Academic literature on the topic 'Estetica della ricezione'

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Journal articles on the topic "Estetica della ricezione"

1

Detering, Heinrich. "Das Lachen im Himmel." Deutsches Dante-Jahrbuch 97, no. 1 (October 24, 2022): 66–80. http://dx.doi.org/10.1515/dante-2022-0020.

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Abstract:
Riassunto La sorprendente inclusione dell’imperatore pagano Traiano nel Paradiso di Dante solleva la questione della giustificazione, della preistoria e delle conseguenze di questa elezione miracolosa, del rapporto tra »predestinazione« e »grazia«. Il presente saggio sostiene che un’idea di umorismo, non esplicitamente menzionata, ma scenicamente rappresentata, fa da sfondo alla concezione dantesca della grazia divina. L’argomentazione si serve del romanzo L’eletto di Thomas Mann, testimone della ricezione della Divina Commedia da parte di uno scrittore che vi ricorre più volte anche nel contesto di altri quesiti estetico-religiosi. Basato su una leggenda medievale, il romanzo di Mann condivide infatti con l’episodio di Paradiso XX lo stesso motivo (Traiano viene »riscattato« da papa Gregorio) e costituisce dunque un’aiuto per l’interpretazione della scena.
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2

Cattoni, Silvia. "La letteratura italiana tradotta in Argentina." Revista de Italianística, no. 34 (November 7, 2017): 90. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2238-8281.v0i34p90-102.

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Abstract:
In due secoli di storia della letteratura argentina, lo sviluppo della letteratura italiana tradotta è in stretto rapporto con i propositi pedagogici o estetici determinati dal contesto culturale dei diversi momenti storici. In linea di massima, è possibile affermare che, dalla conformazione dello Stato nazionale e durante i primi decenni del XX secolo, la traduzione letteraria mirava ad ampliare l’orizzonte culturale di un lettore che si consolidava al ritmo della fiammante nazione. Nelle fasi successive e in stretto rapporto con la politica culturale portata avanti da Victoria Ocampo a partire dal 1931 tramite la rivista Sur e il suo posteriore progetto editoriale, la traduzione è stata soprattutto una pratica di scrittura che ebbe un’influenza decisiva nell’ordito della letteratura nazionale favorendo il suo rinnovo e incentivando le versioni di traduttori argentini. Fu questa un’apertura che favorì, durante la seconda metà del secolo, nel contesto della ricezione della letteratura universale, l’ingresso della letteratura italiana in Argentina. Il presente lavoro tratta in maniera sistematica, ma provvisoria, il panorama della letteratura italiana tradotta in Argentina. Lo scopo principale comporta il registro dei momenti più fecondi e l’interpretazione degli esiti ottenuti nei confronti della traduzione nel sistema letterario nazionale.
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3

Palandrani, Tiziana. "Il sogno di Chopin nell’autobiografia di George Sand." Eikon / Imago 11 (March 1, 2022): 299–310. http://dx.doi.org/10.5209/eiko.77627.

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Abstract:
Nel presente lavoro viene analizzato il sogno di Chopin raccontato da George Sand nell'ultimo volume di Histoire de ma vie, dal punto di vista della produzione letteraria dello scrittore, e includendo il contesto artistico-letterario del tempo in cui furono modificato i loro ricordi. Nell'analisi generale della sua opera di lei suscita una ricorrenza di motivi topici; Tra tutti, il Tema della morte per acqua compare dalle sue prime alle ultime produzioni, compresa la narrazione su Chopin, e segnando coincidenze estetiche con alcuni dipinti dell'epoca (in particolare con l'Ofelia di Millais, nel corpo immerso nell'acqua e nel condizione di pre-morte). Tenendo conto dell'intenso impatto che avranno gli scritti di George Sand sulla ricezione dell'immagine del compositore, questo articolo esamina alcuni aspetti che accompagneranno la rappresentazione pittorica e letteraria di Fryderyk Chopin e ipotizza che sul racconto del sogno chopiniano pesino più accorgimenti poetici che una totale aderenza alla realtà dei fatti.
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4

Golovlev, Alexander. "Suoni e lettere della musica: intermedialità nei transferts culturali austro-sovietici (1945-1955)." MONDO CONTEMPORANEO, no. 2 (May 2021): 193–206. http://dx.doi.org/10.3280/mon2020-002010.

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Abstract:
Alla liberazione di Vienna, la Società austro-sovietica rapidamente restaurata fu altrettanto veloce nello scoprire che la domanda di musica russa superava di gran lunga qualsiasi interesse per il comunismo sovietico. In una Vienna distrutta, gli spartiti erano un bene prezioso e le generose importazioni sovietiche furono influenti nel plasmare i primi repertori del dopoguerra. La ricezione austriaca differiva spesso dalle aspettative sovietiche, mostrando da un lato l'anticomunismo austriaco ma, allo stesso tempo, non ostacolando un riavvicinamento culturale a lungo termine tra austriaci e sovietici ("russi"). Contrariamente alle ipotesi sulla natura non verbale della musica, la narrativa non era meno importante del suono, poiché riguardava non solo la sfera emotiva, ma anche le implicazioni della musica sulle questioni della (inter / trans) nazionalità, dell'identità e alterità, i suoi canoni estetici socialmente accettati, le condizioni di produzione e consumo (percezione) e la posizione relativa del potere (savoir-pouvoir) di vari attori culturali. Imprimere il discorso/i culturale/i e l'habitus di un paese, il cui progetto di costruzione della nazione era incentrato sulla musica, ha permesso un improbabile, ma armonioso matrimonio tra due contesti politico-musicali che erano ideologicamente opposti, ma convergenti su idee comuni di capitale culturale e prestigio.
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Dissertations / Theses on the topic "Estetica della ricezione"

1

Raveggi, Alessandro <1980&gt. "Ricezione e Finzione. Una teoria della lettura tra struttura e risposta estetica." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/836/1/Tesi_Raveggi_Alessandro.pdf.

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Abstract:
Attraverso l’analisi di teorie della lettura “centripete” e “centrifughe”, tra fenomenologia, semiotica e teoria della risposta estetica, questa ricerca punta a definire la lettura come un’esperienza estetica di una variabile e plurale letterarietà, o per essere più precisi, come una relazione estetica ad una funzione nel linguaggio, che di volta in volta diviene immanente e trascendente rispetto al linguaggio, immanente nella percepibilità espressiva del segno e trascendente nella sua ristretta finzionalità o fittività, aperta alla dimensione del senso. Così, la letterarietà è vista, dal punto di vista di una teoria della lettura, come una funzione che nega o sovverte il linguaggio ordinario, inteso come contesto normale, ma anche una funzione che permette il supplemento di senso del linguaggio. Ciò rende la definizione di cosa sia letteratura e di quali testi siano considerabili come letterari come una definizione dipendente dalla lettura, ed anche mette in questione la classica dicotomia tra linguaggio standard e linguaggio deviante, di secondo grado e figurativo, comportamento che distinguerebbe la letteratura. Questi quattro saggi vorrebbero dimostrare che la lettura, come una pratica estetica, è l’espressione di una oscillazione tra una Finzione variabile nei suoi effetti ed una Ricezione, la quale è una risposta estetica controllata dal testo, ma anche una relazione estetica all’artefatto a natura verbale. Solo in questo modo può essere compresa la caratteristica paradossale della lettura, il suo stare tra una percezione passiva ed un’attiva esecuzione, tra un’attenzione aspettuale ed una comprensione intenzionale. Queste modalità si riflettono anche sulla natura dialettica della lettura, come una dialettica di apertura e chiusura, ma anche di libertà e fedeltà, risposta ad uno stimolo che può essere interpretato come una domanda, e che presenta la lettura stessa come una premessa dell’interpretazione, come momento estetico. Così una teoria della lettura dipende necessariamente da una teoria dell’arte che si presenta come funzionale, relativa più al Quando vi è arte?/Come funziona? piuttosto che al Che cosa è Arte?, che rende questo secondo problema legato al primo. Inoltre, questo Quando dell’Arte, che definisce l’opera d’arte come un’arte- all’-opera, dipende a sua volta, in un campo letterario, dalla domanda Quando vi è esperienza estetica letteraria? e dalla sue condizioni, quelle di finzione e ricezione.
Throughout the analysis of “centripetal” and “centrifugal” reading theories, among Phenomenology, Semiotics and Aesthetic response Theory, this research aims to define reading as an aesthetic experience of a variable and plural literariness, or to be more precise, as an aesthetic relation of a function in language, that from time to time becomes immanent and transcendent regarding to language, immanent in the expressive perceptibility of the sign and transcendent within its own restricted fictionality or fictiveness, opened to a dimension of sense. Thus, literariness is seen, from the point of view of a reading theory, as a function that denies or subverts the ordinary language, intended as a normal context, but also one that allows language’s supplement of sense. That makes the definition of what is literature and of which texts are considered literary ones depending on reading, and also it questions the classical dichotomy of standard and deviant language, secondary and figurative behavior that would distinguish literature. These four essays would to demonstrate that reading, as an aesthetic practice, is the expression of an oscillation between a variable Fiction in its own effects and a Reception, which is an aesthetic response controlled by the text, but also an aesthetic relation to the verbal artifact. Only in this way reading’s paradoxical characteristic can be understood, between a passive perception and an active performance, between an aspectual attention and an intentional comprehension. These modalities also reflect themselves on the dialectic nature of reading, as a dialectic of opening and closure, but also of freedom and fidelity, response to a stimulus that could be interpreted as a question and that presents reading as a preamble of interpretation, as its aesthetic moment. Hence, a reading theory necessarily depends on a theory of arts that presents itself as a functional one, relative to the When is Art?/How does it work? rather than to the What is Art? question and that makes this second problem bound to the first. Moreover, this When is Art, that defines a work of art as art-at-work, depends, in a literary field, on the When is the literary aesthetic experience? question and on its conditions, those of fiction and reception.
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Raveggi, Alessandro <1980&gt. "Ricezione e Finzione. Una teoria della lettura tra struttura e risposta estetica." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/836/.

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Abstract:
Attraverso l’analisi di teorie della lettura “centripete” e “centrifughe”, tra fenomenologia, semiotica e teoria della risposta estetica, questa ricerca punta a definire la lettura come un’esperienza estetica di una variabile e plurale letterarietà, o per essere più precisi, come una relazione estetica ad una funzione nel linguaggio, che di volta in volta diviene immanente e trascendente rispetto al linguaggio, immanente nella percepibilità espressiva del segno e trascendente nella sua ristretta finzionalità o fittività, aperta alla dimensione del senso. Così, la letterarietà è vista, dal punto di vista di una teoria della lettura, come una funzione che nega o sovverte il linguaggio ordinario, inteso come contesto normale, ma anche una funzione che permette il supplemento di senso del linguaggio. Ciò rende la definizione di cosa sia letteratura e di quali testi siano considerabili come letterari come una definizione dipendente dalla lettura, ed anche mette in questione la classica dicotomia tra linguaggio standard e linguaggio deviante, di secondo grado e figurativo, comportamento che distinguerebbe la letteratura. Questi quattro saggi vorrebbero dimostrare che la lettura, come una pratica estetica, è l’espressione di una oscillazione tra una Finzione variabile nei suoi effetti ed una Ricezione, la quale è una risposta estetica controllata dal testo, ma anche una relazione estetica all’artefatto a natura verbale. Solo in questo modo può essere compresa la caratteristica paradossale della lettura, il suo stare tra una percezione passiva ed un’attiva esecuzione, tra un’attenzione aspettuale ed una comprensione intenzionale. Queste modalità si riflettono anche sulla natura dialettica della lettura, come una dialettica di apertura e chiusura, ma anche di libertà e fedeltà, risposta ad uno stimolo che può essere interpretato come una domanda, e che presenta la lettura stessa come una premessa dell’interpretazione, come momento estetico. Così una teoria della lettura dipende necessariamente da una teoria dell’arte che si presenta come funzionale, relativa più al Quando vi è arte?/Come funziona? piuttosto che al Che cosa è Arte?, che rende questo secondo problema legato al primo. Inoltre, questo Quando dell’Arte, che definisce l’opera d’arte come un’arte- all’-opera, dipende a sua volta, in un campo letterario, dalla domanda Quando vi è esperienza estetica letteraria? e dalla sue condizioni, quelle di finzione e ricezione.
Throughout the analysis of “centripetal” and “centrifugal” reading theories, among Phenomenology, Semiotics and Aesthetic response Theory, this research aims to define reading as an aesthetic experience of a variable and plural literariness, or to be more precise, as an aesthetic relation of a function in language, that from time to time becomes immanent and transcendent regarding to language, immanent in the expressive perceptibility of the sign and transcendent within its own restricted fictionality or fictiveness, opened to a dimension of sense. Thus, literariness is seen, from the point of view of a reading theory, as a function that denies or subverts the ordinary language, intended as a normal context, but also one that allows language’s supplement of sense. That makes the definition of what is literature and of which texts are considered literary ones depending on reading, and also it questions the classical dichotomy of standard and deviant language, secondary and figurative behavior that would distinguish literature. These four essays would to demonstrate that reading, as an aesthetic practice, is the expression of an oscillation between a variable Fiction in its own effects and a Reception, which is an aesthetic response controlled by the text, but also an aesthetic relation to the verbal artifact. Only in this way reading’s paradoxical characteristic can be understood, between a passive perception and an active performance, between an aspectual attention and an intentional comprehension. These modalities also reflect themselves on the dialectic nature of reading, as a dialectic of opening and closure, but also of freedom and fidelity, response to a stimulus that could be interpreted as a question and that presents reading as a preamble of interpretation, as its aesthetic moment. Hence, a reading theory necessarily depends on a theory of arts that presents itself as a functional one, relative to the When is Art?/How does it work? rather than to the What is Art? question and that makes this second problem bound to the first. Moreover, this When is Art, that defines a work of art as art-at-work, depends, in a literary field, on the When is the literary aesthetic experience? question and on its conditions, those of fiction and reception.
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FABBI, ANDREA. "La ricezione di Ezra Pound in Italia." Doctoral thesis, 2016. http://hdl.handle.net/11573/875949.

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Abstract:
La figura di Ezra Pound rappresenta ancora oggi un caso letterario, ed umano, di carattere internazionale, che in Italia assume dei risvolti ancora più complessi ed intricati. Questo per determinati motivi, come ad esempio il fatto che il poeta americano elesse come seconda patria, tanto da desiderare di venirvi sepolto, l'Italia; oppure, ed è questo forse l'elemento più importante, per quello che si può definire come l'asse portante della sua produzione poetica e saggistica dagli anni '20 in poi, rappresentato proprio dalla cultura italiana, dal suo paesaggio, dalla sua storia, dalle sue vicende politiche. Non è un mistero il fascino che su di lui esercitò il regime fascista, tanto da condurlo a condividere le posizioni del ventennio e lo spirito della Repubblica Sociale Italiana; meno note, e degne di un'analisi più approfondita, le motivazioni attraverso le quali condivise l'ideologia fascista, ed i suoi punti di disaccordo con quest'ultima. Questa forse è una carenza, da parte della critica italiana: il non riuscire ad osservare con uno sguardo il più puro possibile, con uno sguardo libero da connotazioni di ogni sorta, lo stentare ad arrivare al nucleo delle questioni che, nel caso di un poeta, è la sua produzione poetica. Potrebbero costruirsi decine di paralleli per spiegare tale giudizio e motivarlo, ma non essendo questo il luogo deputato a farlo, basti solo qualche esempio. Il primo, attualissimo, è legato alla figura di Martin Heidegger. Cedendo alla tentazione dell'interpretazione secondo l'unica categoria dello Storico, diviene automatica la condanna che, però, dallo Storico fuoriesce, divenendo etica: se eticamente si considera errata un'idea, il facile sillogismo conduce alla condanna di ciò che produce chi quell'idea condivide, chi la vive. Il sillogismo, formalmente corretto, si presenta però come un paralogismo, nel momento in cui si riconosce la necessità di sospendere ogni forma di giudizio storico ed etico, e si tenta l'ingresso nel merito della produzione filosofica, nel caso di Heidegger, o nella categoria dell'estetico, nel caso di Pound. La posizione di partenza di ogni tipo di riflessione legata alle produzioni materiali ed immateriali degli esseri umani dovrebbe essere sempre animata dallo spirito dell'epoché, che permette il distacco necessario per un'analisi completa e più corretta possibile. Il danno che si può arrecare alla critica, alla storia della letteratura, alla storia dell'arte in generale, si rintraccia nella popolare locuzione del “gettare il bambino con l'acqua sporca”1: si è analizzato tutta una produzione ed il suo contesto con il necessario distacco, con il necessario approfondimento, sospendendo quei pre – giudizi che sì, animano le modalità di conoscenza dell'uomo, ma che nel momento in cui passano ad un livello di inibizione rispetto alla conoscenza stessa, impediscono di estrapolare un giudizio sincero ed onesto? Come detto, di casi simili ne esistono a decine; si pensi a Louis Ferdinand Céline, a Gottfried Benn, a Yukio Mishima, a Mircea Eliade, a Ernst Jünger, a Carl Schmitt, a Werner Sombart, ed in Italia Giovanni Gentile, Curzio Malaparte, Ardengo Soffici, Ugo Ojetti, e moltissimi altri. Tale problematica, che in Italia ha assunto delle caratteristiche marcatissime2, necessita di una nuova lettura, di una revisione corretta, completa, distaccata: non può esistere condanna etica nel tentativo di recupero degli elementi estetici (nel caso di Pound e degli altri artisti), o filosofici, in soggetti che eticamente sono stati condannati, e verso i quali si può condividere la condanna. Ovvio appare quanto il giudizio della critica italiana sia stato condizionato, in maniera più pesante rispetto al resto del mondo, dal fatto che Pound condivise l'ideologia fascista e visse il Ventennio da sostenitore; condizionato ancora nell'attualità, però, dal momento in cui un'organizzazione di smaccata ispirazione fascista, CasaPound Italia, assume il suo nome per connotarsi politicamente in direzione di un fascismo del terzo millennio. Lo sforzo critico risiede proprio in una presa d'atto del fascismo poundiano, e successivamente nell'analisi distaccata rispetto alla sua produzione, ed alla sua ricezione da parte della critica. In merito a questo aspetto, si è ritenuto utile prendere come punto di riferimento metodologico la Fenomenologia, che pone alla base di ogni riflessione lo strumento dell'epoché, ovvero la sospensione del giudizio, l'attenzione alla cosa in quanto tale, l'apertura ad ogni stimolo esterno, ad ogni aspetto che possa integrare un sistema per farlo funzionare in modo più accurato, in un'ottica di totale laicità nei confronti dell'oggetto analizzato. Parlando di ricezione, il rimando sarà anche alla Scuola di Costanza, che tenta lo spostamento del focus dell'analisi del fatto letterario verso il ricettore ed il pubblico, piuttosto che verso l'opera in sé. Guardando all'Italia, la figura di Luciano Anceschi possiede un doppio legame con la figura di Ezra Pound e con i presupposti teorici del seguente lavoro. Il suo modello critico, legato all'apertura del sistema metodologico ed alla fenomenologia (in particolare alla lezione del suo maestro Antonio Banfi e, per altri versi, alle riflessioni di Luigi Pareyson), rappresenta un fondamento per una critica del fenomeno letterario che risulti aperta, distaccata, non animata da pregiudizi politici ed etici; dall'altro lato, Anceschi fu uno dei grandi introduttori della poesia poundiana nella cultura italiana, fornendo una lezione che sarà fondamentale per la stagione poetica della Neoavanguardia. Si osserverà, infatti, quanto Pound sia presente nei decenni immediatamente successivi alla Seconda Guerra Mondiale, in particolare in due poeti fra i principali esponenti del Gruppo '63, come Edoardo Sanguineti ed Elio Pagliarani; in un versante diverso, si avrà modo di analizzare anche il turbolento rapporto fra Pound e Pier Paolo Pasolini che, partendo da un giudizio sostanzialmente negativo, giungerà ad una riabilitazione del poeta e ad un giudizio positivo. Non si voglia vedere nel presente lavoro un tentativo di negazione di ciò che Pound ha scelto, di quello che ha rappresentato, delle sue posizioni ideologiche e politiche. Il tentativo sarà esclusivamente quello di analizzare, nella maniera più completa possibile, il suo rapporto con l'Italia, in ogni suo aspetto, con la giusta profondità, rispondendo ad una necessità di chiarezza intorno alla figura del poeta americano. Lontano dall'essere agiografico, e dal non sottolineare le sue posizioni ideologiche, dall'altro lato vi è il bisogno di ricercare e comunicare alcuni aspetti che raramente sono stati sottolineati, e quasi mai assunti come elementi fondamentali dell'esperienza poetica, politica ed esistenziale di Ezra Pound. Non potendo raggiungere la massima obiettività, in quanto metodo critico ed onestà intellettuale impongono la negazione della pretesa di questa, si cercherà quanto meno di avvicinarcisi, tentando la strada della raccolta complessiva dei giudizi (anche quelli che, a volte, possono apparire come più fragili e meno fondati) e della loro analisi, in quanto è presupposto fondamentale, in quest'idea di critica letteraria, il fuggire la tentazione della riduzione semplicistica, dell'adeguamento al giudizio consolidato, credendo che la revisione continua dei giudizi e delle categorie sia esercizio vitale per la disciplina stessa.
The figure of Ezra Pound represents, in Italy, a difficult critical case, especially beacuse of his involvement with the Fascist regime. This work, that has for theoric bases and methodology on a side the premises of Husserl's phenomenology and its consequences, like Gadamer's hermeneutics and the figure of H.R. Jauss and his aestethic of reception, and on the other side the social aspect of the reception of the readers, focuses on basically three perspectives: the political reception of the figure of Ezra Pound in Italy, starting with the Fascism, passing through the Neofascism of the 70's and arriving to the contemporary neofascists positions of CasaPound Italia; the central part of the work is a review and analysis of the critical reception from the 30's til the contemporary studies; the last part is about the influences of Ezra Pound poetry on italian poetry, especially in the 50's and 60's, with the selection of three case studies: Elio Pagliarani, Edoardo Sanguineti, Pier Paolo Pasolini.
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