Dissertations / Theses on the topic 'Diritto di famiglia'
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Mattioni, Matteo. "Diritto di famiglia e minoranze culturali." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2015. http://hdl.handle.net/11577/3423970.
Full textIl presente lavoro mira a indagare il tema dell’efficacia nell’ordinamento italiano di istituti “alieni” in materia familiare e, in particolare, di quelli proprî delle minoranze culturali più rappresentate sul territorio nazionale, di cui la nostra giurisprudenza si è maggiormente occupata. Premessa una sintetica ricostruzione in chiave storica della tutela giuridica delle minoranze in ambito nazionale e sovranazionale, l’indagine si articola sul terreno del diritto privato. L’ambito della ricerca è suddiviso nei due settori corrispondenti alla tradizionale partizione del diritto di famiglia: quello dei rapporti tra coniugi e quello rapporti tra genitori e figli. Vengono quindi in considerazione, anzitutto, i rapporti tra gli individui costituenti il nucleo fondamentale della famiglia. In primo luogo, l’analisi è dedicata al problema della libertà matrimoniale, emergente dal contrasto tra il principio della libera volontà nuziale e la realtà delle unioni programmate o forzate. Si passa quindi all’esame del fenomeno delle unioni poligamiche, venuto all’attenzione della giurisprudenza soprattutto ai fini del ricongiungimento familiare. Infine, viene analizzato l’istituto del ripudio, suscettibile di dispiegare taluni limitati effetti nell’ordinamento italiano. La seconda parte della tesi è dedicata allo status dei minori appartenenti alle minoranze culturali. L’indagine è condotta, prima, con riferimento alle forme “extraconvenzionali” di adozione e affidamento: in particolare, viene presa in considerazione la giurisprudenza riguardante la kafalah di diritto islamico. In secondo luogo, sono analizzati i profili di disciplina in tema di istruzione ed educazione dei minori, specialmente a proposito del problema della libertà religiosa. Il lavoro pone in luce l’assoluta centralità del concetto di ordine pubblico, nel quale si identifica il vero fulcro del problema giuridico delle minoranze culturali: ogni possibile approccio politico alla questione si traduce, in definitiva, in differenti modulazioni di tale concetto, il quale rappresenta il limite opposto dall’ordinamento al dispiegamento al proprio interno di effetti giuridici da parte di fattispecie connotate da elementi di estraneità.
Candiotto, Chiara. "La nozione di famiglia in diritto penale." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2014. http://hdl.handle.net/11577/3423842.
Full textL’unica definizione di famiglia presente tra le fonti oggi vigenti è rintracciabile all’art. 29 della Costituzione. Il Legislatore ordinario, sia civile che penale, non ha invece mai ritenuto di esplicitare chiaramente il perimetro di tale bene, limitandosi a far riferimento e a disciplinare di volta in volta i singoli rapporti familiari. Abbiamo allora voluto cercare di appurare se esista una nozione di famiglia da applicarsi ogniqualvolta il bene famiglia assuma rilevanza penale ed eventualmente quali ne siano i tratti caratterizzanti. Si è affrontato, in particolare, il problema del riconoscimento e della tutela penale delle coppie di fatto omo- ed etero- sessuali, alla luce delle recenti evoluzioni legislative e della copiosa giurisprudenza formatasi negli ultimi anni. La ricerca si è inoltre allargata ad ulteriori realtà familiari, come le famiglie multietniche e multiculturali, sempre più diffuse per effetto dei massicci flussi migratori. In quest’ambito, nella tesi è affrontato il tema dei cd. reati familiari culturalmente orientati, perché integrati da condotte percepite dai soggetti attivi come lecite e normali secondo le usanze delle loro terre d’origine, ma penalmente sanzionate nel nostro ordinamento perché lesive di beni familiari. Sono poi stati approfonditi i temi legati all’evoluzione scientifica e tecnologica, che ha portato oggi al diffondersi di tecniche riproduttive che inducono a un radicale ripensamento delle stesse modalità di genesi della famiglia ed a un sovvertimento dei tradizionali ruoli familiari, comportando la necessità di una ridefinizione dei concetti di filiazione, maternità e paternità. La ricerca si è così rivolta ai reati previsti dalla Legge n. 40 del 19 febbraio 2004 in materia di procreazione medicalmente assistita, con una particolare attenzione al reato di realizzazione, organizzazione e pubblicizzazione della maternità surrogata, ma anche ai profili di penale responsabilità ipotizzabili in capo a chi ricorre al cd. turismo procreativo per sottoporsi all’estero a tecniche vietate in Italia.
CENTINARO, VALERIA. "PROSPETTIVE DI MODERNIZZAZIONE DEL DIRITTO DI FAMIGLIA NELL'ISLAM. IL CASO PAKISTANO." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/1083.
Full textThis research aims to highlight the perspectives of reform within Islamic Family Law and in the field of women’s rights, focusing especially on the case of Pakistan. The study is structured in two main parts in the attempt to underline the dialectic between Tradition and Modernity. The first part is an analysis of the sources of Islamic Law, aimed to delineate, on one hand, the instruments of classical and reformist interpretation and the legal procedures which make possible an evolution of the Islamic law and, on the other hand, the influences of the customary practices, with special reference to Islamic Family Law. The second part focuses on the case of Pakistan. The purposes of this section are to analyze the reforms in the field of family law and women’s rights and to examine the significant trends and the debate addressing family law and the related eventual challenges and opportunities. As emerged during my fieldwork I spent in Pakistan, Islam per se cannot be considered the obstacle to modernization since many factors are affecting this process as patriarchal customary practices, poverty, lack of education and awareness, bureaucratic and judiciary inefficiencies. In this view, an effective reformation process could be started from social reforms, especially in the field of education, even the religious one, in order to produce an “attitudinal modernization” and a change in people’s mindset towards a culture of gender equity and respect.
Najafi, Gholam <1990>. "le due rivoluzioni e diritto di famiglia in Iran." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/11778.
Full textCaliendo, Biagio <1977>. "Patto di famiglia e tutela dei legittimari." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3502/1/CALIENDO_BIAGIO_TESI.pdf.
Full textCaliendo, Biagio <1977>. "Patto di famiglia e tutela dei legittimari." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3502/.
Full textLassi, Chiara <1994>. "Il diritto di famiglia giapponese: myōgi, koseki e affidamento dei minori." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19943.
Full textdi, Napoli Ester. "I criteri di collegamento personali nel diritto internazionale privato europeo della famiglia." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3423051.
Full textNegli ultimi anni il diritto internazionale privato dell’Unione ha conosciuto uno sviluppo significativo, anche nel settore familiare. Le esigenze della “famiglia postmoderna” si riverberano sulla struttura della norma di conflitto, che si appresta a seguirla nel suo dinamismo. La famiglia odierna partecipa del fenomeno di mobilità attraverso le frontiere, “costituzionalmente” garantito dai Trattati, intrattiene col territorio un rapporto frammentato, precario: la famiglia si stabilisce nel tessuto sociale dello Stato d’accoglienza, vi si integra, riparte. Così, nell’epoca del retour des sentiments, l’uomo postmoderno è eclettico, “soffre” di un pluralismo identitario: è ancorato alle tradizioni dei propri avi, si inserisce nel tessuto sociale del diverso paese in cui è stabilito, si riconosce nella comunità di quanti credono nella religione che ha abbracciato. Le norme di conflitto che disciplinano la materia familiare in Europa – distribuite su più “livelli” (interno, convenzionale, sovranazionale) – rispondono così a schemi articolati, attraversate dalla più ampia tendenza alla specializzazione, alla flessibilizzazione ed alla materializzazione del diritto internazionale privato, che interessa ogni settore. L’evoluzione dell’impiego nel tempo dei criteri di collegamento personali della cittadinanza, del domicilio e della residenza abituale mostra come il diritto internazionale privato non resti insensibile agli sviluppi politici, sociali ed economici della società. Il legislatore dell’Unione, nella fase genetica, e l’interprete, nella fase applicativa della norma di conflitto, devono soddisfare multiple esigenze. Da una parte, le politiche dell’Unione (di cui la libertà di circolazione costituisce lo “scheletro”), l’integrazione sociale della persona nell’ordinamento dello Stato d’arrivo; dall’altra, la tutela dell’identità culturale dell’individuo “mobile”. Questa tensione assiologica, che nel macro-contesto si traduce nella ricerca di un equilibrio tra il “diritto alla mobilità internazionale” ed il valore del rispetto delle proprie origini, si manifesta nel micro-contesto nell’impiego di alcuni criteri di collegamento personali da parte delle norme di conflitto preposte alla disciplina dei rapporti e delle situazioni familiari, nel contesto sovranazionale. È soprattutto il criterio di collegamento basato sulla residenza abituale che parafrasa questo gioco di equilibri. Il legislatore dell’Unione ha trasposto “a Bruxelles” questa espressione, tratta dal linguaggio “dell’Aja”, plasmandolo in parte su “bisogni” propri dell’ordinamento europeo: il criterio di collegamento della residenza abituale dimostra di soddisfare, più dei criteri del domicilio e della cittadinanza, gli obiettivi cui è informato il diritto internazionale privato dell’Unione, strumentale, a sua volta, al raggiungimento delle politiche dell’Unione. La residenza abituale solleva delicate problematiche ricostruttive, che ne lasciano intendere una natura complessa, composita, che va oltre al mero fatto (come originariamente intesa nel “diritto dell’Aja”). Le questioni che circondano questo concetto e l’impiego diffuso che ne fanno le norme dell’Unione (che lo elevano a criterio di collegamento, nonché a titolo di giurisdizione principale anche nei regolamenti in corso di adozione in materia familiare), rispecchiano in parte lo sviluppo che fronteggia il diritto internazionale privato dell’Unione nel suo insieme. Questa evoluzione, con le sue dinamiche attuali, osservata dal micro-contesto, dalla prospettiva dei criteri di collegamento personali impiegati dalle norme di conflitto in materia familiare, ci inducono riflettere con rinnovato interesse sulle competenze dell’Unione nella disciplina internazionalprivatistica, sulla natura del diritto internazionale privato dell’Unione
Serrano, Canas José Manuel <1977>. "La governance della società di capitale a base familiare: "Protocolo Familiar" e Patti di Famiglia." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1913/1/jose_serranocanas_tesi.pdf.
Full textSerrano, Canas José Manuel <1977>. "La governance della società di capitale a base familiare: "Protocolo Familiar" e Patti di Famiglia." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1913/.
Full textIAFRATE, PAOLO. "L'evoluzione del diritto di famiglia in Tunisia: il minore nello Statuto personale e nel diritto internazionale privato." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2009. http://hdl.handle.net/2108/824.
Full textThis work is addressed to those who are attracted by the Islamic world or are simply interested in this reality that increasingly is "Europeanizing" even if the basic principles remain unchanged. The sharia discipline, that regulates the family institution, is based on values and common juridical rules that the Koran considers intangible and unchangeable. The aim is to promote the position of the weakest components of the family, such as women and children, in order to make the rights and duties of the couple equal. The sharia precepts have been reformulated and assimilated in the family law codes of the muslim countries and are called "Personal Statute." The doctoral thesis entitled "The evolution of the familyan law in Tunisia: The minor in the Code of the Personal Statute and in the Private International Private Law", is divided into four chapters. The first Chapter, â The Origins and the Personal Statute", is about the roots of Tunisia, making short references to the situation of the Country in the constitutional, social and cultural level. Then, after a brief historical and close examination, the chapter deepens the Personal Statute Code from 1956 to the last reforms of March 2008. The second chapter talks about the relationship between the Tunisian Judge and the codification in the field of Personal Statute. The paragraphs emphasize that sometimes the reasoning of the Court is an accordance with the classical muslim law and sometimes this is in contrast with it. The chapther shows a traditional conservatism and, in particular, the reaction of the Judge that relates increasingly to the social context, facing many issues and changing his own orientation with the passing of time. Besides, the other paragraphs deal with the old issue of the acknowledgement of paternity, through Dna testing, with particular reference to the law of 28 October 1998, analysing the advantages and disadvantages, the possible measures taken by the law - maker. Finally, the last chapter deepens the role of the minor inside the Personal Statute and the Tunisian International Private Law. In the first paragraphs of this chapter, the consecration of the minor in the Personal Statute, is based on a more umanitarian dimension, on dignity and on equality. On the contrary, the further paragraphs underline the safeguard of the childâ s interest inside the International Private Law, that is a fundamental principle in all the judgeâ s decisions.So, the judge has to analyse the financial, emotional, psichological, educational and sanitary factors concerning the child. In the end, the attention is addressed to the examination of a practical case, the marriage of a tunisian woman and egyptian man. In brief, you can see that, even if the Tunisian family aspires to a nuclear model, it preserves the main features of the traditional family.
Gabriel, Erika. "La trasmissione dell'azienda: dagli istituti classici al patto di famiglia." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2009. http://hdl.handle.net/11577/3425669.
Full textL’azienda, universitas iuris costituita oltre che da beni mobili, immobili, mobili registrati, materiali e immateriali, anche da diritti ed obblighi, appartiene alla categoria dei beni produttivi in ragione del fatto che i suoi elementi sono funzionalmente organizzati dall’imprenditore, a prescindere dalla titolarità sugli stessi, in vista di un’attività d’impresa: questa sua peculiarità è la ragione dell’applicazione di una speciale disciplina che interessa il suo momento circolatorio e che, sottolineandone il carattere strumentale, introduce delle deroghe alla disciplina comune al fine di favorire il mantenimento dell’organizzazione produttiva. La peculiare funzione svolta dall’azienda nel sistema produttivo, non ha invece, di regola, alcuna rilevanza nel momento della sua trasmissione mortis causa: l’indifferenza nei confronti della natura dei beni che compongono l’asse ereditario, l’applicazione del principio dell’unità della successione e quello dell’intangibilità della legittima provocano lo smembramento del patrimonio aziendale con pregiudizio dell’interesse dell’impresa. L’interesse dell’imprenditore alla pianificazione del passaggio della ricchezza imprenditoriale, che si realizza consentendogli di individuare il successore più idoneo e di attribuire allo stesso l’azienda quale mezzo per svolgere l’attività imprenditoriale, si scontra dunque con le regole della successione ereditaria, e solo nel diritto agrario sembrano aver trovato un equilibrio. La necessità di provvedere alla pianificazione della passaggio generazionale della ricchezza imprenditoriale è un problema di stringente attualità che si connette alla necessità di salvaguardare i livelli occupazionali e che si avverte tanto in ambito nazionale che comunitario: dopo anni di sollecitazioni e dibattiti sull’opportunità di un intervento legislativo atto a favorire il passaggio generazionale dei beni aziendali, è stato introdotto nel nostro ordinamento, ad opera della legge n. 55 del 14 febbraio 2006 “Modifiche al codice civile in materia di patto di famiglia”, il patto di famiglia. Esso si presenta come uno strumento di natura pattizia attraverso il quale, da un lato, si realizza l’attribuzione dell’azienda al discendente (o ai discendenti) ritenuto più adatto a divenire imprenditore, e nel contempo con la soddisfazione degli altri legittimari non assegnatari che vedranno convertito il loro diritto alla legittima in natura in un diritto di credito. Il patto di famiglia di cui agli artt. 768 bis e ss. c.c., infatti, tende a evitare lo smembramento del complesso produttivo, coinvolgendo nell'operazione divisionale i discendenti legittimari dell'imprenditore al fine di evitare liti che possano compromettere l'assetto di interessi predisposto in vita dal disponente attraverso un meccanismo negoziale definito “riallocazione consensuale del controllo sui beni d'impresa” e il cui risultato non sia possibile rimettere in discussione all’apertura della successione del disponente, poiché, in quella sede, l’attribuzione dell’azienda è esente ex lege dai meccanismi di collazione e riduzione. Il punto di forza di questo nuovo strumento di trasmissione dell’azienda, soprattutto se confrontato con i mezzi fino ad ora a disposizione dell’imprenditore, è rappresentato proprio dall'esenzione da collazione e azione di riduzione perché è in ragione della disattivazione dei predetti istituti che il passaggio generazionale della ricchezza imprenditoriale può dirsi stabile – l’attribuzione dell’azienda non è infatti aggredibile in sede di apertura della successione – e non aleatorio in quanto il valore del bene azienda si attualizza e cristallizza al momento della stipulazione del patto.
Sbabo, Emanuela. "Omicidi di prossimità: dieci anni di casi nei distretti giudiziari di Milano e di Torino." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2010. http://hdl.handle.net/11577/3426877.
Full textOggetto di questa tesi di dottorato è l’analisi del trattamento sanzionatorio applicato a 175 casi di omicidi “in famiglia”, giudicati nel periodo di tempo che va dal 1997 al 2007 dalle Corti d’Assise d’Appello di Torino e di Milano. La ricerca si inserisce all’interno di uno studio più ampio, e tuttora in corso di svolgimento, avente come obiettivo l’analisi delle sentenze pronunciate in tema di omicidi in famiglia da tutte le Corti d’Assise d’Appello del territorio nazionale nell’arco di tempo sopraindicato. L’indagine viene svolta studiando l’omicidio di prossimità sia sotto il profilo strettamente criminologico e sociologico, sia sotto il profilo giuridico, e ha come scopo quello di fornire degli spunti di riflessione su quali siano le radici e le ragioni profonde che generano questa peculiare tipologia di delitti e sull’adeguatezza delle risposte sanzionatorie approntate dal nostro ordinamento. Ai fini della selezione delle sentenze, si è fatto riferimento ai seguenti capi di imputazione: art. 575, 576, 577 c.p. (delitto di omicidio e relative circostanze aggravanti), art. 578 c.p. (infanticidio in condizioni di abbandono morale e materiale), art. 579 c.p. (omicidio del consenziente), art. 580 c.p. (aiuto o istigazione al suicidio), art. 584 c.p. (omicidio preterintenzionale); art. 572, co. II, c.p. (maltrattamenti in famiglia aggravati dall’evento morte), art. 591, co. III, c.p. (abbandono di persone minori o incapaci aggravati dall’evento morte). Sotto il profilo soggettivo, invece, oggetto di attenzione sono stati i rapporti che chiameremo di “prossimità”. Con questo termine ci si vuole riferire a tutte quelle relazioni - sentimentali, di vicinanza, di affezione, di coabitazione - che si svolgono anche al di fuori del contesto strettamente familiare, ma che involgono legami di stabilità affettiva. Si pensi, ad esempio, a rapporti di fidanzamento, di convivenza more uxorio, a relazioni sentimentali in corso o interrotte tra etero o omosessuali, a rapporti di coabitazione fra persone non necessariamente legate da relazioni sentimentali (badante e padrone di casa), a relazioni extraconiugali. Le sentenze raccolte, complessivamente 175, sono state schematizzate in apposite griglie di analisi, pensate al fine di agevolare la successiva sintesi dei dati da esse ricavabili. A questa fase preliminare di lettura e schematizzazione dell’ampio materiale selezionato, è seguito un lavoro di sintesi delle informazioni ricavate dalle sentenze, al fine di avere una visione d’insieme dei dati riguardanti autori e vittime, i loro profili, le loro relazioni, i moventi, gli esiti processuali, ecc… Si è poi passati all’analisi dei dati concernenti il trattamento sanzionatorio, con particolare riguardo al regime delle circostanze, agli esiti del giudizio di bilanciamento e ai criteri che hanno maggiormente influito sulla determinazione della pena. A tal fine, abbiamo ritenuto utile procedere attraverso una suddivisione delle sentenze in quattro gruppi, a seconda della misura della pena in concreto irrogata. Abbiamo pertanto distinto fra omicidi puniti con l’ergastolo, con la reclusione da anni 24 ad anni 30, da anni 21 ad anni 24 anni e, infine, con pene inferiori agli anni 21. Si è poi proceduto, per ciascun gruppo, ad una analisi dettagliata delle sentenze più significative, al fine di individuare i parametri che hanno avuto un ruolo determinante nel guidare la discrezionalità del giudice in ordine al trattamento sanzionatorio di ciascun caso. A conclusione dell’elaborato, viene proposta una trattazione della disciplina dell’omicidio nell’ordinamento italiano e nei principali sistemi giuridici europei; ponendo particolare attenzione a quegli ordinamenti in cui il legislatore ha mantenuto una distinzione fra due diverse tipologie di omicidio, a seconda della maggiore o minore atrocità che li connota. L’analisi svolta ha messo in evidenza che le pene inflitte per questo tipo di reati sono sovente più miti di quelle che il codice astrattamente prevede agli articoli 575, 576 e 577. Si riscontra, infatti, una tendenza dei Giudici a contenere la pena attraverso la concessione di circostanze attenuanti che, spesso, in sede di giudizio di bilanciamento, elidono totalmente gli effetti delle aggravanti contestate. Ciò crea delle inevitabili tensioni con il principio di legalità e di certezza della pena, nonché problemi di coerenza a fronte di risposte sanzionatorie molto diverse pur in presenza di un identico capo di imputazione. Inoltre, viene lasciata una eccessiva discrezionalità al giudice nella determinazione della pena per l’omicidio, che può così discostarsi, anche di molto, dalle previsioni del legislatore. Constatato quanto sopra, a conclusione del lavoro viene formulata la proposta di adottare, anche nel nostro Paese, una distinzione legislativa fra due forme di omicidio, una “atroce” e un’altra connotata da minore gravità, distinte già sotto il profilo della condotta tipica, oltre che sul piano della pena. In tal modo, si consentirebbe di valorizzare, già a monte, la differenza fra casi di diversa gravità, riducendo il rischio di applicare sanzioni che si discostano eccessivamente dalle previsioni normative e rendendo le decisioni dei Giudici in punto di pena più aderenti alla disciplina del codice.
BONATO, RICCARDO. "La famiglia flessibile e lo sviluppo del bambino. Caso di studio: le scuole dell’infanzia del Comune di Milano." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2015. http://hdl.handle.net/10281/66171.
Full textBresciani, Erika <1993>. "Le donne in Cina tra diritto di famiglia e forme di discriminazione: traduzione e commento traduttologico di due articoli specialistici." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16548.
Full textVai, Francesca. "Finalità e possibili riletture della cura ventris." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3423398.
Full textL'istituto posto ad oggetto della presente ricerca è sicuramente una particolare forma di curatela nel diritto romano. Per cura ventris si può intendere curatela del ventre, del nascituro, ovvero una forma di protezione predisposta dall'ordinamento a favore di chi non è ancora nato, qualora la figura del pater familias venga a mancare. Infatti il diritto romano, con il suo caratterizzante atteggiamento pragmatico, soleva "trovare" rimedi e tutele a situazioni tali da generare uno stato di squilibrio rispetto a quello che noi definiremmo, anacronisticamente, "ordine costituito", tali quindi da ledere una posizione giuridica meritevole di tutela secondo l'ordinamento stesso. La struttura della presente ricerca è articolata in tre capitoli: un primo capitolo, introduttivo, che si occupa di delineare i tratti fondamentali del sistema della cura in diritto romano e la sua evoluzione. Un secondo che si occupa specificatamente e dettagliatamente della cura ventris come istituto, della figura del curator ventris e delle possibili classificazioni tra le due macro categorie di cura personae e cura bonorum, con un cenno ad alcune ambiguità in ordine alle finalità della curatela del ventre. Un terzo che indaga il legame tra la cura ventris, gli interessi effettivamente tutelati nel diritto romano, proponendo poi una reinterpretazione delle finalità della cura ventris a partire da un'attenta considerazione del parametro della dignitas di cui ai frammenti D.37.9.1.19 e D.37.9.4, fino a svolgere, in sede di conclusioni, alcune considerazioni sulla fondatezza di taluni filoni ricostruttivi dell'istituto in esame e sui metodi interpretativi usati. Lì saranno dunque ripresi alcuni quesiti ed alcuni punti rimasti in sospeso, considerando anche le posizioni delle differenti dottrine in tema di cura ventris e l'approccio metodologico utilizzato, al fine di verificarne la fondatezza e l'adeguatezza scientifica nell'interpretazione dell'istituto in esame.
Tomasi, L. "La tutela comunitaria della vita familiare tra mercato interno e spazio di libertà, sicurezza e giustizia." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2007. http://hdl.handle.net/2434/52020.
Full textMIGLIUCCI, DEBORA. "LE FAMIGLIE ITALIANE E LA COSTITUZIONE REPUBBLICANA. STORIA CONTROVERSA DI UNA ¿SOCIETÀ NATURALE¿." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2014. http://hdl.handle.net/2434/230553.
Full textGATTI, ROBERTA. "Il ruolo del diritto romano in Piemonte in età preunitaria: fra tradizione e innovazione. Il caso del diritto di famiglia nella giurisprudenza sabauda." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2017. http://hdl.handle.net/10281/158265.
Full textThe object of the research is about the role of Roman law in legislation, doctrine and jurisprudence of Piemonte during the XIX century. The analysis is mainly about the existence of Roman law in jurisprudence about family law, in order to investigate the continuous use of Roman law by judges in their decisions.
Grifa, Antonella. "Proposta di glossario bilingue di carattere giuridico in portoghese e italiano per interpreti di madrelingua italiana." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/12746/.
Full textGiuliodori, Maria Cristina. "IL RUOLO DEL PATTO DI FAMIGLIA LA CONTINUITA’ DELL’IMPRESA A BASE FAMILIARE NELLA COMPLESSITA’ SUCCESSORIA." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2016. http://hdl.handle.net/11566/242990.
Full textABSTRACT Generational transition represents a crucial moment in the life of an enterprise, due to the handover of the entrepreneur (a centralizing figure) to other members of the family in view of his/her retirement from work, or even more so of his/her death. It is an issue particularly felt in Italy, where most of the small and medium-sized enterprises are bound to a family and the ownership of the risk capital and the administration refer to that family. This research study focuses on the complex, ancient yet present issue concerning the relationship between family members and the succession management of small and large shared productive assets, aiming primarily to guarantee the enterprise continuity and to avoid long family conflicts which would be detrimental not only to the enterprise but also to the cohesion of the family. The main subject of this analysis is the family business, as regulated by the Italian Civil Code article “art. 230 bis c.c.”, examining in depth the predominant aspects of this business type, which is currently a subject for controversial tenets and jurisprudence. It also views the family business as a broader concept that defines the financial business area. Furthermore, it analyses the control activity exerted by large entrepreneurial families, both listed and unlisted. Lastly, this study examines the business inheritance agreement (Patto di Famiglia) as an institution introduced in 2006 by our legislator for allowing inter vivos succession of productive assets, aimed at guaranteeing the continuity of management and production over time and avoiding complex family conflicts. It examines the main traits of that institution, its interpretive and operational complexity, in an attempt to understand its unexpectedly little success, despite the enthusiasm shown by both the legislator and by legal literature. This analysis cannot overlook economic and entrepreneurial profiles, which are highly taken into account in this study.
OTTOLINA, ALESSANDRO MARIA. "Il contratto di convivenza." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2017. http://hdl.handle.net/10281/170835.
Full textThe thesis analyses the cohabitation agreement ("contratto di convivenza") and deals with the nature and the content of such topic during the atypical regime as well as following the introduction of its typical form under Italian Law No.76/2016. Contents: 1. THE COHABITATION AND THE LAW No. 76/2016 - 2. THE AGREEMENT IN THE LIVING LAW No. 76/2016: NATURE, FORM AND PUBLICITY - 3. THE CONTENT OF THE COHABITATION AGREEMENT - 4. DEATH OF PARTNER CONTRACT AND MEANS FOR THE REGULATION OF SUCCESSION - 5. INVALIDITY AND TERMINATION OF COHABITATION CONTRACT - 6. COHABITATION CONTRACT AND PRIVATE INTERNATIONAL LAW
Vigliotti, Sara <1990>. "Matrimonio e divorzio nel diritto di famiglia marocchino, evoluzione e conservazione. Casistica e problematiche relative alla recepibilità nell'ordinamento giuridico italiano." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/7787.
Full textALQAWASMI, AMAL YOUSEF OMAR. "Muslim Family Law in the Legal Pluralism System in Europe, Justifications and Conflicts." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2022. http://hdl.handle.net/10281/385020.
Full textAbstract In the silent revolution that family laws in Europe have witnessed over the past decades as a result of new social and cultural tendencies, Muslim family law has been the focus of particular attention since Muslims are becoming a visible part of European pluralistic societies. Empirical data shows that Muslim family provisions are being applied unofficially since there is no official accommodation within the European legal system. At the same time there is a need for these family provisions which are strongly connected with religious rights in family life as well as religious identity. This situation is bringing new legal and social challenges in Europe since the lack of officiality has led to unprotected family rights and legal uncertainty. Moreover, there is deep concern of creating segregated communities within the European societies that regulate their family issues outside the control of the state. All this brings to the scene important responsibilities and challenging issues for the European legal system. This thesis discusses the meaningful justifications and real challenges of Muslim family law in Europe in the following main areas: First, the legal framework of religious and family rights when applying a religious family code. Second, the applicability of International Private Law when recognizing and implementing Muslim family law provisions within Europe. Third, the unofficial Muslim family law applied in Italy, as a study case, in comparison to the results of studies in other European countries. Fourth, the main challenges when addressing and dealing with legal pluralism and human rights concerns, including Muslim family law. The major finding is the complexity of this issue, where an interdisciplinary socio–legal approach is essential in order to find concrete solutions for pluralistic European societies through the greater engagement of state law and a better understanding of the challenges that face the legal system and individual Muslims.
Grasso, Alice. "L'omicidio di prossimità. Profili criminologici e penalistici delineati dalle sentenze dei distretti giudiziari siciliani negli anni 1995-2007." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2011. http://hdl.handle.net/11577/3422746.
Full textLa ricerca compiuta dalla Dottoranda Alice Grasso ha avuto ad oggetto l'esame degli 'omicidi di prossimità' giudicati dalle Corti di Assise di Appello della regione Sicilia nell'arco di tempo compreso tra l'anno 1995 e l'anno 2007. In particolare, con il termine 'omicidi di prossimità', che sostituisce quello di 'omicidi in famiglia', ci si riferisce ai delitti consumati o tentati nell'ambito di relazioni 'sentimentali, di vicinanza, di affezione o anche di semplice coabitazione' che implicano, o hanno implicato, legami stabili di carattere affettivo o anche di semplice necessità o utilità. Lo scopo dello studio si richiama ad una duplice prospettiva. Sul piano criminologico, dato per ammesso, sulla base dei dati forniti nel 2007 dal Ministro dell'Interno nel 'Rapporto sulla criminalità in Italia', l'aumento costante, dal 1992 al 2006, degli omicidi compiuti nell'ambito dei rapporti di convivenza, la ricerca mira ad individuare alcuni fattori che hanno favorito l'incremento di questa peculiare specie di criminalità. In secondo luogo, sul piano strettamente giuridico e della politica criminale, un'attenta analisi delle situazioni di patologia sociale in cui sono maturati gli 'omicidi di prossimità', nonché della risposta fornita dallo Stato con l'esercizio della giurisdizione penale, forniscono senz'altro spunti rilevanti per la comprensione delle ragioni della violenza e per l'apprestamento di presidi normativi, di tipo sia preventivo che repressivo, in grado di contrastare e di contenere tale fenomeno. L'analisi condotta, quindi, persegue gli scopi della ricerca approfondendo il tema da due distinti angoli prospettici: quello teorico, che trae la sua origine da una scrupolosa esegesi storica dell'omicidio di prossimità , con particolare riguardo alle legislazioni preunitarie e al Codice Zanardelli; quello empirico, basato sulla rilevazione dei dati emergenti dall'esperienza giudiziaria, in modo tale da potere cogliere il fenomeno nella sua manifestazione concreta e nella risposta ad esso offerta dall'ordinamento giudiziario. Nella seconda prospettiva sta il nucleo vitale della ricerca, in quanto analizza l'omicidio di prossimità attraverso lo studio e la comparazione di centoquarantadue sentenze relative ad altrettanti casi di omicidio di prossimità giunti alla cognizione delle Corti di Assise di Appello della regione Sicilia, nell'arco di tempo compreso tra il 1995 e il 2007. Preliminare alla valutazione è stato lo studio di ogni singola pronuncia attraverso delle tabelle che, mediante griglie di riferimento, hanno permesso di riassumere e mettere in evidenza gli aspetti fattuali, assiologici e processuali di maggior rilievo. Sullo sfondo di queste linee conduttrici, la ricerca si compone di quattro parti fondamentali. La prima parte è dedicata alla presentazione dell'oggetto dello studio condotto e trova il suo incipit nell'inquadramento dell'omicidio di prossimità all'interno del più ampio corpus normativo riguardante l'omicidio in generale. Una volta individuato il quadro di riferimento la Dottoranda ha compiuto l'esegesi storica di tale forma di criminalità, sia nella sua dimensione generale, sia nella forma del parricidio, del figlicidio e dell'ora abrogata fattispecie di omicidio per causa d'onore. Lo sguardo è stato poi rivolto alla rilevanza statistica che tale fenomeno ha assunto in Italia e nel mondo. Nella seconda parte il baricentro della ricerca si sposta sull'analisi delle centoquarantadue sentenze, di cui è stata estratta integrale copia, relative ad altrettanti casi di omicidio di prossimità giunti alla cognizione delle quattro Corti di Assise di Appello della Regione Sicilia, tra il 1995 e il 2007, procedendo allo studio dei casi attraverso la comparazione e l'approfondimento di ciascun aspetto, il confronto con studi di tipo sociologico e criminologico, l'osservazione di come trovino concreta attuazione alcuni dei più importanti istituti penalistici. Nella terza parte lo sguardo è stato posto sul trattamento sanzionatorio degli omicidi di prossimità , con l'individuazione di quegli elementi che più hanno influenzato la graduazione della pena, sia dal punto di vista procedurale che sostanziale, con particolare riferimento all'effetto abnorme provocato sulla dosimetria sanzionatoria dalla scelta del rito abbreviato, nonché dalla concessione delle circostanze attenuanti generiche e dall'esito del giudizio di bilanciamento tra circostanze eterogenee. La quarta ed ultima parte della ricerca è dedicata allo sviluppo di alcuni profili comparatistici con l'ordinamento tedesco, frutto di una permanenza presso il Max Planck Institut di Friburgo in Brisgovia, del quale vengono messi in risalto i principali tratti che lo contraddistinguono rispetto all'ordinamento italiano, sia dal punto di vista sostanziale che procedurale, con la descrizione di quattro recenti casi di omicidio di prossimità nella Repubblica federale di Germania. A conclusione di questo elaborato vengono proposte alcune chiavi interpretative che intendono fornire un principio di risposta al quesito circa la presenza di un effetto criminogeno intimamente collegato all'istituzione famigliare. Inoltre viene affrontato, in un quadro di politica criminale e di riforma, il tema dell'inadeguata configurazione normativa attuale. Infine, in ossequio alla singolarità che contraddistingue ogni caso concreto, la Dottoranda ha inserito in appendice all'elaborato le tabelle redatte ed utilizzate per svolgere l'analisi comparatistica, quale parte imprescindibile e continuo punto di riferimento per lo studio che è stato condotto.
Binato, Giulia. "La famiglia in senso giuridico dopo la riforma della filiazione: il modello italiano nell'ambito della tradizione giuridica occidentale." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2018. http://hdl.handle.net/11577/3426344.
Full textNell’ambito della tradizione giuridica occidentale, la nozione di famiglia in senso giuridico sta subendo progressivi mutamenti. Anche a fronte di esiti similari, le modalità di tale evoluzione possono differire notevolmente. La ricerca mette in luce le evoluzioni del diritto di famiglia in alcuni ordinamenti occidentali, analizzando la ratio degli ampliamenti intervenuti ed evidenziando il formante a cui sono riconducibili. Lo studio muove dall’ipotesi che la Riforma della Filiazione italiana abbia un ruolo centrale nell’ampliamento della nozione di famiglia in senso giuridico nel nostro ordinamento. Esso mira dunque all’approfondimento dell’estensione raggiunta dalla nozione di famiglia in senso giuridico nell’ordinamento italiano, attraverso la collocazione del modello familiare italiano nell’ambito dei modelli riconducibili alla tradizione giuridica occidentale.
Di, Marco Rudi. "Del diritto di autodeterminazione della persona. Questioni teoretiche, rilievi teorici, profili giuridici nel problema bio-giuridico." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2015. http://hdl.handle.net/11577/3424287.
Full textL’indagine ha per oggetto il problema dell’autodeterminazione della persona umana, in ambito biogiuridico, con riguardo all’esperienza contemporanea. Lo scopo del Lavoro è dimostrare che il diritto di autodeterminazione, in quanto diritto soggettivo, non può essere letto colle categorie α-giuridiche proprie della modernità, pena una petitio principii che pone il diritto stesso in contrasto coll’Ordinamento giuridico, identificandolo, di fatto, come di diritto virtualmente aperto alla legittimazione dell’anarchia sostanziale, quindi… identificandolo, di fatto, come di diritto virtualmente aperto alla legittimazione dell’anti-giuridicità su sé stessi e contro sé stessi. La proposta e il contributo che queste riflessioni tendono ad apportare, dunque, vorrebbero avere per iscopo quello di proporre una «lettura autenticamente giuridica» (id est, filosofico-teoretica) dell’autodeterminazione umana, come autodeterminazione del volere (assiologicamente) umano del soggetto, eppertanto come autodeterminazione del volere razionale e responsabile della persona, la quale rivendica di comportarsi e la quale si comporta in conformità della natura sua propria. Il soggetto, allora, proprio esercitando il diritto di autodeterminar-si – inteso come noi lo intendiamo, ovviamente – non può affatto dare luogo a una condotta guidata dal puro auto-volere hegeliano, vale a dire posta in essere senza alcun criterio diverso da quello del volere autentico, ma esercita e deve esercitare un’opzione legittima e in sé giuridica, tra varie opzioni parimenti legittime e parimenti in sé giuridiche. Il percorso seguito per l’analisi e per lo sviluppo dei temi de quibus si è articolato in cinque parti, corrispondenti ad altrettanti capitoli. Nella prima parte è stato affrontato il problema preliminare concernente il rapporto tra libertà, volontà e diritto subiettivo, così da dimostrare che il diritto, il quale sia diritto in sé, non rappresenta certo un limite all’esercizio della libertà umana, ma piuttosto esso invera in sé stesso uno strumento per essa e per la sua massimizzazione; nella seconda parte, poi, il problema de quo è stato letto e definito alla luce della c.d. autodeterminazione sul proprio corpo e l’indagine ha approfondito il rapporto tra la persona, che è soggetto in sé, e il corpo umano nel quale e attraverso il quale essa è, non potendo che essere ciò che è per natura e quindi… non potendo che essere latrice di un’essenza razionale oggettiva (naturae rationalis individua substantia), in sé normativa e regolativa per le condotte umane (comprese quelle del soggetto su di sé stesso). Il terzo capitolo del Lavoro, proseguendo nella rapidissima sintesi dei varii contenuti, ha portato innanzi l’analisi delle questioni in parola, con riferimento alla c.d. autodeterminazione procreativa, in relazione al problema della configurazione di un diritto a porre le premesse per procreare: il discorso è stato affrontato sulla base della condizione oggettiva degli aspiranti genitori e della loro attitudine, come coppia, ad autodeterminarsi in una famiglia in sé umana. La trattazione, a questo punto, si è condensata nell’analisi dei problemi concernenti l’autodeterminazione delle persone in ambito familiare – oggetto della quarta parte della Ricerca – e ciò ha consentito di considerare, in un quadro sistematico, le posizioni di tutti i soggetti coinvolti nella c.d. realtà familiare, in relazione alla struttura, alla natura e alla funzionalità dei loro diritti e delle loro obbligazioni. L’ultima parte del lavoro, in fine, ha voluto gettare uno sguardo sull’esperienza giuridica contemporanea e ciò, sia a livello di giurisprudenza e legislazione nazionale, che a livello di Sistema C.E.D.U., che – sia pure in parte – a livello internazionale. Un tanto, allora, ha consentito di considerare il modo in cui i problemi e le questioni affrontati vengono a rappresentare veri e proprii nodi gordiani per lo stesso operatore del diritto, a qualunque livello sia chiamato a svolgere i proprii ufficii
ARRU, LIDIA. "Le nuove tutele contrattuali dei legittimari nella circolazione giuridica." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2013. http://hdl.handle.net/11584/266101.
Full textReali, A. "APTs, SPENDTHRIFT TRUSTS, PROTECTIVE TRUSTS, FONDAZIONI DI FAMIGLIA "D'ENTRETIEN" DEL LIECHTENSTEIN E PRINCIPIO DELLA RESPONSABILITA' PATRIMONIALE DEL DEBITORE. APPUNTI PER UNA NUOVA SFIDA DEL DIRITTO CIVILE ITALIANO." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2011. http://hdl.handle.net/2434/163805.
Full textLIMATOLA, CARLO. "POTERE DI GESTIONE E PASSAGGI GENERAZIONALI NELLA S.R.L." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2015. http://hdl.handle.net/10280/6137.
Full textThe thesis deals with the generational shift in family enterprises constituted as a limited liability company, assessing the impact on the discipline of the administration. It notes that traditional mechanisms based solely on the transfer of shares can not reconcile the needs of business continuity and the rules of inheritance law. Then, are identified rules that ensure the stability of the administration even after the changes to the shareholding structure resulting from the entrance of the heirs. The study refers, on the one hand, in the conventional rules which ensure the permanence of the administrator in charge; on the other, to clauses in order to curb the interference of new members on the choices of governance. It shows, finally, the legitimacy of a statutory provision requiring the automatic succession of a beneficiary in the position of director.
DAMU, DANIELA. "Ruolo e limiti del contratto negli assetti familiari in funzione successoria." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2015. http://hdl.handle.net/11584/266815.
Full textMaltseva, Polina. "CIRCOLAZIONE BIDIREZIONALE DEI MODELLI GIURIDICI TRA DIRITTI EUROPEI E DIRITTO RUSSO. IL CASO DEL DIRITTO DI FAMIGLIA." Doctoral thesis, 2012. http://hdl.handle.net/10447/94680.
Full textJorio, Federico. "Il diritto privato regionale delle forme di convivenza familiari." Thesis, 2009. http://hdl.handle.net/10955/291.
Full textMINEO, Valentina. "Patto di famiglia e trust." Doctoral thesis, 2011. http://hdl.handle.net/10447/101764.
Full textMinervini, Serena. "La famiglia ricomposta e la tutela del minore." Thesis, 2012. http://hdl.handle.net/10955/855.
Full textMonti, R. "Il diritto all’amore di una famiglia. La funzione sociale e riparativa dell’adozione." Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/11393/258987.
Full textDUCA, Rita. "Multiculturalismo: un’indagine comparatistica." Doctoral thesis, 2011. http://hdl.handle.net/10447/95158.
Full textABBADESSA, Laura. "Trasmissione generazionale dell'impresa ed alternativa testamentaria. Il Patto di Famiglia per l'impresa." Doctoral thesis, 2011. http://hdl.handle.net/10447/101780.
Full textALBERTI, Romina. "Il trasferimento dell'impresa in funzione successoria: originalità e criticità del patto di famiglia." Doctoral thesis, 2011. http://hdl.handle.net/10447/101692.
Full textEDRES, NIJMI. "La condizione giuridica della donna musulmana in Palestina: lo Stato di Israele." Doctoral thesis, 2015. http://hdl.handle.net/11573/978677.
Full textThe main aim of the study is to provide a complete and up to date description of the juridical status of Palestinian Muslim women in Israel in so far as matters of personal status and family law are concerned. This main goal is flanked by two secondary purposes. The first one, contextualized in a more socio-political framework, is to analyze the dynamic relations existing between the Palestinian minority and the Jewish majority looking at the interactions between the Palestinian citizens of Israel and the Israeli juridical institutions. The second one, is to define if and how the pluralistic legal system of Israel has offered fertile ground for a conciliation of concurrent and competitive (at least apparently) juridical traditions.
SALTARELLI, SALVATORE. "Comunione legale tra coniugi e partecipazioni sociali: la posizione del coniuge non acquirente." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11573/1108199.
Full textCalabrese, Lucrezia. "La dimensione di diritto fondamentale della maternità nel Diritto dell’Unione: politiche europee di conciliazione della vita famigliare e della vita professionale in tempo di crisi." Master's thesis, 2015. http://hdl.handle.net/1822/38500.
Full textQuesto lavoro ha lo scopo di analizzare la maternità come diritto fondamentale dell’Unione Europea, focalizzando l’attenzione sulle politiche europee di conciliazione della vita famigliare e della vita professionale, in questi ultimi anni di crisi economica. L’analisi è partita da un accenno riguardante il diritto internazionale in materia, per poi trasferirsi sul piano comunitario. Si è scelto, infatti, di studiare l’argomento partendo dall’articolo 33 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’UE, sviscerando i tre diritti fondamentali del suddetto articolo, grazie ad altrettanti esempi della giurisprudenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea. È grazie a questi esempi di giurisprudenza che la descrizione delle politiche comunitarie di conciliazione e delle direttive in materia ha preso forma; a ciò è stata poi aggiunta un’analisi più approfondita dei vari punti riferita all’Italia e al Portogallo. Lo scopo di tale lavoro è proprio quello di sottolineare come, nonostante le tecniche finalizzate alla maternità abbiano subito una notevole evoluzione negli ultimi anni, le direttive sull’argomento e la Direttiva 92/85/CEE in primis non siano ancora state modificate o, qualora questo sia avvenuto, tali modifiche non abbiano rispettato pienamente le aspettative. Infatti, analizzando le Sentenze comunitarie riguardanti la fecondazione assistita, i parti gemellari oppure la maternità surrogata, ci si è resi conto di come le normative sul congedo di maternità e sul congedo parentale siano ancora manchevoli in alcune loro parti. In special modo, sono stati portati alcuni esempi di come, in questo periodo di crisi economica, nonostante le normative comunitarie e statali abbiano lavorato per migliorare la protezione delle lavoratrici madri, la discriminazione delle donne sul lavoro durante la maternità esista ancora e, in alcuni casi, abbia forme subdole. Per provare ciò, si sono analizzati, ad esempio, i contratti a tempo parziale o alcuni casi riguardanti l’allattamento.
This work aims to analyze maternity as a fundamental right in the European Union, focusing attention on European politics of reconciling family life with a professional life in these recent years of economic crisis. The analysis began from an allusion to the international rights in this area, then the transfer to the community level. The choice was made, in fact, to study the debate starting from Article 33 of the European Union's Charter of Fundamental Rights, with a thorough examination of this article, through examples from the Justice Court of the European Union. It is thanks to these examples of jurisprudence that the description of the community politics of conciliation and of the directives has taken form. To this has been added a deeper analysis of the various points referring to Italy and Portugal. The scope of such work is really that of underlining how, not withstanding that the techniques focused on maternity have undergone a notable evolution in recent years, the directives on the subject and the Directive 92/85/CEE in primis, have not yet been modified or, where this has taken place, such modifications have not fully respected the expectations. In fact, analyzing the Community sentences with regard to assisted fertilization, twin births or surrogate mothering, one realizes how the community and state norms on parental leave are still lacking in some of their parts. In a particular mode, several examples show how, in this period of economic crisis, notwithstanding the fact that community and state norms have worked to improve the protection of working mothers, discrimination of women at work during maternity still exists, and in some cases, in more subtle forms. To prove this, analyses have been made, for example, of part time contracts or some cases regarding breast feeding.
Este trabalho tem como objetivo a análise da maternidade como direito fundamental da União Europeia, concentrando-se sobre as políticas europeias de conciliação da vida profissional com a vida familiar, nos últimos anos de crise económica. A análise começa com uma alusão ao direito internacional para que depois se prossiga para uma apreciação comunitária. Tal escolha teve por base o estudo do artigo 33 da Carta dos Direitos Fundamentais da UE, examinando-se não só os três direitos fundamentais aludidos no referido artigo, bem como recorrendo-se a exemplos da jurisprudência do Tribunal de Justiça da União Europeia. É graças a estes exemplos de jurisprudência que conseguimos obter uma base para o entendimento das políticas de conciliação e as diretivas sobre esta matéria. Na tentativa de demostrar como estas realidades se verificam nos Estados-Membros recorremos ao exemplo do caso Italiano e do caso Português. O objetivo deste trabalho é enfatizar o facto de que, apesar de as técnicas concebidas para a maternidade terem mudado bastante nos últimos anos, as várias diretivas sobre esta matéria e a Diretiva 92/85/CEE ainda não o foram, ou, caso o tenham sido, essas alterações não têm cumprido plenamente as expectativas. De facto, analisando os Acórdãos comunitários em matéria de reprodução medicamente assistida, de nascimento de gémeos ou de maternidade de substituição, é facilmente percetível que as normas sobre a licença de maternidade e a licença parental ainda não são suficientemente eficientes para lidar com estas realidades. Por outro lado, apesar de as normativas comunitárias e estatais terem vindo a trabalhar no sentido de melhorar a proteção das mães trabalhadoras, a discriminação contra as mulheres no trabalho, durante a maternidade, ainda existe e, em alguns casos, de forma ardilosa. Para demostrar essa realidade, foram analisados, entre outros exemplos, os contratos a tempo parcial ou alguns casos relativos à amamentação.