Academic literature on the topic 'Dehydrozingerone'
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Journal articles on the topic "Dehydrozingerone"
Yamawaki, Chika, Yoshihiro Yamaguchi, Akira Ogita, Toshio Tanaka, and Ken-ichi Fujita. "Dehydrozingerone Exhibits Synergistic Antifungal Activities in Combination with Dodecanol against Budding Yeast via the Restriction of Multidrug Resistance." Planta Medica International Open 5, no. 02 (April 2018): e61-e67. http://dx.doi.org/10.1055/a-0757-7991.
Full textLukovic, Jovan, Marina Mitrovic, Ivanka Zelen, Petar Čanovic, Milan Zaric, and Ivana Nikolic. "Antitumor Effect of the Chalcone Analogue, (E) -1-(4-Ethoxy-3-Methoxyphenyl) -5- Methylhex-1-En-3-One on HeLa Cell Line." Serbian Journal of Experimental and Clinical Research 20, no. 3 (September 1, 2019): 215–21. http://dx.doi.org/10.2478/sjecr-2018-0048.
Full textMotohashi, N., C. Yamagami, and Y. Saito. "Antimutagenic effects of dehydrozingerone-related compounds." Mutation Research/Environmental Mutagenesis and Related Subjects 359, no. 3 (April 1996): 224–25. http://dx.doi.org/10.1016/s0165-1161(96)90342-8.
Full textChistyakova, P. A., A. V. Chistyakov, and M. V. Tsodikov. "Heterogeneous Catalytic Synthesis of Zingerone and Dehydrozingerone." Petroleum Chemistry 60, no. 9 (September 2020): 1080–86. http://dx.doi.org/10.1134/s0965544120090066.
Full textMuskinja, Jovana, Zoran Ratkovic, Branislav Rankovic, and Marijana Kosanic. "Synthesis of O-alkyl derivatives of dehydrozingerone analogues." Kragujevac Journal of Science, no. 38 (2016): 97–106. http://dx.doi.org/10.5937/kgjsci1638097m.
Full textKubra, I. Rahath, Pushpa S. Murthy, and L. Jagan Mohan Rao. "In vitroAntifungal Activity of Dehydrozingerone and its Fungitoxic Properties." Journal of Food Science 78, no. 1 (December 20, 2012): M64—M69. http://dx.doi.org/10.1111/j.1750-3841.2012.03009.x.
Full textWu, Bin-Nan, Chia-Rong Yang, Jwu-Maw Yang, and Ing-Jun Chen. "A new β-adrenoceptor blocking agent derived from dehydrozingerone." General Pharmacology: The Vascular System 25, no. 4 (July 1994): 651–59. http://dx.doi.org/10.1016/0306-3623(94)90242-9.
Full textPriyadarsini, K. Indira, T. P. A. Devasagayam, M. N. A. Rao, and S. N. Guha. "Properties of phenoxyl radical of dehydrozingerone, a probable antioxidant." Radiation Physics and Chemistry 54, no. 6 (June 1999): 551–58. http://dx.doi.org/10.1016/s0969-806x(98)00298-9.
Full textBurmudžija, Adrijana Z., Jovana M. Muškinja, Marijana M. Kosanić, Branislav R. Ranković, Slađana B. Novaković, Snežana B. Đorđević, Tatjana P. Stanojković, Dejan D. Baskić, and Zoran R. Ratković. "Cytotoxic and Antimicrobial Activity of Dehydrozingerone based Cyclopropyl Derivatives." Chemistry & Biodiversity 14, no. 8 (July 1, 2017): e1700077. http://dx.doi.org/10.1002/cbdv.201700077.
Full textRajakumar, D. V., and M. N. A. Rao. "Antioxidant properties of dehydrozingerone and curcumin in rat brain homogenates." Molecular and Cellular Biochemistry 140, no. 1 (1994): 73–79. http://dx.doi.org/10.1007/bf00928368.
Full textDissertations / Theses on the topic "Dehydrozingerone"
Marchiani, Anna. "Interaction studies of small natural derived compounds and peptides with beta-synuclein." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2012. http://hdl.handle.net/11577/3425818.
Full textLe proteine giocano un ruolo cruciale nella conservazione della vita e una loro disfunzione può essere causa di differenti condizioni patologiche. Infatti, il non corretto ripiegamento di una proteina può essere causa di patologie neurodegenerative. Un ampio gruppo di malattie, note come protein misfolding disordersò nascono dall'incapacità di specifiche proteine di adottare la loro struttura nativa e sono caratterizzate dalla deposizione in aree specifiche dell'organismo di proteine in forma di aggregati fibrillari che sono considerati causa della sofferenza e della morte cellulare. Oltre 20 sono le malattie sistemiche e neurodegenerative collegate a questo evento, tra le quali si ritrovano le più note patologie di Alzheimer e Parkinson. Sebbene non si riscontrino somiglianze tra le proteine correlate a tali patologie, le fibrille amiloidi presentano un'organizzazione e morfologia comune. La struttura delle fibrille amiloidi consta di protofilamenti avvolti tra loro costituiti da impilamenti a β-sheet che si propagano lungo la direzione della fibrilla. Non si conosce ancora bene il meccanismo con cui questi aggregati portano a morte cellulare, ma è ormai certo che gli aggregati pre-fibrillari, e non i depositi di fibrille mature, siano responsabili della tossicità, forse per interazione con la membrana plasmatica e formazione di pori che rompono l'omeostasi cellulare. La β-sinucleina è una proteina presinaptica di 140 amminoacidi la cui funzione non è ancora ben nota. Essa è stata identificata nei depositi amiloidei di differenti patologie neurodegenrative e soprattutto nei corpi di Lewy, inclusioni filamentose caratteristiche della malattia di Parkinson. L'aggregazione di tale proteina è oggi ritenuta una delle cause del Parkinson e una triplicazione dell'espressione del suo gene o mutazioni puntiformi sono associate ad una forma autosomica dominante di Parkinson giovanile. Ad oggi non esiste ancora una cura efficace per il Parkinson e l'inibizione dell'aggregazione proteica rappresenta una delle strategie terapeutiche più promettenti; in particolare la ricerca è rivolta allo sviluppo di piccole molecole organiche o piccoli peptidi che interferiscano con tale processo. La curcumina, o diferuloilmetano, è il principale costituente del Curry, nota spezia di origine Indiana. Alla curcumina sono state associate e in seguito dimostrate dalla moderna medicina differenti proprietà, tra cui capacità antiossidanti e antiinfiammatorie, e di recente, la capacità di bloccare la formazione di fibrille in vivo ed in vitro, andandosi a legare direttamente agli aggregati amiloidei. E' stato dimostrato che la curcumina, più che ad una specifica proteina, abbia la capacità generale di legare fibrille amiloidi, ipotizzando quindi che essa agisca come generale inibitore dell'aggregazione. Sfortunatamente la curcumina è insolubile in ambiente acquoso, presenta scarsa biodisponibilità e degrada rapidamente a pH neutro o basico. Tutti questi problemi limitano l''uso terapeutico della curcumina. Il deidrozingerone è un composto naturale estratto dallo Zingiber officinale e strutturalmente corrisponde a metà curcumina. Esso risulta essere uno dei prodotti di degradazione della curcumina ma è stabile a pH neutro o basico e inoltre possiede maggior solubilità in solvente acquoso. Per il deidrozingerone sono state riportate proprietà antiossidanti. L'acido ferulico, un altro prodotto di degradazione della curcumina e strutturalmente simile al deidrozingerone, presenta attività antiossidanti e antiinfiammatorie, oltre alla capacità di inibire la deposizione di fibrille del peptide β (uno dei principali componenti delle placche senili nell'Alzheimer). Alla luce di queste considerazioni è ipotizzabile che fenoli con proprietà antiossidanti e struttura simile alla curcumina possano anch'essi possedere proprietà inibitorie nei confronti dell'aggregazione del β-sinucleina. In questo progetto l'attenzione è stata focalizzata sulla curcumina e su altre 6 molecole di struttura simile (deidrozingerone, zingerone, O-metossideidrozingerone e i corrispondenti analoghi bifenilici) ed è stata valutata la loro capacità di interagire con la forma monomerica della sinucleina. Dalle analisi effettuate mediante spettroscopia CD e di fluorescenza è stato evidenziato come tutti i composti in esame siano in grado di interagire con la sinucleina, e le relative costanti di binding sono state determinate. Inoltre è stata valutata la capacià inibitoria di questi composti nei confronti del processo di aggregazione del β-sinucleina. Un altro aspetto di notevole importanza è il ruolo degli ioni metallici nel Parkinson e più in generale nella patologie da misfolding proteico. Sono stati infatti evidenziati elevati livelli di ioni metallici redox-attivi nel cervello di pazienti affetti da Parkinson. Tali ioni possono generare H2O2 che poi può essere convertita nel più aggressivo radicale idrossile, principale responsabile del danno ossidativo associato a tale patologia. La capacità di deidrozingerone e dei suoi analoghi di chelare ioni metallici, in particolare Cu2+, Fe2+ e Fe3+ è stata quindi valutata mediante spettroscopia UV-Vis. Questo ha permesso di evidenziare come i derivati bifenilici siano dei buoni chelanti degli ioni metallici. Inoltre, è stata determinata la capacità dei composti oggetto di studio di sequestrare radicali liberi mediante DPPH test e studi EPR. Ad eccezione di O-metossideidrozingerone e del suo analogo bifenilico, gli altri composti hanno dimostrato una buona capacità antiossidante, e, in particolare, si è osservato come la dimerizzazione aumenti tale capacità. Infine, è stata valutata la loro tossicità cellulare e la loro efficacia protettiva nei confronti di insulti da stress ossidativo: tra tutti i composti il bi-O-metossideidrozingerone si è dimostrato il più tossico a livello cellulare. Tale studio ha quindi voluto mettere in risalto la bifunzionalità delle molecole in esame, ossia la loro capacità di agire da chelanti di ioni metallici o sequestratori di radicali liberi associata alla loro capacità di interagire con la sinucleina. Un'altra parte del progetto riguarda la sintesi di peptidi aventi proprietà β-sheet breakers. Tale termine viene utilizzato per indicare piccole sequenze peptidiche in grado di interferire con il meccanismo di misfolding e aggregazione proteica. Mediante la tecnica SPPS (solid phase peptide synthesis) sono stati sintetizzati 9 peptidi analoghi a due sequenze capaci di inibire l'aggregazione proteica e contenenti delle sostituzioni nella sequenza peptidica al fine di superare alcuni svantaggi associati all'uso di peptidi in terapia (es.: degradazione da parte di proteasi), migliorare le loro capacità inibitorie e analizzare l'importanza del residuo aromatico fenilalanina nell''interazione con la sinucleina. Studi di binding mediante spettroscopia CD e di fluorescenza hanno evidenziato come tutti i peptidi siano in grado di interagire con la sinucleina monomero e come la presenza del residuo di fenilalanina non sia importante nell''interazione con la proteina
Conference papers on the topic "Dehydrozingerone"
Muškinja, Jovana, Zoran Ratković, Suzana Popović, Sanja Matić, Danijela Todorović, and Dejan Baskić. "Dehydrozingerone analogues in synthesis attractive sulfonamide compounds as potential antitumor agents." In The 23rd International Electronic Conference on Synthetic Organic Chemistry. Basel, Switzerland: MDPI, 2019. http://dx.doi.org/10.3390/ecsoc-23-06600.
Full textMuškinja, Jovana, Jovan Luković, Ivana Nikolić, Marina Mitrović, and Zoran Ratković. "Pyrazolines from dehydrozingerone analogues: Cytotoxicity and morphological changes on HeLa cells." In 6th International Electronic Conference on Medicinal Chemistry. Basel, Switzerland: MDPI, 2020. http://dx.doi.org/10.3390/ecmc2020-07422.
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