Academic literature on the topic 'Facoltà di medicina e chirurgia'

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Journal articles on the topic "Facoltà di medicina e chirurgia"

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Alberghina, Mario. "Le scienze nella Facoltà di Medicina e Chirurgia in età contemporanea." ARCHIVIO STORICO PER LA SICILIA ORIENTALE, no. 1 (September 2019): 190–98. http://dx.doi.org/10.3280/asso2019-001018.

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2

Sgreccia, Elio, and Antonio G. Spagnolo. "L’insegnamento di bioetica nel Corso di laurea in Medicina e Chirurgia." Medicina e Morale 45, no. 4 (August 31, 1996): 639–54. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1996.900.

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Abstract:
In seguito all'attivazione anche nel sesto anno del corso di laurea in Medicina e Chirur gia della nuova Tabella XVIII relativa al riordinamento didattico in vigore già dall'a.a. 1988-1989, gli autori hanno ritenuto opportuno fornire alcuni ragguagli in merito all'esperienza dell'insegnamento della bioetica così come è stato attuato nella facoltà di Medicina e Chirurgia "A.Gemelli" dell’Università Cattolica del S. Cuore di Roma. Nella prima parte dell'articolo pertanto essi espongono ampiamente le modalità con cui si è articolato finora tale insegnamento nel corso dell'iter formativo dello studente di medicina, dando ragione anche del perché si sono operate certe scelte metodologiche, come pure di alcune opportune modifiche che potrebbero migliorare il coordinamento della formazione bioetica nei diversi anni e fra le discipline strettamente connesse. Loro obiettivo per i prossimi anni è quello di attivare una serie di seminari di bioetica clinica all'interno di altre aree cliniche, in stretta collaborazione con i docenti soprattutto delle aree di medicina clinica, di ginecologia e di ostetricia, delle emergenze medico-chirurgiche e della pediatria. Nella seconda parte dello scritto, invece, gli autori hanno voluto presentare alcune loro riflessioni in merito alla collocazione della bioetica all'interno del progetto di revisione dell'Ordinamento tabellare approvato già nel corso dell'anno precedente dal Consiglio Nazionale Universitario (CNU), ma mai pubblicato dalla Gazzetta Ufficiale.
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3

Cipolli, Carlo, and Marco Poli. "L'insegnamento delle discipline psicologiche nei corsi di laurea in Medicina e Chirurgia: il contributo di Marcello Cesa-Bianchi." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 1 (May 2021): 103–20. http://dx.doi.org/10.3280/rip1-2021oa11604.

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Abstract:
Marcello Cesa-Bianchi (1926-2018) è stato professore ordinario di Psicologia generale per 40 anni nella Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università Statale di Milano. Una parte rilevante della sua attività istituzionale è stata indirizzata alla valorizzazione delle funzioni didattiche delle discipline psicologiche nellaformazione degli studenti dei corsi di laurea in Medicina e Chirurgia. Questo obiettivo è stato perseguito fin dagli anni '70, in parallelo con a) l'evoluzione delle competenze richieste ai nuovi medici dal nuovo approccio centrato sul paziente in medicina, b) l'incremento di complessità delle attività cliniche all'interno degli ospedali generali, c) l'armonizzazione dei corsi di studio per la formazione dei medici come presupposto per la loro libera circolazione negli stati aderenti alla Comunità (poi Unione) Europea.L'avvio di questo processo di armonizzazione, all'inizio degli anni '80, fornì l'opportunità di coordinare le indicazioni derivate da esperienze didattiche innovative realizzate in alcune facoltà mediche (in particolare, nelle Università di Milano Statale, Bologna, Napoli Federico II) e di presentarle alle commissioni ministeriali impegnate prima nella revisione dell'ordinamento didattico del Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1986 (la cosiddetta Nuova Tabella XVIII) e nel suo adeguamento nel 1996, e poi al definitivo ordinamento, nell'ambito della generale riorganizzazione degli studi universitari disposta dal Decreto Legislativo n. 509 del 1999.Per stimolare le innovazioni nella didattica delle discipline psicologiche e la presentazione di proposte ufficiali per le modifiche degli ordinamenti didattici prima del Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia e poi di tutti i corsi di laurea e laurea specialistica dell'area sanitaria Cesa-Bianchi promosse numerosi convegnia partire dal 1986 e la costituzione del Collegio dei docenti e ricercatori di discipline psicologiche nelle Facoltà di Medicina e Chirurgia nel 1993. Attraverso questo organismo vennero elaborate e presentate ufficialmente le proposte che hanno portato ad inserire definitivamente la psicologia generale tra le discipline per la formazione di base del medico e dei laureati delle professioni sanitarie, e la psicologia clinica tra le discipline caratterizzanti per gli stessi corsi di studio. Un risultato altrettanto importante e duraturo è stato l'inserimento di specifiche competenze professionali (comunicative relazionali) da acquisire attraverso le discipline psicologiche.
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4

Cipolli, Carlo, and Pio Enrico Ricci Bitti. "La nascita e lo sviluppo della Psicologia nell'Università di Bologna dal 1950." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 2 (October 2021): 61–84. http://dx.doi.org/10.3280/rip2021oa12597.

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Abstract:
Renzo Canestrari (1924-2017) è stato uno dei più prestigiosi psicologi italiani del XX secolo. È stato professore ordinario di Psicologia (poi Psicologia generale) nella Facoltà di Medicina e Chirurgia dal 1960 al 1999. Laureato in Pedagogia nel 1946 e in Medicina e Chirurgia nel 1951, ha effettuato un'attività di ricerca in vari ambiti della psicologia sperimentale ed evolutiva, ovvero la percezione visiva (utilizzando paradigmi della psicologia della Gestalt e del funzionalismo) e il funzionamento dei processi cognitivi ed emozionali nei bambini e negli adolescenti. Ha esercitato anche un ruolo importante nella promozione di studi collaborativi (condotti con metodiche diagnostiche, psicometriche e strumentali) tra psicologi e clinici medici sulle relazioni tra stress e sintomi di varie patologie psicosomatiche, favorendo in tal modo la crescita della Psicologia Clinica nelle Facoltà italiane di Medicina e Chirurgia. Fin dagli ultimi anni '60 ha fornito a molti giovani ricercatori collaboratori l'opportunità di fare ricerca nel suo Istituto di Psicologia, nel quale vi era un numero rilevante di laboratori per la ricerca sperimentale e di ambulatori per attività diagnostiche e psicoterapiche su bambini e adolescenti. Il risultato più importante della sua lunga attività didattica è stato l'inserimento della Psicologia generale e della Psicologia clinica nel core curriculum della laurea magistrale in Medicina e Chirurgia e nelle lauree delle professioni sanitarie.
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Cipolli, Carlo, Vincenzo Natale, Pio Enrico Ricci Bitti, and Nicolino Rossi. "Le radici del Dipartimento di Psicologia "Renzo Canestrari": documenti per una memoria collettiva." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 2 (October 2021): 9–13. http://dx.doi.org/10.3280/rip2021oa12568.

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Abstract:
Renzo Canestrari (1924-2017) è stato uno dei più illustri psicologi italiani ed ha dato un contributo decisivo alla rinascita della psicologia in Italia nel secondo dopoguerra. Laureato in Pedagogia e in Medicina e Chirurgia, è stato professore ordinario di Psicologia nella Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università di Bologna dal 1960 al 1999. Ha fondato l'Istituto (poi Dipartimento) di Psicologia negli anni '60, all'interno del quale ha promosso lo sviluppo di molteplici aree di ricerca di psicologia sperimentale, clinica e applicata. Queste linee sono state successivamente sviluppate dagli allievi, molti dei quali hanno raggiunto posizioni importanti in numerose università italiane. In occasione dell'intitolazione del Dipartimento di Psicologia a suo nome, numerosi allievi hanno progettato di ricordare gli esordi e i successivi sviluppi dei suoi contributi in molteplici aree di ricerca. Questo numero di Ricerche di Psicologia intende essere sia un segno di gratitudine sia uno stimolo per la raccolta di ulteriori documentazioni e per approfondimenti storiografici sulla diffusione e affermazione della psicologia in ambito universitario e in altri ambiti della società italiana nella seconda metà del XX secolo.
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6

Rossi, Nicolino, and Giancarlo Trombini. "Renzo Canestrari e lo sviluppo della Psicologia clinica." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 2 (October 2021): 157–73. http://dx.doi.org/10.3280/rip2021oa12604.

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Abstract:
Nel lavoro vengono sinteticamente tracciati gli sviluppi della dimensione clinica della Psicologia, avviati e portati avanti da Renzo Canestrari, a partire dal suo ingresso nella Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università di Bologna, nel 1961. Vengono descritti gli obiettivi formativi perseguiti, le linee di ricerca esplorate, l'espansione della didattica in ambito accademico. Un percorso che ha trovato nella Medicina psicosomatica, come ambito di ricerca e come area disciplinare, un punto di incontro tra le esigenze della scienza medica e di quella psicologica, in grado di favorire l'integrazione tra prospettive teoriche e impostazioni metodologiche diverse, come la psicologia della Gestalt, la psicoanalisi, la psicometria, la psicofisiologia. Questa lettura delle vicende scientifiche, istituzionali e professionali rivela gli stretti legami tra medicina e psicologia, caratterizzati da un rapporto di reciproco vantaggio e arricchimento, che hanno favorito l'affermazione della Psicologia clinica nel suo versante accademico, scientifico e professionale.
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Santoro, Massimo, Michele Grieco, Rosa Marina Melillo, Alfredo Fusco, and Giancarlo Vecchio. "Molecular defects in thyroid carcinomas: Role of the RET oncogene in thyroid neoplastic transformation." European Journal of Endocrinology 133, no. 5 (November 1995): 513–22. http://dx.doi.org/10.1530/eje.0.1330513.

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Abstract:
Santoro M, Grieco M, Melillo RM, Fusco A, Vecchio G. Molecular defects in thyroid carcinomas. Role of the RET oncogene in thyroid neoplastic transformation. Eur J Endocrinol 1995;133:513–22. ISSN 0804–4643 Tumors are believed to arise as a result of an accumulation of mutations in critical genes involved in the control of cell proliferation. Thyroid neoplasms represent a good model for studying the role of these mutations in epithelial cell multistep carcinogenesis because they comprise a broad spectrum of lesions with different degrees of malignancy. Recent reports have described the involvement of specific genetic alterations in different types of thyroid neoplasms. Papillary carcinomas are characterized by the activation of the receptor tyrosine kinases RET and TRK-A proto-oncogenes. Ras point mutations are frequently observed in tumors with follicular histology and a high prevalence of p53 point mutations have been found in anaplastic carcinomas. A definition of molecular defects characterizing thyroid tumors will be helpful in establishing sensitive and specific detection strategies and, in addition, to define genetic and environmental factors important for their pathogenesis. Giancarlo Vecchio, Dipartimento di Biologia e Patologia Cellulare e Molecolare "L, Califano", Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università degli Studi di Napoli "Federico II", via S Pansini 5, 80131 Napoli, Italy
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Spagnolo, Antonio G., and Elio Sgreccia. "L’insegnamento di bioetica nei Diplomi Universitari della sanità." Medicina e Morale 47, no. 6 (December 31, 1998): 1121–40. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1998.814.

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Abstract:
Lo spostamento nell’ambito universitario del luogo di formazione di molte figure professionali dell’area sanitaria, mediante l’istituzione di specifici corsi di Diploma Universitario (DU), ha richiesto anche un livello universitario di formazione bioetica. Gli obiettivi, contenuti nelle tabelle ministeriali, sono quelli di permettere agli allievi di acquisire durante il corso la capacità di valutare i propri comportamenti, di conoscere i principi bioetici generali e quelli specifici che costituiscono le basi del consenso informato e delle valutazioni di pertinenza dei Comitati di bioetica, di approfondire le tematiche etico-deontologiche nella cura e nell’assistenza delle persone. L’articolo, che costituisce uno dei capitoli di un “manuale di bioetica” specificamente rivolto agli allievi e ai docenti dei DU, intende fare il punto sul problema dell’insegnamento della bioetica, considerando alcuni aspetti. Innanzitutto, la collocazione più opportuna della disciplina nell’ambito dei corsi integrati. Gli autori, presentando l’esperienza della Facoltà di Medicina chirurgia dell’Università Cattolica del S. Cuore e tenendo conto anche delle indicazioni in materia del Comitato Nazionale per la Bioetica, propongono l’inserimento della bioetica sin dal primo anno di corso e non solo all’ultimo come previsto dalle tabelle ministeriali. Circa gli obiettivi che gli allievi dovrebbero raggiungere, viene sottolineata la necessità di far sviluppare una maggiore consapevolezza e un’adeguata capacità di analisi razionale dei dilemmi morali nella professione, preparando lo studente ad accettare le responsabilità derivanti dal suo ruolo di operatore sanitario sia come singolo che come membro di una équipe. Metodologicamente, viene proposto di programmare un modulo di insegnamento in parte integrato ad altre materie per far cogliere l’aspetto pratico della bioetica, in parte distinto per comprende il nucleo teoretico che ci deve essere dietro ad ogni decisione etica. Infine, viene proposta la formazione di una specifica figura di docente di bioetica, per la quale andrebbe previsto e strutturato un corrispondente itinerario formativo risultante il più possibile da una integrazione di competenze disciplinari diverse.
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BORRELLI, ANTONIO. "SALVATORE TOMMASI, Il rinnovamento della medicina in Italia. Introduzione di Marco Segala. Bibliografia a cura di Francesco Masedu (Cultura medica, 1). L'Aquila: Facoltà di Medicina e Chirurgia, 2003. L+313 pp." Nuncius 20, no. 2 (January 1, 2005): 511–12. http://dx.doi.org/10.1163/221058705x00578.

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Salvatore, Domenico, Angela Celetti, Nicole Fabien, Christian Paulin, Maria Luisa Martelli, Caterina Battaglia, Daniela Califano, et al. "Low frequency of p53 mutations in human thyroid tumors; p53 and Ras mutation in two out of fifty-six thyroid tumours." European Journal of Endocrinology 134, no. 2 (February 1996): 177–83. http://dx.doi.org/10.1530/eje.0.1340177.

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Abstract:
Salvatore D, Celetti A, Fabien N, Paulin C, Martelli ML, Battaglia C, Califano D, Monaco C, Viglietto G, Santoro M, Fusco A. Low frequency of p53 mutations in human thyroid tumors; p53 and Ras mutation in two out of fifty-six thyroid tumours. Eur J Endocrinol 1996;134:177–83. ISSN 0804–4643 Objective: p53 is a well-known nuclear phosphoprotein encoded by a suppressor gene known to be mutated in various kinds of human tumours. A relationship between p53 gene mutation and tumour progression seems to be a common feature of several neoplasias. Desing: In order to investigate the role of p53 mutations in human thyroid tumours, DNA samples derived from fifty-six neoplastic tissues, ranging from benign adenomas to undifferentiated carcinomas, were examined for the presence of p53 gene mutations. Methods: The analysis has been conducted using polymerase chain reaction (PCR) amplification of the exons 5–9 of the p53 gene followed by single strand conformation polymorphism (SSCP) and sequence analyses. Results: One anaplastic carcinoma and one papillary carcinoma showed p53 gene mutations in exons 5 and 8, respectively. A cell line established from the papillary carcinoma showed the same mutation present in the original tumour. Both p53 mutations were heterozygous. The p53 positive samples were analysed for other genetic alterations frequently detected in human thyroid carcinomas (mutations of the RET, TRK, and ras oncogenes): both p53-mutated samples proved to be mutated at level of codon 13 of the c-Ki-ras gene. Conclusions: Our data confirm that p53 gene alterations are rare in well-differentiated thyroid tumours, that they are an important requirement for the establishment in culture of human thyroid carcinoma cell lines, and that they can be associated with other genetic alterations, namely ras mutations, in the malignant progression of thyroid tumours. Alfredo Fusco, Dipartimento di Biologia e Patologia Cellulare e Molecolare, Facoltà di Medicina e Chirurgia, via S. Pansini 5, 80131, Napoli, Italy
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Dissertations / Theses on the topic "Facoltà di medicina e chirurgia"

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Laureti, Silvio <1966&gt. "Il trattamento combinato della malattia perianale di Crohn: chirurgia e farmaci biologici." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/710/1/Tesi_Laureti_Silvio.pdf.

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Laureti, Silvio <1966&gt. "Il trattamento combinato della malattia perianale di Crohn: chirurgia e farmaci biologici." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/710/.

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SABATINO, LAURA. "La dignità professionale infermieristica: le percezioni degli infermieri nei setting di medicina e chirurgia." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2013. http://hdl.handle.net/2108/210668.

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Abstract:
La dignità professionale infermieristica come concetto riferito all'opinione che si ha di se stessi come professionisti e all‘importanza che si attribuisce al ruolo e alle funzioni svolte, nei contesti sanitari, non ha una chiara definizione in letteratura. Si è cominciato ad indagare su tale costrutto da meno di 10 anni in ambito accademico. La dignità professionale è stata definita come una conquista che va oltre il ruolo professionale, in quanto, strettamente connessa alla dignità intrinseca di ogni essere umano. Gli ambienti di lavoro sono fondamentali per sentirsi riconosciuti, felici e rispettati nella propria dignità professionale, così come sono basilari i modelli di relazioni e di rispetto sia con se stessi che con gli altri. In generale, la dignità professionale è una particolare espressione del concetto di dignità umana connessa all'attività lavorativa. Partendo dal concetto di dignità sociale esplicitato da Nora Jacobson1 possiamo affermare che la dignità professionale infermieristica è l'espressione di questa dimensione nel lavoro. A differenza della dignità umana che come valore è intangibile e inalienabile e la si può solo violare, la dignità sociale è contingente e contestuale e può essere guadagnata, persa, violata o promossa. La dignità sociale ha due aspetti strettamente interconnessi, cioè, la dignità di sé e la dignità in relazione. La dignità di sé consiste nel rispetto di se stessi e del proprio valore, si identifica con alcune caratteristiche quali la fiducia verso la propria persona, l‘autostima e l‘integrità. La dignità in relazione, invece, si riferisce ai modi nei quali il rispetto e il valore sono comunicati, attraverso il comportamento individuale e collettivo. Le relazioni hanno una grande influenza sulla percezione del rispetto e del non rispetto della dignità professionale e lo sviluppo dell‘identità professionale risente di queste relazioni. Comprendere il significato, riconoscere e rispettare il valore della dignità professionale infermieristica ritengo possa contribuire alla trasformazione culturale degli ambienti di lavoro sanitari, favorendo un clima eticamente rispettoso, con una conseguente diminuzione degli errori e un miglioramento della qualità dell‘assistenza. Obiettivo generale del progetto dottorale: Con tale progetto si è inteso descrivere e analizzare le percezioni e le esperienze degli infermieri nei dipartimenti di chirurgia e medicina generale, riguardo la dignità professionale infermieristica per approfondire la comprensione del concetto, per meglio definirlo e articolarlo, specialmente nella sua dimensione sociale. Obiettivi specifici: 1. Mettere in risalto gli elementi del contesto lavorativo che incidono sulla definizione del concetto e sulla percezione della dignità professionale infermieristica; 2. Individuare le possibili strategie comportamentali e organizzative atte a migliorare il clima etico lavorativo, affinché i professionisti infermieri possano esprimere al meglio la propria professionalità, in termini di qualità del servizio fornito e migliorare la credibilità sociale del loro ruolo; 3. Porre in evidenza il punto di vista degli infermieri che lavorano nei setting di medicina e chirurgia in merito alla considerazione che loro stessi hanno del ruolo che rivestono e del lavoro che svolgono. Disegno di ricerca: La metodologia utilizzata è stata qualitativa, descrittiva e interpretativa; ha coinvolto infermieri in servizio nei setting di medicina e chirurgia, da più di un anno, in varie regioni italiane e in differenti nosocomi pubblici. Metodo: Per la raccolta dei dati si è utilizzata la tecnica dei focus group utile per ottenere informazioni su uno specifico argomento in un campo poco esplorato. Il campione propositivo, di convenienza, non probabilistico, si è ottenuto con il reclutamento di infermieri, coinvolti su base volontaria, in servizio presso i dipartimenti di medicina e chirurgia generale di alcuni ospedali pubblici in 12 regioni italiane, tra nord, centro e sud, includendo nell'area sud le isole della Sardegna e della Sicilia, al fine di ottenere un'eterogeneità dei dati. Nel complesso sono stati coinvolti 15 ospedali pubblici per un totale di 20 focus group. Ai focus group hanno preso parte 124 infermieri (96 donne e 28 uomini). I dati sono stati analizzati attraverso un approccio convenzionale interpretativo di tipo induttivo, che si caratterizza per la presenza di tre momenti principali: una fase di preparazione, una fase di organizzazione e una fase di reporting. Si sono analizzate 12.429 righe di testo, per un totale di 413 pagine in formato A4, con interlinea 1,5. In totale si sono estratti 1.411 codici o unità di analisi o di significato, creando un network concettuale induttivo sulla base delle similitudini e delle differenze, cosicché sono state estratte 49 sub-categorie e 17 categorie principali. Nella fase conclusiva sono state sviluppate sette aree tematiche. Risultati: Le sette aree tematiche che caratterizzano la dignità professionale infermieristica nei setting di medicina e chirurgia analizzati sono rappresentate da: la dignità inalienabile degli esseri umani; il contesto storico, sociale e culturale; l'evoluzione del contesto professionale infermieristico e i valori dell'identità professionale. Per quanto concerne gli elementi organizzativi del concetto sono emersi come significativi i temi legati: alle relazioni inter-professionali; alle relazioni intra-professionali e all'influenza dei fattori connessi all'ambiente lavorativo. Conclusioni: Gli ambienti organizzativi inclusi nel nostro studio, con il basso numero di professionisti nello staff infermieristico, con vincoli temporali stringenti e con faticoso sovraccarico lavorativo non sembrano promuovere il rispetto per la dignità professionale infermieristica. Negli ambienti sanitari esaminati, la collaborazione tra professionisti è ancora una questione aperta e tali ambienti, spesso, sono caratterizzati da un‘organizzazione lavorativa gerarchica ancora troppo ancorata ad antichi modelli gestionali e comportamentali. Anche se aspetti di innovazione sono visibili, una cultura professionale difensiva è ancora molto forte e dovrebbero essere intraprese misure di modernizzazione e riorganizzazione molto più veloci. Una di queste misure potrebbe consistere in una migliore attuazione dell‘educazione inter-professionale, inoltre, sarebbe necessario il coraggio morale per segnalare, perlomeno, i comportamenti più negativi e impropri messi in atto da alcuni professionisti sanitari. Limiti: Alcuni limiti individuati sono stati la mancanza di triangolazione dei metodi di raccolta dati, e l‘assenza di uno o due casi devianti (medici, fisioterapisti, ecc.) che avrebbero potuto contribuire con prospettive diverse alla definizione della dignità professionale infermieristica. Sviluppi futuri: In futuro, si potrebbero esplorare i vari elementi della dignità professionale infermieristica sia in altri setting sanitari, sia attraverso il coinvolgimento di personale medico o di altri professionisti sanitari. Inoltre, uno studio etnografico per osservare i comportamenti inter e intraprofessionali, potrebbe aiutare a comprendere l‘oggetto di indagine.
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BATTISTA, FRANCESCA. "Pressione arteriosa da sforzo ed indicizzata al carico di lavoro in soggetti con obesità severa valutati prima e dopo chirurgia bariatrica." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2022. http://hdl.handle.net/11577/3459023.

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Abstract:
Introduzione: La condizione di obesità severa si accompagna a valori pressori elevati a riposo. Un’esagerata riposta pressoria durante esercizio correla con gli eventi cardiovascolari indipendentemente dai valori pressori basali. Un’elevata pressione indicizzata al carico di lavoro (W-SBP) ed in particolare un valore superiore ai 10 mmHg/METs è significativamente associata al rischio di mortalità. Scopo: Valutare la risposta pressoria all’esercizio e la W-SBP durante test cardiopolmonare (CPET) prima e dopo chirurgia bariatrica (BS). Metodi: 257 pazienti con obesità severa hanno eseguito CPET un mese prima e sei mesi dopo BS utilizzando lo stesso protocollo incrementale. La pressione arteriosa sistolica è stata misurata a riposo (SBPrest), ad un’intensità sottomassimale pari ad un carico di lavoro di 3 METs (SBPsubmax), al picco dell’esercizio (SBPpeak) e nella fase di recupero. La W-SBP durante esercizio sottomassimale (W-SBPsubmax) e al picco dello sforzo (W-SBPpeak) è stata calcolata con una formula dedicata. Risultati: l’età media dei soggetti era di 45.5 ±10.3 anni, il BMI prima della BS era 43.9±6.4 Kg/m2 e il 73.5% era di genere femminile. SBPrest risultava significativamente diminuita dopo BS (DeltaSBP -10.2±15.8 mmHg; p <0.0001), anche considerando il calo percentuale. SBPsubmax e SBPpeak apparivano ridotte dopo BS sia come variazione assoluta (-15.0±19.7 mmHg e -10.3±25.1 mmHg; p<0.0001, rispettivamente), sia come variazione percentuale. Inoltre, W-SBP dopo BS era significativamente inferiore sia durante esercizio sottomassimale (-3.0±12.2 mmHg/METs; p<0.0001) sia durante esercizio massimale (-2.1±4.8 mmHg/METs; p<0.0001), mentre la tolleranza all’esercizio, intesa come carico di lavoro raggiunto al picco dello sforzo era aumentata. Una regressione logistica ha mostrato che i principali determinanti della probabilità di avere una W-SBPpeak ≥10 mmHg dopo BS erano l’età, la W-SBPpeak e la capacità funzionale prima della chirurgia. Conclusioni: Dopo BS si è osservata una marcata riduzione della pressione arteriosa a riposo e durante esercizio. Inoltre, anche le W-SBP massimale e sottomassimale, espressioni della risposta pressoria indipendente dal carico di lavoro, sono risultate significativamente diminuite, a fronte di una maggiore capacità di esercizio. La riduzione della W-SBPpeak dopo BS appare determinata dall’età, dalla W-SBPpeak e dalla capacità funzionale di partenza.
Introduction: Obesity is accompanied by increased resting blood pressure. Exaggerated blood pressure during exercise correlates with cardiovascular events independently from baseline blood pressure levels. High Workload-indexed blood pressure (W-SBP) and particularly a value ≥10 mmHg/METs is significantly associated with the risk of mortality. Aim: to evaluate blood pressure response and W-SBP during a cardio-pulmonary exercise test (CPET) before and after bariatric surgery (BS). Methods: 257 patients with severe obesity performed maximal incremental CPET one month before and six months after BS using the same incremental protocol. Systolic blood pressure was measured at rest (SBPrest), at the same submaximal intensity of 3 METs (SBPsubmax), at peak exercise (SBPpeak) and in the recovery phase. The submaximal and maximal W-SBP (W-SBPsubmax and W-SBPpeak, respectively) were calculated with a dedicated formula. Results: Age was on average 45.5±10.3 years, BMI before BS was 43.9±6.4 Kg/m2 and 73.5% were females. SBPrest decreased significantly after BS (-10.2±15.8 mmHg; p <0.0001), also when considering percentage variation. SBPsubmax and SBPmax showed significant reduction after BS both as absolute change (-15.0±19.7 mmHg and -10.3±25.1mmHg; p<0.0001, respectively) and as percentage change. Furthermore, W-SBP decreased significantly during submaximal exercise (-3.0±12.2 mmHg/METs; p<0.0001) and at peak of exercise (-2.1±4.8 mmHg/METs; p<0.0001), despite a higher exercise tolerance after BS, determined as the workload reached at the peak of exertion. A logistic regression analysis showed that the probability to have W-SBPpeak ≥10 mmHg after BS was independently determined by age, W-SBPpeak and functional capacity before BS. Conclusions: After BS, a marked reduction of resting and exercise blood pressure values was observed. W-SBPsubmax and W-SBPpeak, as an expression of load-independent pressure response, decreased significantly, despite a significant increase in exercise tolerance after BS. Age, W-SBPpeak and functional capacity at baseline significantly determined the probability to have W-SBPpeak post BS.
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Frisoni, Tommaso <1983&gt. "Trattamento della osteonecrosi della testa femorale con tecnica di medicina rigenerativa (concentrato midollare autologo, gel piastrinico e matrice ossea demineralizzata) in chirurgia mini invasiva." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7454/1/Tommaso_Frisoni_tesi.pdf.

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Abstract:
Background Scopo del progetto di ricerca è valutare se l'utilizzo della core decompression associata a medicina rigenerativa (gel piastrinico, concentrato midollare autologo e matrice ossea demineralizzata) è sicuro ed efficace nel trattamento dell'osteonecrosi della testa del femore, anche per gli stadi più avanzati Materiali e metodi Inclusi in due protocolli di ricerca (ON-08 e AVN-13) sono stati trattati più di 50 pazienti, dei quali 29 con adeguato follow up (29 anche trattate). Nella stessa procedura il midollo osseo viene aspirato e concentrato, poi si procede alla core decompression ed il materiale rigenerativo (demineralizzato, concentrato midollare e gel piastrinico) vengono introdotti all'interno della lesione con approccio mini invasivo. I pazienti vengono poi valutati clinicamente e con radiografie standard e risonanza magentica nucleare ogni 3 mesi. L'outcome primario è stato valutare la sopravvivenza al trattamento (intesa come non conversione in artroprotesi) mentre gli obiettivi secondari sono stati la valutazione dei sintomi (dolore), della clinica (funzione) e la valutazione degli esami strumentali. Results La progressione radiografica è stata riscontrata in 7 anche. Complicazioni in 2 pazienti (una frattura ed una infezione). 16 anche hanno invece riportato risultati buoni o eccellenti con HHS > 80 a 2 anni di follow up. La protesi è stata indicata in 8 casi (27%). Nei casi falliti, lo stadio di nerosi era IIB in 6 e IIA in uno, mentre stadio III in 2 pazienti. Conclusioni I risultati preliminari sono promettenti in quanto sovrapponibili a quelli disponibili in letteratura. In particolare ottimi risultati clinico-funzionali nei pazienti giovani, affetti da neoplasie ematologiche. Ad ogni modo, è necessario un follow up maggiore ed una corte più ampia di pazienti per confermare i buoni risultati ottenuti.
Background We aim to assess whether the use of core decompression and the application of autologous bone marrow concentrate (BMC) along with demineralized bone matrix (DBM) and Platelet Rich Fibrin (PRF) in the treatment of osteonecrosis of the femoral head (ONFH) is safe and effective and whether this technique is indicated in advanced stages. Methods Twenty-nine patients (30 hips) were enrolled in this clinical trial at the Rizzoli Orthopaedic Institute. In the same procedure bone marrow was aspirated and concentrated, then core decompression was performed and BMC mixed with DBM and PRF was introduced into the lesion. Patients were assessed postoperatively with X-Ray and MRI. Primary outcome was the survival rate of hips not converted to total hip arthroplasty (THA). The secondary outcomes were radiographic evolution and clinical symptoms evaluated with Harris Hip Score (HHS). Results Radiographic progression was found in 7 hips. There were complications in 2 hips (one fracture and one deep infection). Sixteen hips with successful treatment had good to excellent functional results at 2-year follow-up (HHS > 80). THA were indicated in 8 hips (27%). In failed cases, the Ficat stage was IIB in 6 and 1 IIA and III respectively in the other two patients. Conclusions The early outcomes of our procedure are similar compared to the literature with promising results in post collapse stages, particularly in young patients treated for haematological malignancies. However, a longer follow-up and more selective study criteria are needed to confirm the present data
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Frisoni, Tommaso <1983&gt. "Trattamento della osteonecrosi della testa femorale con tecnica di medicina rigenerativa (concentrato midollare autologo, gel piastrinico e matrice ossea demineralizzata) in chirurgia mini invasiva." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7454/.

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Abstract:
Background Scopo del progetto di ricerca è valutare se l'utilizzo della core decompression associata a medicina rigenerativa (gel piastrinico, concentrato midollare autologo e matrice ossea demineralizzata) è sicuro ed efficace nel trattamento dell'osteonecrosi della testa del femore, anche per gli stadi più avanzati Materiali e metodi Inclusi in due protocolli di ricerca (ON-08 e AVN-13) sono stati trattati più di 50 pazienti, dei quali 29 con adeguato follow up (29 anche trattate). Nella stessa procedura il midollo osseo viene aspirato e concentrato, poi si procede alla core decompression ed il materiale rigenerativo (demineralizzato, concentrato midollare e gel piastrinico) vengono introdotti all'interno della lesione con approccio mini invasivo. I pazienti vengono poi valutati clinicamente e con radiografie standard e risonanza magentica nucleare ogni 3 mesi. L'outcome primario è stato valutare la sopravvivenza al trattamento (intesa come non conversione in artroprotesi) mentre gli obiettivi secondari sono stati la valutazione dei sintomi (dolore), della clinica (funzione) e la valutazione degli esami strumentali. Results La progressione radiografica è stata riscontrata in 7 anche. Complicazioni in 2 pazienti (una frattura ed una infezione). 16 anche hanno invece riportato risultati buoni o eccellenti con HHS > 80 a 2 anni di follow up. La protesi è stata indicata in 8 casi (27%). Nei casi falliti, lo stadio di nerosi era IIB in 6 e IIA in uno, mentre stadio III in 2 pazienti. Conclusioni I risultati preliminari sono promettenti in quanto sovrapponibili a quelli disponibili in letteratura. In particolare ottimi risultati clinico-funzionali nei pazienti giovani, affetti da neoplasie ematologiche. Ad ogni modo, è necessario un follow up maggiore ed una corte più ampia di pazienti per confermare i buoni risultati ottenuti.
Background We aim to assess whether the use of core decompression and the application of autologous bone marrow concentrate (BMC) along with demineralized bone matrix (DBM) and Platelet Rich Fibrin (PRF) in the treatment of osteonecrosis of the femoral head (ONFH) is safe and effective and whether this technique is indicated in advanced stages. Methods Twenty-nine patients (30 hips) were enrolled in this clinical trial at the Rizzoli Orthopaedic Institute. In the same procedure bone marrow was aspirated and concentrated, then core decompression was performed and BMC mixed with DBM and PRF was introduced into the lesion. Patients were assessed postoperatively with X-Ray and MRI. Primary outcome was the survival rate of hips not converted to total hip arthroplasty (THA). The secondary outcomes were radiographic evolution and clinical symptoms evaluated with Harris Hip Score (HHS). Results Radiographic progression was found in 7 hips. There were complications in 2 hips (one fracture and one deep infection). Sixteen hips with successful treatment had good to excellent functional results at 2-year follow-up (HHS > 80). THA were indicated in 8 hips (27%). In failed cases, the Ficat stage was IIB in 6 and 1 IIA and III respectively in the other two patients. Conclusions The early outcomes of our procedure are similar compared to the literature with promising results in post collapse stages, particularly in young patients treated for haematological malignancies. However, a longer follow-up and more selective study criteria are needed to confirm the present data
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CACCIABAUDO, Francesco. "STUDIO SPERIMENTALE SU PANCREAS DI MAIALE PER L’OTTENIMENTO DI CELLULE PRODUCENTI INSULINA." Doctoral thesis, 2014. http://hdl.handle.net/10447/85546.

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Abstract:
L’obiettivo del mio studio è stato quello di standardizzare delle tecniche per prelevare, mantenere e transdifferenziare la componente sia esocriche sia endocrine del pancreas in cellule producenti insulina; per poter realizzare tale lavoro sono state seguite diverse fasi. Nella fase preliminare furono prelevate e trans-differenziate cellule provenienti dal dotto di Wirsung di maiale in cellule-ß producenti isulina. Nella seconda fase le ß-cellule furono ottenute dalla componente esocrina di pancreas in toto di maiale dopo exsaguinazio e con l’impiego di due diverse soluzioni di conservazione, al fine di valutare quale delle due potesse mantenere meglio l’organo e potesse dare una successivamente una migliore resa cellulare; inoltre l’altro obiettivo di questa seconda fase del mio studio fu quella di confrontare la vitalità e la capacità di produrre insulina delle cellule prima e dopo crioconservazione. Nella fase finale furono prelevate direttamente le cellule ß-pancreatiche da maiale a cuore non battente con l’impiego delle due soluzioni di conservazione prima citate, al fine di valutare ancora una volta le differenze nelle capacità conservative delle due soluzioni direttamente sulle cellule ß e di valutare la vitalità e la capacità di produrre insulina delle suddette ß-cellule direttamente prelevate dal maiale prima e dopo criopreservazione. Questo studio è stato condotto presso il laboratorio di Chirurgia Sperimentale e presso il reparto di Virologia Sperimentale dell’Istituto Zooprofilattico della Sicilia “A.Mirri”, in collaborazione con il Consorzio Interuniversitario per i Trapianti d’Organo di Roma.
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SAMMARTANO, Antonino. "USO DI SCAFFOLD BIORIASSORBIBILE PER LA CREAZIONE DI NEOVASI. STUDIO SPERIMENTALE SU MODELLO SUINO." Doctoral thesis, 2014. http://hdl.handle.net/10447/85263.

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CANTORI, VALENTINA. "Il Necessario di Samuel Esperel trascritto da Yosef Catelan: Edizione e commento linguistico del codice Vat. ebr. 372." Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/11393/239197.

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Abstract:
L’obiettivo di questa tesi è analizzare un gruppo di testi in lingua portoghese e grafia ebraica, riflettendo sul contesto più ampio del corpus medievale portoghese in caratteri ebraici. I testi analizzati sono inclusi nel codice Vat. ebr. 372, un manoscritto quattrocentesco di origine portoghese contenuto presso la Biblioteca Apostolica Vaticana. Il codice è composto da tre parti: due testi in grafia ebraica e uno in caratteri latini, tutti e tre di argomento medico. Nella prima parte del codice è trascritto il Necessario, un trattato medico-chirurgico attribuito al cordovese Samuel Esperel e indirizzato a David chirurgo di Jaen. Il testo venne trascritto in portoghese dal medico Yosef Catelan per uso personale. Il Necessario non si presenta come un trattato di grande innovazione scientifica poiché riporta teorie e pratiche piuttosto diffuse all’epoca, che si rifanno agli insegnamenti dei grandi maestri della medicina. Tra le fonti citate ci sono Galeno, Avicenna, Abulcasis, Ugo e Teodorico de’ Borgognoni. Poche sono le notizie biografiche riguardo all’autore, ma si può pensare che fosse un medico piuttosto conosciuto e apprezzato nell’ambiente scientifico dell’epoca, soprattutto nel contesto ebraico, poiché alcune ricette dello stesso Samuel Esperel si ritrovano anche nella parte finale di un altro codice: il ms. 14 FA della Biblioteca Municipale di Porto. In questa tesi saranno riportate queste ricette, sia in caratteri ebraici, che latini con il fine di fornire un maggior numero di testi che registrano l’attività di Samuel Esperel come medico e studioso. La seconda parte del codice contiene un ricettario anche questo trascritto da Yosef Catelan per uso personale. In questa sezione sono nuovamente citati Avicenna e Teodorico de’ Borgononi, ma si fa riferimento anche ad altre illustri personalità: Lanfranco da Milano e Demostene Filalete. Esistono inoltre indicazioni precise che confermano la paternità di alcune ricette: si tratta di Guy de Chauliac e Isacco Israelita, conosciuto anche come Isacco Giudeo. Per ampliare la prospettiva sul corpus si è deciso di affiancare allo studio del Necessario quello di altri due testi: il Livro de como se fazen as cores e il Libro de Magica, entrambi quattrocenteschi in portoghese arcaico e caratteri ebraici. Viene effettuata un’analisi linguistica che ha l’obiettivo di studiare le varianti diatopiche e diacroniche presenti in questi testi, facendone emergere i punti di contatto e divergenza. L’analisi dei testi in grafia ebraica e lingua portoghese inclusi nel Vat. ebr. 372 permette di riflettere sia sulla natura versatile di un testo che mescola due sistemi linguistici sia sulla complessa situazione del portoghese quattrocentesco: una lingua fortemente instabile che sta attraversando numerosi cambiamenti sia fonologici che grafici.
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Books on the topic "Facoltà di medicina e chirurgia"

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Stroppiana, Luigi. Storia della Facoltà di medicina e chirurgia: Istituzioni e ordinamenti (sintesi cronologica) dalle origini al 1981. Roma: Edizioni dell'Ateneo, 1985.

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Coco, Antonio. La Facoltà di medicina e l'Università di Catania (1434-1860). Firenze: Giunti, 2000.

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Tombaccini, Donatella, Donatella Lippi, Fiorella Lelli, and Cristina Rossi, eds. Firenze città spedaliera. Florence: Firenze University Press, 2005. http://dx.doi.org/10.36253/8884532248.

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Abstract:
Il volume con agili sintesi testuali e ricco corredo iconografico ripercorre la storia dell'assistenza a Firenze e nel suo comprensorio, dalle più antiche e generiche istituzioni ospedaliere, fino all'attuale Società della salute. La storia antica e recente degli ospedali è tracciata in relazione alle finalità del loro sviluppo, evidenziando il mutare nel tempo dei servizi e dello stesso concetto di qualità. Le schede degli ospedali sono state realizzate da studenti e personale della Facoltà di Medicina e Chirurgia, in nome della condivisione di intenti e di obiettivi che rappresentano un punto di forza nella formazione medica.
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Tiziana, Pusceddu, ed. Mario Aresu e la clinica medica nella storia dell'Università e della città di Cagliari. Cagliari: Aipsa, 2010.

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Rocca, Vittorio. Embrioni, cellule e persona: Biomedicina, giurisprudenza ed etica a confronto : atti del convegno di studi organizzato dallo Studio Teologico S. Paolo e dalla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università degli Studi di Catania, Catania, 3-4 maggio 2007. Firenze: Giunti, 2008.

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1956-, Cattorini Paolo, and Ghetti Vittorio, eds. La bioetica nelle facoltà di medicina. Milano: F.Angeli, 1997.

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Lippi, Donatella. Medicina, chirurgia e politica nell'Ottocento toscano: L'archivio di Ferdinando Zannetti. Firenze: Firenze university press, 2003.

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Cecio, Aldo. Due secoli di medicina veterinaria a Napoli, 1798-1998. Napoli: Fridericiana editrice universitaria, 2000.

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Francesco, Raspadori, ed. I Maestri di medicina ed arti dell'Università di Ferrara, 1391-1950. Firenze: L.S. Olschki, 1991.

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Guelfi, Maria Renza, Marco Masoni, Jonida Shtylla, and Andreas Robert Formiconi, eds. Peer assessment nell’insegnamento di Informatica del Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia dell’Università di Firenze. Florence: Firenze University Press, 2019. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-890-7.

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Abstract:
Nel volume si affrontano i temi dell’e-learning nella formazione universitaria e della progettazione ed erogazione in modalità blended learning dell’insegnamento di Informatica del I anno del Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia dell’Università di Firenze. In tale insegnamento è stata sperimentata la metodologia didattica di revisione tra pari, utile in classi ad elevata numerosità; l’opera raccoglie inoltre una selezione dei migliori elaborati prodotti dagli studenti. I risultati ottenuti dimostrano l’utilità di esportare ad altri insegnamenti universitari la metodologia didattica della revisione tra pari e gli elaborati degli studenti inerenti l’e-health permette ai medici in attività di aggiungere conoscenze per utilizzare con perizia e consapevolezza le ICT nell’esercizio della professione.
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Manca, Gianpiero, Elisa Biggi, Fabiola Cocco, Rosanna Raschillà, and Isabella Raugei. "Tecniche di chirurgia radioguidata." In Fondamenti di medicina nucleare, 739–61. Milano: Springer Milan, 2010. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1685-9_31.

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