Dissertations / Theses on the topic 'Flash flood'
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Zevin, Susan Faye 1949. "A probabilistic approach to flash flood forecasting." Diss., The University of Arizona, 1986. http://hdl.handle.net/10150/191119.
Full textZanon, Francesco. "Radar Hydrology and Flash Flood Event Analysis." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2010. http://hdl.handle.net/11577/3427349.
Full textUna piena improvvisa è una piena che segue l’evento precipitativo che la ha causata entro un breve periodo di tempo. Il termine “improvvisa o flash” riflette una risposta rapida, con il picco di piena che si verifica nella rete di drenaggio nel volgere di alcuni minuti fino a poche ore dopo l’inizio dell’evento di pioggia. Questo fatto lascia intendere quanto poco tempo ci sia per l’allerta [Creutin and Borga, 2003; Borga et al., 2008]. Questo tipo di bacini rispondo rapidamente ad una precipitazione intensa a causa di pendii ripidi e superfici impermeabili, terreni saturi, o a per fattori determinati dall’uomo (vedi per esempio l’urbanizzazione) o a causa di alterazioni del drenaggio naturale del terreno dovuto ad incendi. Gli eventi scatenanti le piene improvvise sono generalmente precipitazioni che portano all’eccesso di drenaggio, ma questo tipo di piene possono anche essere scatenate dal rilascio improvviso di acqua trattenuta da impedimenti naturali (per esempio formati da ghiaccio e roccia, fango e detriti di legno) o di tipo artificiale come dighe e argini. Questa tesi si concentra su eventi di piena improvvisa associati a precipitazioni intense. L’Europa ha conosciuto diverse inondazioni catastrofiche negli ultimi decenni. I dati relativi un certo numero di queste inondazioni che si sono verificate nel corso degli ultimi 15 anni sono riportati da Marchi et al. (2010). Dall’analisi di questi dati e di queste fonti risulta che: Una piena improvvisa si può verificare in qualsivoglia regione idroclimatica dell’Europa, anche se tre regioni sembrano essere caratterizzate da una grande incidenza di di piene improvvise: l’area Mediterranea, quella Alpino-Mediterranea, e quella Continentale; Una gran quantità di pioggia accumulata è una condizione necessaria ma non sufficiente al verificarsi di una piena improvvisa, dal momento che l’idrologia controlla in modo decisivo l’innesco della piena improvvisa. Senza un’analisi di tipo idrologico, risulta impossibile valutare la probabilità che una data precipitazione scateni una piena, in praticolare in termini di una soglia oltre la quale si verifica la piena; La pericolosià delle piene improvvise è collegata sia alla risposta del fiume (la piena) che alla risposta del terreno (fenomeni di tipo franoso ed erosivo). L’intensa erosione ed il trasporto solido associati a questi fenomeni estremi si aggiungono alla pericolosità ed influenzano in modo significativo la qualità dei terreni, delle acque e degli ecosistemi. La duplice conseguenza delle osservazioni appena fatte è che la previsione di piene improvvise: Dipende in modo determinante dalle previsioni delle precipitazioni che si sviluppano alla meso-scala, con una attenzione specifica ai processi che frenano la circolazione del sistema di precipitazione; Richiedone modelli idrologici che lavorino in tempo reale, con una particolare attenzione ai processi du generazione del deflusso a vasta scala. Anche se raramente sono tutti utilizzati contemporaneamente, i requisiti tecnici per un sistema di previsione idrometeorologica per le piene improvvise comprendono: Un modello numerico di previsione (NWP2), in grado di fornire previsioni quantitative di pioggia a corto raggio (QPF3); Un sistema di rilevamento in remoto per la pioggia (radar, satellite), per il monitoriraggio dei fenomeni temporaleschi e la possibilie inizializzazione e condizionamento del modello NWP, e Un modello di previsione idrologico-idraulico, in grado di prevedere la risposta del corso d’acqua all’input pioggia. Tali requisiti sono simili a quelli più comuni utilizzati per la previsione delle alluvioni dei sistemi fluviali. Tuttavia, alcuni elementi caratterizzano la previsione delle piene improvvise rispetto alla previsione delle alluvioni e ne sottolineano la grande incertezza. Questi sono: Il breve periodo durante il quale questi processi si sviluppano, che implica sia l’integrazione di un sistema di previsione di tipo meteorologico e idrologico, che la difficoltà nell’utilizzo di procedure di assimilazione di dati basate sull’osservazione in tempo reale delle portate al fine di ridurre l’incertezza nelle previsioni idrologiche; La necessità di fornire previsioni a scala locale, il che significa da una parte che la pioggia deve essere monitorata e prevista su una vasta scala spazio-temporale, all’altra che ciascun tributario del bacino monitorato può essere considerato come un bersaglio potenziale per un allarme di piena. La stima di fenomeni precipitativi estremi tramite l’utilizzo del radar meteorologico alla appropriata scala spazio-temporale è una pietra miliare dell’analisi e della previsione delle piene improvvise. Una grande branca della ricerca in questo campo ha favorito un notevolmente migliorato, negli ultimi due decenni, delle tecnologie radar e degli algoritmi per la stima di pioggia. Questo lavoro ha dimostrato che anche utilizzando sistemi radar convenzionali si possono ottenere stime di precipitaziona a livello del suolo, a condizione che vengono adottate una serie di precauzioni, in particolare: L’ubicazione dello strumento e del suo protocollo di scansione devono essere attentamente selezionati ed analizzati; La qualità dello strumento deve essere sottoposta a controlli ordinari; L’elaborazione del segnale deve tener conto della fisica dello strumento così come delle proprietà atmosferiche e dei bersagli di terra. Un controllo a valle del trattamento delle precipitazioni radar può essere fatto tramite misurazioni da pluviometro a livello del suolo utilizzando una varietà di metodi. Quando si sono prese queste precauzioni, diversi studi hanno dimostrato che le stime di precipitazione basate su radar meteorologico sono affidabili e possono essere utilizzate come input di modelli afflussodeflusso per la modellazione e la previsione delle piene [Borga et al., 2000; Delrieu et al., 2005; Borga et al., 2002]. A fronte di questi risultati molto positivi non devono però essere nascosti alcuni punti deboli: La maggior parte di questi risultati non hanno mai la possibilità di essere coerentemente convalidati su un numero significativo di eventi di piena improvvisa. L’utilizzo di esperimenti specifici o di una banca dati limitata di dati radar è insufficiente a testare la combinazione complessa degli algoritmi utilizzati, specialmente se si è interessati ad intensità di pioggia elevata. Un numero molto limitato di risultati positivi è stato tradotto in applicazioni idrologiche operative. Questa tesi si propone di esaminare l’uso del radar meteorologico ai fini della comprensione dei meccanismi idrometeorologici che portano alla formazione di piene improvvise, e quindi alla loro previsione. L’organizzazione del lavoro di tesi è la seguente. Il Capitolo 1 fornisce una revisione della letteratura sul tema della stima di precipitazione tramite radar meteorologico per le precipitazioni che causano la formazione di piene improvvise. Il Capitolo 2 descrive una serie di procedure per la stima delle precipitazioni al suolo durante gli eventi di piena improvvisa in bacini montani. Una metrica per l’analisi spaziale del campo di pioggia viene proposta nel Capitolo 3, nel contesto dell’analisi di una serie di piene improvvise verificatesi in Romania. Questa metrica è utilizzata per l’analisi di due eventi di piena, accaduti rispettivamente nel 2003 nelle Alpi Italiane friulane e nella parte ovest della Slovenia (Capitolo 5). Le conclusioni principali del lavoro di tesi sono riportate nel Capitolo 6.
Brong, Brian S. "A study of flash flood potential in western Nevada and eastern California to enhance flash flood forecasting and awareness." abstract and full text PDF (free order & download UNR users only), 2005. http://0-gateway.proquest.com.innopac.library.unr.edu/openurl?url_ver=Z39.88-2004&rft_val_fmt=info:ofi/fmt:kev:mtx:dissertation&res_dat=xri:pqdiss&rft_dat=xri:pqdiss:1433282.
Full textSangati, Marco. "Flash flood analysis and modelling in mountain regions." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2009. http://hdl.handle.net/11577/3427208.
Full textRIASSUNTO: “Analisi e modellazione di piene improvvise in zone montane” Le piene improvvise sono fenomeni rari e localizzati, causati da eventi meteorologici caratterizzati da una spiccata variabilità spaziale, con gradienti di precipitazione che possono raggiungere, a scala di evento, i 20-50 mm/km. La conseguenza di ciò è che la comunità scientifica e gli enti operativi interessati nell’analisi dei fenomeni di piena si relazionano quotidianamente con una carenza di dati. Anche una fitta rete di pluviometri non è in grado di rappresentare la variabilità spaziale dei campi di precipitazione associati a fenomeni convettivi che innescano piene improvvise. Le stime di precipitazione ottenute attraverso il radar meteorologico, opportunatamente elaborate, sono in grado di rappresentare i pattern spaziali, ma i valori di volumi di pioggia necessitano di essere validati. Inoltre, per quanto riguarda i dati di portata, la maggior parte dei bacini colpiti da piene improvvise non sono strumentati e gli strumenti, dove presenti, risultano spesso danneggiati, cosicché la conoscenza della distribuzione delle portate al picco, lungo la rete idrologica principale e secondaria, è persino più approssimativa di quella della distribuzione spaziale della precipitazione. Questo studio si prefigge di colmare la distanza tra i dati disponibili e quelli richiesti per un’analisi a scala di evento con riferimento a fenomeni di piena improvvisa. Un’approfondita campagna di rilievi post evento (in inglese Intense Post Event Campaign, IPEC) può risultare estremamente utile per raccogliere le stime di portate al picco e la sequenza cronologica dello svilupparsi della piena in sezioni non monitorate. Modelli idrologici semplificati, dotati di metodi elementari per la separazione dei deflussi e predeterminate velocità di propagazione, possono essere utilizzati per una validazione incrociata tra una descrizione quantitativa della distribuzione di precipitazione ottenuta attraverso il radar meteorologico e le stime di portate al picco raccolte durante un IPEC. Modelli più complessi e dettagliati possono migliorare il livello di conoscenza riguardo fenomeni associati alle piene improvvise, come le colate detritiche. Un altro obiettivo di questa tesi è quello di investigare il ruolo della variabilità spaziale della precipitazione nei fenomeni di piena improvvisa. In primo luogo è necessario impostare una procedura che permetta di caratterizzare tale variabilità all’interno di un particolare bacino idrografico, mettendo in relazione la distribuzione degli apporti meteorici con le modalità di propagazione della piena. In secondo luogo si vuole indagare, attraverso l’applicazione di modelli idrologici semplificati, il ruolo della risoluzione spaziale della precipitazione. A questo fine è necessario separare due aspetti: l’accuratezza della stima dei volumi piovuti a scala di bacino e l’influenza della variabilità spaziale all’interno del bacino stesso. Spesso gli studi che si concentrano sulle dinamiche delle piene improvvise sono rallentati o resi impossibili per il fatto che nessun dato misurato risulta utilizzabile così come disponibile, oppure perchè i dati di partenza non sono ritenuti sufficientemente accurati. Questo lavoro si prefigge di mostrare come sia possibile, partendo dai soli dati esistenti, disponibili o recuperabili, caratterizzati da un certo grado di incertezza, passare attraverso un’elaborazione tramite semplici strumenti statistici e idrologici al fine di ottenere una conoscenza più precisa riguardo passati eventi di piena improvvisa. Si riporta una breve descrizione del contenuto dei capitoli della tesi, che sarà elaborata in lingua inglese. Capitolo 1 “Introduction”. Introduzione alla tematica che comprende una definizione del termine “piena improvvisa”, convenendo sulla necessità di caratterizzare tali eventi in termini di proprietà spazio-temporali. Si nota che, a partire da questa definizione, è possibile classificare una generica piena in un punto di un segmento ai cui estremi ci sono i casi ideali di “piena improvvisa” e “piena a larga scala”. Capitolo 2 “Literature review”. Partendo dalla caratterizzazione spazio temporale si descrivono le caratteristiche tipiche delle piene improvvise nei diversi tipi di clima, si individuano le condizioni meteorologiche in grado di innescare tali fenomeni, quali le celle convettive organizzate in strutture di mesoscala. Si riportano, infine, alcuni esempi di studi in letteratura che mostrano diverse tipologie di approcci e che sono indicativi dell’incertezza in cui si è soliti lavorare quando si approfondiscono questi temi. Capitolo 3 “Materials an methods”. In questo capitolo vengono presentati i principali strumenti comuni a tutte le analisi di fenomeni di piena improvvisa presentati in questa tesi. 3.1 L’utilizzo del radar meteorologico per studiare, dal punto di vista quantitativo, la distribuzione spaziale della precipitazione. Vengono approfondite la modalità di acquisizione del dato, sottolineando le possibili fonti di errore ed i metodi più comuni per ovviare a questi inconvenienti. Viene anche mostrato come l’utilizzo combinato di radar e tradizionali pluviometri renda più completa la caratterizzazione della precipitazione ai fini di un analisi di una piena improvvisa. 3.2 Le indagini post evento, necessarie per raccogliere la maggior documentazione possibile, sono valorizzate al fine di una ricostruzione, anche qualitativa, delle dinamiche caratteristiche di una specifica piena. Queste, attraverso diverse metodologie, devono aiutare a descrivere la struttura spazio temporale della precipitazione e la stima di portata, distribuita lungo la rete idrica, in termini di valore al picco e di tempistica 3.3 L’uso della modellistica idrologica applicata ad una miglior comprensione delle dinamiche a scala di evento. In particolare vengono descritti i due modelli idrologici utilizzati. Il primo, da applicare a larga scala, parte da un input di precipitazione spazialmente distribuito e, attraverso un meccanismo hortoniano di separazione dei deflussi applicato puntualmente, propaga la piena in base a fissate velocità di versante e di canale. Il secondo, da applicare a bacini di piccolissima dimensione, simula i processi di trasporto superficiale e sottosuperficiale integrando le note equazioni di moto uniforme. Capitolo 4 “Analysis of past flash flood events”. Vengono qui presentate alcune analisi di eventi, distinte in tre sezioni. 4.1 Analisi di cinque eventi di piena improvvisa avvenuti in Romania nell’ambito del progetto europeo HYDRATE. Da questo studio risulta che, pur in presenza di scarsi dati provenienti dalle tradizionali fonti di monitoraggio idro-meteorologico, l’informazione proveniente da radar meteorologico e la modellistica idrologica possono aiutare nella ricostruzione delle dinamiche dell’evento preso in considerazione. 4.2 Analisi di una piena improvvisa avvenuta in Slovenia nel settembre 2007 per la quale, attraverso il progetto HYDRATE si è condotta un indagine post evento. La ricchezza di questo approccio, pur dispendioso in termini di tempo, mostra un possibile percorso per recuperare le maggior informazioni possibili per eventi di piena che non sono ricostruibili solo attraverso le normali reti di monitoraggio idrometeorologico. 4.3 Analisi attraverso un modello dettagliato di deflusso superficiale e sottosuperficiale della colata detritica avvenuta in due piccoli sottobacini nella valle del fiume Fella, colpita da una piena improvvisa il 29 agosto 2003. Lo studio consiste essenzialmente nel bilancio di massa liquido e solido durante le diverse fasi dell’evento. Capitolo 5 “Spatial variability in flash flood events”. Questa analisi sulla distribuzione spaziale della precipitazione è stata condotta con le medesime metodologie in due diversi bacini. Gli studi comprendono un primo approfondimento della variabilità spaziale della precipitazione all’interno di sottobacini di diversa estensione: la variabilità è descritta in funzione del reticolo idrografico del bacino preso in considerazione. Successivamente, attraverso un modello idrologico semplificato, si è valutata l’influenza della variabilità spaziale della precipitazione analizzando gli effetti dell’aggregazione spaziale in termini di precipitazione media su bacino e di portata al picco simulata. 5.3 Per l’analisi nel bacino del fiume Fella (FVG), colpito da una piena improvvisa il 29 agosto 2003, si sono scelti dieci sottobacini di dimensione variabile tra i 10.5 e i 623km². 5.4 Nel caso del fiume Cervo (Piemonte) lo studio ha riguardato tre eventi di piena con diversa variabilità spaziale della precipitazione e si è concentrato su quattro sottobacini (tra i 75 e i 983km²). Capitolo 6 “Conclusions”. Vengono riassunte le principali osservazioni ricavate dalle analisi descritte nei due capitoli precedenti e indicazioni per possibili future linee di ricerca.
Keefer, Timothy Orrin, and Timothy Orrin Keefer. "Likelihood development for a probabilistic flash flood forecasting model." Thesis, The University of Arizona, 1993. http://hdl.handle.net/10150/192077.
Full textMohammed, Abdel-Fattah Sayed Soliman. "Integrated Hydro-geomorphological Approach to Flash Flood Risk Assessment and Mitigation Strategies in Wadi Systems." Kyoto University, 2017. http://hdl.handle.net/2433/227604.
Full textYatheendradas, Soni. "Flash Flood Forecasting for the Semi-Arid Southwestern United States." Diss., The University of Arizona, 2007. http://hdl.handle.net/10150/195244.
Full textHatter, Elizabeth. "Using radar and hydrologic data to improve forecasts of flash floods in Missouri /." free to MU campus, to others for purchase, 2004. http://wwwlib.umi.com/cr/mo/fullcit?p1422929.
Full textHopkins, Jonathan. "Knowledge of, and response to, upland flash flooding : a case study of flood risk management of the 2005 flash flood in upper Ryedale, North Yorkshire, U.K." Thesis, Durham University, 2012. http://etheses.dur.ac.uk/5574/.
Full textTesfay, Abraha Zerisenay. "Analysis of Flash Flood Routing by Means of 1D - Hydraulic Modelling." Master's thesis, Saechsische Landesbibliothek- Staats- und Universitaetsbibliothek Dresden, 2013. http://nbn-resolving.de/urn:nbn:de:bsz:14-qucosa-126114.
Full textTerti, Galateia. "Forecasting of flash-flood human impacts integrating the social vulnerability dynamics." Thesis, Université Grenoble Alpes (ComUE), 2017. http://www.theses.fr/2017GREAU004/document.
Full textIn the 21st century the prediction of and subsequent response to impacts due to sudden onset and localized flash flooding events remain a challenge for forecasters and emergency managers. Structural measures and/or advances in hydrological forecasting systems alone do not guarantee reduction of fatalities during short-fuse flood events. The literature highlights the need for the integration of additional factors related to social and behavioral vulnerability processes to better capture risk of people during flash floods. This dissertation conducts a theoretical analysis as well as an analysis of flash flood-specific historic fatalities to explain complex and dynamic interactions between hydrometeorological, spatial and social processes responsible for the occurrence of human life-threatening situations during the "event" phase of flash floods in the United States (U.S.). Individual-by-individual fatality records are examined in order to develop a classification system of circumstances (i.e., vehicle-related, outside/close to streams, campsite, permanent buildings, and mobile homes). The ultimate goal is to link human vulnerability conceptualizations with realistic forecasts of prominent human losses from flash flood hazards. Random forest, a well-known decision-tree based ensemble machine learning algorithm for classification is adopted to assess the likelihood of fatality occurrence for a given circumstance as a function of representative indicators at the county-level and daily or hourly time steps. Starting from the most prevalent circumstance of fatalities raised from both the literature review and the impact-based analysis, flash flood events with lethal vehicle-related accidents are the subject to predict. The findings confirm that human vulnerability and the subsequent risk to flash flooding, vary dynamically depending on the space-time resonance between that social and hazard dynamics. For example, it is found that younger and middle-aged people are more probable to get trapped from very fast flash floods (e.g., duration close to 5 hours) while participating in daytime outdoor activities (e.g., vehicle-related, recreational). In contrary, older people are more likely to perish from longer flooding inside buildings, and especially in twilight and darkness hours when rescue and/or evacuation operations are hindered. This reasoning places the importance of situational examination of dynamic vulnerability over generic and static conceptualizations, and guides the development of flash flood-specific modeling of vehicle-related human risk in this thesis. Based on the case study of May 2015 flash floods with a focus in Texas and Oklahoma, the model shows promising results in terms of identifying dangerous circumstances in space and time. Though, critical thresholds for the prediction of vehicle-related incidents need to be further investigated integrating local sensitivities, not yet captured by the model. The developed model can be applied on a daily or hourly basis for every U.S. county. We vision this approach as a first effort to provide a prediction system to support emergency preparedness and response to flash flood disasters over the conterminous U.S. It is recommended that the flash flood disaster science community and practitioners conduct data collection with more details for the life-threatening scene, and at finer resolutions to support modeling of local temporal and spatial complexities associated with human losses from flash flooding in the future
Malyevac, David Stephen. "Modeling the flash gate board for water storage and flood control." Thesis, Virginia Polytechnic Institute and State University, 1988. http://hdl.handle.net/10919/80069.
Full textMaster of Science
Khajehei, Sepideh. "From Probabilistic Socio-Economic Vulnerability to an Integrated Framework for Flash Flood Prediction." PDXScholar, 2018. https://pdxscholar.library.pdx.edu/open_access_etds/4666.
Full textKnocke, Ethan William. "Modeling Flash Floods in Small Ungaged Watersheds using Embedded GIS." Thesis, Virginia Tech, 2006. http://hdl.handle.net/10919/31312.
Full textMaster of Science
Norbiato, Daniele. "Regional analysis of flooding and flash flooding." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2008. http://hdl.handle.net/11577/3425502.
Full textMichaud, Jene Diane. "RAINFALL-RUNOFF MODELING OF FLASH FLOODS IN SEMI-ARID WATERSHEDS." Department of Hydrology and Water Resources, University of Arizona (Tucson, AZ), 1992. http://hdl.handle.net/10150/614156.
Full textAlhasanat, H. A. "Early warning system guidance to mitigate flash flood impacts in Petra region, Jordan." Thesis, University of Salford, 2017. http://usir.salford.ac.uk/44382/.
Full textAmponsah, William. "Stream power and geomorphic effects of flash floods." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2017. http://hdl.handle.net/11577/3426210.
Full textLe piene improvvise (flash flood) sono fra i processi naturali più devastanti e sono responsabili di rilevanti e subitanei effetti morfologici, nonché della perdita di vite umane e di gravi danni economici. Le piene improvvise sono caratterizzate dalla forte variabilità spazio-temporale delle precipitazioni innescanti, cui consegue una forte variabilità delle portate e della potenza della corrente. Gli effetti geomorfologici delle piene improvvise dipendono sia dal controllo che l’assetto geologico esercita sulla geometria del canale e sulle caratteristiche del sedimento, sia dall’intensità della piena. Gli effetti geomorfologici delle piene improvvise si manifestano attraverso processi sia erosivi che deposizionali che determinano variazioni nell’assetto del canale rispetto alle condizioni antecedenti l’evento. La questione centrale di questa tesi è valutare perché piene improvvise di simile intensità producano talvolta effetti morfologici nettamente differenti. L’uso dei valori istantanei massimi di variabili di tipo idraulico, quali la portata, la velocità, lo sforzo tangenziale e la potenza della corrente, si è spesso rivelato non conclusivo nel quantificare i cambiamenti morfologici. Questa tesi mira a studiare come fattori quali la geometria del canale, il substrato, l’intensità e la durata dell’evento possano interagire e influenzare l’azione morfologia delle piene improvvise. Un’analisi combinata, basata rilievi post-evento e sulla modellazione idrologica, ha consentito di caratterizzare sette importanti eventi di piena improvvisa verificatisi fra il 2007 e il 2014 in diverse regioni dell’Europa centrale e meridionale. Nei bacini mediterranei gli elevati valori delle portate di picco, uniti alla durata relativamente lunga degli eventi, hanno determinato le condizioni favorevoli a significativi impatti geomorfologici. I valori della potenza della corrente sono generalmente coerenti con i cambiamenti morfologici osservati. Inoltre, i canali in roccia mostrano i valori di dispendio energetico più elevati ma senza erosioni apprezzabili, mente ingenti fenomeni di erosione sono stati osservati in canali alluvionali. Gli andamenti dei processi geomorfologici nei canali semi alluvionali richiedono il riconoscimento di situazioni locali che aumentano la resistenza del letto del canale e delle sponde all’erosione, o di condizioni specifiche di un particolare evento. Piene di breve durata causano talvolta abbondante trasporto solido, peraltro non associato a significativi allargamenti del canale nella maggior parte degli alvei semi-alluvionali. Otto corsi d’acqua, individuati fra quelli maggiormente interessati da tre delle piene studiate sono stati scelti per ulteriori analisi e per la modellazione della variazione longitudinale dei valori della potenza della corrente. Funzioni di potenza interpretano adeguatamente l’aumento verso valle delle portate di picco, mentre funzioni quadratiche si sono dimostrate più soddisfacenti delle relazioni esponenziali comunemente utilizzate per rappresentare la variazione longitudinale della pendenza dell’alveo. Le prestazioni dei modelli empirici per la variazione longitudinale della potenza della corrente per unità di larghezza dell’alveo (unit stream power) evidenziano il fondamentale controllo esercitato dalla pendenza dell’alveo. La disponibilità di immagini satellitari ad elevata risoluzione riprese prima e dopo gli eventi oggetto di studio ha permesso di valutare le modifiche del canale lungo sette di questi canali. Analisi statistiche hanno indicato che le sole variabili idrauliche non sono sufficienti per interpretare il tasso di allargamento del canale, che è principalmente influenzato dal grado di confinamento del canale stesso. Insieme al confinamento laterale, la potenza della corrente per unità di larghezza dell’alveo appare un valido predittore dell’allargamento in alvei ad elevata pendenza, mentre l’energia complessiva della corrente calcolata per l’intero evento fornisce prestazioni migliori nell’interpretare la variabilità dell’allargamento dell’alveo in canali a pendenza moderata. L'uso di differenti soglie di resistenza all’erosione per quantificare i cambiamenti geomorfologici degli alvei supporta la conclusione che la determinazione di tali cambiamenti è molto più difficile della determinazione delle variabili idrauliche coinvolte.
Ghoneim, Eman Mohmamed. "Characterising the flash flood potential in the arid Red Sea coast region of Egypt." Thesis, University of Southampton, 2002. http://ethos.bl.uk/OrderDetails.do?uin=uk.bl.ethos.249937.
Full textAl-Haratani, Eisa Ramadan 1958. "A review of hydrologic models for flash flood warning system in southwest Saudi Arabia." Thesis, The University of Arizona, 1988. http://hdl.handle.net/10150/191312.
Full textBieda, Stephen W. "Flash Flood Causing Mechanisms of the North American Monsoon System in the Sonoran Desert." Diss., The University of Arizona, 2012. http://hdl.handle.net/10150/242451.
Full textLincoln, W. Scott. "A modeling approach for operational flash flood forecasting for small-scale watersheds in central Iowa." [Ames, Iowa : Iowa State University], 2009. http://gateway.proquest.com/openurl?url_ver=Z39.88-2004&rft_val_fmt=info:ofi/fmt:kev:mtx:dissertation&res_dat=xri:pqdiss&rft_dat=xri:pqdiss:1468110.
Full textRodgers, William N. "Land Cover Change and its Impacts on a Flash Flood-Producing Rain Event in Eastern Kentucky." TopSCHOLAR®, 2014. http://digitalcommons.wku.edu/theses/1363.
Full textLohpaisankrit, Worapong [Verfasser], and Günter [Akademischer Betreuer] Meon. "Spatially Index-based Assessment of Flash Flood Potential under Sparse Data Availability / Worapong Lohpaisankrit ; Betreuer: Günter Meon." Braunschweig : Technische Universität Braunschweig, 2018. http://d-nb.info/1175815136/34.
Full textMascareñas, i. Rubiés Pere. "Característiques i inundabilitat per rierades sobtades (flash flood) als torrents costaners del nord del cap de Creus (Catalunya)." Doctoral thesis, Universitat de Barcelona, 2012. http://hdl.handle.net/10803/77858.
Full textThe study area is located in NE Catalonia, Spain, between Cap de Creus and the border with France. The area consists of eleven small basins distributed over the municipalities of Portbou, Colera, Llançà, La Selva de Mar and El Port de la Selva. These basins are prone to devastating flash floods and display differences as well as similarities given that the area is characterised by high intensity short duration rainstorms. The slope of the longitudinal profile of the basins is abrupt and the watershed attains approximately 600 m. Geologically, the area is homogeneous, consisting of palaeozoic schists and slates (cambro ordovician). A small part of the southern sector of the middle of the Llança basin is composed of granite. Recent alluvial terraces are located at the bottom of the valleys and provide valuable insights into stream dynamics. Parts of the study area are covered with diverse materials as a result of human intervention. The aim of the thesis is to improve our understanding of stream dynamics in order to identify the areas that are prone to flood hazards. An attempt was made to determine the frequency and magnitude of floods by correlating them with the geomorphological and anthropogenic characteristics of the fluvial system. Subsequent aims arose given the special characteristics of the study area, which required an analysis of uncertainty (random and epistemic). Special emphasis was placed on innovating and improving the methodology of identification and mapping of flood prone areas. Climate change was also addressed. The “Integrated geomorphological method of identification and mapping of flood hazard areas” or “Integrated geomorphological method” was used. The study consists of two parts. The first part of the study is focused on the integrated geomorphological mapping and the second part is devoted to flood hazards from which the flood hazard map for each basin was derived. These maps were computerized using ArcGis software and are at 1:3000 scale. The basins from the N (the border with France) to the E (Cap de Creus) are classified in volume 2 of the thesis. Field work was complemented by historical data of past events. The multibasin-multifunction analysis was performed to address the uncertainties that resulted from using the integrated geomorphological method. The Integrated geomorphological method enabled us to identify, map and analyse all the features providing evidence of flood prone areas especially fluvial terraces of which two were differentiated in each basin: T0 or lower terrace and T1 or upper terrace. The uncertainties of analysis affected the calculation of peak discharges and the determinations of flood frequency. These uncertainties were attributed to a) paucity of data which resulted in distortions or in the impossibility of discharge calculations, b) scarcity of rainfall data, c) insufficient historical records, d) irregular distribution of population in the basins, e) inaccurate prediction of floods because the size of the basins and f) speed and variability of the hydrological response, which considerably reduces the time for action before the flood. European, national and regional norms and zoning were studied in an effort to make a hazard classification of the flood prone areas. Problems of applicability arose because the norms are based on dynamics of large rivers. The results of the large rivers with relatively slow floods were not consistent with those of small basins that generate flash floods. These results did not coincide with those of return periods nor with the regional zoning of “Zona fluvial”, Sistema hídric” and Zona inundable” in Catalonia. The integrated geomorphological mapping together with all other data enabled us to classify qualitatively flood hazards into: high, medium and low. This classification is presented in the flood hazard mapping and is complemented by other related information (protected zone, preferential flow lines, critical points, etc.). Climate data that could predict future scenarios were obtained. It was not possible to find sedimentary records of fine grained organic sediments to enable dating. The multibasin-multifunction analysis was based on two sets of data: the magnitude of rainfall associated with flooding and historical data of floods. This enabled us to quantify the frequency of flooding by selecting the periods with more data and those that were more representative. A gap of 3 years between flooding or return period was obtained. The concept of flooding considered in the study is as follows: water overflows the lower terrace (T0) and occupies the area of the upper terrace (T1). This concept considers neither the magnitude of overflow nor the damage caused. In the light of our findings, the following conclusions may be drawn: - possibility of zoning flood prone areas - reduction of uncertainty that is characteristic of these basins - improvement in the Integrated geomorphological method of identification and mapping of flood hazard areas - determination of flood frequency by multibasin-multifunction analysis based on two main data: magnitude of rainfall and historical data (effects of floods). NB This doctoral thesis consists of 2 volumes. The first contains the text and the second includes the maps (integrated geomorphological maps and flood hazard maps) classified by basins, and the corresponding legends.
Sirangelo, Fabiana Rauber. "Relação entre a ocorrência de inundações e enxurradas e os índices morfométricos das sub-bacias hidrográficas da região hidrográfica do Guaíba, Rio Grande do Sul, Brasil." reponame:Biblioteca Digital de Teses e Dissertações da UFRGS, 2014. http://hdl.handle.net/10183/106586.
Full textFloods and flash floods are presented as natural phenomena that have the potential to cause major damages to the population. These could be reduced or avoided from public policies of no occupation of susceptible areas or appropriate methodology warning about the possible occurrence of the events. The events of flash flooding and flood are consequences of an interaction of an interaction of physical conditions of the terrain and weather conditions. The fluvial geomorphology uses morphometric parameters as an important tool in the quantitative description of the physical characteristics of the land. The objective of this work is to correlate the morphometric data , extracted from SRTM ( Shuttle Radar Topographic Mission ) data from seven watersheds of the Guaiba River Basin / Rio Grande do Sul , the episodes of flooding and flash flood, whereas the incidence of the incidence of these events in inventory by the Civil Defense from 1991 to 2010. The digital elevation model used, the SRTM has a resolution of 90m, where from the variables analyzed in this study were extracted. The results were then correlated with different patterns of runoff f rom seven river basins analyzed. Seeking benchmarking study is divided into areal, linear and hypsometric analysis; and a brief description of the characteristics of rain, and use and occupation of the study area were also presented. The results of areal analysis, in all its variables, proved inadequate to the attempt to relate the occurrence of the event and its results. The results obtained by the linear analysis variables were more effective in identifying areas of flash flood, while the hypsometric analysis reflects the best episodes of flooding. This error factor is probably related to two distinct factors: the heterogeneity of areas worked, sometimes generalizing heterogeneous regions, other times overestimating physical characteristics of certain areas. Also is credited to the problems of error associated inventory methodology used base, this presenting failures regarding the possible absence of data or differences in collection and classification of different types of event. The partitioning of the basins studied , aiming at obtaining more accurate and homogeneous cutouts for the various areas and a review and improvement of the inventory are presented as suggestions for future refinement of the results aimed at finding correlations between morphometric characteristics of the terrain and episodes of flooding and flash floods.
Zoccatelli, Davide. "A framework for the analysis of the influence of rainfall spatial organization and basin morphology on flood response." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3422977.
Full textQuesto lavoro presenta una serie di statistici, denominati "momenti spaziali di pioggia a scala di bacino", che permettono di quantificare la relazione tra l’organizzazione spaziale della pioggia, la morfologia del bacino e la forma dell’idrogramma di piena. Tali statistici descrivono la posizione e la dispersione della pioggia su un assegnato bacino idrografico. La trattazione include la derivazione di una serie di relazioni che consentono di stabilire un rapporto fra detti statistici di pioggia ed i momenti temporali dell’onda di piena. La formulazione complessiva del lavoro consente di isolare e quantificare l’effetto della variabilità spaziale della pioggia sulla struttura della risposta di piena, e di creare un indice di velocità del sistema di pioggia. Questo indice considera l'iterazione tra morfologia del bacino e spostamento della pioggia, quantificando l'influenza sull'idrogramma. I momenti spaziali stati poi ampliati alla propagazione su versante, sviluppando degli statistici per valutare l'importanza della propagazione di canale e di versante sulla risposta nella riposta di un bacino ad una pioggia distribuita. Dati relativi a sei eventi estremi di piena improvvisa verificatisi in diverse regioni Europee sono utilizzati per illustrare il significato degli statistici e le relazioni con la forma dell'idrogramma. Stime di pioggia da radar ed un modello idrologico distribuito sono utilizzati per valutare l'efficacia degli statistici nel cogliere l'organizzazione delle piogge che ha un'influenza sulla simulazione di piena. Lo studio mostra che i momenti spaziali di pioggia a scala di bacino possono essere efficaci nel cogliere questa organizzazione. Nelle piene improvvise analizzate la distribuzione della pioggia ha un effetto rilevante anche per bacini di circa 50 km2. La descrizione dell'errore temporale dell'idrogramma è ulteriormente migliorata dalla considerazione dell'effetto del versante. Questo sviluppo permette inoltre di confrontare condizioni di versante diverse, di valutare la suscettibilità di singoli bacini o l'effetto in relazione alla scala dei bacini. L'analisi della velocità di spostamento a scala di bacino mostra una relazione non lineare con le dimensioni del bacino. I valori di velocità osservati sono comunque moderati, nonostante la forte velocità di spostamento delle singole celle convettive, e non hanno avuto un ruolo rilevante nell'evento analizzato.
Nguyen, Hong Quang [Verfasser], Martin [Akademischer Betreuer] Kappas, and Ralph [Akademischer Betreuer] Mitlöhner. "Modelling Soil Erosion, Flash Flood Prediction and Evapotranspiration in Northern Vietnam / Hong Quang Nguyen. Betreuer: Martin Kappas. Gutachter: Martin Kappas ; Ralph Mitlöhner." Göttingen : Niedersächsische Staats- und Universitätsbibliothek Göttingen, 2016. http://d-nb.info/1093190906/34.
Full textMládek, Tomáš. "Revitalizace Jankovického potoka." Master's thesis, Vysoké učení technické v Brně. Fakulta stavební, 2017. http://www.nusl.cz/ntk/nusl-265358.
Full textMuniz, Emerson de Oliveira. "Comportas abertas para o risco: análise geográfica da inundação brusca ocorrida em Areal, RJ, em 12 de janeiro de 2011." Universidade Federal de Juiz de Fora, 2013. https://repositorio.ufjf.br/jspui/handle/ufjf/1407.
Full textApproved for entry into archive by Adriana Oliveira (adriana.oliveira@ufjf.edu.br) on 2016-06-07T15:51:16Z (GMT) No. of bitstreams: 1 emersondeoliveiramuniz.pdf: 8307586 bytes, checksum: 606af644defaa4b8c7ac04fed4b1bcbd (MD5)
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CAPES - Coordenação de Aperfeiçoamento de Pessoal de Nível Superior
Numa contemporaneidade na qual as estatísticas apontam o incremento dos chamados desastres naturais em todo o mundo, sobretudo em nações como o Brasil, onde o crescente adensamento populacional nas cidades faz delas as áreas preferenciais para a realização das catástrofes, especialmente quando marcadas pela desigualdade social e pela baixa capacidade institucional de prevenção e gerenciamento desses fenômenos. A presente pesquisa faz uma interpretação geográfica do evento de inundação brusca ocorrido na cidade de Areal – RJ no dia 12 de janeiro de 2011, diretamente vinculado à catástrofe socioambiental que se processou na Região Serrana do estado naquela data. A partir da experiência vivenciada pelo próprio autor como testemunha e vítima do desastre em Areal, o trabalho registra como o evento se processou no tempo e no espaço e discute numa proposta integradora as condicionantes físicas e socioinstitucionais relacionadas ao fato da cidade ter tido a quase totalidade de sua área urbana fortemente impactada pela inundação. Dentre as condicionantes analisadas ressalta-se a presença e a operação da barragem Morro Grande, um reservatório para aproveitamento hidrelétrico a montante e próximo da área urbana do município. Duas paisagens são consideradas na interpretação, a da bacia hidrográfica do rio Piabanha e a da área urbana do município de Areal, cidade localizada no curso médio do rio que dá nome à bacia. As interações natureza-sociedade na geração do desastre, o mapeamento da área urbana afetada no evento de 2011, a análise da capacidade político-institucional de resposta à crise e o ordenamento urbano de Areal no engendramento de riscos são aspectos averiguados na pesquisa. Com base na proposta de Libaut (1971), a metodologia obedeceu quatro etapas seqüenciadas e empregou técnicas de trabalho de campo, entrevistas e mapeamento da área inundada. A pesquisa conclui que o evento na cidade foi de grande porte, deflagrado por um contexto de exceção na dinâmica flúvio-meteorológica regional, mas amplificado por fatores ligados à própria espacialidade local.
At the present times, the statistics are aiming to the increase of those called “global nature disasters”, particularly in nations like Brazil where the population of small and big cities are in constant development which contribute in addition to, the weakness of the administration and management of the prevention of disasters like the one that occurred at the city of Areal- RJ on January 12, 2011. The present work made a geographical interpretation of that event that might be the cause for that sudden flood that covered the city, located near at the highlands region of Rio de Janeiro. From that self-experience as a witness and victim the author, present a friendly proposition to discuss the construction and operation of the Morro Grande, located near that urban area and used as a Hydroelectric Reservoir to the enhancement of the region. At this point there are multiple factors to be analyzed like the area between the rivers, the urban area, the interaction nature-society, description of the area affected, the capacity political-institutional to respond to these type of events. This work is in according with Libaut (1971), this work follow the four steps and technical of work on the field. Interviews and description of the area object of this work. The paper concludes that the event in the city was large, triggered by an exception in the context of river dynamics and regional weather, but amplified by factors related to spatiality own site.
Broxton, Patrick. "Improving Distributed Hydrologic Modeling and Global Land Cover Data." Diss., The University of Arizona, 2013. http://hdl.handle.net/10150/307009.
Full textRutz, Elenice Crochemore. "Análise histórica das enxurradas no município de Pelotas e as consequências da enxurrada de 2009 na Bacia Hidrográfica do Arroio Quilombo, Pelotas/ RS." Universidade Federal de Pelotas, 2015. http://repositorio.ufpel.edu.br:8080/handle/prefix/3342.
Full textApproved for entry into archive by Aline Batista (alinehb.ufpel@gmail.com) on 2017-04-25T19:18:09Z (GMT) No. of bitstreams: 2 RUTZ, Elenice Crochemore.pdf: 8517082 bytes, checksum: 78a4d5508f644839d8d952e481a630f9 (MD5) license_rdf: 0 bytes, checksum: d41d8cd98f00b204e9800998ecf8427e (MD5)
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Sem bolsa
A pesquisa aborda as consequências das fortes precipitações que aconteceram em Pelotas o que levou a ocorrência de uma grande enxurrada em 28 e 29 de janeiro de 2009. O recorte espacial da pesquisa é a bacia hidrográfica do Arroio Quilombo, Pelotas/RS, localizada em sua maior parte na zona rural de Pelotas e uma pequena área no município de Canguçu e outra pequena área no Município de Arroio do Padre. O recorte temporal é do inicio do século XX até o ano de 2009, data da enxurrada que atingiu a bacia hidrográfica do Arroio Quilombo (BHAQ), deixando consequências bastante significativas. As enxurradas podem ser consideradas como um desastre natural, tanto pela sua intensidade, quanto pelas suas consequências. Nesse sentido o referencial teórico trata da questão dos desastres naturais, a fim de se compreender alguns conceitos que geram certa confusão, é o caso dos termos: enxurradas, enchentes, inundações e alagamentos. Nesse sentido a revisão teórica que se apresenta, vem em busca de sanar esses e outros conceitos. Sendo assim, essa pesquisa tem como objetivos: Compreender os fatores que levaram à ocorrência da enxurrada de 28 e 29 de janeiro de 2009 na BHAQ, bem como as transformações geomorfológicas consequentes; Realizar uma revisão teórica sobre a temática dos desastres naturais, geomorfologia, transformações geomorfológicas, uso e cobertura da terra, enxurradas e as suas consequências; Realizar um resgate histórico das inundações no município de Pelotas, bem como um breve histórico das enxurradas na Bacia Hidrográfica do Arroio Quilombo; Realizar um estudo morfométrico da Bacia do Arroio Quilombo; Verificar o uso e cobertura da terra na BHAQ; Investigar sobre as transformações da paisagem após as inundações na bacia hidrográfica do Arroio Quilombo e Identificar e mapear as consequências geomorfológicas e os danos ao patrimônio provocados pelas cheias de 2009. A pesquisa mostrou que a enxurrada de 2009 não foi o único evento de grande intensidade a atingir a bacia do Arroio Quilombo. Porém, a bacia hidrográfica do Arroio Quilombo não apresenta condicionante a enxurradas, e que a enxurrada de 2009 não ocorreu em toda bacia, porém atingiu de forma intensa a baixa bacia do Arroio Quilombo, deixando algumas consequências como perdas de animais, de lavoura, materiais e infraestruturais. As entrevistas realizadas mostraram que as alterações geomorfológicas mais significativas ocorreram fora dos limites da BHAQ.
This research addresses the consequences of heavy rainfall that occurred in Pelotas, which led to a great flash flood on the 28th and 29th January 2009. The area of research is the Quilombo Creek Watershed, Pelotas municipality, in the State of Rio Grande do Sul. Most of the Watershed is located in the rural zone of the Pelotas municipality, but also has a small section in the Canguçu municipality and another small section in the Arroio do Padre municipality. The time frame starts at the beginning of the twentieth century until 2009, when the flash flood hit the Quilombo Creek Watershed, leaving very significant consequences. Flash floods can be considered as a natural disaster, both for their intensity and their consequences. Thus, the theoretical background deals with the issue of natural disasters in order to understand some flood concepts that frequently create confusion in Portuguese: “enxurradas”, “enchentes”, “inundações” and “alagamentos”. This way the presented theoretical background tries to solve this confusion and other conceptual problems. This research has the following objectives: understand the factors that triggered the flash flood of the 28th and 29th January 2009 in the Quilombo Creek Watershed, as well as the consequent geomorphological changes; expose a theoretical background about natural disasters, geomorphology, geomorphological changes, land use and land cover, flashfloods and their consequences; carry out a historical review of the floods in the Pelotas municipality as well as a historical review of the floods in the Quilombo Creek Watershed; carry out a morphometrical study of the Quilombo Creek Watershed; observe the land use and land cover in the studied area; study the landscape changes and identify the damage done to the patrimony in the area of study after the 28th and 29th January flash flood. This research shows that the 2009 flash flood was not the only high intensity event to touch the Quilombo Creek Watershed. However, the studied watershed does not present natural conditions that would trigger flash floods, and the 2009 flash flood does not affect the entire Watershed in the same way. It intensely hit the lower part of the watershed creating consequences such as animal loss, land crop loss and material loss. The interviews showed that the most significant geomorphological changes occurred outside the boundaries of the studied watershed.
Tarolli, Michele. "Radar estimation of precipitation space-time variability in mountainous basins." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2011. http://hdl.handle.net/11577/3421618.
Full textLa presente attività di ricerca abbraccia tematiche diverse tra loro, ma allo stesso tempo fortemente interconnesse. Esse sono state sviluppate simultaneamente nel corso dell’ attività di ricerca. L’ obiettivo finale è fornire una stima più accurata dei campi di pioggia in un territorio ad orografia complessa come quello pre-alpino, per poter migliorare la capacità previsionale di eventi di piena improvvisi. Si vuole inoltre valutare l’influenza che il movimento dei campi di pioggia ha nel generare l’idrogramma di piena finale, e metterlo in relazione al tipo di bacino e alla sua morfologia. Gli eventi di piena improvvisi (flash flood) si generano quando intense precipitazioni si riversano in un breve lasso temporale su un territorio circoscritto; essi. non superano la durata di 6-12 ore e coinvolgono bacini non superiori ai 500 km2. Data la loro improvvisa formazione essi producono notevoli disagi e danni anche ingenti. Per poter mitigare i loro effetti, e per poter arrivare a monitorare in ogni istante quello che succede sul territorio, è importante avere uno strumento che consenta di ottenere in tempo reale stime di pioggia con una risoluzione spaziale che la tradizionale rete pluviometrica non riesce a garantire. Per questo motivo nel corso degli ultimi decenni ha avuto una forte diffusione il radar meteorologico; questo strumento permette di localizzare e misurare le precipitazioni in tempo reale, consentendo di calcolare mappe di pioggia con una risoluzione spazio-temporale che nessun altro tipo di strumento consente di ottenere. I meteorologi utilizzano il radar meteorologico per formulare previsioni a brevissimo termine (1-3 ore), comunemente definite nowcasting. Per intervalli temporali così limitati difatti i modelli matematici, generalmente utilizzati per formulare le previsioni per i giorni successivi, sono insufficienti, e gli unici strumenti che possano supportare i previsori sono i rilevamenti dati dal satellite e dal radar. Le misure rilevate dai radar sono però soggette a diverse forme di errore che possono alterare la qualità delle misure. Tra questi vale la pena citare l’occlusione, il ground clutter, l’attenuazione e la variazione del profilo di riflettività con la quota. L’impiego di radar a doppia polarizzazione operanti nel campo delle basse lunghezze d’onda (radar in banda X) consente di ridurre l’effetto di questi errori, rispetto al tradizionale radar meteorologico. Parte del lavoro di tesi è volto a valutare se l’introduzione di questi strumenti innovativi (radar a doppia polarizzazione) possa garantire nell’area pre-alpina misure dei campi di pioggia più accurate. A tale scopo ci si avvale delle misure rilevate nel corso dell’estate del 2007 da un radar a doppia polarizzazione installato sull’altipiano di Folgaria (Trento). Su tale area operano, accanto a una fitta rete di pluviometri disseminati alle varie quote, due radar doppler in banda C appartenenti al sistema nazionale (uno gestito dalle Province di Trento e Bolzano, l’altro di proprietà della Regione Veneto). Si vuole pertanto valutare la qualità delle misure associate alle diverse tecnologie, e in pratica testare se un' eventuale introduzione di questi radar (doppio polarimetrici) garantirebbe in territorio montano una migliore descrizione dei fenomeni di precipitazione e una maggiore tutela nei confronti di fenomeni alluvionali improvvisi. Le misure di pioggia vengono rilevate in tempo reale e vengono fornite ai diversi modelli idrologici, che le utilizzano per formulare una previsione dell’idrogramma di piena finale, relativo alle diverse sezioni di chiusura di interesse. Si capisce quindi come la possibilità di disporre di misure quanto più precise e rappresentative permetta di dare come input ai modelli valori più rappresentativi e di conseguire una buona capacità previsionale, migliorando la capacità predittiva di questi eventi catastrofici. All’ interno del percorso di ricerca parte degli sforzi sono stati volti a migliorare le conoscenze di come lavorano questi modelli idrologici, e a comprendere se il movimento dei campi di pioggia durante l’evento abbia una reale influenza sull’andamento dell’idrogramma. Si vuole quindi capire se per un dato bacino è sufficiente avere una stima dei volumi complessivi di precipitazione caduti, oppure è importante conoscere la distribuzione e il movimento dei campi di pioggia per ottenere simulazioni più accurate. All’interno del presente lavoro si è cercato di capire quali dinamiche siano sottese alla generazione di un idrogramma di piena, e si è cercato di sviluppare una metodologia che consenta di valutare per ogni singolo bacino quale influenza abbia la dinamica dell’evento nel generare la piena finale. Si è a tale scopo analizzato un evento specifico (evento di piena del 2002 che ha interessato il bacino del Weisseritz in Sassonia), e sono stati sviluppati alcuni statistici che consentono di metter in relazione la distribuzione dei campi di pioggia e l’effetto che essi producono nella generazione dell’idrogramma dio piena finale. In particolare in un territorio come quello pre-alpino l’orografia influenza fortemente la distribuzione delle precipitazioni. Gli eventi più significativi si concentrano nei bacini in cui la particolare orografia determina un forte incremento delle precipitazioni con la quota, Il radar meteorologico non sempre riesce a descrivere correttamente l’andamento delle precipitazioni nei territori montani, in particolare in quei bacini in cui il fascio risulta occluso. Capita poi sovente che le stazioni meteorologiche siano concentrate nel fondovalle ove risiede la maggior parte della popolazione e dove è più agevole il controllo dal personale qualificato. Per questo motivo, in particolare nell’ultimo anno dell’attività di ricerca, gli sforzi sono stati maggiormente indirizzati a sviluppare altre tecniche che consentano di stimare correttamente i volumi complessivi di pioggia, anche nei punti in cui non sono disponibili misure pluviometriche, e quindi in particolare in alta montagna. Lo studio si propone di partire dai dati di precipitazioni rilevati dalla tradizionale rete pluviometrica . e di sviluppare una metodologia di spazializzazione, che consenta di ottenere delle mappe di pioggia continue e rappresentative per tutto il territorio. La struttura dell’elaborato di tesi si presenta così articolata: Capitolo 1 → Fornisce una breve inquadratura dell’argomento prescelto. Viene fornita una rapida illustrazione dello stato dell’arte, delle metodologie che vengono applicate per studiare eventi di piena improvvisi, di cosa viene fatto per mitigarne gli effetti, e degli studi che vengono condotti per migliorare la comprensione di questo tipo di eventi. Capitolo 2 → Il radar meteorologico. Principi di funzionamento. Principali forme di errore. Il radar doppio polarimetrico. L’esperimento di Folgaria: breve descrizione del bacino monitorato e eventi selezionati. Procedure di correzione applicate ai dati. Confronto tra i diversi algoritmi di calcolo. Analisi dei risultati ottenuti e calcolo di indici statistici, ottenuti confrontando tra loro i dati radar e i dati pluviometrici. Significativi vantaggi che un eventuale introduzione di questo tipo di strumenti consentirebbe di ottenere. Capitolo 3 → Il modello idrologico KLEM. Schema di funzionamento e semplificazioni adottate. Il caso del Weisseritz: breve descrizione del bacino e dell’evento di piena dell’estate del 2002. Applicazione del modello idrologico. Influenza spaziale delle precipitazioni nella generazione dell’idrogramma di piena .Sviluppo di alcuni statistici che permettono di mettere in relazione tra loro l’andamento delle precipitazioni all’interno del bacino, e la morfologia stessa del bacino. Commenti e conclusioni. Capitolo 4 → Alto Adige: breve descrizione del territorio e sviluppo di una metodologia di spazializzazione delle precipitazioni, partendo dai dati pluviometrici. Sottostima delle precipitazioni nevose. Calcolo delle mappe di pioggia. Verifica dei risultati ottenuti, confrontando tra loro le precipitazioni stimate, e le portate misurate, in prossimità delle diverse sezioni di chiusura disseminate nel territorio provinciale. Effetto dell’ introduzione di alcune stazioni meteorologiche austriache, per conseguire una stima più precisa dell’incremento di precipitazione con la quota. Possibili sviluppi futuri.
Boissier, Laurent. "La mortalité liée aux crues torrentielles dans le Sud de la France: une approche de la vulnérabilité humaine face à l'inondation." Phd thesis, Université Paul Valéry - Montpellier III, 2013. http://tel.archives-ouvertes.fr/tel-00940888.
Full textSaint-Martin, Clotilde. "Prise en compte des vulnérabilités territoriales dans l'avertissement des crues rapides : vers une amélioration de la méthode AIGA." Thesis, Montpellier 3, 2018. http://www.theses.fr/2018MON30061/document.
Full textAnticipating floods is a major challenge for communities at risk of flooding as the entire warning system – responsible for the safety of people and goods - relies on this anticipation. There is an existing monitoring system “Vigicrues” for flood damage for a fifth of the river network in France. But for four-fifths of this network, made of small rivers, no monitoring is available. Yet those rivers are the most affected by flash floods which especially require anticipation for crisis management purposes. This is why at the beginning of 2017, the Vigicrues system for flood monitoring has been completed with a new flood warning system called Vigicrues Flash. This system provides automatic information in real-time on flood severity of ungauged basins for 10 000 French communities.Even if this new system is a real innovation for communities with no monitoring at all, the AIGA method which is used in Vigicrues-Flash has some limits. The first one is that the warnings are only based on the assessment of flood severity. But estimating flood severity is not enough to issue efficient flood warnings. To be able to do so, taking into account potential flood losses is essential. The main goal of this work is to enable an anticipated estimation of flood related damage, especially for ungauged basins. We offer a method to assess the risk of flood related damage based on flood severity assessed by the AIGA method and a territorial vulnerability assessment. This last one has been built on a bottom-up approach developed with crisis managers. Putting together this data has enabled a first assessment of the risk of flood risk damage as a dynamic risk index.By adjusting performance testing used in the meteorology field, we have been able to evaluate our risk index and to compare the results with the AIGA method. In order to do so, we have used existing damage data (CATNAT from the GASPAR database) as well as a specific multisource database (using notably social media data) which has been put together as part of this study (DamaGIS). The evaluation process has been tested for 12 communities in the Alpes-Maritimes, 69 in the Gard and 28 in the Var department. Two types of evaluation have been performed: a first comprehensive one continuously with CATNAT data on the 1988-2016 period; and another one per flood event at a finer scale.Our results show that moving from hazard assessment to risk assessment has significantly increased the relevance of the warnings and mostly at a smaller scale than the community one. Though, there is a better detection of flood related damage as the false alarm rate has been significantly reduced. This PhD work offers promising prospects to improve the current French warning system for floods and enable a more efficient emergency response
Shabou, Mohamed Saif. "Extrêmes hydro-météorologiques et exposition sur les routes : Contribution à MobRISK : modèle de simulation de l'exposition des mobilités quotidiennes aux crues rapides." Thesis, Université Grenoble Alpes (ComUE), 2016. http://www.theses.fr/2016GREAU031/document.
Full textFlash floods are considered as ones of the most dangerous natural hazard due to their rapidness and suddenness that leave little time for exposed people to protect themselves. Although the relatively small spatial extension of those events, several studies showed strong human impacts regarding the number of affected people. Recently, daily mobility is pointed at as important social factor increasing individual exposure and vulnerability to flash flooding : almost half of the victims are motorists trapped while travelling on flooded roads. Therefore, several studies have been conducted for assessing roads’ sensitivity to flooding in the Gard area, frequently exposed to sever flash flood events.This thesis goes a step further by integrating social dimension in order to quantify and analyze road users’ exposure to flash flood during their itineraries. It contributes to the development of MobRISK : A simulation model for assessing motorists’ exposure to roads submersion by integrating individual travel-activity patterns and behavioral adaptation regarding weather disruptions. In order to assess population exposure to September 2002 flash flood event, we conducted an application of MobRISK in a study area located in the north-ouest of the Gard department.The results show that risk of flooding is mainly located in principal road links with considerable traffic load. However, a lag time between the timing of roads’ submersion and persons crossing these roads contributes to reduce the potential vehicle-related fatal accidents. It is also found that socio-demographic variables have significant effect on individual exposure and that young working males are the most exposed persons to road flooding. Finally, different behavior scenarios are built and tested by integrating individual travel adaptation decisions regarding perceived weather disruptions. The comparison of motorists’ exposure for each scenario highlights the important role of risk attitudes and threat evaluation processes on reducing population exposure.Thus, the proposed model demonstrates the benefits of considering spatiotemporal dy- namics of population exposure to flash flood and presents an important improvement in exposure assessment methods. Such improved characterization of road users’ exposure can present valuable information for flood risk management services and emergency planning
Martínez, Gomariz Eduardo. "Inundaciones urbanas : criterios de peligrosidad y evaluación del riesgo para peatones y vehículos." Doctoral thesis, Universitat Politècnica de Catalunya, 2016. http://hdl.handle.net/10803/404336.
Full textEn este trabajo de investigación se ha analizado en primer lugar la peligrosidad a la que se ven expuestas las personas durante eventos de inundación en zona urbana, estudiando los límites de estabilidad de éstas, cuando cruzan a través de una corriente de agua, a partir de ensayos experimentales con personas de ciertas características escogidas previamente. Éste estudio se ha complementado con encuestas realizadas a las personas ensayadas, de forma que se pueda evaluar la idoneidad de los ensayos y sobretodo la sensación de estabilidad que presentaba cada sujeto ensayado para las diferentes condiciones hidráulicas (calados y velocidades) a las que se veían sometidos. Los vehículos son componentes esenciales en las afectaciones producidas en una ciudad ante importantes inundaciones ya que pueden producir daños directos tangibles (viéndose afectados los propios vehículos o colisionando sobre otros elementos urbanos), daños indirectos tangibles (derivados de la interrupción del tráfico) y daños indirectos intangibles (afectaciones a personas). Éstos, al perder la estabilidad, terminan siendo grandes escombros arrastrados por el agua, con lo cual resulta imprescindible disponer de herramientas para evaluar su estabilidad ante diferentes condiciones hidráulicas (calados y velocidades) y para diferentes tipologías de vehículos (formas y pesos). En este documento se ofrecen herramientas para evaluar la estabilidad de los vehículos, habiéndose llevado a cabo ensayos experimentales con vehículos de diferentes características a escalas que permitian ser ensayados en un canal de 0.6 m de ancho. En combinación con los estudios experimentales, se llevan a cabo simulaciones numéricas tridimensionales con las que se obtienen resultados (fuerzas actuantes) difícilmente medibles en laboratotio. Es posible estimar el coeficiente de rozamiento que produjo una inestabilidad de un sujeto ensayado en laboratorio, así como validar numéricamente el umbral de estabilidad de un vehículo ensayado. Se abre un amplio campo de investigación basado en herramientas numéricas para el análisis de la estabilidad de personas y vehículos. Por último se presenta un caso de estudio en el que aplican criterios de peligrosidad y riesgo basados en los estudios experimentales de estabilidad para peatones y vehículos. Se propone y se aplica una metodología para estimar los daños ocasionados a vehículos, derivados de una cierta inundación. En definitiva, en este trabajo de investigación se presentan resultados fundamentados experimentalmente, complementados con simulaciones numéricas y aplicados conjuntamente a un caso real, que aportan información de gran valor para el objetivo final, la gestión del riesgo de inundaciones en zonas urbanas.
Crema, Stefano. "Hydrologic control on the triggering and magnitude of debris flows in alpine catchments." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2014. http://hdl.handle.net/11577/3423666.
Full textIl presente lavoro ha analizzato le condizioni idrologiche associate all’innesco di colate detritiche in una regione alpina. L’analisi è stata suddivisa in due rami principali: la prima parte è stata effettuata a scala regionale e decennale (2000-2010) per approfondire le tematica delle soglie pluviometriche per l’innesco di colate e delle incertezze legate alla determinazione della pioggia nelle zone di innesco delle colate detritiche. Si è cercato, inoltre, di caratterizzare, dal punto di vista morfometrico, le zone di innesco delle colate stesse. Uno studio approfondito è stato dedicato successivamente all’analisi della risposta idrologica di alcuni bacini, per tre eventi di piena avvenuti fra il 2006 ed il 2009. L’area di studio è l’intera Provincia Autonoma di Bolzano (Alto Adige, Nord Italia). Tale area occupa una nicchia idrometereologica peculiare, caratterizzata da un’elevata frequenza di fenomeni temporaleschi con forzante orografica, che, specialmente nel periodo estivo, possono attivare colate detritiche e piene improvvise. La caratterizzazione morfometrica dei siti di innesco è stata effettuata esaminando l’area contribuente e la pendenza locale dei punti stessi. La caratterizzazione è stata effettuata dividendo il dataset in classi di durata di precipitazione, introducendo ulteriori filtri sull’intensità di pioggia e considerando anche la relazione con la litologia. Un’altra questione in esame è legata alla stima di soglie pluviometriche per l’innesco di colate detritiche unitamente all’incertezza legata a questa stima. In primo luogo, un insieme di soglie pluviometriche è stato derivato mediante un approccio frequentista. La procedura di stima di precipitazione per l’identificazione della soglia è basata su due fattori principali: dato del pluviometro più vicino e una interpolazione (Inverse Distance) di tutti i dati orari disponibili a scala regionale e decennale. Le soglie sono state analizzate prendendo in considerazione tutti i punti disponibili ed anche cercando di raggrup-pare i fenomeni di colata in base alla stagionalità, alle diverse caratteristiche dell’evento meteorico ed in base a zone geologicamente omogenee. Il livello di incertezza relativo alla stima di soglie di pioggia è stato analizzato in dettaglio. Il problema della stima di risulta essere particolarmente importante proprio a causa della posizione delle zone di innesco di colate detritiche, con pluviometri che sono comunemente situati a bassa quota (e.g., nei fondovalle) e colate detritiche che hanno origine ad altitudini elevate, nella parte di testata di bacini montani. La procedura di stima di precipitazioni adottata per la valutazione dell’incertezza, è quella basata sull’utilizzo del pluviometro più vicino, che viene considerato come proxy per stimare la pioggia innescante sul sito di colata. L’obiettivo è quello di studiare l’impatto dell’incertezza insita nella stima delle precipitazioni sulla definizione di una soglia per l’innesco di colate detritiche, e l’uso operativo della soglia per scopi di previsione. Due sono le condizioni che maggiormente influenzano l’icertezza di stima: la variabilità spazio-temporale delle precipitazioni e le distanze tra le zone d’innesco ed i relativi pluviometri più prossimi sia sul piano orizzontale che sul piano verticale. Tre sono gli effetti principali considerati: (i) l’effetto del campionamento delle precipitazioni sulla stima dei parametri del modello di soglia, (ii) l’effetto dell’applicazione di una serie di procedure per filtrare le informazioni di precipitazione sul modello di stima della soglia, e (iii) l’incidenza del campionamento della precipitazione sulle performance della soglia come predittore di accadimento di colate. Questi aspetti vengono esaminati mediante una simulazione condotta a scala regionale. La metodologia adottata esamina le soglie di intensità-durata mediante la selezione di una serie di pluviometri che si assumono rappresentare un sito di innesco di colata, denominati DFR, ed una serie di pluviometri prossimi a questi (in rapporto 1:1), denominati MR, che vengono usati per stimare la precipitazione sul sito DFR. Una serie di soglie pluviometriche di riferimento viene utilizzate per identificare gli eventi di precipitazione che “innescano” colate de- tritiche su DFR (cio` eventi che superano la soglia). Per questi stessi eventi, le corrispondenti soglie pluviometriche sono derivate da osservazioni MR. Il confronto tra le soglie pluviometriche derivate da DFR e MR, ha rivelato che l’incertezza nella stima di precipitazione ha un impatto importante sulle soglie di intensità-durata. In particolare, i risultati hanno mostrato che le soglie stimate dalle osservazioni MR presentano stime in difetto. La valutazione delle soglie stimate per procedure di allarme, ha mostrato che, mentre la probabilità di rilevamento è alta, il problema principale è l’elevato rapporto di falsi allarmi, che limita la precisione complessiva del procedimento. Le performance generali sulla previsione di colate detritiche si sono dimostrate buone per soglie pluviometriche moderate e scarse per soglie elevate. Infine, diverse tecniche di interpolazione sono state applicate ad una selezione di pluviometri prossimi al DFR per valutare l’eventuale miglioramento portato dagli interpolatori. I risultati hanno dimostrato che l’interpolazione può migliorare le stime, in particolare i miglioramenti più significativi si sono notati nei casi di correlazione debole tra DFR e MR, mentre per gli altri casi ed in particolare considerando eventi intensi e/o localizzati, i benefici derivanti dal considerare i valori interpolati rispetto al valore del pluviometro più prossimo non sono così significativi. Nella seconda parte della tesi viene esaminata la forzante idrometeorologica ed idrologica relativa all’innesco di colate, attraverso l’analisi dei tre eventi meteorici avvenuti il 3-4 ottobre 2006, 20-21 giugno 2007 e 3-4 Settembre 2009 per capire come la variabilità meteorologica si rifletta nelle diverse risposte dei bacini. Il primo evento ha generato infatti piene improvvise di modesta intensità lungo le aste torrentizie principali con quasi nessuna colata registrata nei corsi d’acqua secondari, il secondo ha innescato un gran numero di colate in bacini secondari ed è stato caratterizzato da una risposta idrica minore nei collettori principali, il terzo ha visto sia piene improvvise importanti che colate detritiche diffuse. Tali eventi sono stati studiati utilizzando dati di pioggia calibrati da radar sul singolo evento, fornendo un input importante per la calibrazione di un modello idrologico distribuito, ed utilizzando inoltre informazioni derivanti dall’analisi di un ampio database di fenomeni di instabilità (incluse le colate detritiche) che copre l’intero territorio provinciale e che viene mantenuto costantemente aggiornato. L’integrazione di dati radar e da rete pluviometrica, dati di portata, informazioni spaziali e volumetriche sugli eventi di colata assieme ad osservazioni sul campo sono usati, unitamente al modello idrologico distribuito, per analizzare le risposte idrologiche e geomorfologiche agli eventi innescanti. Il forte contrasto in termini di risposta idrica ed effetti morfologici fra le tre piene risulta legato a differenze nelle condizioni di umidità antecedenti e nella struttura spazio-temporale degli eventi innescanti. La modellazione afflussi-deflussi ha permesso la stima e di portate al picco e di volumi di deflusso in una serie di piccoli bacini non strumentati in cui i volumi depositati dalle colate sono stati stimati mediante indagini post-evento. Il calcolo della concentrazione volumetrica di sedimento eseguito utilizzando i risultati dell’approccio di modellazione scalato ai bacini da colata ha portato a valori realistici. Le relazioni tra portate al picco e volumi mobilizzati dalle colate mostrano coefficienti di correlazione più elevati di quelli che considerano le variabili morfometriche ed i volumi di precipitazione.
SEONI, ALESSANDRO. "Modelli di preannuncio delle piene in piccoli bacini ed incertezze legate alla densita' della rete pluviometrica." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2015. http://hdl.handle.net/11584/266363.
Full textDouinot, Audrey. "Analyse des processus d'écoulement lors de crues à cinétique rapide sur l'arc méditerranéen." Thesis, Toulouse 3, 2016. http://www.theses.fr/2016TOU30265/document.
Full textThe purpose of this thesis is to improve the knowledge of hydrological processes during flash flood events using rainfall-runoff modelling. The project focuses on hydrological processes occurring into soil and subsoil horizons. A preliminary data analysis corroborates the activity of the weathered bedrock during flash floods. The hydrological response, simulated by the MARINE model, is then investigated to detect the sensitivity of subsurface flow processes to model assumptions. It leads to several modifications of the model structure in order to make it more robust. Moreover a two-layered soil column is implemented to explicitly integrate the activity of the weathered bedrock into the model. Assuming preferential path flows at the soil-bedrock interface, the model performs well on sedimentary watersheds, but underestimate recession curves and second flood peaks on granitic ones, showing the need to simulate as well significantcontribution from the weathered bedrock
Díaz, Loaiza Manuel Andrés. "Drought and flash floods risk assessment methodology." Doctoral thesis, Universitat Politècnica de Catalunya, 2015. http://hdl.handle.net/10803/325143.
Full textLes inundacions i les sequeres són alguns dels desastres més catastròfics per a la humanitat, promitjant anualment al voltant d'1 a 5 x 10³ milions de dòlars i 6 a 8 x 10³ milions de dòlars en pèrdues econòmiques respectivament. Per combatre aquests fenòmens, la ciència de la "gestió del riscs" ha anat desenvolupant al llarg dels últims anys, permetent-nos quantificar el risc i els possibles beneficis en el cas que algunes mesures siguin implementades (tals com mesures de mitigació/adaptació etc.). En el present document es presenta una metodologia per a la quantificació del risc considerant la implementació de mesures no-estructurals (NSM). Així mateix, es va desenvolupar una anàlisi d'incertesa per identificar les fonts de variància sobre els resultats en el càlcul del risc. Amb l'indicador EAD (Expected Annual Damage), es va realitzar una anàlisi per determinar el període de tornada òptima en el disseny de mesures estructurals, com a resultat del mateix, es proposa un nou indicador: l "Optimal Expected Annual Damage" (OEAD). En el present document s'exposen els resultats per a la quantificació del risc pluvial. Aquests resultats inclouen mesures estructurals i no-estructurals d'acord amb la metodologia desenvolupada per a la conca d'Arenys de Munt a Catalunya-Espanya. Per incloure en el càlcul del risc a les mesures no-estructurals, es van desenvolupar coeficients de mitigació els quals són explicats dins de la metodologia. Igualment, es defineixen els passos a seguir per a l'optimització en la implementació d'aquestes mesures. En aquesta investigació, s'il·lustra que les pèrdues potencials econòmiques disminueixen si una mesura estructural és implementada (canalització per Box Culvert de 14 M€), des de 6.6 M€ a 3 M€ (T=500 anys), i si s'implementen mesures no-estructurals en combinació amb la mesura estructural, les pèrdues potencials poden disminuir-se fins a 0.7 M€ per al període de tornada de 500 anys. Sobre les pèrdues potencials de vides humanes, la mitigació obtinguda segueix el mateix comportament que les pèrdues potencials econòmiques, disminuint des d'11 possibles víctimes a 8 amb la mesura estructural i a 2 en combinació amb la mesura no estructural. Pel fenomen de la sequera, es va desenvolupar una metodologia per relacionar la "Sequera Meteorològica" amb les pèrdues potencials econòmiques en cultius de secà. En la mateixa, es proposa un mètode per a la quantificació de la perillositat (mitjançant els índexs de Palmer) i la vulnerabilitat. La susceptibilitat d'un cultiu de secà a un esdeveniment de sequera (vulnerabilitat) es va relacionar fent una classificació d'acord a dos estats fenològics: l'època de sembra i de recol·lecció. El cas d'estudi es va enfocar a la conca del riu Llobregat-Espanya, de la qual es va disposar d'informació hidrometeorològica i de les estadístiques de producció de diferents tipus de cultius de secà. De l'anàlisi realitzada sobre la conca, es va observar que al llarg dels 16 anys d'estadístiques en els cultius, van ocórrer dos períodes importants de sequera (2000/2001 i 2005/2006). Aquests períodes de sequera van deixar respectivament pèrdues potencials econòmiques d'aproximadament 40.13 M€ i 55.84 M€ per a les comarques associades a la conca del riu Llobregat. La metodologia desenvolupada, demostra eficàcia en la detecció d'esdeveniments importants de sequera, així mateix, il·lustra una coherència en la quantificació de les pèrdues individuals en els tipus de cultiu, en les que cultius com l'oliva (classificat com a cultiu llenyós), demostra més resistència a la sequera respecte a altres cultius com l'enciam, tomàquets etc.. Finalment, com a complement a la metodologia desenvolupada, es proposa a les corbes de pèrdua d'eficiència de cultiu, com a indicadors per a la gestió del risc de sequeres en cultius de secà.
Le, Bourgeois Olivier. "Caractérisation des propriétés hydrodynamiques des sols et de leur variabilité spatiale par modélisation inverse de leur teneur en eau. Application aux sols des Cévennes." Thesis, Montpellier, 2015. http://www.theses.fr/2015MONTS139/document.
Full textThis research work aims to characterize soil hydrodynamic properties of the Cévennes area, a low mountain region known to be prone to flash floods. We thus chose to estimate hydraulic conductivity and water retention properties of the Mualem –van Genuchten model and their spatial variability at the hillslope scale and between multiple hillslope profiles. The objectives are also to evaluate the weathered bedrock permeability, and consequently to enhance our understanding of the soil saturation processes.The soil and bedrock hydrodynamic properties were estimated by inverse modelling of soil moisture from a pilot station and a network of 50 stations distributed on 4 granitic hillslope and 2 schist hillslope. The pilot station was instrumented with 3 soil moisture sensors located at 20, 40 and 60 cm deep whereas the hillslope stations were instrumented with 2 soil moisture sensors located variably from 15 to 45 cm deep. Both soil moisture and precipitation were recorded with a 15 min time step for every station. The inverse modelling procedure is based on the multi-objective genetic algorithm NSGA-II. This procedure was used for every station considering a variably deep soil composed by 2 layers surmounting a 100 cm deep third layer representing the weathered bedrock. Fifteen parameters were calibrated for every station, and were estimated from small selected rainfall periods of 1 to 15 days corresponding to the major rainfall events during the monitoring period. Evapotranspiration has been considered as negligible during those events. The analysis of those retention and conductivity properties shows a very important hydraulic conductivity for the studied soils, ranging from 1000 to 2000 mm/h, and their low retention capacity. The soil saturated water content varies from 0.30 to 0.60 cm3.cm-3, which is a consequence of the important soil heterogeneity at the hillslope scale. We also find that heterogeneity on the estimation of soil depth which varies from 31 to 120 cm. For the weathered bedrock layer, we also found contrasted permeability varying from a few units to a hundred of mm/h. Stations with the shallowest soils and the less permeable bedrock presenting a saturation process at the soil/bedrock contact, as monitored and simulated during the most intense rainfalls. If the estimated soil hydrodynamic properties exhibit important variations at the hillslope scale from a station to another, results showed no specific spatial organization of this variability. The station's position on the hillslope is not decisive to estimate saturated soil moisture, soil depth, soil permeability or water retention capacity. The distribution of those properties, calculated for the 6 studied hillslope is not either correlated to the landscape general characteristic: geology, orientation, land cover
Zambrano, Fernando Campo. "Avaliação do perigo de inundações bruscas por meio de modelagem hidrogeomorfológica : estudo de caso, Bacia do Arroio Forromeco-RS." reponame:Biblioteca Digital de Teses e Dissertações da UFRGS, 2017. http://hdl.handle.net/10183/163798.
Full textThe increase in the occurrence of hydrological disasters related to flash floods has begun to be more important for several organs at different scales in order to reduce their magnitude and frequency as much as possible. Precisely because of it, non-structural measures are extremely important measures for preventing such disasters. One of these important measures might be the mapping of flood hazard areas. Therefore, the objective of the present work was to propose and evaluate the flash flood hazard by means of hydrogeomorphic modeling of the Forromeco river basin, Rio Grande do Sul state. Thus, the CAESAR-LISFLOOD model was used to represent the hydrological processes at basin and channel scale. At basin scale hydrographs were generated from the creation of hyetographs for different return periods (RP), considering the largest event recorded in this basin. These hydrographs were used in the channel scale simulations to generate the different flood maps in terms of depth and velocity of water flow. In order to analyze the flood hazard areas, the hazard indexes (HI) associated with the different RPs were determined from the depth and water velocity. Through the IP analysis, the final hazard mapping associated with three RPs (5, 22, and 100 years) was created. In addition, three zones were established to identify the hazard levels, considering the most critical scenario of the three maps. The results showed that the largest flood area is in high degree hazard, occupying 77% of the total area. It indicates that people are in danger both inside and outside houses. At the same time buildings are in high possibility of being damaged.
Ahmed, Mohamed Saber Mohamed Sayed. "Hydrological Approaches of Wadi System Considering Flash Floods in Arid Regions." 京都大学 (Kyoto University), 2010. http://hdl.handle.net/2433/126791.
Full textGisclard, Béatrice. "L’innovation sociale territorialisée : un levier de réappropriation du risque inondation par les habitants, l'exemple des crues rapides dans les territoires ruraux du Gard et du Vaucluse (France)." Thesis, Avignon, 2017. http://www.theses.fr/2017AVIG1182.
Full textAlthough much is expected of them, inhabitants, referred to as “citizens” in technocratic programs, are still abstract “entities” with oft underestimated psychosocial underpinnings. Nonetheless, adopting the appropriate behaviours in the case of an event is related to a balance between actionable individual resources and the institutional measures individuals are able to take. As such, this thesis aims to measure inhabitants’ capacities with more finesse, namely by mobilising territorialised social innovation with regard to a specific risk: flash floods in south-east France. To this effect, an interdisciplinary survey was conducted (geography of risks, environmental psychology and social design) by associating empirical and experimental data. A series of interviews (36 managers, 4 river unions, 29 victims) and questionnaires (689) provided better understanding of their respective visions of risk management. Managers were lucid but powerless in the face of multiple flaws in public policy, whereas inhabitants displayed a large gap between their behavioural intentions and their risk-related knowledge. These results led us to conduct a creative workshop in Sauve (Gard, France) that confirmed the potential collective action from the start can have in terms of appropriation by inhabitants. The conclusions drawn from this work led us to question the reality of inhabitants’ involvement and to identify ways to encourage evolution of the state-centred approaches that are still preferred today, despite the progressive decline of the welfare state, which adds another degree of complexity
Weaver, Joshua A. 1978. "An automated system to detect flash floods and alert at-risk communities." Thesis, Massachusetts Institute of Technology, 2005. http://hdl.handle.net/1721.1/37060.
Full textIncludes bibliographical references (leaf 25).
This thesis describes an automated monitoring station designed to detect flash floods occurring in the Rio Aguan river basin, Honduras. An Atmel microcontroller polls a series of sensors in the river, logging all data for later hydrological analysis and modeling. A high-power APRS radio is used to alert a central monitoring facility of impending floods. Careful component choices and power management allows the system to run for 100 days on a single deep-cycle marine battery or practically indefinitely using a supplemental solar panel.
by Joshua A. Weaver.
M.Eng.
Gaume, Eric. "Eĺéments d'analyse sur les crues éclair." Paris, ENGREF, 2002. https://pastel.archives-ouvertes.fr/pastel-00002654.
Full textFlash floods (i. E. Floods produced by severe thunderstorms of limited areal extent) are certainly the most destructive natural hazard in France. They also give rise to numerous questions but no systematic studies have been conducted in the past on such events. In the first part of this document, a post flood investigation methodology is proposed and tested on five case studies. The first results obtained are hopeful and reveal some original aspects of the rainfall-runoff relationship during flash floods : 1) the watershed response to the intense storm bursts is late and relatively sudden, 2) a large amount of rainwater (150 to 200 millimeters in the present case studies) is retained on the catchments and does not contribute to the flood flow, 3) no significant effects of the land use type could be identified. The second part of the document, is devoted to the theoretical analysis of the flood peak distributions. The potential of the so called derived distribution methods consisting in coupling a stochastic rainfall simulator and a mathematical ``rainfall-runoff'' model is assessed. It appears that, due to the properties of the ``rainfall-runoff'' process, flood peak distributions (FPD) belong most probably to none of the three extreme value distibution types. The asymptotic behaviour of the FPD is controlled by the maximum rainfall intensities measured over a duration characteristic of the studied watershed
Colón, Sirel. "La sédimentation récente sur la marge nord-vénézuelienne (littoral central) : enregistrement superposé des instabilités d’origine climatique et des conséquences de l’activité sismique (glissements, tsunamis)." Thesis, Université Grenoble Alpes (ComUE), 2018. http://www.theses.fr/2018GREAU019/document.
Full textThe northern border of Venezuela (southern border of the Caribbean Plate) corresponds essentially to a relay of large active strike-slip faults, generating a steep and rugged margin (South of the Caribbean Sea, Pit and Gulf of Cariaco, Fig. 1). This region is therefore exposed to three sources of natural hazards: 1) earthquakes and direct effects, 2) tsunamis (related to these faults, to the more distant activity of the West Indies bows, or to submarine landslides), 3) slips and airflows, sometimes linked to sudden climatic events (see Vargas flash flood, December 1999). The second and third types of phenomena directly affect sedimentation, whether marine (littoral and platform), lagoon or lacustrine. In addition, the latest global (fast) changes in the sea level have subdivided and structured the sedimentary stack.The recent part of these deposits (about 150 000 to 200 000 years ago) was the subject of two preliminary high resolution seismic imaging campaigns, the first devoted to the eastern part (Gulf of Cariaco, Audemard et al. 2007, Van Daele et al., 2010) and the second at the central coast (between Cabo Codera and the Sad Gulf, Fig. 2). This second mission will be complemented by a new imaging acquisition and the taking of short cores at sea and in coastal lagoons. The interpretation of the seismic sections and the sedimentological analysis of the cores will be used for this work of thesis with a double aim: 1) to reconstruct the general evolution of the sedimentation on the margin, and the influence of the global environmental changes, 2) to know the geographical distribution and over time (for a period of at least 100,000 years) major catastrophic phenomena (earthquakes, tsunamis, flash floods) that have interbedded in this sedimentation. The possible impact of the superposition of external and seismo-tectonic phenomena (see the recent Tucacas earthquakes during a rainy episode) and the location of tsunami risk areas will be modeled and discussed
Ballesteros, J. A., M. Stoffel, J. M. Bodoque, M. Bollschweiler, O. Hitz, and A. Díez-Herrero. "Changes In Wood Anatomy In Tree Rings Of Pinus Pinaster Ait. Following Wounding By Flash Floods." Tree-Ring Society, 2010. http://hdl.handle.net/10150/622618.
Full textRitter, Josias Manuel Gisbert. "Assessing the socio-economic impacts of flash floods for early warning at regional, national, and continental scales." Doctoral thesis, Universitat Politècnica de Catalunya, 2021. http://hdl.handle.net/10803/673606.
Full textLas avenidas torrenciales son una de las amenazas naturales más devastadoras, causando numerosas víctimas y enormes pérdidas económicas. Los sistemas de alerta temprana (SAT) juegan un papel clave para que los servicios de emergencia puedan reaccionar de manera oportuna y mitigar con eficacia los impactos. Esta tesis explora diferentes posibilidades de ampliar los métodos disponibles para la alerta temprana de avenidas torrenciales, con el objetivo de mejorar la toma de decisiones de los servicios de emergencia. Una variedad de métodos se dedica a la predicción del componente de amenaza de las avenidas repentinas (e.g. los caudales máximos instantáneos). No obstante, un número creciente de desarrolladores de SAT y usuarios finales han reconocido el potencial de herramientas que traducen automáticamente estos pronósticos de amenaza en impactos socioeconómicos (e.g. la cantidad de población afectada). Estas predicciones de impacto permiten tomar decisiones más objetivas y rápidas, que conducen a una respuesta más eficaz ante las avenidas y sus consecuencias. Los estudios realizados para la predicción del impacto de avenidas torrenciales han sido limitados a unos pocos prototipos que se enfocan en cuencas individuales o regiones relativamente pequeñas que pueden resultar útiles para la coordinación de medidas de emergencia locales, pero su potencial es limitado para apoyar las decisiones de las autoridades que actúan en dominios más amplios (e.g. autoridades de protección civil regionales, nacionales o europeas). El objetivo principal de esta tesis ha sido extender el apoyo a la toma de decisiones disponible mediante la aplicación del concepto de previsión del impacto de avenidas torrenciales en grandes escalas espaciales. Para ello, se desarrollaron dos métodos para estimar los impactos en tiempo real: ReAFFIRM y ReAFFINE. ReAFFIRM proporciona estimaciones de impacto detalladas y en alta resolución para dar apoyo a las autoridades regionales o nacionales en la coordinación de medidas de emergencia específicas (e.g. evacuaciones), mientras que ReAFFINE genera estimaciones de impacto en órdenes de magnitud con cobertura paneuropea que resultan útiles para los usuarios finales que actúan en grandes dominios espaciales. El uso de ReAFFIRM y ReAFFINE para una serie de inundaciones pasadas ha demostrado su capacidad para identificar los impactos de las avenidas torrenciales en tiempo real y en diferentes escalas espaciales. Los algoritmos desarrollados tienen un coste computacional moderado y solo requieren datos que están disponibles en toda la UE, permitiendo su implementación e integración en los procedimientos operativos de varios usuarios finales en toda Europa. Un objetivo adicional de esta tesis ha sido explorar una perspectiva más integrada de la alerta temprana de inundaciones. Tradicionalmente, los SAT son diseñados por separado para los diferentes procesos físicos que pueden resultar en inundaciones. Esto significa que los usuarios finales deben monitorear una serie de pronósticos de inundaciones por separado con resultados que podrían resultar potencialmente contradictorios, especialmente durante eventos en los que coincidan diferentes tipos de inundaciones (también llamadas inundaciones compuestas). Lo anterior puede alargar los tiempos de respuesta, generar confusión y, en última instancia, impedir una respuesta de emergencia eficaz. El apoyo a la toma de decisiones podría ser simplificada significativamente y de manera automática mediante la integración de los SAT de diferentes tipos de inundaciones en un único pronóstico que las englobe. Esta idea se explora a través de la combinación de las estimaciones de impacto de ReAFFIRM con las de un sistema diseñado para inundaciones fluviales. El rendimiento de ambos métodos combinados ha demostrado ser superior al de cada uno de manera individual, indicando el potencial de combinar el pronóstico de impacto por inundaciones
Enginyeria civil