Academic literature on the topic 'Edilizia'

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Journal articles on the topic "Edilizia"

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Sori, Ercole. "Il ciclo neoclassico nelle marche tra economia e societŕ." STORIA URBANA, no. 135 (February 2013): 27–42. http://dx.doi.org/10.3280/su2012-135002.

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Abstract:
Esiste una stretta relazione tra la congiuntura economica e sociale che le Marche attraversano tra gli anni '30-'40 del XVIII secolo e gli anni '70-'80 del XIX, da un lato, e il ciclo edilizio e architettonico del neoclassicismo. Nel passaggio tra XVIII e XIX secolo si verificano rilevanti variazioni quantitative, funzionali e congiunturali nella produzione edilizia: a) diminuzione complessiva degli interventi; b) ridimensionamento della committenza ecclesiastica e nobiliare; c) proliferazione di teatri; d) tenuta degli interventi in attrezzature urbane; e) significative cadute congiunturali (periodo giacobino-napoleonico; gli "anni della fame" 17645-67 e 1816-17). Il neoclassico appare come l'architettura con la quale i centri urbani escono dalle rispettive cinte murarie, relegando tendenzialmente il "vecchio" entro le mura, mentre il nuovo procede speditamente al suo esterno oppure occupa gli "sventramenti" operati nel minuto tessuto edilizio storico. L'effetto depressivo che la caduta dei prezzi agricoli durante la Restaurazione ha sugli investimenti edilizi viene compensata da nuove intenzioni anticicliche, si potrebbe dire quasi "keynesiane". Il ciclo neoclassico si avvale di specifici meccanismi di alimentazione e diffusione territoriale: a) nuovi o potenziati meccanismi di finanziamento: b) competizione e imitazione tra centri urbani, soprattutto in vista della promozione da terra a civitas, e tra centri maggiori e minori. Il risveglio edilizio neoclassico ha bisogno di adeguate interfacce imprenditoriali e manifatturiere nel settore dei materiali da costruzione (fornaci da laterizi e da calce). Ad una modularitŕ "cellulare" del mattone si accompagna una ben piů ampia modularitŕ tipologica, urbanistica e sociale del manufatto neoclassico.
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Corsini, Maria Grazia. "Residential building types in Italy before 1930: the significance of local typological processes." Urban Morphology 1, no. 1 (January 16, 1997): 34–48. http://dx.doi.org/10.51347/jum.v1i1.4049.

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Abstract:
I tipi edilizi residenziali in Italia fino al 1930: permanenze e derivazioni dai processi tipologici locali. La maggior parte del tessuto edilizio dei quartieri progettati in Italia dalla seconda metà dell' Ottocento ad oggi è costituito dalla casa plurifamiliare ad appartamenti o `casa in linea'. La casa in linea dei primi quartieri di espansione rappresenta la codificazione del tipo plurifamiliare nato nella città antica dal riuso dell'edilizia monofamiliare medioevale, attraverso fenomeni di rifusione e sopraelevazione. Per questo, esaminando in comparazione i quartieri residenziali di città italiane progettati e realizzati dalla metà dell' Ottocento ai primi decenni del Novecento si rilevano, insieme a caratteri comuni nel tessuto e nell'edilizia, accezioni particolari e differenziazioni locali, nella struttura, nella distribuzione e soprattutto nel sistema di aggregazione della casa in linea, dovute alla permanenza e continuità di processi tipologici autoctoni ereditati dalla città antica. La ricostruzione dei processi tipologici locali diventa indispensabile per giungere al recupero del progetto riferito all'esperienza edilizia storica dell'area culturale di appartenenza, in stretta connessione e continuità con la cultura dei luoghi. L'analisi si sviluppa nella comparazione dei processi tipologici di tre città italiane, Genova, Roma, Milano.
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Danzi, Maria Luisa, and Luca Sciarretta. "Edilizia scolastica: questione centrale." QT Quaderni di Tecnostruttura, no. 40 (November 2010): 49–54. http://dx.doi.org/10.3280/qt2010-040007.

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Spinelli, Luigi. "Buone pratiche di edilizia pubblica." TERRITORIO, no. 99 (August 2022): 188–89. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-099023.

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Lowe, K. J. P. "A Florentine prelate's real estate in Rome between 1480 and 1524: the residential and speculative property of Cardinal Francesco Soderini." Papers of the British School at Rome 59 (November 1991): 259–82. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200009739.

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Abstract:
LA PROPRIETA DI UN PRELATO FIORENTINO TRA IL 1480 E IL 1524: LA PROPRIETA RESIDENZIALE E QUELLA SPECULATIVA DEL CARDINALE FRANCESCO SODERINIL'articolo tratta dell'acquisto e dell'incremento, tra il 1480 e il 1524, della proprietà romana del Card. Francesco Soderini, vescovo di Firenze. Si concentra sulla questione di come il Soderini rispose alle condizioni abitative ed edilizie del mercato durante questo periodo e del rapporto di tale risposte con le esigenze famigliari e quelle dell'suo ufficio e livello sociale. Oltre a realizzare i progetti dei propri palazzi egli era anche interessato alla speculazione edilizia di negozi e piccoli appartamenti. Si discute a proposito delle proprietà Soderini in via Alessandrina, in Borgo, ai SS. Apostoli e a Tor Sanguigna, ed anche della sua villa suburbana alle falde del Gianicolo.
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Pertot, Gianfranco. "Alle origini della ricostruzione di Milano: l'attivitŕ edilizia negli anni successivi alla liberazione." STORIA URBANA, no. 135 (February 2013): 65–89. http://dx.doi.org/10.3280/su2012-135004.

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Abstract:
Il contributo presenta un bilancio dell'attivitŕ di esame delle richieste di autorizzazione per opere edilizie svolta dal Comune di Milano, tramite diverse commissioni a ciň preposte, nel periodo 1945-1947. Si tratta della fase iniziale della ricostruzione di una cittŕ colpita pesantemente dai bombardamenti, priva di piano regolatore (dopo la sospensione del piano Albertini del 1934 decretata dal Cln - Comitato di liberazione nazionale) ma con molte convenzioni ancora in vigore, soprattutto per le aree centrali e in regime di blocco dell'attivitŕ edilizia. All'analisi dei dati restituiti dai documenti si affianca una valutazione dell'operato delle diverse commissioni di fronte ai problemi di tutela posti dalla ricostruzione, nella fase di definizione di un nuovo Piano regolatore generale, la cui attuazione verrŕ frustrata da un lungo iter di approvazione e dal rilascio di un altissimo numero di autorizzazioni "in precario", consuetudine che ebbe inizio proprio nel periodo considerato e che divenne in seguito dilagante.
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McLaughlin, Martin L. "THE GENESIS OF CALVINO'SLA SPECULAZIONE EDILIZIA." Italian Studies 48, no. 1 (January 1993): 71–85. http://dx.doi.org/10.1179/its.1993.48.1.71.

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Harriss, C. L. "Use of Income From Urban Land: Thoughts From U.S. Esperience*." Journal of Public Finance and Public Choice 5, no. 3 (October 1, 1987): 213–17. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907344415.

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Abstract:
Abstract Questo scritto costituisce una critica al modo in cui negli Stati Uniti si è fatto uso della rendita edilizia.La terra, in essenza, costituisce una risorsa la cui esistenza non dipende dal suo prezzo. Un’imposizione elevata ridurrà l’offerta di qualsiasi bene, eccetto la terra, che non può spostarsi in un’altra giurisdizione. Ne deriva che la rendita edilizia può essere utilizzata per fornire entrate agli enti locali, i quali, invece, basano prevalentemente i loro introiti sulla property tax, che non si limita a colpire il terreno, ma comprende anche edifici, macchinari, scorte, ecc.Se l’obiettivo fondamentale dev’essere quello di incoraggiare gli investimenti edilizi ed industriali, è necessario seguire il suggerimento di Henry George e limitare il prelievo fiscale alia sola rendita urbana. In tal modo, i benefici dello sviluppo urbano in termini di prezzi dei terreni potrebbero essere utilizzati per finanziare le attività collettive.
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Barioglio, Caterina, and Daniele Campobenedetto. "La trasformazione ordinaria. Gli effetti della legge n. 106/2011 sulla forma urbana a Torino." TERRITORIO, no. 95 (May 2021): 125–34. http://dx.doi.org/10.3280/tr2020-095014.

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Abstract:
In un momento storico in cui le città europee sono teatro di modifiche progressive piuttosto che di massive espansioni, acquista importanza il ruolo della disciplina dell'attività edilizia e delle forme di regolazione che agiscono sulle trasformazioni ordinarie. Questo contributo mira a esplorare gli esiti di uno di questi strumenti - la legge n. 106/2011. Lo studio offre una mappatura delle trasformazioni edilizie attuate, o approvate, tramite questa legge a Torino fino al 2019. L'obiettivo è comprendere il rapporto tra le intenzioni espresse dallo strumento regolativo e i suoi effetti sullo spazio della città: l'analisi dei tipi di intervento, del cambiamento di destinazioni d'uso e superfici di ogni trasformazione è messa in relazione con le modifiche volumetriche, per studiare gli esiti morfologici delle pratiche private di trasformazione e il loro ruolo nel processo di ‘produzione di città'. Parole chiave: trasformazione urbana; morfologia urbana; codici urbani
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Caramellino, Gaia. "L'attivitŕ edilizia dell'Istituto Nazionale Assicurazioni, 1950-1970." TERRITORIO, no. 64 (February 2013): 106–8. http://dx.doi.org/10.3280/tr2013-064017.

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Dissertations / Theses on the topic "Edilizia"

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Fabbi, Andrea. "Ottimizzazione dei costi di gestione e di manutenzione nell'edilizia ospedaliera." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Abstract:
Obiettivo del presente elaborato è la definizione di un sistema di valutazione dei requisiti di manutenibilità e flessibilità degli elementi tecnici, con particolare riferimento all’edilizia sanitaria, settore nel quale le spese di gestione e di manutenzione si sono rivelate estremamente elevate. Al fine di individuare i requisiti di manutenibilità fissati dalla committenza, è stata eseguita un’analisi su alcune gare di appalto, per ricavarne i criteri con cui vengono definiti i costi di esercizio. Nonostante le prescrizioni recentemente introdotte dalla normativa nazionale per l’affidamento di lavori pubblici, l’analisi ha evidenziato che nel settore dell’edilizia sanitaria le Stazioni appaltanti non si sono ancora adeguate, con la conseguenza che, ad oggi, nessuna delle procedure di affidamento analizzate prende in considerazione i costi di manutenzione e di gestione in fase di aggiudicazione. Si è quindi dimostrata la necessità di introdurre sperimentalmente un sistema di valutazione, con l’obiettivo di stimare in termini di flessibilità e manutenibilità le scelte progettuali. Definiti i requisiti oggetto di valutazione si è poi cercato di valutarne l’applicabilità ad un caso studio di edilizia ospedaliera con il duplice fine di stabilire lo stato dell’arte attuale. È stato possibile così evidenziare le carenze procedurali in fase di aggiudicazione nell’edilizia ospedaliera e, parallelamente, proporre un sistema attraverso il quale porre rimedio a tali mancanze. L’applicazione dei principi qui esposti consentirebbe alle stazioni appaltanti e ai progettisti di definire scelte progettuali che qualitativamente rispondono alle necessità di una facile manutenzione e flessibilità architettonica nell’ottica di una riduzione dei costi di trasformazione, di gestione e di manutenzione delle strutture ospedaliere.
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Tobaldi, David Maria <1975&gt. "Materiali Ceramici per Edilizia con Funzionalità Fotocatalitica." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1535/1/DavidMaria_Tobaldi_Tesi.pdf.

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Abstract:
This thesis wad aimed at the study and application of titanium dioxide photocatalytic activity on ceramic materials. As a matter of fact, photocatalysis is a very promising method to face most of the problems connected with the increasing environmental pollution. Furthermore, titanium dioxide, in its anatase crystallographic phase, is one of the most investigated photocatalytic material and results to be perfectly compatible with silicate body mixes. That goal was pursued by two different strategies: 1. the addition to a body mix used for heavy clay products of several titania powders, with different mean crystallite size, surface area, morphology and anatase/rutile ratio and a titania nanosuspension as well. The titania addition followed two procedures: bulk and spray addition over the ceramic samples surface. Titania was added in two different percentages: 2.5 and 7.5 wt.% in both of the methods. The ceramic samples were then fired at three maximum temperatures: 900, 950 and 1000 °C. Afterwards, the photocatalytic activity of the prepared ceramic samples was evaluated by following the degradation of an organic compound in aqueous medium, under UV radiation. The influence of titania morphological characteristics on the photoactivity of the fired materials was studied by means of XRD and SEM observations. The ceramic samples, sprayed with a slip containing 7.5 wt.% of titania powder and fired at 900 °C, have the best photoactivity, with a complete photo-decomposition of the organic compound. At 1000 °C no sample acted as a photocatalyst due to the anatase-to-rutile phase transformation and to the reaction between titania and calcium and iron oxides in the raw materials. 2. The second one foresaw the synthesis of TiO2-SiO2 solid solutions, using the following stoichiometry: Ti1-xSixO2 where x = 0, 0.1, 0.3 and 0.5 atoms per formula unit (apfu). The mixtures were then fired following two thermal cycles, each with three maximum temperatures. The effect of SiO2 addition into the TiO2 crystal structure and, consequently, on its photocatalytic activity when fired at high temperature, was thoroughly investigated by means of XRD, XPS, FE-SEM, TEM and BET analysis. The photoactivity of the prepared powders was assessed both in gas and liquid phase. Subsequently, the TiO2-SiO2 solid solutions, previously fired at 900 °C, were sprayed over the ceramic samples surface in the percentage of 7.5 wt.%. The prepared ceramic samples were fired at 900 and 1000 °C. The photocatalytic activity of the ceramic samples was evaluated in liquid phase. Unfortunately, that samples did not show any appreciable photoactivity. In fact, samples fired at 900 °C showed a pretty low photoactivity, while the one fired at 1000 °C showed no photoactivity at all. This was explained by the excessive coarsening of titania particles. To summarise, titania particle size, more than its crystalline phase, seems to have a relevant role in the photocatalytic activity of the ceramic samples.
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Tobaldi, David Maria <1975&gt. "Materiali Ceramici per Edilizia con Funzionalità Fotocatalitica." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1535/.

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Abstract:
This thesis wad aimed at the study and application of titanium dioxide photocatalytic activity on ceramic materials. As a matter of fact, photocatalysis is a very promising method to face most of the problems connected with the increasing environmental pollution. Furthermore, titanium dioxide, in its anatase crystallographic phase, is one of the most investigated photocatalytic material and results to be perfectly compatible with silicate body mixes. That goal was pursued by two different strategies: 1. the addition to a body mix used for heavy clay products of several titania powders, with different mean crystallite size, surface area, morphology and anatase/rutile ratio and a titania nanosuspension as well. The titania addition followed two procedures: bulk and spray addition over the ceramic samples surface. Titania was added in two different percentages: 2.5 and 7.5 wt.% in both of the methods. The ceramic samples were then fired at three maximum temperatures: 900, 950 and 1000 °C. Afterwards, the photocatalytic activity of the prepared ceramic samples was evaluated by following the degradation of an organic compound in aqueous medium, under UV radiation. The influence of titania morphological characteristics on the photoactivity of the fired materials was studied by means of XRD and SEM observations. The ceramic samples, sprayed with a slip containing 7.5 wt.% of titania powder and fired at 900 °C, have the best photoactivity, with a complete photo-decomposition of the organic compound. At 1000 °C no sample acted as a photocatalyst due to the anatase-to-rutile phase transformation and to the reaction between titania and calcium and iron oxides in the raw materials. 2. The second one foresaw the synthesis of TiO2-SiO2 solid solutions, using the following stoichiometry: Ti1-xSixO2 where x = 0, 0.1, 0.3 and 0.5 atoms per formula unit (apfu). The mixtures were then fired following two thermal cycles, each with three maximum temperatures. The effect of SiO2 addition into the TiO2 crystal structure and, consequently, on its photocatalytic activity when fired at high temperature, was thoroughly investigated by means of XRD, XPS, FE-SEM, TEM and BET analysis. The photoactivity of the prepared powders was assessed both in gas and liquid phase. Subsequently, the TiO2-SiO2 solid solutions, previously fired at 900 °C, were sprayed over the ceramic samples surface in the percentage of 7.5 wt.%. The prepared ceramic samples were fired at 900 and 1000 °C. The photocatalytic activity of the ceramic samples was evaluated in liquid phase. Unfortunately, that samples did not show any appreciable photoactivity. In fact, samples fired at 900 °C showed a pretty low photoactivity, while the one fired at 1000 °C showed no photoactivity at all. This was explained by the excessive coarsening of titania particles. To summarise, titania particle size, more than its crystalline phase, seems to have a relevant role in the photocatalytic activity of the ceramic samples.
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Miceli, Salvatore Andrea. "Problemi giuridici del lavoro transnazionale in edilizia." Doctoral thesis, Università di Catania, 2014. http://hdl.handle.net/10761/1628.

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Abstract:
La tutela dei diritti sociali all'interno dell'Unione Europea, di fronte alla crisi economica e finanziaria che oramai da anni attanaglia l'Europa e buona parte del mondo occidentale, richiede agli studiosi del diritto un surplus di attenzione. Il presente elaborato ha come fine quello di tentare di fornire un contributo alla risoluzione dell'annoso problema dell'obbligatorietà o meno dell'iscrizione alle casse edili italiane delle imprese edili straniere operanti in Italia, riportando le problematiche generali attinenti il lavoro transnazionale al circoscritto ambito del lavoro transnazionale in edilizia.
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PALAZZO, Francesco. "Linee guida per la redazione di Eco-Regolamenti Edilizi nella Regione Sicilia." Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2014. http://hdl.handle.net/10447/90646.

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Abstract:
In vista degli obiettivi di Horizon2020, e all’interno del dibattito sulle Smart Cities, il tema della sostenibilità dell’ambiente costruito risulta di grande attualità, specie se coniugato con la necessità di garantire un’elevata qualità della vita e una crescita individuale e sociale della comunità, ottimizzando risorse e spazi comuni. Gli attori di questo cambiamento sono i Comuni, che attraverso i propri Regolamenti Edilizi, devono governare la trasformazione del territorio e la realizzazione di nuovi edifici, tecnologicamente all’altezza delle nuove esigenze, anche introducendo incentivi, premi volumetrici, per il perseguimento dei nuovi obiettivi energetici ed ambientali.. In tale quadro risulta obbligata una revisione degli strumenti urbanistici, in particolare dei Regolamenti edilizi, i cui adeguamenti, in generale, non hanno seguito la domanda di qualità e sostenibilità urbana ed edilizia.
In view of the objectives of Horizon2020, and in the debate on the Smart Cities, the theme sustainability of the built environment is of great relevance, especially if married with the need to ensure a high quality of life and individual growth and social community, optimizing resources and common spaces. The main actor of this change is the Public Administration, which, via their own Building Regulations, need to foster the creation of intelligent buildings, introducing incentives, volumetric awards, inserting fresh objectives for energy and the environment. New housing requirements have brought about a re-thinking of recuperation methods with regard to the existing building heritage, as well as approaches to design of new structures. There needs to be an overhaul of town-planning instruments, especially Building Regulations, the updating of which have not in general responded to the demand for urban and building quality and sustainability.
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Trotta, Michele Maria. "Ristrutturazione edilizia: requisiti del piano operativo di sicurezza." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/6861/.

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Abstract:
In questa tesi quindi sono stati analizzati gli aspetti relativi alla legislazione sulla sicurezza, contemplando la nascita e l’evoluzione dell’assetto normativo italiano ed il recepimento delle disposizioni comunitarie. In particolare è stata approfondita la normativa riguardante i cantieri temporanei e/o mobili per l’attività edilizia. L’applicazione di quanto previsto in termini di legge è stato esaminato per un caso concreto di ristrutturazione edilizia. Sono stati esaminati gli aspetti critici del Piano Operativo di Sicurezza e proposte modifiche correttive per meglio adattarsi alla specificità del cantiere in oggetto, con lo scopo ultimo di diminuire l’esposizione al rischio ed aumentare la salvaguardia della sicurezza e salute dei lavoratori. Il caso di studio qui presentato evidenzia le difficoltà e le diffidenze che ancora permangono tra la norma e la sua applicazione in cantiere. Il vero anello debole della catena è spesso la mancanza della percezione della sicurezza come azione di tutela nei confronti dei lavoratori. Infatti, in mancanza di una adeguata sensibilizzazione, piuttosto che di una formazione “nozionistica”, il lavoratore continua a percepire la sicurezza come un’imposizione, come un qualcosa che ostacola il proprio lavoro. Non è certamente semplice cambiare un’impostazione che magari ha contrassegnato l’intero percorso lavorativo e la rinomata scomodità di alcuni DPI spesso porta ad un utilizzo saltuario degli stessi e solamente laddove viene realmente percepito un rischio per la propria incolumità. Ed è proprio per questo motivo che, nonostante i lavoratori siano perfettamente a conoscenza delle norme e delle prassi di buona tecnica da rispettare, continuino a lavorare con le stesse modalità che hanno appreso all’inizio dell’attività lavorativa. Il sondaggio somministrato ai lavoratori conferma questa realtà, suggerendo che la via della formazione, con particolare attenzione agli aspetti di sensibilizzazione, potrebbe diminuire concretamente il divario esistente tra la teoria (la norma) e la pratica. In ogni caso anche da questo studio è emerso in maniera incontrovertibile che la sicurezza sul lavoro, nonostante delle resistenze che solo il tempo, la costanza e le buone pratiche riusciranno a superare, resta comunque un processo storicamente ineluttabile.
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Malmusi, Riccardo. "Ottimizzazione di sfere geopolimeriche per applicazioni in edilizia." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Abstract:
Il processo di geopolimerizzazione è di particolare interesse nell’ambito delle costruzioni sia per la produzione di nuovi materiali (anche leganti) che per la realizzazione di aggregati. In questo lavoro di tesi è stata studiata la sintesi di sfere geopolimeriche utilizzando un processo di solidificazione mediante sospensione. L’innovatività di questo metodo di sintesi ha reso necessario uno studio approfondito dei parametri di processo quali il mix design dell’impasto, la temperatura, la velocità di miscelazione, il tempo di indurimento, la tipologia di solvente in cui far formare le sfere, etc. Le sfere geopolimeriche preparate sono state utilizzate per la realizzazione di dischetti pressati in modo tale da valutare sul prodotto finito il grado di porosità aperta mediante misura di assorbimento d’acqua. Inoltre, le sfere geopolimeriche sono state anche caratterizzate nell’ottica di valutare il loro utilizzo come aggregati.
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Cimarelli, Laura, and Luca Fornaroli. "Declivi. Intervento di edilizia residenziale sostenibile a Bertinoro." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/3586/.

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Abstract:
Oggetto di questa tesi di Laurea è la progettazione di un quartiere residenziale sostenibile a Bertinoro (FC) richiesto dell’Amministrazione Comunale, orientata anche verso la realizzazione di un parcheggio di attestazione multipiano per il borgo e di una risalita meccanizzata al centro. L’area d’intervento costituisce infatti una posizione strategica per l’arrivo e gli accessi alla città alta. Il progetto quindi affronta due scenari: uno a scala urbana e uno a scala architettonica. Fondamentale è stata la definizione delle strategie urbane: consapevoli dell’importanza di una gestione sostenibile del territorio, questa tesi ha cercato di affrontare le problematiche relative alla mobilità del luogo, caratterizzato da forti pendii, ponendosi come obiettivo l’eliminazione di flussi veicolari nel centro storico e nel contempo la completa accessibilità di quest’ultimo attraverso nuovi sistemi meccanizzati di risalita che incentivino la mobilità pedonale. Ciò ha portato ad un studio dei percorsi di Bertinoro e ad una ricerca sulle varie tipologie sia di parcheggio multipiano che di risalita finalizzata alla definizione della soluzione più efficiente e adeguata per il luogo. A scala architettonica la complessità del progetto è stata quella di dare uguale importanza a dati oggettivi e quantificabili, come orientamento, apporti solari, impianti, senza tralasciare i valori storico-paesaggistici, risorsa fondamentale per quest'area. La sfida è stata quindi quella di progettare un quartiere con dei requisiti energetici che vadano ben oltre i confini determinati dalla normativa e di riuscire ad integrare nel contesto, con il minor impatto ambientale e percettivo, l’intero insediamento, compreso il parcheggio multipiano e la risalita. Il titolo “declivi” sintetizza in questo senso la strategia adottata ovvero tutto il progetto nasce da un attento confronto con le caratteristiche topografiche del luogo cercando di ripristinarle dove sono venute a mancare in una logica non di aggiunta del costruito ma di “crescita” dal suolo. La chiave di lettura è stata in particolare l’idea del terrazzamento e degli affacci sul paesaggio. Durante tutto il processo progettuale si è dunque operato verificando contestualmente ogni scelta dal punto di vista architettonico, tecnologico ed energetico puntando ad un progetto che possa essere definito sostenibile a tutte le sue scale: urbanistica e architettonica.
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MASSARA, DANIELA. "L¿EDILIZIA ABITATIVA DI MILANO IN ETÀ ROMANA." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2019. http://hdl.handle.net/2434/616907.

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Abstract:
The thesis research moves from the interest for the reconstruction of the historical image of Mediolanum through the analysis of the residential structures and the meaning of precise building and ornamental choices testified in them, beginning from the I century B.C. up to the IV century A.D. The thesis is divided in two parts. In the first section, constituted by the introduction and by three chapters, they are faced the history of the studies on the residential house building in Cisalpina, the topography of Mediolanum, the principal theme on the housing districts and a brief paragraph on the techniques. In the second part the catalog of the floors and of the domus are displayed. The topographical analysis of the city shows what premised essential to be able to fully understand the dynamics of the transformations of the insulae and of the domus in them existing; the examination of the archaeological rests is integrated with how much brought from the ancient sources and with the data emerged from the excavations and from the most recent studies on single monuments or on themes of more general character. A knowledge decidedly deepened of the archaeological reality in Milan and a critical use of the bibliographical sources and, above all, archive files of housing buildings are placed at the base of the search. The cards of the catalog of the domus, in fact, are based both on the bibliography and on the reports of excavations; the bibliography in few cases is related to the scientific publication of the archaeological excavations, while for the greatest part of the recoveries it is limited to few hints or news on them. This is due partly to the fact that, for many contexts, the consistence of the finds concerns the floor coverings and/or single building structures. The documentation of file examined is not homogeneous: for the most recent excavations it is filed at the excavation archive of the Italian Antiquity Authority (Soprintendenza) and it can furnish the reports of excavation, the graphic and photographic material, rarely the preliminary presentation of the material finds. For the investigations conducted before the years '80 of the last century, the documents are preserved instead at the topographical section of the Soprintendenza, together with papers of office and cadastral; in the most fortunate cases the diaries of excavation have been found correlated by sketches of the plants and the recoveries, together with photos of these last in black and white; more easily, however, it deals with short notes of the assistants of excavation and reliefs of the architects of the Municipality, normally without explanations and/or characterizations. It needs to underline as, especially for the contexts without any publication, has been faced the studying from zero of the entire dig documentation, departing from the reading of the reports, therefore of the cards of stratigraphic units, comparing then the information contained with photos and reliefs. The cards are been filled up with detail of elements, keeping in mind of everything how much has been possible to find and to verify, crossing the data emerged from the different domus so that to be able to furnish a comparison of the interpretative analysis from time to time suggested. In the chapter on the housing districts they are examined in their whole the housing contexts introduced in the catalog, distinguishing them among urban and suburban, according to a diachronic sequence, so that to put in relief similarities and differences in the organization of the spaces and in the type of decoration. Although it has not been archaeologically investigated till now a whole entire roman house, the final documentation represents ahead a meaningful footstep in the understanding of the house building in roman Milan. Among the environments more frequently observed, besides the courts endowed with elements of water supply, they are cubicula and triclinia. These last ones are examined apart, among the propria loca: cubicula and dining rooms result often combined, according to various solutions, not adhering to a common standard, inside the house arrangement; their decoration stands out for refinement and luxury, from the moment that since the I century B.C. there are floors layout in opus sectile, besides in cement and mosaic. It highlights the rarity of the figurative scenes:, only two examples in fact have been found dated to the I century B.C.-I century A.D. and three between III and IV century A.D. (one of which from the imperial palace), to forehead of twenty-six floors in opus sectile. Building and decorative fervor characterizes the houses of the inhabitants of Mediolanum since the beginnings of its Romanization, without Celtic traditions are abandoned entirely, for example in the employment of walls in perishable material, well attested for the whole I century A.D. and richly according to the fashion of the centre italic paintings. Constructive initiative and aesthetic seeking are comparable to that of other important Roman centers, as for instance. in Cisalpina, that of Aquileia.
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DALLA, COSTA SILVIA. "Informazioni condivise per l'analisi delle prestazioni energetiche in edilizia." Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2011. http://hdl.handle.net/11578/278293.

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Books on the topic "Edilizia"

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Vignocchi, Gustavo. Urbanistica-edilizia. Torino: UTET, 1989.

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Giuliani, Cairoli Fulvio. L' edilizia nell'antichità. Roma: La Nuova Italia scientifica, 1990.

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Calvino, Italo. La speculazione edilizia. Milano: Arnoldo Mondadori, 1994.

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Calvino, Italo. La speculazione edilizia. Milano: Mondadori, 1991.

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5

Giuliani, Cairoli Fulvio. L' edilizia nell'antichità. Roma: Carocci, 2006.

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Giuliani, Cairoli Fulvio. L' edilizia nell'antichità. Roma: La Nuova Italia scientifica, 1990.

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Pedrotti, Walter. Manuale del muratore e non solo. 3rd ed. Colognola ai Colli (VR): Demetra, 2003.

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Trevisi, Antonio Salvatore. Efficienza energetica in edilizia. 2nd ed. Santarcangelo di Romagna (Rimini): Maggioli, 2007.

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De, Micheli Giuseppe. Tecnologia e genesi edilizia. Roma: Gangemi, 1998.

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Trevisi, Antonio Salvatore. Efficienza energetica in edilizia. 2nd ed. Santarcangelo di Romagna (Rimini): Maggioli, 2007.

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More sources

Book chapters on the topic "Edilizia"

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La Rocca, Cristina. "Materiali pubblici e edilizia privata nell’Italia teodericiana." In Spazio pubblico e spazio privato, 235–59. Turnhout: Brepols Publishers, 2018. http://dx.doi.org/10.1484/m.scisam-eb.5.116187.

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2

Orlandi, Silvia. "Per la storia edilizia di Roma nel iv secolo. Qualche contributo epigrafico." In Studi e testi tardoantichi, 507–23. Turnhout, Belgium: Brepols Publishers, 2019. http://dx.doi.org/10.1484/m.stta-eb.5.119103.

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3

Rambaldi, Simone. "L’Attività edilizia a destinazione pubblica fra i Severi e i Soldatenkaiser: continuità e trasformazioni." In The Roman Empire during the Severan Dynasty, edited by T. Corey Brennan and Eric C. De Sena, 173–206. Piscataway, NJ, USA: Gorgias Press, 2013. http://dx.doi.org/10.31826/9781463214340-009.

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4

Costantino, Domenica, and Maria Giuseppa Angelini. "Process Modeling and Photogrammetric Production for Structural Investigations Concerning to the Collapse of Palazzo Edilizia in Salerno (Italy)." In Progress in Cultural Heritage Preservation, 440–48. Berlin, Heidelberg: Springer Berlin Heidelberg, 2012. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-642-34234-9_45.

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5

Bianchi, Giovanna. "Modi di costruire, organizzazione del cantiere e politiche edilizie nelle campagne del regno italico tra seconda metà IX e X secolo: continuità o rinnovamento?" In Seminari del Centro interuniversitario per la storia e l’archeologia dell’alto medioevo, 365–95. Turnhout: Brepols Publishers, 2013. http://dx.doi.org/10.1484/m.scisam-eb.1.102117.

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Calvani, Mirella Marini. "Edilizia residenziale." In Lo scavo a Parma sotto Palazzo Sanvitale, 34–38. Archaeopress Publishing Ltd, 2023. http://dx.doi.org/10.2307/jj.608102.10.

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Calvani, Mirella Marini. "Edilizia barbarica." In Lo scavo a Parma sotto Palazzo Sanvitale, 140–42. Archaeopress Publishing Ltd, 2023. http://dx.doi.org/10.2307/jj.608102.22.

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Gualandi, Federico. "Proporzionalità (nella disciplina dell’attività edilizia e delle sanzioni amministrative)." In Teorie dell’architettura, 318–23. Quodlibet, 2022. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv2gvdn9s.45.

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"IMMAGINARE LA SOSTITUZIONE DI UN EDIFICIO DI EDILIZIA RESIDENZIALE PUBBLICA." In Residenza pubblica e condivisione identitaria, edited by Riccardo Petrachi, Cecilia Eli, and Martina Barbino, 132–50. Quodlibet, 2019. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctvj7wmqc.23.

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10

D'Amuri, Maria. "6. La municipalizzazione edilizia: un magro bilancio o una vicenda complessa?" In La casa per tutti nell'Italia giolittiana, 237–84. Ledizioni, 2013. http://dx.doi.org/10.4000/books.ledizioni.2273.

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Conference papers on the topic "Edilizia"

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Ottaviani, Dorotea. "Il valore della memoria nei processi di riqualificazione dei grandi complessi di edilizia residenziale pubblica." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8017.

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Abstract:
Come affrontare i processi di riqualificazione quando “il rapporto tra le aree-residenza e elementi primari” non è più alla base della configurazione per tessuti della città e la casa diventa monumentale memoria e gesto rappresentativo dello Stato? Concentrando lo sguardo sul periodo tra gli anni 60' e 70' si rende evidente un intento congiunto delle amministrazioni e degli architetti, attraverso la progettazione di complessi a scala macroscopica, spesso isolati dal contesto classico della città, di creare una visione chiara ed iconica del ruolo assistenzialista dello Stato. Questa stagione, sottolineata da scelte compositive in contrapposizione con la visione “ordinaria” della città e della sua crescita per tessuti, raggiunge la sua massima espressione nel “grande segno” che fa coincidere tipologia architettonica con morfologia urbana e racconta di un’amministrazione che vuole essere il referente diretto per la risoluzione di problematiche sociali e risponde in maniera reattiva e molto rapida alle questioni e alle esigenze poste dalle sue classi più bisognose. Il primo valore da riconoscere ai progetti di questo periodo è di essere stati rappresentativi di vocazioni collettive e di averle riassunte con un gesto progettuale dall'alto valore iconografico. La seconda caratteristica di questa stagione architettonica, continuando a restringere la valutazione ad una constatazione dei fatti scevra di componenti di giudizio, è la sua ampia vocazione ad essere terreno sperimentale sia in ambiti architettonici che urbanistici. La domanda che ci poniamo è se sia possibile ripartire da queste due valori per re-interpretare i progetti dei grandi complessi residenziali pubblici e renderli “abitabili” mantenendone le loro particolari vocazioni. How can we deal with requalification process in parts of the city which are no longer based on the “relation among residential-area and primary elements” and where the house has become the rappresentative memory of programs and ideals of the State? Concentrating on the 60' and 70' period in Italy it is clear a joined intent of the administration and the architects to create a neat and iconographic image of the protective and directive role of the State towards its citizen, through the designing of large, unitary social housing, often off the normal urban scale and isolated by the rest of the city. This season, highlighted by compositive experience in sharp contrapposition with the “ordinary” vision of the city, reach its maximal expression in “great sign design” that tends to an equivalence between architectural typology and urban morphology. The first merit that have to be acknowlegde to those project is to have been a representative of collective vocations through a high valued iconographical design. A second valor to be confered to this period is its vocation on being a laboratory for both architectural and urban experimentation. Question we are facing is, then, if it is possibile to start over on those two intrinsic values, seep through the lens of the european directives for sustainable renewal of the cities, for a reinterpretation of the large housing estates in order to give them back to their peculiar potential and to make the the center of regenerations of the city itself.
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Buongiorno, Vincenzo. "From Global to Local: spontaneous consciousness and artisanal attitude in the self-built city in Latin America - San Martin de las Flores-Mexico’s self-built fabric. A perspective and tools for contemporary design." In 24th ISUF 2017 - City and Territory in the Globalization Age. Valencia: Universitat Politècnica València, 2017. http://dx.doi.org/10.4995/isuf2017.2017.5934.

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Abstract:
In a world stressed by a cultural crisis, carachterised by excessive abstraction and virtuality (ex: R.Reich’s Symbolic-analysts or/and R. Florida’s Creatives), observing self built city constitute not an escape but an exploration to change our point of view and find a new path of development. Self building involves at any scale, a practical attitude and return to an psychosomatic interaction among inhabitants and built environment. Focusing in self-building can become a Slowskij’s “estragement” to reactivate different sensibilities, for a new philosophy in contemporary design. Morphological reading of self-built environments has a double importance: for self-built cities themselves, to give response to the need of social cohesion, for a restructuring that traduces these needs into building and transforms the plural individual needs into a collective urban structure; for the enrichment that this reading can give to the architectural community culture, a new panorama where we can search new path to go over the crisis; The paper focuses on the scales that goes from building and construction material scale to urban fabric scale. Starting from the observation of a brick’s furnace, through the observation of an original constructive system, up to the aggregation of each built organism in the urban fabric it will be possible to read and interpret the formative process and to evaluate, through design experience cases, some new path for the contemporary design that come from this interpretation of self-built: design as a formative process re-activation, artisanal-not authorial sensorial design; References G. Caniggia, G.L. Maffei, Composizione architettonica e tipologia edilizia: 1. Lettura dell’edilizia di base, Marsilio, Venezia 1979; Gianfranco Caniggia, G.L. Maffei, Composizione architettonica e tipologia edilizia: 2. Il progetto nell’edilizia di base, Marsilio, Venezia 1987; L. Pareyson, Estetica : teoria della formatività, Bompiani, Milano 2005; G. Strappa, L’architettura come processo. Il mondo plastico murario in divenire, Franco Angeli, Milano 2014; V. B. Šklovskij, Teoria della prosa, Einaudi, Torino 1976; R. Sennet, L’uomo artigiano, Feltrinelli, Milano 2008; J. F. C. Turner, Abitare come Verbo, in J. F. C. Turner, R. Fitcher (a cura di), Libertà di costruire, Il Saggiatore, Milano 1979;
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Catini, Raffaella. "La territorializzazione spontanea del centro storico: il caso di Viterbo." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8033.

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Abstract:
Lo studio qui proposto ha preso l’avvio da due eventi fondamentali per lo sviluppo urbanistico della città di Viterbo, nessuno dei quali possiamo dire costituisca la conseguenza di una politica urbana di indirizzo. Il primo ha decretato, a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso, lo spopolamento e il progressivo degrado del centro storico a seguito del vero e proprio esodo verso i nuovi insediamenti di edilizia economica e popolare e soprattutto verso le innumerevoli ville, costruite facendole passare per fabbricati rurali, nelle zone agricole a ridosso della città; il secondo, tuttora in atto, registra una tendenza opposta in virtù dei mutamenti profondi occorsi nel tessuto sociale e della mutata situazione economica. Le scarse disponibilità economiche hanno reso infatti nuovamente appetibili, da parte di nuovi fruitori con scarse possibilità economiche, i numerosi immobili del centro rimasti liberi e in cattive condizioni di manutenzione, dapprima senza operare alcuna alterazione nel tessuto edilizio esistente; quindi è iniziata un’operazione sistematica di portata ben diversa, mirata alla trasformazione in unità abitative minime dei locali situati al livello stradale adibiti un tempo a magazzini e cantine. Esigenze differenti di persone differenti hanno indotto una nuova territorializzazione della città storica. Resta da capire in che misura questo processo sia stato previsto o valutato, e se la costituzione di un tessuto sociale così omogeneo nella struttura possa considerarsi positivamente ai fini del riequilibrio socio-economico complessivo, di cui il problema edilizioabitativo rappresenta solo uno degli aspetti The aim of this paper is to reflect on two major trends concerning the urban development of the city of Viterbo, neither of which appears to stem from a precise urban policy. The first one was the depopulation and progressive decline of the ancient city centre caused by the relocation of the inhabitants towards the new council housing settlements and especially towards the countless new villas, originally intended as farm houses on agricultural land adjacent to the city. The second one, still ongoing, is an opposite trend, the result of profound changes in the social fabric of the society and of the present economic stagnation. Many unoccupied and neglected houses and flats in the city centre are appealing to people with limited financial means, in spite of the lack of upgrading. In addition, basements and cellars are being converted into actual housing units. The needs of the abovementioned people have triggered a new territorialisation of the historic centre. It is yet to be determined to what extent this phenomenon has been contemplated and understood, and whether the rise of such a uniform social fabric should be construed as positive for the general socioeconomic balance, of which the housing issue is only one of the factors.
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Maccarrone, Maria. "Una città nomade e multidimensionale: il caso della reale Aci." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7973.

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Abstract:
Viviamo strani giorni, tempi di rapide accelerazioni, cambiamenti sociali e trasformazioni ambientali stressanti, che richiedono soluzioni contenitive e culturali improcrastinabili. Poniamo il caso di Acireale, città insulare di circa 50.000 abitanti, posta lungo la costa orientale sicula, stretta fra l’azzurra ionia marina, il nero del Vulcano Etna e il sempreverde degli agrumi. Il paesaggio dell’Aci trattiene geomorfologie e memorie antiche. Ricomporne le alterne vicende significa riflettere sulle “reali” specificità di una città siciliana per la quale è esistita un’articolata continuità storica di frequentazione in una porzione ampia di suolo vulcanico denominato Timpa. Nel corso dei secoli, le comunità hanno identificato in questo unico complesso lavico un salubre avamposto su cui migrare, tendenzialmente da Sud a Nord, fino a stanziarsi sul pianoro su cui sorge la città di Acireale. In età recente, la maggior crescita edilizia ha consumato pregevoli parti di terreno agricolo, inducendo uno sprawl urbano verso l’entroterra ed esponendo la Timpa a grandi rischi generati dalla progressiva assenza di organici interventi d’assetto territoriale. Questo contesto storico e paesaggistico aspetta d’essere attraversato, curato e valorizzato per ricomporre di quei valori percettivi che giacciono latenti nella memoria collettiva. La riqualificazione della Timpa può essere il tema per l’infrastrutturazione geografica con cui ri-connettere le inevitabili istanze di trasformazione urbana all’improrogabile sviluppo sostenibile del territorio acese. We live in strange days, periods of rapid acceleration, with stressful social changes and environmental changes, which require cultural solutions. Take the case of Acireale, city of about 50.000 inhabitants, located along the eastern coast of Sicily, between the Ionio sea, Mount Etna and evergreen citrus. The landscape of Aci holds geomorfologie and ancient memories. Over the centuries, communities have identified in this unique building of lava a place healthy where migrate, from South to North. In recent years, the growth of buildings has consumed valuable pieces of agricultural land, causing urban sprawl inland and exposing the Timpa large risks generated by the progressive absence of organic interventions of regional planning. This historical context and landscape is waiting to be crossed, edited and enhanced. The project of the Timpa may be the theme for re-connect the inevitable instances of urban transformation at the sustainable development of the territory.
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Gagliardi, Maria. "The morphological approach in the reading of the Territorial City." In 24th ISUF 2017 - City and Territory in the Globalization Age. Valencia: Universitat Politècnica València, 2017. http://dx.doi.org/10.4995/isuf2017.2017.5962.

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Abstract:
The morphological approach in the reading of the Territorial City Maria Gagliardi Escuela Técnica Superior de Arquitectura de Barcelona, UPC. Av. Diagonal, 649. 08028 Barcelona E-mail: bissolati27@hotmail.it Keywords (3-5): Territorial city, territorial grid, accumulation process, relief of innovative elements. Conference topics and scale: City transformations The crisis of the traditional city, with its morphological characteristics, has been largely debated. The new urban phenomenon has almost always been described as antithetical; by contrary this article interrogates the possibility of reading a continuity between the traditional and the contemporary city. The article brings forth the concept that the territory can be described as an urban phenomenon result of a change of scale of the city, and offers the definition of the contemporary city as Territorial City (Città-Territorio). The article recovers this term introduced in the 70’s by the Italian morphological school, to emphasize the continuity with the European traditional morphological schools, taking advantage of its learnings, to compare the traditional city, with the contemporary city. The relevance of a morphological approach in the study of the contemporary Territorial City is discussed through an excursus of the main European schools’ contributions, with a particular schematization due to geographical areas. From the synthesis of these references emerges a basis for the definition of a Taxonomy organised around tree main elements that constitute the urban grid. Moreover, the article proposes a methodology for the analysis of the Territorial City that use the Taxonomy as reading tool; this method, illustrated through his experimentation on the Metropolitan Region of Barcelona, is of particular relevance towards the interpretation of the dynamics that have characterised the morphology of the current urban phenomenon, describing its aggregation logics and decomposing the historical-procedural continuum. References Caniggia, G., &amp; Maffei, G. L. (1979). Composizione architettonica e tipologia edilizia - Lettura dell’edilizia di base. (Venezia: Marsilio). Conzen, M. R. G. (1960). Alnwick, Northumberland: A Study in Town Plan Analysis. (London: Institute of British Geographers). Hillier, B., &amp; Hanson, J. (1984). The Social logic of space. (Cambridge: Cambridge University Press). Gagliardi, M. (2016). La Nuova Trama Territoriale: morfogenesi e logiche aggregative. Il caso di Barcellona (settore della Regione Metropolitana tra Sant Martì e Matarò). (Doctoral dissertation) Universitat Politecnica de Catalunya - La Sapienza Università di Roma. Dir. Font Arellano, A.; Bianchi, G.
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López Varela, Susana. "El Green Belt Inglés: de la contención edilicia al valor del paisaje." In Seminario Internacional de Investigación en Urbanismo. Barcelona: Instituto de Arte Americano. Universidad de Buenos Aires, 2013. http://dx.doi.org/10.5821/siiu.5968.

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Abstract:
El proceso de descentralización del territorio inglés tuvo dos consecuencias directas: las New Towns y los Green Belts. Las primeras distribuirán de manera equilibrada la población y los segundos dirigirán y limitarán el desarrollo edilicio. Durante la segunda mitad del siglo XX este proceso se consolida y con él la implantación del Green Belt. Su permanencia hasta nuestros días respalda su trascendencia dentro del planeamiento inglés, pero en dicho proceso también advierte una evolución: su figura ha sido objeto de una serie de revisiones y ajustes que estarán supeditados a la aparición de nuevos handicaps y a un cambio de patrón y discurso en lo que al entendimiento territorial se refiere. ¿Cuáles han sido estas circunstancias? ¿Cómo ha ido asumiendo ese nuevo escenario? ¿Cuál es el papel que el Green Belt ejerce en la ordenación de la Inglaterra actual? ¿Cuál podría ser en la futura? The decentralization process of the English territory had two direct consequences: the New Towns and Green Belts; the first ones shall distribute the population in a balanced way, the second ones shall lead and limit the urban development. During the second half of the twentieth century this process is consolidated and therefore, the implementation of the Green Belt. Its permanence until today confirms its importance within the English planning, but also notices an evolution in this process: its figure has been subject to a series of reviews and adjustments which shall be subordinated to the appearance of new handicaps and a change of pattern and trend regarding territorial planning. What have these circumstances been? How has it been assumed this new scenario? What is the role of the Green Belt in the current England planning? What could be in the future?
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Pugliano, Antonio, Simone Diaz, Elisabetta Moriconi, and Elettra Santucci. "L’antico sistema portuale ostiense: riconoscimento, interpretazione e divulgazione dei processi formativi edilizi e urbani." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7980.

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Abstract:
La presente Relazione descrive l’esito delle ricerche svolte presso il Dipartimento di Architettura dell’Università “Roma Tre”, in sinergia con il MiBAC, Soprintendenza Speciale ai Beni Archeologici, e l’Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Roma, circa lo studio storicocritico del sistema portuale ostiense inserito nel perimetro della Riserva Naturale del Litorale Romano. La finalità dello studio, condotto da chi scrive nell’ambito del “Programma di Azioni integrate di Ricerca e Formazione per la conservazione e la valorizzazione dei siti di Ostia e Portus (Dipsa-Mibac-SSBAR)”, è rivolto alla documentazione, a fini di restauro e valorizzazione, di tali importanti contesti materiali. Lo studio condotto, pertanto, si è basato sullo svolgimento di letture critiche delle fonti e del contesto materiale, applicando la metodologia propedeutica alla progettazione del restauro architettonico, e sulla definizione di proposte operative utili alla pratica della manutenzione e del restauro, oltre che alla programmazione degli interventi di valorizzazione. Lo studio è rivolto alla creazione di una sistema informatizzato che consenta, non solo di indagare gli aspetti storici, ma anche di essere utilizzato come strumento per la programmazione della valorizzazione e la gestione della conservazione e del restauro dei siti archeologici.
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Albissini, Piero, Antonio Catizzone, Laura De Carlo, Laura Carlevaris, Vittorio Di Stefano, and Alessandro Micucci. "Le trasformazioni dello spazio urbano: la quarta dimensione nella georeferenziazione dell’iconografia storica di Rome." In International Conference Virtual City and Territory. Barcelona: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2009. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7549.

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Abstract:
Se si considera la componente fisica del sistema città come espressione materiale dell’insieme dei fenomeni evolutivi dei luoghi, appare evidente come la sua rappresentazione possa essere considerata come sistema di conoscenza generale in grado di manifestare una convergenza di informazioni di natura altamente eterogenea. Le vaste trasformazioni che hanno interessato le città nella storia hanno determinato una evoluzione non solo nelle modifiche morfologiche degli assetti territoriali e nella stratificazione architettonica delle strutture urbane, ma anche nella percezione e fruizione degli spazi urbani. Se si considera l’organizzazione dello spazio urbano come ambito di relazione tra gli uomini, i contributi che provengono dalle fonti bibliografiche, iconografiche e cartografiche in particolare possono consentire la ricostruzione diacronica dei tessuti urbani. Questa ricostruzione è resa possibile dalla lettura delle diverse rappresentazioni che della città sono state date nel tempo, come rappresentazioni iconografiche o pittoriche, talvolta simboliche se non addirittura metaforiche, che consentono di acquisire conoscenze dei luoghi, anche quando presentano uno scarso grado di attendibilità. L’introduzione dell’informatica nel rilevamento e nella rappresentazione cartografica e la realizzazione dei sistemi informativi territoriali hanno aperto nuove possibilità non solo nella realizzazione di database collegati e georeferenziati, che possono contenere una notevole quantità di informazioni di diversa natura progressivamente incrementabili, ma soprattutto rendendo agevoli sia le molteplici interrogazioni sia le successive elaborazioni. Lo sviluppo della cartografia digitale dalla quale si possono derivare direttamente modelli tridimensionali, si pone quindi come punto di partenza per una corretta rappresentazione della complessità del fenomeno urbano e per un ripensamento dello spazio non più sulla base di esplorazioni planimetriche, ma tramite la creazione di modelli virtuali generati in maniera più o meno automatica a partire dalla cartografia stessa. In questo senso, il modello di derivazione cartografica costituisce l’aspetto metrico-quantitativo della rappresentazione della città, aspetto che risulta tanto più esatto, obiettivo e verificabile in quanto ottenuto con strumenti che rendono le misurazioni sufficientemente attendibili. Si tratta dunque di esplorare la cartografia tridimensionale cogliendone le peculiarità e la ricchezza nella restituzione dello spazio urbano, caratteristiche, queste, che suggeriscono immediatamente di tentare di ricostruire con la stessa vivacità rappresentativa anche tutti i trascorsi storici della città o, quanto meno, di alcuni dei suoi momenti topici, con particolare attenzione alle trasformazioni di natura orografica ed edilizia. In questo quadro emergono due distinti aspetti di natura metodologica, l’uno concernente la generazione del modello urbano e le implicazioni tecniche che questo comporta (implementazione di dati, automatismi, studi tipo-morfologici, scala del modello, …), l’altro relativo all’evoluzione della città attraverso il confronto tra modelli cartografici diversi (bi e tridimensionali). La realizzazione di un modello virtuale basato sulla cartografia digitale 3D, che fotografa lo stato attuale della struttura urbana, può rappresentare la griglia tridimensionale di riferimento per una visualizzazione delle trasformazioni spaziali attuata con una procedura che ripercorre a ritroso il cammino della storia. Si tratta di riferire a questa griglia orientata sulla base di capisaldi topografici certi i dati cartografici e iconografici provenienti dalla ricerca storico-documentaria, sulla base della individuazione di elementi invarianti della struttura urbana, come assetti orografici, vuoti urbani o edifici esistenti, etc., che non hanno mutato la loro localizzazione e le loro caratteristiche morfologiche. Così concepito, il modello tridimensionale di derivazione cartografica si caratterizza per la capacità di recepire e valorizzare documenti molto diversi e non necessariamente “scientifici” ai fini di una visualizzazione interattiva della storia del singolo brano di città o del singolo edificio per valutarne le trasformazioni sul piano morfologico e dimensionale, ma anche percettivo.
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Bossan, Mario, and Alfredo Ronchi. "Presentazione Esperienza Didattica del Dipartimento di Ingegneria dei Sistemi Edilizi e Territoriali - Politecnico di Milano." In eCAADe 1989: CAAD Education - Research and Practice. eCAADe, 1989. http://dx.doi.org/10.52842/conf.ecaade.1989.x.x4i.

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Otero, Dana Cecilia, Ricardo Cohn, and Mariela Arboit. "Estudio de normativas urbano-edilicias para la eficiencia energética. Godoy Cruz, Mendoza, Argentina." In ISUF-h 2019 - CIUDAD COMPACTA VERSUS CIUDAD DIFUSA. Valencia: Editorial Universitat Politècnica de València, 2019. http://dx.doi.org/10.4995/isufh2019.2019.9958.

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Abstract:
El crecimiento poblacional y el consumo de energías no renovables, afectan los recursos ambientales de los que dependen los habitantes urbanos. La temática ha sido trabajada en numerosas investigaciones y muchos países han implementado estrategias de eficiencia energética a través de los códigos de edificación logrando acciones exitosas. El trabajo analiza la normativa urbano-edilicia en el Área Metropolitana de Mendoza (AMM), conformada por 6 municipios. Metodológicamente se realizó un relevamiento de datos, análisis, actualización de información y elaboración de cartografía GIS para el municipio de Godoy Cruz y posteriormente se realizó un análisis comparativo preliminar de zonificación, indicadores y estrategias urbanas sostenibles en los códigos vigentes para los restantes municipios. La investigación permitió cartografiar y cuantificar unificadamente las distintas normativas intervinientes, evidenciando diferencias en las variables analizadas en el AMM y escasez de indicadores energéticos en la mayoría de los municipios. Los resultados del análisis muestran que Guaymallén, Ciudad de Mendoza y Godoy Cruz, son los municipios con mayor cantidad de indicadores urbano-edilicios, seguidos de Maipú y Luján de Cuyo. En Godoy Cruz la normativa permite predominantemente de bajas a medias densidades residenciales, donde los indicadores urbano-edilicios son más favorables para densificar zonas comerciales y administrativas, quedando pendiente el análisis para los demás municipios. Godoy Cruz y Ciudad de Mendoza han desarrollado las primeras acciones tendientes a regular la eficiencia energética en edificios. El objetivo futuro consiste en proponer estrategias y lineamientos a fin de conformar un Código de Eficiencia Energética para el AMM.
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