Academic literature on the topic 'Dismesse'

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Journal articles on the topic "Dismesse"

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Postiglione, Gennaro. "Riuso temporaneo vs abitazioni temporanee." TERRITORIO, no. 56 (March 2011): 65–68. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-056006.

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Abstract:
L'articolo affronta il tema riuso temporaneo sottolineando come non sia una pratica a cui fare ricorso solo quando si hanno a disposizione spazi aperti, terreni abbandonati, aree dismesse, ma una strategia operativa in grado di approcciare anche il complesso fenomeno urbano della cittŕ costruita. In particolare viene affrontato il tema dell'‘abitare temporaneo': tipologie di abitazionicontainer danno risposta facilmente e velocemente alla domanda abitativa studentesca inevasa di circa 50.000 alloggi, ma siamo sicuri del risparmio economico di tale modello rispetto a tecnologie piů tradizionali di prefabbricazione edilizia? L'autore mette in guardia sul non abusare dell'idea ‘giovani=colore=vitalitŕ urbana', ma invece di incentivare usi temporanei in aree dismesse che con poche infrastrutture possono accogliere e essere occasione per attivitŕ spontanee sportive, ludiche, ricreative.
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Geusa, Maurizio. "Aree militari dismesse e trasformazioni urbane: l'esperienza di Roma." TERRITORIO, no. 62 (September 2012): 29–33. http://dx.doi.org/10.3280/tr2012-062005.

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Abstract:
This paper gives an introduction to the presence of military establishments in contemporary Rome and it describes the main processes by which properties no longer used for military purposes are abandoned and converted for civilian uses. After first describing 1990s conversion projects, the paper focuses on 15 properties which have been at the centre of urban planning projects and procedures since 2010. To conclude, the author comments briefly on the Rome Capital experience and the main difficulties concerning the expectations of citizens with regard to the government intervention and the difficult relationship between the timing of urban planning work and that of private sector investment as well as those concerning consensus building.
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Tonin, Stefania, Margherita Turvani, and Anna Alberini. "Bonifica, recupero e valorizzazione delle aree industriali dismesse e contaminate: percezioni e preferenze dei cittadini." RIVISTA DI ECONOMIA E STATISTICA DEL TERRITORIO, no. 3 (October 2009): 53–75. http://dx.doi.org/10.3280/rest2009-003003.

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Abstract:
- The aim of this paper is to investigate people's perception and preference for the remediation and reuse of industrial brownfields sites. Other main objectives are to investigate if people know about abandoned and contaminated sites and if they understand the potential beneficial effects deriving from cleanup and reuse of these sites. Moreover we want to understand if people perceive soil and water contamination and if they consider themselves exposed to environmental risks caused by contaminated sites. Do they support remediation and reuse initiatives? What are their preferred reuse options? Method and Results In order to understand people's opinions we have administered a questionnaire to the residents in the surroundings of Venice. The questionnaire was selfadministered by the respondents using computers and we collected 400 questionnaires. Conclusions We find that people are very familiar with the problem of contaminated and abandoned sites and they are mainly worried about the effects of contamination on human health and on the general environment. Furthermore, they strongly support future public reuse programs like green parks, cultural and other recreational facilities. They don't appreciate industrial and other productive reuse alternatives.JEL: Q53, R52, I18
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Rudiero, Riccardo. "La centrale idroelettrica del cotonificio Widemann (San Germano Chisone, Torino): prospettive di conoscenza, conservazione e valorizzazione." Labor e Engenho 11, no. 4 (December 26, 2017): 492. http://dx.doi.org/10.20396/labore.v11i4.8651203.

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Abstract:
Le valli alpine del Pellice, Chisone e Germanasca, ai cui piedi sorge la città di Pinerolo (TO), furono tra le prime aree industrializzate dello stato sabaudo, vocazione che si riscontra ancora in un’ampia rete di testimonianze materiali: dai complessi produttivi alle opere sociali per la classe operaia; dalle infrastrutture di sfruttamento delle acque al sistema di elettrificazione. Riguardo quest’ultimo, sono ancora numerose le strutture atte alla generazione di energia elettrica, talune dismesse, altre in funzione, altre ancora in corso di trasformazione. Il presente contributo si soffermerà sul caso della centrale idroelettrica del Cotonificio Widemann di San Germano Chisone (TO), dove l’analisi dell’esistente e una lettura diacronica dei documenti d’archivio hanno permesso di ricostruirne la storia e hanno fornito la base per alcune suggestioni legate alla sua conservazione e valorizzazione.
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Gottero, Enrico. "Hafencity: la cittŕ nella cittŕ." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 104 (October 2012): 109–22. http://dx.doi.org/10.3280/asur2012-104007.

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Abstract:
Il progetto del quartiere di HafenCity rappresenta il caso di un grande intervento di rigenerazione urbana ubicato in un'area portuale dismessa sul fiume Elba, nelle vicinanze del centro storico della cittŕ di Amburgo. In questo saggio l'autore ripercorre tutte le tappe dell'intero processo di programmazione e attuazione dell'intervento, in cui riaffiora continuamente il forte legame con l'acqua e con il passato industriale dell'area. Un progetto orchestrato dall'attore pubblico in cui emerge l'approccio urbano sostenibile e la volontŕ di (ri)creare uno spazio con una propria identitŕ, capace di dare origine ai nuovi luoghi della cittŕ e nella cittŕ.
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Oldrini, Giorgio. "Deindustrializzazione e riconversione nella cittŕ." COSTRUZIONI PSICOANALITICHE, no. 22 (December 2011): 27–31. http://dx.doi.org/10.3280/cost2011-022003.

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Abstract:
L'autore, attuale sindaco di una cittŕ che deve riconvertire un'area industriale dismessa che č la piů grande in Europa, propone l'idea che l'amministrazione di una cittŕ, quando si trova di fronte ad un compito cosě gravoso, debba rifarsi da un lato alla storia della cittŕ e dall'altro all'abitudine dei suoi abitanti e delle sue amministrazioni di affrontare con coraggio compiti gravosi che paiono impossibili. Cosě fu, ricorda l'autore, per coloro che affrontarono all'inizio del novecento la grande industrializzazione, cosě fu per coloro che difesero le fabbriche dalle pretese naziste e per quelli infine che la riedificarono dopo i danni della seconda guerra mondiale.
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Pettenati, Giacomo. "La Bicocca: centro per la metropoli o quartiere per la cittŕ?" ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 104 (October 2012): 91–108. http://dx.doi.org/10.3280/asur2012-104006.

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Abstract:
Il Progetto Bicocca ha trasformato radicalmente una porzione consistente della Milano industriale, insediando funzioni residenziali, universitarie e direzionali in un'area dismessa nel cuore della cittŕ. Il seguente contributo ripercorre la storia di questo controverso intervento, soffermandosi a descriverne le principali caratteristiche in termini di forma urbana, funzioni e presenza di spazi pubblici. Si vuole in particolare sottolineare come gli esiti di questa importante trasformazione urbana abbiano coinciso solo in parte con le attese che diversi attori, pubblici e privati, riponevano su di essa, in particolare per quanto riguarda la creazione di un nuovo "centro in periferia" auspicata da Vittorio Gregotti, realizzatore del masterplan relativo all'intera area.
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Petrini, Giovanni. "Made in Mage, la scommessa della moda sostenibile per riattivare spazi sottoutilizzati." TERRITORIO, no. 56 (March 2011): 74–76. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-056008.

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Abstract:
Il contributo ragiona sulle opportunitŕ dell'intrecciare domanda di spazi per il settore emergente della moda sostenibile con la grande offerta data dalle aree ed edifici dismessi o sottoutilizzati in Milano ed area metropolitana. L'occasione č il progetto di riuso temporaneo ‘Made in Mage'. Attivazione di un polo della produzione creativa e sostenibile per la valorizzazione del patrimonio industriale degli ex magazzini generali Falck' che ha come obiettivo quello di promuovere e sostenere le realtŕ artigianali e creative legate ai temi della moda e design sostenibile, incentivare il riuso di edifici e spazi vuoti o sottoutilizzati, coniugare nuove attivitŕ produttive con la valorizzazione del patrimonio di archeologia industriale sestese.
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Inguaggiato, Valeria. "Riuso temporaneo a Milano." TERRITORIO, no. 56 (March 2011): 43–58. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-056004.

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Abstract:
Parlare di riuso temporaneo di edifici e aree libere sottoutilizzati o dismessi a Milano vuol dire innanzitutto riflettere sulla forma fisica della cittŕ e sul mutamento che negli ultimi anni l'ha attraversata. Una cittŕ ‘in contrazione' che ha perso abitanti e funzioni e che nel frattempo non ha sviluppato una forte strategia per attrarne di nuove. In questo contesto, esperienze di riuso temporaneo sono state sperimentate in prima istanza da privati grazie alla progettualitŕ e l'iniziativa di gruppi di attivisti ma anche soggetti legati al design e alla creativitŕ che si sono mobilitati a ridosso di specifiche necessitŕ: un ostello temporaneo in occasione di grandi eventi, la sede temporanea di una associazione che si apre al quartiere con eventi e attivitŕ di varia natura, o ancora un luogo di lavoro e intrattenimento in un quartiere in profonda trasformazione. Ad oggi tuttavia anche alcune amministrazioni pubbliche iniziano ad intravvedere il riuso temporaneo come possibile strategia di sviluppo territoriale.
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Coscia, Cristina. "Paesaggi elettrici e nuove economie: valori, patrimoni, responsabilità sociali e management." Labor e Engenho 11, no. 4 (December 26, 2017): 436. http://dx.doi.org/10.20396/labore.v11i4.8651197.

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Abstract:
A fronte di imponenti operazioni di ristrutturazione industriale -in particolare di ripensamento di tutto il processo economico di produzione dell’energia- che coinvolgono molte aree dell’Occidente (e non solo), una questione emergente è quella dei patrimoni “elettrici” dismessi e della riqualificazione dei contesti su cui sono localizzati. Il percorso della valorizzazione –di fatto consolidato disciplinarmente- per questo comparto offre suggestioni di ricerca e di dibattito con alcuni elementi di innovazione: 1) una reinterpretazione della teoria del valore e delle sue componenti classiche; 2) la sinergia tra interventi architettonici e interventi economici strutturali; 3) l’urgenza di operazioni di censimento, di costruzione di conoscenza attraverso banche dati e nuovi flussi di informazioni; 4) il control management dei processi. Il contributo ha l’intento di ripercorrere lo stato dell’arte sul tema e di rileggerlo alla luce dei nuovi approcci di valorizzazione uniti ad un’ottica ambientale e di economia circolare. Fanno da supporto a tale analisi critica, la lettura di casi nazionali italiani (a partire dalle operazioni condotte da Enel) ed internazionali, dove si stanno già generando esternalità, intangibile e benefici attesi oltre che plusvalori economici.
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Dissertations / Theses on the topic "Dismesse"

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Roberti, Giulio. "Potenzialità di riuso delle industrie dismesse. Un'ipotesi per le ex officine reggiane." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8655/.

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Abstract:
L’oggetto di questa tesi di laurea è un intervento di riqualificazione delle Ex Officine Meccaniche Reggiane, un’area industriale, sita a Reggio Emilia, che nel corso degli anni ha subìto una graduale dismissione, sino allo stato attuale di completo abbandono. Il tema riveste un’importanza focale nelle città moderne, affette da un elevato livello di migrazione e riorganizzazione dell’industria, che trasforma vaste aree di produzione in vuoti urbani di difficile gestione. I problemi fondamentali sono infatti la notevole dimensione degli stabilimenti abbandonati e la loro posizione, un tempo strategica, ma che ora risulta critica per una lettura unitaria della città e delle sue connessioni. L’area in oggetto, dedicata nel corso degli anni a diversi tipi di produzione, tra le quali quelle ferroviaria e dell’aviazione, è locata in prossimità del centro storico di Reggio Emilia, separati solamente dalla linea ferroviaria storica con cui si interfaccia direttamente. L’espansione della città ha portato ad inglobare lo stabilimento, che risulta quindi chiuso in se stesso e fortemente vincolante per le connessioni della città. Gli scopi dell’intervento sono quindi quelli di generare connessioni tra le parti di città circostanti e di permettere il riappropriamento dell’area alla popolazione. Per raggiungere tali scopi è stato necessario aprire il forte limite perimetrale esistente ed individuare nuovi percorsi di attraversamento, ma anche nuove funzioni ed attrattività da inserire. Vista la frammentazione dell’area in una serie di edifici, lo studio si è poi concentrato su un edificio tipo, allo scopo di individuare un’ipotesi di intervento più dettagliata. Le strategie degli interventi sono il risultato di interazione tra le necessità di mantenere le strutture ed il carattere dell’area, di introdurre funzioni attrattive e di ottenere adeguati livelli di comfort ambientale e prestazioni energetiche.
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Malara, Andrea. "Tecniche di recupero per gli ossidi di Terre Rare da lampade fluorescenti dismesse." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/19670/.

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Abstract:
Il lavoro di tesi si è incentrato sulla ricerca di metodologie idonee al recupero degli ossidi di Terre Rare dalle lampade fluorescenti dismesse. Nella prima fase si sono eseguite delle analisi granulometriche sui campioni contenenti le polveri fluorescenti provenienti dal trattamento di separazione e triturazione delle lampade fluorescenti. Successivamente è stata eseguita un'analisi per individuare la composizione delle polveri tramite strumentazione WD-XRF ed in seguito è stata effettuata una ricerca economica sulle Terre Rare contenute nelle polveri fluorescenti. Infine si sono ricercate tecniche per il recupero degli ossidi di Terre Rare dalle polveri fluorescenti, concentrandosi in particolar modo sul recupero dell'ossido di Terbio, Ittrio ed Europio.
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Mancini, Michela. "Architettura Lo-Fi, riqualificazione di aree industriali dismesse il caso "Fabbrichina" a Colle Di Val D'Elsa." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
L’esistenza di ex aree strutture industriali dismesse sul nostro territorio è un fenomeno noto. Quei vuoti problematici per un paese che deve la sua fama all’aspetto unico delle proprie città sono considerati risorsa dai progettisti, che ne apprezzano lo stimolo creativo, dai promotori pubblici o privati, che ne colgono il potenziale strategico e dai cittadini, per i quali questi scheletri racchiudono una memoria. Tuttavia l’esito dei tentativi di riqualificazione risulta variabile: le dimensioni e le criticità che spesso caratterizzano questi siti comportano difficoltà nell’elaborazione di metodi di approccio univoci ed efficaci e rendono incerte le modalità di intervento, la valutazione di tempi, di costi e soprattutto, le prospettive di successo a lungo termine. Da questa indagine nasce l’idea di riqualificazione basata sulla architettura Lo-Fi che permetta di esplorare le potenzialità degli spazi e la loro relazione con il contesto urbano, liberi dalle restrizioni pratiche imposte dalla progettazione del dettaglio. L’architettura a bassa definizione sposta l’attenzione sulle fasi intermedie del processo, sul possibile cambio di necessità o risorse nel tempo e, svuotata dal tentativo di controllo (intrinseco nel concetto di progettazione), si concretizza in uno sviluppo tra gli infiniti possibili, riconoscendo ed evidenziando scenari interessanti diversamente inesplorabili. L’enorme quantità di variabili, inseribili in via ipotetica nel processo, è ridotta dal vincolo di compatibilità con gli strumenti di tipo organizzativo proposti e le molteplici possibilità sono limitate dall’opinione del progettista, regolata da parametri, scelti per rendere comprensibile e quantificabile il ragionamento compiuto.Il modello teorico è accompagnato dal caso di studio “Fabbrichina” di Colle di Val d’Elsa, la cui scelta intenzionale è dovuta alla sua criticità: il duplice abbandono di due esempi di archeologia industriale ed in seguito del cantiere di riqualificazione stesso.
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Sazzini, Jacopo, and Blerta Koci. "La città europea come modello. Progetto per l'area della stazione di Rimini." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016.

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Abstract:
Qual’ è il volto della città di domani? Può la città compatta essere antidoto al consumo di territorio e alla dispersione degli insediamenti? Questi sono i quesiti che accompagnano l’intero lavoro di ricerca condotto all’interno del percorso di tesi. Percorso che ritiene l’analisi del fenomeno urbano momento conoscitivo obbligato e fondamentale a fini progettuali. In questo senso è stato condotto un ampio lavoro di ricerca articolato su due livelli: l’analisi della città di Rimini dal punto di vista urbanistico, culturale, e sociale; e, parallelamente, un’indagine sul tema della città europea e della propria cellula costitutiva: l’isolato urbano. Il tema è sviluppato attraverso l’analisi dei passaggi fondamentali che hanno portato alla definizione del fenomeno urbano contemporaneo, con particolare attenzione al passaggio tra il modello della città industriale del XIX e la concezione Moderna di urbanistica. Ulteriore articolazione del lavoro è rappresentata da una sezione di analisi delle proposte progettuali contemporanee che rileggono, e, reinterpretano l’isolato urbano. Il tema di ricerca è declinato inoltre, a livello progettuale, all’interno dell’area della stazione di Rimini, liberata attraverso la dismissione di strutture inutilizzate appartenenti a Ferrovie dello Stato. Il progetto a scala urbana prevede l’elaborazione di linee guida verificate attraverso la composizione di un Masterplan ed un successivo approfondimento a scala architettonica dei comparti residenziali. Il progetto riflette sul delicato equilibro tra spazi aperti e chiusi, tra sfera pubblica e privata, proponendo un nuovo sistema di residenze in grado di dialogare con la città e, allo stesso tempo, assolvere ai bisogni spaziali della società contemporanea. Obiettivo che si intende raggiungere non dimenticando gli aspetti di sostenibilità dell’intervento, in ambito ecologico, economico e sociale.
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Nanni, Elisa. "Spazi di riqualificazione secondo il modello della transizione. L'esempio della frazione di Borgonuovo nel comune di Sasso Marconi (BO)." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/6488/.

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Abstract:
La presente tesi sviluppa un progetto di riqualificazione alla scala urbana ed architettonica della frazione di Borgonuovo nel comune di Sasso Marconi, secondo il modello della transizione, ideato da Rob Hopkins.
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Raggini, Silvia, and Maria Teresa Foschi. "Metamorfosi di una fabbrica: Indoor environmental quality nella riqualificazione di un settore delle ex officine reggiane." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8685/.

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Abstract:
La nostra tesi propone un progetto di riqualificazione funzionale ed energetica di una porzione dell’area dismessa delle Ex Officine Reggiane a Reggio Emilia che comprende uno spazio scoperto di circa 42.500 m2 e un fabbricato, nel quale proponiamo di realizzare il museo delle officine, spazi per esposizioni temporanee e il nuovo polo archivistico di Reggio Emilia. Le Officine Meccaniche Reggiane sono state un polo industriale di particolare rilevanza a livello nazionale ed internazionale, diventando negli anni ’40 la quarta potenza industriale italiana dopo Fiat,Ansaldo e Breda. Dismesse dal 2009, si presentano oggi come un’area abbandonata di ben 260.000 m2 nella quale convivono la memoria e la speranza futura di rilancio della città di Reggio Emilia nel panorama europeo. Sulle tracce dei progetti già messi in atto dall’Amministrazione comunale, abbiamo fornito una proposta progettuale che consideri le vocazioni funzionali dell’area e le strategie energetiche possibili per rendere il progetto sostenibile sia dal punto di vista ambientale che dal punto di vista economico. Il lavoro è partito dalla definizione di un quadro conoscitivo dell’area attraverso una prima fase di analisi a livello territoriale e microclimatico servendosi per queste ultime del software di simulazione in regime dinamico ENVI-met. Questa prima fase si è conclusa con l’elaborazione di un masterplan, in seguito al quale ci siamo soffermate sul progetto di riqualificazione del capannone 15 e del grande spazio vuoto antistante ad esso. L’intervento sul costruito si può riassumere in tre parole chiave: conservare, aggiornare, integrare. Abbiamo scelto infatti di mantenere la robusta e ritmata struttura in acciaio, ripensare l’involucro edilizio in termini di una maggiore efficienza energetica e confinare i locali climatizzati in volumi autoportanti, garantendo, nell’atrio, condizioni di comfort termico accettabili unicamente attraverso strategie energetiche passive. Per verificare l’effettiva opportunità della soluzione ipotizzata ci siamo servite del software di simulazione fluidodinamica IES VE, il quale, attraverso la simulazione oraria del cambiamento dei parametri ambientali più rilevanti e degli indicatori di benessere (PMV, Comfort index, PPD..), ha confermato le nostre aspettative verificando che non è necessario intervenire con l’introduzione di sistemi di climatizzazione convenzionale. Per quanto riguarda i padiglioni entro i quali sono pensate le attività di servizio e supporto al museo e l’archivio, è stata verificata la soddisfacente prestazione energetica raggiunta attraverso l’utilizzo del software Termolog Epix5, il quale ha attestato che essi rientrano nella classe A con un consumo energetico di 4,55 kWh/m3annuo.
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Ricci, Beatrice. "Valorizzazione di infrastrutture militari non attive. Un caso studio: la Caserma Dante Alighieri a Ravenna." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/14452/.

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Abstract:
Le aree militari dismesse costituiscono oggi una sfida per le politiche urbane di molte città in Italia e in Europa. Ci troviamo di fronte a un patrimonio vasto, articolato e disperso territorialmente, spesso abbandonato o sottoutilizzato. Il Progetto “Valore Paese” ha preso il via grazie a due nuovi e importanti strumenti messi a disposizione dalla Finanziaria 2007: la Concessione di Valorizzazione e i Programmi Unitari di Valorizzazione. Nel panorama mondiale possiamo distinguere diverse tipologie di siti militari, caratterizzati da differenti funzioni, obiettivi e architetture. Tra le infrastrutture militari non attive in gestione all'Agenzia del Demanio ritroviamo: basi aeree, basi navali, caserme e depositi, poligoni di tiro, ospedali militari e scuole, polveriere, altre opere di vario genere. La situazione attuale in Italia vede inclusi nell’iniziativa “Valore Paese” 200 infrastrutture militari non attive con una maggiore concentrazione in Emilia-Romagna. Tra le tipologie presenti, emerge quella delle caserme come la più numerosa e consistente. Questa categoria è anche quella che si presta maggiormente ad una riqualificazione e valorizzazione. Il caso selezionato, è la Caserma Dante Alighieri a Ravenna. Per una possibile riconversione di quest'area, si deve anche analizzare preliminarmente il contesto urbano e seguire le linee guida del POC della città. Si concretizza così un masterplan dell’intera area di studio della caserma, con ipotesi di riutilizzo e nuovo assetto dell’area. Si può prendere a modello uno tra gli edifici al suo interno per sviluppare più nello specifico gli elementi richiesti da una riqualificazione: sicurezza, accessibilità, funzionalità, efficienza energetica. L’ipotesi di intervento, ha come fine quello di dare nuova vita ad un’area abbandonata, che ha finito di svolgere la funzione per cui era stata ideata ma che ha le caratteristiche e le potenzialità per poter affrontare un nuovo inizio.
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Crespi, Matteo. "Messa in sicurezza permanente di un'area ferroviaria dismessa." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Abstract:
Il presente elaborato di tesi è stato svolto durante un tirocinio effettuato presso l’azienda Ecosurvey®, con sede a Bologna. L’oggetto dell'elaborato è un’area ubicata nei pressi della stazione ferroviaria di Fortezza, in provincia di Bolzano; su tale area verrà realizzato il progetto denominato “Nuova viabilità di accesso Riol”, che prevede la realizzazione di un sottopasso stradale per l’attraversamento del tracciato ferroviario. Nella zona di realizzazione del sottopasso è stata riscontrata la presenza di terreni frammisti a materiali di rifiuto interrati, assimilabili a residui carboniosi derivanti dalla combustione delle caldaie dei locomotori a vapore, operativi sulla tratta ferroviaria del Brennero per circa un secolo. Tale materiale si configura come materiale di riporto storico, prodotto e messo in opera prima dell’entrata in vigore DPR 915/82; ai sensi di tale norma l’area di studio non è dunque una discarica abusiva o un luogo in cui vi sia stato abbandono di rifiuti. Per assimilare il materiale rinvenuto ad un riporto inerte, anche ai fini dell’applicazione dell’art. 185, c.1, lettera b) e c) del D.Lgs 152/06, è stato necessario verificare che il materiale non determini rischi di contaminazione delle acque né rischio per la salute umana. Lo scopo della presente tesi è stato quello di contribuire all’esame delle indagini preliminari dell’area del progetto “Nuova viabilità di accesso Riol”. Tali indagini hanno previsto le seguenti attività: - esame delle indagini pregresse e definizione del modello concettuale del sito; - esame delle tecniche di bonifica applicabili ai sito, qualora sia necessaria la sua bonifica; - elaborazione dell’analisi di rischio sanitaria ed ambientale, per valutare la necessità di bonifica; - esame delle modalità di gestione dei terreni di scavo, in coerenza con la destinazione d’uso ferroviaria e le opere di progetto previste per il sito.
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Aloisi, Giorgia. "Definizione di approcci e metodologie per una gestione circolare delle risorse in aree portuali." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/20187/.

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Abstract:
Lo studio ha proposto un approccio di gestione circolare delle risorse presenti in aree portuali. Considerando il concetto di Urban Mining, nel caso studio si è considerato lo stock di materiale incorporato in un edificio del Porto Vecchio di Trieste e, successivamente a valutazioni e confronti tra differenti scenari, utilizzando la metodologia LCA, si è giunti a costruire un possibile modello di gestione e di valorizzazione dei rifiuti prodotti dalla demolizione, valutandone gli impatti ambientali e la fattibilità economica.
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Focaccia, Sara. "Caratterizzazione dell'inquinamento complesso da miscele di idrocarburi: il caso di un sito dismesso da Total-France." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amslaurea.unibo.it/231/.

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Books on the topic "Dismesse"

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Occasioni urbane: Le città e le aree dismesse. Trento: LISt Lab Laboratrio, 2014.

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Russo, Michelangelo. Aree dismesse: Forma e risorsa della "città esistente". Napoli: Edizioni scientifiche italiane, 1998.

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Se i vuoti si riempiono: Aree industriali dismesse, temi e ricerche. Firenze: Alinea, 2001.

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4

Guzzon, Alberto. Dalla dismissione allo sviluppo compatibile: Le aree produttive in uso e dismesse disponibili nel territorio ferrarese. [Ferrara]: Camera di commercio industria artigianato ed agricoltura di Ferrara, 1995.

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Convegno "Siti minerari dismessi e fenomeni di degrado in rocce evaporitiche" (2007 Bergamo, Italy). Dissesti indotti dall'alterazione di rocce evaporitiche: Atti del Convegno "Siti minerari dismessi e fenomeni di degrado in rocce evaporitiche" : Bergamo, 28-29 settembre 2007. Bologna: Pàtron, 2009.

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6

Convegno "Siti minerari dismessi e fenomeni di degrado in rocce evaporitiche" (2007 Bergamo, Italy). Dissesti indotti dall'alterazione di rocce evaporitiche: Atti del Convegno "Siti minerari dismessi e fenomeni di degrado in rocce evaporitiche" : Bergamo, 28-29 settembre 2007. Bologna: Pàtron, 2009.

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7

Ugo, Leone, ed. Aree dismesse e verde urbano: Nuovi paesaggi in Italia. Bologna: Pàtron, 2003.

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8

Gabriele, Righetto, and Bazzocchi F, eds. L' ecosistema urbano: Sviluppo razionale ed utilizzo delle aree dismesse : studio interdisciplinare. Padova: Piccin, 1996.

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9

Giovanni, De Franciscis, Italy. Ministero dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica., and Istituto italiano per gli studi filosofici., eds. Rigenerazione urbana: Il recupero delle aree dismesse in Europa : strategie, gestione, strumenti operativi. Castellammare di Stabia (Napoli): Eidos, 1997.

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10

Carlo, Amirante, and Persico Giovanni, eds. La città dismessa: Spazi consumati e desideri : le aree ex Italsider ed Eternit di Bagnoli. Napoli: T. Pironti, 2002.

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