Academic literature on the topic 'Filologia romanza, Filologia Italiana'

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Journal articles on the topic "Filologia romanza, Filologia Italiana"

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Skubic, Mitja. "Grande grammatica italiana di consultazione. A cura di Lorenzo Renzi, Vol. I. La frase. I sintagmi nominali e preposizionali. /11 Mulino/ Bologna 1988, pp. 762." Linguistica 30, no. 1 (December 1, 1990): 245–53. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.30.1.245-253.

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Abstract:
Siamo in presenza del primo volume di una davvero grande grammatica della lingua italiana contemporanea. In questo primo volume troviamo trattati, oltre alia frase semplice, il nome e il pronome, mentre si annuncia, peril secondo e il terzo vo­ lume, Ia trattazione del verbo, della subordinazione, dei tipi di frase e della forma­ zione delle parole. Al primo volume è premessal presentazione a penna del curatore e promotore spirituale dell'opera, Lorenzo Renzi, noto e riconosciuto cultore di studi italianistici ed anche romanistici; basti ricordare, tra le tante opere, Ia sua Introduzione alia filologia romanza e, del 1985, Ia Nuova introduzione alia filologia romanza.
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Meliga, Walter. "Arrigo Castellani, Nuovi saggi di linguistica e filologia italiana e romanza (1976-2004)." Studi Francesi, no. 167 (LVI | II) (July 1, 2012): 291. http://dx.doi.org/10.4000/studifrancesi.3944.

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3

Tekavčić, Pavao. "«Quademi di filologia e lingue romanze», Ricerche svolte nell'Universita di Macerata 1985-1992." Linguistica 34, no. 2 (December 1, 1994): 131–33. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.34.2.131-133.

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Abstract:
Nel 1979 ai già numerosi periodici di filologia e linguistica romanza in Italia si è aggiunta la rivista citata nel titolo della. presente breve recensione. Fondato da Enzo Giudici (ricordato nelle Premesse al volume del 1986, pp. 5-9), il periodico è uscito dal 1979 al 1984 in sei volumi, ai quali è seguito l'unico volume della Nuova serie (1985); in seguito sono stati pubblicati sette volumi della Iiia serie (1986-1992). La direzione della rivista è affidata alla studiosa italiana Giulia Mastrangelo Latini, dell'Ateneo di Macerata. Fino al numero 3 della ma serie i volumi contengono i sommari dei numeri precedenti.
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Rodighiero, Andrea. "Continental and Mediterranean Review: Filologia classica e filologia romanza: FERRARI, Anna, ed. 1998.Filologia classica e filologia romanza: esperienze ecdotiche a confronto. Atti del Convegno, Roma, 25-27 maggio 1995. Spoleto: Centro italiano di studi sull'alto Medioevo." Textual Cultures: Text, Contexts, Interpretation 1, no. 1 (July 2006): 111–15. http://dx.doi.org/10.2979/tex.2006.1.1.111.

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Skubic, Mitja. "Arnulf Stefenelli, Das Schicksal des lateinischen Wortschatzes in den romanischen Sprachen, Passauer Schriften zu Sprache und Literatur, Bd.6, Passau 1992, 365 S." Linguistica 35, no. 2 (December 1, 1995): 341–44. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.35.2.341-344.

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Abstract:
L'Autore, professore di filologia romanza all'Universita di Passau, è un noto ricer­ catore nell'area della transizione dal latino al romanzo. Piu particolarmente si è occu­ pato degli dementi linguistici che, nei testi latini, annunciano le grandi innovazioni le quali dovevano maturare nella prima fase del romanzo. Basti pensare che il primo suo lavoro in materia risale al lontano 1962. Pensiamo alla classica trattazione della lingua di Petronio, Die Volkssprache im Werk des Petron im Hinblick auf die romanischen Sprachen. II lavoro che qui presento è dunque un opus magnum dell'autore, il risultato delle fruttuose ricerche degli ultimi trent'anni. Non possiamo sfuggire alla tentazione di menzionare che l'Autore, non molto tempo fa, ha voluto onorare anche la nostra rivista pubblicando un prezioso contributo sul passaggio dal lessico latino al lessico italiano.
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Skubic, Mitja. "Fran Šturm. A cinquant'anni dalla scomparsa." Linguistica 34, no. 2 (December 1, 1994): 1–2. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.34.2.1-2.

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Abstract:
Il termine "scomparsa" del titolo non è, purtroppo, l'abituale eufemismo. Fran Šturm, il primo docente di filologia romanza presso la giovane Università di Ljubljana e, in quell'epoca, decano della Facoltà di Lettere, fu prelevato nella notte dal 12 al 13 marzo 1944 nella sua casa di Ljubljana da due sedicenti poliziotti in borghese, mai identificati (si era nel periodo dell' occupazione nazista), con la motivazione di un urgente confronto con un ufficiale partigiano catturato. Non fece mai ritomo a casa e vani furono i tentativi fatti dalla famiglia e dal rettore dell'Università presso le autorità militari tedesche e presso la polizia. Non si è mai saputo nulla, né è stato ritrovato e identificato dopo la guerra il suo cadavere. Tuttavia, un motivo c'era: lo Šturm era stato uno dei membri fondatori dell'OF (Fronte di Liberazione Nazionale) fin dall'occu­ pazione italiana della città nell' aprile del 1941 e lo smembramento della vecchia Jugoslavia, ed era 1'organizzatore della rete clandestina all'Università.
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Tekavčić, Pavao. "Oana Salişteanu Cristea, Prestito latino - Elemento ereditario nel lessico della lingua italiana - Doppioni e varianti, Istituto di Studi Romanzi, Facoltà di Lettere, Università Carolina Praga; Praga 2000, pp. 199." Linguistica 40, no. 1 (December 1, 2000): 197–200. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.40.1.197-200.

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Abstract:
La ricchezza del lessico italiano dall'antichità ad oggi e la sua complicata stratificazione sono oggetto dell'interesse dei linguisti da più di un secolo e mezzo; eppure, c'è una serie di problemi non studiati a fondo, tuttora aperti e promettenti. Uno di tali temi è la coesistenza di due (o più) riflessi di una sola base latina, cioè gli allotropi e doppioni (franc. doublets). Dai tempi di Ugo Angelo Canello (anni 70 dell'Ottocento) questo settore del vocabolario non cessa di preoccupare gli studiosi ed il più recente contributo -- importantissimo, diciamolo subito-- che riassume, discute, sistematizza e in gran parte completa quanto fatto finora, è il recentissimo volume della professoressa Oana Sălişteanu Cristea, docente di linguistica italiana (storia della lingua, filologia e dialettologia) all'Università di Bucarest. Questo libro è l'oggetto della presente recensione.
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Tekavčić, Pavao. "Vojmir Vinja, Jadranskafauna, Etimologija i struktura naziva, 1 11, Split, Lo­gos, 1986: I vol. pp. 5-504, II. vol. pp. 1-558." Linguistica 27, no. 1 (December 1, 1987): 167–74. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.27.1.167-174.

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Abstract:
La stratificazione linguistica lungo la costa orientale dell'Adriatico assieme ai molteplici contatti di genti (Greci, Latini, Italiani, Slavi) rende interessante e pro­ ficuo qualsiasi studio linguistico in questa dominio; trattandosi poi di ambiente ma­ rino, è comprensibile l'importanza della terminologia talassozoonimica. A questi studi si dedica da quasi quarant'anni il noto romanista zagabrese e ordinaria di filo­ logia romanza all'Ateneo di Zagabria Vojmir Vinja. Adesso, come coronamento della sua lunga attività scientifica in questa campo (documentata in una serie di studi precedentemente pubblicati), l'autore ci offre illibro qui recensito, che nel vero sen­ so della parola è il suo magnum opus, un'ampia e documentatissima sintesi delle sue ricerche talassozoonimiche. Una tale opera esige una preparazione vasta e moltepli­ ce, dalla linguistica (esame sistematico-strutturale) e filologia (studio delle fonti an­ tiche) attraverso la storia culturale fino all'economia, all'oceanografia e addirittura all'ittiologia.
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Tekavčić, Pavao. "Studi ladini in onore di Luigi Heilmann nel suo 75 ° compleanno, a cura di Guntram A. Plangg e Fabio Chiocchetti, «Mondo Ladino» X (1986), Institut Cultural Ladin «majon di fashegn« Vigo di Fassa, pp. 3-466." Linguistica 27, no. 1 (December 1, 1987): 175–79. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.27.1.175-179.

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Abstract:
La stratificazione linguistica lungo la costa orientale dell'Adriatico assieme ai molteplici contatti di genti (Greci, Latini, Italiani, Slavi) rende interessante e pro­ ficuo qualsiasi studio linguistico in questa dominio; trattandosi poi di ambiente ma­ rino, è comprensibile l'importanza della terminologia talassozoonimica. A questi studi si dedica da quasi quarant'anni il noto romanista zagabrese e ordinaria di filo­ logia romanza all'Ateneo di Zagabria Vojmir Vinja. Adesso, come coronamento della sua lunga attività scientifica in questa campo (documentata in una serie di studi precedentemente pubblicati), l'autore ci offre illibro qui recensito, che nel vero sen­ so della parola è il suo magnum opus, un'ampia e documentatissima sintesi delle sue ricerche talassozoonimiche. Una tale opera esige una preparazione vasta e moltepli­ ce, dalla linguistica (esame sistematico-strutturale) e filologia (studio delle fonti an­ tiche) attraverso la storia culturale fino all'economia, all'oceanografia e addirittura all'ittiologia.
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Bürgel, Matthias. "Paolo Pellegrini, Dante tra Romagna e Lombardia. Studi di Linguistica e Filologia Italiana (Storie e linguaggi, 21), Padova, libreriauniversitaria, 2016, 204 p." Zeitschrift für romanische Philologie 134, no. 2 (June 8, 2018): 609–14. http://dx.doi.org/10.1515/zrp-2018-0042.

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Dissertations / Theses on the topic "Filologia romanza, Filologia Italiana"

1

BARISON, GIULIA. "Studio della tradizione della Fiorita di Armannino giudice da Bologna." Doctoral thesis, Università di Siena, 2022. http://hdl.handle.net/11365/1206945.

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Abstract:
Armannino, notaio e giudice bolognese vissuto all’incirca tra il 1265 e il 1335, è l’autore della Fiorita, compilazione storico-mitologica redatta tra il 1325 e il 1335. L’opera narra della storia dell’umanità dalla Genesi a Cesare e si suddivide in 33 conti anticipati da un proemio e da una dedica a Bosone da Gubbio. L’autore si avvale del tradizionale repertorio di fonti utilizzato in opere facenti capo a questo genere, introducendo elementi di propria invenzione e citando a vario titolo la Commedia di Dante Alighieri, aggiudicandosi così un ruolo di rilievo come testimone della prima fortuna dantesca. La tradizione della Fiorita è complessa: si conoscono diverse redazioni dell’opera, contraddistinte da differenze lessicali e strutturali. Gli studi filologici più recenti (Scarpa 1986) confermano le ipotesi avanzate dalla critica ottocentesca (Parodi 1887; 1889 e Gorra 1887), ovvero la divisione dei 25 testimoni che costituiscono la tradizione diretta in quattro gruppi: il gruppo A corrisponderebbe alla redazione più vicina all’originale, il gruppo B a una redazione comico-giocosa, il gruppo D (di cui in questo contributo si segnala un nuovo testimone: Ar) a una redazione interpolata con La Guerra di Troia e la Cronica di Giovanni Villani. Né Gorra, né Parodi, né Scarpa giustificano il gruppo C: per questo motivo la presente tesi si propone lo studio di questo ramo della tradizione. È stata attuata una collazione sul proemio e su dieci conti dei testimoni dei gruppi A e C, i cui risultati confermano l’esistenza dei due gruppi, oltre a fornire qualche indizio in più rispetto ai legami genetici fra i testimoni. La tesi è corredata anche di una sezione storica, in cui si offrono notizie sul contesto storico-culturale in cui è nato e vissuto Armannino, sulla sua biografia, sul genere della Fiorita, sul suo rapporto con la Fiorita di Guido da Pisa, la cui tradizione è parzialmente legata a quella dell’opera di Armannino, e su quello con la Commedia. Si offre inoltre uno schema sulla struttura interna di tutti i testimoni, nella speranza che possa costituire uno strumento utile per ulteriori analisi sulla tradizione dell’opera. Infine, costituendo la Fiorita un prosimetro, si propone un’analisi delle sezioni in versi.
Armannino, a notary and judge from Bologna who lived between 1265 and 1335, is the author of the Fiorita, a historical-mythological compilation written between 1325 and 1335. The work narrates the history of mankind from the Book of Genesis to Julius Caesar and is divided into 33 conti, preceded by a proem and a dedication to Bosone da Gubbio. The author makes use of the traditional repertoire of sources used in works of this genre, introducing elements of his own invention and citing Dante Alighieri’s Commedia in various ways. Thus, Armannino plays an important role as a witness to Dante’s early fortune. The tradition of the Fiorita is complex: several versions of the work distinguished by lexical and structural differences are known. The most recent philological studies (Scarpa 1986) confirm the hypotheses proposed by 19th-century critics (Parodi 1887, 1889; Gorra 1887), who divided the 25 witnesses that constitute the direct tradition into four groups: group A, which corresponds to the version closest to the original; group B, which corresponds to a comic-playing version; group D (of which this contribution mentions a new witness: Ar), which corresponds to a version interpolated with La Guerra di Troia and Giovanni Villani’s Cronica. Neither Gorra, nor Parodi, nor Scarpa justifies group C: for this reason, the present thesis aims to study this branch of the tradition. A collation of the proem and ten conti of the witnesses of groups A and C was performed. The results of this collation seem to confirm the existence of the two groups and provide a few more clues regarding the genetic links between the witnesses. The thesis also includes a historical section, which offers information on the historical and cultural context in which Armannino was born and lived, on his biography, on the genre of the Fiorita, and on its relationship with Guido da Pisa’s Fiorita, whose tradition is partially linked to that of Armannino’s work, and with the Commedia. Furthermore, an outline of the internal structure of all the witnesses is offered in the hope that it will be a useful tool for further analysing the tradition of the work. Finally, since the Fiorita is a prosimeter, the thesis proposes an analysis of the verse sections.
Armannino, notaire et juge bolonais qui vécut entre 1265 et 1335, est l’auteur de la Fiorita, une compilation historico-mythologique écrite entre 1325 et 1335. L’œuvre raconte l’histoire de l’humanité de la Genèse à César et est divisée en 33 contes (conti) précédés d’une préface et d’une dédicace à Bosone da Gubbio. L’auteur utilise le répertoire traditionnel des sources utilisées dans les ouvrages de ce genre, en introduisant des éléments de sa propre invention et en citant de diverses manières la Commedia de Dante, ce qui lui permet de jouer le rôle important de témoin de la première fortune de celui-ci. La tradition de la Fiorita est complexe : on connaît plusieurs versions de l’œuvre, que distinguent des différences lexicales et structurelles. Les études philologiques les plus récentes (Scarpa 1986) confirment les hypothèses avancées par la critique du XIXe siècle (Parodi 1887 ; 1889 et Gorra 1887), à savoir la subdivision des vingt-cinq témoins qui composent la tradition directe en quatre groupes : le groupe A correspondrait à la version la plus proche de l’original ; le groupe B, à une version comique ; le groupe D (dont un nouveau témoin est mentionné dans cette contribution : Ar), à une version interpolant La Guerra di Troia et la Cronica de Giovanni Villani. Ni Gorra, ni Parodi, ni Scarpa ne justifiant le groupe C, la présente thèse vise à étudier cette branche de la tradition. Une collation de la préface et des dix conti des témoins des groupes A et C a été effectuée ; les résultats obtenus confirment l’existence des deux groupes, tout en fournissant quelques indices supplémentaires concernant les liens génétiques entre les témoins. La thèse est également accompagnée d’une section historique qui offre des informations sur le contexte historique et culturel dans lequel Armannino est né et a vécu, sur sa biographie, sur le genre de la Fiorita, sur sa relation avec la Fiorita de Guido da Pisa (dont la tradition est partiellement liée à celle de l’œuvre d’Armannino) et avec la Commedia. Un aperçu de la structure interne de tous les témoins est également proposé, dans l’espoir qu’il puisse constituer un outil efficace pour une analyse plus approfondie de la tradition de l’œuvre. Enfin, la Fiorita étant un prosimètre, une analyse des sections en vers est proposée.
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Giraudo, Andrea. "Il laudario di Iacopone da Todi. Edizione critica (parziale)." Doctoral thesis, Università di Siena, 2020. http://hdl.handle.net/11365/1105101.

Full text
Abstract:
Iacopone da Todi’s “laudario” is a fundamental text of Medieval Italian literature. Despite its importance, this text hasn’t been published on the basis of objective and systematic criteria so far. The critical edition by F. Ageno (1953) improved Bonaccorsi’s incunable of 1490 (which had been the reference text until then) by means of the so-called “Umbrian laudari” (mss. London, British Library, Additional 16567 = L; Chantilly, Musée Condé, XIV.G.2 = Ch). However, that edition is still too much in Bonaccorsi’s debt as for various “loci” and the Perugian linguistic surface. The lack of explanation of the editorial criteria and the absence of critical apparatus are other evident limits of that edition. G. Contini criticised Ageno’s idea, according to which the entire tradition of the “laudario” stemmed from the so-called “Umbrian archetype”. Contini discovered, in the “Laudario urbinate” (ms. Roma, Biblioteca Nazionale Centrale, V.E. 849 = Urb), a witness independent of the “Umbrian archetype”; afterwards, R. Bettarini’s researches confirmed Contini’s discovery. F. Mancini’s edition (1974) tried to exploit the non-Umbrian sectors of the tradition; it got significant results, but it has many faults. Firstly, as for the “constitutio textus”, there is no precise methodological criterion. Secondly, Mancini doesn’t propose any analysis of Iacopone’s metric. Furthermore, while he believes it’s possible to reconstruct the “original” linguistic surface, his justifications are not convincing. The necessity of a critical edition based upon strong philological criteria and a careful “recensio” is thus clear. L. Leonardi has emphasised that need several times and he has planned and refined a methodological and operational approach. This thesis provides the critical edition of a portion of the “laudario” (eight texts) according to those criteria. It is based on a selection of witnesses, which were transcribed by a team coordinated by Leonardi. That selection represents the four families of Iacopone’s “laudario”, that is the Umbrian, the Tuscan-umbrian, the Venetian and the Tuscan family. In the critical edition, the Umbrian group is taken as reference point, as it preserves a consistent and homogeneous text. Moreover, the text of the Umbrian family is preserved in ancient manuscrits and it is presumably close to the “original” as for the linguistic surface. Alongside that criterion, special attention has been paied to non-Umbrian readings. The thesis is divided into two main parts, in addition to a foreword and the bibliography. Within the first section, chapter I describes the state-of-the-art and defines the methodological approach. Chapter II, first of all, clarifies the goals of the edition; secondly, it offers some notes upon the corpus of edited texts, the manuscripts chart, and a paragraph devoted to the surface manuscript (L). Chapter III is dedicated to the editorial criteria and the critical apparatus. The first paragraph deepens the editorial criteria. The second one firstly contains a retrospective on critical apparatus in previous editions of Iacopone; secondly, it justifies the tripartite structure of the apparatus in the current edition. Chapter IV takes stock of the new discoveries of this edition. The first part underlines the data which allow us to confirm the four families of Iacopone’s “laudario”. The second part points out the textual improvements made by this edition. Chapter V offers some remarks upon Iacopone’s metric by relying on data provided by the edited texts. The second section of the thesis presents the critical edition of the texts with introduction, critical notes and philological commentaries.
Le “laudario” de Iacopone da Todi est un texte fondamental de la littérature italienne du Moyen Âge. En dépit de son importance, il n’a pas encore fait l’objet d’une édition fondée sur critères philologiques objectifs et systématiques. En effet, si l’édition de F. Ageno (1953) dépasse l’incunable de Bonaccorsi de 1490 (jusqu’alors le texte de référence) en recourant aux “laudari” soi-disant “ombriens” (mss. London, British Library, Additional 16567 = L ; Chantilly, Musée Condé, XIV.G.2 = Ch), elle doit encore trop à la “princeps”, à laquelle elle se remet en ce qui concerne plusieurs “loci” et dont elle hérite la forte patine linguistique pérugine. Le manque de justification des choix éditoriaux et l’absence de tout apparat critique constituent d’autres limites évidentes de cette édition. L’idée d’Ageno selon laquelle le soi-disant “archétype ombrien” devait être à l’origine de toute la tradition du “laudario”, a été critiquée par G. Contini, qui identifie dans le “Laudario urbinate” (ms. Roma, Biblioteca Nazionale Centrale, V.E. 849 = Urb) un témoin indépendant de cet “archétype ombrien”; son intuition a ensuite été confirmée par R. Bettarini. L’édition de F. Mancini (1974) essaie d’exploiter les secteurs non-ombriens de la tradition et aboutit à des résultats significatifs, mais présente beaucoup de défauts. D’abord, il lui manque un critère méthodologique précis pour la “constitutio textus” ; ensuite, Mancini ne propose aucune analyse de la métrique de Iacopone; par ailleurs, l’éditeur croit pouvoir restituer la patine linguistique “originale”, mais ses arguments ne sont pas convaincants. La nécessité de fournir un texte critique fondé sur des critères philologiques solides et sur une “recensio” soignée est évidente et a été soulignée plusieurs fois par L. Leonardi, qui a aussi déterminé et affiné une ligne méthodologique et opérative dans cet objectif. La présente thèse fournit l’édition d’une partie du “laudario” (huit pièces) selon ces critères, à partir d’une vingtaine de témoins sélectionnés, transcrits par une équipe sous la direction de Leonardi et représentant les quatre familles de la tradition du “laudario” de Iacopone : ombrienne, toscane-ombrienne, vénitienne et toscane. Le critère d’édition suivi a été de prendre comme point de repère le groupe ombrien, porteur d’un texte cohérent, homogène, dont témoignent des manuscrits anciens et linguistiquement proches de l’original présumé. Ce critère a été pondéré grâce à la comparaison avec les variantes des manuscrits non ombriens. La thèse se compose de deux sections précédées d’un avant-propos et suivies de la bibliographie. Dans la première section, le chapitre I est dédié à l’établissement de l’état de la question et à la définition de la ligne méthodologique suivie. Le chapitre II, d’abord, propose les objectifs de l’édition ; ensuite, présente quelques notes sur le corpus des textes publiés, la table des manuscrits utilisés et un paragraphe dédié au manuscrit de surface (L). Le chapitre III est dédié aux critères éditoriaux et à la question de l’apparat critique. Le premier paragraphe approfondit les critères d’édition ; le second présente, d’abord, une rétrospective sur les apparats critiques établis dans les éditions précédentes de Iacopone ; il justifie, ensuite, la tripartition de l’apparat proposée dans cette édition. Le chapitre IV dresse un bilan des nouvelles découvertes qu’on peut déduire des données mises à disposition par l’édition critique. Sa première partie souligne les données qui permettent de confirmer la structure de la tradition ; sa deuxième partie détaille les améliorations apportées par cette édition au texte de Iacopone. Le chapitre V propose quelques remarques sur la métrique de Iacopone, à partir des données tirées des éditions. La deuxième section de la thèse, enfin, présente les textes critiques avec introduction, notes ecdotiques et commentaires philologiques.
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Modena, Serena. "Paragrafematica. Accenti, punti, apostrofi e altri segni diacritici nella storia dell'ecdotica italiana e romanza." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2009. http://hdl.handle.net/11577/3425691.

Full text
Abstract:
This Ph.D thesis is a research on a particular aspect of the romance philology, and above all of the Italian one: the use of special diacritical marks - except the punctuation - on the edition of old Italian and vernacular texts. This argument had never been dealt in a systematic way until now, perhaps because it is considered marginal and instrumental. The work reconstructs the history of the several and different solutions adopted by the philologists and critic editors in order to represent particular graphic-phonetic and textual phenomena, from the first scientific editions of the nineteenth century to the current ecdotic proposals that regard both the literary texts and the documentary ones. After a necessary reference to the most important examples of the use of diacritical signs in the classical philology, and in the first printed editions of old Italian texts, the work draws attention to the early and surprising interest showed by the Italian philology of the nineteenth century, and just before by the French and German philology, for questions concerning the use of particular signs, especially in connection with the linguistic characteristics of texts, that don’t correspond to the standard Italian, towards questions concerning the use of diacritical marks. The next section surveys the main systems of transcription worked out on the twentieth century (the crucial moments are the Nuovi testi fiorentini by Arrigo Castellani, the Poeti del Duecento by Gianfranco Contini, the Concordanze della lingua poetica italiana delle origini by d’Arco Silvio Avalle). The main section of the work shows the different solutions adopted from the Italian ecdotic tradition in order to represent particular graphic-phonetic and textual phenomena (for example raddoppiamento sintattico or syntactic doubling, assimilation, enclisis, editorial additions and expunction, etc.). Finally are examined some graphic devices, mainly of the nineteenth-century, consolidated from the tradition, but inappropriate, because they are anachronistic compared with old Italian. The work is completed by a synopsis of the different techniques of graphic representation of homographs adopted on the editions of old Italian texts.
La tesi costituisce un’indagine storico-critica su un particolare aspetto dell’ecdotica romanza, e soprattutto italiana: l’uso di segni diacritici o paragrafematici (ad esclusione di quelli specificamente interpuntivi) nell’edizione di testi volgari antichi; un aspetto al quale è stata riservata finora scarsissima attenzione, forse, perché ritenuto marginale e strumentale. Il lavoro è dedicato in buona parte a ricostruire la storia delle varie soluzioni editoriali adottate dai filologi e dagli editori critici in ordine all’individuazione, alla distinzione e alla rappresentazione di particolari fenomeni grafico-fonetici e testuali, a partire dalle prime edizioni scientifiche dell’Ottocento per arrivare alle proposte ecdotiche più recenti, con attenzione sia ai testi letterari che a quelli di tipo pratico e documentario, anche ‘dialettali’.
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4

CICCHELLA, ATTILIO. "Domenico Cavalca "Volgarizzamento degli Atti degli Apostoli". Edizione critica." Doctoral thesis, Università del Piemonte Orientale, 2017. http://hdl.handle.net/11579/102644.

Full text
Abstract:
Studio della tradizione, manoscritta e a stampa, ed edizione critica degli Actus Apostolorum volgarizzati da Domenico Cavalca da Vicopisano. L'edizione è accompagnata una postilla linguistica e da un glossario.
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Zorzan, Andrea. "Le Vite dei santi del codice marciano italiano V 32 5647." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2015. http://hdl.handle.net/11577/3424173.

Full text
Abstract:
This work consists in the edition of the code marc. ital. V 32 5647, written by an anonymous between the Fifteenth and Sixteenth century and now kept in the Biblioteca Nazionale Marciana in Venice. It is a thick legendary that contains fifty-one stories of saints, some of which represent unique pieces in the whole italian tradition. Giving importance to all the manuscript, I decided to edit all the code, renouncing a more detailed analysis of some of the saints’ Lives, however, in contrast with other similar works of the same size, I tried to provide essential data to set the most important legends in his historical and philological background, in order to build a future critical edition of each text here considered. A significant part of the thesis is dedicated to the study of the language, an idiom called Venetian-Tuscanian, common especially in those decades, but that would soon be relegated to a subordinate role right from the venetian Bembo. In the work I underlined especially the Venetian characters of the language without making a systematic and mechanical comparison with the Florentine, because the two linguistic systems are fused in a disharmonious way (without compromising the understanding of the text). I also attempted to contextualize this hagiographical collection from an historical point of view, that means trying to locate and identify its owners: according to the few reliable reports they seem to be two venetian nobles who lived in the first half of the Sixteenth century: Zuan Minoto and Iachomo Sanudo. In the end the edition is accompanied by an extensive appendix in which are exactly identified the many biblical quotations contained in all the legends.
La tesi consiste nell’edizione del manoscritto marciano italiano V 32 5647, codice redatto da un anonimo fra Quattrocento e Cinquecento ed oggi conservato nella Biblioteca Nazionale Marciana, a Venezia. Si tratta di un corposo leggendario che contiene ben cinquantuno racconti di santi, alcuni dei quali rappresentano degli esemplari unici in tutta la tradizione in un volgare italiano. Vista l’importanza del testimone, si è deciso di optare per un’edizione integrale del testo, rinunciando ad un’analisi approfondita delle Vite più significative, tuttavia, a differenza di altri lavori, anche di analoga mole, si sono comunque fornite delle coordinate essenziali in grado di inquadrare, dal punto di vista storico e filologico, i racconti più rappresentativi, con l’obiettivo di porre le basi per una futura edizione critica delle leggende considerate. Una parte rilevante del lavoro è stata riservata all’analisi della lingua del manoscritto, redatto in tosco-veneto, varietà piuttosto comune, soprattutto in quei decenni, ma che sarebbe stata presto relegata ad un ruolo subalterno proprio dal veneziano Bembo. Nello studio si sono evidenziati soprattutto i caratteri veneti e veneziani del leggendario senza, però, operare un confronto sistematico e meccanico con il fiorentino, dal momento che i due sistemi linguistici si fondono in modo spesso disarmonico (senza compromettere la comprensione del testo). Naturalmente si è provato a contestualizzare questa raccolta agiografica dal punto di vista storico, ossia cercando di individuare ed identificare i suoi possessori che, stando alle poche notizie attendibili, sembrerebbero essere due patrizi veneziani vissuti nella prima metà del Cinquecento: Zuan Minoto e Iachomo Sanudo. L’edizione è infine corredata da un’ampia appendice in cui vengono identificate con precisione le numerose citazioni bibliche presenti nelle diverse Vite. Per avere una versione aggiornata della tesi scrivere a: andrez85@gmail.com
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6

Kalinic, Dejana <1993&gt. "A comparison between adjectives in Italian and Spanish." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12503.

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Abstract:
Gli aggettivi presentano una classificazione e caratteristiche simili in italiano e spagnolo, tuttavia i due sistemi non sono completamente sovrapponibili. Delle differenze emergono per quanto concerne le interpretazioni relative alle posizioni pre e postnominale e in quelle categorie tradizionalmente definite come aggettivi, ovvero possessivi, dimostrativi ed indefiniti. Inoltre, si possono riscontrare delle differenze relativamente a diversi tipi di aggettivi avverbiali, come presunto/supuesto (presunto anche in spagnolo), prossimo/próximo o scorso/pasado. Ulteriori differenze riguardano quegli aggettivi avverbiali utilizzati in sostituzioni di avverbi in -mente (le due lingue presentano lo stesso suffisso avverbiale). Le analisi verranno effettuato per mezzo di esempi equivalenti almeno nella parte aggettivale.
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7

Marchesin, Matteo <1994&gt. "Vincenzo Borghini, De Romanis Familiis." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15112.

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Abstract:
Si propone una edizione critica dell'opera giovanile di Vincenzo Borghini(1515-1580) De Romanis Familiis, basata sul manoscritto BNF II.X.139, testimone unico. Oltre al testo critico viene proposto un breve commento esegetico teso a illustrare le personalità e gli interessi culturali degli intellettuali fiorentini Iacopo e Pietro Vettori, Giovanni Cavalcanti, Braccio Ricasoli e Giovan Battista Adriani presenti nell'opera, nonché gli interessi eruditi della Firenze del primo principato mediceo.
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8

Trentin, Eleonora <1992&gt. "I volgarizzamenti italiani della relazione di viaggio di Nicolò de' Conti (Poggio Bracciolini, De varietate fortunae, libro IV): edizione critica commentata." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/20586.

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Abstract:
La tesi è dedicata all’edizione critica con commento alle tecniche traduttive dei volgarizzamenti italiani del resoconto odeporico del mercante Nicolò de’ Conti (ca. 1385-1469), contenuto nel IV libro delle Historiae de varietate fortunae di Poggio Bracciolini. In Italia nel corso della seconda metà del XV secolo questo testo fu oggetto di tre trasposizioni in volgare, due di area toscana e una di origine veneta, fino ad oggi inedite e tràdite da sei testimoni. Oltre allo studio della tradizione manoscritta dei tre volgarizzamenti e alla ricostruzione dei loro rapporti genealogici, si dedica ampio spazio all’analisi delle caratteristiche testuali di ciascuna traduzione e all’esame delle tecniche traduttive adottate dai rispettivi volgarizzatori. In apertura alla tesi si propongono inoltre alcuni cenni biografici sulla figura di Nicolò de’ Conti e un quadro della storia redazionale, della struttura e dei contenuti del IV libro del De varietate fortunae.
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9

Manente, Mara <1978&gt. "L'aspect, les auxiliares "etre" et "avoir" et l'hypothese inaccusative dans une perspective comparative francais/italien." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2008. http://hdl.handle.net/10579/864.

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10

Petrarca, Laura <1992&gt. "La psicologia del personaggio nei romanzi Gli Indifferenti e La noia di Alberto Moravia." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14294.

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Books on the topic "Filologia romanza, Filologia Italiana"

1

Rajna, Pio. Scritti di filologia e linguistica italiana e romanza. Roma: Salerno, 1998.

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2

Castellani, Arrigo. Nuovi saggi di linguistica e filologia italiana e romanza, 1976-2004. Roma: Salerno, 2009.

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3

Distilo, Rocco. Kata Latinon: Prove di filologia greco-romanza. Roma: Bulzoni, 1990.

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4

Giancarlo, Breschi, ed. Frammenti di filologia romanza: Scritti di ecdotica e linguistica, 1932-1989. Firenze: Edizioni del Galluzzo per la Fondazione Ezio Franceschini, 2007.

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5

Gatti, Luca. "Or vos conterons d'autre matiere": Studi di filologia romanza offerti a Gabriella Ronchi. Roma: Viella, 2017.

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6

Dante tra Romagna e Lombardia: Studi di linguistica e di filologia italiana. Padova, Italy: Libreriauniversitaria.it edizioni, 2016.

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7

Pericoli, Lisa, and Paolo Divizia. Il viaggio del testo: Atti del convegno internazionale di filologia italiana e romanza (Brno, 19-21 giugno 2014). Alessandria: Edizioni dell'Orso, 2017.

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8

Orlando, Sandro. Appunti sul dolce stil nuovo: Testi commentati ad uso dell'esame di filologia romanza a.a. 1986-1987. Alessandria: Edizioni dell'Orso, 1987.

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9

nazionale, Società italiana di filologia romanza Convegno. Il viaggio nelle letterature romanze e orientali: V colloquio internazionale, VII Convegno della Società italiana di filologia romanza : Catania, Ragusa, 24-27 settembre 2003 : atti. Soveria Mannelli: Rubbettino, 2006.

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10

Società italiana di filologia romanza. Convegno nazionale. Culture, livelli di cultura e ambienti nel Medioevo occidentale: Atti del IX Convegno della Società italiana di filologia romanza, Bologna, 5-8 ottobre 2009. Roma: Aracne, 2012.

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Book chapters on the topic "Filologia romanza, Filologia Italiana"

1

Pioletti, Antonio. "Francia, Italia, Mediterraneo : filologia romanza e filologie nazionali fra Medioevo e Moderno." In Transferts culturels franco-italiens au Moyen Âge – Trasferimenti culturali italo francesi, 239–48. Turnhout, Belgium: Brepols Publishers, 2020. http://dx.doi.org/10.1484/m.bitam-eb.5.123761.

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2

Todaro, Giovanna. "Id quidem cavendum semper Romanis ducibus erit. Il caso dei fratelli Scipioni." In Giornale Italiano di Filologia - Bibliotheca, 177–96. Turnhout, Belgium: Brepols Publishers, 2021. http://dx.doi.org/10.1484/m.gifbib-eb.5.125327.

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3

Pezzotti, Barbara. "Risorgimento e identità italiana nel giallo contemporaneo." In Biblioteca di Studi di Filologia Moderna, 17–28. Florence: Firenze University Press, 2022. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-597-4.04.

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Abstract:
By analysing three Italian crime novels – Piero Soria’s Cuore di lupo (1999), Massimo Siviero’s Il terno di San Gennaro (1999) and Marcello Fois’s Dura madre (2001), – this essay investigates how Italian crime fiction set in present times reflects on the Risorgimento and its legacy. It argues that by referring to a crucial period of Italian history, the crime stories analysed in this chapter address an unsolved relationship between the North and the South of Italy brought to light in the 1990s by the success of controversial political parties such as the Lega Nord. In particular, I show how with Dura madre, Fois indicates a way of uniting Italy through a mutual understanding that preserves regional identities and cultures.
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4

Gussago, Luigi. "Italy and George Gissing: A Geocritical Approach." In Biblioteca di Studi di Filologia Moderna, 113–27. Florence: Firenze University Press, 2022. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-597-4.10.

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Abstract:
Victorian novelist George Gissing (1857-1903) was a devotee of ancient Roman culture and visited Italy three times between 1888 and 1897. In spite of this admiration, his relationship with Italy was problematic, largely due to personal mishaps. In light of these conflicting views, my essay considers Gissing’s portrayals of mostly Southern Italian locations through his fiction, letters, and travelogues. The focus lies here not so much on the narrator but on the narrated space, with Bertrand Westphal’s notion of “geocriticism” at its theoretical core. Far from being a utopian haven, Gissing’s Italy emerges as a trans-cultural meeting point where the perception of an “interiorised place” can reshape reality, alter horizons, and redefine established values.
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5

Čale, Morana. "Mediazioni e contaminazioni del modello dantesco nelle Montagne di Petar Zoranić (1508-1569?)." In Biblioteca di Studi di Filologia Moderna, 61–79. Florence: Firenze University Press, 2022. http://dx.doi.org/10.36253/979-12-2150-003-5.04.

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Abstract:
The present paper is dedicated to 16th-century Croatian author Petar Zoranić’s (Zadar / Zara, 1508 – 1569?) direct and mediated echoing of Dante’s oeuvre. Zoranić’s pastoral novel Planine (Mountains) belongs to the consistent tradition of reuse, quotation and translation that the Italian poet’s legacy has enjoyed in Croatia from the 14th century to the present day. Building on the work of the humanist writer Marko Marulić (Marcus Marulus Spalatensis, Split / Spalato, 1450-1524), who aspired to do for the Croatian vernacular what Dante did for the Italian volgare, Zoranić adapted Dante’s example to his own purposes not only in the promotion of the Croatian language and literature, but also in the celebration of the beauty, history and cultural heritage of his homeland. A true connoisseur of Dante’s original, the author from Zadar was also competent in the art of appropriation and creative reemployment of the Commedia’s various aspects, an exercise inaugurated by Boccaccio, and practiced by 15th and 16th-century men and women of letters. My contribution will focus on the modalities through which the text of Planine transforms the materials derived from Dante by mixing them with elements from other prestigious literary sources, in their turn heirs or precursors of Dante, such as works by Virgil, Ovid, the Church doctors, the Roman de la rose, Petrarch’s Trionfi, the Decameron and the early narrative production by Boccaccio, Arcadia by Sannazaro and, according to my hypothesis, the Hypnerotomachia Poliphili (Polifilo’s Dream) by Francesco Colonna.
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6

Maddalon, Marta. "Un’interpretazione ideologica del dialetto: il caso italiano tra le altre varietà romanze." In Actas del XXVI Congreso Internacional de Lingüística y Filología Románica, edited by Emili Casanova and Cesáreo Calvo, 653–64. Berlin, Boston: DE GRUYTER, 2013. http://dx.doi.org/10.1515/9783110299915.653.

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7

Salvi, Giampaolo, and Lorenzo Renzi. "Le categorie funzionali nelle strutture coordinate in italiano antico (e in altre lingue romanze)." In Actas del XXVI Congreso Internacional de Lingüística y Filología Románica, edited by Emili Casanova and Cesáreo Calvo, 345–60. Berlin, Boston: DE GRUYTER, 2013. http://dx.doi.org/10.1515/9783110299915.345.

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8

"Finlandia, Filologia Italiana, Anno Cento." In Italica et Romanica, 391–402. Max Niemeyer Verlag, 1997. http://dx.doi.org/10.1515/9783110963311.1261.

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9

Stefanelli, Diego. "IV. Tra Provenza e Italia." In Cesare De Lollis tra filologia romanza e letterature comparate, 111–67. Ledizioni, 2018. http://dx.doi.org/10.4000/books.ledizioni.5316.

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10

"26. Linguistica e filologia." In Manuale di linguistica italiana, 612–32. De Gruyter, 2016. http://dx.doi.org/10.1515/9783110360851-028.

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