che provocano un danno strutturale di parete e delle valvole venose, conducendo all’ipertensione venosa e compromettendo la fisiologica funzione del ritorno venoso. In relazione allo stadio e alla severità, la malattia venosa cronica richiede tipologie di trattamento differenziate, sulla base dei sintomi e segni prevalenti, comprendenti l’utilizzo di farmaci venoattivi in associazione con tecniche interventistiche mininvasive e chirurgiche.
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3

Terzi, Federico. "Bach e Quintiliano: la Dispositio del Preludio BWV 552/1." Rhetorica 39, no. 1 (2021): 91–113. http://dx.doi.org/10.1525/rh.2021.39.1.91.

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Abstract:
Il contributo indaga la Dispositio delle strutture compositive del Preludio in mi bemolle maggiore – BWV 552/1 (Clavierübung III, 1739) – di Johann Sebastian Bach alla luce dell’Institutio oratoria di Quintiliano. La retorica fu parte integrante dell’esperienza religiosa, culturale e musicale bachiana: partendo da questo assunto, si richiamano le precedenti letture simbolico-strutturali del Preludio ed il precedente accostamento storiografico di Quintiliano a Bach, dando ragione di questo nuovo. Si dimostra in che misura e sotto quali aspetti l’opera quintilianea potrebbe aver influenzato il Kantor della Thomaskirche, fungendo da base strutturale per la composizione presa in esame.
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4

Allegretti, Giovanni. "Riflessioni sul principio di trasparenza:." Conhecer: debate entre o público e o privado 10, no. 25 (August 3, 2020): 76–111. http://dx.doi.org/10.32335/2238-0426.2020.10.25.3823.

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Abstract:
L’articolo parte dalla decisione del governo Brasiliano di silenziare parte della produzione di dati sui danni causati dalla pandemia COVID-19, per proporre una riflessione sulla trasformazione del principio di trasparenza e della sua relazione con le politiche pubbliche. Nel ripercorrerne la complessa natura di mito e di spazio produttore di miti, attraverso la disamina di alcuni testi costituzionali e di pratiche partecipative formalizzate, il testo s’interroga su come strutturare piú solidamente le relazioni tra due ambiti importanti dell’azione pubblica: la promozione della trasparenza e quella della partecipazione civica all’azione di governo. I due campi appaiono avere molte convergenze strutturali, persino nello svuotamento graduale di significati proposto dalla retorica politica, e il loro crescente dialogo in molti paesi evidenzia la mutua capacitá di apprendimento e fertilizzazione, se pensati da subito nella loro interazione reciproca. L’analisi di come ha teso a strutturarsi negli ultimi anni il rapporto tra trasparenza e innovazioni democratiche mostra che queste ultime sono necessarie ma non sufficienti a garantire un’elevato livello di trasparenza, che richiede di affrontare problemi strutturali che riguardano l’organizzazione politico-amministrativa, le risorse, la mentalitá diffusa e la comunicazione pubblica in un determinato contesto. Per lo meno, non sono sufficienti, quando il contesto non si pone obiettivi sfidanti di ripensamento radicale della partecipazione, attraverso movimenti “a rete” che possano – incrociando sperimentazioni diverse – riflettere in forma collettiva su nuovi modi di mettere in dialogo azioni partecipative promosse “dall’alto” e “dal basso”.
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Ponzio, Luciano. "Enunciazione non iterabile e interrelazione tra scrittura e immagini del mondo." Letrônica 14, sup. (December 31, 2021): e42539. http://dx.doi.org/10.15448/1984-4301.2021.s.42539.

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Abstract:
Produrre e comprendere segni significa partecipare ai processi comunicativi. Il segnico è il campo dell’ambivalenza, della somiglianza, della deviazione, della creatività, in cui tutto si decide per relazioni e pratiche sociali (io-per-me, l’altro-per-me e io-per-l’altro, come dice Bachtin). Il testo artistico fornisce la possibilità di cogliere al meglio la struttura dialogica dell’enunciazione. Bachtin mostra come il senso del testo non dipenda dagli elementi ripetibili del sistema di segni con cui è composto (interpretanti di identificazione) ma nella sua stessa costituzione, e non solo nella sua manifestazione; esso è situato nei rapporti di rinvio, di differimento (interpretanti di comprensione rispondente) che danno luogo ad una catena di testi ad esso antecedenti e ad esso successivi. Nel dispiegarne la trama, pur rispettandone regole, forme e strutture, l’enunciazione letteraria del discorso indiretto libero è capace di trasgredirle in un fitto dialogo intertestuale e, diacronicamente, tra autori differenti.
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Moro, Valentina, Renato Avesani, Giulia Cristofoli, Federica Pezzini, and Simone Pernigo. "La rappresentazione corporea dopo grave danno cerebrale." DiPAV - QUADERNI, no. 26 (March 2010): 113–34. http://dx.doi.org/10.3280/dipa2009-026008.

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Abstract:
Molti interrogativi sull'esistenza di strutture cerebrali implicate nella percezione e organizzazione dello schema corporeo nascono giŕ nel diciannovesimo secolo dall'osservazione clinica di pazienti affetti da "turbe" dell'immagine corporea. Dalle prime descrizioni di Gerstmann, Pick, Babisnski e altri, molti studi successivi hanno aggiunto informazioni e hanno chiarito aspetti fondamentali di sindromi quali l'autotopoagnosia, la sindrome del giro angolare, l'anosognosia o la somatoparafrenia. Questo studio mira a verificare se gli strumenti neuropsicologici utilizzati in queste sindromi possono essere efficacemente applicati ai pazienti dopo un periodo di coma.
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Szmurło, Roman. "Elementy struktury hierarchicznej oraz warunków społeczno-ekonomicznych klasztorów manichejskich w Azji centralnej w świetle analizy wybranych dokumentów z Turfan." Vox Patrum 46 (July 15, 2004): 589–95. http://dx.doi.org/10.31743/vp.6862.

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Abstract:
Le fonti manichee scoperte nel XX secolo nellEgitto (Medinet Madi, Kellis) trasmettono te informazioni suita vita ascetica dei manichei, che si svituppava in forma monastica. Piu tardi te comunita ascetiche manichee fiorirono speciatmente in Turchestan e Cina. Ne danno testimonianza due scritti. I documenti descrivono gti etementi detta struttura gerarchica e it modo in quate funzionavano te communita manichee net Regno degti Ujguri. Le communita facevano una parte importante netta struttura detto stato. Si puó anche accorgere t'evotuzione detta osservanza dei comandamenti monastici.
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Bianchi, P. E. "Il Cerebral Visual Impairment (CVI)." CHILD DEVELOPMENT & DISABILITIES - SAGGI, no. 1 (October 2009): 9–19. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2009-001002.

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Abstract:
- La definizione "Cerebral Visual Impairment" o "Disturbo Visivo di Origine Centrale" (DVOC), che ha sostituito in anni recenti quella di "cecitŕ corticale", si riferisce a un quadro clinico che rappresenta una delle maggiori cause di handicap visivo in etŕ evolutiva, in relazione all'aumento di sopravvivenza nel mondo occidentale di soggetti gravemente prematuri e/o con severi quadri di sofferenza neonatale. La diagnosi č basata sul riscontro di segni clinici diretti e indiretti; l'elettrofisiologia non fornisce, a questo scopo, indicazioni realmente utili. Le strutture anatomiche coinvolte in questo tipo di danno possono essere non solo quelle corticali, ma anche quelle riguardanti la porzione retrochiasmatica delle vie visive, come ad esempio le radiazioni ottiche e le aree visive di associazione e di integrazione visuo-motoria. Sul piano prognostico si segnala la tendenza al miglioramento delle prestazioni visive, tuttavia il DVOC da leucomalacia periventricolare č suscettibile di recupero in misura minore rispetto a quello da danno cerebrale corticale isolato.Parole chiave Cerebral Visual Impairment, Disturbo Visivo di Origine Centrale, neurooftalmologia Pediatrica
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Cova, Bernard, Véronique Cova, and Gregorio Fuschillo. "Prosumerismo e i discorsi di marketing." SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE, no. 43 (September 2012): 41–61. http://dx.doi.org/10.3280/sc2012-043004.

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Abstract:
Quest'articolo rivela i tre volti principali del "nuovo consumatore" emersi negli ultimi trent'anni dai discorsi di marketing. L'articolo mostra come questi volti interagiscono dando forma alla struttura delle competenze del consumatore: competenze di dialogo individuale si combinano con competenze edonistiche grazie a competenze creative di integrazione delle risorse. L'articolo si conclude con una discussione sull'esistenza all'interno di questi discorsi di marketing di un processo di governamentalitŕ che spinge i cittadini di oggi a pensare a loro stessi innanzitutto come a dei consumatori.
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Korzec, Cezary. "Prorok wobec zła i władzy (2 Sm 12,9)." Verbum Vitae 14 (December 14, 2008): 17–38. http://dx.doi.org/10.31743/vv.1477.

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Abstract:
L’intervento di profeta Natan, racontato nel 2 Sam 12, smaschera Davide come committente della morte di Uria. Il male commesso e stato possibile grazie al potere reale del re di Israele. La situazione e una tra le molte racontate dalla Bibbia: il male trova spesso appoggio nel potere. Nell’articolo viene offerta una analisi detagliata del testo di Am 2,6-8 sotto questo aspetto. Il male che perverte la vita di Israele trova l’appoggio nelle istituzioni che sono state convocate per protteggere la santitià della vita del popolo di Dio. Nelia visione profetica della vita di società di cui testimoniaza offre Am 2,6-8 il male non e qualcosa banale o accidentale. È un vero proggetto portato avanti grazie all’esistenza delle vere strutture che ne danno appoggio.
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Bramini, Maria. "Abuso, presunto abuso e veritŕ familiari." RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, no. 32 (November 2010): 47–61. http://dx.doi.org/10.3280/pr2010-032003.

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Abstract:
In questo articolo si intendono analizzare alcune peculiaritŕ di un caso clinico di presunto abuso sessuale e maltrattamento a danno di minori seguito presso le strutture del servizio pubblico. Nel momento in cui il sistema famiglia incontra il sistema dei servizi all'intreccio fra comportamenti, relazioni e costruzione della realtŕ presenti nella famiglia in cui si presume sia avvenuto l'abuso si aggiunge quello del servizio deputato alla sua valutazione. L'intensitŕ delle motivazioni familiari e quelle della responsabilitŕ degli operatori creano spesso contesti significativi per cambiamenti anche se sempre esposti al rischio di collusioni o deaffetizzazioni. In questo articolo ci dilungheremo su un caso clinico per mostrare come si costruiscano le realtŕ, attraverso l'intreccio dei punti di vista dei familiari e degli operatori dei servizi e quanto intorno a queste "veritŕ" si possano dipanare momenti di cambiamento.
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Trasimeni, G., C. Di Biasi, A. Pingi, E. Polettini, L. Ceroni, A. D'Agostino, and G. F. Gualdi. "Disgenesia callosa: Analisi RM di 34 casi e correlazioni con altre malformazioni associate." Rivista di Neuroradiologia 5, no. 3 (August 1992): 349–55. http://dx.doi.org/10.1177/197140099200500306.

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Abstract:
Di 576 pazienti pediatrici studiati con RM, ne sono stati selezionati 82 con patologia malformativa cerebro-midollare, 34 dci quali presentavano patologia malformativa del corpo calloso (CC). In particolare sono stati osservati 20 casi di ipogenesia, 7 casi di agenesia e 7 di ipoplasia. In 22 casi (65%) vi erano altre malformazioni associate ed in 12 (35%) la malformazione callosa era singola. Le anomalie associate con maggiore frequenza sono state le malformazioni di Chiari e le anomalie della migrazione neuronale. I nostri dati sono in accordo a quanto descritto in letteratura e confermano la notevole frequenza con cui questa struttura «pacchetto» di connessione interemisferica è interessata nelle malformazioni cerebromidollari; la RM può essere utile per distinguere le forme disgenetiche da quelle in cui il danno si è stabilito successivamente.
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Visocchi, M., M. Meglio, D. Cabezas Cuevas, B. Cioni, P. Carducci, G. Mastroianni, T. Tartaglione, G. Di Lella, and C. Colosimo. "Sensibilità e specificità della RM in un nuovo modello di ictus ischemico acuto sperimentale «collaterale»." Rivista di Neuroradiologia 9, no. 1 (February 1996): 21–23. http://dx.doi.org/10.1177/197140099600900102.

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Abstract:
Al fine di valutare la precocità e la sensibilità diagnostica della RM, unitamente alla eventuale ripetibilità degli eventi, abbiamo voluto sperimentare un nuovo modello di ischemia, che abbiamo definito «collaterale», poichè secondaria ad occlusione di due o più vasi pre - Willisiani. Per l'analogia con il circolo cerebrale umano sono stati studiati 12 conigli albini New Zealand (4–5 Kg) che venivano sottoposti ad anestesia generale. Per tutta la durata dell'esperimento si procedeva al monito-raggio della pressione arteriosa sistemica media, della frequenza cardiaca del pH e dell'emogas. L'ischemia veniva indotta con tecnica microchirurgica in 8 animali mediante chiusura di entrambe le carotidi comuni al collo (durata da un minimo di 2 h ad un massimo di 24 h) ed in altri 4 mediante chiusura dei vasi epiaor-tici a livello dell'arco aortico (durata da un minimo di 2 h ad un massimo di 4h). L'animale veniva sacrifi-cato senza previa riperfusione. Veniva quindi eseguito in tutti gli animali uno studio RM. In un caso (#12) il danno non è stato valutabile per la scarsa qualità iconografica. In otto casi sono state chiaramente iden-tificate incostanti e sfumate immagini lesionali lineari e/o puntiformi, prevalentemente monolaterali e a sede variabile. In analogia con quanto dimostrato in alcuni modelli di ischemia «terminale» studiati con RM, nel nostro gruppo di animali il danno ischemico «collaterale» è già evidente entro le prime due ore sia con chiusure di entrambe le carotidi che dell'arco aortico. La povertà dei reperti ottenuti, la aspecificità degli stessi, forse legata ad una vulnerabilità selettiva al-Pipossia di alcune strutture cerebrali mesiali e la scarsa ripetibilità degli stessi, scoraggia l'impiego del modello in oggetto per uno studio sistematico sperimentale dell'ischemia e quindi dell'efficacia di trials tera-peutici, sebbene la stessa negatività dello studio RM non possa escludere completamente un danno ischemico neuronale.
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Nicolò, Anna Maria, and Laura Accetti. "Corpo e diniego: l'enigma transgender." PSICOTERAPIA PSICOANALITICA, no. 1 (June 2022): 29–46. http://dx.doi.org/10.3280/psp2022-001003.

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Abstract:
In adolescenza, più che in ogni altra età della vita, il corpo e le sue vicissitudini assumono un'importanza strutturante. Le trasformazioni puberali danno vita a nuove sensazioni, mutano la percezione delle distanze interpersonali, modificano la rappresentazione di sé, cimentano l'identità. Mostrando come questo processo segua un percorso il cui esito non può essere dato per scontato, le due autrici esplorano le origini del senso di sé nel corpo e dell'immagine corporea, interrogandosi su quelle esperienze in cui il corpo è vissuto come un nemico o un estraneo da ripudiare, attaccare o modificare. Il ripudio del corpo può riguardare un dubbio identitario profondo ma è anche indice di gravi carenze nell'Handling e nella funzione di specchio della madre, del corpo e delle esperienze del bambino. L'esemplificazione clinica relativa all'analisi con un ado-lescente transgender mostrerà le vicissitudini di una profonda distorsione nell'immagine del corpo, e il suo legame con un rispecchiamento materno come forma di diniego verso il sesso del bambino.
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Masini, Paolo. "Libertà non è uno spazio libero. La Charrette: un modello di progettazione partecipata per i tempi (difficili) che corrono." IUL Research 3, no. 6 (December 21, 2022): 87–103. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v3i6.364.

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Abstract:
Il presente scritto illustra sinteticamente un modello di progettazione partecipata discretamente nota in ambito urbanistico, la Charrette, dando evidenza di una possibile riduzione applicativa alla progettazione degli ambienti di apprendimento. Poiché tuttavia le dinamiche partecipative sono autentiche solo se pongono al centro l’idea di comunità educante, abbiamo riservato una breve introduzione per considerare se le diverse progettualità innovative degli spazi “oltre l’aula” riflettono davvero questa articolazione, oppure sono simili a grandi carovane migratorie di strumenti e strutture verso terre nuove, che lasciano però intatte in patria le cornici ideologiche e gli schemi mentali tradizionali del dispositivo-scuola (Foucault). Tutto sembrerebbe a portata di mano, invece la libertà non è uno spazio libero.
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Luzi, Teo. "Ambiente, foreste e sicurezza." L’Italia Forestale e Montana 77, no. 3 (August 25, 2022): 117–30. http://dx.doi.org/10.36253/ifm-1794.

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Abstract:
Il contesto storico attuale è caratterizzato da una crescente attenzione alle problematiche ambientali, percepite come vere e proprie emergenze da affrontare su scala globale con elevata priorità. In premessa, la situazione congiunturale della guerra in corso sul territorio ucraino viene analizzata esclusivamente sul versante ambientale e, in particolare, per i risvolti legati all’alterazione degli habitat e all’aumento delle emissioni climalteranti in atmosfera. Le convenzioni ambientali dell’ONU in materia di cambiamenti climatici, di diversità biologica e di lotta alla desertificazione rappresentano un punto di riferimento imprescindibile per la transizione verso uno sviluppo realmente sostenibile. In tale contesto si incardina e declina l’attività del Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari dell’Arma dei Carabinieri (CUFA), sia come forza di polizia ambientale strutturata ed efficiente nel garantire la prevenzione dei reati in danno all’ambiente, alle foreste e al settore agroalimentare nel nostro Paese, sia in proiezione internazionale. Questa impostazione viene perseguita nell’ambito di una nuova “diplomazia ambientale” in grado di esportare le buone pratiche all’interno di un perimetro di cooperazione definito in accordo con le Agenzie dell’ONU e in raccordo con i riferimenti istituzionali nazionali.
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Donati, Pierpaolo. "Trasformazioni socio-culturali della famiglia e comportamenti relativi alla procreazione." Medicina e Morale 42, no. 1 (February 28, 1993): 117–63. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1993.1073.

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Abstract:
L'Autore prende in esame le trasformazioni socio-culturali cui è andata incontro la famiglia italiana in questi ultimi anni, trasformazioni che hanno interessato non solo la struttura della famiglia, ma anche il comportamento dei coniugi nei confronti della procreazione. E' cambiato il modo di guardare al figlio, divenuto oramai un mezzo per soddisfare le esigenze di una coppia sempre più ripiegata su se stessa ed alla ricerca di una propria realizzazione. Da qui la richiesta di un figlio ad ogni costo, anche se questo portasse a ridurre la famiglia - a causa dell'intervento di partner esterni - ad un semplice mezzo di catalogazione, ormai svuotata dei suoi più profondi significati. Alla ricerca di un modo per superare lo stato attuale, l'Autore indica possibili piste d'intervento, dando anche validi spunti per successivi dibattiti sul tema.
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Ardino, Vittoria. "La costruzione di significato della violenza sulla donna in contesti post-conflitto: uno studio interpretativofenomenologico su rifugiati congolesi." MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no. 3 (December 2011): 91–103. http://dx.doi.org/10.3280/mal2011-003006.

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Abstract:
Molti lasciano il paese d'origine come rifugiati dopo aver vissuto traumi gravi (torture, guerra, violenze di massa). In relazione a questi traumi, vi č la necessitŕ di esplorare i fattori socio-culturali che, in fase di post-migrazione, non permettono la rielaborazione del trauma. I rifugiati, vittime di eventi estremi, guardano a distanza gli accadimenti del paese d'origine, che sono, perň, spesso, fonte di ritraumatizzazione. Lo studio esplora in che modo rifugiati congolesi uomini, che vivono nel Regno Unito, interpretano e danno significato alla violenza sulle donne che continua a perpetrarsi nel paese d'origine. Si č utilizzato il metodo qualitativo dell'analisi fenomenologica-interpretativo. Quattro rifugiati sono stati intervistati seguendo una traccia di intervista semi-strutturata e le trascrizioni sono state analizzate secondo i principi dell'analisi fenomenologica-interpretativo. I quattro temi emersi dall'analisi sono stati etichettati: guerra e violenza, la figura della donna, violenza contro la donna e educazione. I partecipanti hanno descritto la violenza sulle donne in Congo come una ritraumatizzazione collettiva che si origina da una risoluzione della guerra non efficace e da una mancanza di educazione della popolazione locale. Nella valutazione degli effetti di traumi di massa occorre esplorare meglio in che modo i rifugiati interpretano la violenza attuale nel paese di origine come possibile fattore di rischio per un'eventuale ritraumatizzazione.
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Marciano, Alain. "The Political Economy of Domestic Violence*." Journal of Public Finance and Public Choice 14, no. 2 (October 1, 1996): 163–73. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907540345.

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Abstract:
Abstract Nell’ambito del processo di transizione in corso in Europa orientale, l’evoluzione verso regimi politici democratici è uno degli sviluppi più importanti.Naturalmente, il presupposto perché tale evoluzione possa aver luogo è quello di un insieme di regole costituzionali che impedisca la vioienza interna, cioè la vioienza esercitata dallo Stato all’interno dei suoi confini, a danno delle libertà civili e dei diritti politici.Infatti, uno dei principali aspetti della vioienza consiste nel ricorso ad essa da parte dello stesso Stato.Sebbene essa sia stata studiata empiricamente, non vi è alcuna definizione comunemente accolta di «violenza interna».Obiettivo di questo scritto è quello di fornire una struttura teorica nel cui ambito il problema della vioienza interna possa essere discusso.Si dimostra che la vioienza è minore quando la liberta economica coesiste con le libertà civili e politiche.L’impostazione qui seguita si riferisce ai motivi dello Stato per infliggere vioienza. Si dimostra come e perché uno Stato fa ricorso alia vioienza politica ed economica per motivi strumentali ed espressivi.Successivamente viene derivata una tipologia di regimi. La vioienza può essere «strumentale», quando il suo obiettivo è il controllo del comportamento dei cittadini, e «espressiva» quando essa costituisce una fonte diretta di vantaggio (favorendo gli interessi di altri gruppi).
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Kernberg, Otto F. "Correlati neurobiologici della teoria delle relazioni oggettuali." SETTING, no. 44 (March 2021): 41–77. http://dx.doi.org/10.3280/set2020-044003.

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Abstract:
Quella che segue è una panoramica dell'attuale concettualizzazione neurobiologica dello sviluppo precoce, rilevante per le ipotesi della teoria psicoanalitica contemporanea delle relazioni oggettuali. Mi propongo di rivedere brevemente alcune aree fondamentali dell'indagine neurobiologica che, insieme, forniscono uno sfondo neurobiologico e una base per l'analisi dello sviluppo precoce delle relazioni oggettuali interiorizzate. Le aree pertinenti dello sviluppo neurobiologico includono: l'attivazione dei sistemi affettivi, la differenziazione sé/altri, lo sviluppo di una teoria della mente e dell'empatia, l'evoluzione della struttura del Sé e lo sviluppo dei processi di mentalizzazione. Parto da una breve panoramica del concetto psicoanalitico di organizzazione di personalità, che dovrebbe aiutarci a illustrare l'interazione tra disposizioni genetiche presunte e funzioni psicologiche correlate disponibili su base costituzionale, da un lato, e la presunta influenza delle relazioni oggettuali precoci sullo sviluppo della personalità, dall'altro. Le componenti di base dell'organizzazione di personalità comprendono: il temperamento, il carattere, l'identità, i sistemi valoriali e l'intelligenza (1). Il temperamento è determinato geneticamente, su base costituzionale, e consiste nella reattività dell'organismo agli stimoli ambientali in termini di risposte affettive, cognitive e comportamentali. Da un punto di vista psicoanalitico, gli affetti come sistemi motivazionali primari sollevano delle domande sul grado in cui le pulsioni siano costituite dall'integrazione dei corrispondenti affetti positivi ("libidici") o negativi ("aggressivi") e sul grado in cui gli affetti siano espressioni delle corrispondenti pulsioni sottostanti. In ogni caso, gli affetti danno il via alle interazioni Sé/altro e l'interiorizzazione di queste interazioni, sotto forma di memoria affettiva, determina i modelli comportamentali interiorizzati (secondo la terminologia dell'Attaccamento: IWMS) ovvero delle relazioni oggettuali interiorizzate (nei termini della teoria psicoanalitica delle relazioni oggettuali). Questi modelli o relazioni oggettuali interiorizzati gradualmente andranno a determinare dei pattern di comportamento abituale integrati di reazione, che costituiranno il carattere. L'organizzazione soggettiva dell'esperienza del Sé, in quanto parte delle relazioni oggettuali interiorizzate, si consolida gradualmente in un concetto integrato del Sé, con un'organizzazione in parallelo del concetto degli altri significativi; in altre parole, l'identità normale (4). L'identità normale rappresenta il correlato soggettivo del carattere, mentre il carattere riflette l'espressione comportamentale dell'identità, in quanto integra dinamicamente i pattern comportamentali. La progressiva interiorizzazione delle regole generali e non strumentali del comportamento sociale o del sistema dei valori etici (il "Super-Io", in termini psicoanalitici) costituisce un secondo livello di organizzazione di personalità, derivato dall'interiorizzazione delle relazioni oggettuali. Infine, il vero potenziale per l'inquadramento cognitivo delle esperienze affettive, e di tutte le esperienze percettive in generale, con il potenziale di astrazione dall'esperienza concreta delle regole generali e della comprensione della relazione tra se stessi e l'ambiente fisico e psicosociale costituisce l'intelligenza.Oggi è del tutto chiaro che i principali affetti primari emergono molto presto, e compaiono per la prima volta dopo poche settimane o mesi dalla nascita. Le strutture neurobiologiche e i sistemi dei neurotrasmittitori che determinano gli affetti esistono già al momento della nascita. Questi affetti primari comprendono: gioia, rabbia, sorpresa, paura, disgusto, tristezza (molto trascurato!), eccitamento sensuale delle superfici corporee, che costituisce la base della capacità di eccitazione sessuale
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Bianchi Riva, Raffaella, and Chiara Spaccapelo. "Eccessiva durata del processo e responsabilità disciplinare dei magistrati: il ritardo nel deposito dei provvedimenti fra storia e attualità." Italian Review of Legal History, no. 7 (December 22, 2021): 485–546. http://dx.doi.org/10.54103/2464-8914/16896.

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Abstract:
Il tema dell’eccessiva durata dei processi e delle sue conseguenze pregiudizievoli sull’effettività della tutela giudiziaria rappresenta, da sempre, uno dei principali nodi del rapporto tra giustizia e opinione pubblica.Sin dall’unificazione italiana, la questione è stata affrontata per lo più sul piano delle riforme del processo e dell’ordinamento giudiziario, senza, tuttavia, la predisposizione di adeguati interventi in grado di incidere sull’organizzazione delle strutture e del personale. Se soltanto di recente il nostro ordinamento ha approntato strumenti di tutela diretta al principio della ragionevole durata del processo, formalizzato nell’art. 111 Cost., la responsabilità disciplinare dei magistrati per ritardo nel deposito dei provvedimenti ha rappresentato, sin dall’inizio del Novecento, uno degli strumenti principali non solo per reprimere gli episodi più gravi (oggi determinanti addirittura un danno erariale da disservizio), ma anche per restituire credibilità alla funzione giudiziaria, nell’ambito delle complesse dinamiche relative al rapporto tra magistratura e società.Lo studio mira a valutare se, in assenza di idonei strumenti normativi volti ad evitare o quantomeno a contenere il fenomeno della lunghezza dei procedimenti, gli interventi della giurisprudenza, prima, della Suprema corte disciplinare e, dopo, della Sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura, chiamate a sanzionare gli illeciti dei singoli magistrati, siano stati in grado, nella difficoltà di trovare un equilibrio tra standard di rendimento e carichi esigibili, di rispondere in maniera soddisfacente al contenimento dei tempi del processo e alla riduzione dell'arretrato, obiettivi tra i principali del PNRR.
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Di Pietro, Maria Luisa, and Maria Beatrice Fisso. "Donna e lavoro: considerazioni etico-giuridiche sulla prevenzione del rischio riproduttivo." Medicina e Morale 44, no. 3 (June 30, 1995): 447–87. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1995.980.

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Abstract:
E' oramai noto che le attività lavorative possono influenzare, in modo diretto o indiretto, la salute: da questa consapevolezza ha avuto origine, nel tempo, una sempre maggiore attenzione nei confronti degli effetti nocivi di sostanze "sospette" in ambiente di lavoro. In questo articolo viene affrontato un aspetto particolare del rischio lavorativo, cioè il rischio a seguito dell'esposizione della donna a sostanze chimiche o ad agenti fisici o biologici che possono alterare la sua capacità riproduttiva o essere causa di gravi danni alla prole che è stata o verrà concepita. Dopo aver fatto distinzione tra rischio riproduttivo (la possibilità che una sostanza possa interferire con o impedire il concepimento) e rischio di sviluppo (la possibilità di produrre nel nascituro o successivamente nel nato fino alla pubertà anomalie strutturali, deficit funzionali o la morte), e aver analizzato il meccanismo di azione delle sostanze chimiche e degli agenti fisici e biologici più di frequente presenti in ambiente di lavoro, e precisato il momento di interferenza (la oogenesi, la gravidanza, l'allattamento), le Autrici individuano ed esaminano criticamente le possibili modalità di prevenzione del rischio riproduttivo e di sviluppo. Dall'individuazione delle situazioni a rischio alla messa a punto delle misure di controllo necessarie per ridurre o eliminare l'esposizione dei lavoratori, all'informazione dello stesso sull'esistenza e sull'entità del rischio: un'analisi che, in un'ottica personalistica, vorrebbe indicare - anche alla luce delle normative vigenti - nuove strade perché si possa attuare una reale tutela della lavoratrice e una vera politica di protezione fetale.
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Croce, A., V. Mastronardi, M. Laus, and E. Festa Kotelnikova. "Can the onset of orbital cancer be the result of a prosthetic eye?" Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no. 6 (December 2017): 519–22. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1043.

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Abstract:
L’exenteratio orbitae è un intervento deturpante che si pratica in caso di infezioni orbitarie non responsive a terapia medica e in caso di tumori benigni ricorrenti e tumori maligni che insorgono dalle palpebre (carcinoma basocellulare, carcinoma squamocellulare, melanoma maligno della congiuntiva), dalle ghiandole lacrimali (carcinoma adenoideo cistico) o dalle strutture circostanti. In casi estremamente rari l’uso di protesi oculari dopo l’enucleazione può causare l’insorgenza di tumori orbitari. In questo articolo riportiamo il caso di un uomo di 54 anni che è stato sottoposto ad enucleazione dell’occhio sinistro in seguito a ricorrenti distacchi di retina e che ha sviluppato, solo 30 anni dopo, un carcinoma epidermoidale infiltrante a rapida crescita. Abbiamo esaminato gli articoli in letteratura per valutare la rarità di tale occorrenza, i tempi d’insorgenza in seguito all’enucleazione, i trattamenti e i risultati. Il nostro caso illustra il trattamento della patologia ed enfatizza la necessità di un attento esame della cavità orbitaria e della protesi oculare per identificare anche le irregolarità e i primi danni sulla superficie orbitaria anche nei casi in cui l’exenteratio orbitae è stata eseguita per patologie benigne. Il nostro caso dimostra che il follow-up a lungo termine è fondamentale perché il tumore può insorgere a lunga distanza dopo l’enucleazione.
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Caporale, Maria. "Aspetti civilistici e penalistici della maternità su commissione." Medicina e Morale 44, no. 1 (February 28, 1995): 91–111. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1995.992.

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Abstract:
L'articolo esamina i riflessi giuridici in campo civile e penale del fenomeno della "maternità su commissione" affrontando il problema della frontiera etica del progresso scientifico. L'Autrice individua i rischi connessi all'insorgere di tali pratiche "sostitutive"descrivendo una molteplicità di situazioni limite: la frammentazione delle funzioni della maternità (ovulazione, gestazione, educazione) che tecnicamente possono essere ricondotte a soggetti diversi; il conseguente smarrimento dell'identità materna; l'enfatizzazione di un presunto diritto del singolo alla procreazione; il sacrificio-distruzione di embrioni superflui; i danni psico-sociali connessi alla frantumazione delle strutture parentali e dei modelli di genitorialità socialmente consolidati; la destrutturazione deii'ordine giuridico che compromette l'identità certa del soggetto. Molte le questioni poste all'attenzione del giurista: dalla definizione di uno statuto per l'embrione, alla tutela di beni essenziali quali l'unità familiare, alla salvaguardia del valore della procreazione, alla liceità dei mezzi e dei fini che caratterizzano le applicazioni in campo scientifico. Le considerazioni svolte trovano un sostegno culturale e giuridico in numerose leggi, Convenzioni e Dichiarazioni sia nazionali che sovranazionali. L'Autrice analizza poi brevemente le soluzioni legislative offerte dai diversi Paesi alla luce di principi internazionali. Emerge l'esigenza della formulazione di una disciplina globale del diritto alla vita prenatale, di una regolamentazione organica di tipo penalistico di beni essenziali e la predisposizione di adeguate garanzie al fine di tutelare un'ampia serie di beni complementari, con specificazioni rispetto a particolari questioni tecniche.
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Luzi, Eleonora, F. Esposito, F. Damato, M. Cestari, S. Ricci, and L. Petrone. "Il minore vittima di abusi sessuali e le garanzie del giusto processo penale." International Journal of Developmental and Educational Psychology. Revista INFAD de Psicología. 1, no. 1 (April 28, 2018): 129. http://dx.doi.org/10.17060/ijodaep.2018.n1.v1.1174.

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Abstract:
Nei procedimenti penali aventi ad oggetto l’accertamento della condotta di abuso sessuale a danno di minore, fra le fasi più delicate, vi è quella inerente l’acquisizione delle dichiarazioni della giovane vittima specie se in tenera età.E’ pacifico che l’assunzione della testimonianza di un minore, perché tale, deve avvenire con criteri e modalità che abbiano quale obiettivo principale, quello della tutela del minore stesso. Il sistema penale italiano a tutt’oggi rileva l’assenza di un organico sistema di protezione del minore vittima di abusi; manca una specifica disciplina da parte del legislatore, della testimonianza del soggetto minore di età.Secondo quanto disposto dall’art. 196, comma 1 e 2 c.p.p.“Ogni persona ha la capacità di testimoniare” tuttavia “qualora, al fine di valutare le dichiarazioni del testimone, sia necessario verificarne l’idoneità física o mentale a rendere testimonianza, il giudice anche di ufficio può ordinare gli accertamenti opportuni con i mezzi consentiti dalla legge”.Più efficacemente la Carta di Noto all’art. 10 raccomanda per i minori di anni dodici e salvo casi eccezionali “che sia sempre disposta perizia al fine di verificarne la idoneità a testimoniare sui fatti oggetto d’indagine”, salvo al giudice valutare l’attendibilità della testimonianza resa.E’ possibile allora per il decidente, accertare la veridicità della condotta abusante dal racconto del minore, prescindendo dall’ausilio del parere tecnico di un perito, ovvero senza aver prima disposto una perizia psicologica sul bambino?L’orientamento giurisprudenziale prevalente negli ultimi anni, conferma il prevalere del principio cosiddetto della valutazione onnicomprensiva, per cui “in tema di reati sessuali su minori in tenera età, è illegittimo, per violazione del principio della formazione della prova in contraddittorio, il rifiu to dei giudice di disporre una perizia psicologica, al fine di accertare l’aderenza alla realtà o meno della narrazione dei fatti, in dipendenza di eventuali elaborazioni fantasiose proprie dell’età o della struttura personologica del minore”1.
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Berry, Joanne. "The conditions of domestic life in Pompeii in AD 79: a case-study of Houses 11 and 12, Insula 9, Region I." Papers of the British School at Rome 65 (November 1997): 103–25. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200010606.

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Abstract:
LE CONDIZIONI DELLA VITA DOMESTICA A POMPEI NELL'ANNO 79 d.C.: UN CASO DI STUDIO DELLE CASE 11 E 12, INSULA 9, REGIONE IQuesto articolo discute delle condizioni di vita a Pompei negli ultimi anni prima della sua distruzione dall'eruzione del Vesuvio. Si tratta di un argomento di difficile interpretazione, per il quale molte diverse teorie esistono, molte delle quali sono basate su evidenza aneddotica e/o comparativa. In contrasto, l'ipotesi presentata in questo articolo si basa sullo studio di due case collegate nella Regione I e prende in considerazione tutta l'evidenza disponibile: vecchie fotografie di scavo, resti di manufatti del 79 d.C., le strutture attualmente ancora in piedi e i risultati degli scavi del 1995 e 1996. L'evidenza disponibile è, di fatto, contraddittoria: all'interno delle stesse case vi sono segni di commercio a grande scala e di restauro, ma anche di abbandono e distruzione. Viene suggerito che queste contraddizioni possono essere spiegate con un terremoto negli ultimi mesi, o perfino settimane, prima della distruzione finale di Pompei. Gli abitanti della città dovevano aver avuto difficoltà ad affrontare la distruzione ed il caos causate da questo terremoto. Risposte individuali ad i danni causati dal terremoto sarebbero state dipendenti da numerosi fattori, quali le possibilità economiche a sostenere le riparazioni, di conseguenza l'evidenza delle due case esaminate riflette solo una delle possibili risposte. Si conclude che un numero maggiore di studi di case individuali in tutti i loro aspetti è necessario prima che si possa pienamente capire l'impatto collettivo e le conseguenze dell'attività sismica per la vita della città negli anni precedenti al 79 d.C.
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Duca, S., G. L. Lobello, L. Melossi, S. Angeli, and A. Bacci. "Correlazioni RM-clinico-elettroencefalografiche nei postumi di coma postraumatico." Rivista di Neuroradiologia 8, no. 3 (June 1995): 429–35. http://dx.doi.org/10.1177/197140099500800309.

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Abstract:
In una popolazione di 34 pazienti con trauma cranico chiuso e periodo di coma di durata variabile tra 1 e 236 giorni, sono state compiute valutazioni comparative tra il quadro neurologico, EEGrafico e RM. Si riscontra una stretta relazione tra la gravità del quadro clinico, neurofisiologico e RM con la durata del coma; in particolare si rileva una corrispondenza tra le lesioni del tronco e l'idrocefalo con la gravità della sintomatologia neurologica. Si osserva un'incongruenza nella relazione dei «reperti normali», che rappresentano il 32% nella valutazione clinica neurologica e il 44% degli esami EEG, ma che non sono presenti nell'indagine RM. Si ipotizza che tale incongruenza dipenda dalla tuttora incerta relazione tra struttura anatomica e funzione neurologica, e può essere spiegata sia considerando i danni della sfera neuropsicologica e cognitiva che l'effetto di copertura esercitato dalla terapia anticomiziale sul quadro elettrofisiologico. Nerve injuries following head trauma constitute a dynamic process in which primary lesions are accompanied by secondary changes which many continue to evolve for years. This study aimed to establish a correlation between lesions detected by MR and the clinical and electrophysiological findings (duration of coma, neurological damage and EEG) for the purposes of prognostic and forensic assessment. The series comprises 34 patients in coma for periods ranging from 1 to 236 days following closed head injury who did not undergo neurosurgery. The patients were divided into 2 groups according to coma duration. A comparative assessment of neurological, EEG and MR findings was made in all cases. Clinical assessment was confined to motor injury as it was easiest to quantify as tetraparesis and tetraplegia, hemiparesis and hemiplegia. EEG assessment was based on focal or diffuse electrical changes, while MR findings included isolated and associated mono and bilateral focal lesions to the cortex and white matter, lesions to the brainstel and corpus callosum as a sign of primary brain injury and diffuse cortical atrophy and hydrocephalus as secondary damage.
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Tobia, Valentina, and Gian Luca Marzocchi. "Il benessere nei bambini con disturbi specifici dell'apprendimento e nei loro genitori: uno studio pilota con il questionario sul benessere scolastico - versione per genitori." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 4 (March 2013): 499–517. http://dx.doi.org/10.3280/rip2011-004004.

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Abstract:
Alcuni studi mostrano come alle difficolta scolastiche dei bambini con Disturbi Specifici dell'Apprendimento (DSA), si affiancano difficolta di natura emotiva, comportamentale e relazionale, che vanno ad influenzare il benessere psicologico dei bambini stessi e dei loro genitori. In questo articolo vengono analizzati i risultati della somministrazione del Questionario sul Benessere Scolastico-versione per genitori (QBS-G), che valuta diversi aspetti dell'integrazione scolastica dei bambini con DSA e i vissuti dei loro genitori. In questo studio pilota viene misurata la validita della struttura interna del questionario con un'analisi fattoriale confermativa che mostra risultati accettabili; anche i punteggi di omogeneita interna delle singole sottoscale e del punteggio totale danno risultati da sufficienti a ottimi. I punteggi del questionario ottenuti dai genitori di bambini con DSA (n = 164) vengono confrontati con quelli di genitori di bambini con sviluppo tipico (n = 59), mostrando differenze significative. L'analisi del solo gruppo di genitori con figli con DSA evidenzia delle differenze nei punteggi in base al numero di disturbi in comorbilita (sottoscala Valutazione degli apprendimenti) e all'aver preso parte o meno ad un intervento (sottoscala Rapporto con scuola e insegnanti). Nell'articolo vengono discusse le implicazioni del benessere scolastico in relazione alla valutazione e al trattamento dei bambini con DSA. Parole chiave: Disturbi specifici dell'apprendimento, difficolta d'apprendimento, benessere scolastico, genitori. Abstract Few studies reported emotional, behavioural and relational difficulties in children with Specific Learning Difficulties (SLD), associated with a decline in school wellness. Furthermore, children's difficulties also afflict parents' wellness. In this study the results from the first administration of the Questionnaire on the School Wellness-parents' version (QSW-P), are described. The questionnaire's internal structure is analyzed using a confirmatory factor analysis, that showed acceptable fit indices. Furthermore, the validity analysis showed good psychometric properties of the instrument. The scores from the QSW-P administered to parents whose children have a diagnosis of SLD (n = 164) were compared to questionnaires of parents of children with typical development (n = 59): the two groups showed significant difference in some sub-scales of the questionnaire. Analyses run on the SLD group, showed differences in the QSW-P scores based on comorbidity (subscale Evaluation of learning processes) and on taking part in an intervention (subscale Relationship with teachers and school). The results of the QSWP in relationship with assessment and treatment of children with SLD are discussed.
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Pinheiro, Izoldi Klein, Dilva Bertoldi Benvenutti, and Jacir Favretto. "Ambiente de aprendizagem: conhecimento tecnológico pedagógico do conteúdo (Learning environment: technological pedagogical content knowledge)." Revista Eletrônica de Educação 14 (March 3, 2020): 3765070. http://dx.doi.org/10.14244/198271993765.

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Abstract:
The reflections are part of the Master's Dissertation entitled Integration of digital media in basic education for the study of sustainability, Professional Master in Business Administration from Unoesc, Chapecó (Brazil). The research aims to understand the TPACK structure and its relationship to the process of teaching and learning in the context of the classroom. The research addresses the integration of digital media in the teaching-learning process, allowing the student to learn in a healthy, pleasurable, meaningful and innovative way. The structure is based on Koehler and Mishra (2009), who touted the need for teachers to understand pedagogically the inclusion of technologies in the context of the classroom. The study was developed through qualitative research, using semi-structured interviews with teachers of the Education Network of a municipality located in the Santa Catarina’s State, characterized as a case study. As for its nature, the research is classified as applied and based on its objectives, the study can be considered descriptive. The dice were analyzed by content technique analysis. Among the main results, it is identified that teachers use digital media available in schools, but present traditional postures where the student becomes a passive being. In schools where digital media integration occurs, work depends on the computer teacher. Some teachers yearn for the integration of technological resources in teaching practice, however, they need training.ResumoAs reflexões fazem parte da Dissertação de Mestrado intitulada Integração das novas tecnologias na Educação Básica para o estudo da sustentabilidade, Mestrado profissional em Administração da Unoesc, Campus Chapecó. A pesquisa objetiva entender a estrutura TPACK e sua relação com o processo de ensinar e aprender no contexto da sala de aula. A pesquisa aborda a integração das mídias digitais no processo ensino aprendizagem, permitindo o aluno aprender de maneira saudável, prazerosa, significativa e inovadora. A estrutura se fundamenta em Koehler e Mishra (2009), que apregoa a necessidade dos docentes compreenderem pedagogicamente a inclusão das tecnologias no contexto da sala de aula. O estudo foi desenvolvido por meio de pesquisa qualitativa, utilizando entrevista semi-estruturada com professores da Rede de Ensino de um Município localizado no Estado de Santa Catarina, caracterizando-se como estudo de caso. Quanto à sua natureza, a pesquisa se classifica como aplicada e com base nos seus objetivos, o estudo pode ser considerado descritivo. Os dados foram analisados pela técnica de análise de conteúdo. Dentre os principais resultados, identifica-se que os docentes utilizam as mídias digitais disponíveis nas escolas, porém apresentam posturas tradicionais onde o aluno se torna um ser passivo. Nas escolas onde ocorre integração das mídias digitais, o trabalho depende do professor de informática. Alguns docentes anseiam pela integração de recursos tecnológicos na prática docente, contudo, necessitam de formação.SommarioLe riflessione che seguono sono parte della Dissertazione del Master intitolata integrazione dei media digitale nell’istruzione di base e studio della sostenibilità, Master professionale in Amministrazione dell’ Unoesc, Chapecó (Brasile). La ricerca ha l’obiettivo di comprendere la struttura TPACK e la sua relazione con il processo di insegnamento e apprendimento nel contesto della classe. La ricerca tratta dell’introduzione dei media digitale nel processo d’istruzione, dando la possibilità all’alunno di imparare di forma salutare e piacevole, significativa e innovativa. La struttura si basa negli studi di Koehler e Mishra (2009), che evidenziano la necessità di comprendere dal punto di vista della didattica il ricorso alle nuove tecnologie nel contesto della classe da parte dei docenti. Lo studio è stato realizzato per mezzo di ricerca qualitativa, utilizzando intreviste semi-strutturate con professori della rete d’istruzione di un Municipio localizzato nello Stato di Santa Catarina, si caratterizza come studio di caso. Per quanto riguarda la sua natura, la ricerca si classifica come applicata e con base nei suoi obiettivi, lo studio può essere considerato descritivo. I dati sono stati analizzati con la tecnica di analise de contenuto. Tra i principali risultati, si ha identificato che i docenti fanno ricorso ai media digitali disponibili nelle scuole, però ricorrono ad approcci tradizionali ai quali l’alunno diventa un essere passivo. Nelle scuole dove occorre l’introduzione dei media digitali, il lavoro dipende dal professore di informatica. Alcuni docenti attendono per l’inserimento di strumenti tecnologici nella pratica dell’insegnamento, tuttavia, hanno necessità di formazione.Palavras-chave: Mídias digitais, Aprender, Ensinar, Conhecer.Keywords: Digital media, Learn, Teach, To know.Parole chiavi: Media digitali, Apprendere, Insegnare, Conoscere.ReferencesASSMANN, Hugo. A metamorfose do aprender na sociedade da informação. Ci. Inf., Brasília, v. 29, n. 2, p. 7-15, maio/ago. 2000. Disponível em: <http://www.scielo.br/scielo.php?script=sci_arttext&pid=S0100-19652000000200002&lng=en&nrm=iso>. Acesso em: 12 jan. 2017.BENVENUTTI, Dilva B. Avaliação nos processos de aprendizagem. Curitiba: Prismas, 2017.CARROLL, Lewis. Alice no País das Maravilhas. São Paulo: Martin Claret, 2007. Título original em inglês: Alice’s Adventures in Wonderland (1866).CLOSS, Lisiane Quadrado; ANTONELLO, Claudia Simone. Teoria da aprendizagem transformadora: contribuições para uma educação gerencial voltada para a sustentabilidade. 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Andreula, C. F., and A. Carella. "Lo studio RM delle metastasi spinali extradurali." Rivista di Neuroradiologia 8, no. 2 (April 1995): 181–94. http://dx.doi.org/10.1177/197140099500800208.

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Abstract:
Lo studio delle metastasi vertebrali in risonanza magnetica permette di superare la rigida distinzione in lesioni osteolitiche e osteoaddensanti, uso che inizialmente proposto dalla radiologia tradizionale è stato mantenuto, pur se con critiche, anche con l'avvento di metodiche più moderne. La lesione osteorarefacente e la lesione osteosclerotica sono i due estremi di un continuum che prevede numerosi eventi di transizione non solo nell'ambito dello stesso paziente, ma addirittura in corso di malattia prima e dopo trattamento. Gli elementi di semeiotica RM sono le alterazioni di segnale e le alterazioni morfologiche. Nelle lesioni osteolitiche il processo di infiltrazione si evidenzierà come una tenue ipointensità nelle sequenze dipendenti dal T1 e netta iperintensità nelle sequenze dipendenti dalla densità protonica, dal T2 e dal T2 star. Qualora venga interessato completamente il corpo vertebrale sarà possibile apprezzare una deformazione morfologica dello stesso. Tale alterazione risentirà dei tempi di infiltrazione midollare caratterizzandosi o come esuberante con allargamento degli angoli diedri somatici dando un aspetto di vertebra «rigonfia» o come riduttiva con crollo vertebrale da collasso inizialmente interno. La somministrazione di mdc determinerà una ricostruzione morfologica del corpo vertebrale nel caso di infiltrazione totale e di omogeinizzazione di segnale con la parte sana restante della vertebra nei casi di infiltrazione parziale. Tale comportamento alla somministrazione di mdc spiega la necessità di eseguire preliminarmente le sequenze dipendenti dal T1 prima del mdc e induce ad un atteggiamento critico sulla utilità delle sequenze dopo contrasto. Le lesioni osteoddensanti o osteosclerotiche saranno caratterizzate da segnale nettamente ipointenso nelle sequenze appesantite in T1, e ipointenso nelle sequenze appesantite in T2. Tale comportamento rispecchia la formazione di tessuto osseo prodotto dagli osteoblasti, attivati o da sostanze secrete dal tumore o dalla presenza di tessuto «diverso» dal midollo osseo a capacità irritante. La somministrazione di mdc non determina variazioni del quadro in T1 per l'assenza di fenomeni reattivi vascolari. L'estrinsecazione extradurale è la complicanza più frequente della localizzazione vertebrale metastatica: le neoplasie che più frequentemente causano questo aspetto sono i carcinomi e tra questi l'origine mammaria e polmonare coprono da sole il 50% delle lesioni. Il segnale RM di questo tessuto neoformato risentirà dell'alta componente acquosa della lesione con ipointensità nelle sequenze dipendenti dal T1 e iperintensità nelle sequenze dipendenti dal T2; la somministrazione di mdc determinerà intensa impregnazione sia per l'assenza di barriera nei capillari neoformati, riproducenti il tessuto di origine extraneurale, sia per l'ampio spazio extracellulare. La localizzazione leptomeningea delle metastasi è evento oltremodo raro. Le neoplasie che più frequentemente possono dare disseminazione leptomeningea sono distinguibili in extraneurali, neurali ed ematologiche. Le lesioni hanno aspetto nodulare o a placca, oppure possono estendersi a panno sull'aracnoide, avvolgendo le radici di emergenza. Sedi più frequenti sono le parti più declivi come il cul-di-sacco durale e la cauda equina (73%), verosimilmente per motivi gravitari. In RM le lesioni appaiono come agglomerati focali di segnale isointenso al midollo nelle immagini dipendenti dal T1, e di alto segnale possono mimetizzarsi col liquor nelle sequenze dipendenti dal T2. La somministrazine di mdc rende tali noduli palesi, per l'alto tasso di impregnazione, e permette di svelare lesioni di piccole dimensioni talvolta mimetizzate per la contiguità con strutture di segnale simile. Più difficile è la semeiotica RM della cosiddetta «carcinomatosi» meningea. La diagnosi differenziale nei casi di metastasi leptomeningee nodulari, ad anamnesi oncologica muta, si pone con i neurinomi (schwannomi) della cauda; con i neurinomi multipli della neurofibromatosi tipo 2, con i piccoli ependimomi della cauda. Nel caso della carcinomatosi leptomeningea vanno scartate le leptomeningiti granulomatose (tubercolosi e sarcoidosi) e le aracnoiditi reattive e postchirurgiche.
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Ruppelt, Hans-Jürgen. "Competition Law and its Application in Germany." Journal of Public Finance and Public Choice 8, no. 2 (October 1, 1990): 117–24. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907345054.

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Abstract:
Abstract L’economia tedesca è sempre stata caratterizzata da una struttura molto concentrata, in cui le imprese facevano frequente ricorso ai cartelli. Alia fine dell’ultima guerra, gli alleati (ed in particolare gli Stati Uniti) hanno insistito perché la concentrazione fosse ridotta ed i cartelli fossero eliminati, introducendo cosi la libera concorrenza nell’economia.La legge ha introdotto un generale divieto di cartellizzazione, con alcune esenzioni legali che consentono specifiche intese.L’applicazione della legge attraverso un organismo indipendente, l’Ufficio Federale dei Cartelli, si è basata esclusivamente sugli aspetti concorrenziali, con esclusione quindi degli aspetti di «interesse pubblico». L’unica eccezione è costituita dal potere di autorizzazione di cartelli e concentrazioni da parte del Ministro, che tuttavia vi ha fatto ricorso molto raramente.Nell’ambito di applicazione della legge sono rientrate non soltanto le attività dirette a limitare la concorrenza da parte dei privati, ma anche le distorsioni del mercato prodotte da interventi pubblici, come regolamentazione, sussidi e protezionismo. Negli anni più recenti, in particolare, la politica della concorrenza si è ispirata all’idea di modificare l’equilibrio tra settore privato e settore pubblico, riducendo quest’ultimo mediante deregolamentazione e privatizzazione.La legge tedesca riguarda essenzialmente quattro gruppi di limitazioni della concorrenza: accordi orizzontali, restrizioni verticali, abuso del potere di mercato e concentrazioni.Gli accordi orizzontali sono proibiti e, di conseguenza, nulli. Coloro che vi abbiano preso parte sono passibili di una multa che può giungere fino ad un ammontare pari a tre volte il valore degli utili così conseguiti. Si tratta, peraltro, di un criterio di difficile applicazione, essendo molto ardua la determinazione dell’incremento di utili ottenuto con un accordo.Una lacuna del sistema era costituita dal fatto di escludere alcune forme di collusione che a stretto rigore non rientravano nella categoria degli «accordi». È stato necessario emendare la legge, includendovi esplicitamente le «azioni concertate».Un secondo problema riguarda l’inclusione o meno nel concetto di «restrizione della concorrenza” dell’obbligo per le parti dell’accordo di mettere in atto comportamenti contrari alla concorrenza. Secondo l’interpretazione degli organi giudiziari tale obbligo si deve presumere.Per quanto riguarda le deroghe, l’Ufficio Federale dei Cartelli tende ad essere alquanto rigido.Per gli «accordi verticali», la legge tedesca, in contrasto con l’art. 85 del Trattato CEE e con la legge italiana, introduce specifiche regole. Essi sono, in genere, legali, con la sola eccezione degli accordi per la determinazione del prezzo, che sono proibiti di per sé, a meno che non riguardino il settore dell’editoria.Gli interventi per accordi verticali sono stati poco frequenti e, a quanto sembra, nella maggior parte dei casi tali accordi non dovrebbero essere stati influenzati dalla legislazione sulla concorrenza.Per quanto riguarda l’abuso di potere di mercato, il vecchio adagio statunitense vale anche per la Germania: le dimensioni non danno luogo, di per sé, ad un pericolo. Analogamente, una posizione dominante, come tale, non può essere ritenuta dannosa, anche se è ampiamente diffusa l’opinione secondo cui non debba essere consentito l’abuso di posizione dominante.Sotto il profilo applicativo, peraltro, bisogna identificare due fondamentali presupposti: una «posizione dominante” e un «comportamento abusivo».Il controllo del comportamento abusivo persegue, sia in Germania che in Italia, due obiettivi: impedire alle imprese dominanti di stabilire prezzi troppo elevati, realizzando profitti monopolistici (abuso di prezzi), e proteggere la libertà di competere delle altre imprese (pratiche restrittive).Per quanto riguarda l’abuso di prezzi, l’esperienza tedesca non è stata molto incoraggiante, soprattutto per la ben nota difficoltà nella definizione del «giusto prezzo».Hanno avuto maggiore successo, invece, i procedimenti nei riguardi di pratiche restrittive. Anche in questo caso non e facile applicare la normativa concorrenziale, specie per quanto riguarda i casi «marginali», come i casi di collegamenti tra imprese che non sembrano evidenziare comportamenti anti-competitivi.L’introduzione della regolamentazione delle concentrazioni è avvenuta in Germania soprattutto per le difficoltà nel perseguire gli abusi di posizione dominante. Diversamente dalla legge italiana, il sistema tedesco non prevede un minimo fatturato nazionale, ma fa riferimento al valore del fatturato nel suo complesso, dovunque sia stato conseguito.Notevoli difficoltà potranno derivare dalla definizione del concetto di «controllo». Dal punto di vista pratico sembra conveniente combinare le caratteristiche di flessibilità e certezza giuridica con una definizione generale che specifichi il maggior numero possibile di fattispecie.Le caratteristiche più significative dell’attività di controllo delle concentrazioni svolta in Germania sono l’effetto sospensivo della notificazione che precede la concentrazione e un criterio strettamente concorrenziale. L’esperienza dimostra che è molto difficile far venir meno una concentrazione, una volta che sia stata effettuata. Per questo motivo si richiede che le concentrazioni che eccedono una determinata soglia siano comunicate in anticipo.Sebbene l’Ufficio Federale dei Cartelli abbia a disposizione quattro mesi per completare la sua investigazione, circa i tre quarti delle procedure sono completate entro quattro settimane.Vi è una netta distinzione di compiti tra l’Ufficio Federale dei Cartelli e il Ministro dell’Economia. Il primo si occupa degli aspetti strettamente inerenti alla concorrenza, senza tener conto degli altri benefici che possono derivare dalla concentrazione. Il Ministro, invece, per considerazioni d’interesse pubblico, può autorizzare una concentrazione che l’Ufficio Federale dei Cartelli aveva bloccato. Sino ad ora (dal 1973) soltanto sei autorizzazioni sono state concesse dal Ministro e non sembra che esse abbiano dato luogo ai risultati positivi che erano attesi.
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Picon Alt, Júlio, Mauren Buzzatti, Ana Monteiro Costa, and Saritha Denardi Vattathara. "Expansão da mineração carbonífera no Rio Grande do Sul e a crise de valor do capitalismo contemporâneo: Uma análise socioeconômica do EIA/RIMA da Usina Termelétrica Nova Seival nos assentamentos da reforma agrária em Candiota e Hulha Negra." AMBIENTES: Revista de Geografia e Ecologia Política 3, no. 2 (December 21, 2021): 251–96. http://dx.doi.org/10.48075/amb.v3i2.28237.

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Abstract:
Neste trabalho, compreendemos a expansão da fronteira extrativista minerária no Rio Grande do Sul à luz do movimento atual do capital, vinculando a crise de sobreacumulação do capitalismo à decorrente intensificação da acumulação por despossessão, tendo o land grabbing como um dos seus principais ajus­tes tempo-espaço. Nosso objetivo consistiu em apontar as contradições e ameaças sobre os territórios dos agricultores assentados em Hulha Negra e Candiota-RS, considerando os sujeitos diretamente atingi­dos pelo empreendimento, bem como o impacto sobre o processo de reterritorialização como um todo na região, levando em consideração a dinâmica de mobilização e desmobilização de mão-de-obra e os impactos nas estruturas públicas dos municípios. Por meio de revisão teórica marxista e demais fontes secundárias, analisamos criticamente o EIA/RIMA (2020) apresentado pela empresa proponente. Para subsidiar a pesquisa, também foram realizadas entrevistas por ligações e reuniões virtuais com morado­res e representantes das organizações locais, levando em conta i) a Geração de expectativas e incertezas na população; ii) Mobilização e desmobilização de mão-de-obra; iii) Pressão e interferências sobre infra­estruturas e serviços públicos; iv) Dinamismo na economia; v) Aumento/diminuição de arrecadação mu­nicipal, entre outros. Considerando os impactos sobre os assentamentos, a geração de energia por meio de matéria-prima já rejeitada e os danos ambientais já encontrados na região causados pela mineração do carvão pretérita, identificamos que esse empreendimento não se vincula ao desenvolvimento susten­tável local, mas ao land grabbing tão importante à acumulação por despossessão. Palavras-chave: extrativismo; crise de valor do capital; acumulação por despossessão; Assentamentos rurais; Land grabbing. Abstract In this paper, we understand the expansion of the mining extractive industry’s frontier in Rio Grande do Sul (the southernmost state in Brazil) in light of the current movement of the capital, linking the overaccumulation crisis in capitalism to the resulting intensification of accumulation by dispossession, where land grabbing plays a major role in its time-space adjustments. Our goal is to point out the contradictions and threats on the territories of the peasants settled in two municipalities (Hulha Negra and Candiota), considering the subjects directly affected by the undertaking, as well as the impact on the re-territorialization process as a whole in the region, taking into consideration the dynamics of mobilizing and demobilizing labor force and the impacts in the public structures of the municipalities. Through a Marxist Theoretical review and secondary sources, we critically analyze the EIA/RIMA (2020) presented by the proposing company. To support the research, interviews were also conducted through calls and virtual meetings with residents and representatives of local organizations, taking into account i) the generation of expectations and uncertainties in the population; ii) Mobilization and demobilization of labor; iii) Pressure and interference on infrastructure and public services; iv) Dynamism in the economy; v) Increase/decrease in municipal collection; between others. Considering the impacts on the settlements, the generation of energy through raw material that has already been rejected and the environmental damage already found in the region caused by past coal mining, we identified that this undertaking is not linked to local sustainable development, but to land grabbing that is so important to the accumulation by dispossession. Keywords: extractivism; capital value crisis; accumulation by dispossession; rural settlements; land grabbing. L'espansione delle miniere di carbone minerale nel Rio Grande do Sul e la crisi del capitalismo contemporaneo: Un’analisi socioeconomica dello EIA/RIMA della centrale termoelettrica Nova Seival negli insediamenti di riforma agraria in Candiota e Hulha Negra Astratto In questo articolo analisiamo l'espansione della frontiera estrattiva mineraria nel Rio Grande do Sul alla luce dell’attuale movimento di capitale, congiungendo la crisi di sovraaccumulazione del capitalismo alla conseguente intensificazione dell'accumulazione per espropriazione, avendo il fenomeno land grabbing come uno dei suoi principali aggiustamenti spazio-temporali. Il nostro obiettivo era di evidenziare le contraddizioni e le minacce sui territori degli agricoltori insediati nei lotti in Hulha Negra e Candiota-RS, considerando i soggetti direttamente impattati dall'impresa, nonché l'impatto sull’intero processo di ri-territorializzazione nella regione, portando a considerare le dinamiche di coinvolgimento e smobilitazione del lavoro e gli impatti sulle strutture pubbliche nei comuni. Con una rassegna teorica marxista e altri dati di campo, analizziamo criticamente lo EIA/RIMA (2020) presentata dall’impresa proponente. A supporto della ricerca sono state realizzate interviste tramite call e incontri virtuali con residenti e rappresentanti delle organizzazioni locali, tenendo conto i) della generazione di aspettative e incertezze nella popolazione; ii) Surgimento e smobilitazione del lavoro; iii) pressioni e interferenze su infrastrutture e servizi pubblici; iv) Dinamicità nell'economia; v) Aumento/diminuzione della riccetta comunale; tra altri. Considerando gli impatti nei lotti di riforma agraria, la generazione di energia attraverso materie prime già scartate e i danni ambientali già riscontrati nella regione causati dalle attività estrattive del carbone fossile passate, abbiamo identificato che questo progetto non è coerente allo sviluppo sostenibile locale, ma al land grabbing che è il fenoeno importante per l’accumulazione per espropriazione. Parole-chiave: estrattivismo; crisi del valore del capitale; accumulazione per espropriazione; lotti agricoli; land grabbing.
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Silvestrelli, Paola. "Problematiche socio-economiche dei processi produttivi e distributivi di beni contraffatti." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 3 (May 2018). http://dx.doi.org/10.3280/edt3-2017oa6264.

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Abstract:
Negli ultimi trenta anni &egrave; stata rilevata una consistente espansione della produzione e della distribuzione di beni contraffatti a livello globale, in concomitanza allo sviluppo delle imprese industriali del Made in Italy e alla crescente attrattivit&agrave; dei prodotti "di marca". Sono numerosi i settori merceologici colpiti dalla contraffazione di prodotti e di marchi, la quale si configura come un fenomeno "strutturale" degli attuali sistemi economici, coinvolgendo imprese di produzione (regolari e illegali), differenti tipologie di intermediari commerciali (soprattutto quelli abusivi) e cittadini.Il presente lavoro &egrave; diretto ad analizzare i fattori-causa e le caratteristiche tecniche, economiche e sociali della contraffazione, collegando tali variabili alle trasformazioni verificatesi nelle strutture produttive, nei sistemi di distribuzione e nei modelli di consumo del nostro Paese. A tal fine, si evidenziano le interdipendenze tra questi fenomeni e i comportamenti dei soggetti economici, alla luce dell'evoluzione del modus operandi di fare affari, indotta dalla globalizzazione economica.Si delinea cos&igrave; uno "schema interpretativo" del fenomeno, che appare ormai come un insieme di attivit&agrave; illegali non del tutto avulse dalle filiere e dai distretti produttivi. Analizzando le ripercussioni socio-economiche della contraffazione e i danni da questa provocati ai vari soggetti (imprese, lavoratori, Stato e cittadini), vengono presentati alcuni strumenti per contrastare i comportamenti illeciti delle organizzazioni criminali; ci&ograve; al fine di tutelare i prodotti Made in Italy e le strategie di investimento delle imprese virtuose italiane.
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Rossi Orts, Chiara. "«Oh misero Torquato!», «Dispera / l’ultima volta», «Nec miser vive, / sed obstinata mente perfer, obdura». Confronto di alcuni versi di "Ad Angelo Mai", "A se stesso" e Catullo VIII." Versants. Revista suiza de literaturas románicas 2, no. 66 (November 8, 2019). http://dx.doi.org/10.22015/v.rslr/66.2.10.

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Abstract:
L’articolo analizza i legami tematici e strutturali esistenti tra alcune parti di Ad Angelo Mai (in particolare le strofe 7, 8 e 9) e A se stesso, ossia i testi che danno inizio e fine all’evoluzione della tematica delle illusioni all’interno dei Canti. Riconosciuto questo rapporto, si ipotizza un nesso tra la canzone del 1820 e il carme VIII di Catullo, recentemente individuato come modello per A se stesso e probabilmente già presente durante la stesura di Ad Angelo Mai, anche se con diversa funzione. Keywords: Giacomo Leopardi, illusioni, Ad Angelo Mai, A se stesso, Catullo.
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"SCHEDE." Nuncius 5, no. 2 (1990): 261–65. http://dx.doi.org/10.1163/182539190x00101.

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Abstract:
Abstracttitle RIASSUNTO /title L'A. ha trascritto i pi importanti manoscritti che raccolgono i diari di laboratorio di interesse biologico redatti da L. Spallanzani. Qui se ne illustrano l'importanza, i contenuti e la struttura mediante una serie di schede che danno la collocazione dei singoli Mss. (conservati presso la Biblioteca A. Panizzi di Reggio E.), le date di redazione e la materia trattata. Di questi manoscritti stata preparata un'edizione su floppy disc, affidata alla Biblioteca del Museo di Storia della Scienza di Firenze. Nel presente articolo si precisano i criteri seguiti nell'allestimento di questa edizione, che tutti gli studiosi interessati potranno consultare con le modalit che verranno indicate dalla Biblioteca stessa, alla quale dovranno pertanto rivolgersi.
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Calenda, Giorgio, and Umbro Sciamannini. "Le tecnologie tutte italiane per la prevenzione delle infezioni nosocomiali." Journal of Advanced Health Care, August 24, 2019. http://dx.doi.org/10.36017/jahc1908-013.

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Abstract:
Prevenire il 30% delle infezioni contratte dai pazienti durante e dopo il ricovero ospedaliero è l’obiettivo di medici, politici e associazioni di pazienti per arginare quest’emergenza sanitaria, che conta mezzo milione di casi all’anno e che uccide -numeri alla mano- più degli incidenti stradali: ogni anno le regioni pagano indennizzi milionari alle famiglie che hanno subito danni nella sanità. Una tecnologia innovativa tutta italiana è stata messa a punto per porre una valida ed efficace barriera, sulle infezioni e sepsi d’organo, in ambito delle strutture Ospedaliere ad alta tecnologia. La gamma è denominata ABT 9000 ed ABT 3000 realizzate dopo circa 20 anni di ricerca. Da una attenta analisi emerge la necessità di tutela prima, durante e dopo l’attività lavorativa in ambito sanitario: mettere a disposizione degli operatori tecnologie sempre innovative per la loro protezione, per quella ambientale e, in sostanza, generare automaticamente l’innalzamento della qualità lavorativa e –più in generale- di tutto l’ambiente. Il controllo del rischio biologico-chimico reale, effettivamente validato in ABT, diminuisce lo stress professionale, migliora il microclima di lavoro, abbatte i costi delle gravissime infezioni o sepsi d’organo con meno utilizzo di antibiotici e relativa antibiotico resistenza, dovuta all’uso sempre maggiore di antimicrobici sofisticati ad alto peso. Altro aspetto migliorativo –non meno importante– è quello di poter ottenere un elevato miglioramento dei tempi di lavoro. In tal senso, una sola apparecchiatura ABT 9000 si stima possa catturare circa 24 tonnellate annue (ipotizzando un pieno al giorno) e inertizzare con un’azione biologica (denaturazione/inibizione) i nuclei interni alle Rna resistenti, presenti nel Dna. Inoltre, viene garantita la difesa ambientale nel rispetto degli accordi stato-regione tra Ministero della Salute e quello dell’Ambiente -la tecnologia soddisfa infatti l’art. 214 del dLg 152/2006 inerente la riduzione di rifiuti speciali e la loro gestione in sicurezza- oltre che il risparmio che la Struttura ottiene non dovendo affidare i rifiuti liquidi a ditta specializzata per il loro smaltimento. Il sistema è unico ed esclusivo, dotato di due patent PCT internazionali e realizzato nel rispetto delle recenti normative ISO 62366 Usability al servizio delle risorse umane impiegate. La nuova proposta “ABT” fornisce ulteriori vantaggi sulla gestione delle risorse umane, migliorando le condizioni psico-fisico-relazionali e organizzative che ne caratterizzano il lavoro all’interno delle aziende sanitarie.
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Rezende, Elcio Nacur. "Il diritto ambientale secondo l’ottica del diritto costituzionale positivo e la responsabilità per danni all’ambiente nel diritto comunitario: Lo stato dell’arte del diritto ambientale costituzionale e comunitario." Revista de Direito Internacional 13, no. 3 (February 1, 2017). http://dx.doi.org/10.5102/rdi/bjil.v13i3.4147.

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Abstract:
Inconfutabilmente, la preservazione ambientale è una delle maggiori attenzioni dell’Essere Umano nella contemporaneità. Per quanto riguarda la Scienza Giuridica, il testo di questo lavoro dimostra che il Diritto Ambientale sta diventando, progressivamente, l’oggetto di studio di vari giuristi in tutto il pianeta, nell’intento, specialmente, di costruire una struttura giuridica capace di fondamentare che l’attenzione all’ambiente è obbligo dello Stato e dei suoi cittadini. Su questa linea, l’Ambiente ecologicamente equilibrato ha raggiunto, in diversi ordinamenti giuridici, lo status di Diritto Fondamentale, passando a comporre l’elenco dei Principi Costituzionali in vari testi di Paesi in tutti i continenti. Come corollario logico, nella misura in cui si consacra la preservazione ambientale come Diritto Fondamentale, s’impone a chi degrada il dovere della responsabilizzazione per i danni all’ambiente. Con tali premesse, il lavoro presenta il più recente Stato dell’Arte concernente il Diritto Costituzionale Ambientale Positivato, presentando il testo di costituzioni de vari Paesi in tutti i continenti e, comunque, dal fatto che il Diritto Comunitario tratti il tema della Responsabilità Ambientale nella sua Direttiva attuale, perché si offra al lettore fondatezza giuridica capace di proporzionargli una riflessione sul tema che, come già detto, ha, indubbiamente, incommensurabile valore per la vita umana.
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Siniscalchi, Laura, Giuseppina Moccia, Antonio Nigro, Alfonso Della Corte, Giuseppe Ferrucci, Rosetta Frammartino, Armando Genovese, et al. "Come rendere un ospedale “formaldeide free”." La Sanita pubblica. Ricerca sul campo., 2020, 103–24. http://dx.doi.org/10.48268/sanita/2020/0001.11.

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Abstract:
La formaldeide o aldeide formica è un gas prodotto e commercializzato sotto forma di soluzione acquosa, con il nome di “formalina” ed è utilizzata nelle strutture sanitarie per conservare cellule e tessuti asportati per finalità diagnostiche e terapeutiche. Il processo in cui un campione biologico viene trattato con formaldeide si definisce “fissazione” e consente di mantenere inalterata nel tempo la morfologia cellulare e l’architettura del tessuto, impedendone la degenerazione post-necrotica; in tal modo si può conservare il campione biologico fino al momento della diagnosi definitiva o a tempo indeterminato per diverse finalità (diagnostiche, scientifiche, medico-legali, etc.). La nuova normativa impone al datore di lavoro (nel caso specifico, l’ospedale) l’obbligo di effettuare una meticolosa valutazione dei danni connessi all’utilizzo di questa sostanza, al fine di definire se il livello di rischio sia rilevante per la salute dei lavoratori esposti. Per ridurre la possibilità di incorrere in effetti dannosi è opportuno mantenere un livello di esposizione dei lavoratori al di sotto dei valori limite di soglia stabiliti, tramite la messa in essere di misure tecniche e procedurali (art. 235 T.U. SSL). In questo lavoro si analizzano le motivazioni per le quali la formaldeide è stata considerata tossica, ovvero le acquisizioni scientifiche sugli effetti che può avere sull’organismo (in particolare il rischio cancerogeno) e quali siano gli obblighi del datore di lavoro per la salvaguardia dei lavoratori esposti, secondo quanto previsto dal decreto legislativo 81/08; si descrive, inoltre, lo studio sperimentale condotto nell’AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno, in risposta alla normativa, per stabilire il livello di esposizione dei lavoratori alla formaldeide e limitare il rischio tossico connesso; studio rivolto con particolare attenzione agli infermieri che lavorano in sala operatoria e a tutti i lavoratori dell’Anatomia Patologica. Si presentano, infine, le strategie operative possibili oltre che necessarie per adeguare l’ospedale alla nuova normativa di legge e tutelare i lavoratori dal rischio chimico derivante dalla formaldeide.
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Tozzo, Pamela, Mario Picozzi, and Luciana Caenazzo. "Bioetica clinica - La protezione dei diritti del minore nella Sindrome di Münchausen per procura: una riflessione etica." Medicina e Morale 64, no. 2 (April 30, 2015). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2015.28.

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Abstract:
Per Sindrome di Münchausen by Proxy si intende la produzione fittizia di malattia in un bambino sano da parte di un adulto, solitamente un genitore, attraverso la produzione di racconti non veritieri, sino ad arrivare alla produzione o alla provocazione di false prove. Tale sindrome può presentarsi con i più svariati segni e sintomi di malattia, con uno spettro di manifestazioni che vanno da moderate a molto severe e che possono essere rappresentate principalmente da: simulazione di segni e sintomi di malattie di varia natura di cui il bambino non è affetto, esagerazione di sintomi di una malattia di cui il bambino è realmente affetto, induzione, e quindi provocazione, di segni e sintomi di malattia. Quando vi sia il sospetto di tale patologia, per i professionisti coinvolti il principale dilemma etico è tra il porre in essere accertamenti diagnostici – a volte invasivi, dolorosi e non privi di rischi per salute del minore – senza il consenso dei genitori allo scopo di verificare la natura organica o fittizia dei segni/sintomi presentati, o se continuare nella prescrizione ed esecuzione di test diagnostici, potenzialmente inutili, ma per i quali il genitore maltrattante ha prestato e presterà il proprio consenso, con il rischio di alimentare la volontà maltrattante del genitore e di prolungare l’azione lesiva a danno del minore. La consapevolezza delle problematiche etiche che emergono nel corso della gestione clinica di sospetti casi MSBP può rappresentare il punto di partenza per la pianificazione del progetto diagnostico-terapeutico del minore ed in questo il team curante potrebbe beneficiare dell’apporto qualificato di una riflessione etica strutturata, che consenta di bilanciare i diritti in gioco. ---------- Münchausen syndrome by proxy is a form of child abuse in which a subject, usually a parent, surreptitiously induces real or apparent symptoms of disease in a child. People with Münchausen syndrome by proxy (MSBP) may create or exaggerate a child’s symptoms in several ways. They may simply lie about symptoms, alter tests (such as contaminating a urine sample), falsify medical records, tampering with specimens or instruments, or they may actually induce symptoms through various means, such as poisoning, suffocating, starving, and causing infection, thus leading to a serious and real danger to the child’s life. For health care professionals, in such cases, the ethical dilemma is between doing medical tests (even painful tests, procedures, and surgeries) without the parental knowledge – with the aim to verify the MSBP condition – or to do only medical assessments for which parents have given consent. In the latter case, there is a risk of triggering attitudes masking the disease, up to push the perpetrator to steal the child from the health care setting, thus potentially damaging the victim. Furthermore, health care staff members may become unwitting participants to the abuse, as they do multiple tests and procedures aimed at diagnosing and treating the child, ordering invasive tests that may not be needed. Multiple ethical dilemmas in the field of child abuse create challenges to making decisions that are in the best interest of the child. The clinician should have command of these ethical issues to render the most appropriate and compassionate care to the child. Awareness of these ethical implications is the beginning step in planning care for these children. Continued support for healthcare members is necessary throughout the diagnostic process. Specific protocols, discussion of clinical cases and open communication of feelings will help them to deal more effectively with these families and to ensure that the treatment decision is in the best interest of the child.
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Di Lorenzo, Pierpaolo, Nunzia Cannovo, Isotta Burlin, and Massimo Niola. "La pandemia dell’errore medico: approccio etico e preventivo." Medicina e Morale 60, no. 1 (February 28, 2011). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2011.178.

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Abstract:
Gli Autori dopo aver analizzato le dimensioni ed i costi dell’errore in campo sanitario, hanno soffermato la loro attenzione sulle strategie adottate a livello nazionale e sovranazionale per fronteggiare tale avvertita problematica, auspicando la promozione di cultura proattiva finalizzata alla prevenzione dell’evento avverso, oltrechè dell’errore medico nell’ottica non solo di ridurre il contenzioso ma anche con la finalità etica di perseguire il miglioramento della qualità di funzionamento delle strutture sanitarie e delle prestazioni mediche offerte all’utenza. Non può difatti esser sottaciuto che i danni da effettivamente errate cure mediche sono una realtà di consistenti dimensioni e che gli stessi potrebbero essere fortemente limitati previa adozione di opportune strategie preventive e correttive. Peraltro, favorire una cultura dell’intervento punitivo o risarcitorio con stigmatizzazione del colpevole incoraggerebbe (come di fatto oggi avviene) il triste fenomeno dell’errore sommerso e della medicina difensiva, senza offrire reali soluzioni al problema, con chiari riflessi negativi sulla salute del cittadino-utente e sui confini del rapporto medico-paziente (oggi pervaso sempre più da una reciproca diffidenza). Si fa cogente non solo un’impellente necessità di ridimensionamento del fenomeno dell’errore medico per riequilibrare il rapporto medico-paziente su posizioni di maggiore serenità allentando le spinte di reciproca litigiosità ma anche ad una ineliminabile esigenza etica di rispetto del principio del neminem laedere. Si valorizza, quindi, una lettura etica dell’errore rivendicando il ruolo della responsabilità dei medici come elemento positivo per il progresso della conoscenza. È proprio la fallibilità dell’attività umana che, in quanto confutabile, migliorabile, controllabile empiricamente, permette il progresso scientifico attraverso la formulazione di “congetture” e “confutazioni”. L’errore, riabilitato, diviene quindi una vera e propria ricchezza per il progresso della conoscenza, sul quale è opportuno confrontarsi per migliorare la prassi assistenziale. ---------- The Authors, after having analyzed the dimensions and the costs of the error in sanitary field, have dwell their attention upon the strategies adopted to national and international level to face such warned problem list wishing the promotion of culture finalized to the prevention of the adverse side effects of the medical error in the viewpoint not only to reduce the contentious but also with the ethical finality to pursue the improvement of the quality of operation of the sanitary structures and the performances medical offers to the use. It cannot be denied that the damages from indeed wrong medical cares are reality of strong dimensions and that the same could firmly be limited adopting the opportune preventive and corrective strategies. Besides, the culture of the punitive intervention encourages the sad phenomenon of the submerged error and the defensive medicine, without offering real solutions to the problem, with clear negative reflexes on the health of the consumer and on the boundaries of the physician-patient relationship. An ethical reading of the error claiming the role of the responsibility of the physicians as positive element for the progress of the knowledge should set off. The error, rehabilitated, becomes therefore a real wealth for the progress of the knowledge, on which is opportune to compare it to improve the routine care.
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