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Dissertations / Theses on the topic 'Di cultura'

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1

Gili, Linda <1995&gt. "Tema Cultura: studio di un’associazione di promozione sociale improntata alla cultura teatrale." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19169.

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Abstract:
Tema Cultura è una associazione di promozione sociale riconosciuta dalla Regione Veneto, operativa dal 2000. L’associazione è apartitica, non ha scopo di lucro e svolge attività di promozione e utilità sociale. Si propone di diffondere le diverse forme d’arte, con particolare riferimento alla cultura teatrale; promuove laboratori teatrali per bambini, ragazzi e adulti; si propone come luogo di aggregazione nel nome di interessi culturali, assolvendo alla funzione sociale di maturazione e crescita umana e civile, attraverso l’ideale dell’educazione permanente soprattutto rivolto ai giovani. L’elaborato prende ispirazione da un periodo di collaborazione lavorativa con l’associazione e vuole analizzare dall’interno le finalità da essa perseguite e le modalità economiche e formative scelte. Nella presente trattazione vengono delineate: la struttura operativa di Tema Cultura, la forma giuridica adottata, la dimensione economica dei progetti realizzati, l’attenzione alla formazione teatrale e la ricchezza educativa che ne deriva.
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2

Rocchetto, Lelio <1939&gt. "Il centro culturale islamico Ettawba in Vicenza, come luogo di fede, di cultura, di dialogo." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8846.

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Abstract:
La tesi magistrale corrisponde ad una ricerca sul campo durata tre anni, presso il centro culturale islamico Ettawba di Vicenza, in via vecchia ferriera e avente il seguente obiettivo: conoscere il centro culturale islamico dal modo in cui esso è strutturato sino alle attività religiose, sociali e culturali ivi svolte. Poi intervistare persone di religione musulmana per ascoltare, dal vivo, opinioni e giudizi circa l'impatto con il mondo occidentale e con il mondo locale.
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3

Mazzetto, Marianna <1993&gt. "Etnografia di una cultura materiale." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12749.

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Abstract:
Ricerca antropologica in una comunità rurale dell'Alto Vicentino. Ricerca etnografia sulla cultura materiale inerente alla lavorazione della paglia, dall'intreccio degli steli di frumento alla creazione di borse e cappelli commerciati oltreoceano; breve parentesi sull'emigrazione veneta a Rio grande do Sul in Brasile dove le comunità venete lavorarono la paglia come in madrepatria.
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4

Salas, Añez Alejandra. "Pratiche Quotidiane di Sostenibilità: Rappresentazioni della Cultura Organizzativa di una Banca Sociale." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2018. http://hdl.handle.net/11577/3422812.

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Abstract:
Title: Quotidian Sustainability Practices: Representations of the Organisational Culture of a Social Bank The present research offers a qualitative approach for the study of the culture of sustainability in the organization. The work was developed under the epistemological perspective of symbolic interactionism, specifically Blumer, taking into account his approach to sensitizing concepts, that is, concepts constructed from research in the field and representing an intermediate position between the description of experience and the abstract theory. In this regard, the approach to the interactions of employees in the field of work in a Social Bank was proposed, in order to comprehend the construction meaning of sustainability in the organizational context. The ethnographic method was used, remaining a period of six months in the organization. Different strategies were used for data collection: participant observation, 69 semi-structured interviews, and document review. From the analysis, significant data were found: that the bank, having a constitutional basis as a cooperative society, practices a sustainability based on caring for the relationships that the bank establishes through its activities, whether with the environment, the people or with the community. The practices are based on ethical values with a clear orientation to sustainability, said sustainability represents a transversal axis in the work practices and the bank has built an aesthetic of sustainability identity that defines it and differentiates it from the rest of the banks. The economic dimension is oriented towards the “common well-being”, where the meaning of profit extends to the benefits of people in their context.
La presente ricerca offre un approccio qualitativo per lo studio della cultura della sostenibilità nell'organizzazione. Il lavoro è stato sviluppato sotto la prospettiva epistemologica dell'interazionismo simbolico, in particolare Blumer, tenendo conto del suo approccio ai concetti sensibilizzanti, vale a dire concetti costruiti dalla ricerca sul campo e che rappresentano una posizione intermedia tra la descrizione dell'esperienza e la teoria astratta. In questo senso, è stato proposto l'approccio alle interazioni dei dipendenti nel campo del lavoro in una Banca Sociale, al fine di comprendere la costruzione di significato della sostenibilità nel contesto organizzativo. Il lavoro è stato fatto attraverso l’utilizzo del metodo etnografico, rimanendo un periodo di sei mesi nell'organizzazione. Sono state utilizzate diverse strategie per la raccolta dei dati: osservazione partecipanti, 69 interviste semi-strutturate e revisione dei documenti. Dall'analisi sono stati trovati dati significativi: la banca, avendo una base di società cooperativa, pratica una sostenibilità basata sulla cura delle persone e dell’ambiente attraverso le relazioni finanziarie. Le pratiche guidate da suoi valori etici, che hanno un chiaro orientamento alla sostenibilità. La sostenibilità rappresenta un asse trasversale di tutta l’organizzazione. L’economia è fondata sul principio del “bene comune”, quindi la sostenibilità implica profit moderato, e cura delle persone e l’ambiente.
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5

Caffo, Costanza <1987&gt. "Approaching Fundraising: l'Istituto Italiano di Cultura di New York." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/2155.

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Abstract:
Questo elaborato si propone di analizzare criticamente l'attività di fundraising svolta dall'Istituto Italiano di Cultura di New York e fornire delle linee guida per un fundraising strategico. A tal fine si è reso necessario approfondire che cosa sono e come funzionano gli Istituti Italiani di Cultura, una rete di uffici del Ministero degli Esteri che opera per promuovere la cultura italiana all'estero, facilitando così le relazioni diplomatiche tra paesi. Scopo degli IIC è promuovere il Sistema Paese all'estero, collaborando a tal fine con imprese, istituzioni, comuni e regioni italiane. Viene analizzato nel dettaglio l'Istituto Italiano di Cultura di New York, la mission, le componenti, le attività, gli strumenti di comunicazione e, infine, le fonti di finanziamento. Data la diminuzione dei fondi ministeriali a lui destinati, l'Istituto ha messo in atto una serie di azioni di fundraising verso il settore privato italiano e americano che vengono qui descritte e valutate criticamente. Infine, dal momento che il fundraising, se inteso come funzione strategica, rappresenta innanzitutto un'opportunità di crescita per l'Istituto, vengono suggeriti gli strumenti con cui elaborare una strategia efficace. Attraverso le varie fasi che compongono il "ciclo del fundraising", l'Istituto ha modo di prendere coscienza di sè, di sviluppare un approccio strategico al problema del reperimento delle risorse e di raggiungere gli obiettivi di autofinanziamento che l'hanno spinto ad avvicinarsi al fundraising.
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6

Baita, Matteo <1996&gt. "L'idea di cultura nelle candidature a Capitale Italiana della Cultura." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/20265.

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Abstract:
La Capitale Italiana della Cultura è un programma istituito nel 2014 e da allora ha generato molto interesse a livello locale ma soprattutto a livello nazionale. L’obiettivo che ci si pone con questo elaborato di tesi è quello di analizzare e comprendere le diverse proposte culturali delle città candidate durante gli anni, includendo nello studio anche l’aspetto relativo alla costruzione del concetto di cultura. Per arrivare a discutere di ciò, si dovrà in primis studiare il programma europeo della Capitale Europea della Cultura, evento da cui il programma italiano ha tratto ispirazione, rintracciando i punti in comune tra i due eventi culturali. Entrando a pieno in ambito italiano, si vedranno analizzati i dossier di candidatura delle città vincitrici anno per anno così da creare una panoramica relativa ai migliori progetti culturali decretati dal ministero. Si proseguirà con la terza parte dove verranno presi in considerazione, il concetto di cultura e l’analisi delle proposte culturali presenti nei dossier. La quarta ed ultima parte, avrà come obiettivo lo studio in maniera approfondita della composizione letteraria e terminologica dei documenti relativi alla candidatura delle varie città.
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7

Nannini, Maite. "Le comunità culturali come driver per la progettazione di servizi di accoglienza museale e lo sviluppo di sistemi di fruizione e valorizzazione del patrimonio culturale bolognese mediante strategie di attivazione dei visitatori." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Abstract:
Il progetto vede il suo sviluppo a partire dalla ricerca sul tema dell’interattività tra gli utenti e negli spazi fisici delle istituzioni museali quale fattore chiave dell’esperienza culturale, nel suo frontline e nei suoi servizi di fruizione e promozione. Il percorso progettuale, seguendo le metodologie proprie del service design, si compone innanzitutto di due parti macro-tematiche: la ricerca e il progetto. La prima introduce una premessa alle teorie e alle pratiche della progettazione e dell'implementazione di servizi nell’ambito dei beni culturali, poi delinea la metodologia utilizzata nell’affrontare il lavoro nella sua complessità, e presenta le rilevazioni e le ricerche effettuate per comprendere contesto, attori, utenti coinvolti e si conclude con l’analisi di una serie di casi studio. La seconda invece delinea il vero e proprio progetto: rielaborando gli elementi utili della fase di ricerca sono state definite le basi su cui sviluppare la domanda progettuale, dando origine a due livelli di sviluppo, quello dei servizi relativi all’accoglienza fisica per le istituzioni museali e quello dei servizi con cui ottimizzare ed implementare con nuove funzioni uno strumento già attivo. Questi due asset si concretizzano nell'elaborazione di una strategia decisionale come processo per la definizione dei servizi che meglio si adeguano ad ogni realtà museale e una applicazione digitale quale estensione, sia per funzione ed interazione con l'utente che dal lato gestionale, dello strumento già attivo. L’intero percorso ha come focus l’importanza dell’utente, in questo caso il visitatore e il potenziale visitatore, nell’approccio progettuale di servizi, sistemi e attività di fruizione e valorizzazione del patrimonio culturale e dei suoi luoghi.
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8

Ongaro, Silvia <1990&gt. "La domanda di arte e cultura: un problema di assuefazione?" Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/5890.

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Abstract:
In questo elaborato viene trattato il tema dell' Addiction culturale, ossia dell'assuefazione ai beni culturali che consiste nel volerne fruire in modo sempre maggiore, affinando e specializzando i gusti del consumatore. È un modello mutuato dall'economia sanitaria: ciò comporta evidentemente delle difficoltà, che verranno analizzate in questa dissertazione, in quanto i beni che solitamente danno dipendenza e, che in economia vengono definiti mali, producono esternalità negative, mentre la fruizione di beni culturali produce esternalità positive.
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Rossi, Eleonora <1996&gt. "Materiali di cultura funeraria egizia del Museo Civico di Padova." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19189.

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Abstract:
Questo elaborato esamina alcuni reperti funerari egizi presenti al Museo Civico agli Eremitani di Padova (sarcofagi, Osiride verdeggiante e vasi canopi) prendendo spunto dalla categoria dei materiali per svolgere degli approfondimenti in merito. Si vuole inoltre esporre la storia del Museo Civico di Padova e la formazione della sua collezione egizia mettendo in risalto anche l’interesse del territorio padovano per i reperti egizi. Si mostra la presenza passata di altre piccole collezioni presso il Castello del Catajo di Battaglia Terme e Villa Querini ad Altichiero, e l’influenza del fenomeno dell’egittomania nell’architettura civile prendendo in esame come caso studio la sala egizia del Caffè Pedrocchi, luogo simbolo della città.
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TALLAKI, Mouhcine. "CULTURA NAZIONALE E TRASFERIMENTO DEI SISTEMI DI CONTROLLO DI GESTIONE." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2013. http://hdl.handle.net/11392/2388907.

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Abstract:
The relationship between national culture and Management Control System (MCS) has been well addressed in the literature on the international management. Researchers argued that culture is central and crucial to enhance our understanding of the differences in the MCS (Chow et al., 1999; D'Iribarne, 1989; Catturi 1992; Ciambotti, 2001). Therefore, it was called into question the generalizability of the MCS. Despite the non-generalizability of the MCS in the internationalized companies, companies tend to transfer their MCS from their parent company to the foreign subsidiary (Van Der Stede, 2003). Schneider (1988) argued that the parent company is interested in promoting a similar management philosophy within the group. In this context, Roth et al. (1991) deemed that having a shared management philosophy could increase efficiency, reduce communication time and contribute to the success of the corporate strategy. Moreover, the non-generalizability of MCS, caused by the relationship existing between the MCS and the cultural values, implies an adaptation of MCS to the cultural characteristics of the new context. The aim of the research is twofold; firstly, to understand how the MCS is transferred from the parent company to the foreign subsidiary. Secondly, to examine and explain how culture influences the transfer process. The research methodology chosen is qualitative with case studies. The case studies relate to Italian companies that have subsidiaries in Morocco. Italy and Morocco are chosen for this study because they represent areas with reverse positions on cultural dimensions. The research findings show that the internationalized companies are guided in their actions by institutional forces (Boussebaa et al., 2012; Prahalab and Doz, 1987; Rosenzweig and Singh, 1991; Yin and Makino, 2002; Powell and DiMaggio, 1991). The findings show also, that the choice of transfer occurs without considering the cultural elements, consequently the MCS are transferred but not internalized. The internalization process involves, as has been pointed out by Kostova and Roth 2002, the sharing of values and the similarity between the institutional contexts of the mother company and the foreign subsidiary. Therefore, neglecting the cultural factors in an internationalized context leads to the cultural conflicts, Youssfi (2011) showed that the non-consideration of cultural values involves cultural conflicts. This idea was confirmed also by the present study. In other words, cultural values are crucial key for the internalized companies to avoid the cultural conflicts. Results showed also that the parent company becomes aware of the diversity and cultural conflicts only in the second stage of the transfer process, however the behavior adopted by the company does not involve any adjustment to fit the cultural variables.
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Dalle, Sasse Elisa <1994&gt. "Le partnership internazionali per la promozione della cultura italiana. Il caso dell’Istituto Italiano di Cultura di Parigi." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13943.

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Abstract:
L’internazionalizzazione delle organizzazioni culturali è un argomento di recente sviluppo e tuttora poco indagato dalla letteratura. Lo sviluppo di partnership internazionali nel settore culturale e la diffusione di una comunicazione globale facilitata dal digitale la rendono tuttavia una tematica attuale, da cui la promozione culturale non può prescindere. Attraverso questa ricerca si vogliono perciò analizzare i processi di internazionalizzazione delle organizzazioni culturali, in particolar modo le partnership internazionali, e individuare come queste possano favorire la promozione del patrimonio culturale italiano. A tal proposito il caso dell’Istituto Italiano di Cultura di Parigi, organismo del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale per la promozione della lingua e cultura italiana e uno degli istituti di cultura stranieri più attivi nella capitale francese, è indagato per le sue partnership con le principali organizzazioni culturali francesi e italiane. Attraverso l’analisi delle convenzioni di partnership stipulate nel corso del 2017 e delle variabili che le accomunano sarà possibile dimostrare in che modo le partnership possono essere uno strumento di internazionalizzazione e di promozione del patrimonio culturale italiano.
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Iozzia, Federica <1995&gt. "Il dialogo tra digitale e cultura: l'esperienza di Google Arts & Culture." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/16022.

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Abstract:
Introduzione alle digital humanities, caso di Google arts and culture come partner museale, analizzando le relative critiche e perplessità. Esposizione dell'estetica del Google cultural Institute. Descrizione delle fasi inerenti il mio lavoro come supporto tecnologico ai partner del nord Italia presenti sulla piattaforma: guida al cultural institute, cms, csv e creazione delle esposizioni. Ultimo caso di studio sul progetto del 2018 dal titolo "Milano è per Art Lover", cui segue la somministrazione di un questionario sulla conoscenza di Google Arts & Culture e relative conclusioni.
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Zagnoni, Carlotta <1994&gt. "LA CULTURA COME ELISIR DI LUNGA VITA. Riqualificazione del Lido di Venezia attraverso un'offerta culturale diversificata." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19035.

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Abstract:
La cultura è immortale e in continuo sviluppo, perciò può dare un contributo veramente imponente ovunque vi si presenti. Il suo potere è talmente forte da riuscire a sovrastare la stigmatizzazione di un luogo. Si prenderà in esame il Lido di Venezia, considerata l’Isola d’Oro per eccellenza durante la prima metà del secolo scorso. Un’analisi storica di quello che è stata l’isola aiuterà a comprendere la sua evoluzione da meta del turismo internazionale più chic, a semplice stazione balneare di un turismo di prossimità o addirittura come semplice luogo residenziale. Il confronto è un altro tema fondamentale per crescere, in ogni ambito. Si considereranno perciò località simili per molti aspetti al Lido di Venezia: Cannes, Biarritz e San Sebastian. Si studieranno le strategie, per la maggior parte culturali, grazie alle quali queste mete funzionano a livello turistico. Oltre alla riqualificazione del Lido di Venezia stesso, dandogli perciò una nuova accezione grazie al contributo culturale, questo progetto intende dimostrare come un nuovo Lido possa anche diventare una valida proposta nella città metropolitana di Venezia, intervenendo con le sue iniziative nella gestione dei flussi turistici più intensi e allargando l’offerta della destinazione Venezia
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Filippi, Federica <1984&gt. "Biblioteche come centri propulsori di cultura. Caso: Biblioteca di Cavallino-Treporti." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4978.

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Abstract:
Analisi del caso della biblioteca comunale di Cavallino-Treporti. Inserimento dell'istituzione all'interno del contesto territoriale litoraneo e conseguenti riferimenti al dualismo stagionale (estate e inverno)che ne distingue le attività. Effetto spillover della biblioteca nella comunità e analisi degli stakeholders collegati a essa. Elaborazione di un progetto che ha come obiettivo affrontare il problema della sostenibilità e incentivare il valore sociale aggiunto della biblioteca. Nella stesura della proposta viene presentato un esempio di gestione bibliotecaria diffusa prevalentemente nei paesi anglosassoni, quale l'Idea Store.
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Lipreri, Vera <1987&gt. "Cultura come bene comune: la prospettiva delle occupazioni culturali in Italia. Teoria e pratiche di un modello di produzione culturale dal basso." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5023.

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Abstract:
Il presente lavoro intende analizzare il recente fenomeno delle occupazioni culturali in Italia. Obiettivo finale è quello di verificare se questi nuovi spazi, basati sulla partecipazione allargata e l’orizzontalità decisionale, possano effettivamente rappresentare una terza via che permetta alla produzione culturale di affrancarsi dai modelli generalmente proposti come vincolanti: la gestione pubblica-statale e il meccanismo neo-liberista delle industrie culturali. Entrambi i paradigmi presentano infatti contraddizioni, vincoli ed effetti negativi che hanno portato alla nascita delle occupazioni culturali in molte città italiane, è dunque opportuno chiedersi: può la cultura come bene comune (commons) rappresentare un modello di produzione e gestione culturale applicabile in più contesti? Il discorso proposto si sviluppa in quattro capitoli: il primo tenta di fornire un quadro dei modelli di produzione e gestione culturale mainstream (stato e industrie culturali); è dunque fornita un’analisi, da un lato, delle politiche italiane in materia di finanziamenti alla cultura, dall’altro, del Manifesto per la Cultura del Sole 24 Ore. Il capitolo si conclude con un approfondimento sul nuovo programma di finanziamento europeo Creative Europe. Il capitolo successivo traccia un quadro delle pratiche e dei discorsi teorici nati all’interno degli spazi occupati per la cultura. Per necessità di sintesi ci si concentra su tre realtà (S.a.L.E. Docks di Venezia, Teatro Valle Occupato di Roma e Macao di Milano), delle quali si individuano peculiarità e attività principali, indicando come esse si collochino all'interno di un discorso teorico coerente e condiviso dai diversi spazi. Il capitolo procede per macro-temi: critica all’industria culturale (lavoro cognitivo/precariato, critica del grande evento, rapporto con i pubblici); rapporto con la città (occupazione vs gentrificazione/speculazione); cultura come commons (nuove forme di gestione orizzontale e partecipata); istituzionalizzazione del comune (nuovo diritto, nuova economia). Il terzo capitolo è dedicato ad Open#6, progetto realizzato da S.a.L.E. Docks, qui presentato come esempio del diverso modello di produzione realizzato dalle occupazioni culturali. Il capitolo finale tenta di sintetizzare le prospettive che si aprono per il futuro di questi spazi. Centrale è la necessità di rafforzare ed allargare la “rete” di realtà affini che si è venuta a creare negli ultimi anni. Il capitolo è concluso dall’analisi del progetto #apparecchioper, primo tentativo concreto di realizzare una rete allargata di spazi di produzione culturale indipendente, ideato da Macao, Asilo, S.a.L.E. Docks e presentato al bendo “CheFare?”.
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Scardellato, Chiara <1996&gt. "La leggenda di Kintarō nella cultura giapponese." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19246.

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Abstract:
La leggenda di Kintarō è molto radicata nella cultura giapponese tanto che la figura dello stesso viene tutt’ora richiamata durante la festa dei bambini come simbolo di forza e longevità. Nel periodo Edo questa leggenda acquisisce popolarità grazie alla letteratura e al teatro e viene riprodotta nelle famose stampe ukiyo-e. Il presente lavoro ha come oggetto la scoperta delle origini della leggenda di Kintarō e il come quest’ultimo si sia così radicato nella cultura giapponese. A tale scopo si presenteranno dei brani tratti dal teatro, delle rappresentazioni artistiche tratte da stampe ukiyo-e e da libri illustrati. Infine, si procederà ad analizzare come oggi sia percepito il bambino leggendario e come venga ancora utilizzata la sua figura. L’analisi del lavoro servirà a mettere in luce come questa leggenda sia riuscita a radicarsi nel tempo all’interno della cultura giapponese.
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Pagotto, Giorgia <1988&gt. "Le industrie culturali e creative: la cultura come fattore di ripresa economica." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3682.

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Abstract:
La tesi, dopo un'ampia rassegna del dibattito teorico sul ruolo delle industrie culturali e creative nello sviluppo economico, presenta un confronto della situazione del settore in Italia e nei principali Paesi avanzati. Vengono analizzati gli effetti del settore sull'economia, con particolare riferimento al superamento della crisi. Il lavoro si completa con una verifica empirica sugli effetti di alcune iniziative culturali intraprese nell'ambito della regione Veneto.
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Alessandrini, Aduer. "'il 730 online' di CAF ACLI e l'introduzione di una cultura DevOps." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/17699/.

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Abstract:
In questo presente sempre più servizi che caratterizzano il nostro quotidiano (trasporti, utenze, commercio eccetera) stanno avendo una progressiva sostituzione della componente di interazione personale, in favore di una maggiore integrazione con la rete. Basti pensare a come grazie ad una connessione Internet, sia possibile monitorare in tempo reale il ritardo di un treno, o ordinare e ricevere a domicilio un piatto cucinato espressamente o vedere la sbarra del casello autostradale alzarsi perché il sistema ha riconosciuto la targa inserita poco prima tramite l'apposita app. In contesti come questi, in cui un processo che avviene nella realtà, viene monitorato e coordinato dall'utente finale remoto, sul software grava una grande responsabilità. Le software house per stare al passo con questa sfida, ed essere competitive sul mercato, devono produrre sistemi di qualità sempre maggiore, che sappiano dare soluzioni veramente utili agli utenti ed in tempi per loro accettabili. Questo può essere ottenuto adottando necessariamente metodiche di lavoro più sofisticate. L'approccio DevOps in particolare mira ad ottimizzare i processi aziendali che intercorrono tra le varie fasi dello sviluppo di un software, sostituendo le attività manuali con procedure automatizzate capaci di aumentare la velocità, il livello di garanzia e la riproducibilità delle medesime. Il lavoro presentato in questa tesi tratta di come questa metodologia sia stata introdotta nell'occasione dello sviluppo di un sistema di scambio di documenti fiscali commissionato dall'ente di scala nazionale CAF ACLI. L'obiettivo era quello di realizzare un servizio che desse la possibilità di operare senza recarsi presso uno sportello ma garantendo lo stesso livello di assistenza e garanzia del risultato che solo un esperto fiscale può dare. La metodica elaborata ha permesso di raggiungere un'alta qualità del prodotto e rapidità nei rilasci per essere reattivi alle richieste del cliente ed alle segnalazioni di bug.
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Spagna, Valeria <1990&gt. "La cultura del turismo. Prospettive di indagine sulla cultura del turismo in Cina." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5072.

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Abstract:
This Master Graduation Thesis will focus on a technical translation - from Chinese to Italian - of two academic articles which concern the topic of “Tourism culture” and the research in this field. The first article was published in Tourism Tribune, an authoritative tourism academic journal in China. The second article is taken from Huazhang, an academic periodical edited by the Chinese Academy of Social Sciences in Jilin province. Tourism culture represents the soul of culture and it is essential for tourism industry, particularly in China, where tourism has greatly developed in the last years. The authors of the texts present the development of the research in this field over the years, its results and, at the end, they submit new proposals for the future of tourism culture. The texts are specialist texts, oriented towards an expert target audience. They generally use a technical and professional language, full of references to different sectors like tourism culture, anthropology, tourism, ethnography, but it is also associated with a less formal level of language, especially in the second text. The translation process fills up the main part of the thesis. Firstly, it focuses on the analysis of the features of the source texts, the function and the text type, the dominant and the model reader. Finally, it provides the explanation of the macrostrategy adopted by the translator and the specific micro-strategies, useful to solve the linguistic and the extra-linguistic problems encountered during the passage from the chinese context to the italian one.
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Di, Mauro Alessandro. "Regime fascista e mito di Roma: il ruolo dell'Istituto di Studi Romani (1925-1943)." Thesis, Universita' degli Studi di Catania, 2011. http://hdl.handle.net/10761/301.

Full text
Abstract:
L'argomento del presente lavoro e' il ruolo svolto dall'Istituto di Studi Romani per la creazione del consenso negli anni del fascismo, in particolare per quel che riguarda la politica coloniale del regime in Libia e in Etiopia. L'eredita' spirituale dell'antichita' romana e' un'idea centrale nell'ideologia fascista, soprattutto nell'epoca del Concordato tra Vaticano e regime fascista e dell'annessione dell'Etiopia. Il culto della romanita' viene illustrato attraverso l'attivita' dell'Istituto di Studi Romani, fondato nel 1925 da Carlo Galassi Paluzzi, direttore della rivista "Roma" e segretario a vita. L'Istituto svolse una notevole attivita' di organizzazione intellettuale e fu luogo d'incontro tra nazionalismo, cattolicesimo e fascismo nel nome della "eternita' di Roma" e della collaborazione tra intellettuali e politici, compresi lo stesso Mussolini, il ministro dell' Educazione nazionale Giuseppe Bottai e il gesuita Pietro Tacchi Venturi. Il culto della romanita' professato sostiene la continuita' tra la Roma antica e quella fascista e il richiamo alle conquiste romane incoraggia e giustifica le annessioni coloniali, come la conquista dell'Etiopia vista come rifondazione dell'impero romano. In quest'ottica l'opera di Carlo Galassi Paluzzi si concentra non solamente nell'attivita' intellettuale e propagandistica in Italia ma anche nel tentativo di fondare sezioni dell'Istituto in Libia ed Etiopia attraverso contatti con Balbo, Bottai, Lessona e altre eminenti personalita' del regime fascista e della Chiesa Cattolica.
This report consists on the study of the role played by the Istituto di Studi romani in the consent buiding during the fascist era, expecially concerning the colonial policy of the regime in Libia and Ethiopia. The spiritual heritage from Roman antiquity is a central idea in the fascist ideology, expecially during the age of the Concordato between the Vatican and the fascist regime and the annexation of Ethiopia. The cult of Romanity is here illustrated through the works of the Istituto di Studi Romani, founded in 1925 by Carlo Galassi Paluzzi, director of the journal "Roma" and secretary for life. The Institute carried out a remarkable activity of intellectual organization, providing a common ground to nationalism, Catholicism and Fascism in the name of the "eternity of Rome" and the collaboration between intellectuals and politicians, including the same Mussolini, Giuseppe Bottai, minister for national education and the Jesuit Pietro Tacchi Venturi. The professed cult of Romanity assert the continuity between ancient and Fascist Rome, and the reference to Roman conquests encourages and justifies colonial annexations, as the conquest of Ethiopia regarded as a resurrection of the Roman Empire. From this perspective the work of Carlo Galassi Paluzzi concentred his efforts not only in the intellectual and propagandistic activity in Italy but in the attempt to establish departments of the Institute in Libia and Ethiopia too, through contacts with Balbo, Bottai, Lessona and others distinguished leaders of the fascist dictatorship and of the Catholic Church.
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ORLANDI, BALZARI VITTORIA ROBERTA ROSSELLA. "Gabriele Verri giurista, politico e uomo di cultura." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/625.

Full text
Abstract:
Il Conte Gabriele Verri, padre di Pietro Verri, è stato figura di primo piano nella vita politica e sociale della milano del settecento. Noi lo conosciamo quasi esclusivamente attraverso le parole del figlio. Lo scopo di questa ricerca è stato quello di de-ontologizzare la figura del conte Verri riportandola al contesto storico in cui è vissuta. Questo processo è stato possibile attraverso l’analisi della sua vita e dei suoi scritti autografi, alcuni dei quali sono stati trascritti nell'Appendice documentaria. Il conte Verri fu essenzialmente un giurista, applicando alla attività forense non solo la semplice erudizione, ma soprattutto la veridicità del materiale storico-archivistico per avvalorare ogni sua sentenza. Così il conte senatore perde la sua valenza di tiranno e conservatore per assumere la veste più realistica di uomo del proprio tempo, con tutte le limitazioni ovvie di un nobile nato alla fine del Seicento e sopravvissuto ai molti cambiamenti politici e culturali europei sino alla fine del Settecento.
Count Gabriele Verri, Pietro Verri’s father, was a first-rate figure in Eighteenth century Milanese political and social life. Only trough his son’s words we know who this man was. The object of this research is to deontologize Verri’s figure and to report him to the historical context in which he lived. This process has been possible thanks to the analysis of his life and his handwritings, some of them written down in the Appendix. Gabriele Verri loses his despotic and conservative reputation to assume a more realistic capacity of man of his own time, within all evident limitations of a nobleman born at the and of the Sixteenth century and survived to political and cultural European changings up to the end of Eighteenth century.
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Maurizio, Marta <1985&gt. "La "Cultura di Jiroft"nel III Millennio a.C." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1893.

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Cirulli, Vittoria <1989&gt. "Strumenti innovativi di finanziamento alla cultura: il crowdfunding." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4246.

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Abstract:
Questo lavoro si propone di indagare le cause sottese alla nascita e allo sviluppo del crowdfunding, fenomeno economico, culturale e antropologico che sta avendo oggi ampia diffusione, e di dimostrare come questo possa essere uno strumento valido di supporto alla cultura da affiancare ai finanziamenti pubblici e privati.
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Pomponio, Marta <1989&gt. "Lido di Venezia: rigenerazione urbana, cultura e turismo." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6993.

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Abstract:
Lo studio ha avuto origine da una lunga ricerca riguardante la storia, il paesaggio e lo sviluppo economico del Lido di Venezia con la finalità di delineare e far emergere, nei limiti di un elaborato di questo genere, gli aspetti ritenuti rilevanti e significativi del cultural heritage del territorio, insieme ai processi e agli attori politici, economici e culturali che hanno dato origine e promosso lo sviluppo della destinazione Lido di Venezia. Partendo da questo background di conoscenza del territorio, sono stati delineati i confini della destinazione Lido di Venezia come “quartiere” della città di Venezia. Ai fini dello studio, infatti, non si è ritenuto conveniente concepire e analizzare l’offerta e il territorio veneziano come un unicum, ma come un sistema complesso caratterizzato dalle singole e peculiari realtà delle isole e dei territori circostanti. Si è cercato di definire alcune linee guida – nate dal connubio tra la letteratura sulla rigenerazione urbana, sul ruolo ricoperto dalla cultura e dal turismo legato ad essa, insieme ai casi di rigenerazione urbana analizzati (Quartiere Nord, Marsiglia e Kreuzberg, Berlino) – che possano tracciare un possibile e auspicabile percorso da perseguire per la promozione di un processo di rigenerazione urbana del Lido di Venezia. Ultimo nucleo dell’elaborato è quello dedicato al caso di studio sull’operato dei primi 12 mesi di vita del Consorzio di Promozione Venezia e il suo Lido in collaborazione con la Proloco Lido Pellestrina, legato alla rigenerazione della destinazione Lido di Venezia.
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LONGO, TOMMASO. "NATURA E CULTURA: ALLE ORIGINI DI UNA DICOTOMIA." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2018. http://hdl.handle.net/2434/563262.

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Abstract:
ABSTRACT Nature (φύσις) and (νόμος) are two key terms of a long-standing debate in ancient Greek philosophy. My dissertation is chiefly concerned with the ways the concept of “culture” (νόμος) is related with that of “nature” (φύσις) in the history of ancient ethical and political thought. In particular, it aims to reconstruct and assess the historical-philosophical path leading to the formulation of the dichotomy between φύσις and νόμος in the Sophistic debate. On purpose, my dissertation is divided, as to the structure, into three main parts: 1. the first chapter is entirely dedicated to the ways nature and culture are conceptualised in some medical treatises of the Hippocratic Collection (e.g. Airs, waters and places and The sacred disease). I will show up that the two concepts are deeply interconnected and interwoven here in such a way that we are not allowed to trace clear-cut boundaries among them. 2. the second chapter is focused on Archelaus. I will attempt to argue that nature and culture are conceived for the first time as two autonomous and independent concepts from one another in his doctrine. On one hand, Archelaus promotes a conception of nature in merely materialistic terms, ruling out thereby the possibility that nature is endowed with some intrinsic ethical qualities. On the other one, he is furthermore reported by ancient sources as claiming that the origins of ethics (DK 60 A1) and of politics (DK 60 A4) are grounded on a conventional basis and, therefore, do not exist at a natural level. According to the interpretation I will be endorsing, human beings give rise to socio-political institutions and conventions for they cannot appeal to any kind of natural ethics. Therefore, political conventionalism and ethical subjectivism can be considered as pragmatic ways of reacting to the endorsement of a radical form of materialism. 3. lastly, the third chapter is about two Sophists, namely Protagoras and Antiphon. As we shall see, Protagoras aims to overcome the dichotomy between nature and culture, pointing to the evidence that human beings are by nature social and political animals. On the opposite corner, Antiphon will oppose nature to culture and remark that the laws of a city are often in contrast with the natural necessities, needs and desires of human beings. To conclude, I hope to have unravelled and displayed some of the major theoretical problems involved in relationship between nature and culture and the ways the process by which they come to be opposed one to another.
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Lorenzetti, Maria Giulia. "Marola, centro di cultura e spiritualità della montagna. Proposta di recupero e rifunzionalizzazione di "Villa Pace"." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022.

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Abstract:
Al giorno d’oggi il tema del recupero è senz’altro di particolare attualità, dato che la maggior parte degli interventi edilizi interessa il patrimonio esistente. Se da un lato la disciplina del restauro definisce determinati valori caratterizzanti un manufatto di un certo pregio, proponendo una specifica metodologia e prassi operativa, dall’altro lascia campo libero ad interventi di recupero dell’altro patrimonio edilizio, composto da edifici che non presentano caratteristiche tali da essere tutelato. L’edifico in oggetto rientra in questa categoria, per il quale è stata definita una proposta di recupero e rifunzionalizzazione comunque basata sul rispetto del costruito e del contesto che lo circonda e capace di adeguarsi alle normative sulla sicurezza, ambientali e tecnologiche. Villa Pace, un imponente fabbricato risalente agli anni ‘60-‘70 del secolo scorso, si colloca nel Centro Diocesano di Spiritualità e Cultura di Marola, un luogo mistico sorto tra i castagneti dell’appennino reggiano per volontà della Contessa Matilde di Canossa. Il luogo presenta una serie di fabbricati ad oggi dismessi che l’associazione “Matilde di Canossa”, da qualche anno impegnata nella gestione del centro, ha deciso di recuperare avviando un iter progettuale che tenga conto di una destinazione d’uso che li accomuni, nel rispetto della vocazione storica del luogo, volta a soddisfare la ricezione e l’accoglienza nel senso più lato possibile. Lo studio delle tecniche realizzative, i rilievi e le analisi condotti sull’edificio hanno permesso di ricostruire un quadro complessivo dello stato di conservazione dell’edificio. Quanto prodotto è divenuto la base su cui è si è costruita l’ipotesi di rifunzionalizzazione, di pari passo con la proposta di recupero. Si è poi orientato il progetto architettonico sulla destinazione d’uso ricettiva, elaborando una proposta funzionale in grado di garantire una ricezione di tipo “differenziato” a seconda degli ospiti che decideranno di sostare nel luogo.
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Scarfi', Serena <1986&gt. "La costruzione di un'identità italo-canadese attraverso l'arte : il ruolo dell'Istituto Italiano di Cultura di Toronto." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2392.

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Abstract:
A partire dall'esperienza personale di tirocinio formativo presso l'Istituto Italiano di Cultura di Toronto, la tesi si è proposta di indagare come si è andata formando dalle prime migrazioni di metà ottocento ad oggi, la realtà della comunità artistica italo-canadese nella città di Toronto. Elemento chiave dell'indagine è stato lo studio del rapporto tra il concetto di identità ed espressione artistica entro un contesto multiculturale. La ricerca sul campo si è avvalsa di interviste a persone rappresentative del mondo dell'arte italo-canadese.
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Bartuccio, Rosy. "Il letteraturocentrismo della cultura sovietica. Il caso di Una giornata di Ivan Denisovič." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/18887/.

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Abstract:
L’obiettivo della presente tesi è quello di analizzare il caso della pubblicazione di "Una giornata di Ivan Denisovič" di Aleksandr Solženicyn. Tuttavia, in questo elaborato, l'opera non verrà analizzata da un punto di vista meramente letterario, ma si cercherà di inquadrare la sua pubblicazione come un fenomeno più ampiamente culturale e sociale, sullo sfondo di una cultura letteraturocentrica come quella russa. Dopo un’introduzione sul fenomeno del letteraturocentrismo della cultura russa, l'analisi riguarderà "Una giornata di Ivan Denisovič". In questa seconda parte si analizzerà l'opera, inserendola sullo sfondo del letteraturocentrismo; si cercherà di spiegare come il racconto non costituisca solamente un capolavoro della letteratura, ma all’interno della cultura russa diventi un fenomeno sociale; si analizzerà il caso della sua pubblicazione e le conseguenze che quest'ultima ebbe nella società russa dell'epoca.
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Amadei, Anita, and Elisabetta Socci. "Progetto di riqualificazione dell'area ex Eridania della città di Forlì : città della cultura." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amslaurea.unibo.it/1778/.

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Abstract:
Il progetto si sviluppa nell’area dell’ex Eridania di Forlì, un’area molto vasta, adiacente al centro storico e come tema della Tesi abbiamo deciso di studiare un progetto che potesse contenere funzioni pubbliche a disposizione di tutti i cittadini. Ci è sembrato interessante ragionare sull’area in questi termini poiché dagli studi effettuati è risultato che la città di Forlì è priva di un polo culturale compatto che possa costituire un punto di ritrovo per i forlivesi. Nelle nostre intenzioni gli spazi progettati dovranno ospitare attività espositive, concerti, spettacoli all’aperto, rappresentazioni teatrali, conferenze e laboratori artistici che coinvolgano tutte le fasce d’età. Importante per noi era portare all’interno di quest’area dismessa nuove funzioni culturali di cui Forlì è oggi carente. Dall’analisi svolta sulla città è emerso che gli spazi esistenti dedicati ad attività per lo spettacolo non sono sufficienti a soddisfare le esigenze dei cittadini sia a livello quantitativo che di assortimento. Abbiamo perciò deciso di inserire nel progetto auditorium, teatro, teatro all’aperto, laboratori artistici, zone espositive, attività annesse come uffici per l’amministrazione, biglietterie, info point e un grande parco. La prima problematica che abbiamo cercato di risolvere è stata quella dell’attraversamento della ferrovia e, più in particolare, di un collegamento con il centro storico della città e con lo sviluppo di Forlì in generale che l’ha sempre vista come un limite invalicabile. Il problema è stato affrontato ipotizzando la realizzazione di un edificio su via Vittorio Veneto adibito a commercio e terziario dal quale, attraverso un ponte che oltrepassa la ferrovia, si giunge a un edificio, all’interno dell’area, che ospita i servizi di risalita, alcuni uffici e un bar. La scelta è stata quella di non porci ortogonalmente agli edifici affacciati su questa importante arteria ma di legarci all’intero progetto che segue l’orientamento dettato dalle preesistenze. All’interno dell’area spicca per dimensioni il corpo principale dell’ex Eridania che, conserviamo eliminando le superfetazioni e intervenendo per la messa in sicurezza e per permetterne l’adeguata fruibilità. La scelta di riordinare il prospetto Nord di questo edificio nasce dalla volontà di realizzare una grande corte sulla quale si affacciassero tutti gli edifici ad esclusione dei vecchi magazzini che ne risultano racchiusi all’interno e del teatro all’aperto che rimane immerso nel verde. Per definire questa corte abbiamo pensato a un porticato che proseguisse, seguendone l’aspetto, le dimensioni e il ritmo dei pilastri, quello già esistente a lato dell’edificio conservato dell’ex zuccherificio e che fungesse da percorso coperto per raggiungere i diversi laboratori artistici che si innestano su questo. A chiudere il quarto lato della corte sono il teatro e l’auditorium, simmetrici rispetto all’asse del progetto che è dato dalle vasche originariamente usate per il lavaggio delle barbabietole, allineate con l’edificio principale dell’ex zuccherificio. Per rendere la direzione ancora più evidente decidiamo di proseguirla con un tratto d’acqua diretto verso il teatro all’aperto, conclusione della stessa. Gli edifici di progetto sono immersi in un grande parco caratterizzato dalla vegetazione già esistente nell’area, cresciuta durante l’abbandono della stessa. Così facendo manteniamo delle zone che possono definirsi boschive, dove la vegetazione è molto fitta e intricata, e altre invece più libere dagli alberi e quindi utilizzabili per altre funzioni ricreative. Un diverso trattamento è riservato alla zona di parco racchiusa tra i due percorsi rettilinei e simmetrici che collegano il teatro all’aperto alla piazza: qui si è preferito eliminare la vegetazione esistente ricavando un grande prato libero definito da filari di alberi opportunamente disposti per focalizzare l’attenzione sul teatro stesso.
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Stefanelli, Angela Isotta <1987&gt. "L'attività dell'Istituto Italiano di Cultura di Melbourne per l'anno 2012. Problematiche e specificità." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3673.

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Abstract:
L’istituto Italiano di Cultura di Melbourne si inserisce in una realtà specifica, dove la lingua e cultura italiana sono diffuse da tempi lontani. Allo scopo di mantenere i contatti con gli enti e le istituzioni locali e per sviluppare il dialogo culturale, l’Istituto di Melbourne ha attivato una serie di azioni e comportamenti. Attraverso una ricca programmazione annuale, l’Istituto si preoccupa di divulgare e promuovere sia la lingua che la cultura italiana. Gli eventi organizzati riguardano i più vari campi artistico-culturali: dalle letture di Dante alla musica popolare, dalle mostre d’arte agli spettacoli teatrali. È analizzata in questo lavoro la programmazione dell’Istituto di Melbourne per il 2012 e il panorama sociale ad esso collegato. Emerge nell’elaborato una sostanziale incompatibilità tra la cultura italiana contemporanea e la cultura dell’immigrazione di metà ‘900. Davanti a tale divergenza vediamo però come l’Istituto sia capace di adattarsi e mantenere vivi anche i contatti con la comunità italiana spesso tramite la partecipazione ad eventi culturali promossi per la “Little Italy” di Melbourne. Il segreto dell’Istituto per riuscire a realizzare la propria mission è quello di sapersi adattare alle diverse esigenze e rinnovare quotidianamente. Solo così è possibile mantenere vivi i rapporti sia con la comunità italiana sia con le istituzioni locali proponendo un’offerta che interessi tutte le realtà con le quali l’Istituto si rapporta.
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Cecot, Federico. "Un viaggio tra pallacanestro e cultura: proposta di traduzione di Big Game, Small World di Alexander Wolff." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Abstract:
Negli ultimi secoli lo sport ha svolto un ruolo molto importante nella cultura di ciascun paese. La connessione tra sport e cultura è particolarmente evidente nel libro Big Game, Small World: A Basketball Adventure, scritto da Alexander Wolff. Il testo racconta del viaggio dell'autore in diciassette paesi del mondo e il resoconto di ogni tappa è finalizzato a scoprire cosa lega la cultura locale alla pallacanestro. Il legame tra basket, viaggio e cultura rende questo libro un’intersezione di generi, stili di scrittura e tematiche che di solito non caratterizzano i libri sportivi. La traduzione di un testo che presenta aspetti così diversi rappresenta pertanto una sfida interessante. Questa tesi è suddivisa in sei capitoli. L'obiettivo del primo è fornire una panoramica del libro e osservare la sua ricezione da parte di critica e lettori. Il secondo si concentra sulla definizione del genere a cui l’opera potrebbe essere ascritta per mezzo dell’analisi di altri testi dedicati alla pallacanestro e della connessione del libro con il genere della letteratura di viaggio. Nel terzo capitolo vengono esaminati alcuni aspetti culturali riguardanti tre stati visitati dall'autore, mentre lo stile dello scrittore è il tema principale del quarto capitolo. In seguito all'analisi di genere, contenuto e lingua, il quinto e il sesto capitolo forniscono la traduzione di due sezioni di Big Game, Small World e un commento sui problemi riscontrati e le strategie adottate durante il processo di traduzione.
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PAGLIARULO, CARLA. "I. Giordani, uomo di lettere e di cultura, e l'ideale di un «cristianesimo integrale»: alcuni carteggi indediti." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2013. http://hdl.handle.net/10280/1795.

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Abstract:
La tesi ha lo scopo di inquadrare Giordani nel contesto del mondo culturale cattolico tra le due guerre e di approfondire la sua proposta di «cristianesimo integrale» come soluzione alla crisi che negli anni Venti e Trenta viziò il mondo economico, il sistema politico e lo scenario culturale, a livello di principi fondamentali, di valori. Per questo si è dato assoluto rilievo ai rapporti di Giordani con molti intellettuali suoi contemporanei e con varie istituzioni culturali cattoliche. Il testo segue dapprima un indirizzo biografico, che permette di ripercorrere la vita di Giordani dalla giovinezza, segnata dalla guerra e dall’esperienza al fronte, alla sua serena fine, nel 1980. Si tratta di una testimonianza di come la sua conseguenzialità tra fede e opere abbia inciso negli ambienti che lo hanno visto protagonista, tanto che è stato avviato per lui il processo di beatificazione. La ricerca è stata condotta tenendo conto degli scritti di Giordani e della storiografia precedente, ma soprattutto utilizzando numerosi materiali d’archivio. In particolare i carteggi privati aiutano a ricostruire l’operato di Giordani a favore dell’impegno degli intellettuali cattolici negli anni oscuri del fascismo e la sua indefessa attività per la realizzazione di un nuovo umanesimo. Altro spazio è stato riservato ai rapporti maturati da Giordani con due esponenti del mondo cattolico italiano di quel periodo, ovvero Giovanni Papini e Piero Bargellini.
This dissertation aims at setting Igino Giordani within the broader framework of the catholic cultural environment between the two world wars. It focuses on his proposal of an «integral Christianity» as a solution to the recession which threatened the fundamental values and principles of the economy, politics and culture during the 1920's and 1930's. This is the reason why the relationships between Giordani and many of his colleagues and cultural catholic institutions have been studied in depth. The work starts with a biography, underlining how Giordani's youth has been affected by the war and the experience as a soldier, up to his peaceful death, in 1980. His life shows how the consistency of his actions with his faith made him an influent personality in his working environments, to the point that the beatification process has begun. The research is based on Giordani's writings and on the previous historiography, but the most important source is constituted by a large number of archive documents. Particularly, Giordani's private correspondence has been very useful in understanding how he acted in order to support the engagement of the catholic intellectuals during the dark fascist age and his endless activity in order to build a new humanism. The work also focuses on the relationships between Giordani and two members of the Italian catholic world of the time: Giovanni Papini and Piero Bargellini.
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Biscosi, Angelo. "Istituto Italiano di Cultura: attivtà musicali a Porto (1960-2000)." Master's thesis, Universidade de Aveiro, 2010. http://hdl.handle.net/10773/3506.

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Abstract:
Mestrado em Música
O Instituto Italiano da Cultura (IIC), estabelecido em Lisboa em 1936, é uma instituição criada com o objectivo de promover a cultura italiana, seguindo o caminho da literatura, pintura e música (com o desenvolvimento de eventos culturais nos diferentes sectores). O IIC é também encontrado nas políticas e cultura portuguesa durante o fascismo italiano, inicialmente, através da voz da “propaganda” fascista. Superado o período da “propaganda”, que terminará com o fim da Segunda Guerra Mundial (na realidade, pouco antes do fim, em 1943), o instituto dá início às actividades no fim dos anos '40, com, também a abertura de outra sede na cidade do Porto. No Porto, com o intuito de criar os cursos para o estudo da cultura, língua e literatura italiana, irão ser desenvolvidos os projectos (concertos), com sede em Lisboa, estabelecendo uma rede de músicos italianos onde estes poderão actuar nas duas principais cidades de Portugal. Posteriormente, as actividades musicais na cidade do Porto serão geridas pelo IIC, o qual é o mesmo que estabeleceu o Consulado Honorário do Porto. Também a Juventude Musical Portuguesa constitui um importante suporte no âmbito da divulgação dos concertos na cidade.
L'Istituto Italiano di Cultura (IIC), fondato a Lisbona nel 1936 a è una istituzione creata con lo scopo di diffondere la cultura italiana in Portogallo, seguendo le strada della letteratura, pittura e la musica, (con la creazione di eventi culturali nei diversi settori). L'IIC trova spazio nella cultura e politiche portoghesi durante il ventennio fascista italiano, dando così voce, inizialmente, alla propaganda fascista. Superato il periodo di “propaganda”, che terminerà con la fine della II° Guerra Mondiale (in realtà poco prima della fine, nel 1943), le attività dell'Istituto riprenderanno alla fine degli anni '40, con l'apertura, poi, anche della sede nella città di Porto. A Porto, oltre a creare anche qui i corsi per lo studio della cultura italiana, la lingua e la letteratura, riceverà i progetti musicali (concerti) della sede di Lisbona, creando così una rete di scambio di musicisti italiani, dove potevano così esibirsi nelle due città principali portoghesi. Le attività musicali nella città di Porto, verranno gestite sia dall'IIC stesso, stabilitosi presso il Consolato Italiano Onorario di Porto, e la Juventude Musical Portuguesa, aiuto importante per la parte relativa alla diffusione delle attività concertistiche nel territorio della città.
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Cherubin, Giulia <1990&gt. "Il ruolo della cultura nell'adozione di un'iniziativa di Business Process Management - Un caso studio." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8147.

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Abstract:
Il Business Process Management è una disciplina manageriale che interseca il business e l’Information Technology, comprendendo metodi, tecniche e strumenti per analizzare, migliorare, innovare, progettare, attuare e controllare i processi di business, coinvolgendo i clienti, le persone, le organizzazioni, le applicazioni e altre fonti d’informazione per un’azienda. In questa tesi si indaga il ruolo della cultura nell’adozione di un’iniziativa di BPM attraverso l’individuazione degli elementi culturali e contestuali organizzativi che un’azienda deve considerare per sviluppare e mantenere una cultura a supporto del progetto di cambiamento intrapreso.
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Masutti, Isabella <1996&gt. "L'Africa di Ottavio Missoni per "Italia 90". Citazione e reinvenzione di una cultura visiva." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21337.

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Abstract:
La tesi andrà ad analizzare un evento particolare per la storia degli stilisti Ottavio e Rosita Missoni: la partecipazione all’inaugurazione dei Mondiali di Calcio del 90, durante la quale venne chiesto a quattro famosi stilisti italiani di rappresentare i quattro continenti da cui provenivano le squadre presenti al torneo calcistico. Alla casa Missoni venne affidato il continente africano che viene interpretato, seguendo la linea stilistica della maison di moda, mediante una ricca collezione di abiti accompagnati da accessori significativi. Attraverso i resoconti della rassegna stampa, vengono ripercorsi anche i punti salienti della serata svoltasi a Milano e l’impatto che ha avuto. Inquadrato l’evento, la tesi descrive dettagliatamente gli abiti cercando di ricostruire il processo creativo che sottende la loro creazione: infine la ricerca si prefigge di delineare - tramite le fonti tessili - il lavoro artistico dei Missoni, quanto questa collezione ci parla della loro storia e quanto invece può raccontare del continente africano. Partendo da un evento sportivo, uno spettacolo internazionale, la moda trova il suo spazio fondamentale grazie a degli interpreti che hanno una storia molto legata al sistema delle arti contemporaneo e che fanno da ponte tra due mondi percepiti ancora oggi come lontani fra loro.
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DOVIZIO, CIRO. "SCRIVERE DI MAFIA. «L¿ORA» DI PALERMO TRA POLITICA, CULTURA E ISTITUZIONI (1954-75)." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2020. http://hdl.handle.net/2434/739673.

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Abstract:
Questa ricerca ripercorre la vicenda del quotidiano palermitano «L’Ora» sotto la direzione di Vittorio Nisticò (1954-75), indagando, specificamente, il ruolo ch’esso ebbe nel dibattito sulla mafia. La prima parte delinea un quadro della convulsa situazione siciliana post-bellica, segnata, fra l’altro, dalla creazione della Regione autonoma e dalle lotte popolari per la terra. Fu in tale clima di mobilitazioni collettive e di innovazioni istituzionali che il gruppo storico del giornale svolse il proprio apprendistato politico e che il futuro editore, il Partito comunista, si attestò su una linea accesamente regionalista. Nel 1954 i comunisti acquisirono l’antico giornale dei Florio con l’intento di portare consensi alle sinistre, allora deboli e isolate sia a Palermo sia nelle altre città siciliane. L’idea era quella di impiegare l’istituto autonomistico come luogo d’interlocuzione politica, promuovendo larghe intese in nome del rinnovamento e dello sviluppo dell’isola, ovvero della difesa dei comuni interessi siciliani. È in quest’ottica che viene spiegata l’opzione “sicilianista” del quotidiano, venuta alla ribalta in concomitanza dell’Operazione Milazzo (ottobre 1958), quando in Sicilia si formò un governo anomalo che comprendeva dissidenti democristiani (a cominciare dal presidente Silvio Milazzo), la destra monarchica e quella neofascista, e che si reggeva sull’appoggio esterno di socialisti e comunisti. «L’Ora», che da sin dall’arrivo di Nisticò alla direzione propugnava soluzioni di unità autonomistica, sostenne con determinazione il milazzismo, assumendo un protagonismo politico senza precedenti. Contestualmente viene delineata la figura del direttore, Nisticò, il quale ebbe dai vertici del Pci il mandato di non uniformarsi al dogmatismo comunista, evitando dunque chiusure settarie e pregiudiziali. Nisticò si attenne all’incarico, muovendosi in verità con più autonomia di quanta il Partito volesse concedergli, reclutando giornalisti e collaboratori di vaglia in una logica professionale più che di appartenenza politica. Ne discese un rapporto non semplice con l’editore-partito, come testimonia l’esame dei carteggi tra Nisticò e il responsabile della stampa comunista, Amerigo Terenzi. La tesi traccia dunque una distinzione tra la linea “sicilianista”, che ebbe modo di accentuarsi durante i governi Milazzo (1958-60), e quella propriamente antimafia che il giornale percorse con enfasi crescente a partire dalla prima inchiesta organica dell’autunno 1958. L’analisi permette di comprendere come la seconda si sia sviluppata in forza delle circostanze e, segnatamente, dell’escalation di violenza registratasi in quel periodo tra Palermo e provincia. L’elaborato tratteggia le figure dei giornalisti e intellettuali impegnati nel primo e più rilevante tentativo postbellico d’interpretazione del fenomeno mafioso; esamina, anche sulla base di documenti d’archivio, i reportage a puntate realizzati dal quotidiano, registrandone talora gli aspetti contraddittori e mitologici; si sofferma, fra l’altro, sulla pubblicazione di testimonianze d’eccezionale valore conoscitivo come la confessione del medico mafioso Melchiorre Allegra, rinvenuta dal cronista Mauro De Mauro, le memorie del capomafia italo-americano Nick Gentile, curate da Felice Chilanti, e il Rapporto del tenente dei carabinieri Mario Malausa. Ciò che emerge è un originale modello di giornalismo investigativo, imperniato sulla critica delle fonti, sul coraggio professionale e su una forte spinta etico-politica. La ricerca mostra come la circolarità di conoscenze promossa dal giornale e, più in generale, il suo appoggio ai reparti investigativi e alla Commissione parlamentare d’inchiesta sulla mafia – istituita nel 1963 – abbiano alimentato un virtuoso meccanismo di sensibilizzazione, concorrendo peraltro a fondare il concetto di “antimafia” nell’accezione che assunse nei decenni successivi: quella di un sostegno di gruppi politici e opinione pubblica alle forze dell’ordine e alla legalità.
This research retraces the history of the Palermitan newspaper «L’Ora» under the Vittorio Nisticò’s direction (1954-75) and investigates its role in the public debate on the Mafia. The first part outlines a view of the convulsive Sicilian post-war situation, distinguished, among other things, by the creation of the Autonomous Region and the popular struggles for the land property. In this season of collective mobilization and high expectations the newspaper’s historical group carried out its political apprenticeship and the future publisher, the Italian Communist Party, lined up on a strong regionalist policy. In 1954 the Communists acquired the Florios’ ancient newspaper, aiming to bring consensus to the left-wing parties, weak and isolated both in Palermo and in the other Sicilian cities. The goal was to use the Autonomous Region concept as a place for political dialogue and to promote crossing alliances in the name of the renovation and development of the island and in defence of the common Sicilian interests. In this perspective, the thesis explains the newspaper’s distinct Sicilianist option. This policy particularly emerged in conjunction with the Operation Milazzo (October 1958), when an anomalous government, which included Christian Democrat dissidents (as the President Silvio Milazzo himself), the monarchist and the neo-fascist right-wings and which stood on the external support of Communists and Socialists, was formed in Sicily. «L’Ora», which had been advocating autonomist unity solutions since the beginning of Nisticò’s direction, strongly supported the milazzism and took on a political role with no precedents. At the same time, a specific attention is dedicated to the figure of the director, Nisticò, who had the mandate from the PCI’s leaders to not conform the newspaper policy to the communist dogmatism, to avoid detrimental closures. Nisticò complied with the assignment, acting with more autonomy than the Party wanted to grant him, and co-opted worthy journalists and collaborators in more professional than political logic. It resulted in a difficult relationship with the party-publisher, as highlighted by the correspondence with the head of the communist press, Amerigo Terenzi. Therefore, the thesis draws a distinction between the Sicilianist line, intensified during the Milazzo’s governments (1958-60), and the properly anti-Mafia one that the newspaper had been following with increasing emphasis from the first organic investigation series in autumn 1958. The analysis allows us to understand how the anti-Mafia line evolved under the particular circumstances of the escalation of violence which occurred in that period in Palermo and its province, and especially in Corleone. The thesis outlines the figures of journalists and intellectuals involved in the first and most important post-fascism attempt to represent the Mafia phenomenon; it examines, evaluating archival documents too, the reports made by the newspaper, sometimes recording their contradictory and mythological aspects; it focuses on the publishing of impressive documents such as the confession of the mobster doctor Melchiorre Allegra found by the journalist Mauro De Mauro, the memories of the Italian-American Mafia boss Nick Gentile edited by Felice Chilanti and the Report of the lieutenant of the Carabinieri Mario Malausa. The research shows how the circularity of the knowledge promoted by the newspaper and, more generally, its support to the investigative departments and to the Parliament Commission of Inquiry on the Mafia – established in 1963 – fuelled a virtuous awareness-raising mechanism, contributing to set up the concept of anti-Mafia in the meaning that it would assume in the following decades: a support by the political groups and the public opinion to the forces of law and order.
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PETICCA, SARA. "L'OGGETTIVITA' DELL'INFORMAZIONE NELLA CULTURA DI INTERNET: IL BLOG GIORNALISTICO." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/252.

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Abstract:
La presente ricerca ha analizzato il fenomeno dei blog giornalistici per rilevare se, nonostante sia impossibile riscontrare la perfetta corrispondenza tra testi di informazione ed eventi del mondo reale, l'intervento dei lettori può fare comunque in modo che si verifichi, attraverso la condivisione dei contenuti dell'informazione, un sostanziale accostamento alla verità dei fatti così come essi sono accaduti. Tutto ciò permette ai giornalisti di diffondere un'informazione più precisa, più completa e meno manipolata. Sono state discusse le ragioni del giornalismo oggettivista e quelle del giornalismo esplicativo ed è emerso come, nei blog analizzati, siano presenti due metodi diversi in grado di garantire una maggiore oggettività dell'informazione. Ciò accade perché i lettori possono interagire confrontando opinioni tra loro diverse. Dall'analisi dei post degli autori dei blog Marcello Foa e Beppe Grillo e dei relativi commenti dei loro lettori, è emerso come il valore aggiunto di questi interventi risieda nel fatto che i lettori non si rivolgono solo al giornalista, in questo caso variando di poco la dinamica, per esempio, dell'invio di lettere alla redazione, ma si rivolgono ad altri lettori per informarli o per chiedere loro spiegazioni e chiarimenti.
The research analyses the phenomenon of j-blogs to investigate if, in spite of the impossibility to achieve the perfect conformity between information about facts and facts in themselves, the participation of readers can operate, through the sharing of information contents, to assure an approach more accurate to reality and truth of events. This allows journalists to divulge an information more correct, and less manipulated. The reasons of journalism that explains facts and journalism that only describes them without any interpretation about, were equally examined. The research discovered that, in the two blogs analysed, it's possible bring out two different methods able to guarantee a major information objectivity. This occurs because readers can interact comparing different opinions. From the analysis of Marcello Foa and Beppe Grillo blogs and from their readers' comments, came out that the potential benefits of these interactions follow the possibility for readers to interact not only with journalist, in this case acting as traditional readers who, for example, send letters to the editorial staff, but also with other readers to inform them or to receive from them explanations or clarifications.
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Salvioli, Marianna. "Voci di Tangeri : Identità, cultura e letteratura in Marocco." Paris, INALCO, 2008. http://www.theses.fr/2008INAL0004.

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Abstract:
La recherche porte sur le travail autobiographique "Le pain nu" de Mohamed Choukri, afin de problématiser l'étude de la littérature marocaine. Dans la première partie on trace un profil de cette littérature, de la période antique et jusqu'à nos jours, abordant les questions relatives à la colonisation, à l'identité nationale, à la décolonisation, et au plurilinguisme. Dans une deuxième partie on procède à l'analyse de la production de Tanger, dont Choukri est la voix la plus représentative. De cette ville la thèse rappelle la spécificité historique, économique et culturelle, au point que Tanger est devenu but des auteurs et des peintres occidentaux. De la présentation de la littérature nationale on sera donc passé à l'étude d'une littérature régionale, constituée d'oeuvres de Choukri, celles de Driss Ben Hamed Charhadi, Mohammed Mrabet, Ahmed Yacoubi et Abdeslam Boulaich. La littérature de Tanger présente en fait des modes d'écriture et des thèmes spécifiques, comme la faim, la misère, la marginalité. Dans la troisième partie, on aborde "le cas de Choukri" : auteur arabophone, illettré jusqu'à l'âge de vingt ans, a connu le succès grâce aux traductions du manuscrit arabe du "Pain nu" réalisées par l'américain Paul Bowles et puis par le francophone Tahar Ben Jelloun, avant que le texte ne puisse être édité en arabe. On compare l'"original" arabe aux versions anglaise et française, et on analyse la relation entre langues véhiculaires et diffusion des littératures dites émergentes, sur fond de polémique, entre Paul Bowles, Tahar Ben Jelloun, et récemment Choukri lui-même, et on approfondit la question du statut de l'auteur, ainsi que du rapport entre oralité et écriture
The research concerns Choukri's autobiography "For Bread Alone" as a starting point for a problematic study of Moroccan Literature. The first part outlines an history of this literature, from the ancient period to our days, dealing with the questions of colonisation, national identity, decolonisation, and plurilinguism. The second part analyses the Tangier's production in which Choukri's voice is the must representative one. The thesis evokes the historic, economic and cultural specificity of the town, to such a pass that Tangier has become a destination of Western authors and painters. From the presentation of a national literature, then it proceeds to the study of a regional literature, formed by Choukri's, Driss ben Hamed Charhadi's, Mohammed Mrabet's, ahmed Yacoubi's and Abdeslam Boulaich's works. Tangier's literature shows in fact specific writing styles and topics like hunger, poverty, marginality. The third part treats "Choukri's case" : an Arabophone author, illiterate until twenty years, has gained success by "For Bread Alone" Arabic manuscript's translations by the American Paul Bowles and the Francophone Tahar Ben Jelloun, before the text is published in Arabic. The Arabic "original" is compared to the English and French versions and the relationship between the vehicular languages and the spreading of emerging literatures is analyzed, dealing particularly with the controversy between Paul Bowles, Tahar Ben Jelloun, and recently Choukri himself, the issue of the authorship and that of the link between orality and literacy
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Gianfrancesco, Fabio. "Natura, cultura, storia : l’ontologia espressiva di Maurice Merleau-Ponty." Thesis, Paris 10, 2018. http://www.theses.fr/2018PA100011.

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Abstract:
«Nous ne cessons pas de vivre dans le monde de la perception, mais nous le dépassons par la pensée critique, au point d’oublier la contribution qu’il apporte à notre idée du vrai». Avec cette phrase qui ouvre un texte auquel le philosophe confie un bilan des résultats de ses premiers travaux, Maurice Merleau-Ponty récapitule le problème fondamental dont toute sa réflexion restera marquée. Poussé, depuis le tout début de sa recherche, par l’intention de dépasser l’antinomie entre les perspectives, intellectualiste et empiriste, Merleau-Ponty fait appel à une philosophie capable de se tourner à nouveau vers le phénomène humain, de rendre compte de ses modalités d’existence et de l’explorer à nouveau au-delà de la distinction cartésienne entre âme et corps, en inaugurant ainsi une anthropologie philosophique comme propédeutique à une réforme épistémologique plus générale, capable de restituer à la philosophie même, sa fonction d’interrogation radicale de l’expérience concrète.Le but de notre recherche est de montrer comment cette exploration qui, au commencement trouve dans l’observation et dans la description de la perception son point de départ, tend toujours davantage vers une thématisation et une étude du problème de l’expression à travers lequel la réflexion merleau-pontienne évolue de la phenomenologie de la corporéité à la véritable ontologie du sensible.Tout d’abord explorée comme nécessaire corrélatif des manifestations perceptrices, l’expression devient progressivement objet d’une réflexion autonome et en même temps, le pivot méthodologique d’une trajectoire philosophique dans laquelle l’enquête anthropologique laisse graduellement le pas à une philosophie de la nature.On observera ainsi l’attestation d’une ontologie indirecte, capable de rendre compte de l’historicité de l’expérience et en vertu de laquelle repenser le rapport entre nature et culture, corps et langage. C’est-à-dire de reproposer le problème de la genèse du sens au sein d’une réhabilitation accomplie du sensible ainsi que le problème de l’émergence d’une philosophie comme ré-articulation d’une archéologie de la perception et d’une généalogie de la connaissance
«Nous ne cessons pas de vivre dans le monde de la perception, mais nous le dépassons par la pensée critique, au point d’oublier la contribution qu’il apporte à notre idée du vrai». With this sentence, which opens a text to which the philosopher entrusts an evaluation of the results of his first works, Maurice Merleau-Ponty recapitulates the fundamental problem due to which all his reflections will be affected afterwards. Led, from the very beginning of his research, from the intent to overcome the antinomy between the intellectualist and the empiricist perspectives, Merleau-Ponty calls for a philosophy capable of turning towards the human phenomenon, to account for its mode of existence and redirect it beyond the Cartesian distinction between soul and body, inaugurating a philosophical anthropology as propaedeutic to a more general epistemological reform, capable of returning to philosophy itself its function of radical questioning the concrete experience.The aim of our work is to show how this investigation, which initially finds its starting point in the observation and description of perception, increasingly stretching towards a thematization and a study of the problem of expression, through which the Merleaupontian reflection evolves from the phenomenology of corporeity to a real ontology of the sensible.First investigated as a necessary correlative of perceptual manifestations, expression becomes progressively the subject of an autonomous reflection and, at the same time, a methodological pivotal point of a philosophical trajectory in which the anthropological inquiry gradually gives way to a philosophy of nature, an indirect ontology able to account for the historicity of the experience and, in virtue of this, to rethink the relationship between nature and culture, body and language. This means to bring back the problem of the genesis of meaning within an accomplished rehabilitation of the sensible and to point out the emerging of a philosophy as a continuous re-articulation of and archaeology of perception and a genealogy of knowledge
«Nous ne cessons pas de vivre dans le monde de la perception, mais nous le dépassons par la pensée critique, au point d’oublier la contribution qu’il apporte à notre idée du vrai». Con questa frase, con cui si apre un testo cui il filosofo affida un bilancio dei risultati dei suoi primi lavori, Maurice Merleau-Ponty ricapitola il problema fondamentale da cui tutta la sua riflessione rimarrà segnata. Spinto, fin dagli esordi della sua ricerca, dall’intento di superare l’antinomia fra le prospettive Intellettualiste ed Empiriste, Merleau-Ponty fa appello a una filosofia capace volgersi nuovamente verso il fenomeno umano, di rendere conto delle sue modalità d’esistenza e re indagarlo al di là della distinzione cartesiana fra anima e corpo, inaugurando un’antropologia filosofica come propedeutica a una più generale riforma epistemologica in grado di restituire alla filosofia stessa la sua funzione d’interrogazione radicale dell’esperienza concreta.Scopo del nostro lavoro è di mostrare come questa indagine, che da principio trova nell’osservazione e nella descrizione della percezione il suo punto d’avvio, protenda sempre maggiormente verso una tematizzazione e uno studio del problema dell’espressione, attraverso il quale la riflessione merleaupontiana evolve da fenomenologia della corporeità a vera e propria ontologia del sensibile.Dapprima indagata come correlato necessario delle manifestazioni percettive, l’espressione diviene progressivamente oggetto di una riflessione autonoma e, al medesimo tempo, cardine metodologico di una traiettoria filosofica in cui l’inchiesta antropologica lascia gradualmente il passo a una filosofia della natura. Si osserverà così l’attestarsi di un’ontologia indiretta, in grado di rendere conto della storicità dell’esperienza, e in virtù di quest’ultima di ripensare il rapporto tra natura e cultura, corpo e linguaggio. Ovvero di riproporre il problema della genesi del senso in seno a una riabilitazione compiuta del sensibile e quello dell’emergere di una filosofia come continua riarticolazione di un’archeologia della percezione e di una genealogia della conoscenza
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Tramontana, Andrea <1978&gt. "Il patrimonio dell'Umanità dell'Unesco: un'analisi di semiotica della cultura." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/222/1/Tesi_Tramontana.pdf.

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Tramontana, Andrea <1978&gt. "Il patrimonio dell'Umanità dell'Unesco: un'analisi di semiotica della cultura." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/222/.

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Ianora, Luciana <1991&gt. "Cultura e creatività analizzate come prodotti di mercato e come nuova frontiera di investimento: la scommessa di Rimini." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/9832.

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Abstract:
La tesi analizza il ruolo ricoperto dalle industrie culturali e creative nel XXI secolo e gli effetti economico e sociali che derivano dalla loro diffusione. In questa logica, la tesi approfondisce inizialmente lo scenario europeo e il contesto dentro il quale si evolve e si manifesta il settore culturale, specificandone caratteristiche e peculiarità che lo distinguono, e spesso lo accomunano, con gli altri settori dell'economia di un Paese. Specificata l'importanza delle industrie culturali e creative, e sottolineata la consapevolezza assunta dai diversi Paesi europei per quanto riguarda il legame di questo settore con lo sviluppo economico, si passerà ad analizzare il contesto italiano e le sue specificità in merito all'oggetto di studio. Verranno, così, prese in considerazione le varie peculiarità del settore culturale in Italia e le politiche ideate e messe in atto dal Paese per garantire un nuovo scenario di sviluppo e crescita economica guidato e fondato su due concetti, tanto importanti quanto articolati, che si stanno sempre più facendo spazio nelle coscienze e nel contesto economico-politico: la cultura e la creatività. In seguito a queste premesse teoriche, infine, la tesi si concentrerà sull'analisi di un caso di studio concreto, la città di Rimini, per dimostrare come i concetti di cultura e creatività possano essere declinati secondo logiche economiche e come possano essere sfruttati per ideare strategie vincenti per il rilancio dell'immagine di un territorio.
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Calamelli, Elisabetta <1985&gt. "Lingua araba e cultura marocchina in classe: il mantenimento della lingua e cultura d'origine per i figli di migranti. Storia di un'esperienza veneta." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1862.

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Abstract:
Nel contesto di un’Italia plurilingue e multiculturale il tema delle seconde generazioni di migranti e di una loro inclusione nel sistema sociale ed economico italiano che ne rispetti e valorizzi specificità e competenze, è oggi una questione fondamentale per il sistema d’istruzione nazionale e per un'area caratterizzata da una forte presenza migratoria come il Veneto. Questa ricerca si propone di tracciare la traiettoria di due corsi di mantenimento della lingua e cultura d’origine per i figli di migranti arabofoni, realizzati dal 2006 ad oggi in Veneto. Nel primo caso si tratta di un progetto sperimentale, realizzato in una decina di scuole venete dal 2006 al 2009, in attuazione di un accordo di Cooperazione culturale tra il Regno del Marocco e la Repubblica italiana: in particolare la ricerca si focalizzerà sui corsi attuati nella scuola “Primo Maggio” di Treviso. Il secondo caso studiato è il corso attualmente in atto presso un’associazione marocchina che ha sede a Montebelluna, dove opera lo stesso docente inviato dal Regno del Marocco che era stato protagonista della precedente esperienza istituzionale, non rinnovata alla fine dell'a.s. 2008-2009. È stato scelto di utilizzare una metodologia di ricerca di tipo qualitativo, secondo la quale è stata svolta un’analisi approfondita dei casi di studio, attraverso la raccolta di dati e testimonianze degli attori protagonisti, lo studio del contesto e l’osservazione partecipante nella scuola dell’associazione di Montebelluna. L’obiettivo di questo elaborato è quello di analizzare alcune questioni salienti del dibattito oggi in atto sul mantenimento della lingua e cultura d’origine, a partire dall’esperienza osservata: la tesi, che è emblematicamente costruita secondo un constante dialogo tra teoria e prassi, porterà alla luce la distanza tra gli obiettivi asupicati nelle normative di riferimento e la situazione attualmente riscontrata, e si conclude con delle indicazioni precise sulle condizioni e le proposte decisive che potrebbero cambiare le sorti dell’iniziativa nel contesto specifico studiato. Infine l’elaborato si propone di aprire la strada ad un dibattito più approfondito sulle modalità e prerogative che dovrebbero caratterizzare dei corsi di mantenimento della lingua e cultura d’origine che mirino ad un’equilibrata inclusione sociale e ad una reale valorizzazione linguistica delle seconde generazioni di migranti arabofoni in Veneto.
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Fornari, Marta Maria <1995&gt. "5G e IoT - La tecnologia di quinta generazione al servizio di arte, cultura e turismo." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17577.

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Abstract:
L'espansione delle reti 5G promette di rivoluzionare una vasta gamma di settori. La tesi esplora le nuove opportunità derivanti dall'applicazione diretta della nuova tecnologia all’interno dei diversi ambiti del settore culturale. L'elaborato si propone di analizzare le caratteristiche, i vantaggi e le limitazioni dell’implementazione della rete insieme alla tecnologia dell’Internet of Things e come si stanno organizzando le infrastrutture in Italia e in Europa per favorire una nuova concezione di patrimonio culturale.
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PANZARASA, MARTINA. "Donne di mafia e carcere. Cultura, esperienze e pratiche in una sezione di alta sicurezza." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2018. http://hdl.handle.net/2434/595957.

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Abstract:
This dissertation analyses the mafia culture’s mechanism of adaptation and reproduction in a female high security section. It is an attempt to approach mafia phenomenon by considering its members’ perspective. Using qualitative research methods, it focuses on the representations, the narrative strategies and the practices of interaction of detained mafia women. More specifically, it explores: i) the family life representations with regard to the female role and the family practices which are for the benefit of the criminal organization; ii) the main discourse mechanisms employed in defining the self; iii) the aspects of mafia cultural repertory reproduced and elaborated to interact in prison. The study enlightens the crucial role of mafia cultural repertory in shaping the cooperative relationship, which is built up in the high security session together with the staff.
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Cerioli, Lucilla <1987&gt. "La cultura possibile: nuove ipotesi di gestione economica e trasmissione di saperi. Il caso del teatro Valle di Roma." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1985.

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Abstract:
L'oggetto del lavoro di tesi che intendo analizzare ed approfondire ruota intorno all'esperienza di un nuovo tipo di gestione economica di un teatro storico, il più antico di Roma: il Teatro Valle. Questo processo, iniziato con l'occupazione del teatro stesso nel giugno scorso in seguito alla riduzione del Fondo Unico per lo Spettacolo (FUS) e allo scioglimento dell'Ente Teatrale Italiano (ETI), ha portato e sta portando ad una modalità di autogestione e organizzazione che coinvolge attivamente la collettività e numerosi lavoratori del mondo teatrale e artistico, uniti nell'intento di dare vita ad uno spazio pubblico, aperto, dove la cultura, possa costituire un elemento unificante, democratico e accessibile per tutti. In particolar modo sarei interessata ad analizzare questa esperienza dal punto di vista economico-giuridico, come modello che, nel caso riuscisse a realizzarsi, costituirebbe un'iniziativa importante di azionariato collettivo e popolare che mira a dare una nuova vita e una nuova forma ad una realtà, quella teatrale, dello spettacolo e della cultura in generale, troppo spesso posta in secondo piano. La volontà del comitato del teatro di costituire una fondazione (Fondazione Teatro Valle Bene Comune per le Drammaturgie Italiane e Contemporanee) con uno statuto partecipativo che si propone come frutto di una reale collaborazione di tutti i cittadini, costituirebbe, nell'intento degli organizzatori, un segno importante, un tentativo di democratizzazione e di avvicinamento degli individui a un bene comune, il teatro stesso, così come al diritto alla formazione e alla conoscenza, spesso non sempre alla portata di tutti. Sotto un profilo organizzativo mi piacerebbe analizzare l'esperienza del teatro Valle come nascita di un nuovo tipo di assetto sociale, che si dichiara lontano dalle logiche privatistiche e dalle leggi del mercato, ma che allo stesso tempo necessita di inserirsi all'interno del tessuto urbano della città, con cui deve essere in grado di instaurare un dialogo proficuo nel lungo periodo. É proprio l'aspetto culturale e di offerta formativa che questa esperienza sta portando alla luce che ritengo interessante studiare: per analizzare la pluralità dei settori culturali coinvolti, il dialogo che una vicenda forte come questa e sicuramente “estrema” sotto molti punti di vista è riuscita a costruire con la collettività e se e in che modo si sta pensando di portarlo avanti in maniera proficua. Nondimeno risulta particolarmente interessante osservare le dinamiche e gli sviluppi che si sono necessariamente creati all'interno del gruppo in un'ottica di lungo periodo. I diversi punti di vista, le riflessioni e i dibattiti costituiscono uno spunto interessante per analizzare come i propositi e le motivazioni iniziali incontrino possibili naturali cambiamenti e di quanto la nuova “piccola” realtà costruita all'interno del teatro si discosti da una realtà più “istituzionale”. Trovo particolarmente stimolante occuparmi di questa esperienza e delle ragioni che ne stanno alla base perché rappresenta l'ultima di una lunga serie di forme di autogestione e coesione sociale che si stanno verificando in questi anni nel nostro Paese. Il Teatro Valle si caratterizza come punto di partenza cui sono seguite nuove forme di riappropriazioni di spazi pubblici come il Teatro Marinoni di Venezia, il Teatro Coppola di Catania e la tre giorni di dibattiti ai Cantieri Culturali della Zisa di Palermo.
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Forte, Lisa <1975&gt. "IL CENTRO DI AIUTO ALLA VITA DI TREVISO: LA SFIDA DI GENERARE CULTURA DELLA VITA TRA MATERNITA E IMMIGRAZIONE." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5476.

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Abstract:
La tesi ripercorre la storia del Centro di Aiuto alla Vita di Treviso dalla nascita del primo CAV italiano ai giorni nostri, con le fatiche, i conflitti e le soddisfazioni delle interazioni con le altre associazioni e enti che operano nel territorio. La seconda parte si sofferma sulla tipologia di utenti prevalenti oggi,indagando il non sempre facile rapporto tra immigrazione e maternità e quali tipi di intervento mettere in atto perché si formino anche in queste situazioni le basi di una cultura della vita nascente.
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Grigolon, Matilde <1993&gt. "Cultura Nazionale e Cultura Organizzativa: Come la cultura di una Nazione influenzi la gestione aziendale. La Svezia: la spiegazione del “Soft Swedish Management Style” attraverso l’analisi di valori, tradizioni e pensieri." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13798.

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Abstract:
la Tesi indaga il concetto di Cultura cercando di definire la relazione esistente tra Cultura Nazionale e Cultura Organizzativa, con l’intento di cogliere le dimensioni culturali che più influenzano le attività gestionali. Per comprendere tale relazione viene considerato il ruolo svolto dal management cross culturale sottolineando l’importanza della comprensione culturale per la gestione aziendale nelle sue fasi di internazionalizzazione. Il successo mondiale di numerose aziende Svedesi hanno spinto a ricercare le fonti che conducono a tali risultati, e ad indagare i segreti che definiscono il così-detto “Swedish Model”. Con il supporto di espatriati italiani in Svezia, si è cercato dunque di scoprire in che modo si strutturino le loro scelte e le loro attività aziendali. L’indagine ha portato a dover svolgere una ricerca culturale che mettesse in luce valori, abitudini e tradizioni svedesi che chiarissero il perché di determinate “practices” nel contesto lavorativo . Nel fare ciò sono inoltre emerse le maggiori sfide comunicative affrontate dagli espatriati e il modo con cui sono state abbattute quelle barriere culturali che impediscono l’adattamento ad una cultura differente.
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Parisi, Raffaele. "L'aspetto intrinseco del sinogramma: intreccio di storia, cultura e filosofia." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/10711/.

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Balboni, Lara. "Cultura Europea e identita siciliana nella scrittura di Gesualdo Bufalino." Thesis, McGill University, 2001. http://digitool.Library.McGill.CA:80/R/?func=dbin-jump-full&object_id=32898.

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Abstract:
The most outstanding features of Gesualdo Bufalino's literary works are outlined in this dissertation. Bufalino, a Sicilian writer, made a name for himself in Italian literature in the early Eighties.
The first part of this thesis deals with the author's biographic background and existential experiences which ostensibly contributed the most to his shifting life onto the literary page. It ends with an analysis of Diceria dell'untore , the novel which made him famous.
The dissertation provides then an in-depth analysis of the various themes connected with memory, the centrepiece of this author's artistic universe, from which he ceaselessly carves out the contents of his writings. Memory makes up his prevailing narrative structure.
This feature draws him close to French writer Marcel Proust, whom Bufalino makes frequent reference to, but from whom he succeeded in taking an arm-length stand, since Bufalino elaborates and interprets reminiscing his own way. Carrying memory's materials over into fiction, a typical procedure of European literature from the previous century, is dealt with by Bufalino in a manner all of his own.
Components from the author's regional culture, interspersed in his literary works, have been singled out, making thus possible a comparison with other Sicilian authors.
Bufalino's literary experience may thus be seen as deeply rooted in Sicily, but at one and the same time it may also be seen as an interpretation of European literary trends in the twentieth century.
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