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Journal articles on the topic 'Disturbo di ansia sociale'

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Di Mattei, Valentina, Anna Rosa Bisceglie, Cristina Sigismondi, Giorgia Mangili, Antonio Prunas, and Lucio Sarno. "Analisi della domanda e dei bisogni psicologici in un reparto di ginecologia oncologica." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 3 (February 2011): 131–44. http://dx.doi.org/10.3280/pds2010-003007.

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Abstract:
Negli ultimi quindici anni si č assistito, in ambito oncologico, a una crescita dell'interesse per lo studio della qualitŕ della vita. A differenza delle donne colpite da cancro al seno per le quali esistono da anni numerose associazioni che si occupano di offrire un sostegno psico-educazionale e psicoterapeutico, le donne colpite da tumore ginecologico non possono contare su una tale ricchezza di risorse e possono quindi essere considerate piů a rischio di isolamento sociale. Il presente studio si prefigge di indagare, in un campione di 67 pazienti ricoverate presso il reparto di Ginecologia dell'Ospedale San Raffaele di Milano, la percezione del bisogno di un supporto di tipo psicologico e la presenza di sofferenza psicologica, in particolare, di manifestazioni ansiose e depressive, ponendole in associazione ad alcune variabili relative al tipo di trattamento intrapreso. I dati a nostra disposizione suggeriscono che, per quanto vissuti di ansia, depressione e angoscia siano frequentemente associati all'esperienza del ricovero, non emergono differenze significative al confronto tra pazienti ricoverate per patologia oncologica e non oncologica. Č emersa prevalentemente la necessitŕ di seguire il malato oncologico con competenze psicologiche specifiche, sensibilizzando quanto piů possibile anche il personale medico ed infermieristico. I risultati della presente ricerca, per quanto preliminari, forniscono importanti spunti di riflessione relativamente ai bisogni psicologici delle pazienti con disturbi ginecologici di natura oncologica e non oncologica.
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Ciccotti, Anna. "I "bisogni speciali" dei siblings: il vissuto psicologico dei fratelli di ragazzi autistici nel contesto familiare." RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, no. 53 (June 2021): 48–74. http://dx.doi.org/10.3280/pr2021-053004.

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Abstract:
La nascita di un figlio è il momento in cui si concretizza il più straordinario progetto d'amore e si sperimenta una condivisione di vi-ta, un'apertura al mondo. È altresì un evento "critico" perché porta la coppia ad affrontare una serie di situazioni nuove, alcune delle quali richiedono una ri-strutturazione del rapporto di coppia, delle consuete routines familiari: il piccolo sistema familiare da diadico diventa triadico (Larcan, 2016). Ma cosa succede quando alla criticità insita nella nascita di un figlio si aggiungono altri e ben più critici elementi, come una disabilità? Si susseguono nei genitori tante forti emozioni come tristezza e dolore, senso di colpa, ansia e paura, rabbia e invidia, che inizialmente sembrano sopraffare i genitori e viene richiesta loro un'enorme quan-tità di risorse per fronteggiare la situazione. Il momento dell'impatto con la diagnosi viene attraversato e percepito da ogni famiglia in maniera diversa in base alle esperienze personali di ognuno, ai valori sociali, al background culturale, ma anche in base alle modalità con cui la diagnosi viene formulata, alla disponibi-lità di adeguati supporti familiari e alle informazioni di cui si dispone. Un peso rilevante è dato infine dalla possibilità di usufruire di un adeguato sostegno sociale in termini di servizi di supporto sanitario e psicologico al bambino e alla famiglia (Cuzzocrea, Larcan, 2011). Non da molto tempo la letteratura ha iniziato a indagare su una tematica molto interessante e complessa che riguarda i fratelli "sani" di ragazzi affetti da problematiche fisiche o mentali: questo filone di ricerca si è dedicato allo studio dei cosiddetti siblings, termine che nel mondo anglosassone indica semplicemente un legame di fraternità, mentre nel panorama italiano, fa riferimento nello specifico a fratelli e sorelle di bambini con disabilità. Se per i genitori l'accudimento verso i figli è un processo naturale, che può diventare più difficoltoso per il disturbo di cui è affetto il figlio, per un fratello non è così scontato pensare di doversi fare carico della patologia e della vita del proprio caro, una volta che i genitori non ci saranno più. I fratelli degli autistici spesso si somigliano: sono silenziosi, pro-fondi, sognatori e diffidenti; per loro è difficile adeguarsi al modo di vivere, di scherzare, di comportarsi dei coetanei. Questo lavoro prende in considerazione il mondo emotivo, spesso ancora poco esplorato di chi vive come "fratello di" - per tutta la vita, analizzando le conseguenze della presenza del bambino con autismo sulla vita del fratello con sviluppo tipico.
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Grassi, Elena, and Nicola Marsigli. "Le nuove tecnologie e la psicoterapia: approfondimento del trattamento del disturbo d'ansia sociale." QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no. 47 (February 2021): 101–19. http://dx.doi.org/10.3280/qpc47-2020oa11208.

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Abstract:
Il disturbo d'ansia sociale (DAS) è uno dei disturbi psicologici più comuni e disabilitanti che, se non trattato, tende a cronicizzarsi provocando danni signifi cativi alla qualità di vita di una persona nonché a comportare ingenti costi sociali.Nonostante l'elevata prevalenza del disturbo, solo il 10% delle persone infatti riceve farmacoterapia e psicoterapia da personale qualifi cato. Esistono infatti diverse barriere per l'accesso al trattamento tra cui la paura della stigmatizzazione e del giudizio negativo e l'aspettativa che altri possano giudicare imbarazzante il proprio comportamento o i propri sintomi fi sici. La natura stessa del disturbo è una delle ragioni principali che impedisce alle persone di chiedere una consulenza professionale. Gli interventi basati sulle nuove tecnologie di comunicazione, che recentemente si stanno facendo strada nel mondo della salute mentale, hanno il vantaggio di poter ovviare a diverse di queste barriere. Infatti, sono stati identificati diversi strumenti che utilizzano le tecnologie informatiche e di telecomunicazione per migliorareattività di prevenzione, diagnosi e terapia.Negli ultimi anni diversi studi ne hanno dimostrato l'effi cacia su una varietà di disturbi tra cui il disturbo d'ansia sociale.Scopo del presente articolo è quello di fornire una revisione narrativa delle risorse presenti ad oggi nel campo delle nuove tecnologie utilizzabili e sfruttabili nel campo della salute mentale e in particolare nel disturbo d'ansia sociale.
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Benigni, Angela, Domenica Casieri, and Giuseppe Romano. "Lo stato dell'arte riguardo l'utilizzo della realtà virtuale nel trattamento dell'ansia e la presentazione di un nuovo software." QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no. 47 (February 2021): 7–26. http://dx.doi.org/10.3280/qpc47-2020oa11203.

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Abstract:
In questo articolo è presentata una breve rassegna sullo stato dell'arte per quanto riguarda l'efficacia dell'implementazione della realtà virtuale (VR) nel trattamento dei disturbi d'ansia secondo l'approccio cognitivo-comportamentale, con particolare attenzione all'intervento basato sull'esposizione con prevenzione della risposta (ERP).Sono stati passati in rassegna gli studi che hanno utilizzato l'esposizione in VR per il trattamento dei principali disturbi d'ansia (aereofobia, acrofobia, claustrofobia, driving phobia, aracnofobia, disturbo d'ansia sociale, disturbo post-traumatico da stress, disturbo di panico con agorafobia, disturbo d'ansia generalizzato); una sessione in particolare è stata dedicata agli studi che hanno preso in esame il trattamento del disturbo ossessivo-compulsivo.Le ricerche condotte in merito all'utilizzo dell'esposizione in VR suggeriscono che i risultati ottenuti a fi ne trattamento si estendono anche alla vita reale e non ci sono differenze significative rispetto ai risultati ottenuti con l'esposizione in vivo a fi ne trattamento e al follow-up.In conclusione, verrà descritto un software che è in fase di realizzazione, progettato per garantire un'esperienza, quanto più realistica possibile, di esposizione in VR attraverso la personalizzazione e la taratura dei parametri sulla specifi ca problematica del paziente.
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Villirillo, Caterina, Rossella Cascone, and Carlo Buonanno. "Luca: il timore di essere contaminato dalla madre e il ruolo dei genitori nel mantenimento della sintomatologia." QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no. 46 (July 2020): 111–34. http://dx.doi.org/10.3280/qpc46-2020oa10164.

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Abstract:
In questo lavoro viene descritto il caso di un ragazzo di 16 anni, giunto in terapia con una diagnosi di disturbo ossessivo compulsivo, per la quale aveva già intrapreso una psicoterapia, con presa in carico farmacologica, senza miglioramento dei sintomi. La sintomatologia ossessiva è associata al timore di essere contaminato dall'alito materno. Tuttavia, fin dai primi incontri, emerge con chiarezza una maggiore complessità del quadro, per la presenza in comorbilità di un disturbo schizotipico di personalità, caratterizzato da comportamenti bizzarri e responsabile di una grave compromissione del funzionamento sociale e scolastico. L'intervento è stato realizzato attivando due setting e ha visto coinvolti Luca (20 incontri) e i genitori (10 incontri). Nell'articolo descriveremo la formulazione del caso, differenziando gli interventi sui sintomi ossessivi dalle procedure utilizzate per fronteggiare la sintomatologia schizotipica. Il miglioramento del disturbo ossessivo compulsivo è stato osservato già in fase di condivisione del profilo interno e lavorando sul timore di contaminazione con interventi di ristrutturazione cognitiva. Parallelamente, il trattamento si è focalizzato sull'aumento della cura di sé e la modifica delle abitudini disfunzionali, con un effetto determinante sulla riduzione dei rituali, un aumento della percezione di autoefficacia e una diminuzione sensibile del ritiro sociale. L'intervento con i genitori si è focalizzato sulla riduzione della critica e degli atteggiamenti sprezzanti verso Luca, tramite interventi di ristrutturazione cognitiva e tecniche di validazione che hanno portato a una parziale riduzione degli stessi. Come obiettivi contestuali, favorire la comprensione e l'accettazione del funzionamento di Luca, oltre che il riconoscimento dei suoi bisogni emotivi.
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Garuti, Maria Giovanna. "Gruppi, fondamento del sociale e del politico." EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 34 (January 2021): 59–67. http://dx.doi.org/10.3280/eds2020-034006.

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Abstract:
La pandemia che ci ha colti, ingenuamente, di sorpresa ha evidenziato attraverso il distan-ziamento fisico le difficoltà socio-relazionali che pervadono il tempo dell'Antropocene, carat-terizzato da frenesia - frenevita -, ansia da prestazione, angosce di solitudine, isolamento, tensioni securitarie e paura dell'Altro, dell'alterità. L'esperienza che stiamo ancora vivendo può essere l'opportunità, l'occasione per ri-analizzare le forme di vita individuali e collettive all'insegna di una diversa e migliore partecipazione, di una maggiore consapevolezza dei nostri bisogni e di quelli della collettività, di una diversa ed evoluta relazionalità che comprenda non solo l'Io ma anche gli altri - persone e macchine - l'ambiente e il Cosmo. For-mare alla gruppalità, alla prossimità, alla relazione autentica in tutte le sue forme e manifestazioni, è la sfida del presente-futuro. I gruppi sono il pharmakon, nella loro ambivalenza di veleno e cura, che sostiene, se ben dosato, un risveglio possibile dei corpi, delle menti, del pensiero e dell'azione.
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Caretti, Vincenzo, Stefano Ciulla, and Adriano Schimmenti. "La diagnosi differenziale nella valutazione della psicopatia e del comportamento violento." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 1 (May 2012): 139–57. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2012-001009.

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Abstract:
La psicopatia č un disturbo di personalitŕ definito dalla presenza di tratti e comportamenti che hanno un impatto negativo sugli individui e sulla societŕ, tra cui egocentrismo patologico, fascino superficiale, senso di sé grandioso, bisogno di stimoli, uso patologico di menzogne e manipolazione, mancanza di rimorso e di senso di colpa, insensibilitŕ, mancanza di empatia, impulsivitŕ, irresponsabilitŕ, tendenza alla criminalitŕ. Sebbene il concetto di psicopatia sia da secoli discusso nella letteratura psichiatrica, la mancanza di una specifica categorizzazione nosografica nei manuali diagnostici, nonché l'erronea sovrapposizione con altri disturbi clinici (ad es., il disturbo antisociale di personalitŕ, o il disturbo narcisistico di personalitŕ nelle sue varianti maggiormente primitive e maligne), hanno contribuito a creare una certa confusione riguardo all'utilizzo appropriato di tale termine. In questo contributo, le caratteristiche della personalitŕ psicopatica vengono confrontate con quelle di altri disturbi di personalitŕ, allo scopo di chiarire quegli aspetti psicopatologici e comportamentali peculiari della psicopatia che consentono di effettuare una diagnosi differenziale rispetto ad altri disturbi psichiatrici. La distinzione tra psicopatia e altri disturbi risulta infatti necessaria, considerato che i soggetti psicopatici sollevano problematiche particolarmente complesse sul piano sociale, dell'assessment clinico e dell'eventuale trattamento, molto diverse da quelle poste da altre categorie diagnostiche con le quali la psicopatia potrebbe essere erroneamente confusa.
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Camillocci, Danilo Solfaroli. "Mito, segreto, mandato. Analisi di una storia familiare." RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, no. 32 (November 2010): 75–94. http://dx.doi.org/10.3280/pr2010-032005.

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Abstract:
In questo lavoro viene analizzata la storia di una famiglia con paziente affetto da disturbo borderline di personalitŕ e vengono messe in luce le complesse relazioni che uniscono alcuni importanti costrutti familiari: potere, mito familiare, segreto e mandato transgenerazionale. Si ipotizza che l'elusione della veritŕ che accomuna mito familiare e segreto possa risolversi in una collusione cui partecipa a diverso titolo ciascuno dei familiari e che sostiene un mandato familiare transgenerazionale totalizzante. Viene anche evidenziato il ruolo del contesto sociale nell'insorgere e nello stabilizzarsi di questa collusione.
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Leveni, Daniela, Daniele Piacentini, and Arturo Campana. "Effectiveness of cognitive-behavioural treatment in Social Phobia: a description of the results obtained in a public mental health service." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 11, no. 2 (June 2002): 127–33. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00005583.

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Abstract:
RIASSUNTOScopo – L'efficacia sperimentale della terapia cognitivo–comportamentale nel trattamento della Fobia Sociale, e provata da numerosi studi, tuttavia tali evidenze non risultano avere una ricaduta significativa nella pratica clinica. Abbiamo pertanto voluto verificare l'applicability di tale terapia nel contesto di un normale servizio pubblico di salute mentale e valutarne i risultati per compararli a quelli descritti dagli studi sperimentali. Disegno e setting – Abbiamo introdotto nel nostro centro una terapia cognitivo comportamentale intensiva e trattato i casi di Fobia Sociale che si sono presentati successivamente. In totale sono stati trattati 11 soggetti rispondenti ai criteri diagnostici del DSM–IV e sono stati valutati gli esiti sia al tennine della terapia sia a 6 mesi dal suo tennine. Principali misure di valutazione – Sono stati utilizzati strumenti obiettivi di valutazione: SF/36 per la valutazione della percezione da parte del soggetto del proprio stato di salute generale e mentale, la CGI per la valutazione clinica del terapeuta e PGI per la valutazione di quella del paziente, Liebowitz scale per la valutazione obiettiva dei correlati sintomatologici. Risultati – Nonostante il numero relativamente ridotto di soggetti che componevano il campione e la cronicita del disturbo presentato, sono stati ottenuti miglioramenti statisticamente significativi. Conclusioni – I risultati ottenuti confermano sostanzialmente quelli indicati dagli studi di efficacia e soprattutto l'applicability del metodo proposto anche nel contesto del Servizio Pubblico. Tenuto conto della elevata diffusione epidemiologica del disturbo, dell'elevato carico di malattia che determina nella popolazione generale e del costo relativamente modesto che il trattamento proposto comporta sarebbe auspicabile che esso venisse utilizzato routinariamente nella pratica clinica dei servizi pubblici.
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Moroni, Fabio, Giovanni Pellecchia, Federica Tarallo, Michele Procacci, and Antonino Carcione. "Terapia metacognitiva interpersonale del narcisismo vulnerabile e ritiro sociale: un caso clinico." QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no. 48 (July 2021): 74–93. http://dx.doi.org/10.3280/qpc48-2021oa12142.

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Abstract:
Il disturbo narcisistico di personalità negli ultimi anni sta assumendo sempre più rilevanza al di là della diagnosi categoriale espressa dalle correnti classificazioni come il DSM-5. Infatti, mentre la diagnosi categoriale pone in primo piano la grandiosità, trattare il narcisismo come dimensione permette di tener conto della sua eterogeneità, identificando sottotipi che presentano diversi sintomi, gravità e impostazione del trattamento. In questo lavoro trattiamo il tema del narcisismo vulnerabile, caratterizzato da un'estrema sensibilità al giudizio, tendenza a sperimentare vergogna e colpa, e da comportamenti caratterizzati da inibizione ed evitamento. L'analisi di un caso di una persona affetta da narcisismo vulnerabile permetterà di descrivere come affrontare gli stati mentali di colpa e depressione, i comportamenti di evitamento sociale e di inibizione dei desideri. L'intervento terapeutico viene descritto utilizzando i trascritti di alcune sedute individuali in cui vengono applicate le procedure terapeutiche della terapia metacognitiva interpersonale (TMI).
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Bebbington, Paul. "Epidemiology and social psychiatry: a personal view." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 3, no. 2 (August 1994): 99–105. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00003547.

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RiassuntoObiettivo - Esporre le considerazioni dell'autore sul ruolo dell'epidemiologia e illustrare tale ruolo in riferimento ai disturbi affettivi. Metodo - Rassegna di una ricerca condotta in due aree; influenza del sesso e dell'età sul tasso dei disturbi affettivi. Risultati - L'utilizzo di categorie sociodemografiche per definire i gruppi ad alto rischio suggerisce che i disturbi affettivi possono essere strettamente correlati alia soddisfazione di ruolo e che l'età può avere un effetto patoplastico sulla forma del disturbo che sovrasta tutti gli altri aspetti, ad eccezione delle influenze sociali piu forti. Conclusioni. - L'epidemiologia è uno strumento essenziale per lo psichiatra sociale, ma il suo aspetto più incisivo è quello di chiarire la natura delle domande da fare e di suggerire nuove linee di ricerca.
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Boso, Marianna, Irene Famularo, Guido Nosari, Alessandro Castellana, Elena Costantino, Caterina Nardulli, and Maria Teresa Zanini. "Efficacia di Aripiprazolo Long-Acting nel disturbo schizoaffettivo associato a gioco d'azzardo patologico. Un case report." MISSION, no. 53 (May 2020): 17–19. http://dx.doi.org/10.3280/mis53-2020oa9241.

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Abstract:
Il moltiplicarsi dell'offerta di opportunità di gioco d'azzardo anche in luoghi a bassa soglia di accesso e non dedicati in maniera esclusiva (bar, centri commerciali, tabaccherie), ha rinnovato l'interesse degli esperti riguardo ai costi sociali, economici e psicologici associati a tale pratica.Il comportamento del gioco d'azzardo può condurre ad una dipendenza, riconosciuta e classificata dal DSM5 e può comportare la compromissione del paziente dal punto di vista psichico, familiare e sociale. Questa patologia colpisce una percentuale variabile dall'1% al 3% della popolazione generale. Pertanto, in Lombardia, il numero di persone affette da questo problema potrebbe variare fra 100.000 e 300.000.Nel presente case report viene discusso il caso di un giovane con scompenso psicotico di tipo schizoaffettivo e GAP, che si rivolge al SerD.
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Rucci, Paola, and Jack D. Maser. "Instrument development in the Italy-USA Collaborative Spectrum Project." Epidemiology and Psychiatric Sciences 9, no. 4 (December 2000): 249–56. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00008381.

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Abstract:
RIASSUNTOScopo – Il Progetto Collaborativo dello Spettro mira a definire condizioni sottosoglia e atipiche non sufficientemente caratterizzate nel DSM-IV e nell'ICD-10, per le quali non sono disponibili adeguati strumenti di valutazione. Scopo di questo articolo è la descrizione delle procedure di sviluppo e validazione degli strumenti per misurare lo spettro di cinque disturbi psichici. Disegno – Sono stati effettuati 4 studi trasversali, di cui 3 multicentrici condotti in Italia, ed uno condotto esclusivamente a Pisa. Un ulteriore studio trasversale di validazione dello spettro del panico-agorafobia è stato condotto a Pittsburgh. Setting – Pazienti ambulatoriali afferenti alle cliniche universitarie, studenti universitari e, in uno degli studi italiani, anche un campione di frequentatori abttuali delle palestre. Principal misure utilizzate – Cinque interviste strutturate per valutare lo spettro del panico-agorafobia (SCI-PAS), dell'umore (SCI-MOODS), della fobia sociale (SCI-SHY), lo spettro ossessivo-compulsìxvo (SCI-OBS) e quello dei disturbi della condotta alimentare (SCI-ABS), unitamente ad una intervista diagnostica e ad una serie di strumenti auto ed eterovalutativi di contenuto analogo ai domini delle interviste. Risultati – Tutti i domini delle interviste hanno mostrato una elevata stabilità temporale (coefficiente di correlazione intraclasse >0.61) ed una soddisfacente consistenza interna. I punteggi medi dei domini sono risultati significativamente più elevati nei casi rispetto ai controlli e, nella quasi totalità dei confronti, nei pazienti con il disturbo di interesse rispetto ad altri disturbi. I confronti con strumenti analoghi per contenuto hanno messo in luce una buona validità concorrente per i domini dello spettro del panico-agorafobia, della fobia sociale e del disturbo ossessivo-compulsivo. Differenze sono emerse tra i domini dello spettro della condotta alimentare ed altri strumenti autovalutativi, verosimilmente legate anche alla forma di somministrazione. E' stata definita e testata clinicamente una soglia per lo spettro del panico-agorafobia nel campione americano. Conclusioni – Le proprietà psicometriche degli strumenti sono molto soddisfacenti e sono in corso studi di validazione clinica. Le condizioni atipiche e sottosoglia richedono attenzione negli studi clinici ed epidemiologici.
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Della, Vedova A. M., B. Ducceschi, A. Lojacono, M. Guana, A. Imbasciati, and C. Cristini. "Variabili psicologiche materne e andamento del parto: rilevazione in un campione di donne italiane alla prima esperienza di parto." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 2 (June 2012): 191–219. http://dx.doi.org/10.3280/rip2011-002003.

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Abstract:
Le ricerche recenti documentano l'influenza dei fattori psicosociali sull'andamento della gravidanza e sulla salute materno-fetale. Il presente lavoro si propone di indagare l'eventuale relazione tra caratteristiche psicologiche e di contesto della gestante e andamento clinico del parto. Attraverso questionari di autovalutazione, applicati ad un campione di 114 gestanti italiane, nullipare e con gravidanza a basso rischio, sono state rilevate variabili psicologiche (ansia, depressione, alessitimia) e psicosociali (supporto sociale, legame parentale, aspetti intergenerazionali incluse caratteristiche del parto della madre della gestante), considerando anche la presenza di eventi stressanti e variabili relative alla gravidanza. L'ipotesi della ricerca riguarda la possibilitŕ che tali fattori possano influire sull'andamento clinico del parto valutato attraverso una griglia di rilevazione che permette di classificare il processo di parto in base agli eventi biologici e medico-assistenziali registrati nella cartella clinica ospedaliera. Lo studio ha previsto due fasi: a) rilevazione delle variabili materne al terzo trimestre di gravidanza; b) valutazione dell'andamento clinico del parto tramite dati della cartella clinica ospedaliera. I risultati di questo studio supportano l'ipotesi che gli aspetti della struttura psichica materna possano influire sull'andamento clinico del parto: maggiori punteggi alla scala di rilevazione della depressione e dell'alessitimia si associano rispettivamente a travaglio piů lungo e parto operativo. Ansia e depressione si associano inoltre ad un aumento eccessivo di peso durante la gravidanza. Infine sembra emergere un ruolo significativo degli aspetti intergenerazionali: il parto operativo risulta associato alla presenza di complicazioni del parto della madre della gestante. L'interpretazione di questi risultati invita alla prudenza, considerata la ridotta estensione del campione e la complessitŕ delle variabili in gioco, tuttavia lo studio offre spunti di riflessione sulla psicosomatica del parto e sottolinea l'importanza delle variabili psicosociali nell'ambito dell'assistenza perinatale.
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Angelo, Claudio. "Depressione, neuroscienze, complessitŕ e approccio sistemico." TERAPIA FAMILIARE, no. 94 (February 2011): 111–26. http://dx.doi.org/10.3280/tf2010-094008.

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Abstract:
L'Autore rileva come il tema della depressione si presti particolarmente a evidenziare la complessitŕ dei fattori in gioco nel determinare i sintomi presentati dal paziente. Questo rende difficile spesso individuare qual'č il sistema (biologico, psicologico, sociale) prevalentemente coinvolto nel disturbo. Sempre piů, infatti, ci accorgiamo che i sistemi in azione sono strettamente correlati e il problema diventa quello di individuare come essi si influenzino reciprocamente. Viene anche rilevato come l'ottica sistemica si occupi prevalentemente della comunicazione verbale e non verbale all'interno delle relazioni e tenda a identificare la causa principale dei problemi in un disturbo della comunicazione. Nonostante i cambiamenti verificatisi nella terapia familiare, l'Autore ritiene che ancora venga sottovalutata l'importanza delle componenti evolutive e biologiche dell'individuo, come elemento del sistema, e che quasi sempre vengano trascurati i meccanismi biologici interessati. Vengono pertanto esposti sinteticamente i dati neuropsicologici finora rilevati nella depressione e il loro collegamento all'interazione tra fattori genetici e ambientali.
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Porteri, Corinna. "Bioetica clinica – Considerazioni bioetiche su un caso clinico: P. P. di anni 35." Medicina e Morale 48, no. 6 (December 31, 1999): 1107–19. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1999.791.

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Abstract:
Si propone l’analisi etica di un caso clinico di ambito psichiatrico, giunto all’attenzione del Comitato etico delle Istituzioni Ospedaliere Cattoliche di Brescia. Per una proposta di soluzione a questa storia clinica, insieme al riferimento alla documentazione internazionale relativa ai diritti dell’uomo in generale e ai diritti del malato di mente in particolare, l’Autore indica la necessità di assumerne la prospettiva etica secondo cui il bene della persona più debole, il benessere di questo malato, è “bene per me”. L’analisi del caso proposto evidenzia in particolare il dovere della medicina di accostarsi alla persona malata nella sua interezza, attraverso l’attenta considerazione della sua storia e degli aspetti fisico, mentale e sociale che la costituiscono. Il caso pone inoltre la questione di una specifica discussione bioetica del disturbo mentale, tema che non sempre entra nelle trattazioni classiche della bioetica.
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Carozza, Paola. "La diagnosi e la valutazione del funzionamento nel trattamento riabilitativo." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 2 (July 2011): 57–67. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2011-002005.

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Abstract:
Come in molti Paesi occidentali, anche in Italia la maggior parte degli sforzi nel campo della ricerca e della pratica psichiatrica č stata finora orientata alla formulazione sempre piů dettagliata delle diagnosi psichiatriche, alla ricerca di farmaci sempre piů efficaci e con sempre minori effetti collaterali, o all'analisi di raffinati interventi psicoterapici. Minore attenzione č stata rivolta agli strumenti e ai metodi per valutare livelli di disabilitŕ psichiatrica e gli effetti devastanti che la malattia mentale produce sugli individui che ne sono colpiti. In questa direzione, l'affermarsi della riabilitazione psichiatrica, enfatizzando il trattamento delle conseguenze della patologia piuttosto che la patologia in sé, ha contribuito non poco alla comprensione dell'impatto del disturbo psichiatrico sulla vita di tante persone, condizionata non solo da menomazioni, ma anche da limitazioni funzionali, disabilitŕ e handicap. All'interno di tale paradigma, si colloca la prassi della valutazione del funzionamento del paziente e della formulazione di una diagnosi di competenza sociale.
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Maria, Pozzi Monzo. "L'uso dell'osservazione nella psicoterapia genitori-bambini piccoli, quando i genitori hanno disturbi psichiatrici." INTERAZIONI, no. 2 (December 2011): 69–84. http://dx.doi.org/10.3280/int2011-002007.

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Abstract:
Questo articolo esplora il lavoro con genitori affetti da malattie mentali e con il loro bebč; lavoro che presenta grandi difficoltŕ. La famiglia era stata segnalata al Servizio per la Salute Mentale di Bambini e Adolescenti, alla periferia di Londra, dalla visitatrice per l'infanzia: era preoccupata dell'attaccamento dubbio fra una mamma e la sua bambina di 4 mesi. Un contratto limitato fu stipulato con la famiglia perché giŕ riceveva molti aiuti psichiatrici e di assistenza sociale da un numero di servizi locali. Il compito della terapeuta era di osservare l'emergere della mente della bambina e della sua relazione coi genitori nell'hic et nunc della seduta e condividerlo coi genitori. Il disturbo psichiatrico genitoriale inevitabilmente si era manifestato durante le sedute ed era stato in parte riconosciuto in un dialogo che si alternava fra la terapeuta, la bambina e i genitori. Vengono messe in rilievo le scissioni, le proiezioni e gli aspetti di controtransfert del terapeuta durante il lavoro con questi genitori.
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Cantelmi, Tonino, Emiliano Lambiase, Michela Pensavalli, Pasquale Laselva, and Sara Cecchetti. "COVID-19: impatto sulla salute mentale e supporto psicosociale." MODELLI DELLA MENTE, no. 1 (January 2021): 7–39. http://dx.doi.org/10.3280/mdm1-2020oa10908.

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Abstract:
Una pandemia non è solo un fenomeno medico, ma colpisce gli individui e la società e causa disagi a livello fisico, psicologico, sociale ed economico. Questo perché è un tipo di evento in grado di dimostrare, spesso in modo molto violento, la vulnerabilità e la fragilità dei nostri sistemi sociali e della nostra struttura psicologica, e quanto spesso possano essere inadeguate le nostre capacità di risposta tecnico-scientifica, sociocomunitaria e personale. In questo articolo abbiamo elaborato una rassegna della letteratura al fine di capire le possibili conseguenze psicologiche della pandemia in atto, cercando materiale da tre possibili fonti di informazione: situazioni con caratteristiche simili a quelle della pandemia in atto (es. con distanziamento sociale), eventi epidemici precedenti (es. SARS e MERS) e ricerche svolte direttamente in questo anno sulla pandemia da Sars-CoV-2. Dalle informazioni raccolte è emerso che le conseguenze psicologiche possono essere anche molto gravi (es. Depressione o Disturbo Post-Traumatico), verificarsi in tempi brevi e durare anche molto tempo dopo gli eventi che li hanno prodotti. Inoltre, è emerso come, nonostante le informazioni e la consapevolezza acquisite in situazioni passate o simili, non è stato fatto a sufficienza per prevenire e affrontare tali conseguenze psicologiche avverse.
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Leveni, Daniela, Damiano Mazzoleni, and Daniele Piacentini. "Cognitive-behavioural group treatment of panic attacks disorder: a description of the results obtained in a public mental health service." Epidemiology and Psychiatric Sciences 8, no. 4 (December 1999): 270–75. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00008186.

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Abstract:
RIASSUNTOScopo - In questo lavoro vengono presentati i risultati, a breve termine e dopo sei mesi di follow-up, ottenuti con un trattamento intensivo di tipo cognitivo-comportamentale di gruppo in soggetti affetti da Disturbo da Attacchi di Panico con o senza Agorafobia secondo i criteri del DSM IV. Disegno e Setting - I risultati si riferiscono ad un campione di 22 soggetti trattati presso il Centro Psico Sociale di Zogno (BG) e valutati attraverso strumenti obiettivi di autovalutazione, inerenti sia la soddisfazione di vita (SF/36) che l'and amento sintomatologico (PAAAS, MSPS, STAI-X1, STAI-X2). I dati ottenuti sono indicativi di significativi miglioramenti al termine del trattamento. Sono in corso ulteriori follow-up per valutare il mantenimento nel tempo dei risultati raggiunti. Conclusioni -Il risultato più importante appare comunque la dimostrazione che anche in un Servizio pubblico italiano di salute mentale, come in molti paesi esteri, è stato possibile trattare pazienti affetti da Disturbi d'Ansia con tecniche di dimostrata efficacia e relativamente a basso costo e soprattutto che è possibile introdurre nell'attività clinica routinaria indicatori obiettivi di esito.
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Tarricone, Ilaria, Federico Cesa, Federico Suprani, Giovanna Russo, Roberto Muratori, and Marco Domenicali. "Gioco responsabile e comportamenti di salute: un progetto di ricerca e intervento in Emilia-Romagna." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 2 (September 2020): 175–93. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2020-002010.

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Abstract:
Il gioco d'azzardo ha una diffusione pervasiva nella società contemporanea e può esitare nel disturbo da gioco d'azzardo - DGA - che determina gravi disagi personali, familiari e sociali. Il progetto di ricerca e intervento è stato svolto presso 8 sale bingo di 6 città della regione Emilia Romagna (Modena, Lugo, Bologna, Parma, Cesena, Cesenatico), con i seguenti obiettivi: a) valutare l'incidenza di indicatori di gioco problematico, di stigma per il gioco, di assunzione problematica di acolici, di distress psicofisico negli utenti delle sale bingo; b) valutare se le sale bingo e i loro operatori possano promuovere comportamenti di gioco responsabile; c) verificare la fattibilità e il gradimento di interventi di socio-psico-educazione per la promozione del benessere psicofisico nelle sale bingo. Il progetto è stato svolto in 3 fasi: I) screening dei giocatori; II) focus group per gli operatori; III) intervento di socio-psico-educazione. Dei 98 giocatori intervistati, il 40 % riferisce di avere un comportamento problematico e il 33% stigma per il gioco. Gli operatori hanno mostrato consapevolezza dei problemi psico-sociali legati al gioco d'azzardo e disponibilità a promuovere comportamenti sani. Gli interventi socio-psicoeducativi hanno attratto i giocatori, che hanno richiesto informazioni e talora supporto. I risultati del progetto incoraggiano l'implementazione di azioni che consentano la trasformazione sociale delle sale bingo da loghi dove occultare abitudini negative a luoghi dove promuovere comportamenti sani sia possibile.
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Colombo, Paola, Noemi Buo, and Massimo Molteni. "WIN4ASD. Una piattaforma web per lo screening precoce del disturbo dello spettro autistico nelle cure primarie." QUADERNI ACP 28, no. 1 (2021): 17–20. http://dx.doi.org/10.53141/qacp.2021.17-20.

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Abstract:
Il disturbo dello spettro autistico (ASD) è caratterizzato da difficoltà nella comunicazione e nell’interazione sociale e da comportamenti ripetitivi e ristretti. Sebbene le caratteristiche comportamentali dell’ASD sembrano emergere entro i primi 2 anni di vita, l’età media per ricevere una diagnosi clinica spesso supera i 4 anni. Questo studio presenta uno strumento web (WIN4ASD, Web Italian Network for Autism Spectrum Disorder) destinato ai pediatri di famiglia per lo screening dell’autismo durante i bilanci di salute dei 18 e 24 mesi e per l’interconnessione in fast-track tra cure primarie e servizio specialistico (NPIA). I risultati di questo studio hanno dimostrato che la piattaforma web-based implementata sembra essere un modo efficace, efficiente e sostenibile per integrare i servizi di screening nell’assistenza primaria, e oggi può rappresentare una concreta risposta innovativa anche in relazione all’emergenza sanitaria. Autism Spectrum Disorder (ASD) is a heterogeneous condition characterized by deficits in social communication and repetitive pattern of behavior. Although core behavioral features of ASD appear to emerge within the first 2 years of life, a clinical diagnosis is received on average at 4 years old. The current study examined the implementation of the Web based CHAT screening tool (WIN4ASD, Web Italian Network for Autism Spectrum Disorder) for pediatricians in a systematic autism screening process for all toddlers at 18 and 24 month well-child pediatric visits, as a system to better connect primary care with specialist services (NPIA) in fast-track procedure. The findings of this study showed that the implemented web-based platform appears to be an efficient and feasible way to integrating screening services into primary care efficiently and at low cost, representing at the present time a practical and innovative response to the health emergency.
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Piccinelli, Marco, and Pierluigi Politi. "Struttura fattoriale della versione a 12 domande del General Health Questionnaire in un campione di giovani maschi adulti." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 2, no. 3 (December 1993): 173–81. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00006990.

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Abstract:
RiassuntoScopi- a) Indagare la struttura fattoriale della versione a 12 domande del General Health Questionnaire (GHQ-12) in un campione di maschi diciottenni; b) saggiare la capacità dei punteggi fattoriali standardizzati di discrimi- nare tra soggetti portatori o meno di un disturbo psichico secondo il giudizio dello psichiatra.Disegno- Un campione di 363 soggetti selezionati nel corso della visita militare di leva è stato invitato a completare il GHQ-12 e ad essere intervistato da uno psichiatra. Dati completi sono stati raccolti per 320 soggetti (88% del campione selezionato).Risultati- Due componenti con autovalore(eigenvalue)superiore a 1 sono emerse dall'analisi a componenti principali prima della rotazione, riuscendo a spiegare il 46.7% della varianza nei dati. La prima componente, sulla quale tutti i 12 items del questionario hanno rivelato un peso di segno positivo, è stata interpretata come una misura globale dello stato psicopatologico dei soggetti esaminati. La seconda componente è risultata bipolare, dal momento che su di essa tutti gli items «positivi» hanno presentato pesi di segno positivo, mentre gli items «negativi» hanno avuto pesi negativi; cio suggerisce che il GHQ è in grado di cogliere entrambe le componenti della salute mentale, la componente negativa (di cui sono espressione i sintomi) e la componente positiva (rappresentata dalla presenza di uno stato di benessere soggettivo). Dopo rotazione Varimax ciascun item del questionario pesava significativamente su uno solo dei due fattori identificati, fatta eccezione per l'item 12 il cui peso è risultato inferiore a 0,500 su entrambi i fattori. Il fattore A, caratterizzato dai 6 items «negativi» del GHQ-12, è stato denominato «disforia generale» ; il fattore B, definito da 5 dei 6 items «positivi» è stato chiamato «benessere/funzionamento sociale» . La migliore discriminazione tra soggetti portatori o meno di un disturbo psichico è stata offerta dai punteggi relativi al fattore «disforia generale» ; nessun vantaggio è stato invece ottenuto dalla combinazione dei punteggi riportati sui due fattori.Conclusioni- La compren- sione della struttura fattoriale del GHQ-12 potra fornire utili informazioni oltre a quelle offerte da un singolo punteggio di severità risultante dalla semplice somma delle risposte positive, spingendo la descrizione dello stato psicopatologico dei soggetti esaminati oltre la semplice distinzione tra «casi» e «non-casi».
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Eibenstein, Rebecca, and Adele Fabrizi. "Abuso sessuale e PTSD complesso: gli effetti dello stress traumatico cronico sul sistema immunitario. Strategie d'intervento." RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA, no. 1 (June 2021): 23–43. http://dx.doi.org/10.3280/rsc2021-001002.

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Abstract:
Il lavoro presenta le principali caratteristiche del PTSD complesso nel contesto dell'abuso sessuale e l'impatto che questo disturbo e la condizione di stress cronico ad esso associata può avere sulla persona traumatizzata, in particolar modo sul sistema immunitario. Una caratteristica importante del sistema immunitario è la sua capacità di reagire in modo differente in base allo stimolo specifico, ma anche la capacità di apprendimento e di memoria, mostrando come questo sistema si strutturi fondamentalmente in rapporto con l'ambiente. È sempre più evidente che le diverse modalità di risposta del sistema immunitario non dipendono solo dal ti-po di stimolo (ad esempio, virus, batteri), ma anche dal microambiente e dalle condizioni generali dell'organismo, dunque anche dallo stress psicologico. È chiaro, pertanto, come il sistema immunitario sia in grado di interagire con il sistema ner-voso e quindi con i fenomeni mentali e relazionali. Lo stress psichico di tipo croni-co che si osserva in coloro che hanno subito un trauma cumulativo interpersonale può quindi costituire un importante fattore di disfunzione del sistema immunitario, con un'alterata risposta che è alla base di molte patologie in cui il sistema immunitario svolge un ruolo cruciale. Oltre a ciò, nelle persone vittime di abuso è stato rilevato uno sfasamento del sistema nervoso autonomo, per cui risultano essere iperattiva-te da un sistema viscerale che invia loro un continuo segnale di pericolo. Questa condizione ha importanti ripercussioni anche sulla capacità interattiva e sociale, con un grave impatto sul benessere psicofisico della persona. Per questo motivo, è necessario sviluppare interventi basati su un approccio multidisciplinare e biopsi-cosociale che aiutino le persone traumatizzate a risintonizzare la regolazione au-tonomica per favorire la fiducia e un coinvolgimento sociale spontaneo, e ad ela-borare le componenti emotive e somatiche dell'esperienza traumatica.
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Dazzan, Paola, Dinesh Bhugra, Mauro G. Carta, and Bernardo Carpiniello. "Decision making process for compulsory admission: study on a group of psychiatrists from Sardinia (Italy)." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 10, no. 1 (March 2001): 37–45. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00008526.

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Abstract:
RIASSUNTOScopo – Valutare il processo decisionale che conduce al Trattamento Sanitario Obbligatorio. Setting – Un gruppo di psichiatri (n=81) della provincia di Cagliari (Sardegna, Italia). Principali misure utilizzate – Le attitudini verso il processo decisionale per il Trattamento Sanitario Obbligatorio sono state valutate attraverso tre ipotetici casi clinici che descrivevano: 1) un uomo con un quadro clinico di depressione e sintomi psicotici; 2) una giovane donna ad un possibile primo episodio psicotico; e 3) un uomo con una storia di abuso di sostanze e disturbo bipolare. Ciascun caso era seguito da un elenco di 11 fattori, ritenuti in letteratura come i più importanti nel processo decisionale per il ricovero obbligatorio (status psichico attuale, diagnosi, severità della malattia, pericolosità, utilità di un'eventuale terapia farmacologica, storia psichiatrica, età, sesso del paziente, possesso di un'abitazione, supporto sociale, occupazione). Per ciascun caso è stato chiesto agli psichiatri: a) se avrebbero sottoposto o meno il soggetto a Trattamento Sanitario Obbligatorio; e b) di elencare gli 11 fattori in ordine di importanza nella decisione di ricoverare obbligatoriamente. Risultati – 57 psichiatri (26 uomini e 31 donne) hanno completato il questionario. I fattori ritenuti importanti nella decisione di ricoverare obbligatoriamente sono stati: status psichico, diagnosi, severità della malattia e utilità di un'eventuale terapia farmacologica. La pericolositá per sé o per gli altri è stata ritenuta il fattore più importante dal 23% del campione. Conclusioni – In tre situazioni cliniche ipotetiche esiste un buon accordo sui fattori ritenuti importanti nella decisione di ricoverare obbligatoriamente, con ampia soggettività nell'applicazione di tali fattori. Questi fattori corrispondono ai criteri raccomandati dalla legge italiana. Il criterio della pericolosità per sé o per gli altri ha un ruolo importante nella decisione e viene occasionalmente considerato più importante dello stato psichico del paziente.
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Jacobs, Marjorie Lee. "Violins of Hope." Music and Medicine 8, no. 3 (July 31, 2016): 139. http://dx.doi.org/10.47513/mmd.v8i3.462.

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Abstract:
Violins of Hope was inspired by a confluence of factors: (1) my recovery-oriented psychiatric rehabilitation work with adults and young adults, the majority of whom have been diagnosed with trauma- and stressor-related disorders, depression, anxiety, and/or psychotic disorders, (2) the Violins of Hope-Cleveland educational and music collaboration and (3) the research of Daniel Levitin (Behavioural Neuroscience Department of Psychology, McGill) and Anthony Jack (the Brain, Mind and Consciousness Laboratory, Case Western Reserve). The poem reflects my understanding of how music can trigger both unpleasant/pleasant memories and emotions and how mindfulness practice can facilitate the switching between social-empathic and analytic networks of the brain and activate the parasympathetic nervous system response. Mindfulness practice develops the mind of the curious and non-judgmental observer who can notice when he/she is getting emotional. Then with acceptance and self-compassion, he/she acts to focus on a slow, repetitive, rhythmic activity like breathing, singing, or mantra recitation in order to bring his/her body/mind back to calm, clarity, and harmony (homeostasis).*Download file to play mp3 filesSpanishViolines de Esperanza – Comunicación Personal Violines de Esperanza estuvo inspirado por una confluencia de factores: (1) mi trabajo en rehabilitación psiquiátrica orientada en recuperación de adultos y adultos jóvenes , la mayoría de los cuales habían sido diagnosticados con desordenes relacionados al trauma y stress , depresión , ansiedad y/o desordenes psiquiátricos , (2) la colaboración educacional y musical de Violines de Esperanza – Cleveland y (3) la investigación de Daniel Levitin ( Departamento de Psicología de Neurociencia Comportamental, McGill) y Anthony Jack (El cerebro, Laboratorio de Mente y Conciencia, Case Western Reserve). El poema refleja mi entendimiento sobre como la música puede desencadenar tanto recuerdos agradables/desagradables como emociones y que la práctica de mindfullness puede facilitar el cambio entre la empatía social y las redes analíticas del cerebro y activar la respuesta del sistema nervioso parasimpático.La práctica de Mindfullness desarrolla una mente curiosa y un observador que no juzga y que puede reconocer cuando él/ella se está emocionando. Luego con la aceptación y la autocompasión él/ella actúa para atender a actividades rítmicas, repetitivas y lentas como la respiración, el canto o el recitado de mantras a fin de llevar su cuerpo/mente de nuevo a la calma , la claridad y la armonía (homeóstasis) Palabras clave: recuperación, rehabilitación, desordenes relacionados al trauma y al stress , depresión , ansiedad , musicoterapia , practica de mindfullness , canto , recitado de mantrasGermanViolins of Hope – persönliche KommunikationAbstract: Das Programm Violins of Hope wurde durch eine Reihe von Faktoren beeinflusst: (1) meine genesungsorientierte Arbeit in der psychiatrischen Rehabilitation mit Erwachsenen und Jugendlichen, in der Mehrzahl mit trauma- und stressbedingten Störungen, Depression, Angststörungen u/o psychiatrischen Erkrankungen, (2) die Violins of Hope-Cleveland Unterrichts-und Musik-orientierte Zusammenarbeit und (3) die Forschung von Daniel Levitin (Behavioural Neuroscience Department of Psychology, McGill) und Anthony Jack (the Brain, Mind and Consciousness Laboratory, Case Western Reserve). Das Gedicht spiegelt mein Verständnins wieder, wie Musik beides, unschöne und schöne Erinnerungen und Emotionen triggern kann, und wie achtsame Praxis das Wechseln zwischen den sozial-empathischen und dem analytischen Netzwerken des Gehirns erleichtern und die Reaktionen des parasympathischen Nervensystem aktivieren kann. Achtsame Praxis entwickelt den Sinn des neugierigen und nicht-wertenden Beobachters, der dadurch merken kann, wenn er/sie emotional wird. Dann kann er /sie sich mit Aktzeptanz und Selbstmitleid auf eine langsame, repetitive, rhythmische Aktivität konzentrieren – wie atmen, singen oder Mantra rezitieren – um damit sein/ihren Körpter/ Geist zu Ruhe, Klareit und Harmonie (Homöostase). Keywords: Gesundung, Rehabilitation, trauma- und stressbedingte Störungen, Depression, Angststörung, Musiktherapie, achtsame Praxis, singen, Mantra rezitierenItalianViolins of Hope – Personal communicationViolins of Hope è stato ispirato da una cofluenza di fattori: (1) il mio lavoro di riabilitazione psichiatrica con adulti e adolescenti, la quale maggioranza di loro è stata diagnosticata con traumi e disordini dovuti dallo stress, depressione, anzia e/o disturbi psicotici, (2) collaborazioni con i Violins of Hope-Cleveland e (3) la ricerca di Daniel Levitin (Behavioural Neuroscience Department of Psychology, McGill) e di Anthony Jack (the Brain, Mind and Consciousness Laboratory, Case Western Reserve). Il poema riflette il mio modo di comprendere come la musica possa innescare in noi sia i brutti che i bei ricordi, lo stesso per le emozioni, e come la pratica coscente puo facilitare lo switch tra parte socio-empatica e parte analitica del cervello ed attivare la risposta del sistema parasimpatico. La pratica coscente sviluppa la mente dell’osservatore il quale curioso e senza giudizio può notare quando lui/lei sta diventando emotivo/a. Poi con accettazione e auto-compassione lui/lei può agire e concentrarsi su una attività ritmica più lenta e ripetitiva come ad esempio la respirazione, il canto o la recitazione di mantra, al fine di riportare la mente e il corpo del paziente in armonia (omeostasi).Parole chiave: riabilitazione, trauma, disordini dovuti dallo stress, depressione, anzia, musicoterapia, pratica coscente, mantraJapanese希望のバイオリン- 個人的コニュニケーション希望のバイオリンは、複数の要因の合流点からインスパイアされたものである:(1) その過半数がトラウマとストレス関連の障害、鬱、不安障害、そして/もしくは精神障害と診断された人達である、大人と若年成人を対象とした回復重視型の社会復帰療法という私の仕事、 (2)クリーブランド希望のバイオリンの教育的かつ音楽のコラボレーション、そして、(3)Daniel Levitin氏 (Behavioural Neuroscience Department of Psychology, McGill) とAnthony Jack 氏(the Brain, Mind and Consciousness Laboratory, Case Western Reserve)。その詩は 、音楽がどのように不愉快な/快適な記憶と感情の両方を誘因できるのか、マインドフルネスの実践がどのように社会的共感と脳の分析的ネットワークの間を切り替えできるのか、そして副交感神経系の反応を活性化できるのか、私の理解を反映している。マインドフルネスの実践は、好奇心の強い心、自身がいつ感情的なるかの気づき、偏った判断をしない観察者を育成する。そして、セルフ・コンパッションを受け入れと共に、自身の体と心が落ち着き、明瞭さ、調和を取り戻すためにゆっくりすることに集中し、繰り返し、呼吸などのリズム活動を行い、歌唱もしくはマントラ朗唱を行う(ホメオスタシス)。 キーワード:回復、リハビリテーション、トラウマとストレス関連障害、鬱、不安、音楽療法、マインドフルネス、歌唱、マントラ朗唱
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Di Cesare, P., S. Crivellari, G. Gallizzi, F. Guglielmucci, I. G. Franzoi, A. Pepoli, D. Degiovanni, F. Grosso, and A. Granieri. "L’impatto psicologico dell’amianto, killer invisibile del corpo e della mente." Working Paper of Public Health 5, no. 1 (June 15, 2016). http://dx.doi.org/10.4081/wpph.2016.6693.

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Abstract:
Introduzione: L’esposizione ad amianto determina l’insorgenza di varie patologie, tra le quali placche polmonari, asbestosi e mesotelioma pleurico maligno (MPM). Vivere in un Sito Contaminato può dunque rappresentare per l’intera comunità un vero e proprio trauma cumulativo che porta in campo malattia e morte per via di una sorta di “killer invisibile”: l’amianto. In tali circostanze è necessario realizzare protocolli di presa in carico multidisciplinare che possano offre un approccio di cura integrato sia ai pazienti sia ai loro caregiver. Metodologia: Sono ormai numerose in letteratura le evidenze scientifiche che sostanziano l’importanza del ruolo che la psicologia clinica può ricoprire in ambito oncologico. Obiettivo di questo lavoro è descrivere nello specifico la situazione di Casale Monferrato, le ricerche realizzate sul territorio e delineare l’intervento psicologico-clinico proposto in quella sede per rispondere alla qualità dei bisogni evidenziati in pazienti affetti da patologie asbesto-correlate, tra cui principalmente il MPM, e nei loro caregiver. Risultati: I risultati delle ricerche effettuate a Casale Monferrato evidenziano quanto emerge nella letteratura internazionale, ossia che i pazienti affetti da patologie asbestocorrelate manifestano frequentemente ansia, depressione, disturbi somatici e una certa tendenza al ritiro sociale. Il lavoro psicologico-clinico all’interno dell’intervento di psicoterapia gruppale breve offre loro un setting in cui poter storicizzare la malattia ed elaborare le molteplici sfaccettature del dolore che una diagnosi infausta porta in campo: da quello maggiormente connesso al corpo, a quello più squisitamente psichico. Conclusione: Il ruolo della psicologia clinica in ambito oncologico è di fondamentale importanza sia per il paziente sia per i suoi familiari, in quanto può favorire l’elaborazione della sofferenza e della rabbia connesse alla diagnosi di malattia oncologica o al dover prendersi cura in modo continuativo di un proprio caro cui è stata posta una diagnosi infausta. L’intervento psicologico permette, inoltre, di dare nome e significato alla paura connessa all’esposizione ad amianto: un killer silenzioso e invisibile, che rischia altrimenti di restare impensabile e impensato.
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Iorio, Gennaro, and Nicola Iorio. "Il paradosso della nosografia psichiatrica del XXI secolo." MODELLI DELLA MENTE, no. 1 (July 2016). http://dx.doi.org/10.3280/mdm1-2016oa3443.

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Abstract:
Gli Autori sviluppano in questo lavoro alcune riflessioni critiche sull'importanza prioritaria, che è stata data in Psichiatria, negli ultimi anni, agli aspetti diagnosticonosografici. Una psichiatria, principalmente polarizzata sul rilievo esasperato del sintomo, con l'unico scopo di elaborare nuove forme di classificazioni diagnostiche, è una psichiatria che perde di vista l'essere umano nella sua globalità, si disinteressa dello stato di sofferenza vissuta dal paziente, perde di mira la patogenesi del disturbo, commette un grossolano errore, nel momento in cui isola il sintomo dalla struttura di personalità, producendo errori altrettanto gravi a livello terapeutico-assistenziale. Tale prospettiva influenza, inevitabilmente, anche alcune forme di psicoterapie, sollecitando paradigmi e strategie di intervento, mirati prevalentemente alla risoluzione del sintomo e snaturando, così, anche il significato stesso del concetto di psicoterapia. Con la pretesa di definire criteri più oggettivi di selezione e categorizzazione dei pazienti, ai fini della ricerca, non ci si accorge di incrementare la disomogeneità. Un paziente infatti, non può essere confrontato con un altro, trascurando le caratteristiche dell'intera struttura di personalità, l'influenza su di essa esercitata dal sistema sociale e relazionale di riferimento e le sue capacità reattive. Di questo complesso sistema il sintomo, che ne costituisce solo la parte più periferica, non può rappresentare un criterio di omologazione valido. Una psichiatria, prevalentemente orientata alla sistematizzazione nosografica, trascura, inoltre, la relazione terapeutica, il rapporto comunicativo con il paziente, il lavoro di formazione e di analisi introspettiva del terapeuta, lo studio della psicopatologia, minando alla base le radici stesse della psichiatria.
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