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Popovski, V., A. Benedetti, D. Popovic-Monevska, A. Grcev, A. Stamatoski, and J. Zhivadinovik. "Spinal accessory nerve preservation in modified neck dissections: surgical and functional outcomes." Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no. 5 (October 2017): 368–74. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-844.

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Abstract:
Durante la chirurgia del collo, ci si imbatte frequentemente nel nervo accessorio spinale (SAN) o XI nervo cranico che, pertanto, è a rischio di lesione iatrogena con conseguente “sindrome della spalla”. La dissezione del collo modificata con preservazione del SAN è basata sull’intento di minimizzare le deformità funzionali causate dalla sezione dell’undicesimo nervo. L’obiettivo di questo studio è quello di descrivere le varianti intraoperatorie del nervo accessorio spinale e valutare la disfunzione della spalla nel postoperatorio. Lo studio osservazionale trasversale è stato creato analizzando retrospettivamente 165 pazienti consecutivi che sono stati sottoposti a dissezione del collo presso il nostro istituto negli ultimi 5 anni, ponendo particolare attenzione ai reperti preoperatori derivanti da ecografia e risonanza magnetica, al tipo di dissezione del collo, al tipo di identificazione e dissezione del SAN, ai dati postoperatori di morbilità e sopravvivenza. La più sicura identificazione del SAN avviene nel triangolo posteriore del collo, dove potrebbe essere riconosciuto in quanto emerge dal margine posteriore del muscolo sternocleidomastoideo, a livello del cosiddetto punto di Erb. Per un corretto planning preoperatorio, ecografia e risonanza magnetica sono superiori nel determinare l’esatta posizione dell’undicesimo nervo cranico. La distanza media tra il nervo grande auricolare e il SAN è stata di circa 0,90 cm. La lunghezza media del tronco nervoso dal punto di Erb fino al punto in cui esso penetra nel muscolo trapezio è stata di circa 5,1 cm, con un range da 4,8 e 5,4 cm. La diversità nel decorso dal bordo posteriore dello muscolo sternocleidomastoideo attraverso il triangolo posteriore del collo è stata riscontrata in 9 casi (15%), soprattutto a livello dell’ingresso nel triangolo posteriore del collo. La frequenza di lesione postoperatoria del SAN è stata del 46,7% per le dissezioni radicali del collo, del 42,5% per le dissezioni selettive, e del 25% per le dissezioni modificate. Per ciascun tipo di svuotamento, sono stati inclusi differenti sottotipi. L’identificazione del SAN, step fondamentale nella chirurgia del collo, è assolutamente dipendente da un corretto studio preoperatorio attraverso la diagnostica per immagini. La dissezione del collo modificata ha percentuali di controllo regionale simili a quelle di operazioni più demolitive in pazienti accuratamente selezionati, e riduce significativamente il rischio di disturbi funzionali.
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Carfora, Vincenzo, and Agostino Lopizzo. "Dissezione coronarica spontanea, quanto conta la familiarità?" Cardiologia Ambulatoriale 30, no. 3 (December 9, 2022): 184–89. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2022-3-7.

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Abstract:
La dissezione coronarica spontanea (SCAD) rappresenta una causa importante di sindrome coronarica acuta (SCA) nelle giovani donne senza classici fattori di rischio cardiovascolare. La coronarografia non sempre riesce a riconoscere le diverse tipologie di dissezioni coronariche spontanee dovendo pertanto ricorrere all’imaging intracoronarico per poterla diagnosticare. Il trattamento prevede l’approccio non invasivo con terapia farmacologica ricorrendo all’angioplastica coronarica solo nelle forme instabili. Viene descritto il caso di una donna di 55 anni, ipertesa in buon controllo farmacologico e senza altri fattori di rischio cardiovascolare che durante angioplastica coronarica su arteria interventricolare anteriore va incontro a dissezione retrograda dell’arteria interventricolare anteriore prossimale e del tronco comune trattata con approccio multistent. La modalità con cui si è verificata la dissezione retrograda, il sesso, l’età della paziente, la rivalutazione dell’angioplastica primaria praticata due mesi prima sull’asse arteria circonflessa-ramo marginale ottuso e l’anamnesi familiare hanno indotto a prendere in considerazione la SCAD come diagnosi più probabile ed il fenomeno dello “squeezing” come causa della dissezione retrograda a seguito della pre-dilatazionedella lesione coronarica. L’imaging intracoronarico sarebbe stata l’unica metodica in grado di diagnosticare la SCAD consentendo quindi di ricorrere all’approccio farmacologico piuttosto che l’angioplastica coronarica.
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Giardina, Simona, Pietro Refolo, and Antonio G. Spagnolo. "Il sogno anatomico tra divieti e ostacoli." Medicina e Morale 70, no. 3 (November 8, 2021): 303–15. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2021.943.

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Abstract:
Ampia letteratura internazionale è concorde nel ritenere che la dissezione anatomica sia insostituibile ai fini della formazione degli studenti di medicina e chirurgia. Tuttavia, così come accaduto in varie epoche della storia, persiste il problema della disponibilità di cadaveri. Recentemente anche l’Italia, colmando un vuoto normativo, si è dotata di una legge (Legge del 10 febbraio 2020, n. 10) materia di disposizione del proprio corpo e dei tessuti post mortem a fini di studio. L’obiettivo del presente contributo è quello di fornire brevi cenni storici sulla pratica della dissezione anatomica nel suo graduale sviluppo attorno ad un tema che è strettamente connesso, ossia il modo di concepire il corpo umano. Il fine ultimo è quello di sottolineare l’importanza che essa ha da sempre rivestito nella formazione medica presso le università italiane.
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Presutti, L., M. Bonali, D. Marchioni, G. Pavesi, A. Feletti, L. Anschuetz, and M. Alicandri-Ciufelli. "Expanded transcanal transpromontorial approach to the internal auditory canal and cerebellopontine angle: a cadaveric study." Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no. 3 (June 2017): 224–30. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1258.

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Abstract:
Lo scopo dello studio è quello di descrivere e valutare la fattibilità di un approccio allargato transcanalare transpromontoriale al condotto uditivo interno e all’angolo pontocerebellare (ExpTTA). Nel settembre 2015 è stato condotto uno studio di dissezione su cadavere. In totale 2 teste (4 lati) son state dissecate focalizzando l’attenzione sull’anatomia chirurgica. I dati ottenuti dalle dissezioni son stati quindi analizzati. In tutti e quattro i lati è stato possibile eseguire la procedura, e tutti i punti di repere descritti son stati identificati. In tutti i cadaveri si è resa necessaria una ampia fresatura della articolazione temporo-mandibolare e il calibraggio del condotto uditivo esterno per permettere una adeguata esposizione e possibilità di manovra degli strumenti e le ottiche, e per accedere agevolmente all’angolo pontocerebellare. Anche la scheletrizzazione della carotide interna e del golfo della giugulare si sono rese necessarie con la stessa finalità. In conclusione l’ExpTTA si è dimostrata efficace per accedere chirugicamente al condotto uditivo interno e all’angolo pontocerebellare. Il potenziale uso estensivo e routinario di questo tipo di approccio alla pratica clinica dipenderà dallo sviluppo di tecnologie adeguate, dal rifinirsi di questa nuova tecnica, e dalla diffusione delle capacità manuali di chirurgia endoscopica del basicranio tra la comunità otorinolaringoiatrica e neurochirugica internazionale.
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Findlen, Paula. "Book Review: La fabbrica del corpo: Libri e dissezione nel Rinascimento." Bulletin of the History of Medicine 70, no. 4 (1996): 706–7. http://dx.doi.org/10.1353/bhm.1996.0132.

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6

Borrello, Rita Laura and De Carlo , Marco. "La dissezione coronarica spontanea: una rara forma di infarto miocardico tipo 2." Cardiologia Ambulatoriale, no. 3 (January 21, 2020): 181–90. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2019-3-4.

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Famà, Fausto, Antonella Pino, Paolo Del Rio, Pietro Giorgio Calò, Paolo Carcoforo, Andrea Casaril, and Gianlorenzo Dionigi. "L’impiego di strumenti di dissezione, sintesi ed emostasi nella chirurgia della tiroide." L'Endocrinologo 22, no. 4 (August 2021): 342–48. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-021-00931-3.

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Bartolomucci, Francesco, Francesco Cipriani, Giovanni Valente, Serafino Curci, and Giovanni Deluca. "Un’insolita astenia: un caso di cardiomiopatia dilatativa in un giovane con dissezione coronarica spontanea." Italian Journal of Medicine 6, no. 3 (September 2012): 222–26. http://dx.doi.org/10.1016/j.itjm.2011.11.004.

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Albertini, F., A. Mercuri, F. Baruzzi, G. Minonzio, A. M. Facchinetti, A. Marra, and G. Bonaldi. "Paralisi isolata del nervo ipoglosso." Rivista di Neuroradiologia 9, no. 4 (August 1996): 451–58. http://dx.doi.org/10.1177/197140099600900417.

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Abstract:
Vengono presentati quattro casi di paralisi isolata del nervo ipoglosso giunti recentemente alla nostra osservazione. In tre casi la sintomatologia clinica era conseguente ad una compressione del tronco nervoso a livello del canale osseo proprio (due da secondarismo di carcinoma mammario, il terzo da dissezione della carotide interna a livello del bulbo della giugulare). Nel quarto caso il deficit neurologico era in relazione con una poussée di sclerosi multipla. Una paralisi isolata del XII è sintomo relativamente raro, spesso misconosciuto o sottovalutato. Al contrario la nostra esperienza e un'attenta analisi della letteratura mostrano come esso possa essere espressione di patologie a eziopatogenesi estremamente polimorfa, anche gravi e potenzialmente curabili. Il suo rilievo deve quindi indurre il neuroradiologo ad uno studio mirato di tutta la regione, il cui presupposto è rappresentato da una conoscenza approfondita anatomo-clinica, al fine di un corretto utilizzo delle specifiche metodiche diagnostiche.
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Puxeddu, E. "La dissezione profilattica dei linfonodi del comparto centrale nel carcinoma papillare della tiroide: implicazioni cliniche derivate dal primo studio prospettico, randomizzato e controllato, monocentrico." L'Endocrinologo 16, no. 6 (December 2015): 278–79. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-015-0159-5.

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Roncallo, F., I. Turtulici, C. Calautti, I. Ferrea, G. Garrone, I. Gorni, A. Ilariucci, M. Zucchini, and A. Bartolini. "Tomografia Computerizzata e Risonanza Magnetica nella patologia del distretto testa-collo." Rivista di Neuroradiologia 10, no. 2 (April 1997): 189–218. http://dx.doi.org/10.1177/197140099701000207.

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Abstract:
Scopo del lavoro è quello di descrivere le caratteristiche morfologiche TC ed RM delle patologie espansive benigne nel soggetto adulto, correlando le alterazioni di densità alla TC e segnale alla RM, alle lesioni anatomo-patologiche presenti. Queste lesioni espansive benigne, infatti, rivestono un particolare interesse non solo perchè sono piuttosto rare, ma soprattutto perchè possono mimare patologia di altra natura, specie neoplastica maligna. Viene pertanto proposto uno schema di interpretazione delle immagini sulla base delle nozioni embriologiche e di sviluppo, allo scopo di effettuare una corretta diagnosi differenziale tra le lesioni congenite e quelle acquisite benigne nei confronti di quelle maligne. Sono stati valutati retrospettivamente i quadri morfologici TC e RM, eseguiti negli ultimi due anni ed effettuati secondo protocollo iniziale standardizzato, di 350 pazienti (174 maschi, 126 femmine, di età compresa tra i 16 e i 77 anni), con patologia espansiva del distretto testa-collo, accertata con esame clinico e/o strumentale endoscopico. Nella nostra casistica abbiamo riscontrato anche nell'adulto un discreto numero di soggetti affetti da patologia espansiva benigna nell'ambito delle regioni sopra- e sottoioidea del distretto testa-collo, confermata con la biopsia e/o dopo intervento chirurgico (47 casi). Abbiamo distinto diverse categorie principali di lesioni: Lesioni cistiche congenite: cisti di Tornwaldt (6), del dotto tireoglosso (5), delle tasche branchiali (5); Lesioni cistiche acquisite: laringoceli (2), laringomucopioceli (3); Lesioni Vascolari: malformazioni vascolari venose (3), linfangiomi (4); Lesioni neoplastiche benigne: paragangliomi (4), lipomi (2), tumori ghiandolari misti (3), neurinomi (2); Pseudotumori: vascolari: giugulare ectasica (2) e dissezione della carotide interna (2); ossei: osteofitosi vertebrale somatica ed interapofisaria (4). Non deve essere allora dimenticato che nel soggetto adulto si possano manifestare patologie espansive benigne, anche congenite, a primitiva localizzazione negli spazi fasciali profondi periviscerali, oppure in quelli sede delle principali stazioni linfoghiandolari del distretto testa-collo, il cui aspetto clinico-semeiologico è nella maggioranza dei casi del tutto aspecifico e pertanto pone seri problemi diagnostico-differenziali se non addirittura erronee diagnosi di natura. Viene quindi suggerito un razionale ricorso alla diagnostica per immagini TC e/o RM, tenuto conto che una corretta diagnosi differenziale di queste lesioni con effetto massa non può prescindere da una precisa identificazione dello spazio fasciale primitivo di origine e dall'analisi degli aspetti morfologici caratteristici, uniti a nozioni embriologiche, che possono aiutare ad escludere la natura maligna ed a formulare infine una corretta caratterizzazione etiologica, con ovvie conseguenze sulla prognosi e sulla pianificazione di un'idonea terapia.
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Franzen, A., A. Buchali, and A. Lieder. "The rising incidence of parotid metastases: our experience from four decades of parotid gland surgery." Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no. 4 (August 2017): 264–69. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1095.

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Abstract:
La neoplasia secondaria nella ghiandola parotide è un reperto sempre più frequente nella chirurgia parotidea. Vengono qui presentati i nostri risultati in quaranta anni di chirurgia parotidea, analizzando le modalità di metastasi in pazienti con lesioni metastatiche della ghiandola parotide, le procedure operatorie e la gestione dei pazienti. Sono stati esaminati retrospettivamente 772 casi consecutivi di chirurgia parotide in un ospedale universitario tra il 1975 e il 2015 e valutate le variazioni di incidenza e di gestione della patologia nel corso di quattro decenni (I: 1975-1985; II: 1986-1995; III: 1996-2005; IV: 2006-2015). Sono stati diagnosticati complessivamente 683 tumori della parotide, di cui il 15,8% (n = 108) sono rivelati essere di natura maligna; a loro volta, il 44% (n = 48) di tutte le lesioni maligne si sono rivelate essere metastasi. Si è inoltre potuto constatare come, con l’andare del tempo, i tumori maligni della ghiandola parotide abbiano incrementato la loro incidenza con un aumento dall’8% nel primo decennio, del 14% nel secondo, del 17% nel terzo fino al 21% nel quarto decennio. L’incidenza di metastasi alla ghiandola parotide è altresì ulteriormente aumentata dal 10% nella prima decade fino al 57% nell’ultimo decennio. Il 71% per cento dei pazienti era di sesso maschile e il 29% era di sesso femminile, con un’età compresa tra i 23 ei 93 anni (media di 68 anni). La diagnosi istopatologia più frequente era quella di metastasi di carcinoma a cellule squamose (79%). La grande maggioranza delle lesioni primarie era localizzata in lesioni sopra la clavicola (87%), delle quali 30 tumori primari erano localizzati nel cuoio capelluto e nella cute del collo. Nella maggior parte di questi casi, il tumore primario è stato rimosso tra 6 e 24 mesi prima della metastasi parotidea e i pazienti sono stato seguiti in modo subottimale. La gestione consisteva in intervento chirurgico di dissezione del collo. 48 pazienti (67%) sono stati sottoposti a terapia adiuvante, ma nonostante il trattamento multimodale aggressivo la malattia è progredita nella maggior parte dei casi, nel 57% dei casi di metastasi da carcinoma a cellule squamose cutaneo, nel 67% da metastasi di tumore primario della mucosa sopra la clavicola e l’83% dei casi di metastasi da primitivo infraclaveare. I tumori maligni parotidei registrano un progressivo aumento di incidenza, in gran parte dovuto ad un incremento delle lesioni metastatiche parotidee. I più frequenti tumori primitivi sono melanomi maligni precedentemente asportati, e i carcinomi a cellule squamose del cuoio capelluto e del collo precedentemente operati. Nonostante la terapia multimodale il tasso di recidiva e di progressione rimane alto. È auspicabile per i tumori della testa e del collo un programma di follow-up, come già in atto per i tumori della mucosa della testa e del collo.
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Pasqualin, A. "Regressione spontanea delle malformazioni vascolari cerebrali e delle dissezioni arteriose extra- ed intracraniche." Rivista di Neuroradiologia 16, no. 1_suppl (May 2003): 33–36. http://dx.doi.org/10.1177/19714009030160s107.

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Quadri, Giorgio, Enrico Cerrato, Italo Porto, Chiara Cavallino, Luca Bettari, Francesco Tomassini, Alfonso Franzè, et al. "TCT-470 Acute Management of Patients With Spontaneous Coronary Artery Dissection: The DISCO (DIssezioni Spontanee COronariche) Italian Registry." Journal of the American College of Cardiology 74, no. 13 (October 2019): B465. http://dx.doi.org/10.1016/j.jacc.2019.08.562.

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TOSI, ALESSANDRO. "ANDREA CARLINO, La fabbrica del corpo. Libri e dissezioni nel Rinascimento, prefazione di Adriano Prosperi, Torino, Einaudi, 1994, 267 pp., ill. (ISBN 88-06-13519-8)." Nuncius 12, no. 1 (1997): 175–78. http://dx.doi.org/10.1163/182539197x00195.

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TOSI, ALESSANDRO. "ANDREA CARLINO, La fabbrica del corpo. Libri e dissezioni nel Rinascimento, prefazione di Adriano Prosperi, Torino, Einaudi, 1994, 267 pp., ill. (ISBN 88-06-13519-8)." Nuncius 12, no. 1 (January 1, 1997): 175–78. http://dx.doi.org/10.1163/221058797x00199.

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Cerrato, Enrico, Federico Giacobbe, Giorgio Quadri, Fernando Macaya, Matteo Bianco, Ricardo Mori, Carlo Alberto Biolè, et al. "Antiplatelet therapy in patients with conservatively managed spontaneous coronary artery dissection from the multicentre DISCO registry." European Heart Journal 42, no. 33 (August 2, 2021): 3161–71. http://dx.doi.org/10.1093/eurheartj/ehab372.

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Abstract:
Abstract Aims The role of antiplatelet therapy in patients with spontaneous coronary artery dissection (SCAD) undergoing initial conservative management is still a matter of debate, with theoretical arguments in favour and against its use. The aims of this article are to assess the use of antiplatelet drugs in medically treated SCAD patients and to investigate the relationship between single (SAPT) and dual (DAPT) antiplatelet regimens and 1-year patient outcomes. Methods and results We investigated the 1-year outcome of patients with SCAD managed with initial conservative treatment included in the DIssezioni Spontanee COronariche (DISCO) multicentre international registry. Patients were divided into two groups according to SAPT or DAPT prescription. Primary endpoint was 12-month incidence of major adverse cardiovascular events (MACE) defined as the composite of all-cause death, non-fatal myocardial infarction (MI), and any unplanned percutaneous coronary intervention (PCI). Out of 314 patients included in the DISCO registry, we investigated 199 patients in whom SCAD was managed conservatively. Most patients were female (89%), presented with acute coronary syndrome (92%) and mean age was 52.3 ± 9.3 years. Sixty-seven (33.7%) were given SAPT whereas 132 (66.3%) with DAPT. Aspirin plus either clopidogrel or ticagrelor were prescribed in 62.9% and 36.4% of DAPT patients, respectively. Overall, a 14.6% MACE rate was observed at 12 months of follow-up. Patients treated with DAPT had a significantly higher MACE rate than those with SAPT [18.9% vs. 6.0% hazard ratios (HR) 2.62; 95% confidence intervals (CI) 1.22–5.61; P = 0.013], driven by an early excess of non-fatal MI or unplanned PCI. At multiple regression analysis, type 2a SCAD (OR: 3.69; 95% CI 1.41–9.61; P = 0.007) and DAPT regimen (OR: 4.54; 95% CI 1.31–14.28; P = 0.016) resulted independently associated with a higher risk of 12-month MACE. Conclusions In this European registry, most patients with SCAD undergoing initial conservative management received DAPT. Yet, at 1-year follow-up, DAPT, as compared with SAPT, was independently associated with a higher rate of adverse cardiovascular events (ClinicalTrial.gov id: NCT04415762).
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Grosso, F., V. Maglione, A. Fozza, M. Rossi, I. De Martino, L. Randi, E. Guasco, et al. "Terapia neoadiuvante e Total Mesorectal Excision (TME) con approccio mininvasivo per cancro del retto: analisi dei risultati di una serie consecutiva di 117 pazienti trattati in un unico centro." Working Paper of Public Health 1, no. 1 (June 15, 2012). http://dx.doi.org/10.4081/wpph.2012.6784.

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Abstract:
Contesto: la terapia neoadiuvante dell’adenocarcinoma rettale (AR) migliora il controllo locale della malattia e rappresenta lo standard per la malattia localmente avanzata. La total mesorectal excision (TME) per via laparoscopia e robotica si è rapidamente diffusa grazie alla magnificazione dell’immagine della pelvi che facilita la dissezione del meso-retto e ai noti vantaggi dell’approccio mininvasivo. Metodi: una serie consecutiva di pazienti con AR localmente avanzato o in sede ultrabassa hanno ricevuto un trattamento neoadiuvante e chirurgia mininvasiva (TME) presso il Nostro Centro. Abbiamo rivisto i dati clinici raccolti in modo prospettico focalizzandoci sulla fattibilità, sulla risposta tumorale e sui risultati a lungo termine del trattamento. Risultati: in un periodo di tredici anni, 117 pazienti affetti da AR (80 maschi e 37 femmine) hanno ricevuto un trattamento neoadiuvante e chirurgia mininvasiva (TME). L’età media alla diagnosi era 67 anni; lo stadio pre-trattamento era: I in 10 pazienti (9%); IIA in 58 pazienti (50%); IIC in 5 (4%); IIIA in 10 (9%); IIIB in 31 (26%) e IV in 3 pazienti (2%), rispettivamente. Tutti i pazienti hanno ricevuto radioterapia conformazionale a fasci esterni (3D-CRT), 79 (67%) di essi con concomitante chemioterapia. 103 pazienti sono stati sottoposti ad una chirurgia laparoscopica e 14 robotica. Complessivamente 90 pazienti (77%) sono stati sottoposti ad una resezione anteriore dle retto (RAR) e 27 (23%) un’amputazione addominoperineale. Un dowstaging si è osservato in 70 pazienti (66%). Non si sono verificate complicazioni intraoperatorie maggiori. Ad un follow-up mediano di 52 mesi, 8 pazienti (7%) hanno avuto una recidiva locale, 7 di questi con recidiva a distanza e 16 pazienti (14%) hanno avuto una ricaduta a distanza. La sopravvivenza attuariale a 5 anni libera da recidiva (RFS) è stata del 76,5%. Conclusioni: i nostri dati suggeriscono che in un ospedale pubblico la chirurgia mini-invasiva dopo terapia neoadiuvante è fattibile nella reale pratica clinica e offre un consistente vantaggio nel controllo della malattia.
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Benenati, Stefano, Federico Giacobbe, Antonio Zingarelli, Truffa Giachet Alessandra, Primiano Lombardi, Giuseppe Musumeci, Sebastian Cinconze, et al. "580 Percutaneous coronary intervention or medical therapy as initial management strategy of patients with spontaneous coronary artery dissections: insight from the multicentre, international dissezioni spontanee coronariche (disco) registry." European Heart Journal Supplements 23, Supplement_G (December 1, 2021). http://dx.doi.org/10.1093/eurheartj/suab140.007.

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Abstract:
Abstract Aims Whether patients with spontaneous coronary artery dissection (SCAD) should undergo an initial conservative management or immediate revascularization through percutaneous coronary intervention (PCI) remains debated. To investigate the frequency and predictors of choosing a strategy of immediate PCI for SCAD, and to compare the clinical outcomes of immediate PCI patients with those undergoing an initial strategy of medical management. Methods and results 369 patients enrolled in the multicentre international DIssezioni Spontanee COronariche (DISCO) registry between January 2009 and December 2020 were included. The primary endpoint was major adverse cardiovascular events (MACE), a composite of cardiac death, non-fatal myocardial infarction (MI) and any PCI. 240 (65%) patients underwent initial medical management, whereas 129 (35%) had immediate PCI. PCI patients presented more frequently with ST segment-elevation myocardial infarction (STEMI) (68.2% vs. 35%, P < 0.001) and had higher frequency of proximal coronary segment SCAD (31.8% vs. 6.7%, P < 0.001), Thrombolysis in Myocardial infarction (TIMI) flow grade 0–1 (54.3% vs. 20.4%, P < 0.001) and multivessel SCAD (18.6% vs. 9.2%, P = 0.015), as well as a more severe diameter stenosis [99% (100–90) vs. 90% (99–75), P < 0.001]. At multivariate logistic regression, STEMI at presentation (vs. NSTE-ACS, OR: 3.30 95% CI: 1.56–7.12, P = 0.002), proximal coronary segment involvement (OR: 5.43, 95% CI: 1.98–16.45, P = 0.002), TIMI flow grade 0–1 and 2 (respectively, vs. grade 3: OR: 3.22 95% CI: 1.08–9.96, P = 0.038; and OR: 3.98; 95% CI: 1.38–11.80, P = 0.009) and diameter stenosis (per 5% increase, OR: 1.13; 95% CI: 1.01–1.28, P = 0.037) were predictors of immediate PCI, whereas the angiographic subtype 2B predicted a conservative approach (OR: 0.25; 95% CI: 0.07–0.83, P = 0.026). The frequency of in-hospital major adverse cardiac events did not differ between medically and PCI-treated patients. At 2-year follow-up, there were no differences with respect to the composite of MACE (11.7% vs. 13.9%, P = 0.47) and the individual components of cardiovascular death (0.4% vs. 0.7%, P = 0.65), non-fatal MI (8.3% vs. 9.3%, P = 0.92), and any PCI (8.7% vs. 12.4%, P = 0.23). Conclusions The choice between an immediate medical or PCI management of SCAD is mostly driven by clinical presentation and procedural aspects. In the DISCO cohort, the primary treatment approach was not associated with the risk of short-to-midterm adverse events.
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