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Obermájer, Ervin. "Párhuzamok a vértanúságba ágyazott hősiesség horizontján." Studia Theologica Transsylvaniensia 23, no. 1 (June 15, 2020): 167–75. http://dx.doi.org/10.52258/stthtr.2020.1.06.

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Abstract:
Se c’affrontiamo la realtà del secolo XXI., possiamo confermare, che l’archetipo dell’eroe non vive più nella quella forma in cui fu abituato nei secoli precedenti. Nello questo studio, l’autore desidera a presentarci l’evoluzione dell’immagine dell’eroismo attraverso tre vari campi della scienza umana. Analizzando il prototipo dell’eroe antico dal punto di vista della letteratura antica, riconosciamo un essere umano, il quale fu colpito dalla gloria terrena, la corona di alloro posta sulla testa dell’uomo e l’apprezzamento del popolo. Possiamo dire con massima certezza, che quest’immagine fu conservato attraverso dei secoli nella storia della maggior parte dei popoli. Nella storia del popolo ungherese (nel secolo XVII. e XX.) c’è un aspetto molto speciale dell’eroismo, in cui la battaglia dell’eroe contiene in più un additivo teologico-nazionale per cui l’eroe entra nel santuario del popolo, mostrandoci la sua battaglia soprannaturale per la fede in liberta nazionale. Alla fine, se ci pensiamo profondamente sul termine del martirio, ci rivela l’assioma, che il martirio autentico si trova nel cristianesimo, dove la battaglia dei fedeli è per lo scopo divino, per la gloria eterna. Questa battaglia, la gloria divina non è più egoista, ma guarda alla fede sublime e divina, e quest’aspetto fu coerente in ogni secolo della Chiesa, in Transilvania anche. Analizzando la vita dei Dieci Martiri di Transilvania, possiamo confermare che l’essenza della loro eroicità è identico di quella dei primi martiri della Chiesa primitiva, cioè l’idea del martirio cristiano è costantemente lo stesso.
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BIANCO, Elisabetta. "Carete: cane del popolo." Ancient Society 32 (January 1, 2002): 1–28. http://dx.doi.org/10.2143/as.32.0.54.

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3

Abitayeh, Denise. "Il genocidio del popolo Yazidi." Rivista Italiana di Antropologia Applicata, no. 2 (December 18, 2018): 58–65. http://dx.doi.org/10.32054/2499-1848-2018-2-5.

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4

Preterossi, Geminello. "Possiamo fare a meno del popolo?" SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no. 52 (May 2015): 9–21. http://dx.doi.org/10.3280/las2015-052002.

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5

Schutte, Anne Jacobson, and Ottavia Niccoli. "Profeti e popolo nell'Italia del Rinascimento." Sixteenth Century Journal 20, no. 4 (1989): 686. http://dx.doi.org/10.2307/2541318.

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6

Jian, Li. "Gunn's in Santa Maria Del Popolo." Explicator 61, no. 3 (January 2003): 177–78. http://dx.doi.org/10.1080/00144940309597801.

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7

Staiano, Fulvia. "Diritto dei minori rom all'istruzione in condizioni di non discriminazione: il caso Orsus e altri c. Croazia." DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no. 1 (May 2011): 93–103. http://dx.doi.org/10.3280/diri2011-001006.

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Abstract:
1. Il diritto all'istruzione in condizioni di non discriminazione nella giurisprudenza della Corte di Strasburgo: centralitŕ del popolo Rom - 2. La tutela dei diritti fondamentali del popolo Rom nell'ambito del Consiglio d'Europa - 3. Il caso Orsus c. Croazia - 4. I Rom come "vera minoranza europea": problemi teorici e pratici relativi all'inquadramento dei Rom nel concetto di minoranza - 5. Tutela delle minoranze o principio di non discriminazione? La scelta pragmatica della Corte europea - 6. La tutela delle minoranze nell'ambito della giurisprudenza della Corte di Strasburgo: limiti e punti di forza - Conclusione.
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8

Agger, Gunhild. "Fra Piazza del Popolo og fortællingen som genre." K&K - Kultur og Klasse 21, no. 76 (February 8, 1994): 111–36. http://dx.doi.org/10.7146/kok.v21i76.22137.

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9

Genga, Nicola. "Populismo alla francese: dal mito del popolo al peopolisme." DEMOCRAZIA E DIRITTO, no. 3 (July 2011): 316–48. http://dx.doi.org/10.3280/ded2010-003017.

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Fontana, Gianpaolo. "Riforme costituzionali (in nome) del popolo sovrano." DEMOCRAZIA E DIRITTO, no. 1 (March 2014): 301–14. http://dx.doi.org/10.3280/ded2013-001015.

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11

Davies, Timothy, and Orazio Cancila. "Baroni e popolo nella Sicilia del grano." American Historical Review 92, no. 1 (February 1987): 165. http://dx.doi.org/10.2307/1862876.

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Lerner, Robert E. "Profeti e popolo nell'Italia del Rinascimento.Ottavia Niccoli." Speculum 65, no. 3 (July 1990): 735–37. http://dx.doi.org/10.2307/2864110.

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Mele, Francisco. "Il popolo di San Gennaro." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 52, no. 2 (April 16, 2018): 266–74. http://dx.doi.org/10.1177/0014585818757201.

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Abstract:
La ricerca parte da un esame del popolo di San Gennaro, a Napoli, come garante della costruzione sempre in divenire dell’identità napoletana, secondo la Teologia del Popolo sviluppata dai teologi e filosofi argentini Lucio Gera, Justino O’Farrell e Juan Carlos Scannone. Il popolo possiede una conoscenza, una razionalità, anche se non teorico-scientifica, che si esprime mediante le celebrazioni liturgiche, le feste religiose, le processioni. Facendo riferimento alla prospettiva mnemostorica (Jan Assmann), San Gennaro è una figura della memoria e non della storia. Applicando la lettura bio-politica elaborata da Michel Foucault, nel culto di San Gennaro, durante la cerimonia delle feste dedicate a San Gennaro, trovano fondamento e legittimazione la Chiesa, lo Stato rappresentato dalle sue istituzioni e il popolo napoletano. Paradossalmente anche la camorra cerca una legittimazione per imporre il suo proprio predominio, nonostante che la sua pretesa venga respinta e condannata sia dallo Stato che dalla Chiesa.
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Weinstein, Donald. "Profeti e popolo nell'Italia del rinascimento. Ottavia Niccoli." Journal of Modern History 61, no. 4 (December 1989): 811–13. http://dx.doi.org/10.1086/468380.

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SAFFET YEŞİLYURT, İ., E. NİHAL ERCAN, and A. DEL POPOLO. "PLANETARY MIGRATION IN EVOLVING PLANETESIMAL DISKS." International Journal of Modern Physics D 12, no. 08 (September 2003): 1399–414. http://dx.doi.org/10.1142/s021827180300389x.

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Abstract:
In the current paper, we further improved the model for the migration of planets introduced and extended to time-dependent planetesimal accretion disks by Del Popolo. In the current study, the assumption of Del Popolo, that the surface density in planetesimals is proportional to that of gas, is relaxed. In order to obtain the evolution of planetesimal density, we use a method developed by Stepinski and Valageas which is able to simultaneously follow the evolution of gas and solid particles for up to 107 years. Then, the disk model is coupled to migration model introduced by Del Popolo in order to obtain the migration rate of the planet in the planetesimal. We find that the properties of solids known to exist in protoplanetary systems, together with reasonable density profiles for the disk, lead to a characteristic radius in the range 0.03–0.2 AU for the final semi-major axis of the giant planet.Hence our model can explain the properties of discovered extrasolar giant planets.
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Ferrajoli, Luigi. "Diritti e democrazia. Risposta ad Anna Pintore." SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no. 1 (July 2010): 179–91. http://dx.doi.org/10.3280/sd2010-001008.

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Abstract:
Diritti soggettivi - Diritti fondamentali - Lacune - Antinomie - Democrazia. Luigi Ferrajoli risponde in questo articolo alle critiche mosse da Anna Pintore, nel fascicolo n.2/2009 di questa Rivista, ai Principia iuris di Luigi Ferrajoli (2007), osservando che tali critiche sono assai penetranti, ma non convincenti. Seguendo l'ordine di Pintore, Ferrajoli affronta dapprima tre questioni di teoria del diritto - la nozione di ‘diritto soggettivo', il rapporto tra i ‘diritti primari' e i ‘diritti secondari' e il problema delle lacune - e successivamente tre questioni di teoria della democrazia: la critica alla concezione puramente formale di democrazia, l'accusa di aver teorizzato una "democrazia per il popolo" oltre che "del popolo" e il rapporto tra teoria del diritto e teoria della democrazia.
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Föcking, Marc. "Dante pfeifen." Deutsches Dante-Jahrbuch 94, no. 1 (September 23, 2019): 37–56. http://dx.doi.org/10.1515/dante-2019-0003.

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Abstract:
Riassunto Due testi dell’immediato contesto della congiura dei Pazzi del 1478 dimostrano che la popolarità della Commedia, testimoniata da Franco Sacchetti e Leonardo Bruni, potrebbe essere stata strumentalizzata nella Firenze del Quattrocento, nel momento in cui si trattava di discreditare gli oppositori politici in una situazioni di crisi. Il Coniurationis commentarium di Angelo Poliziano e la poesia in terzine »Questo è il tradimento della morte di Giuliano« utilizzano entrambi il tema del traditore degli ultimi due canti dell’Inferno. Entrambi i testi presentano così i Pazzi come i nuovi Bruto, Cassio e Giuda e fanno uso del ›Dante popolare‹ per convincere il popolo fiorentino della legittimità del potere mediceo. La raffinatezza del Commentarium di Poliziano, in contrasto con la poesia in terzine più popolare, sta però nella combinazione di due discorsi sui traditori che si intensificano a vicenda, quello della Commedia e quello del De Coniuratione Catilinae di Sallustio, attraverso il quale egli non solo combina la condanna metafisico-dantesca con un verdetto di stampo intramondano ed umanistico, ma può anche mettere in scena l’unità indissolubile del popolo e dell’élite fiorentina contro i cospiratori e i loro sostenitori.
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D'Alimonte, Roberto. "DEMOCRAZIA E COMPETIZIONE." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 19, no. 2 (August 1989): 301–19. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200012946.

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Abstract:
IntroduzioneSecondo Schumpeter la democrazia politica o, meglio, il metodo democratico è «quello strumento istituzionale per arrivare a decisioni politiche nel quale alcune persone acquistano il potere di decidere mediante una lotta per il voto popolare» (Schumpeter 1973, 257). È su questa definizione che poggia la cosiddetta «teoria competitiva della democrazia». La sua novità; e rilevanza sta nel fatto che la democrazia viene identificata nelprodottodella competizione traélitespolitiche. In altre parole, la democrazia rappresentativaderivadal fatto che il potere di scegliere tra i partiti in competizione è nelle mani del popolo. Il popolo non decide quindi sulle cose, ma decide solo su chi debba decidere. La competizione tra i partiti è il meccanismo che assicura al popolo questo potere e perciò la sua sovranità.
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Santoro, Daniela. "Salute dei re, salute del popolo. Mangiare e curarsi nella Sicilia tardomedievale." Anuario de Estudios Medievales 43, no. 1 (June 30, 2013): 259–89. http://dx.doi.org/10.3989/aem.2013.43.1.09.

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Urbani, Brigitte. "In nome del popolo italiano / Au nom du peuple italien." Italies, no. 20 (December 1, 2016): 212–14. http://dx.doi.org/10.4000/italies.5673.

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Cantarutti, Luca Azzano. "L'autodeterminazione del popolo veneto tra diritto internazionale e diritto interno." Rivista Italiana di Antropologia Applicata, no. 1 (June 29, 2016): 7–21. http://dx.doi.org/10.32054/2499-1848-2016-1-1.

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Dunlop, Anne. "Pinturicchio and the pilgrims: devotion and the past at Santa Maria del Popolo." Papers of the British School at Rome 71 (November 2003): 259–85. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200002464.

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Abstract:
PINTURICCHIO E I PELLEGRINI: LA DEVOZIONE E IL PASSATO A SANTA MARIA DEL POPOLOQuesto studio esamina le cappelle dei Cardinali Domenico e Girolamo Basso della Rovere in Santa Maria del Popolo a Roma, chiesa ricostruita sotto il pontificato di Papa Sixtus IV della Rovere negli anni Settanta del XV secolo. Le cappelle datano rispettivamente all'inizio e alla metà degli anni Ottanta del XV secolo, e sono attribuite all'artista umbro Pinturicchio, uno dei favoriti della curia della Rovere. Gli studi precedenti delle cappelle si sono prevalentemente occupati dell'abilità dell'artista nel realizzare architetture fittizie e dell'uso esteso di grottesche, ma non si sono mai soffermati a lungo sulle scene devozionali all'interno di esse. Questo articolo riconsidera l'opera dei della Rovere nella ricostruzione della chiesa, inclusa la sua importanza come luogo di pellegrinaggio, per sostenere che la distinzione moderna tra immagini votive e architetture fittizie mal rappresenta l'idea del Quattrocento di dipinti ‘classici’ innovativi, mentre potrebbero entrambe derivare da bisogni ben precisi della Chiesa.
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Ronsisvalle, Vanni. "La Napoli di Bernari e di Giordano." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 52, no. 2 (April 30, 2018): 387–97. http://dx.doi.org/10.1177/0014585818757460.

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Abstract:
Una certa “idea” di Napoli. Scenario del paradosso più universale del mondo, la grande bellezza e il dramma sociale perpetuo, connubio appunto paradossale: la Napoli del suo scrittore più importante del secolo breve, Carlo Bernari e dell’artista pittore Edoardo Giordano che dalla Napoli più aristocratica a cui (con indifferenza) apparteneva ha portato nel mondo dell’arte internazionale la temperie rivoluzionaria mai spenta dal tempo delle Avanguardie Storiche. Bernari e Giordano accomunati dalla visione politica che li vide partecipi delle storiche Quattro Giornate in cui il popolo di Napoli scacciò i tedeschi invasori.
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Stawniak, Henryk. "Udział małżonków-rodziców w kościelnej posłudze uświęcania." Prawo Kanoniczne 36, no. 3-4 (December 10, 1993): 121–36. http://dx.doi.org/10.21697/pk.1993.36.3-4.05.

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Abstract:
Nello studio é stato presentato il compito dei coniugi-genitori nella missione santificante e sacerdotale del Popolo di Dio. Coniugi-Gentori partecipano in essa tramite: - Ia vita matrimoniale nello spririto cristiano - l’educazione dei figli nello stesso spirito. Nella parte introduttiva viene accennato il probiema dei coniugi-genitori che sono il soggetto dei compito della santificazione. Due suddette questioni saranno l’oggetto dello studio. Diritti e compiti presentati nell’articolo offrono ai gentori le possibilità della piena e consapevole partecipazione nella missione della Chiesa. Alla base del presente studio stanno: il Codice di Giovanni Paolo II del 1983 e gli altri recenti documenti della Chiesa.
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Golan, Romy. "Vitalità del negativo/Negativo della vitalità." October 150 (October 2014): 113–32. http://dx.doi.org/10.1162/octo_a_00203.

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Abstract:
Vitalità del negativo nell'arte italiana 1960/70, an exhibition that occupied the ground floor of the monumental Palazzo delle Esposizioni from November 30, 1970, to January 31, 1971, revived an ideologically loaded site in Rome under the mantle of contemporary art. Curated by Achille Bonito Oliva, it featured thirty-four Italian artists from a wide range of schools and mediums: painters from the Scuola di Piazza del Popolo (the Roman school of Pop); members of the ′60s Milanese group Azimut; kinetic environments by Padua's Gruppo N and Milan's Gruppo T; artists from Arte Povera; and other, more idiosyncratic installation artists.
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Thomas, Claire. "A Colonial Eye on Egypt: Ungaretti’s Writing forGazzetta del Popolo, 1931." Italian Studies 71, no. 3 (July 2, 2016): 384–402. http://dx.doi.org/10.1080/00751634.2016.1224540.

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Cecchinato, Giorgia. "Il labirinto e l’artista. La sfinge e la statua nelle Lezioni di Estetica di G.W.F. Hegel." Nuntius Antiquus 13, no. 2 (January 31, 2018): 215–24. http://dx.doi.org/10.17851/1983-3636.13.2.215-224.

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Abstract:
L’obiettivo del testo è quello di presentare la lettura che G.W.F. Hegel (1770- 1831) offre dell’arte dell’antico Egitto, in particolare delle piramidi e della sfinge. I colossali monumenti funerari e il mostro mitológico sarebbero, secondo l’interpretazione di Hegel, espressioni dello spirito e del popolo egizio, della sua cultura, della sua, della religione e del modo di vivere e sentire. In un secondo passo analizzeremo come Hegel usa il mito dell’enigma della sfinge per esemplificare la “superiorità” razionale dei greci in relazione all’antico Egitto. Si vedrà come, in ultima analisi, l’arte greca non è solo l’espressione di una luminosa razionalità conciliata con sé stessa.
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Żądło, Andrzej. "Liturgia i formy pobożności ludowej w adwencie w świetle „Dyrektorium o pobożności ludowej i liturgii”." Ruch Biblijny i Liturgiczny 57, no. 4 (December 31, 2004): 245. http://dx.doi.org/10.21906/rbl.522.

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Abstract:
Il 17 dicembre del 2001 la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti ha promulgato il „Direttorio su pietà popolare e liturgia”. In aprile del 2002 questo direttorio è stato pubblicato in lingua italiana, invece nel 2003 è apparsa la sua traduzione in lingua polacca, presa in elaborazione nell’articolo sopra presentato.Il contenuto dell’articolo è dedicato alla questione della pietà popolare nel tempo di Avvento, quindi alla problematica discussa nel quarto capitolo del documento preso in esame. Tale problematica viene accompagnata, nella prima parte dell’articolo, da uno sguardo d’insieme dedicato allo sviluppo storico di Avvento e alla sua teologia. Nella seconda parte dell’articolo vengono presentate le forme della pietà popolare sviluppatesi e praticate nel menzionato tempo liturgico dell’attesa della nascita di Gesù (esse sono: la corona e le processioni di Avvento, le „tempora d’inverno”, la Vergine Maria nell’Avvento, la novena del Natale, il presepio). In questa parte dell’articolo viene messa in evidenza la potenziale ricchezza spirituale di tali forme, ma anche la necessità dell’adeguato approfondimento teologico di esse e della loro evangelizzazione, per garantirne il giusto rapporto con la liturgia che costituisce il naturale coronamento delle forme di pietà popolare. E’ importante che i pii esercizi del popolo cristiano rimangano vivamente raccomandati. E’ ugualmente necessario però che tali esercizi vengano regolati in modo da rimanere in armonia con la sacra liturgia. La pietà popolare deve in qualche modo trarre ispirazione dalla liturgia e ad essa condurre il popolo cristiano (cfr. LG 13).
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Illari, Silvia. "RETRACING SOME “FOOTSTEPS” ON THE ROAD OF THE ITALIAN REPUBLICAN CONSTITUTION." Il Politico 84, no. 1 (June 25, 2019): 47–64. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2019.51.

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Abstract:
Ripercorrendo alcuni “passi” del percorso compiuto dalla Costituzione italiana del 1948, si è tentato in primis di soffermare l’attenzione sul modello liberaldemocratico scaturito dall’arduo lavoro dei Costituenti. Questi gettarono le basi di un nuovo inizio, poi seguì la travagliata attuazione e il crescente susseguirsi di progetti di riforma, spesso non arrivati a compimento, se non addirittura respinti con voto popolare. “Tutti avvertono che non va, ma non si sa come corregerla o sostituirla” affermò Ugo Spirito già nel lontano 1972. E intanto la Costituzione del 1948 appare ancora oggi come il patto che lega il popolo italiano nella libertà e nella democrazia, oltre tutte le ragioni di divisione.
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Faraoanu, Iulian. "Aspetti simbolici nelle imagini del popolo di Dio in Ap 11,1-2." Studia Universitatis Babeș-Bolyai Theologia Catholica Latina 62, no. 1 (June 30, 2017): 5–21. http://dx.doi.org/10.24193/theol.cath.latina.2017.lxii.1.01.

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Fernández, Ángel José. "Retiros y metrópolis: Gil de Biedma, su poética y las voces del poema “Piazza del Popolo”." Andamios, Revista de Investigación Social 12, no. 27 (August 17, 2015): 77. http://dx.doi.org/10.29092/uacm.v12i27.66.

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Abstract:
Este artículo propone como hipótesis un sistema creativo basado en la experiencia vivida en las metrópolis y reflexionada y elaborada artísticamente desde el retiro. Jaime Gil de Biedma buscaba sitios de retiro, como el de la Casa del Caño en La Nava de la Asunción, Segovia, el solar antiguo de su familia, donde pasó las incidencias de la Guerra Civil y conoció de frente los estragos del conflicto bélico; pero también, ya en su juventud y madurez, tomó como su locus amoenus; allí reflexionó, escribió crítica literaria y produjo algunos de sus mejores poemas, como el titulado “Piazza del Popolo”, vivido, pensado en esta plaza romana en compañía de María Zambrano, y cuya experiencia compartió al escribir el poema romanceado en el que van alternándose las voces: la de la “narradora”, la voz del yo poético, las voces del silencio e, inclusive, las voces interiores. Este poema, a la vez, refleja el compromiso estético con la tradición y pone de manifiesto el sustrato ideológico del poeta, como burgués, y su aspiración socialista, que fracasó al ser rechazado por el partido debido a su homosexualismo.
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Rinaldi, Bianca Maria. "Per i piaceri del popolo: l'evoluzione del giardino pubblico in Europa dalle origini al XX secolo." Journal of Landscape Architecture 10, no. 3 (September 2, 2015): 98. http://dx.doi.org/10.1080/18626033.2015.1094927.

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Magnusson, Cecilia. "Lorenzetto's statue of Jonah, and the Chigi chapel in s. Maria del Popolo." Konsthistorisk Tidskrift/Journal of Art History 56, no. 1 (January 1987): 19–26. http://dx.doi.org/10.1080/00233608708604130.

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Langer, Lara. "The maniera moderna of Andrea Sansovino’s cardinal tombs at Santa Maria del Popolo." Sculpture Journal 28, no. 1 (January 2019): 75–102. http://dx.doi.org/10.3828/sj.2019.28.1.5.

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Committeri, Giorgia, Laura Piccardi, Gaspare Galati, and Cecilia Guariglia. "Where did you “left” Piazza del Popolo? At your “right” temporo-parietal junction." Cortex 73 (December 2015): 106–11. http://dx.doi.org/10.1016/j.cortex.2015.08.009.

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Tyburowski, Krzysztof. "Wkład Damazego w Kościelne i świeckie umocnienie władzy papiestwa." Vox Patrum 46 (July 15, 2004): 211–22. http://dx.doi.org/10.31743/vp.6751.

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Abstract:
Il papa Damaso I (366-384) si presenta come uno dei piu grandi pontefici neł periodo dełła Chiesa antica. Con ła sua persona sono łegati diversi awenimeti che fecero dalia Chiesa un organismo importante e forte nel mondo antico. Da una parte grazie a lui l'insegnamento cristiano divenne piu vicino al popolo (ad es. Finflusso su Girolamo a proposito della traduzione della Bibbia in latino, l'introduzione del latino alla liturgia), dalFaltra invece la sua politica sia alFinterno della Chiesa, sia alFesterno di lei consolidarono ii potere papale sia dal punto di vista ecclesiastico sia quello civile. L'articolo presente vuole occuparsi soprattutto di quell'uitimo problema. Il rafforzamento del potere papale fu causato dalie diverse circostanze: dalie capacita personali di Damaso, dai suoi probierni personali legati sia ai tumulti delFinizio del suo pontificato, sia dalie calunnie di cui Damaso fu oggetto, dalia situazione politica e religiosa della Chiesa nelFImpero Romano. Con la sua persona sono legati i primi seri privilegi da parte dello stato concessi sia alle istituzioni ecclesiastiche sia al clero. Dal punto di vista religioso invece Damaso ha dei meriti notevoli nella lotta contro le eresie del suo tempo e soprattutto nelFargomentazione teologica delFimportanza della Sede Apostolica di Roma.
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Secchi Tarugi, Luisa. "Etica e politica di Lorenzo il Magnifico." Tabula, no. 17 (November 16, 2020): 331–44. http://dx.doi.org/10.32728/tab.17.2020.13.

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Abstract:
Lorenzo de’ Medici, uomo di profonda fede, data la mirabile educazione ricevuta in famiglia, accettò il governo della città dopo la morte del padre, Piero il Gottoso, come dovere, sentendone il peso, data la sua giovane età di 21 anni, secondo quanto lui stesso dice “mal volentieri accettai”. In tutta la sua vita, non molto lunga, privilegiò come fine il conseguimento del bene comune e non il proprio interesse. Attento anche alle situazioni dei meno fortunati, come il popolo fiorentino e i contadini del Mugello, si rivelò un abile politico che riuscì ad equilibrare la politica dei vari staterelli italiani, ma non dimenticò mai quale fosse il traguardo vero della vita dell’uomo e cioè guardare verso Dio staccandosi dalle ambizioni della vita terrena. Soprattutto raccomandò ai figli di saper governare diventando esempio “perché il signore deve essere servo de’ suoi servi” come scrive nella Sacra rappresentazione di Giovanni e Paolo messa in scena il 17 febbraio 1491 nella Compagnia del Vangelista.
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Zabłocki, Jan. "Leges de plebiscitis." Prawo Kanoniczne 35, no. 1-2 (June 5, 1992): 237–46. http://dx.doi.org/10.21697/pk.1992.35.1-2.13.

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Abstract:
Nella definizione data da Capitone (Gell. 10. 20. 2) si legge che per lex deve intendersi una delibera di carattere generale votata da popolo о plebe su proposta della magistratura. L’efficacia vincolante dei plebisciti, in quanto votati dai soli plebei senza il concorso dei patrizi, veniva tuttavia messa in dubbio (G. 1. 3). Varie fonti (Plin. Nat. hist. 16. 10. 37; Gell. 15. 27. 4; D. 1. 2. 2. 8; Inst. 1. 2. 4) sostengono che i plebisciti siano stati equiparati alle leggi soltanto con l’emanazione della legge Hortensia. Il racconto di Livio informa tuttavia che l’efficacia dei plebisciti era già stata regolamentata in due leggi anteriori: in primo luogo nella lex de plebiscitis (Liv. 3.54-55), votata sotto il consolato di L. Valerio e. M. Orazio, che avrebbe equiparato alle leggi i plebisciti che erano stati votati subito dopo la secessione della plebe; e in secondo luogo nella lex de plebiscitis (Liv. 8. 12. 14-16), votata su proposta del dittatore Publio Filone, che avrebbe riconosciuto vincolante per tutto il popolo qualsiasi plebiscito cui fosse concessa l’auctoritas patrum. Ma in breve una successiva lex Publilia Philonis statui che l’auctoritas patrum avrebbe dovuto concedersi preventivamente; e per qualche tempo non fu chiaro se tale disposizione riguardasse anche i plebisciti. Il problema fu definitivamente risolto dalla lex Hortensia, emanata nel periodo della dittatura di Ortensio.
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Lemański, Janusz. "Żydzi w oczach ewangelisty Mateusza." Ruch Biblijny i Liturgiczny 57, no. 2 (June 30, 2004): 117. http://dx.doi.org/10.21906/rbl.492.

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Abstract:
Il modo di vedere gli Ebrei nel vangelo secondo Matteo è ben diverso da quello degli altri scritti del NT. Questa differenza emerge da uno specifico contesto ambientale e storico nel quale nasce l’opera di Matteo. Si tratta di un tempo in cui giudaismo viene sottoposto ad un’influenza della dottrina farisaica, la quale crea delle tensioni con la giovane Chiesa cristiana. Le divergenze sono la conseguenza dell’esclusione dei seguaci di Christo dalla sinagoga e del modo di comprendere il concetto stesso del popolo eletto. Secondo Matteo il concetto della comunità eletta da Dio non è basato sui legami etnico-nazionali, ma sulla relazione con Christo e con la sua opera salvifica. In tal modo viene pian piano superato il problema della presenza dei pagani nelle communità cristiane, come anche si conserva la priorità degli Ebrei nell’opera di salvezza, i quali non vengono esclusi da questo piano di Dio
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Grillo, Andrea. "ACTUOSA PARTICIPATIO: IL VERO FINE DELLA RIFORMA LITURGICA." Revista Pistis Praxis 4, no. 2 (October 6, 2012): 441. http://dx.doi.org/10.7213/pp.v4i2.8786.

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Abstract:
Il saggio indica alcune idee sbagliate presente nella coscienza ecclesiale in relazionead una delle questioni più delicate e appariscenti della riforma liturgica del VaticanoII. Senza affrontare loro, con l’aiuto del metodo storico è il metodo da teologica, riformaliturgica fissato dal Consiglio rimangono incompleti e persino controproducente.Infatti, la partecipazione attiva dei fedeli alla liturgia - che è fonte e culmine della vitaecclesiale - non è qualcosa di accidentale o superfluo, ma essenziale, in quanto il “Leazioni liturgiche non sono azioni private ma celebrazioni della Chiesa Qual è il ‘sacramentodi unità’, cioè del popolo santo “e” appartengono all’intero corpo della Chiesa emanifesto e affetto “, anche se raggiungere” i singoli membri in modo diverso, come ladiversità degli ordini ministeri e la loro partecipazione effettiva ”(SC 26). Il tema dellapartecipazione attiva implica quindi una riformulazione di tutta la strada di sentire e diagire nella sfera religiosa, il Consiglio, salvataggio del Nuovo Testamento e paradigma patristico da un lato, e moderna cristiana autocoscienza del soggetto, l’altro assumecome prospettiva. Da qui la necessità di chiamare alla coscienza il complesso rapportotra popolazione attiva e la riforma liturgica, in modo che le sue prestazioni istituzionalie pastorali, non solo calcio, ma i progressi costanti.
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Grillo, Andrea. "ACTUOSA PARTICIPATIO: IL VERO FINE DELLA RIFORMA LITURGICA." Revista Pistis Praxis 4, no. 2 (October 6, 2012): 441. http://dx.doi.org/10.7213/revistapistispraxis.6108.

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Abstract:
Il saggio indica alcune idee sbagliate presente nella coscienza ecclesiale in relazionead una delle questioni più delicate e appariscenti della riforma liturgica del VaticanoII. Senza affrontare loro, con l’aiuto del metodo storico è il metodo da teologica, riformaliturgica fissato dal Consiglio rimangono incompleti e persino controproducente.Infatti, la partecipazione attiva dei fedeli alla liturgia - che è fonte e culmine della vitaecclesiale - non è qualcosa di accidentale o superfluo, ma essenziale, in quanto il “Leazioni liturgiche non sono azioni private ma celebrazioni della Chiesa Qual è il ‘sacramentodi unità’, cioè del popolo santo “e” appartengono all’intero corpo della Chiesa emanifesto e affetto “, anche se raggiungere” i singoli membri in modo diverso, come ladiversità degli ordini ministeri e la loro partecipazione effettiva ”(SC 26). Il tema dellapartecipazione attiva implica quindi una riformulazione di tutta la strada di sentire e diagire nella sfera religiosa, il Consiglio, salvataggio del Nuovo Testamento e paradigma patristico da un lato, e moderna cristiana autocoscienza del soggetto, l’altro assumecome prospettiva. Da qui la necessità di chiamare alla coscienza il complesso rapportotra popolazione attiva e la riforma liturgica, in modo che le sue prestazioni istituzionalie pastorali, non solo calcio, ma i progressi costanti.
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ΓΑΟΥΤΣΗΣ, ΣΠΥΡΟΣ Π. "ΜΙΑ ΑΠΟΓΡΑΦΗ ΤΟΥ 1700: Ο ΛΑΤΙΝΙΚΟΣ ΠΛΗΘΥΣΜΟΣ ΤΟΥ ΠΑΛΑΙΟΥ ΦΡΟΥΡΙΟΥ ΚΕΡΚΥΡΑΣ." Eoa kai Esperia 5 (July 24, 2003): 19. http://dx.doi.org/10.12681/eoaesperia.60.

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Abstract:
Un centimento del 1700 della popolazione latina della vecchia fortezza di Corfùsebbene le prime testimonianze per il numero delle communità latine delle isoleioniche arrivano alla fine del secolo 15o, la mancanza di relativi fonti, censimenti enote statistiche specialmente dopo la totale distruzzione avvenuta durante laseconda guerra mondiale degli archivi dell' Arcivescovato Cattolico di Corfù lasciagravi lacune.Nel secolo 18o e specialmente durante la guerra Veneto - turca nel 1716 si notauna importante aumento di mercenarii e soldati al servizio delle forze venezianesebbene tutto questo presenta una diminuzione importante alla fine del secolo 19o.Nel presente lavoro presentiamo una notizia dell'anno 1700 degli abitanti cheappartenevano al dogma occidentale e che abitavano nella vecchia fortezza diCorfù. Nei giorni del Vescovo latino di Corfù Georgio Emo (1664-1705) sono statinumerati 235 focolari che esaminiamo se costituiscono tutto Γ abitato della popolazionedell'epoca. In questa presentazione non abbiamo fatto l'analisi dei fenomenidemografici come pure circa la condizione e l'occupazione del popolo esaminatoperchè questo sarà l'oggetto di un lavoro più dettagliato.
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Bache-Wiig, Harald. "Olaf Malms historie. Om en skjebnefigur i Vilhelm Bergsøes roman "Fra Piazza del Popolo"." Studia Scandinavica, no. 2 (22) (December 28, 2018): 65–77. http://dx.doi.org/10.26881/ss.2018.22.04.

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Abstract:
In translation the title of this article would be: “The story of Olaf Malm: About a person of destiny in Vilhelm Bergsøes’s novel Fra Piazza del Populo”. The novel was published in 1867, and in many editions it is subtitled: “a cycle of short stories”. But this article is meant to show the reader that one of the stories, told by a character called “The old artist”, in itself can be read as a completed work of literature. The story of a young, Norwegian sculptor is meticulously composed, weaving a tissue of entangled threads of destiny. All his works are demolished, yet the protagonist finally appears as a creator of divine art. This is also an accomplishment both of the narrator: the old artist, and Bergsøe himself.
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Fisher, Eugene J. "Scritture, Alleanza e Popolo di Dio: Aspetti del dialogo ebraico-cristiano by Massimo Grilli." Journal of Ecumenical Studies 51, no. 1 (2016): 155. http://dx.doi.org/10.1353/ecu.2016.0001.

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Gobbo, Federico. "Rassegna di Tonkin (2009): Una lingua e un popolo. Problemi attuali del movimento esperantista." Language Problems and Language Planning 34, no. 3 (November 17, 2010): 276–78. http://dx.doi.org/10.1075/lplp.34.3.08gob.

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Palandri, Maria Mercedes. "Lo sport cattolico italiano, dalla fine del II guerra mondiale alle Olimpiadi del Sessanta." El Futuro del Pasado 6 (October 1, 2015): 127–57. http://dx.doi.org/10.14516/fdp.2015.006.001.005.

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Abstract:
All’interno di una cornice che descrive la situazione storico-politica del primo II dopoguerra, la ricostruzione dello sport italiano prende l’abbrivo dopo la lunga parentesi del periodo fascista. Accanto al Comitato Olimpico Nazionale Italiano (Coni) emergono nuovi organismi che si occupano di sport e contribuiscono ad arricchire la società italiana, tra tutti spicca il Centro Sportivo Italiano (CSI).Questa ricerca ha lo scopo di indagare il contributo che l’organizzazione dello sport cattolico ha messo in campo a favore dello sviluppo del sistema sportivo nazionale. Dalla relazione privilegiata che papa Pacelli ha concesso al popolo sportivo cattolico elaborando con i suoi discorsi una concezione di sport «cristianamente e sanamente inteso», capace di guidarlo e orientarlo di fronte a questo fenomeno in continua espansione. Alla presentazione della figura di Luigi Gedda, presidente del Csi dal 1944, anno della sua fondazione, fino al 1960, anno della XVII Olimpiade romana, e che ha rappresentato il trait d’union tra le gerarchie ecclesiastiche, il Csi e lo sport. All’alacre attività del Csi degli anni Cinquanta che ha visto un sostanziale sviluppo del suo impegno e delle sue attività nei confronti del gioventù sportiva che si è concretizzato attraverso il riscontro di un maggiore numero di tesserati. Ma soprattutto all’operosa condotta portata avanti da questa organizzazione cattolica in prospettiva dei Giochi Olimpici di Roma del 1960 con la preparazione della Giornata Olimpica indetta dal Coni per diffondere lo spirito olimpico tra la popolazione in ogni luogo d’Italia e per sollecitare lo sviluppo di una coscienza critica di fronte al vasto analfabetismo motorio degli italiani.
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Boggio, Maricla. "Regina Bianchi e il sangue del teatro Napoletano." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 52, no. 2 (February 7, 2018): 582–91. http://dx.doi.org/10.1177/0014585818755364.

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Abstract:
Nata nel 1921, Regina Bianchi matura insieme a un teatro che da semplice dialettalità si fa, con Eduardo, giudice del mondo e rappresentante di un popolo e della sua grandezza e miseria, affrontando tutta la strada dei ruoli nelle opere rappresentate e arrivando ben presto ai personaggi di maggior rilievo. Il traguardo è il ruolo di Filumena Marturano con cui Eduardo De Filippo le impone di cimentarsi, lei recalcitrante per paura del confronto con la grande Titina De Filippo. Vita privata e professione recano in lei il segno del personaggio materno, che i registi più diversi le affidano e in cui lei si immedesima attraverso una sensibilità sempre rinnovata e al tempo stesso coerente con un modello, quella di Filumena a cui si aggiungono la protagonista di Napoli milionaria, la Zà Croce del pirandelliano Liolà, Anna la madre di Maria, Adelaide madre di Giacomo Leopardi fino a dare la sua impronta di sensibilità partenopea nella Madre dei Sei personaggi in cerca d’autore diretta da Zeffirelli. La caratteristica partenopea della sua recitazione, immedesimata nei sentimenti e al tempo stesso straniata nel modo di porsi, consente a Regina di essere anche protagonista di un teatro che supera i confini della napoletanità.
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Bancheri, Salvatore. "Elementi di plurilinguismo nell’opera di Filippo Orioles." Quaderni d'italianistica 36, no. 2 (July 27, 2016): 23–40. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v36i2.26898.

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Abstract:
La prima metà del Settecento — periodo in cui scrisse Filippo Orioles (1687–1793), autore del Riscatto d’Adamo — fu segnato in Sicilia da un continuo alternarsi di dominazioni e quindi anche da normale commistione di linguaggi. Di riflesso, i lavori dell’Orioles (La notte in giorno, La S. Rosalia, Il S. Alessio e Il San Basilio Magno), analizzati brevemente nella loro esemplarità linguistica, sono uno specchio di questa realtà. Nelle opere esaminate troviamo una mescolanza di lingue (italiano, spagnolo e latino), frequenti latinismi, dialetti (siciliano e napoletano). La contaminazione dei linguaggi si manifesta sia sul piano puramente linguistico, sia su quello dei codici e delle tradizioni culturali: abbiamo in contempo il linguaggio lirico e drammatico, colto e popolare, profano e religioso. Al linguaggio galante dei salotti si contrappone il dialetto schietto dei popolani; al tono epico si contrappone quello eroicomico dei servi. L’elemento più interessante delle commedie agiografiche dell’autore palermitano è il plurilinguismo — inteso in senso lato — grazie al quale va in scena, sia pure in modo anacronistico, la Sicilia del ’700, sia aristocratica che popolana. E sono proprio, e principalmente, i personaggi del popolo con il loro colorito dialetto che rendono meno pesanti, se non addirittura vivaci, le commedie dell’Orioles.
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de Stefani, Lorenzo. ""Devesi parlare al popolo". Toponomastica risorgimentale e lapidi commemorative nel dibattito in consiglio comunale a Milano, 1859-1878." STORIA URBANA, no. 132 (February 2012): 53–81. http://dx.doi.org/10.3280/su2011-132003.

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Abstract:
Il saggio affronta il tema della toponomastica come strumento di rafforzamento del sentimento nazionale dopo l'annessione di Milano al regno di Sardegna e successivamente allo stato italiano. Sono stati presi in considerazione i dibattiti in seno al Consiglio comunale circa il valore evocativo della titolazione delle strade ai principali simboli del Risorgimento nazionale e ai personaggi eccellenti nel campo delle lettere, delle arti, delle scienze, con particolare riferimento a quelli, nati a Milano o qui provvisoriamente residenti in qualche tempo, che hanno influenzato la vita civile, artistica e letteraria della cittŕ. L'operazione di "costruzione della memoria" lega insieme la necessitŕ di razionalizzare e modernizzare la cittŕ che si apprestava a diventare la "capitale morale" dello stato unitario (come confermato nella legislazione comunale e provinciale del 1865) con la preoccupazione di tenere vive le memorie locali, da far convivere in armonia con l'azione di costruzione della nazione dal punto di vista della lingua e delle memorie collettive. Ciň si unisce alla determinazione di celebrare i principali eventi della storia civile affiggendo lapidi come sintesi di un compendio della storia locale da offrire per la costruzione del popolo.
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Visentin, Stefano. "La libertà del popolo ebraico. Antropologia, storia e politica nel Trattato teologico politico di Spinoza." RIVISTA DI STORIA DELLA FILOSOFIA, no. 3 (September 2020): 485–503. http://dx.doi.org/10.3280/sf2020-003006.

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