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Journal articles on the topic 'Fibrillazione'

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Di Lullo, Luca, Fulvio Floccari, Antonio De Pascalis, Vincenzo Barbera, Giovanni Barbera, Moreno Malaguti, and Alberto Santoboni. "Fibrillazione Atriale e Malattia Renale Cronica." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, no. 1 (December 2, 2014): 69–74. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.865.

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Abstract:
La fibrillazione atriale (FA) rappresenta la più comune forma di aritmia riscontrabile nella pratica clinica quotidiana, soprattutto nei pazienti affetti da cardiopatia ischemica cronica e da malattia renale cronica (CKD), ed è spesso correlata all’età avanzata e alla presenza di altre comorbidità, come ipertensione arteriosa, diabete mellito e vasculopatia polidistrettuale. Negli ultimi 20 anni si è assistito a un progressivo incremento dell’incidenza della fibrillazione atriale nei pazienti affetti da malattia renale cronica, soprattutto nei pazienti sottoposti al trattamento sostitutivo della funzione renale. (Cardionephrology)
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Di Lullo, Luca, Fulvio Floccari, Antonio De Pascalis, Vincenzo Barbera, Giovanni Barbera, Moreno Malaguti, and Alberto Santoboni. "Fibrillazione Atriale e Malattia Renale Cronica." Giornale di Tecniche Nefrologiche e Dialitiche 26, no. 1 (January 2014): 69–74. http://dx.doi.org/10.5301/gtnd.2014.11885.

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3

Castaldi, Bruno. "Questioni pratiche nel trattamento anticoagulante della fibrillazione atriale nel paziente oncologico." Cardiologia Ambulatoriale, no. 3 (November 30, 2020): 223–25. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2020-3-15.

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Abstract:
La fibrillazione atriale si verifica con una frequenza maggiore nei pazienti con neoplasie, in particolare anziani, spesso correlata a comorbidità o complicanze della terapia chirurgica e medica del cancro. Trattare la fibrillazione atriale in pazienti con neoplasie è una sfida, soprattutto in termini di terapia antitrombotica, perché il cancro comporta un aumento del rischio sia di trombosi che di emorragia, e la risposta anticoagulante può essere imprevedibile. Alla terapia con warfarin e con eparina a basso peso molecolare si sono aggiunti, grazie alla provata efficacia e sicurezza, anche gli anticoagulanti orali diretti. Compliance del paziente, interazioni farmacologiche, frequenti cambiamenti della malattia neoplastica, impongono però una sorveglianza continua e un approccio multidisciplinare.
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4

McKenna, Claire, Emma Maund, Muhammad Sarowar, David Fox, Matt Stevenson, Chris Pepper, Nerys Woolacott, and Stephen Palmer. "Dronedarone per il trattamento della fibrillazione atriale." PharmacoEconomics Italian Research Articles 15, no. 2 (September 11, 2013): 91–100. http://dx.doi.org/10.1007/s40276-013-0006-2.

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5

Carbone, Vincenzo and Carbone, Francesca. "Fenomeni strani in corso di fibrillazione atriale." Cardiologia Ambulatoriale, no. 2 (June 30, 2018): 154–59. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2018-2-9.

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6

Carbone, Vincenzo. "Problematiche aritmologiche in cardio-oncologia: la fibrillazione atriale." Cardiologia Ambulatoriale 213, no. 217 (November 30, 2020): 213–17. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2020-3-13.

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Abstract:
È stata rilevata un’aumentata prevalenza di fibrillazione atriale (FA) nei pazienti con neoplasie, così come una maggiore incidenza di tumori di nuova diagnosi in soggetti con FA di recente insorgenza. I possibili meccanismi chiamati in causa per spiegare la comparsa di FA in pazienti con cancro (e viceversa) comprendono un’epidemiologia comune e fattori di rischio condivisi, il ruolo dell’età e delle comorbidità che impattano su entrambe le condizioni, un effetto diretto del cancro sull’aritmia, nonché l’azione cardiotossica delle terapie chirurgiche, farmacologiche o radianti messe in atto per il trattamento delle neoplasie. L’infiammazioine sistemica, invece, potrebbe rappresentare un denominatore comune a entrambe le condizioni, come anche lo stress ossidativo e l’apoptosi. Il trattamento della FA nei pazienti oncologici rappresenta una grande sfida e, poiché non disponiamo di Linee Guida specificamente dedicate alla gestione dell’aritmia in questo particolare contesto clinico, l’approccio terapeutico deve essere individualizzato e at-tentamente ponderato.
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Office, Editorial. "Errata Corrige, Ital J Med 2017; 11(s1):110." Italian Journal of Medicine 11, no. 2 (June 14, 2017): 218. http://dx.doi.org/10.4081/itjm.2017.890.

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Abstract:
Nel fascicolo dell’Italian Journal of Medicine 2017; volume 11, supplemento 1 dedicato agli abstracts del XXII Congresso Nazionale della Società Scientifica FADOI, Sorrento, 13-16 maggio 2017, a pagina 110 è stata pubblicata una versione errata dell’abstract intitolato “Fibrillazione atriale spia di gravità di frattura sternale”. La versione corretta è riportata di seguito.
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Antoncecchi, Ettore, Agosti, Sergio, and Casalino, Laura. "FOCUS-ON: Gli anticoagulanti orali diretti nella fibrillazione atriale non valvolare." Cardiologia Ambulatoriale, no. 1 (March 30, 2019): 13–32. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2019-1-2.

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Carbone, Vincenzo and Iandolo, Alessandro. "Fibrillazione atriale con complessi QRS larghi: dov’è il blocco di branca?" Cardiologia Ambulatoriale, no. 2 (2016): 146–54. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2016-2-14.

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10

Negro, Francesco, and Doralisa Morrone. "Un caso di intossicazione digitalica." Cardiologia Ambulatoriale, no. 2 (September 30, 2020): 121–32. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2020-2-4.

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Abstract:
La digossina è un farmaco appartenente alla famiglia dei glicosidi cardioattivi, che hanno importanti effetti inotropi, neuro-ormonali ed elettrofisiologici e che viene tuttora impiegata nel trattamento sintomatico dello scompenso car-diaco con compromissione della funzione ventricolare sinistra e della fibrillazione/flutter atriale. La conoscenza della sua farmacologia e dei suoi effetti clinici è di fondamentale importanza al fine di selezionare i pazienti che possano trarre beneficio da tale terapia ed al fine di evitare l’intossicazione digitalica, che è tuttora un importante problema con il quale il clinico deve confrontarsi. Parole chiave: Digossina; Intossicazione digitalica; Scompenso cardiaco; Iperpotassiemia.
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Saglietto, Andrea, Stefania Scarsoglio, Daniela Canova, Alessandro Piccotti, Simone Franzin, Fiorenzo Gaita, Gaetano Maria De Ferrari, Luca Ridolfi, and Matteo Anselmino. "Spettroscopia nel vicino infrarosso (NIRS) e alterazioni dell’emodinamica cerebrale in corso di fibrillazione atriale." Cardiologia Ambulatoriale 28, no. 2020 (December 2020): 241–45. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2020-4-3.

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Abstract:
The growing epidemiological burden of atrial fibrillation (AF) warrants urgent clarification of the mechanisms at the basis of the independent association between the arrhythmia and cognitive decline/dementia. Several mechanisms have been proposed, such as silent cerebral lesions (subclinical ischemia or micro-haemorrages), a chronic reduction in mean cerebral blood flow, AF-associated pro-inflammatory status and cerebral endothelial dysfunction. However, a new hypothesis based on computational da-ta has recently emerged, which claims that AF irregular rhythm itself may promote direct deleterious beat-to-beat effects, which translates into critical hemodynamic events in the distal cerebral circle. To overcome the limitations of the currently adopted techniques in the study of cerebral circle (transcranial Doppler and Arterial Spin Labeling MRI), we recently demonstrated that cerebral near-infrared spectroscopy (NIRS) with high sampling frequency (20 Hz) may provide beat-to-beat hemodynamic in-sights from the cerebral microcirculation, paving the way for the assessment of distal cerebral hemodynamics during AF. Should the computational findings be confirmed, it will be fundamental to evaluate whether the most aggressive rhythm control strate-gies (such as transcatether ablation) may contribute to reduce cognitive burden in AF patients.
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Jommi, C., A. Iorio, L. Crippa, A. Gelera, and G. Senatore. "Analisi di impatto sul budget di WatchmanTM, dispositivo per la prevenzione tromboembolica nei pazienti con fibrillazione atriale." PharmacoEconomics Italian Research Articles 15, no. 2 (September 11, 2013): 45–63. http://dx.doi.org/10.1007/s40276-013-0008-0.

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Calabrò, Gian Pietro. "L’eutanasia nella prospettiva dello stato costituzionale tra principi e valori." Medicina e Morale 48, no. 5 (October 31, 1999): 885–902. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1999.793.

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Abstract:
In questo articolo l’Autore ha voluto sottolineare la strettissima connessione tra la tutela del diritto alla vita e la natura dello Stato di diritto costituzionale. Due sono gli ambiti entro cui questo legame sembra entrare in fibrillazione: l’inizio e la fine della vita. L’Autore contesta infatti la possibilità di una configurazione giuridica dell’eutanasia, quale diritto di morire. Dopo aver analizzato la situazione legislativa de iure condito e de iure condendo, esamina la nozione di indisponibilità del bene vita entro la prospettiva dei principi e dei valori costituzionali. In quest’ultima prospettiva emerge infatti come la “natura” dello Stato costituzionale sia ancorato alla nozione di persona umana e ai suoi diritti inviolabili, di cui il diritto alla vita rappresenta quel diritto previo, pre-condizione di ogni altro diritto. In questo senso esso allora è principium essendi dello stesso ordinamento giuridico, che trova in esso la sua ragion d’essere e il suo criterio di legittimazione
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Cataldo, Gabriella. "735-1 Secondary Prevention of Stroke in Non-valvular Atrial Fibrillation: Results of the SIFA (Studio Italiano Fibrillazione Atriale) Trial." Journal of the American College of Cardiology 25, no. 2 (February 1995): 144A. http://dx.doi.org/10.1016/0735-1097(95)92052-7.

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Vedovati, Maria Cristina, Gianpaolo Reboldi, Giancarlo Agnelli, and Paolo Verdecchia. "Type 2 Valvular Heart Disease Affects Decision Making for Anticoagulation in Patients with Atrial Fibrillation: The UMBRIA-Fibrillazione Atriale Prospective Study." TH Open 03, no. 02 (April 2019): e157-e164. http://dx.doi.org/10.1055/s-0039-1692202.

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Abstract:
Background Valvular heart disease (VHD) and atrial fibrillation (AF) often coexist. Aim We investigated whether type 2 VHD (other than moderate-severe rheumatic mitral stenosis or mechanical heart valve) influences the prescription of anticoagulants in AF. Methods Umbria-Fibrillazione Atriale is a prospective multicenter registry in patients with AF. For the purpose of this study, type 2 VHD patients were propensity matched with non-VHD counterparts in a 1:1 ratio. Patients with type 1 VHD (moderate-severe mitral stenosis or mechanical heart valve) were excluded. Results We identified 2,212 patients with AF and excluded 46 because data on VHD were unavailable. Type 2 VHD was present in 426 patients (19.7%). Before registry entry visit, 77.1% of type 2 VHD and 66.8% of non-VHD patients were on anticoagulants. At discharge, 90.8 and 85.2% of patients, respectively, were on anticoagulants. After propensity-score matching, 386 patient-pairs were created. In the matched sample, the likelihood of being on anticoagulants before (odds ratio [OR]: 1.43, 95% confidence interval [CI]: 1.02–2.01, p = 0.036) and after (1.63, 95% CI: 1.04–2.57, p = 0.034) the entry visit was higher in type 2 VHD than in non-VHD patients. Patients with type 2 VHD were 70% more likely to receive vitamin K antagonists (VKAs) (OR: 1.70, 95% CI: 1.28–2.27, p < 0.001), and 32% less likely to receive non–vitamin K oral anticoagulants (NOACs; OR: 0.68, 95% CI: 049–0.94, p = 0.011) than non-VHD patients. Conclusion VKAs consistently outperformed NOACs as preferred treatment option in patients with type 2 VHD. This could potentially deny to these patients the well-established benefits of NOACs observed in phase III trials.
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Bottoni, N., M. Tritto, R. Ricci, M. Accogli, M. Di Biase, S. Iacopino, M. Iori, et al. "Adherence to guidelines for atrial fibrillation management of patients referred to cardiology departments: Studio Italiano multicentrico sul Trattamento della Fibrillazione Atriale (SITAF)." Europace 12, no. 8 (May 28, 2010): 1070–77. http://dx.doi.org/10.1093/europace/euq158.

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Volterrani, Maurizio, Ferdinando Iellamo, Giuseppe Rosano, Pasquale Guarini, Enrico Pusineri, Stefano Bonassi, Claudio Chimini, Fabio Zaccà, and Cesare Proto. "Anticoagulation in “real world” patients with atrial fibrillation in Italy: Results from the ISPAF (Indagine Sicoa Paziente Con Fibrillazione Atriale) survey study." International Journal of Cardiology 168, no. 5 (October 2013): 4729–33. http://dx.doi.org/10.1016/j.ijcard.2013.07.169.

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Volterrani, Maurizio, Ferdinando Iellamo, Cappelletti Alberto, Alcamo Pasquale, Pezzullo Salvatore, Piccinini Massimo, Miano Marco, et al. "NOAC in “real world” patients with atrial fibrillation in Italy: results from the ISPAF-2 (Indagine Sicoa Paziente Con Fibrillazione Atriale) survey study." Internal and Emergency Medicine 13, no. 7 (June 28, 2018): 1069–75. http://dx.doi.org/10.1007/s11739-018-1896-9.

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Luca, Di Lullo, Fulvio Floccari, Rodolfo Rivera, Vincenzo Barbera, Antonio Bellasi, Mario Cozzolino, Antonio Selvi, Francesca Santoboni, Antonio De Pascalis, and Claudio Ronco. "Gli Anticoagulanti Orali Non Vitamina K-dipendenti Nei Pazienti Con Fibrillazione Atriale Non Valvolare ed End-stage Renal Disease (ESRD). Un Matrimonio Impossibile?" Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 29, no. 2 (May 17, 2017): 117–26. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2017.653.

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Antoncecchi, Ettore, and Enrico Orsini. "Cardiologia 2019. Cosa c’è di nuovo." Cardiologia Ambulatoriale, no. 12020 (January 30, 2020): 1–10. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2020-1-1.

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Abstract:
Si può ben dire che il panorama scientifico 2019 è stato ricco di novità per la cardiologia. Sono stati presentati nei principali congressi internazionali e pubblicati sulle riviste più prestigiose i risultati di numerosi ed importanti trials, attesi da anni su tematiche differenti. La Società Europea di Cardiologia è stata attivissima, emanando ben cinque nuove linee guida, su diabete e malattie cardiovascolari, dislipidemie, embolia polmonare, tachicardie parossistiche sopraventricolari e sindromi coronariche croniche. Le società americane sono state più prudenti, per certi aspetti opportunamente, limitandosi ad emanare due nuovi documenti sulla prevenzione primaria e sulla fibrillazione atriale. Non sempre tuttavia novità è sinonimo di progresso reale. Numerosi trials su farmaci già sviluppati o in via di sviluppo hanno dato risultati negativi o solo modestamente positivi, tanto da non consentire di supportarne nuove indicazioni. Uno dei nuovi documenti di indirizzo della Società Europea di Cardiologia si è rivelato, come sarà discusso, sostanzialmente privo di reali innovazioni. Uno dei trials maggiormente attesi, ISCHEMIA, presentato all’American Heart Association ma non ancora pubblicato, ha dato un risultato che possiamo definire “nullo”. Soltanto una classe di nuovi farmaci antidiabetici, gli inibitori SGLT-2, hanno ricevuto conferme molteplici nel 2019, tanto da permetterne la collocazione fra gli agenti più attivi per la prevenzione cardiovascolare. Questo editoriale, non potendo passare in rassegna tutte le novità cardiologiche 2019, tratterà soltanto alcuni temi che gli autori reputano maggiormente significativi. Sperando di incontrare l’approvazione dei lettori di Cardiologia Ambulatoriale.
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Rillo, Mariano, Pompeo E. Maggio, Angelo Aloisio, and Davide Aloisio. "Follow up a lungo termine dell’ablazione ibrida della fibrillazione atriale persistente o persistente di lunga durata con tecnica Convergent: la prima esperienza in Italia." Cardiologia Ambulatoriale, no. 2 (September 30, 2020): 88–101. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2020-2-2.

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Abstract:
Introduzione: I dati a lungo termine del follow up dei pazienti (pz) sottoposti ad ablazione (A) transcatetere con radiofrequenza (RF) endocardica (Endo) della fibrillazione atriale (FA) persistente (P) o di lunga durata (LD) si sono dimostrati meno incoraggianti rispetto a quelli ottenuti per la FA parossistica. Recentemente una tecnica ibridadi A epicardica (Epi) e Endo, ha dimostrato di essere più efficace della sola A-Endo. Scopo: lo scopo del nostro studio è stato quello di riferire la nostra esperienza nell’esecuzione di questo approccio. Metodi e risultati: 15 pz con FAP (11) o FAP-LD (4), 9 maschi e 6 femmine, età media 67 ± 7 anni, precedentemen-te trattati senza successo con singola (10 pz) o multiple (5 pz) sessioni di A-Endo sono stati sottoposti a A-Epi per silenziare l’atrio sinistro posteriore (ASP). Un mese dopo l’A-Epi abbiamo eseguito una A-Endo per cercare even-tuali aree residue delle vene polmonari (VP) o dell’ASP che avrebbero potuto richiedere un ulteriore trattamento. Inoltre, abbiamo eseguito una mappabipolare ad alta densità utilizzando il sistema CARTO 3D, con acquisizione di almeno 2.000 punti al fine di identificare la fibrosi al di fuori dell’ASP. L’A-Epi ha richiesto un numero di righe di linee di ablazione di 1 in 3 pz (20%) e 2 in 12 pz (80%), con una media di 9 ± 3 linee nella riga inferiore e 7 ± 1 nella superiore. In un solo pz abbiamo osservato versamento pericardico ed è stato l’unico fallimento della nostra serie. l’A-Endo ha dimostrato 19 gaps di conduzione che hanno interessato 4 VP nel 21,4% dei pz e 41 gaps dell’ASP nel 71,4% dei pz. La fibrosi al di fuori dell’ASP è stata osservata in 6 pz. Non sono stati rilevati episodi di FA nell’84,6% dei pz al diciottesimo mese di follow-up; il 30.8% dei pz è stato trattato con Amiodarone. Conclusioni: l’A-Epi e l’A-Endo si sono dimostrate efficaci per il trattamento della FAP o FAP-LD con un rischio accettabile di complicanze, sebbene il numero limitato di casi e la natura osservazionale dello studio richiedano cautela nelle conclusioni.
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Campana, Andrea. "Fisiopatologia del blocco atrio-ventricolare di I grado molto marcato: quando può essere ragionevole l’impianto di pacemaker?" Cardiologia Ambulatoriale, no. 1 (January 30, 2020): 71–80. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2020-1-6.

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Abstract:
Un intervallo P-R di 200 ms sull’elettrocardiogramma è indicato come limite superiore della norma, ma la definizione di BAV di I° grado varia da > 200 a ≥ 220 ms. La prevalenza di un intervallo P-R >200 ms è dell’1-2% nella popolazione generale ed aumenta con l’età. Il significato clinico di un intervallo P-R superiore a 200 ms è considerato generalmente benigno, ma alcuni studi suggeriscono l’opposto e cioè che il BAV di I° grado possa essere associato con un aumentato rischio di fibrillazione atriale, scompenso cardiaco, impianto di pacemaker e mortalità totale. Le cause conosciute di BAV di I° grado sono numerose ed includono cardiopatie congenite, malattie degenerative del sistema di conduzione, cardiomiopatie, connettiviti, malattie infiammatorie ed uso di farmaci. Nella pratica clinica, il BAV di I° grado marcato (P-R > 300 ms) non è comune e la sua prevalenza è < 1/10000. Pur trattandosi di un reperto piuttosto raro, un intervallo P-R > 300 ms può causare sintomi la cui risoluzione potrebbe richiedere l’impianto di un pacemaker definitivo; i sintomi sono legati ad una sensibile alterazione temporale delle componenti del riempimento ventricolare, configurandosi un quadro emodinamico che viene definito come “pacemaker-like-syndrome”. Il BAV di I° grado costituisce l’1.6% delle indicazioni ad impianto di pacemaker in Italia, ma è verosimile che l’associazione con altri disturbi della eccito-conduzione possa, nella maggior parte dei casi, contribuire a rafforzare l’indicazione, essendo veramente poco frequente l’impianto di un pacemaker nel BAV di I° grado esclusivamente per motivazioni di tipo emodinamico.
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Masotti, Luca, Mario Di Napoli, Walter Ageno, Davide Imberti, Daniel Godoy, Grazia Panigada, Niccolò Napoli, et al. "Efficacia e sicurezza dei nuovi farmaci anticoagulanti orali rispetto al warfarin nella profilassi cardioembolica del paziente con fibrillazione atriale non valvolare. Più luci che ombre." Italian Journal of Medicine 6, no. 3 (September 2012): 153–69. http://dx.doi.org/10.1016/j.itjm.2012.02.001.

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Pinna, Guest Editors: G., and R. Nardi. "Ipertensione arteriosa: il ruolo dell’internista." Italian Journal of Medicine 3, no. 1 (August 25, 2015): 1. http://dx.doi.org/10.4081/itjm.q.2015.2.

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Abstract:
<img src="/public/site/images/pgranata/Sezioni2.jpg" alt="" /><br /><p class="titolo"><strong>Ipertensione arteriosa: il ruolo dell’internista </strong>1<br /><em>M. Campanini</em></p><img src="/public/site/images/pgranata/rass.jpg" alt="" /><br /><p class="titolo"><strong>Controversie sulle linee guida dell’ipertensione </strong>3<br /><em>A. Mazza, S. Lenti</em></p><p class="titolo"><strong>Ipertensione arteriosa e diabete mellito </strong>8<br /><em>C. Marengo, G. Imperiale, G. Pinna</em></p><p class="titolo"><strong>Cardiopatia ischemica e ipertensione: quale ruolo per l’internista? </strong>16<br /><em>F. Angeli, G. Reboldi, A. Aita, C. Bartolini, M. Garofoli, P. Verdecchia</em></p><p class="titolo"><strong>Ipertensione arteriosa e scompenso cardiaco </strong>22<br /><em>F. Orlandini, M. La Regina</em></p><p class="titolo"><strong>Ipertensione arteriosa e fibrillazione atriale </strong>31<br /><em>R. Frediani, G. Mathieu, G. Pinna</em></p><p class="titolo"><strong> Rene e ipertensione arteriosa: storia di una relazione complicata. Quale ruolo per l’internista? </strong>43<br /><em>D. Manfellotto, F. Lorenzi</em></p><p class="titolo"><strong>Ipertensione secondaria </strong>51<br /><em>G. Antonucci, G. Bertinieri</em></p><p class="titolo"><strong>Nutraceutica ed ipertensione arteriosa </strong>58<br /><em>M. D’Avino, D. Caruso</em></p><p class="titolo"><strong>Disfunzione erettile e ipertensione arteriosa </strong>65<br /><em>N. Artom, G. Pinna</em></p><p class="titolo"><strong>Ipertensione arteriosa nell’anziano </strong>71<br /><em>C. Pascale, A. Artom</em></p><p class="titolo"><strong>L’ipertensione resistente </strong>80<br /><em>G. Mathieu</em></p><p class="titolo"><strong>La terapia di associazione nell’ipertensione arteriosa </strong>90<br /><em>G. Pinna, S. Cozzio</em></p>
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De Vecchis, Kevin. "Si può fomentare anche il bene: è soltanto più raro." XIII, 2020/2 (aprile-giugno) 13, no. 2 (May 22, 2020). http://dx.doi.org/10.35948/2532-9006/2020.3333.

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Abstract:
Diversi lettori chiedono spiegazioni riguardo alla semantica odierna e all’evoluzione passata di fomentare. In particolare, le domande vertono sulla possibile accezione positiva del verbo. Gli esempi riportati dagli utenti sono due: “sono stati erogati dei distributori d’acqua negli spazi comuni. Diffondete la voce per fomentarne l’utilizzo a tutti i colleghi”, dove il verbo con valore transitivo assume il significato di ‘incoraggiare, promuovere un’azione auspicabile’; “sono fomentato perché mi accadrà questa cosa”, dove il participio passato segue il verbo essere e l’accezione è spostata sull’area semantica di ‘essere agitati o in fibrillazione per un evento prossimo’, a prescindere dal fatto che questo sia vantaggioso o svantaggioso per il soggetto dell’enunciato.
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Bianchi, Alfio Ernesto, Maggi, Antonio, and Zito, Giovanni Battista. "La prevenzione della fibrillazione atriale. L’importanza del controllo dei fattori di rischio cardiovascolare e delle comorbilità." Cardiologia Ambulatoriale, no. 4 (2017). http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2016-4-5.

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Bandini, Guest Editors: F., A. Fontanella, and D. Manfellotto. "Aggiornamenti in tema di malattia cerebrovascolare: prevenzione, terapia e riabilitazione." Italian Journal of Medicine, June 9, 2020, 1–174. http://dx.doi.org/10.4081/itjm.q.2020.2.

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Abstract:
IntroduzioneF. Bandini, P. Gnerre Epidemiologia e classificazioneM. Stornello, E. Sanzaro I fattori di rischioT.M. Attardo Prevenzione primariaS. Spolveri Cause rare di strokeM. Zedde L’attacco ischemico transitorioM. Guarino, S. Belluoccio Ictus ischemico: assistenza in fase acutaF. Di Blasio Trombolisi endovenosaP. Candelaresi, V. Andreone Trombectomia meccanicaP. Candelaresi, G. Leone, V. Andreone, M. Muto, M. Muto Modelli organizzativi nella gestione dell’ictus ischemicoR. Iannacchero, A. Siniscalchi, D. Bosco Emorragia cerebrale intraparenchimale spontaneaM. Masato, A. Bruscagnin Emorragia subaracnoideaL.A.A. Lanterna, M. Pantusa, A. Montalbetti, L. Savarese, P. Gritti, M.L. Colleoni Ictus a possibile doppia genesi. Cardioembolica o aterotrombotica?S. Ascione, P. Ripa, G. Grimaldi Ictus criptogenetico: la ricerca della fibrillazione atriale e del forame ovale pervio. Come e quandoM. Botta Le complicanze in fase acutaC. Di Carmine, G. Francolini, S. Bedetta, L. Mucci, G. Frausini Prevenzione secondaria dell’ictus ischemicoL. Gentile La riabilitazione dell’ictusP. Milia, G. Regesta La riabilitazione post-ictusA. Greco, F.R. Greco Trombosi venosa cerebraleA. Iannuzzi Gestione della disfagia e prevenzione delle complicanzeR. Rapetti, F. Bertoncini, L. Vestito
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Ravasio, Roberto, M. P. Pedone, and M. Ratti. "Analisi di costo efficacia dei nuovi anticoagulanti orali nella prevenzione dell’ictus in pazienti con fibrillazione atriale non valvolare in Italia." PharmacoEconomics Italian Research Articles 16, no. 2-3 (August 7, 2014). http://dx.doi.org/10.1007/s40276-014-0022-x.

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Tangianu, Guest Editors: Flavio, and Roberto Nardi. "Il clustering diseases in medicina interna come strumento di approccio alla complessità dei pazienti?" Italian Journal of Medicine, September 6, 2019, 1–154. http://dx.doi.org/10.4081/itjm.q.2019.8.

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Abstract:
IL CLUSTERING DISEASES IN MEDICINA INTERNA Co-morbilità, multi-morbilità, associazioni di malattie e complessità in Medicina Interna F. Tangianu, P. Gnerre, M. La Regina, F. Berti, G. Scanelli, F. Colombo, G. Pinna, R. Nardi Fragilità, disabilità e gruppi di malattie associate A. Marengoni, A. Zucchelli, D.L. Vetrano, G. Onder, A. Nobili MALATTIE INDICE E CLUSTERING DISEASES IN MEDICINA INTERNA Fibrillazione atriale e clustering diseases C. Tieri Ipertensione arteriosa e clustering diseases A. Abenante, F. Tangianu Clustering diseases e scompenso cardiaco N. Tarquinio Diabete-obesità-sindrome metabolica e clustering diseases E. Barbagelata, I. Ambrosino, M. Poggiano Iperuricemia e gotta M. Giuliani, A. Cerasari, L. Sanesi Ictus ischemico T. Ciarambino Demenza e clustering diseases C.A. Usai, A. Filippi Depressione come malattia sistemica D. Tirotta Trombo-embolismo venoso M. Gino, F. Pasin Broncopneumopatia cronica ostruttiva e clustering diseases O. Para, M. Ronchetti Insufficienza renale cronica A. Bianco Anemia C. Zaninetti Cirrosi epatica G.A. Vassallo, V.A. Vassallo, C. Tarli, F. Bernardini, S. Rotunno Artrite reumatoide: clustering diseases A. Tamburello, L. Castelnovo, P. Faggioli Psoriasi: punta d’iceberg di malattie associate o sottese A. Guastalla Clustering diseases delle neoplasie P. Crispino, D. Colarusso CONCLUSIONI Multimorbilità, clustering diseases e politerapia: criteri di appropriatezza prescrittiva A. Nobili, F. Croset, A. Marengoni, P.M. Mannucci
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Ravasio, Roberto, M. P. Pedone, and M. Ratti. "Erratum a: Analisi di costo efficacia dei nuovi anticoagulanti orali nella prevenzione dell’ictus in pazienti con fibrillazione atriale non valvolare in Italia." PharmacoEconomics Italian Research Articles 17, no. 1 (December 10, 2014). http://dx.doi.org/10.1007/s40276-014-0024-8.

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Fabbri, Guest Editors: L. M., and C. Nozzoli. "Malattie croniche da ricercare attivamente e mettere in trattamento nel paziente anziano multimorbido al momento della dimissione da un reparto di Medicina Interna a seguito di un ricovero per insufficienza respiratoria acuta attribuita a riacutizzazione di BPCO." Italian Journal of Medicine, December 21, 2018, 1–97. http://dx.doi.org/10.4081/itjm.q.2018.7.

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Abstract:
IntroduzioneP. Gnerre, L.M. Fabbri, C. Nozzoli Criteri minimi per la diagnosi, valutazione di gravità e trattamento dello scompenso cardiacoP. Gnerre BPCO e cardiopatia ischemicaG. Vescovo Criteri minimi per la diagnosi, valutazione di gravità e trattamento della fibrillazione atrialeD. Panuccio Criteri minimi per la diagnosi, valutazione di gravità e trattamento dell’ipertensione arteriosaM. D’Avino, G. Caruso Criteri minimi per la diagnosi, valutazione di gravità e trattamento di malattie croniche respiratorie concomitantiC. Nozzoli, L.M. Fabbri Criteri minimi per la diagnosi, valutazione di gravità e trattamento delle dislipidemieG. Imperiale Criteri minimi per la diagnosi, valutazione di gravità e trattamento del diabeteF. Costanzo, L. Magnani Criteri minimi per la diagnosi, valutazione di gravità e trattamento del rischio tromboembolicoF. Dentali BPCO e arteriopatiaE. Maduli, E. Zoppis Criteri minimi per la diagnosi della vasculopatia cerebrale e delle malattie neurologiche degenerative nel paziente con BPCOI. Cova, S. Pomati, L. Pantoni Criteri minimi per la diagnosi, valutazione di gravità e trattamento delle tireopatieM. Grandi, C. Sacchetti, S. Pederzoli Criteri minimi per la diagnosi, valutazione di gravità e trattamento dell’osteoporosiP. Leandri, A. Cenni, S. Fiorino, G. Belmonte, R. Nardi Criteri minimi per la diagnosi, valutazione di gravità e trattamento di eventuali malattie croniche renaliD. Manfellotto Criteri minimi per la diagnosi, valutazione di gravità e trattamento di eventuali epatopatie cronicheL. Fontanella Criteri minimi per la diagnosi, valutazione di gravità e trattamento di eventuali malattie infiammatorie croniche dell’intestinoA. Lonardo, S. Lugari Criteri minimi per la diagnosi di fragilità, disabilità e multimorbilità ed interventi generali per tutti i pazienti anziani multimorbidi (vaccinazioni, attività fisica/intellettiva, dieta, ecc.)R. Antonelli Incalzi, C. Pedone La politerapia del paziente anziano con comorbilità: problematiche in causaF. Tangianu, R. Nardi, G. Pinna, A. Sacchetta, M. Campanini Esami di laboratorio essenziali per l’inquadramento del paziente anziano multimorbidoM. Pelloso, F. Tosato, M. Plebani Schemi riassuntivi
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Del Sindaco, Donatella, Maria Denitza Tinti, Giovanni Pulignano, Stefano Tolone, Giovanni Minardi, Massimo Uguccioni, and Antonio Lax. "Cardiac rehabilitation is safe and effective also in the elderly, but don't forget about drugs!" Monaldi Archives for Chest Disease 84, no. 1-2 (June 22, 2016). http://dx.doi.org/10.4081/monaldi.2015.737.

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Abstract:
<p>In the setting of heart failure (HF) pharmacotherapy demonstrates a quantifiable improvement in exercise tolerance also in HF with preserved ejection fraction (HFpEF). For patients with HFpEF, often older, with higher prevalence of hypertension, diabetes mellitus, atrial fibrillation and other comorbidities, endpoints such as quality of life and functional capacity may be more clinically relevant. However several study show as the use of ACE-I and B-blocker were lesser than expected. Beta-blocker therapy is the keystone of pharmacotherapy of HF patients and exercise training is the essential core of rehabilitation programs, it is important to elucidate the relationship between these therapies. Exercise training improves the clinical status of HF, improving left ventricular ejection fraction and improving quality of life, but it is possible that b-blocker may attenuate exercise training adaptations. Despite this, possible adverse b-blocker effects are just presumed and not confirmed by published randomized clinical trials. Metanalysis suggests that b-blocker compared with placebo enhances improvements in cardiorespiratory performance in exercise training intervention. Despite these evidences, prescription of gold standard therapy and adherence are still suboptimal and should be a priority goal for all CR program. </p><p><strong>Riassunto</strong></p><p>Nell’ambito dei pazienti con scompenso cardiaco (SC) la terapia farmacologica permette di ottenere un miglioramento della tolleranza all’esercizio fisico anche nei pazienti con frazione di eiezione conservata. Questi pazienti spesso più anziani, con una più elevata incidenza di ipertensione, diabete mellito, fibrillazione atriale e comorbidità, endpoints quali qualità della vita e capacità funzionale dovrebbero risultare più clinicamente rilevanti. Tuttavia molti studi mostrano come l’utilizzo di ACE-I e Beta-bloccanti sia minore di quanto ci si aspetterebbe. Va evidenziato comunque come la terapia beta-bloccante costituisca il cardine della terapia farmacologica dello SC e come l’esercizio fisico sia il cuore dei programmi di riabilitazione, pertanto è importante valutarne le possibili interazioni. L’esercizio fisico migliora lo stato clinico dei pazienti con SC, ma è possibile che la terapia con Beta-bloccanti possa attenuare questi vantaggi. Tale assunto tuttavia rimane solo presunto e non confermato dai risultati dei trial pubblicati. Infatti una metanalisi suggerisce che la terapia Beta-bloccante, confrontata con il placebo, migliori la performance cardiorespiratoria nel gruppo sottoposto ad esercizio fisico. Malgrado tali evidenze, la prescrizione di una terapia medica ottimale e l’aderenza alla stessa rimangono ancora non ottimali e dovrebbe rappresentare un obiettivo primario per tutti i programmi di riabilitazione. </p>
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