Academic literature on the topic 'Dune costiere'

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Journal articles on the topic "Dune costiere"

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Acosta, A., I. Anzellotti, A. Staniscie, and C. Blasi. "I Gradienti Floristico-Strutturali Delle Dune Costiere del Parco Nazionale del Circeo." Giornale botanico italiano 130, no. 1 (January 1996): 520. http://dx.doi.org/10.1080/11263509609439737.

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Liberto, A., and P. Leo. "UNA NUOVA HALAMMOBIA DEL PELOPONNESO E NUOVI DATI FAUNISTICI SUI TENEBRIONIDI DELLA GRECIA (Coleoptera, Tenebrionidae)." Fragmenta Entomologica 38, no. 2 (October 31, 2006): 251. http://dx.doi.org/10.4081/fe.2006.9.

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Abstract:
<em>Halammobia bulla</em> n. sp. del Peloponneso occidentale viene descritta, illustrata e comparata con <em>H. pellucida</em>, l’unica altra specie del genere finora nota, e vengono riportate alcune osservazioni sulle modalità di raccolta degli adulti della serie tipica. La nuova specie è un elemento strettamente psammoalobio legato alle dune costiere. Sono inoltre forniti nuovi dati faunistici su 31 specie di Tenebrionidi della Grecia continentale e peninsulare, alcune delle quali erano conosciute dell’area solo su reperti ottocenteschi. <em>Iphtimulus truqui</em>i e <em>Pseudoseriscius helvolus</em> adriaticus risultano nuovi per la Grecia.
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Della Valle, Valeria. "Dunoso, dunare o dunale?" XII, 2020/1 (gennaio-marzo) 12, no. 1 (February 4, 2020): 26–27. http://dx.doi.org/10.35948/2532-9006/2020.3226.

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Dissertations / Theses on the topic "Dune costiere"

1

Amaini, Chiara. "Indagini di tomografia geoelettrica sulle dune costiere della Provincia di Ravenna." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8440/.

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Abstract:
Questa tesi Magistrale è frutto di un'attività di ricerca, che consiste nella realizzazione di un'indagine geofisica di tipo geoelettrico (ERT Electrical Resistivity Tomography). Lo scopo è quello di caratterizzare l'idrogeologia di una porzione limitata dell'acquifero freatico costiero ravennate, situato nella Pineta Ramazzotti di Lido di Dante, cercando di apportare nuove conoscenze sulle dinamiche che favoriscono l'ingressione marina (problema di forte attualità)che potrebbero contribuire a migliorare la gestione e la tutela delle risorse idriche. In questo contesto la tesi si pone come obiettivo quello di valutare l'applicabilità del metodo geoelettrico verificando se questo è in grado d'individuare efficacemente l'interfaccia acqua dolce-salata e le strutture presenti nel sottosuolo, in due tipologie di ambiente, con e senza un sistema di dune. I risultati dimostrano che dal punto di vista scientifico, il metodo geoelettrico ha verificato il principio di Ghyben-Herzberg, il quale suppone che vi sia una relazione inversa tra quota topografica e limite superiore della zona satura con acqua salata, inoltre si è riscontrata una certa stagionalità tra i profili acquisiti in momenti diversi (influenzati dalla piovosità). Mentre dal punto di vista tecnologico, il metodo, è di difficile utilizzo negli ambienti di transizione tanto ché chi si occupa professionalmente di questi rilievi preferisce non eseguirli. Questo è dovuto alla mancanza di un protocollo per le operazioni di acquisizione e a causa dell'elevato rumore di fondo che si riscontra nelle misurazioni. Con questo studio è stato possibile calibrare e sviluppare un protocollo, utilizzabile con diverse spaziature tra gli elettrodi, che è valido per l'area di studio indagata. Si è riscontrato anche che l'utilizzo congiunto delle informazioni delle prospezioni e quelle dei rilievi classici (monitoraggio della superficie freatica, parametri chimico-fisici delle acque sotterranee, rilievo topografico e sondaggi geognostici), generino un prodotto finale di semplice interpretazione e di facile comprensione per le dinamiche in atto.
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Pifferi, Micaela. "Idrologia di un cordone di dune costiere nella zona naturale a sud di Foce Bevano." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/5119/.

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Abstract:
Dalla collaborazione fra il Comune di Ravenna ed ENI ha preso origine il progetto “RIGED – Ra” ossia il “Progetto di ripristino e gestione delle dune costiere ravennati”. Nell’ambito di tale attività sperimentale si è voluto effettuare una caratterizzazione dell’idrologia di una limitata, ma rappresentativa, porzione dell’acquifero freatico costiero situata in un cordone di dune posto nella Pineta di Lido di Classe, a sud di Foce Bevano. Lo studio si pone di essere rappresentativo per le caratteristiche idrogeologiche delle dune costiere adriatiche nella zona di Ravenna. A tale fine è stato valutato l’andamento di alcuni parametri chimico-fisici delle acque sotterranee; inoltre, è stata monitorata mensilmente la profondità della tavola d’acqua (water table - WT). Questi monitoraggi hanno permesso di descrivere la distribuzione delle acque dolci e di quelle salate nonché la loro dinamica stagionale. Infine, è stata eseguita un’analisi idro-geochimica con l’intento di valutare la tipologia delle acque presenti nell’area in esame e la loro eventuale variazione stagionale. Per la raccolta dei campioni è stata sfruttata l’innovativa metodologia a minifiltri utilizzata da alcuni anni nel nord dell’Europa, in modo particolare in Olanda. Questa tecnica ha due caratteristiche peculiari: i tempi di campionamento vengono ridotti notevolmente ed, inoltre, permette un’ottima precisione e rappresentatività delle acque di falda a diverse profondità poiché si effettua un campionamento ogni 0,50 m. L’unico limite riscontrato, al quale vi è comunque rimedio, è il fatto che la loro posizione risulti fissa per cui, qualora vi siano delle fluttuazioni dell’acquifero al di sopra del minifiltro più superficiale, queste non vengono identificate. È consigliato quindi utilizzare questo metodo di campionamento poiché risulta essere più performante rispetto ad altri (ad esempio al sistema che sfrutta lo straddle packers SolinstTM ) scegliendo tra due diverse strategie per rimediare al suo limite: si aggiungono minifiltri superficiali che nel periodo estivo si trovano nella zona vadosa dell’acquifero oppure si accompagna sempre il campionamento con una trivellata che permetta il campionamento del top della falda. Per quanto concerne la freatimetria il campionamento mensile (6 mesi) ha mostrato come tutta l’area di studio sia un sistema molto suscettibile all’andamento delle precipitazioni soprattutto per la fascia di duna prossima alla costa in cui la scarsa vegetazione e la presenza di sedimento molto ben cernito con una porosità efficace molto elevata facilitano la ricarica dell’acquifero da parte di acque dolci. Inoltre, sul cordone dunoso l’acquifero si trova sempre al di sopra del livello medio mare anche nel periodo estivo. Per questa caratteristica, nel caso l’acquifero venisse ricaricato artificialmente con acque dolci (Managed Aquifer Recharge), potrebbe costituire un efficace sistema di contrasto all’intrusione salina. Lo spessore d’acqua dolce, comunque, è molto variabile proprio in funzione della stagionalità delle precipitazioni. Nell’area retro-dunale, invece, nel periodo estivo l’acquifero freatico è quasi totalmente al di sotto del livello marino; ciò probabilmente è dovuto al fatto che, oltre ai livelli topografici prossimi al livello medio mare, vi è una foltissima vegetazione molto giovane, ricresciuta dopo un imponente incendio avvenuto circa 10 anni fa, la quale esercita una notevole evapotraspirazione. È importante sottolineare come durante la stagione autunnale, con l’incremento delle precipitazioni la tavola d’acqua anche in quest’area raggiunga livelli superiori a quello del mare. Dal monitoraggio dei parametri chimico – fisici, in particolare dal valore dell’Eh, risulta che nel periodo estivo l’acquifero è un sistema estremamente statico in cui la mancanza di apporti superficiali di acque dolci e di flussi sotterranei lo rende un ambiente fortemente anossico e riducente. Con l’arrivo delle precipitazioni la situazione cambia radicalmente, poiché l’acquifero diventa ossidante o lievemente riducente. Dalle analisi geochimiche, risulta che le acque sotterranee presenti hanno una composizione esclusivamente cloruro sodica in entrambe le stagioni monitorate; l’unica eccezione sono i campioni derivanti dal top della falda raccolti in gennaio, nei quali la composizione si è modificata in quanto, il catione più abbondante rimane il sodio ma non si ha una dominanza di un particolare anione. Tale cambiamento è causato da fenomeni di addolcimento, rilevati dall’indice BEX, che sono causati all’arrivo delle acque dolci meteoriche. In generale, si può concludere che la ricarica superficiale e la variazione stagionale della freatimetria non sono tali da determinare un processo di dolcificazione in tutto l’acquifero dato che, nelle zone più profonde, si rivela la presenza permanente di acque a salinità molto superiore a 10 g/L. La maggior ricarica superficiale per infiltrazione diretta nelle stagioni a più elevata piovosità non è quindi in grado di approfondire l’interfaccia acqua dolce-acqua salata e può solamente causare una limitata diluizione delle acque di falda superficiali.
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Berardo, Luca. "Valutazione dei rischi costieri e potenziali livelli di adattamento raggiungibili nell’area compresa tra Marina di Ravenna e Lido Adriano." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9490/.

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Abstract:
Vista la crescente frequenza e gravità delle catastrofi naturali legate al clima negli ultimi anni, una risposta collettiva si rende più che mai necessaria. In particolare l’analisi delle evidenze storiche, confermate recentemente anche da alcune tempeste e mareggiate che hanno colpito la zona ravennate, mostra abbastanza chiaramente un quadro di ricorrenza che ha interessato l’area. Infatti i rischi costieri, potenzialmente presenti nell’area di studio considerata in questo lavoro, pur non essendo elevati come in altre zone italiane, sono però ad un livello tale che non può essere del tutto ignorato. Lo scopo è quindi quello di preparare al meglio i territori interessati, adattando gli edifici e le infrastrutture al fine di proteggere le opere, di limitarne i rischi di demolizione e di salvare vite umane in caso di un evento oltremodo critico. Ad oggi si sente l´esigenza di un approccio globale che tenga conto del problema della sicurezza in campo urbanistico, a partire dal disegno concettuale di qualsiasi edificio e indipendentemente dalla sua funzione. Gli obiettivi dei potenziali adattamenti infrastrutturali, visti i rischi costieri dell’area compresa tra Marina di Ravenna e Lido Adriano, sono: • di generare efficaci standard costruttivi e metodologie di progettazione per le infrastrutture che si trovano in zone vulnerabili; • di garantire la sicurezza dei cittadini e delle attività in tali zone; • di ridurre l'impatto socio-economico delle catastrofi naturali. In questa tesi, in particolare, si fornirà un quadro generale dell’area studio, si approfondirà il tema del rischio costiero andando ad analizzare quali sono i rischi potenziali dell’area ed, all’interno di essa, le zone maggiormente in pericolo; si proporrà un metodo di valutazione economica degli stabilimenti balneari e della spiaggia ed infine si analizzeranno i principali adattamenti alle infrastrutture realizzabili.
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Cozzolino, Davide. "Caratterizzazione idrogeologica dell'acquifero presente all'interno di cordoni litoranei antropizzati: casi studio di Marina Romea e Porto Corsini." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/9796/.

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Abstract:
Secondo l'Agenzia Europea dell'Ambiente una delle principali minacce per le risorse di acqua dolce della zone costiere italiane è l’intrusione salina. L’obiettivo di questa tesi magistrale è la caratterizzazione idrogeologica di una frazione dell’acquifero freatico costiero situato in due differenti corpi dunosi. L’indagine proseguita per cinque mesi ha evidenziano differenze tra un’area sottoposta a forte pressione antropica (Marina Romea) e un’area che mostra un relativo sviluppo naturale del sistema spiaggia-duna (Porto Corsini). La tecnica di campionamento utilizzata è il sistema a minifiltri (multi level samplers), metodologia innovativa che garantisce tempistiche di monitoraggio rapide e una campionatura multi-livello puntuale e precisa. La campagna di monitoraggio ha coinvolto misure di freatimetria, conduttività elettrica e analisi chimiche delle acque che hanno portato ad una loro classificazione geo-chimica. Dai risultati si evidenzia che l’acquifero è molto salinizzato, gli strati d’acqua dolce sono isolati in lenti superficiali e i tipi di acque presenti sono dominati da ioni sodio e cloro. Tra i due siti il più vulnerabile risulta essere Marina Romea per molti fattori: l’erosione costiera che assottiglia la fascia dunale adibita alla ricarica di acqua dolce, un’estensione spaziale della duna minore rispetto a Porto Corsini, la presenza di infrastrutture turistiche che hanno frazionato la duna, la vicinanza al canale di drenaggio che causa la risalita delle acque profonde saline, la presenza di specie arboree idro-esigenti che attingono e quindi assottigliano le lenti d’acqua dolce. Si propone di migliorare la qualità dell’acqua sotterranea con una migliore gestione del canale di drenaggio, sostituendo alcuni esemplari di pinacee con specie arbustive tipiche degli ambienti dunosi ed infine imponendo misure per il risparmio idrico durante la stagione turistica.
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Tonelli, Sarah. "Analisi spaziale e temporale della flora psammofila del litorale della Provincia di Pesaro e Urbino." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/23122/.

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Abstract:
Questo lavoro di tesi ha analizzato l’andamento della flora psammofila (autoctona e alloctona) del litorale della Provincia di Pesaro e Urbino sulla base dei campioni conservati nell’Herbarium Brilli-Cattarini De Planta Salis. Sulla base del parere esperto del Dott. L. Gubellini è stato creato un elenco di specie vegetali psammofile (autoctone e alloctone)–attualmente presenti o estinte (12)-del litorale della Provincia di Pesaro e Urbino. Successivamente, è stata fatta la ricerca di tali specie nei campioni dell’Herbarium Brilli-Cattarini De Planta Salis e in segnalazioni floristiche (edite e non edite). Con i dati raccolti è stato creato un database. Ciascun record è stato georeferenziato sulla base delle località citate, previa loro standardizzazione. La georeferenziazione dei campioni di flora è stata effettuata tramite il software open source QGIS Geographic Information System (www.qgis.org). Il database ottenuto si compone di 52 specie target (di cui 46 autoctone e 6 alloctone) e conta 296 record floristici così suddivisi per tipo di fonte: 177 dati d’erbario, 52 segnalazioni provenienti da dati di letteratura e 67 segnalazioni non edite. I dati coprono un periodo che va dal 1936 al 2020 e sono distribuiti in 23 località. Sia la distribuzione spaziale sia quella temporale presentano il maggior numero di record tra gli anni ’50 e gli anni ’80 sia per le specie autoctone sia per quelle alloctone. I record dopo il 1980 sono in numero inferiore e concentrati principalmente nelle due Aree Floristiche protette. Le 12 specie estinte non presentano record dopo il 1980 (ad eccezione di Tragus racemosus (1981) e Cenaturea tommasinii (1998)). Queste specie, in particolare le alofile, indicano la scomparsa di ambienti umidi retrodunali presso la costa della Provincia. I dati d’erbario sono legati a bias di vario tipo che, se non considerati, portano ad un’interpretazione errata dei cambiamenti avvenuti alla flora psammofila nel periodo di tempo considerato (1930–2020).
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Zauli, Tessa. "Valutazione della vulnerabilità costiera nell'area ravennate: il caso di Marina di Ravenna e foce Bevano." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9597/.

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Abstract:
La tesi tratta di un concetto che negli ultimi anni sta diventando sempre più importante e per questo, deve essere studiato e analizzato: la vulnerabilità costiera. In generale per vulnerabilità si intende il carattere di chi o di ciò che è vulnerabile, ossia la sua predisposizione ad essere colpito, attaccato o danneggiato. Viene anche definita come l’attitudine di un dato elemento o contesto territoriale a supportare gli effetti di un evento dannoso in funzione dell’intensità dell’evento stesso. Questa nozione, in particolare, verrà applicata all’ambito costiero; pertanto si parlerà di vulnerabilità costiera dell’area ravennate. La vulnerabilità costiera è definita come il grado a cui un sistema costiero è suscettibile agli effetti negativi del cambiamento climatico, inclusi la variabilità climatica e gli eventi estremi. Negli ultimi decenni si è giunti alla conclusione che le manifestazioni meteo-marine di estrema entità hanno avuto la tendenza a svilupparsi con maggiore intensità e frequenza (es.: mareggiate). Questo è il motivo per cui la trattazione verterà su tale argomento, al fine di presentare, chiarire e rendere più esplicita questa tematica, sempre maggiormente presente nella realtà di tutti i giorni. Nei due siti di interesse: Marina di Ravenna e foce Bevano, sono stati effettuati due transetti, da cui sono stati estratti i relativi profili topografici, sui quali è stato calcolato il Dune Safety Factor, considerando i diversi valori di sopraelevazione marina totale.
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Sistilli, Flavia <1983&gt. "Valutazione integrata del sistema spiaggia-duna costiera, in relazione alle dinamiche geomorfologiche, vegetazionali e meteomarine (Ravenna, Italia)." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7532/.

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Abstract:
La zona costiera è un ecosistema di transizione dove l’interazione di numerosi fattori determina un equilibrio di tipo dinamico, estremamente sensibile agli impatti delle attività antropiche. La costa romagnola, come tutta quella italiana, soffre oggigiorno di un’importante crisi erosiva aggravata dalla subsidenza e dall’intensificarsi di eventi meteomarini potenzialmente erosivi. In questo contesto, la progressiva scomparsa delle dune costiere ha privato il sistema di un’importante difesa naturale ed elemento di resilienza. L’oggetto di studio sono quindi le dune costiere non come elemento isolato ma nell’ottica complessiva di un sistema dinamico e complesso che coinvolge forzanti meteomarine, spiaggia e vegetazione. L’articolazione dello studio ha riguardato prima di tutto l’analisi dei trend evolutivi delle aree dunose a scala secolare, da un punto di vista quantitativo e qualitativo. Lo studio dei fattori fisici ha permesso la definizione del quadro meteomarino di base e l’analisi di mareggiate e storm surge, secondo frequenze attuali e valori estremi. Inoltre, è stata effettuata la caratterizzazione della componente spiaggia da un punto di vista morfodinamico modale. Lo studio della vegetazione costiera in termini di successione spaziale ha evidenziato situazioni di disturbo/naturalità oltre ad importanti relazioni tra specie e valibili morfo-topografiche. Lo ricerca è proseguita quindi con il vero e proprio studio integrato incentrato sullo sviluppo delle dune embrionali (area naturale di foce Bevano) osservando i patterns di sedimentazione/erosione, la risposta ai singoli eventi erosivi, nonché i tassi di crescita in elevazione ed estensione. Le diverse componenti monitorate sono state analizzate in relazione alla dinamica geomorfologica, intesa come aree di accumulo/stabilità/erosione e monitorata tramite tecniche di fotogrammetria Structure from Motion. In conclusione, l’obiettivo dello studio è stato quello di fornire un contributo alla conoscenza delle dinamiche ambientali del sistema costiero, offrendo oltretutto utili indicazioni per la realizzazione di auspicabili interventi di conservazione di questi importanti habitat.
Coastal zone is a transition ecosystem where the interaction of several factors determines a dynamic equilibrium that is extremely sensitive to the impacts of human activities. Now a days the Emilia-Romagna’s coast, like overall Italian coast, suffers from a significant erosive crisis that is worsen by land subsidence and storminess intensification. In this context, the progressive disappearance of costal dune is equivalent to deprive the system from an essential natural defense and resilience element. The object of this study is therefore coastal dunes system not as an isolated element but in the overall perspective of a dynamic and complex system that involves meteo-marine forcing, beach and vegetation. The study starts with a preliminary analysis of evolutionary trends of dune areas, on a century scale, from a quantitative and qualitative point of view. In order to describe physical factors, meteo-marine conditions were defined for the area with particular attentions on potential erosive events such as storm-waves and storm surges, considering current frequency and extreme values. Moreover, natural beaches morphodynamic modal state and closure depth values were assessed. The study of coastal vegetation in terms of spatial sequence showed different situations of disturbance/naturality as well as important relationships between species and morpho-topographical parameters. Research continued then with the actual integrated study focusing on embryo dunes development, in the natural area of Bevano torrent mouth, observing for a year the sedimentation/erosion patterns, the response to single erosive event and growth rates in elevation and extension. The others environmental components monitored were analyzed in connection to geomorphologic dynamic, evaluated in terms of areas of deposition/stability/erosion and surveyed by ground-based and Structure from Motion photogrammetry. In conclusion, the study objective was to provide a contribution to environmental coastal dynamics knowledge, offering moreover useful indications for desirable restoration and conservation actions of this important habitat.
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Books on the topic "Dune costiere"

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Lapiana, Francesco. Le dune e gli ambienti umidi costieri della Sicilia: Tra passato, presente e futuro. Palermo: Il Brigantino, 2010.

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Book chapters on the topic "Dune costiere"

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Beccarisi, Leonardo, Cosimo Gaspare Giannuzzi, Giorgio D'Andria, and Marco Greco. "Habitat and flora monitoring in the Regional Nature Reserve of "Palude del Conte e Duna Costiera di Porto Cesareo" (Puglia, Italy)." In Proceedings e report, 483–91. Florence: Firenze University Press, 2020. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-147-1.48.

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Abstract:
This study describes the results of the monitoring activity on habitats and plant species in the Regional Nature Reserve of "Palude del Conte e Duna Costiera di Porto Cesareo" (Puglia, Italy) and in the adjoining special areas of conservation (SACs), in the period April-December 2018. The activity combined field vegetation surveys and interpretation of orthophotos on a GIS system. The study identifies the pressure and threat factors that negatively affect the conservation of habitats.
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A. Badria, Farid, and Abdullah A. Elgazar. "Drug Repurposing in Dermatology: Molecular Biology and Omics Approach." In Drug Repurposing - Hypothesis, Molecular Aspects and Therapeutic Applications. IntechOpen, 2020. http://dx.doi.org/10.5772/intechopen.93344.

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Abstract:
The withdrawal of several blockbuster drugs due to severe adverse effects and the failure of several developed drugs in clinical trials raised questions about the efficacy of current approaches of drug discovery. Moreover, the limitation of resources and the long and costive process of drug discovery made a lot of pharmaceutical companies to employ drug repurposing strategies to get new insights about activities that were not considered during their initial discovery. The development of therapeutics for treatment of dermatological condition is not considered as priority although it affects the lifestyle of thousands of people around the world. Serendipity and observations have contributed significantly in this field but immerse efforts have been exerted to find systematic methods to identify new indications for drugs, especially with the unprecedented progress in molecular biology and omics. So, in this chapter, we will emphasize on different approaches used for drug repositioning and how it was applied to find new therapeutics for different dermatoses.
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