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Journal articles on the topic 'Deformazione'

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1

Giovanni, Bruno Vicario. "Illusioni ottico-geometriche, XV: il problema della forma." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 2 (January 2012): 274–90. http://dx.doi.org/10.3280/rip2010-002006.

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Abstract:
Un quadrato immerso in una raggiera subisce una deformazione (illustrazione 3.1), ed alla raggiera viene attribuita la causa della deformazione. Se perň si sostituisce il quadrato con un triangolo scaleno, oppure con un oggetto informe (illustrazioni 3.3 e 3.4) nessuna deformazione viene percepita. Il fatto costituisce un problema per la definizione di "formaŁ, per lo meno dal punto di vista della percezione visiva. Seguono alcune considerazioni sui concetti di "buona forma" e di "pregnanza", mettendo in luce gli aspetti problematici dei medesimi. Le figure nel testo sono 25, delle quali 21 storiche e riprodotte dagli originali.
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2

Sacchelli, Oreste. "Individuare una narrativa di deformazione." Incontri. Rivista europea di studi italiani 27, no. 1 (2012): 125. http://dx.doi.org/10.18352/incontri.7522.

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3

Genovese, Rino. "Undici tesi sulla deformazione della democrazia." SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no. 36 (January 2010): 29–32. http://dx.doi.org/10.3280/las2009-036003.

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Abstract:
- L'impasse della democrazia, in Italia e altrove, si puň descrivere come crisi della rappresentanza e come sua deriva populistica e plebiscitaria. Le undici tesi cercano di mettere a fuoco questa crisi, intendendola come un problema di deformazione cui la democrazia č sottoposta fin dalle sue origini, e opponendo ad essa, con il riferimento a un modello teorico non puramente procedurale, una concezione dinamica che veda la democrazia come base per una cittadinanza e una partecipazione in via di costante ampliamento e articolazione.
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4

De Rooy, Ronald, Beniamino Mirisola, and Viva Paci. "Romanzi di deformazione. Comunicazioni d’autore e scrittori di massa." Cahiers d’études italiennes, no. 11 (June 15, 2010): 225–43. http://dx.doi.org/10.4000/cei.187.

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5

Pesce, Mauro. "La conversione ebraico-cristiana e la sua deformazione medievale." SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no. 70 (June 2021): 11–20. http://dx.doi.org/10.3280/las2021-070002.

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6

La Vergata, Antonello. "Evoluzionismo alla francese contro darwinismo alla tedesca." PARADIGMI, no. 2 (July 2011): 67–87. http://dx.doi.org/10.3280/para2011-002005.

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Abstract:
Durante la prima guerra mondiale, molti intellettuali francesi parteciparono allo sforzo patriottico criticando in una grande quantitŕ di libri, articoli equella che consideravano una peculiare deformazione del darwinismo ad opera dei loro colleghi tedeschi: il darwinismo era stato trasformato abusivamente in una dottrina che giustificava la guerra e l'uso della forza nei rapporti internazionali. Nelle loro critiche, tuttavia, i biologi francesi rivelavano i limiti della loro difesa di Darwin, verso il quale in Francia non c'era mai stato grande entusiasmo. I francesi preferivano Lamarck, o forme di lamarckismo, e fraintendevano, o distorcevano a loro volta, idee centrali della teoria della selezione naturale. In ciň ebbero il loro peso anche fattori ideologici.
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7

Lucon, Enrico. "Misure di tenacità a frattura su acciai utilizzando velocità di deformazione elevate." Frattura ed Integrità Strutturale 1, no. 2 (2008): 2–9. http://dx.doi.org/10.3221/igf-esis.02.01.

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8

Lucon, Enrico. "Misure di tenacità a frattura su acciai utilizzando velocità di deformazione elevate." Frattura ed Integrità Strutturale, no. 2 (October 1, 2007): 2–9. http://dx.doi.org/10.3221/igf-esis.

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9

Lucon, Enrico. "Misure di tenacità a frattura su acciai utilizzando velocità di deformazione elevate." Frattura ed Integrità Strutturale, no. 2 (October 1, 2007): 2–9. http://dx.doi.org/10.3221/igf-esis.02.01b.

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10

Dattoma, V., R. Nobile, and F. W. Panella. "Verifica a fatica dei giunti saldati sulla base di misure di deformazione locale." Frattura ed Integrità Strutturale 3, no. 9 (2009): 64–75. http://dx.doi.org/10.3221/igf-esis.09.07.

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11

Martelli, A., M. Zanlungo, L. Sibilla, et al. "Studio TC del nervo ulnare nel canale di Guyon." Rivista di Neuroradiologia 7, no. 1 (1994): 109–13. http://dx.doi.org/10.1177/197140099400700115.

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Abstract:
Sono stati esaminati, mediante TC del polso e secondo una metodica standardizzata dagli autori, 50 soggetti con sindrome irritativa e/o deficitaria nel territorio del nervo ulnare al polso. In base ai rilievi TC sono stati differenziati 4 gruppi patologici: I) formazioni cistiche intra o extracanalari, II) calcificazioni dell'arteria ulnare, III) deformazione del piccolo canale, IV) mancata distinzione alla TC tra nervo e arteria. Nell'ambito dei diversi gruppi sono state identificate cause dirette ed indirette di compressione. Quindici pazienti sono stati sottoposti ad intervento chirurgico. Questo nei casi appartenenti al IV gruppo patologico ha dimostrato una fibrosi del paranervio con tralci fibrosi a ponte tra nervo ed arteria. Gli autori concludono che la TC rappresenta una metodica completa e a costo contenuto per lo studio delle sindromi canalari al polso.
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Cerasuolo Pertusi, Maria Rosaria. "Etimologie Rovignesi." Linguistica 40, no. 2 (2000): 283–90. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.40.2.283-290.

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Abstract:
Questo articolo, costituisce una sorta di seguito a quanto già da me pubblicato, in AMSIA 1996 1, dove, appunto, trattavo dei seguenti termini rovignesi (desunti dal di­ zionario del dialetto rovignese di Antonio e Giovanni Pellizzer): fulpià v. tr. "pestare" (da considerarsi pressocché identico al friulano folpeâ "calcare, sgualcire calcando" (così NP 330, Faggin I 459) e al triestino polipiar "tastare (figurativo), saggiare il ter­ reno (di un avversario), nella terminologia dei giocatori di tressette" (GDDT 431), tutti dallatino *PALPIDIARE "palpeggiare", con dissimilazione a distanza, peril rovigne­ se e il friulano, dip - p > f- p, come peril triestino e il veneto giuliano folpo (ittion.). "polipo" (Rosamani 389), dallatino POLYPUS); incinàse v. rift. "inchinarsi, piegarsi" (da Iatino INCLINĀRE, con paralleli qua e là nei vari dialetti italiani, ad esclusione del veneto); maseîdio s.m. "eccidio, sterminio" (deformazione di italiano omicidio, cfr. per l'aferesi l'italiano micidiale);
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Girotti, Beatrice. "Spunti storiografici nella panegiristica tardoantica tra realtà e deformazione: indizi dalla testimonianza di Sidonio Apollinare." Quaderni di Erga-Logoi 9788879168205 (July 2017): 181–99. http://dx.doi.org/10.7359/802-2017-giro.

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Dormont, D., A. Biondi, M. Sahel, and C. Marsault. "Studio della anatomia corticale con RM 3DFT nei pazienti con lesioni espansive della regione centrale." Rivista di Neuroradiologia 6, no. 4 (1993): 387–96. http://dx.doi.org/10.1177/197140099300600403.

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Abstract:
Il recente sviluppo delle tecniche di RM 3DFT ha consentito un progresso decisivo nella visualizzazione delle strutture cerebrali. L'utilizzazione di sequenze di acquisizione volumetrica con ricostruzione multiplanare delle sezioni ottenute permette uno studio accurato e preciso delle circonvoluzioni e dei solchi della convessità cerebrale. Lo scopo del nostro studio era di valutare l'interesse di questa metodica in pazienti con lesioni espansive della regione centrale e con conseguente deformazione delle strutture anatomiche corticali. Ventuno pazienti sono stati studiati con un apparecchio di RM con magnete da 1,5 Tesla utilizzando un'acquisizione volumetrica tipo «Spoiled Gradient Recalled Acquisition in the Steady State» (SPGR) e successiva ricostruzione delle sezioni in piani tangenziali alla convessità cerebrale della regione centrale. L'identificazione delle circonvoluzioni e dei solchi della regione centrale e la localizzazione topografica precisa del processo espansivo sono stati possibili su 17 dei 21 pazienti. In presenza di lesioni espansive della regione centrale, le informazioni ottenute con questa metodica appaiono di grande interesse, permettendo di migliorare le indicazioni operatorie e la strategia chirurgica.
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Zappalorto, M., F. Berto, and P. Lazzarin. "Densità di energia di deformazione locale e resistenza a fatica di giunti saldati di geometria complessa." Frattura ed Integrità Strutturale 2, no. 3 (2008): 11–17. http://dx.doi.org/10.3221/igf-esis.03.02.

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Salaffi, F., M. Carotti, and C. Cervini. "Modificazioni morfo-funzionali della cartilagine nella senescenza e nell'osteoartrosi." Rivista di Neuroradiologia 7, no. 3_suppl (1994): 25–36. http://dx.doi.org/10.1177/19714009940070s305.

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Abstract:
La cartilagine articolare è un tessuto connettivo avascolare, aneurale che ricopre le superfici articolari. La funzione di assorbimento delle sollecitazioni meccaniche, a protezione dell'osso subcondrale, rende la supeficie articolare idonea a sostenere il carico. Le funzioni inerenti le modalità di assorbimento della sollecitazione meccanica, che fanno sì che la deformazione sia reversibile, dipendono in larga parte dalle caratteristiche della cartilagine, intesa come struttura altamente organizzata. Nell'osteoartrosi umana e nei suoi modelli animali l'alterazione strutturale dei proteoglicani cartilaginei rappresenta l'evento centrale. Vengono discusse, alla luce delle acquisizioni più recenti, le implicazioni sulle proprieta fisico-chimiche e morfo-strutturali della cartilagine articolare riguardanti le caratteristiche di base dei proteoglicani, la struttura dei collageni, l'organizzazione della matrice extracellulare e le sue modificazioni nella senescenza ed in corso di osteoartrosi con le relative conseguenze sulle proprietà biomeccaniche del disco intervertebrale. Le conoscenze relative alle alterazioni della struttura proteoglicanica e lo sviluppo di nuovi metodi di determinazione dei markers biochimici del danno cartilagineo potrebbero migliorare la comprensione delle relazioni fra senescenza ed osteoartrosi, nonchè il riconoscimento delle modificazioni più precoci e la valutazione della risposta terapeutica.
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Manna, Adelmo. "La deformazione o lo sfregio permanente al viso tra codice penale, codice rosso e principio di proporzione." Archivio penale, no. 1 (2021): 291–305. http://dx.doi.org/10.12871/978883318097713.

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Michelozzi, G., E. Calabrò, S. Schiavoni, T. Bolelli, and C. Capellini. "Sella turcica vuota." Rivista di Neuroradiologia 13, no. 3 (2000): 353–66. http://dx.doi.org/10.1177/197140090001300306.

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Abstract:
La sella turcica vuota (SV) indica la presenza di una cavità sellare occupata da liquor a discapito di una ghiandola ipofisaria di volume ridotto ed appiattita contro il pavimento sellare. La SV Secondaria rappresenta una evoluzione di lesioni espansive sellari-parasellari note e in particolare di adenomi ipofisari a seguito di trattamento medico o chirurgico; per contro in assenza di precedenti patologici noti la SV si definisce Primitiva e rappresenta la conseguenza di un dismorfismo del diaframma sellare associato ad una involuzione ipofisaria ed a una alterata dinamica liquorale. In tutti questi casi si verifica l'erniazione intrasellare delle cisterne soprasellari che rappresenta l'elemento caratteristico della Sella Vuota. II quadro clinico che si può associare alla SV va sotto il nome di Sindrome della Sella Vuota ed è caratterizzato da alterazioni ormonali, da disturbi visivi e da cefalea: anche la rinoliquorrea può essere l'espressione anche iniziale di una SV. La TC e soprattutto la RM consentono un'analisi di dettaglio di tutti gli elementi costitutivi della SV rappresentati dalle alterazioni morfologiche e volumetriche della cavità sellare, dalla riduzione di volume del parenchima ipofisario, dallo stiramento del peduncolo ipofisario che può giacere o meno sulla linea mediana e dalla deformazione e erniazione intrasellare delle vie ottiche soprasellari e del muso del terzo ventricolo.
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Crasto, S., O. Davini, T. Avataneo, et al. "La RM con Gd-DTPA nella diagnosi delle metastasi intramidollari." Rivista di Neuroradiologia 8, no. 2 (1995): 241–49. http://dx.doi.org/10.1177/197140099500800216.

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Abstract:
La maggior aspettativa di vita dei pazienti neoplastici e l'introduzione della RM nello studio del midollo spinale hanno consentito, negli ultimi anni, il riscontro di un numero crescente di localizzazioni secondarie mieliche, che appare peraltro tuttora contenuto. Vengono riportati i risultati di uno studio multicentrico retrospettivo su 22 pazienti nei quali la RM ha posto diagnosi di localizzazione secondaria intramidollare. I pazienti sono stati suddivisi, in base alla sede della neoplasia primitiva, in due gruppi: «intra-SNC» (6 casi) ed «extra-SNC» (16 casi). Scopo di questo studio è di valutare la topografia e la morfologia delle lesioni ed il loro comportamento dopo somministrazione endovenosa di mezzo di contrasto paramagnetico al fine di identificare eventuali differenze fra i due gruppi di pazienti; si è cercato, inoltre, di spiegare la differente frequenza di metastasi fra l'encefalo ed il midollo spinale e la predilezione delle lesioni secondarie intramidollari per i mielomeri lombo-sacrali. Per i tumori intra-SNC è stato assai frequente il riscontro di un contemporaneo coinvolgimento meningeo, presente in 5 pazienti su 6 ed in 4 casi talmente massivo da non permettere quasi la visualizzazione del midollo. Tale reperto, a «colata di cera» con grave compressione del midollo, ben si accorda con la via di diffusione preferenzialmente seguita da questo tipo di neoplasie. La metastasi da tumore extra-SNC si manifesta, invece, frequentemente come una lesione isolata, di morfologia ovalare, di dimensioni contenute, responsabile di una scarsa deformazione dei profili del midollo spinale, isointensa in T1, con significativo potenziamento dopo mdc (prevalentemente di tipo nodulare omogeneo) e con rilevante iperintensità perilesionale più estesa cranialmente, con un tipico aspetto a «pencil-shape».
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Lazzarin, Paolo. "Comportamento a fatica dei giunti saldati in funzione della densità di energia di deformazione locale: influenza dei campi di tensione singolari e non singolari." Frattura ed Integrità Strutturale 3, no. 9 (2009): 13–26. http://dx.doi.org/10.3221/igf-esis.09.02.

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Rossi, Fabio. "LINGUE, VARIETÀ DI LINGUE E ALTRI CODICI IN UNA WEBSERIE D’ANIMAZIONE IN DIALETTO MESSINESE. PROSPETTIVE PER UNA DIDATTICA MULTIMODALE." Italiano LinguaDue 14, no. 2 (2023): 63–84. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/19650.

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Abstract:
Viene analizzato un testo audiovisivo come esempio di mutimodalità (nell’accezione di orchestrazione di diverse risorse semiotiche, indipendentemente dal mezzo di diffusione, atte alla co-costruzione del senso) e di translanguaging multimodale o polifonia multimodale (nel senso di intersezione di diverse risorse semiotiche nella commistione e citazione di lingue, varietà e riferimenti diversi). Si tratta di un episodio della webserie in dialetto messinese Cafon Street (2018), che funge da prototipo delle nuove tendenze plurilingui degli audiovisivi odierni, a confronto con il tendenziale azzeramento delle varietà negli audiovisivi del passato. Vengono schematizzate le risorse semiotiche coinvolte, le principali varietà di lingue e stili, le strategie di citazione e di deformazione, le tecniche retoriche. Vengono proposti una tabella di trascrizione sinottica multimodale e lo sfruttamento didattico di tale trascrizione e dei brani analizzati.
 
 Languages, language varieties and other codes in an animation webseries in Messina dialect. perspectives for multimodal didactics
 An audiovisual text is analyzed as an example of mutimodality (in the meaning of orchestration of different semiotic resources, regardless of the means of diffusion, suitable for the co-construction of meaning) and of multimodal translanguaging or multimodal polyphony (in the meaning of intersection of different semiotic resources in the mixing and citation of different languages, varieties and references). This is an episode of the webseries in Messina dialect Cafon Street (2018), which acts as a prototype of the new multilingual audiovisual trends of today, in comparison with the tendential annulment of varieties in the audiovisuals of the past. The semiotic resources involved, the main varieties of languages ​​and styles, the citation and deformation strategies, the rhetorical techniques are outlined. A multimodal synoptic transcription table, and the didactic exploitation of this transcription and the analyzed passages are proposed.
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Illuminati, Augusto. "Averroè, una traduzione ininterrotta." Doctor Virtualis, no. 17 (May 14, 2022): 107–29. http://dx.doi.org/10.54103/2035-7362/17830.

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Abstract:
La mia collaborazione con Massimo Campanini si è sviluppata su comuni interessi per i classici del pensiero islamico ma con competenze assai diverse, essendo io più orientato a studiare gli effetti e gli sviluppi che essi produssero sul pensiero occidentale medievale e moderno attraverso una pratica di traduzioni spesso creative per imprecisione – l’inverso dell’operazione che essi stessi avevano fatto rispetto a Platone e Aristotele.Averroè-Ibn Rushd è già un bell’esempio di deformazione del nome, ma proprio la formazione della sua opera e i modi in cui è stata trasmessa al mondo ebraico e cristiano sono singolari testimonianze degli esiti ambigui del processo traduttivo. Cerchiamo infatti di mostrare come la lettura del De substantia orbis abbia stimolato sia nel Medioevo che nel Rinascimento non solo il rifiuto del creazionismo ma anche posizioni panteistiche, mentre la famosa tesi dell’intelletto materiale unico contenuta nel Commentarium Magnum al De anima aristotelico ha stimolato molteplici varianti del monopsichismo, da Spinoza a Marx e alla più recente letteratura post-strutturalista.
 My collaboration with Massimo Campanini developed around our common interests in the classics of Islamic thought, but with very different approaches, since I am more oriented towards studying the effects and developments they produced on medieval and modern Western thought through a practice of translation that was often creative in terms of inaccuracy – so the opposite of what had been done with respect to Plato and Aristotle.The same Averroes-Ibn Rushd is a fine example of name distortion, and the very formation of his work and the ways in which it was transmitted to the Jewish and Christian world are singular testimonies to the ambiguous outcomes of this translation process. I try to show how the reading of De substantia orbis in the Middle Ages and the Renaissance stimulated not only the rejection of creationism but also pantheistic beliefs, while the famous thesis on the material intellect exposed in the Commentarium Magnum to Aristotle’s De anima stimulated many variants of monopsychism, from Spinoza to Marx and the more recent post-structuralist literature.
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Piizzi, Paola, Eduardo De Paula, and Márcia Chiamulera. "Máscara e mascaramentos femininos." ouvirOUver 16, no. 1 (2020): 12–15. http://dx.doi.org/10.14393/ouv-v16n1a2020-53840.

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Abstract:
Partindo dos grafites rupestres encontrados em uma gruta do deserto do Tassili n’Ajjer (Saara), considerado um exemplo de mascaramento estético feminino, será traçado um percurso histórico crítico que pretende percorrer as diferentes tipologias de mascaramento presentes nas diversas partes e culturas do mundo. Das máscaras funerárias às máscaras utilizadas para adquirir poder e qualidade de forças sobrenaturais, da tatuagem à escarificação e deformação estética, para então debruçar-se de modo particular sobre o mascaramento feminino. Este último tem um papel de extrema importância, por exemplo, para os ritos de iniciação das adolescentes ao status de mulheres nas tribos dos Mende, Terrine e Sherbro, que habitam as fronteiras entre Serra Leoa e a Libéria; ou nos casos das mulheres islâmicas que utilizam o véu (haïk na tradição argelina, chador no Irã, burqa no subcontinente indiano). Será, enfim, analisada a fundamental contribuição, no âmbito teatral e artístico, de Jacques Lecoq, Amleto Sartori e Donato Sartori graças a invenção da máscara neutra.
 Partendo dai graffiti rupestri rinvenuti in una grotta del deserto del Tassili n’Ajjer (Sahara), dove è presente un chiaro esempio di mascheramento estetico femminile, verrà tracciato un percorso storico-critico che vuole ripercorrere le differenti tipologie di mascheramento presenti nelle diverse parti e culture del mondo. Dalle maschere funerarie alle maschere utilizzate per acquisire potere e qualità di forze soprannaturali, dal tatuaggio alla sacrificazione e deformazione estetica, per poi soffermarsi in particolar modo sul mascheramento femminile. Quest’ultimo ha un ruolo di estrema importanza, ad esempio, per i riti d’iniziazione delle adolescenti allo status di donne nelle tribù dei Mende, Terrine e Sherbro, che abitano il confine tra Sierra Leone e la Liberia; oppure nel caso del delle donne islamiche che utilizzano il velo (haik nella tradizione algerina, chador in Iran, burqa nel subcontinente indiano…). Verrà infine analizzato il fondamentale contributo, in ambito teatrale ed artistico, apportato da Jacques Lecoq, Amleto Sartori e Donato Sartori grazie all’invenzione della maschera neutra.
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Galli, Pier Francesco. "Tracce. Formazione e deformazioni." PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no. 3 (September 2015): 413. http://dx.doi.org/10.3280/pu2015-003004.

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Jardilino Maciel, Antonio Frank. "Uno sguardo sulla questione della temporalità." Perspectivas 4, no. 2 (2020): 23–51. http://dx.doi.org/10.20873/rpv4n2-58.

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Abstract:
Nel contesto scientifico la plasticità e l’epigenesi sono divenuti due dei concetti più pregnanti del nostro tempo. Il primo, dislocato dal suo ambito originario, cioè l’estetica, continua a rivelare il suo potenziale filosofico, scientifico ed epistemologico. Nel pensiero di Catherine Malabou, la plasticità ha subito una vera e propria metamorfosi concettuale – dalla plasticità della temporalità alla plasticità cerebrale –, riferendosi alla capacità di ricevere e dare una forma. Allo stesso tempo, la “bomba al plastico” è una sostanza che provoca violentissime deflagrazioni. Nel primo caso, la plasticità ha una valenza positiva, venendo concepita come una sorta di lavoro “scultoreo” in senso biologico. La plasticità struttura l’identità, costituisce la sua storia, la temporalità e l’avvenire di una soggettività vivente. Nel secondo, la plasticità è una pura negazione. Nessuno pensa alla “plasticità cerebrale” come il lavoro radicale del negativo all’opera nelle lesioni cerebrali, nella deformazione o nella rottura delle connessioni neuronali, nelle sofferenze psichiche, nelle strutturazioni che avvengono nel vivente, nei traumi vari, nelle catastrofi naturali e politiche, nelle malattie neurodegenerative. Nella sua evoluzione teorica la plasticità verrà articolata in stretta relazione con lo sviluppo neuronale. La neuroplasticità, come concetto scientifico, ci consente di stabilire un ancoraggio biologico alla questione della formazione e decostruzione della soggettività e della temporalità. In questo senso, la plasticità non è il semplice riflesso del mondo, ma è frutto di un’istanza biologica conflittuale che rivela la forma di un altro mondo possibile. Da un lato, l’elaborazione di un pensiero dialettico in ambito neuronale, inteso come sviluppo neuroplastico, ci permette di uscire dalla stretta alternativa tra riduzionismo e antiriduzionismo, la quale è sempre rappresento il limite teorico della filosofia occidentale degli ultimi anni. Dall'altro, è possibile assumere il carattere trascendentale del pensiero totalmente connessa alla sua materialità. La nozione di epigenesi, in questo caso, si afferma come una “nuova forma di trascendentale”. Come figura biologica l’epigenesi si pone come condizione di possibilità della conoscenza e della razionalità rivelando, pertanto, la sua caratteristica a priori. Per mezzo delle nozioni di plasticità ed epigenesi il tempo può essere indagato in stretta connessione con la vita, con lo sviluppo organico del vivente, oltre che a permetterci una nuova visione della soggettività.
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Acocella, Silvia. "Una trincea fatta di libri: La Nuova Biblioteca editrice di Carlo Bernari." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 52, no. 2 (2018): 347–66. http://dx.doi.org/10.1177/0014585818755360.

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Abstract:
Nei canali sommersi della clandestinità, la Resistenza passò anche attraverso una cultura che si conservava ostinatamente di respiro europeo, attraverso i vasti orizzonti dei progetti editoriali: come quello de La Nuova Biblioteca editrice, di Carlo Bernari, che portò avanti lo sperimentalismo degli anni Trenta (e di una Napoli in contatto con la Parigi di Breton e con il secondo surrealismo al servizio della rivoluzione), aprendosi alle nuove correnti artistiche d'Europa, non solo anticipando la visione del mondo del dopoguerra e le domande su una nuova definizione di uomo, ma anche mantenendo ampi i confini di una stagione che fu definita neorealistica quando ormai il termine, almeno in letteratura, aveva perso molto del suo significato originario. Si dovrebbe parlare, piuttosto, per gli anni dell’immediato dopoguerra, di neo-espressionismo, come le scelte editoriali de La Nuova Biblioteca confermano, orientate verso quella “seconda ondata dell'espressionismo” che Contini individua nella Germania Weimar. Solo dopo il ritrovamento dell'intero catalogo delle edizioni de La Nuova Biblioteca, pubblicato il 7 giugno 1944 nella Roma appena liberata, si è potuta ricostruire la portata di questo progetto e il vasto orizzonte che ne orientava il disegno. A rendere prezioso il catalogo de La Nuova Biblioteca non è solo la preparazione di testi che sarebbero stati fondamentali per la nuova cultura del dopoguerra (come, per la prima volta in Italia, l’ opera omnia di Antonio Gramsci, in un'edizione priva di tagli e perciò anticipatrice dell'edizione critica di Gerratana del 1975) o la presenza di nomi come Delio Cantimori, Umberto Barbaro, Franco Calamandrei, Ettore Lo Gatto, Lombardo Radice, Alicata e Sapegno, ma è anche la particolare fase cronologica in cui questo progetto prende forma: si tratta di un lasso di tempo breve, apertosi a ridosso della guerra e destinato a chiudersi rapidamente: è come uno squarcio, in cui il magma di materiali diversi accumulatosi nei canali della clandestinità affiora per un’ultima volta prima che intorno si irrigidiscano gli schemi di nuove culture sempre più dominanti. Torneranno a inabissarsi, queste narrazioni aperte alla deformazione, alla menzogna romanzesca e alla commistione tra le arti; tuttavia come un fiume carsico continueranno a scorrere, andando a unirsi a tutte quelle correnti che procedendo parallele, tra inversioni, stalli e rivolgimenti, attraverseranno l'intero secolo.
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Castellucci, Erio. "Modelli di ministero sacerdotale nella storia." Revista Pistis Praxis 7, no. 2 (2015): 285. http://dx.doi.org/10.7213/revistapistispraxis.07.002.ds01.

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Abstract:
Questo articolo vuole specificare i modelli di ministero sacerdotale più caratteristici nella Storia della Chiesa: missionario, cultico, sacrale, pastorale, presidenziale e funzionale.Di ogni modello l’Autore ci presenta l’origine, lo sviluppo storico teologico, le possibili deformazioni, l’assunzione eventuale di qualche prospettiva o di certi elementi da parte del Vaticano II, nonchè lo stato della sua ricezione nella Chiesa contemporanea. In questo caso, modello non viene inteso in senso prescrittivo, ma piuttosto euristico. Ciò nonostante, la verifica dei modelli può servire ad una più lucida percezione e una più oggettiva valutazione delle procedure ecclesiali, soprattutto quelle concernenti i ministeri.
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Velardi, Francesco. "Le deformazioni posizionali del cranio Parte I: eziologia e diagnosi differenziale." Area Pediatrica 13, no. 1 (2012): 5–19. http://dx.doi.org/10.1016/j.arped.2012.03.006.

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Andreula, C. F., and A. Carella. "Lo studio RM delle metastasi spinali extradurali." Rivista di Neuroradiologia 8, no. 2 (1995): 181–94. http://dx.doi.org/10.1177/197140099500800208.

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Abstract:
Lo studio delle metastasi vertebrali in risonanza magnetica permette di superare la rigida distinzione in lesioni osteolitiche e osteoaddensanti, uso che inizialmente proposto dalla radiologia tradizionale è stato mantenuto, pur se con critiche, anche con l'avvento di metodiche più moderne. La lesione osteorarefacente e la lesione osteosclerotica sono i due estremi di un continuum che prevede numerosi eventi di transizione non solo nell'ambito dello stesso paziente, ma addirittura in corso di malattia prima e dopo trattamento. Gli elementi di semeiotica RM sono le alterazioni di segnale e le alterazioni morfologiche. Nelle lesioni osteolitiche il processo di infiltrazione si evidenzierà come una tenue ipointensità nelle sequenze dipendenti dal T1 e netta iperintensità nelle sequenze dipendenti dalla densità protonica, dal T2 e dal T2 star. Qualora venga interessato completamente il corpo vertebrale sarà possibile apprezzare una deformazione morfologica dello stesso. Tale alterazione risentirà dei tempi di infiltrazione midollare caratterizzandosi o come esuberante con allargamento degli angoli diedri somatici dando un aspetto di vertebra «rigonfia» o come riduttiva con crollo vertebrale da collasso inizialmente interno. La somministrazione di mdc determinerà una ricostruzione morfologica del corpo vertebrale nel caso di infiltrazione totale e di omogeinizzazione di segnale con la parte sana restante della vertebra nei casi di infiltrazione parziale. Tale comportamento alla somministrazione di mdc spiega la necessità di eseguire preliminarmente le sequenze dipendenti dal T1 prima del mdc e induce ad un atteggiamento critico sulla utilità delle sequenze dopo contrasto. Le lesioni osteoddensanti o osteosclerotiche saranno caratterizzate da segnale nettamente ipointenso nelle sequenze appesantite in T1, e ipointenso nelle sequenze appesantite in T2. Tale comportamento rispecchia la formazione di tessuto osseo prodotto dagli osteoblasti, attivati o da sostanze secrete dal tumore o dalla presenza di tessuto «diverso» dal midollo osseo a capacità irritante. La somministrazione di mdc non determina variazioni del quadro in T1 per l'assenza di fenomeni reattivi vascolari. L'estrinsecazione extradurale è la complicanza più frequente della localizzazione vertebrale metastatica: le neoplasie che più frequentemente causano questo aspetto sono i carcinomi e tra questi l'origine mammaria e polmonare coprono da sole il 50% delle lesioni. Il segnale RM di questo tessuto neoformato risentirà dell'alta componente acquosa della lesione con ipointensità nelle sequenze dipendenti dal T1 e iperintensità nelle sequenze dipendenti dal T2; la somministrazione di mdc determinerà intensa impregnazione sia per l'assenza di barriera nei capillari neoformati, riproducenti il tessuto di origine extraneurale, sia per l'ampio spazio extracellulare. La localizzazione leptomeningea delle metastasi è evento oltremodo raro. Le neoplasie che più frequentemente possono dare disseminazione leptomeningea sono distinguibili in extraneurali, neurali ed ematologiche. Le lesioni hanno aspetto nodulare o a placca, oppure possono estendersi a panno sull'aracnoide, avvolgendo le radici di emergenza. Sedi più frequenti sono le parti più declivi come il cul-di-sacco durale e la cauda equina (73%), verosimilmente per motivi gravitari. In RM le lesioni appaiono come agglomerati focali di segnale isointenso al midollo nelle immagini dipendenti dal T1, e di alto segnale possono mimetizzarsi col liquor nelle sequenze dipendenti dal T2. La somministrazine di mdc rende tali noduli palesi, per l'alto tasso di impregnazione, e permette di svelare lesioni di piccole dimensioni talvolta mimetizzate per la contiguità con strutture di segnale simile. Più difficile è la semeiotica RM della cosiddetta «carcinomatosi» meningea. La diagnosi differenziale nei casi di metastasi leptomeningee nodulari, ad anamnesi oncologica muta, si pone con i neurinomi (schwannomi) della cauda; con i neurinomi multipli della neurofibromatosi tipo 2, con i piccoli ependimomi della cauda. Nel caso della carcinomatosi leptomeningea vanno scartate le leptomeningiti granulomatose (tubercolosi e sarcoidosi) e le aracnoiditi reattive e postchirurgiche.
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Velardi, Francesco. "Le deformazioni posizionali del cranio. Parte II: storia naturale, prevenzione e terapia." Area Pediatrica 13, no. 2 (2012): 33–41. http://dx.doi.org/10.1016/j.arped.2012.04.002.

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Lanfranca, Dario. "Mutuo soccorso e protomafia a Palermo dopo l'Unità." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 297 (January 2022): 11–35. http://dx.doi.org/10.3280/ic2021-297001.

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Abstract:
Nei primi due decenni dopo l'Unità, in Sicilia appaiono le prime formazioni protomafiose che presentano tutte un profilo riconducibile al mutuo soccorso. Alcune si presentano sotto forma di società artigiane, altre hanno caratteristiche mutualistiche distorte. Palermo e il suo hinterland è il luogo in cui il fenomeno è più visibile, il che non è un caso ma il prodotto di un lungo processo di rielaborazione di istanze cooperativistiche che dall'inizio dell'Ottocento si svolge all'interno dell'ambiguo universo insurrezionale palermitano (1820-1860). Questo composito mondo in cui oltre le antiche corporazioni artigianali, tradizionalmente attive sul piano del controllo del territorio, convergono forze legate al caratteristico autonomismo retrivo, determina dopo il 1860 la configurazione particolare del mutualismo palermitano che, in effetti, presenta tratti unici rispetto al resto d'Italia. Le sue deformazioni sono particolarmente visibili nel settore della trasformazione del grano.
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Rainone, F., T. Arcidiacono, S. Capelli, et al. "Iperparatiroidismo primitivo in paziente con rachitismo ipofosforemico." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 23, no. 2 (2018): 6–12. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2011.1428.

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Abstract:
Il rachitismo ipofosforemico comprende un gruppo di rare patologie ereditarie caratterizzate da un deficit di riassorbimento renale del fosfato, ipofosfatemia e deformazioni ossee. Le forme più comuni sono il rachitismo ipofosforemico a trasmissione X-linked dominante e il rachitismo ipofosforemico autosomico dominante (AD). Il caso che vi proponiamo è quello di una donna con una diagnosi clinica e biochimica di rachitismo ipofosforemico. La nostra discussione verterà sull'uso della terapia con vitamina D e fosfati che, nel bambino è codificata da oltre 20 anni e ha lo scopo di correggere e prevenire le deformità scheletriche, mentre nel paziente adulto non è uno standard condiviso ed è controverso se sia opportuno proseguirla. L'obiettivo terapeutico nell'adulto è quello di contrastare l'astenia, i dolori ossei, la perdita di massa ossea e l'osteomalacia. Tuttavia è difficile definire criteri sicuri di riferimento e la dose di 1,25 (OH)2D e fosfati capace di raggiungere tali obiettivi. La terapia con fosfato, inoltre, stimola la produzione di PTH ed espone al rischio di iperplasia paratiroidea. È questo il caso della paziente da noi seguita, che dopo un lungo periodo di iperparatiroidismo secondario ha sviluppato un adenoma paratiroideo. Questo caso clinico conferma che l'iperparatiroidismo è una complicanza del trattamento del rachitismo ipofosforemico e indica nel calciomimetico un utile presidio per la sua gestione in questi pazienti.
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Magnaldi, S., and M. Ukmar. "La tomografia computerizzata nella diagnostica delle metastasi spinali." Rivista di Neuroradiologia 8, no. 2 (1995): 161–66. http://dx.doi.org/10.1177/197140099500800205.

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Abstract:
La TC si rivela di particolare utilità nello studio delle metastasi spinali che coinvolgono i tessuti molli paravertebrali, lo scheletro del rachide e lo spazio epidurale. L'esecuzione della TC prevede uno scout view o topogramma di localizzazione, sul quale si scelgono dei piani assiali focalizzati su un particolare livello. Le scansioni devono essere acquisite e documentate in modo da poter visualizzare sia le parti molli che le strutture scheletriche. Nelle maggior parte dei casi è sufficiente l'esame TC diretto; talora possono essere utili la TC dopo mezzo di contrasto per via endovenosa o la mielo-TC, come pure le ricostruzioni elettroniche su piani diversi da quello assiale. L'aspetto TC delle metastasi vertebrali, che sono le più frequenti, è multiforme e comprende l'osteolisi (che può essere lacunare, a tarlatura o infiltrativa), l'osteosclerosi (che può presentarsi sotto forma di orletto sclerotico, di nodulo sclerotico o di sclerosi diffusa), le deformazioni e i crolli vertebrali (che derivano dall'infiltrazione del tessuto osseo normale da parte del tessuto neoplastico, con conseguenti fratture patologiche) e lo sconfinamento extravertebrale nelle parti molli pre e paravertebrali e verso lo speco vertebrale. Le metastasi vertebrali presentano inoltre aspetti caratteristici per sede rachidea (più spesso multiple e a livello lombare) e localizzazione nell'ambito della singola vertebra (interessamento preferenziale del corpo vertebrale). Nella diagnostica delle metastasi vertebrali, la TC presenta sia vantaggi che limiti. I vantaggi, dovuti all'assenza di fenomeni di sovrapposizione, sono rappresentati dall'ottima dimostrazione di lesioni in «sedi difficili» per la radiologia convenzionale (peduncoli, processi trasversi o passaggio lombo-sacrale), dall'esatta valutazione della presenza e del numero delle lesioni, dalla migliore definizione della natura delle lesioni (valutazione densitometrica e potenziamento delle lesioni solide dopo mezzo di contrasto) e dal bilancio di estensione. I limiti della TC sono rappresentati dall'esposizione alle radiazioni ionizzanti, dalla qualità talora subottimale delle ricostruzioni elettroniche, dalla scarsa panoramicità e dall'insufficiente sensibilità (soprattutto per lesioni con estensione all'interno dello speco vertebrale) e specificità. La TC si pone in una posizione di passaggio tra le indagini cosiddette di primo livello, con scopi meramente diagnostici, e quelle di secondo livello, con finalità terapeutiche. La TC è utile, soprattutto per le lesioni ossee, nella valutazione morfologico-volumetrica della/e metastasi, nella definizione dell'estensione extravertebrale delle lesioni, nella guida alle biopsie e nell'eventuale controllo dopo radioterapia e riveste inoltre un ruolo importante nella pianificazione di ulteriori provvedimenti terapeutici (interventi chirurgici di decompressione e radioterapia).
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Braun, Thomas, Stefania Danesi, and Andrea Morelli. "Application of monitoring guidelines to induced seismicity in Italy." Journal of Seismology 24, no. 5 (2020): 1015–28. http://dx.doi.org/10.1007/s10950-019-09901-7.

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Abstract:
AbstractPublic concern about anthropogenic seismicity in Italy first arose in the aftermath of the deadly M ≈ 6 earthquakes that hit the Emilia-Romagna region (northern Italy) in May 2012. As these events occurred in a (tectonically active) region of oil and gas production and storage, the question was raised, whether stress perturbations due to underground industrial activities could have induced or triggered the shocks. Following expert recommendations, in 2014, the Italian Oil & Gas Safety Authority (DGS-UNMIG, Ministry of Economic Development) published guidelines (ILG - Indirizzi e linee guida per il monitoraggio della sismicità, delle deformazioni del suolo e delle pressioni di poro nell’ambito delle attività antropiche), describing regulations regarding hydrocarbon extraction, waste-water injection and gas storage that could also be adapted to other technologies, such as dams, geothermal systems, CO2 storage, and mining. The ILG describe the framework for the different actors involved in monitoring activities, their relationship and responsibilities, the procedure to be followed in case of variations of monitored parameters, the need for in-depth scientific analyses, the definition of different alert levels, their meaning and the parameters to be used to activate such alerts. Four alert levels are defined, the transition among which follows a decision to be taken jointly by relevant authorities and industrial operator on the basis of evaluation of several monitored parameters (micro-seismicity, ground deformation, pore pressure) carried on by a scientific-technical agency. Only in the case of liquid reinjection, the alert levels are automatically activated on the basis of exceedance of thresholds for earthquake magnitude and ground shaking – in what is generally known as a Traffic Light System (TLS). Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia has been charged by the Italian oil and gas safety authority (DGS-UNMIG) to apply the ILG in three test cases (two oil extraction and one gas storage plants). The ILG indeed represent a very important and positive innovation, as they constitute official guidelines to coherently regulate monitoring activity on a national scale. While pilot studies are still mostly under way, we may point out merits of the whole framework, and a few possible critical issues, requiring special care in the implementation. Attention areas of adjacent reservoirs, possibly licenced to different operators, may overlap, hence making the point for joint monitoring, also in view of the possible interaction between stress changes related to the different reservoirs. The prescribed initial blank-level monitoring stage, aimed at assessing background seismicity, may lose significance in case of nearby active production. Magnitude – a critical parameter used to define a possible step-up in activation levels – has inherent uncertainty and can be evaluated using different scales. A final comment considers the fact that relevance of TLS, most frequently used in hydraulic fracturing operations, may not be high in case of triggered tectonic events.
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Ferrante, Zairo, Antonio Vizzuso, Fabio Pellegrino, et al. "Traumatologia pediatrica: la deformazione plastica post-traumatica. Descrizione di un caso e revisione della letteratura." Journal of Radiological Review 5, no. 2 (2018). http://dx.doi.org/10.23736/s2283-8376.18.00039-6.

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D’Addelfio, Giuseppina. "Considerazioni etiche sul tema della qualità della vita: l’Approccio delle Capacità di Martha Nussbaum." Medicina e Morale 54, no. 4 (2005). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2005.384.

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Abstract:
Nel presente articolo viene affrontato il tema della qualità della vita. Dopo una breve ricostruzione dell’origine di questa espressione e un esame dei contesti in cui più frequentemente essa ricorre, viene presentato l’Approccio che Amartya Sen e Martha Nussbaum hanno elaborato e su cui continuano a lavorare per misurare la qualità della vita in differenti nazioni: l’approccio delle Capacità. In particolare viene presentata l’elaborazione di Martha Nussbaum con la sua lista delle capacità. Sulla base della sua radice aristotelica, questa lista lascia intravedere un’immagine dell’essere umano come un animale razionale fragile e dipendente, in più momenti della sua vita bisognoso di cure. Dunque per quanto l’autonomia sia considerata una meta significativa da raggiungere e proteggere, essa non diventa l’unico fondamento della dignità dell’uomo. Quest’idea, insieme al tema della deformazione dei desideri e delle aspettative in situazioni di difficoltà, offre interessanti spunti alla riflessione bioetica, configurando l’esigenza di qualità della vita come strettamente legata al riconoscimento del suo intrinseco valore e della sua sacralità. ---------- In this article the author deals with the “Quality of Life” issue. After a brief history of the origin of this expression and an exam of the main contexts in which it is used, the approach that Amartya Sen and Martha Nussbaum have been shaping, in order to mesure the Quality of Life in different nations - the Capabilities Approach -, is presented. In particular the author focuses on Nussbaum’s account and on her list of capabilities. On the basis of its Aristotelian root, the list shows an idea of human being as a vulnerable and dependent rational animal - so that he/she needs care, in different moments of his/her life. Hence, autonomy is recognized as a valuable thing to pursue and preserve, but it is not considered as the only ground of human dignity. This issue, with the one of the deformation of preferences and expectations due to difficult situations, gives precious suggestions to bioethics. Namely, the istance of the “Quality of Life” is stressed as closely linked with the recognition of its intrinsic value and sacredness.
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Marco Emanuele, Discenza. "Modello geologico-tecnico ed analisi numerica con approccio equivalente continuo della deformazione gravitativa di Monte della Rocchetta (Appennino Centrale, Italia) (Engineering-Geological Model and Numerical Analysis with Equivalent Continuum Approach of the Gravity-Induced Deformation of Mount Rocchetta (Central Apennines, Italy))." SSRN Electronic Journal, 2009. http://dx.doi.org/10.2139/ssrn.3938163.

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Ladron de Guevara, Martin, Arantxa Bodego, and Eneko Iriarte. "Hiperestentsioa: kontinenteen apurketa ulertzeko eredu berri bat." EKAIA Euskal Herriko Unibertsitateko Zientzia eta Teknologia Aldizkaria, January 27, 2021. http://dx.doi.org/10.1387/ekaia.21872.

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Abstract:
Kontinenteen apurketa luzaroan ikertu den prozesu geologikoa da. Rifting deritzon prozesu honek milioika urte irauten ditu eta fenomeno tektoniko honen aztarnak kontinente-ertzetan, mendikateetan eta bestelako ingurune geologikoetan topatzen dira. Plaka tektonikoen banaketaren interpretazioa, ordea, ikertzaileen ulermenaren eta aurrerapen teknologikoen arabera eboluzionatuz doa. Hiperestentsioaren ideia da interpretazio horren azken berrikuntza. Ideia hori litosfera kontinentalaren deformazio polifasikoan barneratzen da, litosferaren muturreko luzapenean oinarrituz, hain zuzen. Ertz egonkorretan eta gerriko orogenikoetan identifikaturiko egitura geologiko eta eremu estruktural bereizgarriek ahalbidetzen dute fenomeno honen bilakaeraren nolakotasuna definitzen. Magman txiroak bezala ezagutzen diren ertz egonkorretako eremu horiek, hurbileko domeinua, necking domeinua, urruneko domeinua edo hiperluzatua eta kanpoko domeinua dira. Domeinu hauetako bakoitza riftingaren deformazio fase ezberdinekin lotzen da, fase hauek litosfera kontinentalaren luzapena, mehetzea, mantuaren azaleratzea eta lurrazal ozeanikoaren zabaltzea direlarik. Esan bezala, iraganean hiperluzatutako arroetan ari da garatzen ikerketa eta, Euskokantauriar arroa (EKA) barneratzen duen Iberia eta Eurasia arteko Mesozoikoko rift sistemaren garapena, hipotesi horren bitartez ulertzen hasia da honezkero. Urteetan arroan bildutako datu desberdinek, behintzat, horretara bultzatzen dute. Pirinioen mendebaldean deskribaturiko mantuaren azaleratzeak eta arroan deskribaturiko hamaika prozesuk, Kretazeoko riftingean hiperestentsioak izan zezakeen garrantzia indartzen dute, eta azken horrek, garai hartako EKAren eboluzio geologikoaren paradigma argitu dezake.
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M. CAPUTO. "Elastostatica di una sfera stratificata e sue deformazioni causate da masse superficiali." Annals of Geophysics 14, no. 4 (2011). http://dx.doi.org/10.4401/ag-5304.

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Pérez-Acebo, Heriberto, and Miguel Ángel Salas. "Birziklatutako poliuretano-aparraren erabilera nahaste bituminosoetan." EKAIA Euskal Herriko Unibertsitateko Zientzia eta Teknologia Aldizkaria, February 4, 2022. http://dx.doi.org/10.1387/ekaia.23148.

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Abstract:
Sustantzia asko erabili dira betuna eraldatzeko haien propietateak eta errendimendua hobetzeko helburuarekin, baina gehien erabiltzen direnak polimeroak dira. Poliuretano-aparra isolatze termikotik sortzen den hondakin-produktu bat da, normalean zabortegietan amaitzen dena. Hondakin poliuretano-aparra betun eraldatzaile gisa aukeratu zen betunak eraldatzeko bi nahaste bituminoso ezberdinak ekoizteko: beroan egindako nahastea B 50/70 motako betunarekin eta mastika bituminosoa B 35/50 motako betunarekin. Polimerozko (poliuretano-aparrezko) kantitate ezberdinak betunetan gehitu ziren, betunaren pisuaren % 1etik % 5era. Betun bietan ikusi zen %5a baino gehiagoko polimeroa sartzeak laginak zakar bihurtzen zituen langarritasun eskasarekin eta, horren ondorioz, baztertu ziren. Bi nahaste bituminosozko laginak polimerozko %4ko portzentajearekin ekoiztu ziren. Marshall entseguak eraldatutako beroan egindako nahaste bituminosoetan egonkortasunean hobekuntzak eta deformazio txikiagoa erakutsi zituen ez eraldatutako laginekin konparatzean. Era berean, eraldatutako mastika bituminosoak identazio-balio txikiagoak erakutsi zituen ez eraldatutakoak baino, trafiko astuneko errepideetan erabiltzeko gai izanik. Ondorioz, hondakineko poliuretano-aparra etorkizun handiko betun eraldatzaile izan daitekeela atzematen da, betunaren propietateak hobetzen dituena.
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Carletti, Elena. "Il chiarore che deforma – Processi deformanti nella poetica di Amelia Rosselli." altrelettere, December 2, 2016. http://dx.doi.org/10.5903/al_uzh-27.

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Abstract:
La poesia di Amelia Rosselli si rivela di stampo profondamente fenomenologico e prende le mosse da una realtà tumultuosa, in costante divenire. Il caos della realtà esterna viene interiorizzato in un processo di filtrazione deformante, indispensabile per raggiungere uno stato di appropriazione del reale. Il presente saggio indaga da principio le implicazioni fenomenologiche nella poetica rosselliana, in linea con simili approcci sia in Italia, nelle teorizzazioni del Gruppo 63, che all’estero, nel saggio di Charles Olson. L’arte perde una volta per tutte il suo statuto di veridicità e diventa piuttosto un processo in fieri, un cauto accostamento al reale. In particolare, nella ricerca rosselliana il meccanismo deformante diventa imprescindibile per interiorizzare e “domare” il mondo esterno. Il reale viene sottoposto a curvature e deformazioni spazio-temporali secondo le leggi delle geometrie non euclidee e delle trasformazioni topologiche. Il risultato ottenuto, seppure distorto, si rivela concettualmente equivalente alla materia di partenza. La rappresentazione deformante corrisponde dunque a un processo di filtrazione fenomenologico che restituisce una versione della realtà analoga, nonostante le sue forme siano stravolte. Alcune brevi analisi testuali mostrano come la tensione deformante da una parte venga utilizzata per appropriarsi e superare definitivamente l’esperienza traumatica passata, dall’altra divenga strumento per inserirsi nel canone letterario patriarcale. Il padre si offre come figura emblematica di superamento: il padre biologico che origina il trauma infantile, ma anche i padri della tradizione letteraria (Rimbaud, Scipione, Dante, Montale) i cui versi vengono rubati e turbati, deformati in un discorso finalmente a misura di donna.
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