Academic literature on the topic 'Disturbo di ansia sociale'

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Journal articles on the topic "Disturbo di ansia sociale"

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Di Mattei, Valentina, Anna Rosa Bisceglie, Cristina Sigismondi, Giorgia Mangili, Antonio Prunas, and Lucio Sarno. "Analisi della domanda e dei bisogni psicologici in un reparto di ginecologia oncologica." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 3 (February 2011): 131–44. http://dx.doi.org/10.3280/pds2010-003007.

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Abstract:
Negli ultimi quindici anni si č assistito, in ambito oncologico, a una crescita dell'interesse per lo studio della qualitŕ della vita. A differenza delle donne colpite da cancro al seno per le quali esistono da anni numerose associazioni che si occupano di offrire un sostegno psico-educazionale e psicoterapeutico, le donne colpite da tumore ginecologico non possono contare su una tale ricchezza di risorse e possono quindi essere considerate piů a rischio di isolamento sociale. Il presente studio si prefigge di indagare, in un campione di 67 pazienti ricoverate presso il reparto di Ginecologia dell'Ospedale San Raffaele di Milano, la percezione del bisogno di un supporto di tipo psicologico e la presenza di sofferenza psicologica, in particolare, di manifestazioni ansiose e depressive, ponendole in associazione ad alcune variabili relative al tipo di trattamento intrapreso. I dati a nostra disposizione suggeriscono che, per quanto vissuti di ansia, depressione e angoscia siano frequentemente associati all'esperienza del ricovero, non emergono differenze significative al confronto tra pazienti ricoverate per patologia oncologica e non oncologica. Č emersa prevalentemente la necessitŕ di seguire il malato oncologico con competenze psicologiche specifiche, sensibilizzando quanto piů possibile anche il personale medico ed infermieristico. I risultati della presente ricerca, per quanto preliminari, forniscono importanti spunti di riflessione relativamente ai bisogni psicologici delle pazienti con disturbi ginecologici di natura oncologica e non oncologica.
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Ciccotti, Anna. "I "bisogni speciali" dei siblings: il vissuto psicologico dei fratelli di ragazzi autistici nel contesto familiare." RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, no. 53 (June 2021): 48–74. http://dx.doi.org/10.3280/pr2021-053004.

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Abstract:
La nascita di un figlio è il momento in cui si concretizza il più straordinario progetto d'amore e si sperimenta una condivisione di vi-ta, un'apertura al mondo. È altresì un evento "critico" perché porta la coppia ad affrontare una serie di situazioni nuove, alcune delle quali richiedono una ri-strutturazione del rapporto di coppia, delle consuete routines familiari: il piccolo sistema familiare da diadico diventa triadico (Larcan, 2016). Ma cosa succede quando alla criticità insita nella nascita di un figlio si aggiungono altri e ben più critici elementi, come una disabilità? Si susseguono nei genitori tante forti emozioni come tristezza e dolore, senso di colpa, ansia e paura, rabbia e invidia, che inizialmente sembrano sopraffare i genitori e viene richiesta loro un'enorme quan-tità di risorse per fronteggiare la situazione. Il momento dell'impatto con la diagnosi viene attraversato e percepito da ogni famiglia in maniera diversa in base alle esperienze personali di ognuno, ai valori sociali, al background culturale, ma anche in base alle modalità con cui la diagnosi viene formulata, alla disponibi-lità di adeguati supporti familiari e alle informazioni di cui si dispone. Un peso rilevante è dato infine dalla possibilità di usufruire di un adeguato sostegno sociale in termini di servizi di supporto sanitario e psicologico al bambino e alla famiglia (Cuzzocrea, Larcan, 2011). Non da molto tempo la letteratura ha iniziato a indagare su una tematica molto interessante e complessa che riguarda i fratelli "sani" di ragazzi affetti da problematiche fisiche o mentali: questo filone di ricerca si è dedicato allo studio dei cosiddetti siblings, termine che nel mondo anglosassone indica semplicemente un legame di fraternità, mentre nel panorama italiano, fa riferimento nello specifico a fratelli e sorelle di bambini con disabilità. Se per i genitori l'accudimento verso i figli è un processo naturale, che può diventare più difficoltoso per il disturbo di cui è affetto il figlio, per un fratello non è così scontato pensare di doversi fare carico della patologia e della vita del proprio caro, una volta che i genitori non ci saranno più. I fratelli degli autistici spesso si somigliano: sono silenziosi, pro-fondi, sognatori e diffidenti; per loro è difficile adeguarsi al modo di vivere, di scherzare, di comportarsi dei coetanei. Questo lavoro prende in considerazione il mondo emotivo, spesso ancora poco esplorato di chi vive come "fratello di" - per tutta la vita, analizzando le conseguenze della presenza del bambino con autismo sulla vita del fratello con sviluppo tipico.
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Grassi, Elena, and Nicola Marsigli. "Le nuove tecnologie e la psicoterapia: approfondimento del trattamento del disturbo d'ansia sociale." QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no. 47 (February 2021): 101–19. http://dx.doi.org/10.3280/qpc47-2020oa11208.

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Abstract:
Il disturbo d'ansia sociale (DAS) è uno dei disturbi psicologici più comuni e disabilitanti che, se non trattato, tende a cronicizzarsi provocando danni signifi cativi alla qualità di vita di una persona nonché a comportare ingenti costi sociali.Nonostante l'elevata prevalenza del disturbo, solo il 10% delle persone infatti riceve farmacoterapia e psicoterapia da personale qualifi cato. Esistono infatti diverse barriere per l'accesso al trattamento tra cui la paura della stigmatizzazione e del giudizio negativo e l'aspettativa che altri possano giudicare imbarazzante il proprio comportamento o i propri sintomi fi sici. La natura stessa del disturbo è una delle ragioni principali che impedisce alle persone di chiedere una consulenza professionale. Gli interventi basati sulle nuove tecnologie di comunicazione, che recentemente si stanno facendo strada nel mondo della salute mentale, hanno il vantaggio di poter ovviare a diverse di queste barriere. Infatti, sono stati identificati diversi strumenti che utilizzano le tecnologie informatiche e di telecomunicazione per migliorareattività di prevenzione, diagnosi e terapia.Negli ultimi anni diversi studi ne hanno dimostrato l'effi cacia su una varietà di disturbi tra cui il disturbo d'ansia sociale.Scopo del presente articolo è quello di fornire una revisione narrativa delle risorse presenti ad oggi nel campo delle nuove tecnologie utilizzabili e sfruttabili nel campo della salute mentale e in particolare nel disturbo d'ansia sociale.
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Benigni, Angela, Domenica Casieri, and Giuseppe Romano. "Lo stato dell'arte riguardo l'utilizzo della realtà virtuale nel trattamento dell'ansia e la presentazione di un nuovo software." QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no. 47 (February 2021): 7–26. http://dx.doi.org/10.3280/qpc47-2020oa11203.

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Abstract:
In questo articolo è presentata una breve rassegna sullo stato dell'arte per quanto riguarda l'efficacia dell'implementazione della realtà virtuale (VR) nel trattamento dei disturbi d'ansia secondo l'approccio cognitivo-comportamentale, con particolare attenzione all'intervento basato sull'esposizione con prevenzione della risposta (ERP).Sono stati passati in rassegna gli studi che hanno utilizzato l'esposizione in VR per il trattamento dei principali disturbi d'ansia (aereofobia, acrofobia, claustrofobia, driving phobia, aracnofobia, disturbo d'ansia sociale, disturbo post-traumatico da stress, disturbo di panico con agorafobia, disturbo d'ansia generalizzato); una sessione in particolare è stata dedicata agli studi che hanno preso in esame il trattamento del disturbo ossessivo-compulsivo.Le ricerche condotte in merito all'utilizzo dell'esposizione in VR suggeriscono che i risultati ottenuti a fi ne trattamento si estendono anche alla vita reale e non ci sono differenze significative rispetto ai risultati ottenuti con l'esposizione in vivo a fi ne trattamento e al follow-up.In conclusione, verrà descritto un software che è in fase di realizzazione, progettato per garantire un'esperienza, quanto più realistica possibile, di esposizione in VR attraverso la personalizzazione e la taratura dei parametri sulla specifi ca problematica del paziente.
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Villirillo, Caterina, Rossella Cascone, and Carlo Buonanno. "Luca: il timore di essere contaminato dalla madre e il ruolo dei genitori nel mantenimento della sintomatologia." QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no. 46 (July 2020): 111–34. http://dx.doi.org/10.3280/qpc46-2020oa10164.

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Abstract:
In questo lavoro viene descritto il caso di un ragazzo di 16 anni, giunto in terapia con una diagnosi di disturbo ossessivo compulsivo, per la quale aveva già intrapreso una psicoterapia, con presa in carico farmacologica, senza miglioramento dei sintomi. La sintomatologia ossessiva è associata al timore di essere contaminato dall'alito materno. Tuttavia, fin dai primi incontri, emerge con chiarezza una maggiore complessità del quadro, per la presenza in comorbilità di un disturbo schizotipico di personalità, caratterizzato da comportamenti bizzarri e responsabile di una grave compromissione del funzionamento sociale e scolastico. L'intervento è stato realizzato attivando due setting e ha visto coinvolti Luca (20 incontri) e i genitori (10 incontri). Nell'articolo descriveremo la formulazione del caso, differenziando gli interventi sui sintomi ossessivi dalle procedure utilizzate per fronteggiare la sintomatologia schizotipica. Il miglioramento del disturbo ossessivo compulsivo è stato osservato già in fase di condivisione del profilo interno e lavorando sul timore di contaminazione con interventi di ristrutturazione cognitiva. Parallelamente, il trattamento si è focalizzato sull'aumento della cura di sé e la modifica delle abitudini disfunzionali, con un effetto determinante sulla riduzione dei rituali, un aumento della percezione di autoefficacia e una diminuzione sensibile del ritiro sociale. L'intervento con i genitori si è focalizzato sulla riduzione della critica e degli atteggiamenti sprezzanti verso Luca, tramite interventi di ristrutturazione cognitiva e tecniche di validazione che hanno portato a una parziale riduzione degli stessi. Come obiettivi contestuali, favorire la comprensione e l'accettazione del funzionamento di Luca, oltre che il riconoscimento dei suoi bisogni emotivi.
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Garuti, Maria Giovanna. "Gruppi, fondamento del sociale e del politico." EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 34 (January 2021): 59–67. http://dx.doi.org/10.3280/eds2020-034006.

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Abstract:
La pandemia che ci ha colti, ingenuamente, di sorpresa ha evidenziato attraverso il distan-ziamento fisico le difficoltà socio-relazionali che pervadono il tempo dell'Antropocene, carat-terizzato da frenesia - frenevita -, ansia da prestazione, angosce di solitudine, isolamento, tensioni securitarie e paura dell'Altro, dell'alterità. L'esperienza che stiamo ancora vivendo può essere l'opportunità, l'occasione per ri-analizzare le forme di vita individuali e collettive all'insegna di una diversa e migliore partecipazione, di una maggiore consapevolezza dei nostri bisogni e di quelli della collettività, di una diversa ed evoluta relazionalità che comprenda non solo l'Io ma anche gli altri - persone e macchine - l'ambiente e il Cosmo. For-mare alla gruppalità, alla prossimità, alla relazione autentica in tutte le sue forme e manifestazioni, è la sfida del presente-futuro. I gruppi sono il pharmakon, nella loro ambivalenza di veleno e cura, che sostiene, se ben dosato, un risveglio possibile dei corpi, delle menti, del pensiero e dell'azione.
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Caretti, Vincenzo, Stefano Ciulla, and Adriano Schimmenti. "La diagnosi differenziale nella valutazione della psicopatia e del comportamento violento." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 1 (May 2012): 139–57. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2012-001009.

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Abstract:
La psicopatia č un disturbo di personalitŕ definito dalla presenza di tratti e comportamenti che hanno un impatto negativo sugli individui e sulla societŕ, tra cui egocentrismo patologico, fascino superficiale, senso di sé grandioso, bisogno di stimoli, uso patologico di menzogne e manipolazione, mancanza di rimorso e di senso di colpa, insensibilitŕ, mancanza di empatia, impulsivitŕ, irresponsabilitŕ, tendenza alla criminalitŕ. Sebbene il concetto di psicopatia sia da secoli discusso nella letteratura psichiatrica, la mancanza di una specifica categorizzazione nosografica nei manuali diagnostici, nonché l'erronea sovrapposizione con altri disturbi clinici (ad es., il disturbo antisociale di personalitŕ, o il disturbo narcisistico di personalitŕ nelle sue varianti maggiormente primitive e maligne), hanno contribuito a creare una certa confusione riguardo all'utilizzo appropriato di tale termine. In questo contributo, le caratteristiche della personalitŕ psicopatica vengono confrontate con quelle di altri disturbi di personalitŕ, allo scopo di chiarire quegli aspetti psicopatologici e comportamentali peculiari della psicopatia che consentono di effettuare una diagnosi differenziale rispetto ad altri disturbi psichiatrici. La distinzione tra psicopatia e altri disturbi risulta infatti necessaria, considerato che i soggetti psicopatici sollevano problematiche particolarmente complesse sul piano sociale, dell'assessment clinico e dell'eventuale trattamento, molto diverse da quelle poste da altre categorie diagnostiche con le quali la psicopatia potrebbe essere erroneamente confusa.
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Camillocci, Danilo Solfaroli. "Mito, segreto, mandato. Analisi di una storia familiare." RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, no. 32 (November 2010): 75–94. http://dx.doi.org/10.3280/pr2010-032005.

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Abstract:
In questo lavoro viene analizzata la storia di una famiglia con paziente affetto da disturbo borderline di personalitŕ e vengono messe in luce le complesse relazioni che uniscono alcuni importanti costrutti familiari: potere, mito familiare, segreto e mandato transgenerazionale. Si ipotizza che l'elusione della veritŕ che accomuna mito familiare e segreto possa risolversi in una collusione cui partecipa a diverso titolo ciascuno dei familiari e che sostiene un mandato familiare transgenerazionale totalizzante. Viene anche evidenziato il ruolo del contesto sociale nell'insorgere e nello stabilizzarsi di questa collusione.
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Leveni, Daniela, Daniele Piacentini, and Arturo Campana. "Effectiveness of cognitive-behavioural treatment in Social Phobia: a description of the results obtained in a public mental health service." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 11, no. 2 (June 2002): 127–33. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00005583.

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Abstract:
RIASSUNTOScopo – L'efficacia sperimentale della terapia cognitivo–comportamentale nel trattamento della Fobia Sociale, e provata da numerosi studi, tuttavia tali evidenze non risultano avere una ricaduta significativa nella pratica clinica. Abbiamo pertanto voluto verificare l'applicability di tale terapia nel contesto di un normale servizio pubblico di salute mentale e valutarne i risultati per compararli a quelli descritti dagli studi sperimentali. Disegno e setting – Abbiamo introdotto nel nostro centro una terapia cognitivo comportamentale intensiva e trattato i casi di Fobia Sociale che si sono presentati successivamente. In totale sono stati trattati 11 soggetti rispondenti ai criteri diagnostici del DSM–IV e sono stati valutati gli esiti sia al tennine della terapia sia a 6 mesi dal suo tennine. Principali misure di valutazione – Sono stati utilizzati strumenti obiettivi di valutazione: SF/36 per la valutazione della percezione da parte del soggetto del proprio stato di salute generale e mentale, la CGI per la valutazione clinica del terapeuta e PGI per la valutazione di quella del paziente, Liebowitz scale per la valutazione obiettiva dei correlati sintomatologici. Risultati – Nonostante il numero relativamente ridotto di soggetti che componevano il campione e la cronicita del disturbo presentato, sono stati ottenuti miglioramenti statisticamente significativi. Conclusioni – I risultati ottenuti confermano sostanzialmente quelli indicati dagli studi di efficacia e soprattutto l'applicability del metodo proposto anche nel contesto del Servizio Pubblico. Tenuto conto della elevata diffusione epidemiologica del disturbo, dell'elevato carico di malattia che determina nella popolazione generale e del costo relativamente modesto che il trattamento proposto comporta sarebbe auspicabile che esso venisse utilizzato routinariamente nella pratica clinica dei servizi pubblici.
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Moroni, Fabio, Giovanni Pellecchia, Federica Tarallo, Michele Procacci, and Antonino Carcione. "Terapia metacognitiva interpersonale del narcisismo vulnerabile e ritiro sociale: un caso clinico." QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no. 48 (July 2021): 74–93. http://dx.doi.org/10.3280/qpc48-2021oa12142.

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Abstract:
Il disturbo narcisistico di personalità negli ultimi anni sta assumendo sempre più rilevanza al di là della diagnosi categoriale espressa dalle correnti classificazioni come il DSM-5. Infatti, mentre la diagnosi categoriale pone in primo piano la grandiosità, trattare il narcisismo come dimensione permette di tener conto della sua eterogeneità, identificando sottotipi che presentano diversi sintomi, gravità e impostazione del trattamento. In questo lavoro trattiamo il tema del narcisismo vulnerabile, caratterizzato da un'estrema sensibilità al giudizio, tendenza a sperimentare vergogna e colpa, e da comportamenti caratterizzati da inibizione ed evitamento. L'analisi di un caso di una persona affetta da narcisismo vulnerabile permetterà di descrivere come affrontare gli stati mentali di colpa e depressione, i comportamenti di evitamento sociale e di inibizione dei desideri. L'intervento terapeutico viene descritto utilizzando i trascritti di alcune sedute individuali in cui vengono applicate le procedure terapeutiche della terapia metacognitiva interpersonale (TMI).
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Dissertations / Theses on the topic "Disturbo di ansia sociale"

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Fabbri, Silvia. "L'utilizzo della rTMS nel trattamento del dolore cronico, delle dipendenze e del disturbo da stress post traumatico e di ansia sociale." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/19571/.

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Abstract:
La rTMS si basa sulla TMS (stimolazione magnetica transcranica ripetuta) la quale modifica l’eccitabilità neuronale grazie a corrente indotta tramite campo magnetico, tramite essa è possibile stimolare aree corticali molto precise, precisione dettata dall’utilizzo di particolari tipi di bobine. Gli studi trattati nella dissertazione dimostrano come la rTMS risulti efficace nel trattamento di alcune patologie quali il dolore cronico, il disturbo d'ansia sociale e da stress post traumatico e la dipendenza da droghe; nonostante risulti un'ottima candidata per il trattamento delle patologie sopra citate, è necessario effettuare studi più approfonditi al fine di standardizzare parametri di stimolazione, risultati ottenuti, soggetti idonei al trattamento e soprattutto comprendere a pieno quali siano le aree corticali target da stimolare al fine di ottenere risultati efficaci e duraturi nel tempo.
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MOLTENI, MARZIA. "LE RISORSE PSICOSOCIALI NEL FRONTEGGIAMENTO DI UNA CATASTROFE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/1005.

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Abstract:
La presente tesi intende analizzare e comprendere le strategie psicosociali nel fronteggiamento dei disastri naturali, eventi che sconvolgono le infrastrutture, i sistemi di comunicazione, le organizzazioni e l’intero tessuto sociale (Sbattella, 2009). Spesso, oltre alle ferite, le vittime vivono anche evidenti conseguenze psicologiche. La tesi, partendo da un’analisi della letteratura è dedicata alla presentazione di un progetto di ricerca che ha come obiettivo globale quello di rilevare i livelli di stress in un campione di famiglie vittime del terremoto ha colpito l’Aquila nel 2009. Il primo capitolo offre una panoramica generale sul tema dei disastri naturali. Il secondo e il terzo capitolo circoscrivono l’oggetto di interesse, riferendosi in maniera sempre più specifica a due strategie psicosociali nel fronteggiamento di una catastrofe: l’umorismo ed il supporto sociale. Il quarto capitolo comprende una descrizione dell’impianto generale del progetto di ricerca. Il quinto capitolo è dedicato alla presentazione del primo studio sulle strategie psicosociali di reazione al sisma. Il sesto capitolo esamina e discute i risultati del secondo studio sull’impatto familiare del sisma, esso rappresenta un’indagine esplorativa finalizzata all’analisi dei differenti stili di risposta familiare ad un terremoto. Vengono infine proposte alcune considerazioni pratiche conclusive rispetto alle diverse ipotesi di ricerca formulate.
This thesis analyses psycho-social coping strategies employed to face natural disasters, events which destroy infrastructure, communication systems, organisations and the entire social fabric (Sbattella, 2009). As a matter of fact, aside from physical wounds, victims often experience extremely tangible psychological consequences. Starting with a review of the existing literature, the paper illustrates a research project aimed at the identification of stress levels in a sample of families hit by the 2009 earthquake in the Italian city of L'Aquila. The first chapter offers an overview of the physical and psychological consequences of natural disasters. The following two chapters are focused on psycho-social strategies employed to cope with natural disasters, with a particular emphasis on humour and psycho-social support. The fourth chapter describes the general features of the research project. The following chapter illustrates the results of a first study on psycho-social coping strategies in the aftermath of the earthquake. The final chapter presents the results of a second exploratory study on the impact of the earthquake on family relations, analysing a range of different post-earthquake coping approaches at a family level. The paper is then concluded by a series of recommendations for the development of better psycho-social coping strategies in the aftermath of natural disasters.
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Book chapters on the topic "Disturbo di ansia sociale"

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Valerio, Paolo, and Paolo Fazzari. "Alcune note sul “fenomeno transessuale” oggi: un disturbo da depatologizzare?" In Bioetica pratica e cause di esclusione sociale, 307–26. Mimesis Edizioni, 2012. http://dx.doi.org/10.4000/books.mimesis.2361.

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