To see the other types of publications on this topic, follow the link: Diritto di famiglia.

Dissertations / Theses on the topic 'Diritto di famiglia'

Create a spot-on reference in APA, MLA, Chicago, Harvard, and other styles

Select a source type:

Consult the top 42 dissertations / theses for your research on the topic 'Diritto di famiglia.'

Next to every source in the list of references, there is an 'Add to bibliography' button. Press on it, and we will generate automatically the bibliographic reference to the chosen work in the citation style you need: APA, MLA, Harvard, Chicago, Vancouver, etc.

You can also download the full text of the academic publication as pdf and read online its abstract whenever available in the metadata.

Browse dissertations / theses on a wide variety of disciplines and organise your bibliography correctly.

1

Mattioni, Matteo. "Diritto di famiglia e minoranze culturali." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2015. http://hdl.handle.net/11577/3423970.

Full text
Abstract:
The thesis aims to analyze the issue of the effectiveness in the Italian legal system of foreign legal devices concerning family law – in particular, those pertaining to the most represented cultural minorities in Italy, which our courts have mostly dealt with. After a concise historical reconstruction of the legal protection of minorities in national and international systems, the analysis goes into the ground of private law. The research is divided into the two sectors corresponding to the traditional division of family law: that of the relationship between spouses and that of the relationship between parents and children. The relationship between the family core individuals is considered first. The analysis is primarily devoted to the problem – emerging from the conflict between the principle of free will and the cases of planned or forced weddings. Secondly, the issue of polygamous marriages is examined, especially for the purpose of family reunification. Finally, the thesis deals with the Islamic repudiation, which can deploy certain limited effects in Italian law. The second part of the work is devoted to the status of children belonging to cultural minorities. The survey is first conducted with reference to “extra-conventional” forms of adoption and custody, like the kafalah of Islamic law. Second, instruction and education of children are considered, with particular reference to the issues of religious freedom. The work highlights the absolute centrality of public order, in which it is identified the real core of the cultural minorities legal issue: every political approach in this field is ultimately based on different modulations of this concept, which represents the outer limit a legal system opposes to the effectiveness of “alien” legal devices.
Il presente lavoro mira a indagare il tema dell’efficacia nell’ordinamento italiano di istituti “alieni” in materia familiare e, in particolare, di quelli proprî delle minoranze culturali più rappresentate sul territorio nazionale, di cui la nostra giurisprudenza si è maggiormente occupata. Premessa una sintetica ricostruzione in chiave storica della tutela giuridica delle minoranze in ambito nazionale e sovranazionale, l’indagine si articola sul terreno del diritto privato. L’ambito della ricerca è suddiviso nei due settori corrispondenti alla tradizionale partizione del diritto di famiglia: quello dei rapporti tra coniugi e quello rapporti tra genitori e figli. Vengono quindi in considerazione, anzitutto, i rapporti tra gli individui costituenti il nucleo fondamentale della famiglia. In primo luogo, l’analisi è dedicata al problema della libertà matrimoniale, emergente dal contrasto tra il principio della libera volontà nuziale e la realtà delle unioni programmate o forzate. Si passa quindi all’esame del fenomeno delle unioni poligamiche, venuto all’attenzione della giurisprudenza soprattutto ai fini del ricongiungimento familiare. Infine, viene analizzato l’istituto del ripudio, suscettibile di dispiegare taluni limitati effetti nell’ordinamento italiano. La seconda parte della tesi è dedicata allo status dei minori appartenenti alle minoranze culturali. L’indagine è condotta, prima, con riferimento alle forme “extraconvenzionali” di adozione e affidamento: in particolare, viene presa in considerazione la giurisprudenza riguardante la kafalah di diritto islamico. In secondo luogo, sono analizzati i profili di disciplina in tema di istruzione ed educazione dei minori, specialmente a proposito del problema della libertà religiosa. Il lavoro pone in luce l’assoluta centralità del concetto di ordine pubblico, nel quale si identifica il vero fulcro del problema giuridico delle minoranze culturali: ogni possibile approccio politico alla questione si traduce, in definitiva, in differenti modulazioni di tale concetto, il quale rappresenta il limite opposto dall’ordinamento al dispiegamento al proprio interno di effetti giuridici da parte di fattispecie connotate da elementi di estraneità.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

Candiotto, Chiara. "La nozione di famiglia in diritto penale." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2014. http://hdl.handle.net/11577/3423842.

Full text
Abstract:
Amongst the sources of law in force in Italy today, the only positive definition of family can be found in art. 29 of the Constitution, while the ordinary legislator, whether criminal or civil, has never felt the necessity to clearly define the limits of such a value, only referring to and regulating individual family relationships from case to case. The attempt to identify the contents of a really updated definition of family as to what, today, is effectively a family on a social level, led us to take into consideration what the new widespread models of alternative “families” are, first and foremost the so-called common law marriage, whether hetero- or homosexual. We analysed, in particular, how this updated concept of family is recognized in criminal law, in order to extend criminal protection to informally living families. Another problematic aspect of great interest and worth investigation we analysed is the influence of the ever more poignant cultural pluralism which characterises our society in structure and composition of family: we suggested in particular to discover the effects of new cultural family models, often very different from the typical western one, on the notion of family today,. These models encourage the emersion of family structures that are sometimes inconsistent with the fundamental principles of our family law and with the criminal sanctions protecting the family. We also analysed the offenses provided for by Italian legislation on medically assisted procreation (Law no. 40 of 19 February 2004). This is a topic of particular relevance, given the ever increasing use of techniques of artificial reproduction by couples who, unable to reproduce naturally, in some cases even decide to go abroad to undergo reproductive practices prohibited in Italy and sometimes rise to criminal sanctions (the so-called “procreative tourism”). The choices made by the Italian legislator have proved very controversial and gave rise to a heated debate amongst scholars and Courts, with the intervention of the ECHR, the Italian Constitutional Court and the Italian Supreme Court, which recently has covered, for example, the ban on use of preoperative diagnosis system and the heterologous fertilization.
L’unica definizione di famiglia presente tra le fonti oggi vigenti è rintracciabile all’art. 29 della Costituzione. Il Legislatore ordinario, sia civile che penale, non ha invece mai ritenuto di esplicitare chiaramente il perimetro di tale bene, limitandosi a far riferimento e a disciplinare di volta in volta i singoli rapporti familiari. Abbiamo allora voluto cercare di appurare se esista una nozione di famiglia da applicarsi ogniqualvolta il bene famiglia assuma rilevanza penale ed eventualmente quali ne siano i tratti caratterizzanti. Si è affrontato, in particolare, il problema del riconoscimento e della tutela penale delle coppie di fatto omo- ed etero- sessuali, alla luce delle recenti evoluzioni legislative e della copiosa giurisprudenza formatasi negli ultimi anni. La ricerca si è inoltre allargata ad ulteriori realtà familiari, come le famiglie multietniche e multiculturali, sempre più diffuse per effetto dei massicci flussi migratori. In quest’ambito, nella tesi è affrontato il tema dei cd. reati familiari culturalmente orientati, perché integrati da condotte percepite dai soggetti attivi come lecite e normali secondo le usanze delle loro terre d’origine, ma penalmente sanzionate nel nostro ordinamento perché lesive di beni familiari. Sono poi stati approfonditi i temi legati all’evoluzione scientifica e tecnologica, che ha portato oggi al diffondersi di tecniche riproduttive che inducono a un radicale ripensamento delle stesse modalità di genesi della famiglia ed a un sovvertimento dei tradizionali ruoli familiari, comportando la necessità di una ridefinizione dei concetti di filiazione, maternità e paternità. La ricerca si è così rivolta ai reati previsti dalla Legge n. 40 del 19 febbraio 2004 in materia di procreazione medicalmente assistita, con una particolare attenzione al reato di realizzazione, organizzazione e pubblicizzazione della maternità surrogata, ma anche ai profili di penale responsabilità ipotizzabili in capo a chi ricorre al cd. turismo procreativo per sottoporsi all’estero a tecniche vietate in Italia.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
3

CENTINARO, VALERIA. "PROSPETTIVE DI MODERNIZZAZIONE DEL DIRITTO DI FAMIGLIA NELL'ISLAM. IL CASO PAKISTANO." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/1083.

Full text
Abstract:
Questo lavoro intende analizzare il processo di evoluzione giuridica e sociale che ha operato nel mondo musulmano, con particolare riguardo alla condizione femminile e al diritto di famiglia nell’Islam. Date le connotazioni di specificità della giuridicità in ambito islamico, l’analisi delle modalità e degli strumenti con cui sono state portate avanti di volta in volta riforme e istituzionalizzazione di determinati ambiti giuridici consente di leggere l’Oggi con interessanti prospettive. Dopo una parte generale dedicata allo studio del diritto islamico e, in particolare, del diritto di famiglia, si è inteso analizzare il caso della Repubblica Islamica del Pakistan. Un caso oltremodo significativo nell’alternare Tradizione e Modernità e nelle peculiari evoluzioni istituzionali, sociali e politiche. È nella sua storia che si rintraccia sempre questa oscillazione, ma è soprattutto nella produzione normativa e nelle dinamiche sociali che si scopre quanto operino al suo interno meccanismi e movimenti di riforma che non esulano dai riferimenti islamici. Attraverso il periodo di fieldwork in loco, emerge l’immagine di un Paese non solo oggetto di un recente e contemporaneo processo di riforme legislative in materia penale e di diritto di famiglia, ma anche luogo di interessanti evoluzioni interpretative della giurisprudenza e di una società civile attiva e determinata verso l’affermazione di una “via musulmana alla modernità”.
This research aims to highlight the perspectives of reform within Islamic Family Law and in the field of women’s rights, focusing especially on the case of Pakistan. The study is structured in two main parts in the attempt to underline the dialectic between Tradition and Modernity. The first part is an analysis of the sources of Islamic Law, aimed to delineate, on one hand, the instruments of classical and reformist interpretation and the legal procedures which make possible an evolution of the Islamic law and, on the other hand, the influences of the customary practices, with special reference to Islamic Family Law. The second part focuses on the case of Pakistan. The purposes of this section are to analyze the reforms in the field of family law and women’s rights and to examine the significant trends and the debate addressing family law and the related eventual challenges and opportunities. As emerged during my fieldwork I spent in Pakistan, Islam per se cannot be considered the obstacle to modernization since many factors are affecting this process as patriarchal customary practices, poverty, lack of education and awareness, bureaucratic and judiciary inefficiencies. In this view, an effective reformation process could be started from social reforms, especially in the field of education, even the religious one, in order to produce an “attitudinal modernization” and a change in people’s mindset towards a culture of gender equity and respect.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
4

Najafi, Gholam <1990&gt. "le due rivoluzioni e diritto di famiglia in Iran." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/11778.

Full text
Abstract:
«In nome di Dio, il Clemente, il Misericordioso» Questa tesi è nata dal mio continuo interrogarmi sulle mie origini e sul mondo che per alcuni anni mi ha circondato. Crescendo e studiando ho potuto fare una sintesi tra i valori che mi erano stati insegnati da bambino e quelli che oggi ho ritrovato nella società in cui vivo. Ogni cultura infatti pretende di definire ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, dunque una morale che ci permette di vivere senza scontrarci gli uni con gli altri. Ciò che è interessante notare, è come questa serie di regole si sia introdotta nelle nostre società e a quali sviluppi culturali abbia portato, influenzando perciò non solo la vita quotidiana, ma anche il campo politico e religioso. Ciò che mi ha sempre colpito è come la religione, spesso e volentieri abbia influenzato la politica, soprattutto nel Medioriente, dove questo fenomeno è molto più visibile rispetto al caso europeo. Lo scopo di questa tesi è analizzare i punti salienti della prima e della seconda rivoluzione Iraniana, mettendoli in relazione con il diritto di famiglia musulmano sciita. Essa perciò contiene nozioni di diritto classico musulmano e diritto contemporaneo, collegati ai vari cambiamenti sociali avuti negli ultimi secoli. Inoltre vi sono riferimenti al mondo occidentale. Cerchiamo dunque di capire se le figure politico- religiose che si sono susseguite hanno chiarito le questioni centrali e più problematiche del diritto e se loro studi hanno favorito lo sviluppo della famiglia musulmana, la quale è sempre stata oggetto di dibattito nello scambio / scontro tra religione e politica.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
5

Caliendo, Biagio <1977&gt. "Patto di famiglia e tutela dei legittimari." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3502/1/CALIENDO_BIAGIO_TESI.pdf.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
6

Caliendo, Biagio <1977&gt. "Patto di famiglia e tutela dei legittimari." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3502/.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
7

Lassi, Chiara <1994&gt. "Il diritto di famiglia giapponese: myōgi, koseki e affidamento dei minori." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19943.

Full text
Abstract:
L’elaborato che presento tratterà del diritto di famiglia giapponese. Inizierà con qualche cenno storico dalla nascita del diritto in Giappone, fino ad arrivare ai giorni nostri. Verranno affrontate alcune problematiche come il mukoseki. Inoltre, facendo dei confronti con l’Italia, si analizzeranno le modalità di divorzio e le eventuali procedure per l’affidamento nel caso di figli minori, spiegando anche la problematica sulla sottrazione di minori tra coniugi di nazionalità mista. Infine rappresenterò con dei grafici un sondaggio che ho sottoposto ad alcuni studenti universitari giapponesi, per comprendere la loro percezione sul diritto di famiglia: lo trovano giusto oppure un po’ antiquato e disparitario in confronto a quello italiano?
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
8

di, Napoli Ester. "I criteri di collegamento personali nel diritto internazionale privato europeo della famiglia." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3423051.

Full text
Abstract:
Recently, European private international law in family matters has deeply developed. The structure of conflict-of-laws rules reflects the needs of mobility of the “post-modern” family. Presently, families move, benefiting from the “constitutional” freedom of movement within the Union, establishing a fragmented and unstable relationship with the territory. In the era of the retour des sentiments, the “post-modern” man “suffers” from a pluralism of identities: he is linked to the traditions of his ancestors, he is integrated within the social context of the different country where he is established, he takes part to the community of those who believe in the religion that he has embraced. In Europe, the conflict-of-laws rules which regulate family matters – allocated on three “levels” (national, conventional, supranational) – respond to complex schemes, and undergo a wider tension to specialization, flexibilitation and materialization of private international law. The use of the personal connecting factors of nationality, domicile and habitual residence, demonstrates that private international law changes following the political, social and economic changes. The European legislator and the interpreter, when elaborating and applying the relevant conflict-of-law rule, need to satisfy multiple needs. On one side, the European policies, such as, among others, the social integration of the individual in the legal order of the requested State; on the other side, the protection of the “moving” person’s cultural identity. Such “axiological” tension (translated, in the macro-context, in the search for a balance between the “right to an international mobility”, and the respect of one’s own “roots”) reveals itself, in the micro-context, through the use of some personal connecting factors by the supranational conflict-of-laws rules which apply in family matters. It is mostly the habitual residence that appears to satisfy such balances. The European legislator has taken the expression from the language of “the Hague”, and has shaped it according to the needs of the European legal order. Habitual residence raises delicate issues concerning its definition: such problems show that this concept is of a complex and composite nature, which goes beyond the mere fact (as it was originally conceived in the “law of the Hague”). The questions surrounding the habitual residence, and its widespread use (as the principal connecting factor, but also the principle head of jurisdiction in EU regulations regulating family matters) reflect the development that undergoes European private international law. Such evolution, together with its present dynamics, seen from the internal perspective of the personal connecting factors used by conflict-of-laws rules in family matters, leads one to think – with renovated interest – about the European competences in the field of private international law, and on the nature of European private international law
Negli ultimi anni il diritto internazionale privato dell’Unione ha conosciuto uno sviluppo significativo, anche nel settore familiare. Le esigenze della “famiglia postmoderna” si riverberano sulla struttura della norma di conflitto, che si appresta a seguirla nel suo dinamismo. La famiglia odierna partecipa del fenomeno di mobilità attraverso le frontiere, “costituzionalmente” garantito dai Trattati, intrattiene col territorio un rapporto frammentato, precario: la famiglia si stabilisce nel tessuto sociale dello Stato d’accoglienza, vi si integra, riparte. Così, nell’epoca del retour des sentiments, l’uomo postmoderno è eclettico, “soffre” di un pluralismo identitario: è ancorato alle tradizioni dei propri avi, si inserisce nel tessuto sociale del diverso paese in cui è stabilito, si riconosce nella comunità di quanti credono nella religione che ha abbracciato. Le norme di conflitto che disciplinano la materia familiare in Europa – distribuite su più “livelli” (interno, convenzionale, sovranazionale) – rispondono così a schemi articolati, attraversate dalla più ampia tendenza alla specializzazione, alla flessibilizzazione ed alla materializzazione del diritto internazionale privato, che interessa ogni settore. L’evoluzione dell’impiego nel tempo dei criteri di collegamento personali della cittadinanza, del domicilio e della residenza abituale mostra come il diritto internazionale privato non resti insensibile agli sviluppi politici, sociali ed economici della società. Il legislatore dell’Unione, nella fase genetica, e l’interprete, nella fase applicativa della norma di conflitto, devono soddisfare multiple esigenze. Da una parte, le politiche dell’Unione (di cui la libertà di circolazione costituisce lo “scheletro”), l’integrazione sociale della persona nell’ordinamento dello Stato d’arrivo; dall’altra, la tutela dell’identità culturale dell’individuo “mobile”. Questa tensione assiologica, che nel macro-contesto si traduce nella ricerca di un equilibrio tra il “diritto alla mobilità internazionale” ed il valore del rispetto delle proprie origini, si manifesta nel micro-contesto nell’impiego di alcuni criteri di collegamento personali da parte delle norme di conflitto preposte alla disciplina dei rapporti e delle situazioni familiari, nel contesto sovranazionale. È soprattutto il criterio di collegamento basato sulla residenza abituale che parafrasa questo gioco di equilibri. Il legislatore dell’Unione ha trasposto “a Bruxelles” questa espressione, tratta dal linguaggio “dell’Aja”, plasmandolo in parte su “bisogni” propri dell’ordinamento europeo: il criterio di collegamento della residenza abituale dimostra di soddisfare, più dei criteri del domicilio e della cittadinanza, gli obiettivi cui è informato il diritto internazionale privato dell’Unione, strumentale, a sua volta, al raggiungimento delle politiche dell’Unione. La residenza abituale solleva delicate problematiche ricostruttive, che ne lasciano intendere una natura complessa, composita, che va oltre al mero fatto (come originariamente intesa nel “diritto dell’Aja”). Le questioni che circondano questo concetto e l’impiego diffuso che ne fanno le norme dell’Unione (che lo elevano a criterio di collegamento, nonché a titolo di giurisdizione principale anche nei regolamenti in corso di adozione in materia familiare), rispecchiano in parte lo sviluppo che fronteggia il diritto internazionale privato dell’Unione nel suo insieme. Questa evoluzione, con le sue dinamiche attuali, osservata dal micro-contesto, dalla prospettiva dei criteri di collegamento personali impiegati dalle norme di conflitto in materia familiare, ci inducono riflettere con rinnovato interesse sulle competenze dell’Unione nella disciplina internazionalprivatistica, sulla natura del diritto internazionale privato dell’Unione
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
9

Serrano, Canas José Manuel <1977&gt. "La governance della società di capitale a base familiare: "Protocolo Familiar" e Patti di Famiglia." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1913/1/jose_serranocanas_tesi.pdf.

Full text
Abstract:
Family businesses have acquired a very specific gravity in the economy of occidental countries, generating most of the employment and the richness for the last ages. In Spain Family Businesses represent the 65% about the total of enterprises with 1,5 million companies. They give employment to 8 million people, the 80% of the private employment and develop the 65% of the Spanish GNP (Gross National Product). Otherwise, the family business needs a complete law regulation that gives satisfaction to their own necessities and challenges. These companies have to deal with national or international economic scene to assure their permanency and competitiveness. In fact, the statistics about family companies have a medium life of 35 years. European family businesses success their successor process between a 10 and 25%. It’s said: first generation makes, second generation stays, third generation distributes. In that sense, the Recommendation of the European Commission of December 7º 1994 about the succession of the small and medium companies has reformed European internal orders according to make easier successor process and to introduce practices of family companies’ good government. So, the Italian law, under the 14th Law, February 2006, has reformed its Covil Code, appearing a new concept, called “Patto di famiglia”, wich abolish the prohibition as laid dwon in the 458 article about successors’ agreements, admitting the possibility that testator guarantees the continuity of the company or of the family society, giving it, totally or in part, to one or various of its descendents. On other hand, Spain has promulgated the 17th Royal Decree (9th February 2007), that governs the publicity of family agreements (Protocolos familiars). These “protocolo familiar” (Family Agreement) are known as accord of wills, consented and accepted unanimously of all the family members and the company, taking into account recommendations and practices of family company’s good government.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
10

Serrano, Canas José Manuel <1977&gt. "La governance della società di capitale a base familiare: "Protocolo Familiar" e Patti di Famiglia." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1913/.

Full text
Abstract:
Family businesses have acquired a very specific gravity in the economy of occidental countries, generating most of the employment and the richness for the last ages. In Spain Family Businesses represent the 65% about the total of enterprises with 1,5 million companies. They give employment to 8 million people, the 80% of the private employment and develop the 65% of the Spanish GNP (Gross National Product). Otherwise, the family business needs a complete law regulation that gives satisfaction to their own necessities and challenges. These companies have to deal with national or international economic scene to assure their permanency and competitiveness. In fact, the statistics about family companies have a medium life of 35 years. European family businesses success their successor process between a 10 and 25%. It’s said: first generation makes, second generation stays, third generation distributes. In that sense, the Recommendation of the European Commission of December 7º 1994 about the succession of the small and medium companies has reformed European internal orders according to make easier successor process and to introduce practices of family companies’ good government. So, the Italian law, under the 14th Law, February 2006, has reformed its Covil Code, appearing a new concept, called “Patto di famiglia”, wich abolish the prohibition as laid dwon in the 458 article about successors’ agreements, admitting the possibility that testator guarantees the continuity of the company or of the family society, giving it, totally or in part, to one or various of its descendents. On other hand, Spain has promulgated the 17th Royal Decree (9th February 2007), that governs the publicity of family agreements (Protocolos familiars). These “protocolo familiar” (Family Agreement) are known as accord of wills, consented and accepted unanimously of all the family members and the company, taking into account recommendations and practices of family company’s good government.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
11

IAFRATE, PAOLO. "L'evoluzione del diritto di famiglia in Tunisia: il minore nello Statuto personale e nel diritto internazionale privato." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2009. http://hdl.handle.net/2108/824.

Full text
Abstract:
Questa opera è indirizzata a coloro che sono attratti dal mondo islamico o più semplicemente sono incuriositi da questa realtà che sempre di più si sta " europeizzando" anche se i principi cardine restano immutati. La disciplina sciaraitica che regola l' istituto familiare si basa su un nucleo di valori, regole giuridiche comuni, infatti il Corano le considera intangibili e immutabili. L'obiettivo è promuovere la posizione dei componenti più deboli della famiglia, ossia la donna e il bambino, ed equiparare i diritti e i doveri dei coniugi. Le norme sciaraitiche sono state riformulate e recepite nei codici di diritto di famiglia nei Paesi musulmani denominati " Statuto Personale" . La tesi di dottorato dal titolo " L' evoluzione del diritto di famiglia in Tunisia: il minore nel Codice dello Statuto Personale e nel Diritto Internazionale Privato" , è suddivisa in quattro capitoli. Il Capitolo I " Le origini e lo Statuto Personale" dedica ampio spazio alle radici della Tunisia, con dei brevi riferimenti alla situazione del Paese sia a livello costituzionale che socio-culturale. Successivamente, dopo aver effettuato una breve disamina storica, si passa ad approfondire il Codice dello Statuto Personale dal 1956 fino alle ultime riforme del marzo 2008. Il secondo capitolo dedica invece unâ ampia riflessione al rapporto tra il Giudice Tunisino e la codificazione in materia di Statuto Personale. Nel corso dei paragrafi viene sottolineato il ragionamento del giudice che appare a volte conforme, e a volte in contrapposizione al diritto musulmano classico. Dall' analisi del capitolo si evince un conservatorismo tradizionale e di reazione del giudice che si rapporta sempre più al contesto sociale, affrontando numerose problematiche e mutando il proprio orientamento con il passare del tempo. Inoltre, gli altri paragrafi affrontano lâ annosa problematica del riconoscimento della paternità, mediante la prova del DNA, con specifico riferimento alla legge del 28 ottobre 1998, analizzando i vantaggi e gli svantaggi, nonché le possibili misure adottate dal legislatore. Infine, l' ultimo capitolo approfondisce il ruolo del minore sia all' interno dello Statuto Personale che nel Diritto Internazionale Privato Tunisino. Nei primi paragrafi si desume come la consacrazione del principio dell' interesse del minore nello Statuto Personale, sia fondato su una dimensione umanitaria basata sulla dignità e l' eguaglianza. I paragrafi successivi, invece, sottolineano la salvaguardia dell'interesse del bambino all'interno del Diritto Internazionale Privato, principio fondamentale concernente tutte le decisioni del giudice. Quest' ultimo, dunque, dovrà procedere all' analisi di tutti i fattori finanziari, domiciliari, affettivi, psicologici, educativi e sanitari relativi al bambino. Infine l' attenzione è rivolta all' esame di un caso pratico riguardante il matrimonio tra una cittadina tunisina ed un cittadino egiziano. In sintesi, si può notare come la famiglia tunisina, anche se tende verso un modello nucleare, conserva i caratteri della famiglia tradizionale.
This work is addressed to those who are attracted by the Islamic world or are simply interested in this reality that increasingly is "Europeanizing" even if the basic principles remain unchanged. The sharia discipline, that regulates the family institution, is based on values and common juridical rules that the Koran considers intangible and unchangeable. The aim is to promote the position of the weakest components of the family, such as women and children, in order to make the rights and duties of the couple equal. The sharia precepts have been reformulated and assimilated in the family law codes of the muslim countries and are called "Personal Statute." The doctoral thesis entitled "The evolution of the familyan law in Tunisia: The minor in the Code of the Personal Statute and in the Private International Private Law", is divided into four chapters. The first Chapter, â The Origins and the Personal Statute", is about the roots of Tunisia, making short references to the situation of the Country in the constitutional, social and cultural level. Then, after a brief historical and close examination, the chapter deepens the Personal Statute Code from 1956 to the last reforms of March 2008. The second chapter talks about the relationship between the Tunisian Judge and the codification in the field of Personal Statute. The paragraphs emphasize that sometimes the reasoning of the Court is an accordance with the classical muslim law and sometimes this is in contrast with it. The chapther shows a traditional conservatism and, in particular, the reaction of the Judge that relates increasingly to the social context, facing many issues and changing his own orientation with the passing of time. Besides, the other paragraphs deal with the old issue of the acknowledgement of paternity, through Dna testing, with particular reference to the law of 28 October 1998, analysing the advantages and disadvantages, the possible measures taken by the law - maker. Finally, the last chapter deepens the role of the minor inside the Personal Statute and the Tunisian International Private Law. In the first paragraphs of this chapter, the consecration of the minor in the Personal Statute, is based on a more umanitarian dimension, on dignity and on equality. On the contrary, the further paragraphs underline the safeguard of the childâ s interest inside the International Private Law, that is a fundamental principle in all the judgeâ s decisions.So, the judge has to analyse the financial, emotional, psichological, educational and sanitary factors concerning the child. In the end, the attention is addressed to the examination of a practical case, the marriage of a tunisian woman and egyptian man. In brief, you can see that, even if the Tunisian family aspires to a nuclear model, it preserves the main features of the traditional family.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
12

Gabriel, Erika. "La trasmissione dell'azienda: dagli istituti classici al patto di famiglia." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2009. http://hdl.handle.net/11577/3425669.

Full text
Abstract:
The firm, universitas iuris that is composed by personal property, real property, material goods and intangibles properties, but also by rights and duties, belongs to the category of productive goods, because all of them are organised by the entrepreneur to create business, even if he isn’t the owner of this productive goods. The firm follows particular rules about the circulation of goods and service that are different from the legal instruments of contract; the purpose of this particular rules is to support the trading organization’s welfare. The Italian law doesn’t consider particular rules in the case of transfer of the firm by mortis causa, farm firm excepted. The importance of wealth transfer among generations and the importance of the instruments to realize it, have imposed to the Italian legislator to issue a law – it is the law n. 55/2006 “Modifiche al codice civile in materia di patto di famiglia” – that discusses this problem and contributes, in part, to the process of harmonization of the European countries laws. In fact, the patto di famiglia is an agreement where the entrepreneur donates his firm to a son, or a grandson, while the other sons and the consort – the uninheritable relatives – receive some money or other goods according to the value of the firm and following the previsions about their rights.
L’azienda, universitas iuris costituita oltre che da beni mobili, immobili, mobili registrati, materiali e immateriali, anche da diritti ed obblighi, appartiene alla categoria dei beni produttivi in ragione del fatto che i suoi elementi sono funzionalmente organizzati dall’imprenditore, a prescindere dalla titolarità sugli stessi, in vista di un’attività d’impresa: questa sua peculiarità è la ragione dell’applicazione di una speciale disciplina che interessa il suo momento circolatorio e che, sottolineandone il carattere strumentale, introduce delle deroghe alla disciplina comune al fine di favorire il mantenimento dell’organizzazione produttiva. La peculiare funzione svolta dall’azienda nel sistema produttivo, non ha invece, di regola, alcuna rilevanza nel momento della sua trasmissione mortis causa: l’indifferenza nei confronti della natura dei beni che compongono l’asse ereditario, l’applicazione del principio dell’unità della successione e quello dell’intangibilità della legittima provocano lo smembramento del patrimonio aziendale con pregiudizio dell’interesse dell’impresa. L’interesse dell’imprenditore alla pianificazione del passaggio della ricchezza imprenditoriale, che si realizza consentendogli di individuare il successore più idoneo e di attribuire allo stesso l’azienda quale mezzo per svolgere l’attività imprenditoriale, si scontra dunque con le regole della successione ereditaria, e solo nel diritto agrario sembrano aver trovato un equilibrio. La necessità di provvedere alla pianificazione della passaggio generazionale della ricchezza imprenditoriale è un problema di stringente attualità che si connette alla necessità di salvaguardare i livelli occupazionali e che si avverte tanto in ambito nazionale che comunitario: dopo anni di sollecitazioni e dibattiti sull’opportunità di un intervento legislativo atto a favorire il passaggio generazionale dei beni aziendali, è stato introdotto nel nostro ordinamento, ad opera della legge n. 55 del 14 febbraio 2006 “Modifiche al codice civile in materia di patto di famiglia”, il patto di famiglia. Esso si presenta come uno strumento di natura pattizia attraverso il quale, da un lato, si realizza l’attribuzione dell’azienda al discendente (o ai discendenti) ritenuto più adatto a divenire imprenditore, e nel contempo con la soddisfazione degli altri legittimari non assegnatari che vedranno convertito il loro diritto alla legittima in natura in un diritto di credito. Il patto di famiglia di cui agli artt. 768 bis e ss. c.c., infatti, tende a evitare lo smembramento del complesso produttivo, coinvolgendo nell'operazione divisionale i discendenti legittimari dell'imprenditore al fine di evitare liti che possano compromettere l'assetto di interessi predisposto in vita dal disponente attraverso un meccanismo negoziale definito “riallocazione consensuale del controllo sui beni d'impresa” e il cui risultato non sia possibile rimettere in discussione all’apertura della successione del disponente, poiché, in quella sede, l’attribuzione dell’azienda è esente ex lege dai meccanismi di collazione e riduzione. Il punto di forza di questo nuovo strumento di trasmissione dell’azienda, soprattutto se confrontato con i mezzi fino ad ora a disposizione dell’imprenditore, è rappresentato proprio dall'esenzione da collazione e azione di riduzione perché è in ragione della disattivazione dei predetti istituti che il passaggio generazionale della ricchezza imprenditoriale può dirsi stabile – l’attribuzione dell’azienda non è infatti aggredibile in sede di apertura della successione – e non aleatorio in quanto il valore del bene azienda si attualizza e cristallizza al momento della stipulazione del patto.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
13

Sbabo, Emanuela. "Omicidi di prossimità: dieci anni di casi nei distretti giudiziari di Milano e di Torino." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2010. http://hdl.handle.net/11577/3426877.

Full text
Abstract:
The aim of this research doctorate dissertation is the analysis of the sanctioning procedure applied to 175 murder cases within the family environment, tried between 1997 and 2007 by the Court of Assizes of Turin and Milan. This research is part of a more extensive study that is still in progress, and its aim is to analyse the sentences pronounced in family homicide cases by all the Courts of Assizes in the Italian territory in the above-mentioned space of time. The research has been carried out investigating the proximity homicide from strict criminologic, sociological and legal points of view. The aim is to provide some starting points for considerations on the possible deep roots and motivation which produce this peculiar typology of crime, and on the suitability of the sanctions offered by the Italian judicial system. In order to select the sentences, reference is made to the following counts of indictment: art. 575, 576, 577 penal code (murder and concerning aggravating circumstances), art. 578 penal code (infanticide in terms of moral and material abandonment), art. 579 penal code (murder of the consenting partner), art. 580 penal code (support or incitement to suicide), art. 584 penal code (manslaughter); art. 572, paragraph II, penal code (abuse in family worsened by death event), art. 591, paragraph III penal code (abandon of a minor or legally incompetent person worsened by death event). From subjective point of view, the focus has been on relationships called “proximity relationships”. This terms refer to all those relationships – love, proximity, affection, cohabitation – that develop also outside of the close family environment, but involving ties of affective stability. One need only consider, for example, the engagement relationships, cohabitation more uxorio relationships, love relationships in progress or cut short between either hetero or homosexual people, cohabitation relationships between people not necessarily tied up by love relationship (carer and landlord), extramarital relationships. The sentences have been gathered and presented schematized within suitable plan of analysis, thought out with the aim of simplifying the subsequent synthesis of the data that can be drawn from. This preliminary stage, concerning the reading and the schematization of the wide selection literature, is followed by a work of synthesis on the information drawn from the sentences. The aim of this work is to give a general view on data about perpetrators, victims, their profiles, motives, procedural outcomes, etc. Afterwards, an analysis has been made on data concerning the sanctioning procedure, with particular attention to the circumstances system, the outcomes of counterbalance judgement and to the criteria affecting the determination of the punishment. A partition of the sentences into four groups was believed to be useful, according to the extent of the punishment actually inflicted. A distinction has been made among manslaughters punished with life imprisonment, with detention from 24 years to 30 years, from 21-year sentence to 24-year sentence, and in the end with punishment below 21 years. For each group the most significative sentences have been analysed in detail with the aim of singling out the parameters which played a decisive role in the judge’s discretionary power concerning the sanctioning procedure of each case. To sum up this work, research into the homicide rules and regulations in the Italian judicial system and in the main European judicial systems has been carried out. Here, particular attention has been paid to those judicial systems where the lawmaker has kept a distinction between two different typologies of homicide, according to their major or minor atrocity. The analysis pointed out that the punishment inflicted for this kind of offence is often milder than punishment theoretically provided by the Code on articles 575, 576 and 577. As a matter of fact, one may notice a trend in order to limit the punishment through the granting of extenuating circumstances, which, often, annul completely the effects of the charged aggravating circumstances during balancing judgement. This situation creates inevitable tension with the rule of law and the certainty of the punishment, as well as problems of coherence with respect to very different sanctions prescribed even on the same count of indictment. Besides, the judge is given too much discretionary power in establishing the punishment for homicide, and his discretionary power might diverge a lot from the lawmaker’s judgement. After verifying the above-mentioned matter, a proposal is put forward to adopt, also in Italy, a legal distinction between the two typologies of homicide: on one hand atrocious homicide and on the other hand minor gravity homicide, both typologies distinct from the profile of typical conduct as well as the punishment point of view. In this way, it could be possible to enhance, even at the source, the difference between cases of dissimilar gravity, reducing the risk of applying sanctions that may diverge a lot from the rules and expectations, therefore making the judges’ decisions closer to the Code regulations at the moment of applying punishment.
Oggetto di questa tesi di dottorato è l’analisi del trattamento sanzionatorio applicato a 175 casi di omicidi “in famiglia”, giudicati nel periodo di tempo che va dal 1997 al 2007 dalle Corti d’Assise d’Appello di Torino e di Milano. La ricerca si inserisce all’interno di uno studio più ampio, e tuttora in corso di svolgimento, avente come obiettivo l’analisi delle sentenze pronunciate in tema di omicidi in famiglia da tutte le Corti d’Assise d’Appello del territorio nazionale nell’arco di tempo sopraindicato. L’indagine viene svolta studiando l’omicidio di prossimità sia sotto il profilo strettamente criminologico e sociologico, sia sotto il profilo giuridico, e ha come scopo quello di fornire degli spunti di riflessione su quali siano le radici e le ragioni profonde che generano questa peculiare tipologia di delitti e sull’adeguatezza delle risposte sanzionatorie approntate dal nostro ordinamento. Ai fini della selezione delle sentenze, si è fatto riferimento ai seguenti capi di imputazione: art. 575, 576, 577 c.p. (delitto di omicidio e relative circostanze aggravanti), art. 578 c.p. (infanticidio in condizioni di abbandono morale e materiale), art. 579 c.p. (omicidio del consenziente), art. 580 c.p. (aiuto o istigazione al suicidio), art. 584 c.p. (omicidio preterintenzionale); art. 572, co. II, c.p. (maltrattamenti in famiglia aggravati dall’evento morte), art. 591, co. III, c.p. (abbandono di persone minori o incapaci aggravati dall’evento morte). Sotto il profilo soggettivo, invece, oggetto di attenzione sono stati i rapporti che chiameremo di “prossimità”. Con questo termine ci si vuole riferire a tutte quelle relazioni - sentimentali, di vicinanza, di affezione, di coabitazione - che si svolgono anche al di fuori del contesto strettamente familiare, ma che involgono legami di stabilità affettiva. Si pensi, ad esempio, a rapporti di fidanzamento, di convivenza more uxorio, a relazioni sentimentali in corso o interrotte tra etero o omosessuali, a rapporti di coabitazione fra persone non necessariamente legate da relazioni sentimentali (badante e padrone di casa), a relazioni extraconiugali. Le sentenze raccolte, complessivamente 175, sono state schematizzate in apposite griglie di analisi, pensate al fine di agevolare la successiva sintesi dei dati da esse ricavabili. A questa fase preliminare di lettura e schematizzazione dell’ampio materiale selezionato, è seguito un lavoro di sintesi delle informazioni ricavate dalle sentenze, al fine di avere una visione d’insieme dei dati riguardanti autori e vittime, i loro profili, le loro relazioni, i moventi, gli esiti processuali, ecc… Si è poi passati all’analisi dei dati concernenti il trattamento sanzionatorio, con particolare riguardo al regime delle circostanze, agli esiti del giudizio di bilanciamento e ai criteri che hanno maggiormente influito sulla determinazione della pena. A tal fine, abbiamo ritenuto utile procedere attraverso una suddivisione delle sentenze in quattro gruppi, a seconda della misura della pena in concreto irrogata. Abbiamo pertanto distinto fra omicidi puniti con l’ergastolo, con la reclusione da anni 24 ad anni 30, da anni 21 ad anni 24 anni e, infine, con pene inferiori agli anni 21. Si è poi proceduto, per ciascun gruppo, ad una analisi dettagliata delle sentenze più significative, al fine di individuare i parametri che hanno avuto un ruolo determinante nel guidare la discrezionalità del giudice in ordine al trattamento sanzionatorio di ciascun caso. A conclusione dell’elaborato, viene proposta una trattazione della disciplina dell’omicidio nell’ordinamento italiano e nei principali sistemi giuridici europei; ponendo particolare attenzione a quegli ordinamenti in cui il legislatore ha mantenuto una distinzione fra due diverse tipologie di omicidio, a seconda della maggiore o minore atrocità che li connota. L’analisi svolta ha messo in evidenza che le pene inflitte per questo tipo di reati sono sovente più miti di quelle che il codice astrattamente prevede agli articoli 575, 576 e 577. Si riscontra, infatti, una tendenza dei Giudici a contenere la pena attraverso la concessione di circostanze attenuanti che, spesso, in sede di giudizio di bilanciamento, elidono totalmente gli effetti delle aggravanti contestate. Ciò crea delle inevitabili tensioni con il principio di legalità e di certezza della pena, nonché problemi di coerenza a fronte di risposte sanzionatorie molto diverse pur in presenza di un identico capo di imputazione. Inoltre, viene lasciata una eccessiva discrezionalità al giudice nella determinazione della pena per l’omicidio, che può così discostarsi, anche di molto, dalle previsioni del legislatore. Constatato quanto sopra, a conclusione del lavoro viene formulata la proposta di adottare, anche nel nostro Paese, una distinzione legislativa fra due forme di omicidio, una “atroce” e un’altra connotata da minore gravità, distinte già sotto il profilo della condotta tipica, oltre che sul piano della pena. In tal modo, si consentirebbe di valorizzare, già a monte, la differenza fra casi di diversa gravità, riducendo il rischio di applicare sanzioni che si discostano eccessivamente dalle previsioni normative e rendendo le decisioni dei Giudici in punto di pena più aderenti alla disciplina del codice.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
14

BONATO, RICCARDO. "La famiglia flessibile e lo sviluppo del bambino. Caso di studio: le scuole dell’infanzia del Comune di Milano." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2015. http://hdl.handle.net/10281/66171.

Full text
Abstract:
Il tessuto economico chiede strumenti contrattuali atti a rendere flessibile l’organizzazione del personale al fine di orientare, con minori costi, la produzione di beni e servizi rispetto alle esigenze mutevoli della domanda di mercato. Le riforme in atto in Italia, a partire dal “Pacchetto Treu” [1997], proseguendo con la “Riforma Biagi“ [2001], la “Riforma Fornero” [2012] e da ultimo il “Jobs Act” [2014], hanno ampliato principalmente la flessibilità numerica dei lavoratori esterni all’azienda (Atkinson, 1984). L’analisi teorica e l’analisi quantitativa esposte in questo studio hanno evidenziato limiti e rischi nell’utilizzo dello strumento dei contratti atipici. La scienza economica, in primis, è divisa nel ritenere l’aumento della flessibilità dei lavoratori esterni all’azienda un fattore che possa favorire occupazione e produttività del sistema, lo individua, invece, quale strumento di bilanciamento del costo del lavoro rispetto alle condizioni di mercato attraverso la fluttuazione dei salari. Il diritto del lavoro, anche in attuazione dei principi costituzionali, ha funzione protettiva per il lavoratore, ma le tipologie contrattuali di assunzione presentano differenti livelli di protezione del lavoratore. Il differente trattamento dei lavoratori atipici avviene su due livelli: un livello prettamente di regolazione normativa e un livello di efficacia della norme. Vi sono, infatti, norme che prevedono una parità di trattamento tra i lavoratori, ma che all’atto applicativo incontrano differenti limiti di concreta attuazione in base al contratto di assunzione (es. tutela della maternità). La tipologia del contratto di assunzione, anche a causa delle differenti tutele sostanziali e di welfare che porta con sé, influenza l’individuo nella sua dimensione identitaria personale e famigliare. La sociologia ha studiato questo fenomeno in termini di benessere per l’individuo [Sennett, 1999; Bauman, 2000; Paugam, 2000; Fullin 2004 e altri]. Anche a livello famigliare sono state condotte alcune analisi che hanno rilevato un’influenza della “flessibilità” del contratto di assunzione dei genitori sulle scelte famigliari, quali ad esempio le decisioni di spesa famigliare, il modello di famiglia adottato o la decisione di procreare [Saraceno, 2001; Fullin, 2002; Salmieri, 2006 e altri]. Questo studio, attraverso un’analisi quantitativa svolta presso i nidi e le scuole del Comune di Milano che ha coinvolto una popolazione di 9936 famiglie, ha raccolto dati descrittivi del campione relativamente alla dimensione famigliare, alla dimensione lavorativa dei genitori, al bambino che sta crescendo nella famiglia e al servizio all’infanzia usufruito, nonché rispetto ad obiettivi di ricerca più specifici come lo studio del modello di famiglia assunto dalle famiglie in seguito alla nascita di un bambino, lo studio dell’impatto sullo sviluppo del linguaggio del bambino del tipo di contratto di lavoro dei genitori, lo studio del livello di conoscenza dei lavoratori riguardo le tutele giuslavoristiche alla genitorialità, e lo studio dell’impatto del contratto di assunzione sugli elementi valoriali dei genitori-lavoratori in ambito lavorativo e in famiglia. Da questo studio è possibile concludere che accentuare la flessibilità numerica dei lavoratori esterni all’azienda nel territorio oggetto di indagine sembra essere una via irta di rischi e priva sicurezze nel raggiungimento degli obiettivi di aumento dell’occupazione e della produttività, ma utile al solo abbassamento del costo del lavoro. La mancanza degli strumenti di sostegno e tutela dei lavoratori strutturalmente meno produttivi (come le lavoratrici madri) potrebbe riversarsi non solo sul benessere e sulle scelte di vita delle famiglie di oggi, ma anche nelle generazioni future: lo sviluppo del bambino è connesso anche agli strumenti di tutela alla maternità e alla paternità che i suoi genitori ricevono.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
15

Bresciani, Erika <1993&gt. "Le donne in Cina tra diritto di famiglia e forme di discriminazione: traduzione e commento traduttologico di due articoli specialistici." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16548.

Full text
Abstract:
Oggi giorno, la condizione delle donne in Cina, così come in altre parti del mondo, è una delle tematiche che più frequentemente vengono studiate e analizzate. In questo elaborato, particolare rilevanza verrà data all'aspetto giuridico e legislativo e si cercherà di chiarire e spiegare più nel dettaglio il funzionamento del processo familiare all'interno dei tribunali cinesi. Lo scopo di un processo familiare è quello di garantire e salvaguardare i diritti delle donne nel matrimonio e nella famiglia: all'interno della riforma in atto, però, sono ancora presenti molte imperfezioni e diversi passi in avanti devono ancora essere effettuati. Tra le varie parti che verranno analizzate, particolare rilevanza verrà data all'analisi dei bisogno effettivi delle donne all'interno del processo stesso e alla spiegazione del significato del diritto di proprietà e del concetto di "comunione/separazione dei beni". Nella seconda parte, verrà analizzata la "Convenzione per l'Eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne" e la sua applicazione nel contesto culturale cinese. Questo documento, firmato oltre 30 anni fa da diversi paesi, dà un grande contributo all'eliminazione di tutti gli atti discriminatori nei confronti delle donne e alla protezione dei diritti umani. Purtroppo, però, sono ancora presenti molti problemi e sarà importante chiarire qual'è il vero ruolo della Cina all'interno della Convenzione stessa.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
16

Vai, Francesca. "Finalità e possibili riletture della cura ventris." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3423398.

Full text
Abstract:
The insitution object of the present research paper is a specific form of custody of the Roman Law. As cura ventris you can mean "€œbelly custody"€, or custody of an unborn child, a form of protection that the juridycal system grants to whom is not still born when the pater familias dies or is missing. Infact the Roman Law, with a typical pragmatic approach, was used to find remedies and protections for every situation able to create an "€œimbalance", a deficit to what we should define anachronistically as the "€œcostituted order"€, able to harm a position worthy of protection by the juridycal system. The structure of the present research is made up by three chapters: a first one, introductive, where to outline the principal features of the legal custody system, and its evolution, in the Roman Law. A second one where is specifically exposed in details the institute of cura ventris, the role of curator ventris and the possibile classifications between the genre of cura personae and the genre of cura bonorum, just nodding to some ambiguousness about the purpose of an unborn child custody. A third one that examines the connection between cura ventris and the effective interests protected by the Roman Law, proposing a reinterpretation of purposes of cura ventris starting from an accurate analysis of the concept of dignitas in D.37.9.1.19 and D.37.9.4 texts to considerations about some interpretative trends and their methods. There, some questions and some introduced issues will be recalled, even considering the different positions of doctrine about cura ventris and the methodological approach essentially followed, to verify their legitimacy and the scientific suitability in understanding the examinated istitution.
L'€™istituto posto ad oggetto della presente ricerca è sicuramente una particolare forma di curatela nel diritto romano. Per cura ventris si può intendere curatela del ventre, del nascituro, ovvero una forma di protezione predisposta dall'€™ordinamento a favore di chi non è ancora nato, qualora la figura del pater familias venga a mancare. Infatti il diritto romano, con il suo caratterizzante atteggiamento pragmatico, soleva "€œtrovare"€ rimedi e tutele a situazioni tali da generare uno stato di squilibrio rispetto a quello che noi definiremmo, anacronisticamente, "€œordine costituito"€, tali quindi da ledere una posizione giuridica meritevole di tutela secondo l'€™ordinamento stesso. La struttura della presente ricerca è articolata in tre capitoli: un primo capitolo, introduttivo, che si occupa di delineare i tratti fondamentali del sistema della cura in diritto romano e la sua evoluzione. Un secondo che si occupa specificatamente e dettagliatamente della cura ventris come istituto, della figura del curator ventris e delle possibili classificazioni tra le due macro categorie di cura personae e cura bonorum, con un cenno ad alcune ambiguità  in ordine alle finalità  della curatela del ventre. Un terzo che indaga il legame tra la cura ventris, gli interessi effettivamente tutelati nel diritto romano, proponendo poi una reinterpretazione delle finalità  della cura ventris a partire da un'€™attenta considerazione del parametro della dignitas di cui ai frammenti D.37.9.1.19 e D.37.9.4, fino a svolgere, in sede di conclusioni, alcune considerazioni sulla fondatezza di taluni filoni ricostruttivi dell'€™istituto in esame e sui metodi interpretativi usati. Lì saranno dunque ripresi alcuni quesiti ed alcuni punti rimasti in sospeso, considerando anche le posizioni delle differenti dottrine in tema di cura ventris e l'€™approccio metodologico utilizzato, al fine di verificarne la fondatezza e l'€™adeguatezza scientifica nell'interpretazione dell'€™istituto in esame.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
17

Tomasi, L. "La tutela comunitaria della vita familiare tra mercato interno e spazio di libertà, sicurezza e giustizia." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2007. http://hdl.handle.net/2434/52020.

Full text
Abstract:
The thesis inquires into the features of EC regulation of family relationships. Respect for family life is a fundamental right recognised by the European Union. Protection of family life arises as a spill-over effect of EC free movement, immigration and sex equality law. It also constitutes an object of EC private international law. Legislation and case-law demonstrate the emergence of a principle of respect throughout the Member States of the European citizens personal and family status as a condition for effective free movement. Such a principle may prevent the application of national laws denying recognition of a family status acquired in another Member State. However, the recognition of status may be inhibited by the necessity to protect general interests of the Member States, whose legitimacy is to be assessed by the European Court of Justice. The principle of recognition of status also deserves a role within the enactment of EC private international law in family matters under art. 65 EC. In conclusion, EC action in family matters is aimed at promoting mutual recognition of family status between the Member States, rather than at harmonising family laws
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
18

MIGLIUCCI, DEBORA. "LE FAMIGLIE ITALIANE E LA COSTITUZIONE REPUBBLICANA. STORIA CONTROVERSA DI UNA ¿SOCIETÀ NATURALE¿." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2014. http://hdl.handle.net/2434/230553.

Full text
Abstract:
The research focuses on the evolution of the family in constitutional law. The basic thesis of this research is based on the belief that the legal debate about equality between men and women, and the most recent one, on same-sex unions has several connection points, often referred in the text, and adherence to a single paradigm that can be defined as "masculine" and "heterosexual". The methodology used in this research thesis intends to take up the challenge of interdisciplinarity predominant feature of Gender Studies.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
19

GATTI, ROBERTA. "Il ruolo del diritto romano in Piemonte in età preunitaria: fra tradizione e innovazione. Il caso del diritto di famiglia nella giurisprudenza sabauda." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2017. http://hdl.handle.net/10281/158265.

Full text
Abstract:
La ricerca ha ad oggetto il ruolo del diritto romano nella legislazione, nella dottrina e nella giurisprudenza del Piemonte nel XIX secolo. L’analisi si concentra principalmente sull’esistenza del diritto romano nella giurisprudenza in tema di diritto di famiglia, al fine di indagare il continuo uso del diritto romano da parte dei giudici nelle loro pronunce.
The object of the research is about the role of Roman law in legislation, doctrine and jurisprudence of Piemonte during the XIX century. The analysis is mainly about the existence of Roman law in jurisprudence about family law, in order to investigate the continuous use of Roman law by judges in their decisions.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
20

Grifa, Antonella. "Proposta di glossario bilingue di carattere giuridico in portoghese e italiano per interpreti di madrelingua italiana." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/12746/.

Full text
Abstract:
Al momento, non esistono risorse terminologiche finalizzate all’interpretazione del dominio del diritto di famiglia nella combinazione linguistica portoghese europeo e italiano. Per sopperire a questa mancanza, si è creato ex-novo un glossario bilingue portoghese-italiano sul diritto di famiglia tramite l’uso di strumenti tradizionalmente finalizzati alla terminografia e alla ricerca terminologica, adattando i loro abituali usi e obiettivi alle necessità e agli scopi della fase di preparazione terminologica condotta da un interprete prima di un incarico. Dapprima, un excursus storico dell’evoluzione del diritto di famiglia in Portogallo e in Italia e un’analisi della situazione attuale nei due paesi e nell’Unione Europea definiscono il contesto. In secondo luogo, una panoramica sui linguaggi specialistici e le loro caratteristiche lessicali e sintattiche prima, e successivamente la descrizione della terminologia, delle sue peculiarità e delle sue applicazioni forniscono il quadro teorico alla base della ricerca terminologica in esame. La terza sezione dell’elaborato descrive le prime tre fasi della metodologia del processo di creazione del glossario: la definizione degli obiettivi, dei destinatari e della forma del lavoro, la documentazione e la creazione (semi)automatica di corpora comparabili con il software BootCat e l’estrazione (semi)automatica dei termini in portoghese con l’aiuto degli strumenti contenuti nel programma AntConc. Nel capitolo finale viene descritto il processo di ricerca degli equivalenti italiani, insieme alla discussione di alcune difficoltà incontrate durante il percorso; infine, insieme al glossario completo di 120 termini con rispettive traduzioni e note, vengono presentati i termini suddivisi in quattro sottodomini, accompagnati da alcuni commenti sul lavoro svolto e suggerimenti per eventuali ampliamenti e perfezionamenti del glossario.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
21

Giuliodori, Maria Cristina. "IL RUOLO DEL PATTO DI FAMIGLIA LA CONTINUITA’ DELL’IMPRESA A BASE FAMILIARE NELLA COMPLESSITA’ SUCCESSORIA." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2016. http://hdl.handle.net/11566/242990.

Full text
Abstract:
ABSTRACT La transizione generazionale rappresenta un momento critico nella vita dell’impresa, legato al passaggio di testimone dell’imprenditore, accentratore, ad altri soggetti della famiglia in vista del proprio ritiro dal mondo del lavoro, ed ancor più della propria morte. Problema particolarmente sentito in Italia dove la maggior parte delle piccole e medie imprese si lega ad un nucleo familiare, in cui la proprietà del capitale di rischio e l’amministrazione fanno capo ad una famiglia. Questo lavoro focalizza la sua attenzione sulla complessa questione, antica e sempre attuale, della relazione tra i membri di una famiglia e la gestione successoria dei grandi e piccoli patrimoni produttivi condivisi, nell’obiettivo prioritario di garantire la continuità dell’impresa evitando conflitti familiari, lunghi, dannosi tanto per l’impresa che per la coesione familiare. I soggetti protagonisti di questa analisi sono l’impresa familiare quale fattispecie disciplinata nell’art. 230 bis c.c., di cui vengono approfonditi gli aspetti prevalenti, tutt’ora oggetto di controversa dottrina e giurisprudenza. Ed altresì l’impresa a base familiare, la c.d. family business, quale costrutto concettuale più ampio, che definisce l’ambito degli affari economici e l’attività di controllo di un’ampia famiglia imprenditoriale, quotata e non. Da ultimo il lavoro si concentra sull’esame dei patti di famiglia quale istituto che il nostro legislatore ha introdotto nel 2006 al fine di consentire la trasmissione inter vivos del bene produttivo, onde garantirne la continuità gestionale e produttiva nel tempo ed evitare complessi conflitti familiari. Se ne esaminano i profili principali, le complessità interpretative ed operative tentando di capire il perché dello scarso, quanto inaspettato, successo di tale istituto nonostante gli entusiasmi manifestati dal legislatore e dalla letteratura giuridica. Nella consapevolezza dei profili economici ed aziendalistici che l’analisi non può e non deve trascurare.
ABSTRACT Generational transition represents a crucial moment in the life of an enterprise, due to the handover of the entrepreneur (a centralizing figure) to other members of the family in view of his/her retirement from work, or even more so of his/her death. It is an issue particularly felt in Italy, where most of the small and medium-sized enterprises are bound to a family and the ownership of the risk capital and the administration refer to that family. This research study focuses on the complex, ancient yet present issue concerning the relationship between family members and the succession management of small and large shared productive assets, aiming primarily to guarantee the enterprise continuity and to avoid long family conflicts which would be detrimental not only to the enterprise but also to the cohesion of the family. The main subject of this analysis is the family business, as regulated by the Italian Civil Code article “art. 230 bis c.c.”, examining in depth the predominant aspects of this business type, which is currently a subject for controversial tenets and jurisprudence. It also views the family business as a broader concept that defines the financial business area. Furthermore, it analyses the control activity exerted by large entrepreneurial families, both listed and unlisted. Lastly, this study examines the business inheritance agreement (Patto di Famiglia) as an institution introduced in 2006 by our legislator for allowing inter vivos succession of productive assets, aimed at guaranteeing the continuity of management and production over time and avoiding complex family conflicts. It examines the main traits of that institution, its interpretive and operational complexity, in an attempt to understand its unexpectedly little success, despite the enthusiasm shown by both the legislator and by legal literature. This analysis cannot overlook economic and entrepreneurial profiles, which are highly taken into account in this study.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
22

OTTOLINA, ALESSANDRO MARIA. "Il contratto di convivenza." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2017. http://hdl.handle.net/10281/170835.

Full text
Abstract:
La tesi ha ad oggetto il contratto di convivenza e ne analizza la natura e il contenuto sia durante il regime di atipicità che dopo l'introduzione della relativa figura tipica ad opera della L. 76/2016. Sommario: 1. LA CONVIVENZA E LA LEGGE N. 76/2016 - 2. IL CONTRATTO DI CONVIVENZA NELLA L. 76/2016: NATURA, FORMA E PUBBLICITA’ - 3. IL CONTENUTO DEL CONTRATTO DI CONVIVENZA - 4. Il DECESSO DEL CONVIVENTE E I MEZZI CONTRATTUALI PER LA REGOLAMENTAZIONE DELLA SUCCESSIONE - 5. INVALIDITA’ E SCIOGLIMENTO DEL CONTRATTO DI CONVIVENZA E CESSAZIONE DEL RAPPORTO - 6. CONTRATTO DI CONVIVENZA E DIRITTO INTERNAZIONALE PRIVATO
The thesis analyses the cohabitation agreement ("contratto di convivenza") and deals with the nature and the content of such topic during the atypical regime as well as following the introduction of its typical form under Italian Law No.76/2016. Contents: 1. THE COHABITATION AND THE LAW No. 76/2016 - 2. THE AGREEMENT IN THE LIVING LAW No. 76/2016: NATURE, FORM AND PUBLICITY - 3. THE CONTENT OF THE COHABITATION AGREEMENT - 4. DEATH OF PARTNER CONTRACT AND MEANS FOR THE REGULATION OF SUCCESSION - 5. INVALIDITY AND TERMINATION OF COHABITATION CONTRACT - 6. COHABITATION CONTRACT AND PRIVATE INTERNATIONAL LAW
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
23

Vigliotti, Sara <1990&gt. "Matrimonio e divorzio nel diritto di famiglia marocchino, evoluzione e conservazione. Casistica e problematiche relative alla recepibilità nell'ordinamento giuridico italiano." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/7787.

Full text
Abstract:
L'obiettivo della tesi è dimostrare come il matrimonio musulmano ed i vari metodi di scioglimento del matrimonio possano essere oggetto di modifiche durante il processo di codificazione del Legislatore nonostante il loro essere fortemente ancorati alla šarī‘a, e, al tempo stesso, verificarne la recepibilità nell'ordinamento italiano al momento dell'incotro/scontro del nostro diritto di famiglia con quello di matrice islamica. Partendo da un'iniziale panoramica sul matrimonio e sul divorzio nel diritto musulmano classico, il lavoro fornisce precise informazioni grazie ad un costante riferimento alle due fonti principali del diritto musulmano: il Corano e la Sunna. Attraverso tali nozioni è stato possibile procedere con l'analisi dell'evoluzione di questa parte del diritto di famiglia prendendo in considerazione le varie codificazioni susseguitesi in Marocco a partire dai primi due Codici dello Statuto Personale del 1957/8 e del 1993 sino all'ultima grande riforma apportata dal Codice della Famiglia del 2004. Non è un caso che tra tutti i paesi dell'area arabo-musulmana il lavoro si sia focalizzato proprio sul Marocco, al contrario, tale scelta è il frutto di varie considerazioni, e tra le più importanti, ricordiamo che il maggior numero di immigrati arabo-musulumani presenti in Italia è di nazionalità marocchina. Proprio a fronte di questa massiccia presenza sul nostro territorio, l'ultima parte del lavoro si è concentrata sull'analisi delle problematiche e della casistica nate dal contatto tra il nostro diritto di famiglia e quello musulmano, verificando se le riforme apportate in Marocco siano riuscite o meno ad accorciare le distanze tra i due ordinamenti giuridici.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
24

ALQAWASMI, AMAL YOUSEF OMAR. "Muslim Family Law in the Legal Pluralism System in Europe, Justifications and Conflicts." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2022. http://hdl.handle.net/10281/385020.

Full text
Abstract:
Nella rivoluzione silenziosa che i diritti di famiglia stanno attraversando negli ultimi decenni in Europa a seguito delle nuove tendenze socio-culturali, il diritto di famiglia musulmano è stato al centro di particolare attenzione, in quanto la comunità musulmana sta diventando una realtà visibile delle società pluralistiche europee. I dati empirici evidenziano che le disposizioni del diritto di famiglia musulmano vengono applicate in modo non ufficiale, in quanto non accolte all’interno dei sistemi legali europei. Al contempo, vi è l’esigenza di applicare queste disposizioni per la famiglia, in quanto strettamente legate al diritto religioso sia della sfera familiare che dell’identità religiosa. Questa situazione sta generando nuove sfide legali e sociali in Europa in quanto la mancanza di ufficialità ha portato a diritti di famiglia non tutelati e ad incertezze in sede legale. Inoltre, vi è una seria preoccupazione che ciò possa dare luogo all’interno delle società europee a comunità segregate che regolano le questioni riguardanti la famiglia al di fuori del controllo dello Stato. Da qui emergono notevoli responsabilità e problematiche complesse per i sistemi giuridici europei. Questa tesi si propone di discutere le ragioni fondamentali e le reali sfide del diritto di famiglia musulmano in Europa all’interno delle principali tematiche che seguono: in primis, il quadro giuridico del diritto religioso e della famiglia nell’applicazione del codice religioso di famiglia. In secondo luogo, l’applicabilità del Diritto Privato Internazionale nel riconoscimento e implementazione delle disposizioni del diritto di famiglia musulmano in Europa. In terzo luogo, il caso studio dell’applicazione non ufficiale del diritto di famiglia musulmano in Italia, comparato con i risultati di studi effettuati in altri paesi europei. Infine, le principali sfide relative alle questioni del pluralismo legale e dei diritti umani, incluso il quadro giuridico del diritto di famiglia musulmano. Ciò che è principalmente emerso è la complessità della tematica, dove è fondamentale adottare un approccio interdisciplinare a livello socio-legale, per trovare soluzioni concrete nelle società pluralistiche europee attraverso un maggiore coinvolgimento della legge di stato e una migliore comprensione delle sfide che la giurisprudenza e i musulmani affrontano.
Abstract In the silent revolution that family laws in Europe have witnessed over the past decades as a result of new social and cultural tendencies, Muslim family law has been the focus of particular attention since Muslims are becoming a visible part of European pluralistic societies. Empirical data shows that Muslim family provisions are being applied unofficially since there is no official accommodation within the European legal system. At the same time there is a need for these family provisions which are strongly connected with religious rights in family life as well as religious identity. This situation is bringing new legal and social challenges in Europe since the lack of officiality has led to unprotected family rights and legal uncertainty. Moreover, there is deep concern of creating segregated communities within the European societies that regulate their family issues outside the control of the state. All this brings to the scene important responsibilities and challenging issues for the European legal system. This thesis discusses the meaningful justifications and real challenges of Muslim family law in Europe in the following main areas: First, the legal framework of religious and family rights when applying a religious family code. Second, the applicability of International Private Law when recognizing and implementing Muslim family law provisions within Europe. Third, the unofficial Muslim family law applied in Italy, as a study case, in comparison to the results of studies in other European countries. Fourth, the main challenges when addressing and dealing with legal pluralism and human rights concerns, including Muslim family law. The major finding is the complexity of this issue, where an interdisciplinary socio–legal approach is essential in order to find concrete solutions for pluralistic European societies through the greater engagement of state law and a better understanding of the challenges that face the legal system and individual Muslims.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
25

Grasso, Alice. "L'omicidio di prossimità. Profili criminologici e penalistici delineati dalle sentenze dei distretti giudiziari siciliani negli anni 1995-2007." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2011. http://hdl.handle.net/11577/3422746.

Full text
Abstract:
The object of the research conducted by the doctoral student, Alice Grasso, is the analysis of 'proximity homicides' (homicides among family members, relatives and friends) tried between 1995 and 2007 by the Appeal Court of Assizes of Sicily. The term 'proximity homicide' replaces that of 'family-related homicide' and refers to crimes committed or attempted against family members, relatives, friends, neighbours and partners, which involve or involved stable emotional ties or ties based purely on necessity or usefulness. The aim of the study is divided into two perspectives. From a criminological perspective, based on 2007 data provided by the Ministry of the Interior in the 'Report on Crime in Italy', the constant increase, from 1992 to 2006, of homicides committed within cohabiting relationships, the research aims at identifying some factors which favoured the increase of these special types of crimes. Secondly, purely from a legal and criminal policy perspective, the study carefully analyses the situations of social pathology in which the 'proximity homicides' occurred, as well as the response offered by the State with the exercise of criminal jurisdiction. This undoubtedly provides important elements for understanding the reasons behind the violence and for preparing the preventive and repressive regulatory controls capable of preventing and controlling this phenomenon. The analysis conducted achieves the aims of the research by examining the theme from two separate lines of perspective: a theoretical line deriving from a scrupulous historical exegesis of the proximity homicide, with special focus on the laws preceding the unification of Italy and the Zanardelli Code; and a empirical line based on the acquisition of data emerging from the judicial experience, so that the phenomenon can be grasped in its concrete manifestation and in the responses offered by the legal system. The second perspective forms the vital nucleus of the research because it analyses proximity homicides by studying and comparing the 142 sentences relating to the 142 proximity homicide cases tried between 1995 and 2007 in the Appeal Court of Assizes of Sicily. Before the evaluation, each single ruling was studied using tables that, via reference grids, allowed summarising and highlighting the most important factual, axiological and procedural aspects. Against the backdrop of these guidelines, the research was divided into four fundamental parts. The first part is dedicated to presenting the object of the study and starts by classifying the proximity homicides within the framework of a broader regulatory corpus concerning homicides in general. Once the reference framework has been identified, the doctoral student will produce an historical exegesis of this type of crime, both in its general dimension and in the form of the parricide, the filicide and the now abrogated case of 'honour' homicides. It will then focus on the statistical significance of this phenomenon in Italy and the world. In the second part the barycentre of the research shifts to analysing the 142 sentences 'of which was extracted a whole copy' relating to the 142 proximity homicide cases tried between 1995 and 2007 in the four Appeal Courts of Assizes in Sicily. These cases are studied by comparing and examining each aspect and comparing them to sociological and criminal studies, and by observing how they are handled, in practical terms, by some of the most important criminal institutes. The third part looks at the sanctions placed on proximity homicides, with identification of the elements that most influence the level of the penalty in both procedural and substantial law. Special attention is given to the abnormal effect caused to the dosimetry of sanctions by the choice of an abbreviated trial, generic mitigating circumstances and the result of the judgement for balancing the heterogeneous circumstances. The fourth and last part of the research is dedicated to developing some comparative profiles with the German system, resulting from a visit to the Max Planck Institute in Freiburg, Germany. It underlines the main features that distinguish it from the Italian system, both in substantial and procedural law, with a description of four recent cases of proximity homicides in the Federal Republic of Germany. In conclusion, some interpretations are proposed that aim at providing a response to the question on the presence of a criminogenic effect that is closely connected to the family environment. The theme of the inadequacy of the current legislation is also examined with regard to criminal policies and reforms. Finally, due to the unique nature of each concrete case, the doctoral student added an appendix containing the tables prepared and used to conduct the comparative analysis. This appendix is an essential part and continual reference point for the study that was conducted.
La ricerca compiuta dalla Dottoranda Alice Grasso ha avuto ad oggetto l'esame degli 'omicidi di prossimità' giudicati dalle Corti di Assise di Appello della regione Sicilia nell'arco di tempo compreso tra l'anno 1995 e l'anno 2007. In particolare, con il termine 'omicidi di prossimità', che sostituisce quello di 'omicidi in famiglia', ci si riferisce ai delitti consumati o tentati nell'ambito di relazioni 'sentimentali, di vicinanza, di affezione o anche di semplice coabitazione' che implicano, o hanno implicato, legami stabili di carattere affettivo o anche di semplice necessità o utilità. Lo scopo dello studio si richiama ad una duplice prospettiva. Sul piano criminologico, dato per ammesso, sulla base dei dati forniti nel 2007 dal Ministro dell'Interno nel 'Rapporto sulla criminalità in Italia', l'aumento costante, dal 1992 al 2006, degli omicidi compiuti nell'ambito dei rapporti di convivenza, la ricerca mira ad individuare alcuni fattori che hanno favorito l'incremento di questa peculiare specie di criminalità. In secondo luogo, sul piano strettamente giuridico e della politica criminale, un'attenta analisi delle situazioni di patologia sociale in cui sono maturati gli 'omicidi di prossimità', nonché della risposta fornita dallo Stato con l'esercizio della giurisdizione penale, forniscono senz'altro spunti rilevanti per la comprensione delle ragioni della violenza e per l'apprestamento di presidi normativi, di tipo sia preventivo che repressivo, in grado di contrastare e di contenere tale fenomeno. L'analisi condotta, quindi, persegue gli scopi della ricerca approfondendo il tema da due distinti angoli prospettici: quello teorico, che trae la sua origine da una scrupolosa esegesi storica dell'omicidio di prossimità , con particolare riguardo alle legislazioni preunitarie e al Codice Zanardelli; quello empirico, basato sulla rilevazione dei dati emergenti dall'esperienza giudiziaria, in modo tale da potere cogliere il fenomeno nella sua manifestazione concreta e nella risposta ad esso offerta dall'ordinamento giudiziario. Nella seconda prospettiva sta il nucleo vitale della ricerca, in quanto analizza l'omicidio di prossimità attraverso lo studio e la comparazione di centoquarantadue sentenze relative ad altrettanti casi di omicidio di prossimità giunti alla cognizione delle Corti di Assise di Appello della regione Sicilia, nell'arco di tempo compreso tra il 1995 e il 2007. Preliminare alla valutazione è stato lo studio di ogni singola pronuncia attraverso delle tabelle che, mediante griglie di riferimento, hanno permesso di riassumere e mettere in evidenza gli aspetti fattuali, assiologici e processuali di maggior rilievo. Sullo sfondo di queste linee conduttrici, la ricerca si compone di quattro parti fondamentali. La prima parte è dedicata alla presentazione dell'oggetto dello studio condotto e trova il suo incipit nell'inquadramento dell'omicidio di prossimità  all'interno del più ampio corpus normativo riguardante l'omicidio in generale. Una volta individuato il quadro di riferimento la Dottoranda ha compiuto l'esegesi storica di tale forma di criminalità, sia nella sua dimensione generale, sia nella forma del parricidio, del figlicidio e dell'ora abrogata fattispecie di omicidio per causa d'onore. Lo sguardo è stato poi rivolto alla rilevanza statistica che tale fenomeno ha assunto in Italia e nel mondo. Nella seconda parte il baricentro della ricerca si sposta sull'analisi delle centoquarantadue sentenze, di cui è stata estratta integrale copia, relative ad altrettanti casi di omicidio di prossimità giunti alla cognizione delle quattro Corti di Assise di Appello della Regione Sicilia, tra il 1995 e il 2007, procedendo allo studio dei casi attraverso la comparazione e l'approfondimento di ciascun aspetto, il confronto con studi di tipo sociologico e criminologico, l'osservazione di come trovino concreta attuazione alcuni dei più importanti istituti penalistici. Nella terza parte lo sguardo è stato posto sul trattamento sanzionatorio degli omicidi di prossimità , con l'individuazione di quegli elementi che più hanno influenzato la graduazione della pena, sia dal punto di vista procedurale che sostanziale, con particolare riferimento all'effetto abnorme provocato sulla dosimetria sanzionatoria dalla scelta del rito abbreviato, nonché dalla concessione delle circostanze attenuanti generiche e dall'esito del giudizio di bilanciamento tra circostanze eterogenee. La quarta ed ultima parte della ricerca è dedicata allo sviluppo di alcuni profili comparatistici con l'ordinamento tedesco, frutto di una permanenza presso il Max Planck Institut di Friburgo in Brisgovia, del quale vengono messi in risalto i principali tratti che lo contraddistinguono rispetto all'ordinamento italiano, sia dal punto di vista sostanziale che procedurale, con la descrizione di quattro recenti casi di omicidio di prossimità nella Repubblica federale di Germania. A conclusione di questo elaborato vengono proposte alcune chiavi interpretative che intendono fornire un principio di risposta al quesito circa la presenza di un effetto criminogeno intimamente collegato all'istituzione famigliare. Inoltre viene affrontato, in un quadro di politica criminale e di riforma, il tema dell'inadeguata configurazione normativa attuale. Infine, in ossequio alla singolarità  che contraddistingue ogni caso concreto, la Dottoranda ha inserito in appendice all'elaborato le tabelle redatte ed utilizzate per svolgere l'analisi comparatistica, quale parte imprescindibile e continuo punto di riferimento per lo studio che è stato condotto.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
26

Binato, Giulia. "La famiglia in senso giuridico dopo la riforma della filiazione: il modello italiano nell'ambito della tradizione giuridica occidentale." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2018. http://hdl.handle.net/11577/3426344.

Full text
Abstract:
Within Western legal tradition family is evolving. The evolution of family law follows separate paths in each legal system and may bring to different result. This research explores the evolution of family in a legal sense in a selection of western legal systems. Therefore, it exams the laws that recognized new family forms in the past years, by enlightening the role of legal formants in the widening of the legal notion of family. This comparative study aims at understanding the consequences of the Italian Reform on Filiation on the broadening of family in a legal sense.
Nell’ambito della tradizione giuridica occidentale, la nozione di famiglia in senso giuridico sta subendo progressivi mutamenti. Anche a fronte di esiti similari, le modalità di tale evoluzione possono differire notevolmente. La ricerca mette in luce le evoluzioni del diritto di famiglia in alcuni ordinamenti occidentali, analizzando la ratio degli ampliamenti intervenuti ed evidenziando il formante a cui sono riconducibili. Lo studio muove dall’ipotesi che la Riforma della Filiazione italiana abbia un ruolo centrale nell’ampliamento della nozione di famiglia in senso giuridico nel nostro ordinamento. Esso mira dunque all’approfondimento dell’estensione raggiunta dalla nozione di famiglia in senso giuridico nell’ordinamento italiano, attraverso la collocazione del modello familiare italiano nell’ambito dei modelli riconducibili alla tradizione giuridica occidentale.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
27

Di, Marco Rudi. "Del diritto di autodeterminazione della persona. Questioni teoretiche, rilievi teorici, profili giuridici nel problema bio-giuridico." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2015. http://hdl.handle.net/11577/3424287.

Full text
Abstract:
The enquiry focuses on the problem of the self-determination of the human person, in the bio-legal context, in reference to current experience. The aim of the Work is to show that the right of self-determination, as a subjective right, cannot be understood with the α-legal categories typical of modernity, unless one commits a petitio principii which causes the right to clash with the Legal system, by identifying it effectively as a right virtually open to the legitimation of substantial anarchy, thereby …. identifying effectively it as a right virtually open to the legitimation of anti-legality towards and against oneself. The proposal and the contribution offered by these reflections, then, aim at proposing a “authentically legal (i.e., philosophical-theoretical) reading” of human self-determination, as the self-determination of the (axiologically) human will of the subject, and hence as the self-determination of the rational and responsible will of the person, which claims the righto behave and does behave in conformity to its nature. Then, by precisely exercising the right of self-determination – understood as we to, obviously –, the subject cannot bring about a conduct guided by the pure, Hegelian self-will, i.e. a conduct brought about without any criterion apart from authentic willing. By contrast, the subject excises and must exercise a legitimate and intrinsically juridical choice, among equally legitimate and equally intrinsically juridical options. The path followed for the analysis and the development of the above themes was articulated in five parts, each corresponding to a chapter. In the first part the preliminary issues of the relation between freedom, will and subjective right was dealt with: the aim was to show that a right which is intrinsically such does not certainly represent a limitation to the exercise of human freedom, but it represents a means for freedom and for its maximization; in the second, part, then, the main problem has been read and defined at the light of the so called self-determination about one’s body: the investigation has dealt with the relationship between the person, which is the subject in itself, and the body in which and through which it exists; indeed, it cannot but be what it is by nature and then… it cannot but bear an objective rational essence (naturae rationalis individua substantia), which is in itself normative and regulative of human conduct (including conducts of the subject towards itself). Going on with the short summary of contents, the third chapter of the Work has carried on the analysis of the mentioned issues, by focusing on the so called reproductive self-determination, in connection with the problem of the framing of a right to set the premises for reproduction: the issues was dealt with on the base of the objective condition of the perspective parents and of their attitude, as a couple, to self-determination in a family which is human in itself. At this point, the discussion has turned to the analysis of the problems concerning the self-determination of persons in the sphere of the family – the topic of the fourth part of the Research. This allowed taking into account – in a systematic frame – the positions of all the subjects involved in the so called family reality, in connection with the structure, the nature and the function of their rights and their obligations. The last part of the Work, finally, aimed at glancing at contemporary legal experience, both at the level of court decisions and national legislation, at the level of the European Convention of Human Rights and – although only partially – at the international level. The investigation, then, allows considering the way in which the problems and the issues dealt with represent an authentic Gordian knot for those who work in the legal sphere, regardless of the levels at which they are called to carry out their offices
L’indagine ha per oggetto il problema dell’autodeterminazione della persona umana, in ambito biogiuridico, con riguardo all’esperienza contemporanea. Lo scopo del Lavoro è dimostrare che il diritto di autodeterminazione, in quanto diritto soggettivo, non può essere letto colle categorie α-giuridiche proprie della modernità, pena una petitio principii che pone il diritto stesso in contrasto coll’Ordinamento giuridico, identificandolo, di fatto, come di diritto virtualmente aperto alla legittimazione dell’anarchia sostanziale, quindi… identificandolo, di fatto, come di diritto virtualmente aperto alla legittimazione dell’anti-giuridicità su sé stessi e contro sé stessi. La proposta e il contributo che queste riflessioni tendono ad apportare, dunque, vorrebbero avere per iscopo quello di proporre una «lettura autenticamente giuridica» (id est, filosofico-teoretica) dell’autodeterminazione umana, come autodeterminazione del volere (assiologicamente) umano del soggetto, eppertanto come autodeterminazione del volere razionale e responsabile della persona, la quale rivendica di comportarsi e la quale si comporta in conformità della natura sua propria. Il soggetto, allora, proprio esercitando il diritto di autodeterminar-si – inteso come noi lo intendiamo, ovviamente – non può affatto dare luogo a una condotta guidata dal puro auto-volere hegeliano, vale a dire posta in essere senza alcun criterio diverso da quello del volere autentico, ma esercita e deve esercitare un’opzione legittima e in sé giuridica, tra varie opzioni parimenti legittime e parimenti in sé giuridiche. Il percorso seguito per l’analisi e per lo sviluppo dei temi de quibus si è articolato in cinque parti, corrispondenti ad altrettanti capitoli. Nella prima parte è stato affrontato il problema preliminare concernente il rapporto tra libertà, volontà e diritto subiettivo, così da dimostrare che il diritto, il quale sia diritto in sé, non rappresenta certo un limite all’esercizio della libertà umana, ma piuttosto esso invera in sé stesso uno strumento per essa e per la sua massimizzazione; nella seconda parte, poi, il problema de quo è stato letto e definito alla luce della c.d. autodeterminazione sul proprio corpo e l’indagine ha approfondito il rapporto tra la persona, che è soggetto in sé, e il corpo umano nel quale e attraverso il quale essa è, non potendo che essere ciò che è per natura e quindi… non potendo che essere latrice di un’essenza razionale oggettiva (naturae rationalis individua substantia), in sé normativa e regolativa per le condotte umane (comprese quelle del soggetto su di sé stesso). Il terzo capitolo del Lavoro, proseguendo nella rapidissima sintesi dei varii contenuti, ha portato innanzi l’analisi delle questioni in parola, con riferimento alla c.d. autodeterminazione procreativa, in relazione al problema della configurazione di un diritto a porre le premesse per procreare: il discorso è stato affrontato sulla base della condizione oggettiva degli aspiranti genitori e della loro attitudine, come coppia, ad autodeterminarsi in una famiglia in sé umana. La trattazione, a questo punto, si è condensata nell’analisi dei problemi concernenti l’autodeterminazione delle persone in ambito familiare – oggetto della quarta parte della Ricerca – e ciò ha consentito di considerare, in un quadro sistematico, le posizioni di tutti i soggetti coinvolti nella c.d. realtà familiare, in relazione alla struttura, alla natura e alla funzionalità dei loro diritti e delle loro obbligazioni. L’ultima parte del lavoro, in fine, ha voluto gettare uno sguardo sull’esperienza giuridica contemporanea e ciò, sia a livello di giurisprudenza e legislazione nazionale, che a livello di Sistema C.E.D.U., che – sia pure in parte – a livello internazionale. Un tanto, allora, ha consentito di considerare il modo in cui i problemi e le questioni affrontati vengono a rappresentare veri e proprii nodi gordiani per lo stesso operatore del diritto, a qualunque livello sia chiamato a svolgere i proprii ufficii
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
28

ARRU, LIDIA. "Le nuove tutele contrattuali dei legittimari nella circolazione giuridica." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2013. http://hdl.handle.net/11584/266101.

Full text
Abstract:
In this thesis we examine the necessary succession rules whose main feature is the particularly high protection of the forced heirs’ rights. In other legal systems also exist some forms of protection of the reserved portion, but not as intense as in our legal system. One of the clearest example of the level of protection of forced heirs rights is given by the fact that if the testamentary dispositions or donations exceed the portion which the testator can legally dispose of (the reserved portion), then the forced heirs have at their disposal a specific legal action “azione di riduzione” that permits them to restore the reserved portion. The intangibility of the reserved portion and the in rem quality of the legal action aimed at restoring the reserved portion, produces important consequences on the market transaction, since it’s capable of hindering the validity of payment contracts concluded even many years before. All these aspects have lead many scholars to question this kind of legal rules pledging for a reform of them. Another question that we have analysed is the so called “family pact”, which is a contract through which an entrepreneur transfer a productive good to a family member. These kinds of transactions are excluded from the applicability of the necessary succession discipline in order to guarantee the intergeneration transfers of the enterprise. The law has actually set up a double channel in the necessary succession area: from one side, in the case of productive goods, all the potential forced heirs can sign an agreement which upsets the general rule that all forced heirs have to receive goods belonging to the testator’s asset, and they can receive instead a sum on money corresponding to the value of the goods of the asset, they should have received. When a family pact is signed both the sum of money and the goods are in principle excluded from the legal action aimed at restoring the reserved portion. As a way of conclusion we could say that frequently the different solutions adopted in commercial law have opened new paths and new interpretations, leading to law reforms, that’s why we can say that the complex system of rules of the necessary succession could be modified, taking as an example the specific solutions adopted for the “family pact”.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
29

Reali, A. "APTs, SPENDTHRIFT TRUSTS, PROTECTIVE TRUSTS, FONDAZIONI DI FAMIGLIA "D'ENTRETIEN" DEL LIECHTENSTEIN E PRINCIPIO DELLA RESPONSABILITA' PATRIMONIALE DEL DEBITORE. APPUNTI PER UNA NUOVA SFIDA DEL DIRITTO CIVILE ITALIANO." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2011. http://hdl.handle.net/2434/163805.

Full text
Abstract:
The dissertation examines the relationship between the doctrine of debtor's liability against creditors and the use of asset protection trusts and other similar asset protection instruments within the Italian soil. The study has been performed throughout a comparative analysis of Spendthrift Trusts in U.S.A., Protective Trusts in United Kingdom and Liechtenstein foundations in Switzerland. Economic analysis of law on matter of asset protection trusts has been performed too.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
30

LIMATOLA, CARLO. "POTERE DI GESTIONE E PASSAGGI GENERAZIONALI NELLA S.R.L." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2015. http://hdl.handle.net/10280/6137.

Full text
Abstract:
La tesi ha ad oggetto il passaggio generazionale nelle imprese di famiglia costituite in forma di società a responsabilità limitata, valutandone l’impatto sulla disciplina dell’amministrazione. Si rileva che i meccanismi tradizionali fondati esclusivamente sul trasferimento delle quote sociali non riescono a conciliare le esigenze di continuità dell’impresa e le norme di diritto successorio. Si individuano, allora, regole in grado di assicurare la stabilità dell'amministrazione anche dopo le modifiche alla compagine sociale conseguenti all’ingresso degli eredi. Lo studio si riferisce, da una parte, a regole convenzionali che garantiscono la permanenza dell’amministratore nella carica; dall’altra, a clausole con lo scopo di arginare l’interferenza dei nuovi soci sulle scelte di governance. Si dimostra, infine, la legittimità di una previsione statutaria che impone la successione automatica di un beneficiario nella carica di amministratore.
The thesis deals with the generational shift in family enterprises constituted as a limited liability company, assessing the impact on the discipline of the administration. It notes that traditional mechanisms based solely on the transfer of shares can not reconcile the needs of business continuity and the rules of inheritance law. Then, are identified rules that ensure the stability of the administration even after the changes to the shareholding structure resulting from the entrance of the heirs. The study refers, on the one hand, in the conventional rules which ensure the permanence of the administrator in charge; on the other, to clauses in order to curb the interference of new members on the choices of governance. It shows, finally, the legitimacy of a statutory provision requiring the automatic succession of a beneficiary in the position of director.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
31

DAMU, DANIELA. "Ruolo e limiti del contratto negli assetti familiari in funzione successoria." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2015. http://hdl.handle.net/11584/266815.

Full text
Abstract:
The Article 457 c.c. expressly excludes the contract by the sources of the succession. Moreover, the article 458 c.c., apart from the initial brief aside dedicated to the institute of the family pact, agrees nullity of the agreements with whom someone decides its own succession as well as those with which the future successor could decide about his rights or renounce to them about a succession not yet open. However, for a long time, the Italian doctrine wonders about the role of the contract within the succession law. It feels, in fact, the need to expand the private autonomy within the inheritance that is excessively sacrificed by the prohibition of succession agreements and by the norms for the protection of legitimate heirs. The reasons which led the legal science to these conclusions are based on different events, both social and economic, that push the interpreter to a modernization of dogmatic categories with which he can represent the succession mortis causa. In addiction, it is necessary to underline the crisis of the agreements mortis causa due to this economical and social events: as a matter of fact, the will, as the only way to give the assets post mortem, revealed itself incomplete and extremely severe compared to the new social needs. In fact, increasingly the way to give the assets happens out of the inheritance and despite to the institutions designed by the law. For these reasons, in order to adapt the system of succession to modern economic and social needs, the doctrine has identified, within the system, institutions of a contractual nature in order to better achieve the interests of private, obviating the limits assigned to the shop last will. And recently, in this context, our legislator has introduced the institution of the family pact (art. 768 bis et seq. c.c.), that is the agreement through “the entrepreneur transfers, in whole or in part , the company, and the holder of equity investments transfers, in whole or in part, its shares, to one or more descendants". While, however, part of the doctrine encourages the provision of tools that enable a person to have in advance of his succession, on the other hand there are those who promote the centrality of the will within our legal system and calls for the revitalization in respect of its vast potential is not always adequately exploited. This research aims to verify whether the contract can find importance within the phenomenon of succession for the inter vivos transfer of family assets and if the same has the characteristics to be considered a working alternative to the will. In the present work will be analyzed, in addition, some of the institutions that the doctrine has considered alternatives to the will and particularly the institution of the family pact. The survey will also be directed to the limits that the private autonomy and the legislator met in the use of the contractual instrument, limits that are mostly originated by the rules and principles of the law of succession.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
32

Maltseva, Polina. "CIRCOLAZIONE BIDIREZIONALE DEI MODELLI GIURIDICI TRA DIRITTI EUROPEI E DIRITTO RUSSO. IL CASO DEL DIRITTO DI FAMIGLIA." Doctoral thesis, 2012. http://hdl.handle.net/10447/94680.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
33

Jorio, Federico. "Il diritto privato regionale delle forme di convivenza familiari." Thesis, 2009. http://hdl.handle.net/10955/291.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
34

MINEO, Valentina. "Patto di famiglia e trust." Doctoral thesis, 2011. http://hdl.handle.net/10447/101764.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
35

Minervini, Serena. "La famiglia ricomposta e la tutela del minore." Thesis, 2012. http://hdl.handle.net/10955/855.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
36

Monti, R. "Il diritto all’amore di una famiglia. La funzione sociale e riparativa dell’adozione." Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/11393/258987.

Full text
Abstract:
I contributi delle ricerche psicologiche sulla famiglia e sull’adozione rappresentano i capisaldi che hanno permesso alla psicologia di interagire con le norme di diritto, rendendo possibile una rivoluzione culturale e giuridica del mondo dell’infanzia e dando un profondo e adeguato senso allo status di figlio e alla funzione della famiglia, che è quella di promuovere lo sviluppo della personalità del minore. La famiglia non è tutelata in sé, ma quale mezzo di promozione dello sviluppo della personalità del minore. Famiglia biologica e famiglia adottiva rappresentano, dunque, i due estremi del diritto del soggetto minore di età ad avere una famiglia, in una prospettiva funzionale al suo benessere. Il contesto ottimale di crescita è quello di origine, in caso di abbandono il bambino ha il diritto di vivere in un contesto familiare sostitutivo, adeguato ad accoglierlo. La decisione di recidere questo importantissimo legame con le origini può essere giustificato solo nel caso in cui non sia in altro modo possibile tutelare la preminente esigenza del bambino di vivere in un ambiente familiare tutelante, funzionale alla sua crescita. Gli effetti dell’abbandono possono essere molto traumatizzanti e compromettere il percorso evolutivo del bambino. Le ricerche psicologiche, focalizzate sulla sfera comportamentale del minore proveniente da un’esperienza di abbandono, hanno evidenziato che i problemi si possono manifestare sotto forma di iperattività, deficit di attenzione, stereotipie, autolesionismi, mancanza di contatto visivo con altre persone, difficoltà nell’esternare e nell’interiorizzare comportamenti, difficoltà di autoregolazione e di relazione (Fermani, Muzi, 2019). Partendo dallo studio dei paradigmi teorici della psicologia sociale sull’argomento, si è passati ad un’analisi dei testi delle principali normative sul diritto del minore ad avere una famiglia, con un approccio affine al diritto psicologico. Lo studio ha evidenziato che la tutela del diritto del minore a vivere in un contesto familiare adeguato, anche se sostitutivo, si interrompe nel momento in cui viene “costruita”, tramite sentenza, la famiglia adottiva. Il periodo di assistenza dei servizi sociali si prolunga, al più tardi, dopo un anno dell’ingresso del bambino, in caso di adozione internazionale. Questo dato è grave, gli studi e le ricerche psicologiche dimostrano che la formazione della famiglia sostitutiva, la creazione del patto adottivo, è un percorso che richiede molto tempo. E’ un evento stressante e la famiglia deve essere aiutata affinché la funzione riparativa del benessere possa essere realizzata. La famiglia adottiva viene “creata” per un’esigenza di tutela del bambino, quindi, rientra tra quei diritti della persona che, per essere pienamente realizzati, devono riuscire a soddisfare realmente le esigenze della persona (Camerini, 2013). La tutela del bambino potrà considerarsi definitivamente chiusa solo quando nella famiglia sostitutiva si sarà concluso il percorso per diventare famiglia e il soggetto minore di età non avrà superato tutte le difficoltà che gli derivano dal suo passato. La ricerca sociale, che ha completato questo lavoro di studio, è stata realizzata proprio con questo intento. Considerato che l’interesse della ricerca era diretto alla comprensione del percorso familiare che conduce al patto adottivo, sotto il profilo epistemologico e metodologico si è optato per metodi qualitativi e, tra questi, di indagine tramite interviste semi-strutturate. E’ stata condivisa un’epistemologia socio-costruzionista, assumendo che i dati raccolti e la loro interpretazione sono una rappresentazione della realtà e il prodotto di un processo interattivo di costruzione dei significati tra ricercatore, partecipanti e contesto. I partecipanti alla ricerca sono stati i genitori di 14 nuclei famigliari; 27 caregiver sostitutivi di 19 bambini adottati in 10 diversi Paesi ed entrati nelle loro famiglie adottive in diverse fasce di età. La ricerca si è posta come obiettivo quello verificare se esistono, nelle famiglie intervistate, comuni strategie educative positive e se sono possibili modelli relazionali ripetibili. Cogliere la qualità delle relazioni che si creano nel contesto familiare, per individuare i processi e le strategie riparative messe in atto dal nucleo per superare le situazioni problematiche che si sono presentate nel percorso per diventare famiglia. Nell’indagare l’efficacia della famiglia adottiva si è cercato di capire come hanno influenzato il percorso adottivo il contesto comunitario, le risorse positive delle persone e i loro ambienti. Nonostante i molti limiti della ricerca, dall’analisi dei dati sono emersi risultati interessanti. Ad esempio, le condizioni che hanno agito in senso protettivo nella vita familiare di tutti i soggetti coinvolti nel percorso adottivo, dalla sintonia di coppia e genitoriale, alla rete familiare ed amicale/sociale, oltre che alle risorse positive delle persone coinvolte. I risultati complessivi dell’analisi qualitativa mostrano, tuttavia, un quadro più complesso in cui la coppia si trova a dover affrontare in solitudine notevoli difficoltà, soprattutto nel post adozione. Il risultato dell’analisi dei dati conduce a confermare che la famiglia adottiva è il terreno più favorevole per l’esplicarsi delle capacità e potenzialità di un bambino che ha subito un abbandono, ma non è sufficiente l’amore e l’accudimento dei genitori per “creare” la famiglia e riparare le ferite che il figlio porta con sé. La famiglia adottiva, che più delle altre è una famiglia in continuo divenire, ha un compito rilevante, che si dispiega nel tempo. In questo compito, anche sociale, la famiglia ha bisogno di non essere lasciata sola, ha bisogno di un supporto. I risultati di ricerca portano ad auspicare una risposta legislativa che includa il benessere del minore e della famiglia tra le finalità ultime dell’adozione, non solo “la messa in sicurezza” del bambino dentro un contesto familiare idoneo, come avviene adesso. In un’ottica di giustizia sociale e con possibili contributi della giustizia riparativa. Senza negare il ruolo che l’abbandono può avere nella psiche del bambino/a, lo sguardo è di prospettiva ed è centrato su come la famiglia adottiva può essere il luogo dove affrontare questa perdita e dove il figlio può essere aiutato a ricercare le proprie radici (Pojaghi, 2014) e crearne delle nuove.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
37

DUCA, Rita. "Multiculturalismo: un’indagine comparatistica." Doctoral thesis, 2011. http://hdl.handle.net/10447/95158.

Full text
Abstract:
The increase of migratory fluxes coming from Asia and Africa has resulted in the consolidation of new ethnic minorities in Europe in the last four decades. European countries have become polyethnic states where their own norms and values coexist with the ones of minor communities. Nevertheless, the accommodation of cultural differences may be incompatible with the traditional values of Western societies, especially in the area of family law. Particularly, this thesis focuses on the three foundations of the Islamic Family Law which have encountered severe difficulties of application in Europe, especially in the Italian, French and British Legal Systems. This essay examines how the kafala, or Islamic adoption, the polygamy and the talaq, or Islamic divorce, are regarded by the legal systems of the European States, through a comparative approach and through an analysis of case-law. The aim of this thesis is twofold: first to illustrate the scope of application of Islamic family law in these European States and the problems arising therefrom; and second, to seek ways of reconciling respect for cultural diversity and the protection of human rights.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
38

ABBADESSA, Laura. "Trasmissione generazionale dell'impresa ed alternativa testamentaria. Il Patto di Famiglia per l'impresa." Doctoral thesis, 2011. http://hdl.handle.net/10447/101780.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
39

ALBERTI, Romina. "Il trasferimento dell'impresa in funzione successoria: originalità e criticità del patto di famiglia." Doctoral thesis, 2011. http://hdl.handle.net/10447/101692.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
40

EDRES, NIJMI. "La condizione giuridica della donna musulmana in Palestina: lo Stato di Israele." Doctoral thesis, 2015. http://hdl.handle.net/11573/978677.

Full text
Abstract:
La ricerca considera il caso studio israeliano nel quadro dell'analisi delle mutazioni del diritto musulmano in epoca moderna e contemporanea e si propone come obiettivo principale quello di fornire una descrizione e una chiave di lettura il più possibile attuale e completa della condizione giuridica della donna musulmana palestinese in Israele. A tal proposito, propone un'analisi dettagliata delle materie di statuto personale e diritto di famiglia che trovano espressione all'interno delle corti sciaraitiche israeliane. La ricerca affianca a questo primo obiettivo specifico due ulteriori finalità. La prima, inquadrabile in una cornice socio-politica, consiste nel considerare le dinamiche relazionali esistenti tra minoranza palestinese e maggioranza ebraica a partire dai rapporti di interazione tra cittadini palestinesi e istituzioni giuridiche israeliane. La seconda, di natura più propriamente giuridica, è volta a riconoscere, all'interno del contesto israeliano, l'esistenza di un sistema di pluralismo giuridico che ha consentito (almeno parzialmente) la conciliazione tra tradizioni giuridiche apparentemente “concorrenti”.
The main aim of the study is to provide a complete and up to date description of the juridical status of Palestinian Muslim women in Israel in so far as matters of personal status and family law are concerned. This main goal is flanked by two secondary purposes. The first one, contextualized in a more socio-political framework, is to analyze the dynamic relations existing between the Palestinian minority and the Jewish majority looking at the interactions between the Palestinian citizens of Israel and the Israeli juridical institutions. The second one, is to define if and how the pluralistic legal system of Israel has offered fertile ground for a conciliation of concurrent and competitive (at least apparently) juridical traditions.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
41

SALTARELLI, SALVATORE. "Comunione legale tra coniugi e partecipazioni sociali: la posizione del coniuge non acquirente." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11573/1108199.

Full text
Abstract:
Scopo della presente ricerca è indagare i rapporti tra il regime della comunione legale dei beni e le partecipazioni sociali, con particolare riguardo alla posizione del coniuge non acquirente. In particolare, si intende studiare: 1. se le partecipazioni sociali, o alcune di esse, possano essere oggetto della comunione legale; 2. quali siano gli effetti della eventuale applicazione della comunione. Tali questioni, ad ormai oltre quaranta anni dalla riforma del diritto di famiglia del 1975, rivestono ancora notevole interesse. Da un lato, infatti, il dibattito dottrinale e giurisprudenziale in merito è rimasto aperto: anche gli ultimi anni hanno visto contributi scientifici e sentenze di legittimità sposare orientamenti contrastanti. Dall’altro, gli stessi problemi presentano una notevole rilevanza pratica: i matrimoni in regime di comunione legale sono, come si avrà modo di meglio precisare, ancora numerosi, ed altrettanto frequenti sono i casi in cui alcuno dei coniugi detenga partecipazioni societarie. Nel presente lavoro, dopo una brevissima ricognizione dei caratteri fondamentali del regime della comunione legale, si illustrerà l’emersione del problema nella casistica giurisprudenziale. Ciò allo scopo di meglio chiarire la rilevanza concreta della ricerca ed individuare gli interessi contrastanti che devono trovare composizione nelle soluzioni da proporre. Quindi, si illustreranno le diverse opzioni interpretative proposte nel tempo dagli operatori del diritto, analizzandone i rispettivi argomenti. La ricostruzione che si sostiene è quella che distingue le partecipazioni sociali sulla base della loro destinazione. In particolare, nei casi in cui l’acquisto della partecipazione sia finalizzato all’esercizio di attività personale del coniuge acquirente, si ritiene applicabile l’art.178 c.c.. Detta norma assoggetta i beni destinati all’esercizio dell’impresa di uno dei coniugi costituita dopo il matrimonio ad una forma di comunione differita: gli stessi se ne considerano oggetto, infatti, solo se sussistono allo scioglimento della stessa. La ratio dell’art.178 è tutelare la libertà economica del singolo coniuge senza sacrificare del tutto la partecipazione dell’altro alle ricchezze accumulate durante il matrimonio. Tale esigenza ricorre sia quando l’attività è esercitata in forma individuale, sia quando è esercitata in forma associata con altri con un coinvolgimento personale del coniuge. La società è lo strumento per l’esercizio collettivo dell’impresa, all’interno del quale i soci possono essere più o meno personalmente coinvolti nell’attività che costituisce l’oggetto sociale a prescindere dal tipo utilizzato. Se attraverso la partecipazione societaria il coniuge svolge la propria attività personale, deve essergli riconosciuta la stessa tutela della libertà economica che il diritto di famiglia accorda all’imprenditore individuale. La partecipazione sarà dunque sottratta alla comunione immediata ai sensi dell’art.178, quale bene destinato all’esercizio dell’impresa. In caso contrario, invece, la partecipazione costituirà un acquisto suscettibile di cadere nella comunione immediata, a meno che non ricorra una causa di esclusione ai sensi dell’art.179. Assumeranno rilevanza, dunque il coinvolgimento personale del coniuge nella attività societaria e il fatto che egli tragga dalla stessa una rilevante porzione del suo reddito. Questo criterio, che ha trovato anche l’avallo della giurisprudenza di legittimità, è rispettoso del dato normativo e contempera adeguatamente gli opposti interessi alla compartecipazione agli acquisti e alla libertà di iniziativa economica. Si vedrà altresì che l’indagine sulla strumentalità della partecipazione ad attività personale del socio deve essere compiuta in concreto, e non sulla base di criteri rigidamente formali, quali il tipo di società interessato o la responsabilità connessa alla partecipazione. Tale soluzione è coerente con l’impianto normativo della riforma del 1975 e trae ulteriore forza sia dalle recenti evoluzioni del diritto societario, sia da un raffronto con la realtà economica del tessuto imprenditoriale italiano. Sul primo punto, si pensi, in particolare, alla società a responsabilità limitata, società di capitali dove grande rilievo è dato alla persona del socio e che la riforma del 2003 ha definitivamente “staccato” dalla società per azioni modellandola sulla figura dei “soci-imprenditori”. Ad oggi, su circa 850.000 società di capitali presenti in Italia, più di 815.000 sono proprio società a responsabilità limitata. Non può negarsi, dunque, che i tipi societari capitalistici, inclusa la società per azioni, vengono spesso utilizzati per lo svolgimento di attività in cui almeno alcuni dei soci sono personalmente coinvolti. I dati statistici mostrano un’amplissima prevalenza, tra le società di capitali, di compagini sociali molto ristrette, con presenza di singoli soci persone fisiche titolari di partecipazioni di controllo. Sul fronte opposto, la recente legislazione tributaria esplicitamente ammette società semplici “di mero godimento”, società personali che sicuramente non hanno la connotazione di strumento per l’attività personale dei soci. L’adozione del criterio basato sulla destinazione costituisce il punto di partenza per l’analisi delle diverse problematiche inerenti il rapporto tra la comunione legale e l’organizzazione sociale. Difatti, l’effetto della comunione, quando operante, è automatico, ma tutte le società sono caratterizzate da regole proprie concernenti la circolazione delle partecipazioni e l’esercizio dei diritti sociali. Occorre dunque analizzare dapprima se e in quali forme il coniuge non acquirente possa far valere la contitolarità nei confronti dell’organizzazione; e quindi come debba esser regolato l’esercizio dei diritti sociali relativi alla partecipazione cointestata. In particolare, su quest’ultimo punto, si indagherà se le regole della comunione legale siano “autosufficienti” ovvero se occorra fare in ogni caso riferimento alle norme sulla contitolarità di partecipazioni (art.2347 e 2468 c.c.). Dall’altro lato, si indagherà sulle conseguenze in tema di responsabilità per le obbligazioni sociali, ove prevista, e per l’esecuzione dei conferimenti, sia nel caso di partecipazione cointestata, sia nel caso di partecipazione rimasta intestata al solo coniuge acquirente. Inoltre, ci si dovrà soffermare sugli effetti della comunione differita ex art.178 c.c., sui quali si registrano posizioni contrastanti. Stanti le rilevanti differenze di disciplina, saranno analizzate separatamente le società di persone, le società di capitali, le società cooperative e le società tra professionisti.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
42

Calabrese, Lucrezia. "La dimensione di diritto fondamentale della maternità nel Diritto dell’Unione: politiche europee di conciliazione della vita famigliare e della vita professionale in tempo di crisi." Master's thesis, 2015. http://hdl.handle.net/1822/38500.

Full text
Abstract:
Dissertação de mestrado em Direito da União Europeia
Questo lavoro ha lo scopo di analizzare la maternità come diritto fondamentale dell’Unione Europea, focalizzando l’attenzione sulle politiche europee di conciliazione della vita famigliare e della vita professionale, in questi ultimi anni di crisi economica. L’analisi è partita da un accenno riguardante il diritto internazionale in materia, per poi trasferirsi sul piano comunitario. Si è scelto, infatti, di studiare l’argomento partendo dall’articolo 33 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’UE, sviscerando i tre diritti fondamentali del suddetto articolo, grazie ad altrettanti esempi della giurisprudenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea. È grazie a questi esempi di giurisprudenza che la descrizione delle politiche comunitarie di conciliazione e delle direttive in materia ha preso forma; a ciò è stata poi aggiunta un’analisi più approfondita dei vari punti riferita all’Italia e al Portogallo. Lo scopo di tale lavoro è proprio quello di sottolineare come, nonostante le tecniche finalizzate alla maternità abbiano subito una notevole evoluzione negli ultimi anni, le direttive sull’argomento e la Direttiva 92/85/CEE in primis non siano ancora state modificate o, qualora questo sia avvenuto, tali modifiche non abbiano rispettato pienamente le aspettative. Infatti, analizzando le Sentenze comunitarie riguardanti la fecondazione assistita, i parti gemellari oppure la maternità surrogata, ci si è resi conto di come le normative sul congedo di maternità e sul congedo parentale siano ancora manchevoli in alcune loro parti. In special modo, sono stati portati alcuni esempi di come, in questo periodo di crisi economica, nonostante le normative comunitarie e statali abbiano lavorato per migliorare la protezione delle lavoratrici madri, la discriminazione delle donne sul lavoro durante la maternità esista ancora e, in alcuni casi, abbia forme subdole. Per provare ciò, si sono analizzati, ad esempio, i contratti a tempo parziale o alcuni casi riguardanti l’allattamento.
This work aims to analyze maternity as a fundamental right in the European Union, focusing attention on European politics of reconciling family life with a professional life in these recent years of economic crisis. The analysis began from an allusion to the international rights in this area, then the transfer to the community level. The choice was made, in fact, to study the debate starting from Article 33 of the European Union's Charter of Fundamental Rights, with a thorough examination of this article, through examples from the Justice Court of the European Union. It is thanks to these examples of jurisprudence that the description of the community politics of conciliation and of the directives has taken form. To this has been added a deeper analysis of the various points referring to Italy and Portugal. The scope of such work is really that of underlining how, not withstanding that the techniques focused on maternity have undergone a notable evolution in recent years, the directives on the subject and the Directive 92/85/CEE in primis, have not yet been modified or, where this has taken place, such modifications have not fully respected the expectations. In fact, analyzing the Community sentences with regard to assisted fertilization, twin births or surrogate mothering, one realizes how the community and state norms on parental leave are still lacking in some of their parts. In a particular mode, several examples show how, in this period of economic crisis, notwithstanding the fact that community and state norms have worked to improve the protection of working mothers, discrimination of women at work during maternity still exists, and in some cases, in more subtle forms. To prove this, analyses have been made, for example, of part time contracts or some cases regarding breast feeding.
Este trabalho tem como objetivo a análise da maternidade como direito fundamental da União Europeia, concentrando-se sobre as políticas europeias de conciliação da vida profissional com a vida familiar, nos últimos anos de crise económica. A análise começa com uma alusão ao direito internacional para que depois se prossiga para uma apreciação comunitária. Tal escolha teve por base o estudo do artigo 33 da Carta dos Direitos Fundamentais da UE, examinando-se não só os três direitos fundamentais aludidos no referido artigo, bem como recorrendo-se a exemplos da jurisprudência do Tribunal de Justiça da União Europeia. É graças a estes exemplos de jurisprudência que conseguimos obter uma base para o entendimento das políticas de conciliação e as diretivas sobre esta matéria. Na tentativa de demostrar como estas realidades se verificam nos Estados-Membros recorremos ao exemplo do caso Italiano e do caso Português. O objetivo deste trabalho é enfatizar o facto de que, apesar de as técnicas concebidas para a maternidade terem mudado bastante nos últimos anos, as várias diretivas sobre esta matéria e a Diretiva 92/85/CEE ainda não o foram, ou, caso o tenham sido, essas alterações não têm cumprido plenamente as expectativas. De facto, analisando os Acórdãos comunitários em matéria de reprodução medicamente assistida, de nascimento de gémeos ou de maternidade de substituição, é facilmente percetível que as normas sobre a licença de maternidade e a licença parental ainda não são suficientemente eficientes para lidar com estas realidades. Por outro lado, apesar de as normativas comunitárias e estatais terem vindo a trabalhar no sentido de melhorar a proteção das mães trabalhadoras, a discriminação contra as mulheres no trabalho, durante a maternidade, ainda existe e, em alguns casos, de forma ardilosa. Para demostrar essa realidade, foram analisados, entre outros exemplos, os contratos a tempo parcial ou alguns casos relativos à amamentação.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
We offer discounts on all premium plans for authors whose works are included in thematic literature selections. Contact us to get a unique promo code!

To the bibliography