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Dissertations / Theses on the topic 'Forma Forte'

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Manna, Cinzia. "Vibrazioni di piastre di forma arbitraria con elementi finiti in forma forte: convergenza, stabilità e accuratezza." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
Il presente elaborato è incentrato sullo studio delle vibrazioni libere di piastre di forma arbitraria in forma forte. L’obiettivo perseguito è quello di valutare come la variazione della procedura risolutiva impiegata incida sulla convergenza, sulla stabilità e sull’accuratezza dei risultati. A partire dalla definizione dell’equazione differenziale governante il problema, vengono messe a confronto le tecniche numeriche della Quadratura Differenziale Generalizzata (GDQ) ed il Metodo degli Elementi Finiti (FEM). Il lavoro si sviluppa in cinque capitoli, nei quali vengono illustrati i fondamenti matematici dei procedimenti numerici adottati e la teoria delle piastre moderatamente spesse First Shear Deformation Theory (FSDT), utilizzata per interpretare il comportamento delle piastre analizzate. Vengono inoltre presentati i risultati delle simulazioni svolte, supportate da un’appendice in cui sono aggiunte le specifiche attinenti ai programmi utilizzati. Nel primo capitolo viene descritto nel dettaglio il Metodo Generalizzato di Quadratura Differenziata (GDQ), illustrando le modalità di calcolo dei coefficienti di ponderazione e le discretizzazioni maggiormente impiegate in campo applicativo. Nel secondo capitolo si riportano le fasi principali del Metodo degli Elementi Finiti (FEM). In particolare, viene chiarito il procedimento per ricavare la formulazione debole di un’equazione differenziale e si fa rassegna delle tipologie di elementi finiti, nonché delle rispettive funzioni di forma. In ultimo, sono presenti riferimenti alle tipologie di errore in cui si può incorrere seguendo tale approccio ed accenni alle definizioni di convergenza ed accuratezza della soluzione. Il testo procede con il terzo capitolo in cui si riporta la teoria delle piastre moderatamente spesse, ossia quella di Reissner-Mindlin, specializzata nei casi di materiale isotropo e composito.
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2

Casini, Federico. "Vibrazioni di Piastre in Materiale Composito con Elementi Finiti in Forma Forte." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016.

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Abstract:
In questa tesi si affronta lo studio di piastre isotrope e laminate mediante metodo GDQ e si confrontano i risultati con quelli ottenuti, per le stesse tipologie di piastre, mediante metodo FEM. Lo scopo del lavoro e quello di certificare la maggior efficienza del software di calcolo DiQuMASPAB, basato su teorie in forma forte, rispetto ai tradizionali software di calcolo agli elementi finiti attualmente in commercio. Il confronto ha come obiettivo quello di evidenziare i punti deboli dal punto di vista dell'approssimazione delle soluzioni e del costo computazonale.
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Santos, Filipe Jung dos. "Princípio do máximo forte para inequações diferenciais elípticas quasilineares singulares em forma divergente." reponame:Biblioteca Digital de Teses e Dissertações da UFRGS, 2017. http://hdl.handle.net/10183/158717.

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Abstract:
Nesta dissertação, com base nos trabalhos [6], [5], provamos a suficiência da condição de divergência (2) para a validade do Princípio do Máximo Forte para (1), sob hipóteses ligeiramente mais gerais que em [2].
In this dissertation, based on the works [6], [5], we prove the su ciency of the divergence condition (2) for the validity of the Strong Maximum Principle for (1), under slightly more general hypotheses than those assumed in [2].
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4

Pirini, Gaia. "Elementi finiti in forma forte per lo studio statico di strutture con materiali micropolari​." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
A diversi problemi piani sono stati variati i parametri micropolari quali la lunghezza caratteristica e il numero di accoppiamento e analizzata la variazione dello spostamento di un punto alterando questi. Sono state proposte altre problematiche in cui è stato osservato il cambiamento delle tensioni e degli spostamenti dell'intera struttura alterando il materiale, passando da Cauchy a Cosserat.
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Júnior, Angelo Cerqueira da Cunha. "Fatores de forma em processos com mésons B." Universidade do Estado do Rio de Janeiro, 2013. http://www.bdtd.uerj.br/tde_busca/arquivo.php?codArquivo=7632.

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Abstract:
Coordenação de Aperfeiçoamento de Pessoal de Nível Superior
Neste trabalho calculamos os fatores de forma e constantes de acoplamento para os vértices B*sBK, B*BsK e BsBK* usando as Regras de Soma da Cromodinâmica Quântica (QCD). Ainda estão incluídos os diagramas não perturbativos. Nós usamos a técnica de considerar dois mésons fora da camada de massa para obter dois fatores de forma diferentes a fim de diminuir as incertezas. Os cálculos das incertezas foram incluídos neste trabalho.
In this work, we calculate the Form Factors and the Coupling Constants for the vertices B*sBK, BsB*K and BsBK* using the QCD Sum Rules. We use the technique of considering two mesons of shell to obtaining two differents form factors in order to give less uncertainty to the obtaining of the coupling constant. The evaluation of the uncertaints were included in this work.
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De, Luca Manuel. "Elementi Finiti in Forma Debole per l'Analisi Dinamica di Strutture di Forma Arbitraria in Materiale Composito." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Abstract:
La presente tesi affronta il problema delle vibrazioni libere di strutture aventi forma arbitraria e realizzate in materiale composito. In particolare, l’analisi viene condotta attraverso l’utilizzo di una tecnica numerica finalizzata alla risoluzione del sistema di equazioni in forma integrale descriventi l’equilibrio dinamico. In altri termini, viene sviluppata la formulazione debole del problema in parola, relativamente ai casi di piastre e membrane. Il principio variazionale di Hamilton, utilizzato per ottenere le equazioni di equilibrio, viene applicato introducendo un’ipotesi sul modello cinematico: gli spostamenti generalizzati, dunque, sono espressi in funzione di quantità nodali e interpolati per mezzo di polinomi di alto grado. Il sistema così ottenuto viene risolto, all’interno di ciascun elemento, attraverso la tecnica numerica di Quadratura Integrale Generalizzata (GIQ). L’obiettivo, pertanto, è quello di dimostrare la maggiore accuratezza della tecnica presentata rispetto a quanto disponibile nei software commerciali, valutando i parametri che incidono sulla convergenza, sulla stabilità e sull’accuratezza dei risultati. Tutte le applicazioni condotte prevedono il confronto fra differenti tecniche numeriche risolutive: in particolare, la tecnica del GIQ viene accostata alla tecnica della Quadratura Differenziale Generalizzata (GDQ) e al Metodo degli Elementi Finiti (FEM) analizzando, di volta in volta, i risultati ottenuti sulla base del costo computazionale richiesto e in relazione alle caratteristiche di accuratezza, stabilità e velocità di convergenza. Viene inoltre presentata la tecnica del mapping iso-geometrico, utilizzata per descrivere domini irregolari. Tale metodo, attraverso l'impiego delle curve NURBS, utilizzate per descrivere i contorni degli elementi, consente una più agevole fase di modellazione. A tal proposito vengono sottoposte ad analisi piastre e membrane fortemente irregolari e di forma arbitraria.
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Dini, Alessandra, and Claudia Casadio. "Forma della città e forme dell'abitare. Giardino botanico a Mirandola." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/6894/.

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Abstract:
Il lavoro di tesi ha avuto come oggetto la progettazione di un giardino botanico per Mirandola nella zona del centro storico. Il terremoto è divenuto il pretesto per ridefinire il “limite” tra centro storico e circonvallazione, in passato segnato dalle antiche mura e per riprogettare alcuni luoghi della città avendo come riferimento il testo dell'Hypnerotomachia Poliphili, opera di Giovanni Pico della Mirandola, determinante nella nascita del giardino rinascimentale all'italiana. Il progetto a scala urbana, oltre che nella ridefinizione del limite, consiste nella riqualificazione di tre giardini posti lungo la circonvallazione. L'area di progetto per il giardino botanico è occupata da un edificio storico, prima del terremoto adibito a banca, che diventa elemento di partenza del progetto oltre che ingresso al giardino. Vengono progettate una serie di serre vetrate, per conservare diverse specie di piante, alternate a elementi di collegamento dedicati alla didattica. Nella parte del giardino all'aperto viene creato un percorso sensoriale volto sia alla conservazione che alla didattica e al tempo libero.
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Antonini, Daniela, and Francesca Baldazzi. "Forma della città e forme dell'abitare. Centro culturale a Mirandola." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/6890/.

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Abstract:
Il progetto si sviluppa in primo luogo a scala urbana nel centro storico di Mirandola, insistendo sul tema del limite andato perduto con la demolizione della cinta muraria. Il disegno del centro nasce dalla suggestione che identifica in Giovanni Pico della Mirandola l’autore dell’”Hypnerotomachia Poliphili”. Il nucleo storico della città diventa il luogo del percorso onirico di Polifilo alla ricerca dell’amata, che collega aree verdi trasformate in giardini all’area del castello. L’approfondimento a scala progettuale coinvolge l’area dell’antica cittadella del castello. Il tema principale è quindi il costruire nel costruito, il confronto con le preesistenze e le tante trasformazioni che il luogo ha subito. Il progetto si basa sul disegno degli spazi pubblici e sul tema culturale che l’area stessa offre, data la presenza del museo civico e del teatro. Il nuovo edificio è un centro culturale nel quale si accolgono ulteriori esposizioni museali e spazi dedicate a sedi di associazioni culturali cittadine.
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Vladimir, Kubet. "Arhitektonski diskursi promena odnosa funkcije i forme savremenog stana." Phd thesis, Univerzitet u Novom Sadu, Fakultet tehničkih nauka u Novom Sadu, 2015. http://www.cris.uns.ac.rs/record.jsf?recordId=95126&source=NDLTD&language=en.

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Abstract:
U radu se detaljno istražuju odnosi između funkcije i forme savre-menog stana, kao i promene kroz koje prolazi. Istraživanje je zasnova-no na razumevanju pojmova stana i doma kroz različite diskurse.Multidisciplinarnim pristupom uspostavljene su mnoge istraženeveze između životnih stilova i savremenih informacionih i komuni-kacionih tehnologija, koje utiču na promenu koncepta stanovanja i stva-ranje mnoštva različitih atmosfera stana. Ovo mnoštvo je u radukorišćeno ne samo kao metodološko načelo, već je posmatrano i kaomaterijalno mnoštvo različitih oblika stanovanja koje treba prepo-znati kroz diskurse o stanovanju. Promišljanjem ove pojave shvata seda su singularnosti (npr. stambena jedinica) istovremeno i mnoštva,odnosno da je svaki stan uvek jedno konkretno postojanje, kroz kojestruji (a pogotovo danas) mnoštvo arhitektonskih diskursa.
This thesis explores in detail the relationships between function and form ofcontemporary dwelling, as well as the changes it goes through. It is based onunderstanding the notions of the dwelling and home through differentdiscourses. Multidisciplinary approach established many explored connectionsbetween life styles and contemporary Information and CommunicationTechnologies, which affect the change of the concept of a dwelling andcreation of many different atmospheres within a dwelling. This multitude isused here as the methodological principle but is also observed as thematerial myriad of different forms of housing that should be recognizedthrough discourses on dwelling. Reflecting on this phenomenon it is recognizedthat singularities (i.e. dwelling unit) are also multitudes at the sametime, therefore every dwelling is always one concrete existence that hasmany architectural discourses streaming through it, especially today.
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Rodrigues, Bruno Osório. "O vértice D*Dp usando as regras de soma da QCD." Universidade do Estado do Rio de Janeiro, 2010. http://www.bdtd.uerj.br/tde_busca/arquivo.php?codArquivo=8776.

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Abstract:
Coordenação de Aperfeiçoamento de Pessoal de Nível Superior
A física de partículas vem atualmente estudando tópicos como o plasma de quarks e glúons (QGP), o bóson de Higgs e a matéria escura, que requerem experimentos de colisões entre partículas cada vez mais energéticas. Para isso, são necessários aceleradores capazes de gerar partículas projéteis a cada vez mais altas energias, o que pode levar a uma nova física. Quando novos dados surgem nos laboratórios, novos processos são necessários para explicar estes dados e algumas vezes a estrutura interna das partículas envolvidas é desconhecida. Nos modelos teóricos, usados para descrever estes processos de espalhamento, é comum introduzir o fator de forma. O fator de forma é simplesmente uma maneira de simular a sub-estrutura das partículas envolvidas nestes processos com função da energia ou momento. A obtenção dos atores de forma pode ser feita usando o método conhecido como Regras de Soma da QCD (RSQCD). Neste trabalho, será estudado o vértice D*Dp usando as RSQCD, de modo que seja possível obter os seus fatores de forma e sua constante de acoplamento. Para isso, foram estudados os casos em que o méson ρ e o méson D estão fora de suas camadas de massa. O vértice D*Dp é muito importante para entender melhor o ρπ Puzzle, onde o méson Ј/ψ decai ρπ em com um branching ratio maior do que o esperado (este é um processo suprimido pela regra de OZI). Estudando este processo com graus de liberdade mesnicos, é possível escapar da regra de OZI, uma vez que o processo Ј/ψ→ DD → ρπ não é suprimido por OZI. Ao se fazer isso, aparecerá, entre outros, o vértice D*Dp . Este é um vértice que também aparece em outros decaimentos, como por exemplo X(3872) →Ј/ψp e B→Ј/ψD. Ao final do desenvolvimento, os resultados obtidos neste trabalho para o vértice D*Dp foram comparados com outros encontrados na literatura, se mostrando compatíveis com estes outros trabalhos.
The particle physics have been studying topics like the Quark-Gluon Plasma (QGP), Higgs boson and dark matter, which require experiments in heavy-ion collisions. Therefore, accelerators capable of generate high energy particle beams are necessary and may generate new physics. When new data arise in the laboratories, new processes are necessary to explain this data and sometimes, the internal structure of the involved particles is unknow or are virtual. In the theoretical models, used to describe this scattering processes, is common to introduce the form factors. The form factor is a way to simulate the sub-structure of the involved particles as function of energy or momentum. The form factor can be obtained using a method called QCD Sum Rules (QCDSR). In this work, the vertex D*Dp will be studied using the QCDSR, in order to obtain its form factors and coupling constant.The D*Dp vertex is very important to understand the ρπ Puzzle, where the Ј/ψ meson decays in ρπ with a branching ratio bigger than expected (this is a suppressed process by the OZI Rule). Studying this process with hadronic degrees of freedom, its possible to escape of the OZI rule, once the Ј/ψ→ DD → ρπ is not suppressed by the OZI rule. In this process, the D*Dp vertex is necessary. There are other processes where this vertex is necessary: X(3872)→Ј/ψp and B→Ј/ψD for example. In this work, was only possible to obtain results from the ρ off-shell diagram. This results were compared with others obtained in the literature.
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Roudaut, Sylvain. "Forma dat esse : les mutations de la forme au Moyen Age (ca. 1250-1350)." Thesis, Rennes 1, 2017. http://www.theses.fr/2017REN1S158.

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Abstract:
Ce travail porte sur les évolutions du concept de forme au Moyen Age, plus précisément entre le XIIIème et le XIVème siècle. Il retrace ces évolutions à travers l'étude de problématiques intriquées qui dominent la métaphysique et la philosophie naturelle du Moyen Age tardif: le problème de l'universel, la controverse de la pluralité des formes, la question de l'intensio formarum, le rapport du fluxus formae au mouvement
This work deals with the evolution of the concept of form during the late Middle Ages (ca. 1250-1350). It tells the story of this evolution through the study of intricated problems typical of late medieval metaphysics and natural philosophy: the problem of universals, the controversy about the plurality of forms, the intensio formarum debates, the problem of fluxus formae related to motion
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Fakih, Mahmoud. "Modélisation numérique discrète de la croissance racinaire dans un sol : relation force-forme." Thesis, Montpellier, 2016. http://www.theses.fr/2016MONTT323/document.

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Abstract:
Les racines des plantes jouent un rôle important dans la croissance et le développement des plantes, et il est bien connu que les interactions mécaniques entre une croissance racinaire et le sol environnant peuvent avoir un impact majeur sur la croissance des racines et par conséquent sur la production de biomasse végétale. Ces interactions mécaniques sont l'un des nombreux facteurs qui peuvent expliquent la variabilité de l'architecture des racines, y compris les facteurs génétiques, environnementaux et l'instabilité du développement. Mais ce facteur a souvent été sous-estimé. Nous supposons que la structure hétérogène du sol à l'échelle des grains, démontrée par la large répartition des forces, peut influencer d'une manière significative sur les trajectoires de croissance des racines. Ce travail de thèse vise à déterminer comment les grains dans les sols granulaires se réorganisent sous l'action de la croissance des racines, et en retour, comment les forces résultantes agissant sur les apex des racines modifient leur développement, y compris la cinématique de leurs trajectoires. Nous avons développé un modèle numérique 2D de la croissance des racines dans un milieu granulaire en utilisant la méthode des éléments discrets (DEM). Le modèle est capable de calculer les forces de contacts grain-grain et racine-grain dans un milieu granulaire. Le système racinaire est modélisé en utilisant des chaînes d'éléments de spheroline connectés. L'orientation de la croissance des racines, à chaque étape de croissance est déterminée par la dynamique de la racine entière sous l'action des forces élastiques internes et des forces de réaction exercées par les grains, ces sont les interactions mécaniques qui contrôlent la croissance numérique dans le modèle.Des études paramétriques ont été réalisées afin (i) d'estimer l'influence de la structure granulaire (distribution de grains de diamètre, la cohésion, la fraction volumique ...) et les propriétés mécaniques des racines (la rigidité à la flexion) sur le signal de force axiale agissant sur la pointe de la racine, et sur les trajectoires et (ii) de définir les lois physiques générales qui peuvent être utilisées en outre pour analyser des données expérimentales. Les courbes de distribution des forces axiales calculées normalisées par leurs moyens au cours d'une période donnée de la croissance, sont caractérisées par une loi de puissance décroissante pour les forces en dessous de la force moyenne, et une décroissance exponentielle pour les forces ci-dessus de la force moyenne, reflétant ainsi la large répartition des forces à l'intérieur d'un matériau granulaire. Une analyse de l'écart-type des déformations locales des trajectoires des racines, résulte deux régimes en fonction la rigidité de la racine. Une première lorsque le sol contrôle les déformations des racines, et une deuxième lorsque la racine est trop rigide, et se déplace plus les grains environnants durant la croissance
Plant roots play an important role in the growth and development of plants, and it is well known that the mechanical interactions between a growing root and the surrounding soil can have a major impact on root growth and consequently on plant biomass production. These mechanical interactions are one of numerous factors that explain the variability of root architecture, including genetics, environment and developmental instability. But this factor has often been under-estimated. I hypothesize that the heterogeneous structure of soil at the particle scale, demonstrated by the broad distribution of forces, can significantly influence root growth trajectories. This thesis aims at determining how grains in granular soils are reorganized under the action of growing roots, and in return how the resulting forces acting on root tips modify their development, including the kinematics of their trajectories, in order to develop a general biophysical law of root-soil mechanical interactions. I developed a 2D numerical model of root growth in a granular medium using a Discrete Element Model (DEM). The model is able to compute grain-grain and root-grain contact forces within a granular medium. The root system is modelled using chains of connected spheroline elements. The orientation of root growth at every growth step is determined by the dynamics of the whole root under the action of its internal elastic forces and reaction forces exerted by the grains, which are the mechanical interactions that control numerical growth in the model.Parametric studies were carried out in order to (i) estimate the influence of granular structure (grain diameter distribution, cohesion, volume fraction) and root mechanical properties (root bending stiffness) on the axial force signal acting on the root tip, and on the root trajectories and (ii) define general physical laws that can be used further to analyze experimental data. The distribution curves of computed root tip-grain forces normalized by the mean force during a given period of growth were characterized by a decreasing power law for forces below the mean force, and an exponential fall-off for forces above the mean force, thus reflecting the broad distribution of forces inside the granular material. An analysis of the standard deviation of the local deformations of root trajectories resulted in two different regimes with regard root stiffness. In the first regime, soil controlled the root deformation and in the second, the root trajectory was straighter and displaced more significantly the surrounding grains during growth
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Rodrigues, Bruno Osório. "Constantes de acoplamento de vértices com mésons estranhos e charmosos usando as regras de soma da QCD." Universidade do Estado do Rio de Janeiro, 2014. http://www.bdtd.uerj.br/tde_busca/arquivo.php?codArquivo=7046.

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Abstract:
Coordenação de Aperfeiçoamento de Pessoal de Nível Superior
Neste trabalho, foram calculados os fatores de forma e as constantes de acoplamento dos vértices mesônicos J/ψ DsDs, J/ψ Ds*Ds e J/ψ Ds*Ds*usando a técnica das regras de soma da QCD (RSQCD) até a ordem 5 da OPE. Estes três vértices estão envolvidos em algumas das numerosas hipóteses que tentam explicar a estrutura interna de alguns mésons charmosos exóticos que começaram a ser observados a partir de 2003. Tais mésons não se encaixam no espectro do charmonium e/ou apresentam números quânticos exóticos dentro do modelo CQM (constituent quark model). Um exemplo é o méson Y(4140), cujo decaimento observado é no par J/ψφ enquanto o esperado seria que tivesse decaimento predominante em mésons com open charm, devido à sua massa. Uma das propostas para se entender este méson consiste em estudá-lo como um estado molecular Ds*ar{D}s*, de modo que seu decaimento seria Y(4140) → Ds* ar{D}s* → J/ψφ. Neste processo, aparecerão os vértices de interação estudados neste trabalho, de maneira que o conhecimento mais preciso de seus fatores de forma e de suas constantes de acoplamento pode beneficiar a compreensão sobre a constituição fundamental do Y(4140) assim como a de outros novos estados como o X(4350), Y(4274) e Y(4660) por exemplo. Foram considerados neste trabalho, todos os casos off-shell possíveis para cada um dos três vértices, obtendo assim dois fatores de forma distintos para o vértice J/ψ DsDs, três para o vértice J/ψ Ds*Ds e dois para o vértice J/ψ Ds* Ds*. Nestes três vértices, os fatores de forma para o caso J/ψ off-shell foram bem ajustados por curvas monopolares enquanto os casos Ds e Ds* foram ajustados por curvas exponenciais, o que está de acordo com o comportamento encontrado em trabalhos anteriores do grupo. Os cálculos das constantes de acoplamento tiveram como resultados: g_{J/ψ Ds Ds} = 5.98^{+0.67}_{ -0.58}, g_{J/ψ D*s Ds} = 4.30_{+0.41}^{-0.35}GeV^{-1} e g_{J/ψ Ds* Ds*} = 7.47^{+1.04}_{-0.71}, resultados estes que estão compatíveis com os trabalhos anteriores que utilizaram as RSQCD para o cálculo das constantes de acoplamento dos vértices J/ψ D(*)D(*).
In this work, the form factors and coupling constants of the meson vertices J/ψ DsDs, J/ψ Ds*Ds and J/ψ Ds*Ds* have been calculated with the QCD sum rule (QCDSR) technique up to dimension 5 of the operator product expansion (OPE). These three vertices are involved in some of the numerous hypotheses that attempt to explain the internal structure of some exotic charmed mesons which began to be observed since 2003. Such mesons do not fit in the charmonium spectrum and/or have exotic quantum numbers within the CQM (constituent quark model). An example is the Y(4140) meson, which decays in the pair J/ψφ while the expected would be a dominant decay in open charm mesons. One of the proposals to understand this meson is to study it as a molecular state Ds*{D}s*, so it would decay as Y(4140)→ Ds* {D}s* → J/ψφ.In this process, the vertices studied in this work will appear, so the more accurate knowledge of their form factors and their coupling constants can benefit our understanding of the fundamental constitution of the Y(4140) as well as other new states as the X(4350), Y(4274) and Y (4660) eg. In this study all possible off-shell cases for each of these three vertices were considered, thus obtaining two different form factors for the vertex J/ψ DsDs, three for the vertex J/ψ Ds*Ds and two for the vertex J/ψ Ds* Ds*. In these three vertices, the form factors for the J/ψ off-shell case were well fitted by monopolar curves, while the Ds and Ds* off-shell cases were well fitted by exponential curves which is in agreement with the behavior found in previous work of the group. The calculations of the coupling constants leaded to the following results: g_{J/ψ Ds Ds} = 5.98^{+0.67}_{-0.58}, g_{J/ψ Ds* Ds} = 4.30^{+0.41}_{-0.35}GeV^{-1} and g_{J/ψ Ds* Ds*} = 7.47^{+1.04}_{-0.71}, these results are compatible with previous QCDSR works for the non strange vertices J/ψD(*)D(*).
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Bouchon, François. "GRILLE ET COMPLEXITE. : Analyse de l'entrecroisement régulier de lignes dans l'histoire de l'art." Phd thesis, Université Jean Monnet - Saint-Etienne, 2011. http://tel.archives-ouvertes.fr/tel-00690877.

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Abstract:
La grille tient une place problématique dans l'histoire de l'art. Le critique y voit une structure abstraite, un signe pictural, une originalité recouvrant la rupture posée début xxème entre peinture et histoire. Or, le cubisme, sensément initial, se montre pluriel et perclus de résonances classiques. D'où, ressortent l'idée de charnière et la nécessité de définir d'abord la grille comme forme, possibilité de structure et qui peut faire sens. Mondrian retourne le tableau brunelleschien puis, fort de Braque, tente de mettre en phase représentation plane et plan de représentation. Par son œil, l'objet devient ainsi << division du mur" et, poussée l'outrance, la grille se réduit à un modèle architectural. Ceci dit, son ultime période suggère que la forme sait autrement répondre d'un modèle textile (le tressage). Matisse, lui, emprunte au tapis qui privilégiele nœud, le module, non la ligne. La grille textile revêt trois variantes, étrangères en termes d'extension et de processus. Le modèle architectural reconnaît ces versions. Un cas unique favorisant le nœud fait ressurgir un troisième modèle: cartographique. Sa variante nodale (le marteloire) se retrouve chez Mondrian (en écho à l'histoire de la peinture hollandaise) et chez Braque (sans plus de raison que formelle). La relation à l'œuvre d'art, propice au<< fictionnement ", et son anachronisme expliquent la qualité anhistorique de la forme. Psychologie et anthropologie aidant, une stratégie émerge, permettant (selon certains critères dont le marteloire pour schème) de l'étudier à l'œuvre scientifiquement (non seulement pour document), tel un complexe production-réception duquel la rencontre se rejoue indéfiniment.
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Martin, Benoît. "Etude et conception d’un étage de mise en forme d’impulsions ultra-large-bande de forte puissance." Limoges, 2008. https://aurore.unilim.fr/theses/nxfile/default/0d9d7416-5f8e-4217-b34e-808cd479f388/blobholder:0/2008LIMO4043.pdf.

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Abstract:
Le travail présenté dans cette thèse concerne l’étude et le développement d’un étage de mise en forme d’impulsions bipolaires de forte puissance dans le domaine ultra large bande. Ce soussystème est intégré au prototype de source de rayonnement pulsé GIMLI de l’ISL. Le système étudié répond à une exigence sévère de compacité. Il réalise la mise en forme bipolaire d’une impulsion de forte puissance grâce au fonctionnement couplé de deux éclateurs à gaz et d’une ligne Blumlein. L’ensemble est alimenté par un générateur de Marx. La sortie est connectée sur une antenne dédiée. La conception a fait largement appel à la simulation numérique pour dimensionner la ligne Blumlein ainsi que pour identifier et limiter les zones de renforcement de champ dans la structure. Une nouvelle géométrie d’électrode ’dentelée’ est la principale innovation de cette étude. Elle est proposée afin d’optimiser les temps de commutations. Les résultats de mesures montrent l’efficacité du dispositif. Les impulsions bipolaires générées sur 50 W durent 1. 5 ns et leur amplitude pic à pic peut atteindre 427 kV. Un fonctionnement répétitif à 200 Hz a été obtenu au cours d’une campagne d’essais menée avec le CEA sur le site du CESTA. Le prototype GIMLI équipé de la mise en forme étudiée, permet de produire un champ électrique de 5 V/m par volt pic à pic en pied d’antenne
This Ph. D. Dissertation presents the study and design of a high-power ultra wide band bipolar pulse forming stage. This sub-system is integrated in the radiation source called GIMLI developed at the ISL. The studied system complies with a strong requirement of compactness. The pulse forming is done thanks to the coupled operation of two gas spark gaps and a Blumlein pulse forming line. It is driven by a Marx generator and the output is connected to a dedicated antenna. The design makes extensive use of the numerical simulations especially for the dimensioning of the Blumlein and to identify and reduce the field enhancement area. New ’jagged’ electrode geometry is the main innovation of this study. It is proposed to optimize commutation times. Measurements show the good performances of the pulse former. The bipolar pulses have a 1. 5 ns-duration and the amplitude can reach 427 kV peak-to-peak on a 50 W resistive load. A repetition rate of 200 Hz has been successfully experienced during tests carried out with the CEA at the CESTA test site. The GIMLI prototype, equipped with the studied bipolar former can radiate a pulsed electric field of 5 V/m per volt on the antenna
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ROBEZ, SERGE. "Forme particuliere de decollement de retine par trou maculaire chez le myope fort." Lyon 1, 1989. http://www.theses.fr/1989LYO1M416.

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Lafond, Danik. "Contribution à l'évaluation de l'équilibre quasi-statique à l'aide d'une plate-forme de force." [Montréal] : Université de Montréal, 2003. http://wwwlib.umi.com/cr/umontreal/fullcit?pNQ82739.

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Abstract:
Thèse (Ph. D.)--Université de Montréal, 2003.
"NQ-82739." "Thèse présentée à la faculté des études supérieures en vue de l'obtention du grade de philosophiae doctor (Ph. D.) en kinésiologie." Version électronique également disponible sur Internet.
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Bernier-Lavigne, Samuel. "Pour une architecture de l'écume : force, forme et matière dans la morphogenèse de l'architecture numérique." Doctoral thesis, Université Laval, 2014. http://hdl.handle.net/20.500.11794/25393.

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Abstract:
Tableau d'honneur de la Faculté des études supérieures et postdorales, 2014-2015
Cette recherche, Pour une architecture de l’écume ; Force, forme et matière dans la morphogenèse de l’architecture numérique, s’interroge sur les processus de prise de forme matérielle et leurs influences dans l’émergence de l’architecture numérique. La première partie de la thèse porte d’abord un regard historique, comme théorique, sur trois différentes phases dans la relation entre forme, force et matière. Par une analyse biologique, philosophique et physique, nous expliciterons une multitude de concepts, et leurs influences sur l’architecture ; elle qui se trouvera, à regret, sans cesse en retard face à eux. Ces idées pourront sembler éloignées, au premier abord, mais elles viendront peu à peu ficeler une nouvelle approche à l’architecture, celle du système matériel. De plus, la technologie numérique sera au cœur de cette convergence, ce qui facilitera le mélange du savoir multidisciplinaire, par la création de plates-formes de communication générales. Ensuite, la deuxième partie nous transporte vers l’architecture de l’écume. Nous débutons avec l’analyse morphogénétique de ces mousses savonneuses, ainsi que leur parallèle dans l’architecture expérimentale, des années 1950 jusqu’à aujourd’hui, pour y exposer leurs possibilités spatiales et atmosphériques. Il s’agit d’une démonstration des possibilités reliées à l’intégration des théories, mises en place dans la première partie, dans la conception d’un système matériel, inspiré des agrégations poly-sphériques et des solides cellulaires. Une méthodologie numérique exhaustive y est développée, allant de la génération algorithmique de l’écume, à sa fabrication numérique, en passant par l’optimisation topologique de sa structure matérielle.
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Delassus, Marc. "La société d'exploitation agricole sous forme civile et sous forme commerciale : recherche sur l'intérêt d'une forme commerciale dans l'exploitation agricole." Paris 12, 1990. http://www.theses.fr/1990PA122005.

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Abstract:
A cote des exploitations individuelles de type familiale a responsabilite personnelle, s'est developpe depuis plusieurs annees une autre forme d'exploitation de type societaire. Le cadre juridique retenu a ete celui de la societe civile avec ou sans statut particulier (gaec. Fari. Scea. . . ). Dans la mesure ou l'entreprise agricole utilise de plus en plus souvent les techniques du secteur industriel ou commercial, les societes commerciales ne sont pas a exclure systematiquement meme si l'activite agricole reste en vertu de la loi une activite civile
Concurrently to individual holding involving a whole family with personal responsibilities, another form of holding based on partnership has developed for several years. The juridical framework adopted has been the one of the civil firm with or without a particular statue (gaec. Earl. Scea. . . ). Insofar as the agricultural firm uses techniques of the industrial or commercial sector more and more often, commercial firms aren't to be systematically excluded even if the farming activity remains by virtue of the law a civil activity
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GHIDINI, OTTAVIO. "MANZONI E LEOPARDI A CONFRONTO: INTERTESTUALITÀ, FORME DELLO STILE, FORME DEL PENSIERO." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2014. http://hdl.handle.net/10280/2513.

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Abstract:
La tesi mette a confronto l'opera letteraria di Giacomo Leopardi e quella di Alessandro Manzoni. La tesi è strutturata in tre capitoli. Il primo capitolo raccoglie tutti i dati storico-biografici utili per inquadrare i termini di questo rapporto e si conclude con un dittico dedicato a Monaldo Leopardi, lettore di Manzoni, e a Matilde Manzoni, figlia di Alessandro, lettrice di Leopardi. Il secondo capitolo presenta invece i risultati di una lettura intertestuale, che ha come oggetto principale lo studio di citazioni o allusioni manzoniane nei leopardiani canti pisano-recanatesi. Il terzo capitolo invece mette a confronto le pagine di Leopardi e di Manzoni nelle quali si fa riferimento alla figura storica di Marco Giunio Bruto, personaggio importante della classicità latina, spesso utilizzato come simbolo della Rivoluzione francese.
The thesis compares the literary works of Giacomo Leopardi and Alessandro Manzoni. The thesis is structured in three chapters. The first chapter collects the historical-biographical elements useful to explain the terms of this relationship and ends with two portrait dedicated to Monaldo Leopardi, reader of Manzoni, and Matilde Manzoni, daughter of Alessandro, reader of Leopardi. The second chapter instead presents the results of an intertextual reading, which has as its main subject the study of quotations from or references to Manzoni in the poems written by Leopardi between 1828 and 1830. The third chapter compares the pages of Leopardi and Manzoni about the historical figure of Marcus Junius Brutus, an important figure of the classical latin word, often used as symbol of the French Revolution.
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Seizilles, Grégoire. "Forme d'équilibre d'une rivière." Phd thesis, Université Paris-Diderot - Paris VII, 2013. http://tel.archives-ouvertes.fr/tel-00840081.

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Abstract:
La forme des rivières alluviales est contrôlée par l'interaction des sédiments composant le lit avec l'écoulement : l'écoulement, déterminé par la forme du lit, entraîne les sédiments et modifie la forme du lit. Les sédiments sont transportés lorsqu'ils sont soumis à une contrainte supérieure au seuil de mise en mouvement. Dans la première partie de ce manuscrit, nous discutons le cas des rivières qui ne transportent pas de sédiments. Pour ces rivières, la contrainte sur les berges est égale au seuil de mise en mouvement. Cette condition détermine entièrement la géométrie de la rivière, c'est-à-dire la forme de sa section mais aussi sa pente. L'intégration de l'écoulement sur ce profil permet d'obtenir des équations de régime déterminant la variation de la largeur et de la pente avec le débit d'eau. Ces équations de régime en régime laminaire prédisent correctement la forme de micro-rivières de laboratoires. L'application aux données de terrain est moins satisfaisante : l'exposant des lois d'échelle est bien prédit mais le rapport d'aspect des rivières naturelles est souvent supérieur à sa valeur théorique. Dans la seconde partie du manuscrit, nous montrons que cet effet s'explique par le fait que la forme des rivières dépend également de la quantité de sédiments charriés. Au cours de son transport par l'écoulement, chaque grain voit sa trajectoire subir de petites déviations dans le sens transverse à l'écoulement, ce qui crée une dispersion transverse équivalente à un phénomène de diffusion. Cette diffusion des grains permet d'expliquer la stabilité d'une rivière pour laquelle la contrainte sur les berges est supérieure au seuil de mise en mouvement. Nous déterminons ainsi de nouvelles équations de régime valables pour le cas des rivières avec transport de sédiments. Nous montrons en particulier qu'augmenter le transport de sédiments augmente le rapport d'aspect et la pente de la rivière. Ce comportement est vérifié qualitativement à la fois expérimentalement et dans la nature. Au-delà d'un rapport d'aspect critique, on observe expérimentalement que le chenal se déstabilise en plusieurs chenaux, conduisant à la formation d'une rivière en tresse.
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Seizilles, de Mazancourt Grégoire. "Forme d'équilibre d'une rivière." Paris 7, 2013. http://www.theses.fr/2013PA077097.

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Abstract:
La forme des rivières alluviales est contrôlée par l'interaction des sédiments composant le lit avec l'écoulement : l'écoulement, déterminé par la forme du lit, entraîne les sédiments et modifie la forme du lit. Pour les rivières qui ne transportent pas de sédiments, la contrainte sur les berges est égale au seuil de mise en mouvement. Cette condition détermine entièrement la forme de la rivière. L'intégration de l'écoulement sur la section permet d'obtenir des équations de régime déterminant la variation de la largeur et de la pente avec le débit d'eau. Ces équations de régime prédisent correctement la forme de micro-rivières de laboratoires. L'application aux données de terrain est moins satisfaisante : l'exposant des lois d'échelle est bien prédit mais le rapport d'aspect des rivières naturelles est souvent supérieur à sa valeur théorique. Cet effet s'explique par le fait que la forme des rivières dépend aussi de la quantité de sédiments charriés. Au cours de son transport par l'écoulement, la trajectoire de chaque grain dévie transversalement à l'écoulement, ce qui crée un phénomène de diffusion. Cette diffusion explique la stabilité d'une rivière pour laquelle la contrainte sur les berges est supérieure au seuil de mise en mouvement. Nous déterminons ainsi des équations de régime valables pour le cas des rivières avec transport de sédiments qui montrent en particulier qu'augmenter le transport de sédiments augmente le rapport d'aspect et la pente de la rivière. Ce comportement est vérifié qualitativement à la fois expérimentalement et dans la nature. Au-delà d'un rapport d'aspect critique, le chenal se déstabilise, conduisant à la formation d'une rivière en tresse
The shape of alluvial rivers is controlled by the feedback between the water flow and sediment transport. The flow, depends on the shape of the banks. It then entrains sediments and modifies the shape of the bed. First, we discuss rivers without any sediment transport. In this case, the tangential stress exerted on the banks equals the threshold stress. This condition selects the river morphology and predicts the width and slope of the river as a function of the water discharge. These equations correctly predict the shape of laminar laboratory rivers. The application to field data is less satisfactory: the exponent of the scaling laws are well predicted but the aspect ratio of natural rivers is wider than predicted from the equations. We show that the shape of a river cross-section also depends on the sediment discharge. In addition to their downstream motion, sediments entrained by the flow show fluctuations of their cross-stream velocity, likely due to the roughness of the underlying sediment bed. This causes particles to disperse laterally. This lateral spreading is the manifestation of a random walk, which causes transverse Fickian diffusion. The shape of a river cross-section is selected by the balance between the transyerse flux of sediments induced by gravity and this diffusive process. This balance leads to new equations relating the river width and slope to the sediment and water discharges. In particular, increasing the sediment discharge increasing the aspect ratio and the slope of the river. Above a threshold aspect ratio, the river destabilizes and forms a braided river. This behavior is observed qualitatively in both laminar flow experiments and in nature
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Csernel, Marc. "La forme normale symbolique." Paris 9, 2002. https://portail.bu.dauphine.fr/fileviewer/index.php?doc=2002PA090033.

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Belgacem, Houda. "Génération d'un squelette informé et application à l'étude aéraulique de la forme urbaine." Thesis, Ecole centrale de Nantes, 2019. http://www.theses.fr/2019ECDN0060.

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Abstract:
La prise en considération des enjeux climatiques dans une phase préliminaire de la conception urbaine exige des outils d’aide à la conception, faciles à utiliser, rapides à exécuter, en harmonie avec le fonctionnement itératif de la conception. L’objectif de cette thèse est ainsi de produire un outil simple à utiliser en phase de design urbain permettant la prédiction de l’écoulement du vent, à une échelle locale et à hauteur de piéton, à partir des caractéristiques morphologiques urbaines. Cette lecture se fait via la construction d’un squelette du vide urbain. Ce squelette est ensuite rendu porteur d’informations qui viennent documenter les différentes composantes urbaines et leurs caractéristiques morphologiques à différentes échelles. Cette approche dynamique pour parcourir le vide urbain est aussi une approche d’analyse orientée champs pour capter et mesurer l’espace urbain au niveau d’un ensemble de capteurs virtuels ponctuels issus de l’échantillonnage du squelette. La démonstration de l’efficience des outils et méthodes proposés est faite pour trois types d’applications. La première est une production de profils de signatures morphologiques de quartiers. La seconde est une détection des différentes zones du vide urbain (rues, croisement de rues, places...). La troisième montre la capacité du squelette à renseigner sur la distribution du vent en ville
Considering climate issues in an early phase of urban design requires design tools that are easy to use, quick to execute, and in line with the iterative process of designing. This thesis aims to create a simple tool to be used during the urban design phase to predict wind flows on a local scale and at the pedestrian level, based on urban morphological characteristics. This reading occurs through the construction of an urban vacuum skeleton. The skeleton then carries information to document the different urban components and their morphological characteristics at different levels. The dynamic approach to cross the urban vacuum is also a field-oriented analytical approach to capture and measure the urban space at the level of a set of punctual virtual sensors whose skeleton is sampled. Demonstrating the efficiency of the tools and methods proposed was adapted to three types of applications. The first is a production of profiles of morphological signatures of neighborhoods. The second is a detection of the different areas of the urban void (streets, crossroads, squares...). The third shows the skeleton’s ability to provide information to learn about wind distribution in the city
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Rivaletto, Marc. "Conception de générateurs de fortes puissances pulsées : mise en forme et caractérisation de l'impulsion haute tension." Pau, 1997. http://www.theses.fr/1997PAUU3029.

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Abstract:
Conception et realisation de deux generateurs de fortes puissances pulsees. Situation, dans leur contexte, des generateurs etudies. Les principales technologies et techniques utilisant la multiplication des tensions sont decrites, ainsi que les principaux secteurs civils d'activites interesses: environnement, traitement des materiaux. Le generateur pichugin. Son principe repose sur l'inversion oscillante de tensions aux bornes de condensateurs a l'aide de transformateurs fortement couples. L'impulsion de sortie a l'allure d'une arche sinusoidale. Ce principe est decrit, les equations qui le regissent sont etablies. Deux perfectionnements sont apportes. L'un repose sur l'etude des equations precedentes et consiste a rendre asymetrique le montage avec pour consequence une diminution du temps de montee. L'autre utilise, sur un montage dit asymetrique-compense, un commutateur a pseudo-decharge (p. S. S. ) ce qui contribue a autoriser une cadence de travail superieure. Deux realisations utilisant ces perfectionnements sont decrites, la plus elevee fournissant 175 kv, l'autre 120 kv mais a 1 khz. Le generateur a lignes de transmission. Il utilise des lignes de transmission a la fois pour generer le signal (generateur blumlein) mais aussi pour l'amplifier (transformateur a lignes). Une etude theorique est realisee. Une methode simple et rapide est evoquee pour la realisation de generateurs blumlein compacts et fiables. Une solution pour augmenter la plage de fonctionnement du generateur, reposant sur l'utilisation de poudre de fer comme circuit magnetique, est decrite. Le montage final permet de generer un signal d'allure trapezoidale de 120 kv crete, dont le temps de montee est inferieur a 50 ns et dont la largeur a mi-hauteur est d'environ 180 ns. L'energie fournie a la charge de 200 est de 13 j pour une puissance crete de 72 mw.
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Hossam, Eldien Hany. "Forme architecturale : une approche d'auto - protection sonore : "application à la forme du balcon"." Nantes, 2005. http://www.theses.fr/2005NANT2015.

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Abstract:
La problématique développée dans ce travail de thèse est la prise en compte des problèmes écologiques et de la protection de l’environnement sonore pour une nouvelle conception architecturale qui prend en compte l’environnement physique du bâti pour la protection des espaces internes. Dans le cas particulier du traitement de l’environnement sonore, la conception architecturale acoustiquement auto-protégée intègre la forme de l'enveloppe pour atténuer l'impact des bruits extérieurs sur les espaces intérieurs. Dans notre recherche, nous étudions cet aspect en recherchant les bénéfices d’un dispositif formel tel que le balcon. La protection apportée par ce dispositif est exprimée en termes de réduction du niveau de pression acoustique sur la façade d’un immeuble de grande hauteur situé en bord de route. La simulation a été menée en utilisant un outil de lancer de pyramides 3D développé par A. Farina. Au titre de la validation de ces simulations, des mesures expérimentales sont effectuées sur une maquette à l’échelle 1/10ème. Les différentes géométries du balcon sont examinées par des variations de largeur, d’inclinaison du parapet et de la sous-face du balcon. Des règles empiriques de conception du balcon sont alors déduites en fonction du niveau de protection sonore recherché
The problem which is discussed in this research work is to know if the taking into account of the ecological problems and the environmental protection can lead us to conceive a new architecture approach. This approach integrates the building physical environment, and the acoustical protection of internal environment. In the particular case of the treatment of the sound environment, the architectural concept to design buildings that are self-protecting into account the building envelope to attenuate the impact of the external noise upon the internal spaces. Our work is concerning with an assessment of the benefits to be gained from one of self-protecting configurations, namely balconies. The protection obtained is expressed in terms of the reduction in sound pressure level of pressure into high-rise buildings façades located near to the road. Pyramid ray-tracing simulations developed by A. Farina and a 10th scale model measurements have been carried out. Various geometries of the balcony are examined by variations depths, inclined parapets, and inclined ceilings. The results have been used to derive empirical equations for predicting protection as a function of geometrical parameters
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Gruson, François. "Pratique rituelle et forme de l'espace : le temple maçonnique : forme, type et signification." Thesis, Lille 3, 2016. http://www.theses.fr/2016LIL30040/document.

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Abstract:
L’architecture des temples maçonniques constitue un patrimoine vivant, mais peu étudié, notamment dans le cadre de la recherche universitaire. Elle présente pourtant un double intérêt. En tant qu’objet d’étude, tout d’abord, elle offre des caractéristiques formelles, spatiales et stylistiques suffisamment marquantes pour qu’on puisse souhaiter en faire la description, en cherchant à la fois à en définir les limites et les invariants, et aussi à en cerner les différentes variations au travers de tropismes liés à l’histoire, la géographie ou la culture dans laquelle elle se développe. Cette architecture présente également un intérêt en tant que sujet de recherche : elle est strictement dictée par des rituels précis qui en définissent à la fois la forme, l’organisation et l’usage. De ce point de vue, cette étude permet tout d’abord de revisiter les notions de type et de modèle, telles qu’elles avaient été définies dans le cadre de l’analyse typo-morphologique développée par la critique italienne dans les années 1970. Elle permet ensuite d’établir un lien entre l’usage, ici codifié par le rituel, et la forme architecturale, et de proposer l’esquisse d’une théorie de la concrétion, dans laquelle la forme de l’espace architectural serait comprise comme le résultat d’une pratique ritualisée de l’espace. La thèse se développe en trois parties. La première partie, qui s’ouvre sur un état de l’art, est consacrée à l’approche méthodologique et aux développements de la recherche, grâce notamment aux moyens liés aux technologies numériques et à l’informatique, qui ont permis l’élaboration du corpus de la recherche. La seconde partie est consacrée à l’analyse de ce corpus, qui s’appuie sur la dimension sociale, symbolique et architecturale du temple maçonnique. Enfin, la troisième partie propose un extrait du catalogue raisonné du corpus. Cet extrait recouvre l’Europe et l’Amérique du Nord
The architecture of the Masonic temples is a living heritage, but little studied, particularly in the context of academic research. Yet it has two advantages. As an object of study, first of all, it offers formal, spatial and sufficiently significant stylistic characteristics that we may wish to describe, seeking both to define the limits and invariants and also to identify different variations across tropisms related to history, geography or the culture in which it develops. This architecture offers also an interest as a subject of research: it is strictlydictated by specific rituals that define both form, organization and use. From this perspective, this study provides first revisit the concepts of type and model, as they were defined within the framework of the typo-morphological analysis developed by the Italian criticism in the 1970s. It establishes also a link between the use, here codifiedrituals, and architectural form, and suggest the outlines of a theory of concretion, within the form of architectural spaces would be understood as the result of ritualized practices of space. The thesis is developed in three parts. The first part, which opens a state ofknowledge, is devoted to the methodological approach and research developments, thanks to the means of digital technology and computers, which enabled the developmentof the corpus of research. The second part is devoted to the analysis of this corpus, based on the social, architectural and symbolic aspects of the Masonic Temple. The third part provides an extract of the of the corpus. This excerpt covers Europe and North America
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Pierson, Lia Cristina Campos. "Lacan: sujeito e direito." Universidade Presbiteriana Mackenzie, 2007. http://tede.mackenzie.br/jspui/handle/tede/1193.

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Abstract:
Made available in DSpace on 2016-03-15T19:34:32Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Lia Cristina Campos Pierson.pdf: 203666 bytes, checksum: b94b31bdbae36fdf06a288b926da4516 (MD5) Previous issue date: 2007-09-27
Instituto Presbiteriano Mackenzie
Estrutura forma e direito abordados a partir da psicanálise revista por Lacan e seus desdobramentos que produziram um sujeito filosófico que pode ser compreendido em sua re-significação pelo direito, afirmada pelo marxismo e por seu valor de discurso produtor de verdades, que no capitalismo tem a finalidade de inventar o sujeito de direito. Estudam-se neste trabalho três categorias: estrutura, forma e direito. Se os aborda tendo como ponto de partida a psicanálise, na forma produzida pela revisão de Jacques Lacan e seus desdobramentos do que resultou produzir um sujeito filosófico. Busca-se a compreensão dele na sua re-significação atribuída pelo direito, resgatando a afirmação pelo marxismo, e pelo valor de discurso produtor de verdades. Refere-se que esse discurso no capitalismo persegue a finalidade de inventar o sujeito de direito. Constata-se a possibilidade de extrair o sujeito filosófico da chamada psicanálise lacaniana, enquanto estrutura, para através dessa abordagem estabelecer uma relação entre o sujeito filosófico lacaniano e o sujeito de direito. Essas estruturas sujeito da psicanálise e sujeito de direito são análogas, porém não se confundem.
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Bourrigan, Maxime. "Quasimorphismes sur les groupes de tresses et forme de Blanchfield." Phd thesis, Ecole normale supérieure de lyon - ENS LYON, 2013. http://tel.archives-ouvertes.fr/tel-00872081.

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Abstract:
En 2004, motivés par des constructions de quasimorphismes sur des groupes d'homéomorphismes et de difféomorphismes, Gambaudo et Ghys démontrèrent une formule liant les ω-signatures d'un entrelacs et les propriétés symplectiques d'une représentation du groupe de tresses.Le but de la thèse est d'étendre le résultat de Gambaudo et Ghys en termes d'un invariant algébrique associé à une tresse : la classe de Witt de sa forme de Blanchfield. Il est en effet possible de définir des invariants d'entrelacs en étudiant l'homologie des revêtements cycliques. Les groupes d'homologie et de cohomologie mis en jeu sont munis de structures de modules sur l'anneau du groupe Λ = Z[π].La forme de Blanchfield d'un entrelacs est ainsi la généralisation de la forme d'enlacement définie sur la partie de torsion du premier groupe d'homologie d'une variété fermée de dimension 3. Elle définit alors pour chaque tresse β une classe L(β) dans un groupe de Witt WT(Λ) .Théorème. Soit α et β deux tresses. On a l'égalité suivante, dans WT(Λ) : L(αβ) - L(α) - L(β) = -∂ Meyer(Burau(α), Burau(β)), où le cocycle de Meyer est maintenant défini sur le sous-groupe des éléments de GLn(Λ) préservant la forme de Squier, à valeurs dans le groupe de Witt W(Q(t)). On retrouve essentiellement le résultat original en spécifiant t = ω dans la formule précédente.
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Coltelloni, Anne. "Le documentaire comme forme symbolique." Phd thesis, Université de la Sorbonne nouvelle - Paris III, 2009. http://tel.archives-ouvertes.fr/tel-00812350.

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Abstract:
L'étude sur le documentaire a suscité ces dernières années de nombreuses approches : historique, rhétorique, pragmatique, stylistique. Celles-ci posent la question de la réalité dans le film ou dans la photographie, problématique récurrente du documentaire. C'est à nouveau cette interrogation qui sera abordée dans cette recherche. La perspective envisagée a l'ambition de synthétiser toutes ces approches en remontant à l'origine de la photographie, au dix-neuvième siècle, et en faisant valoir sa spécificité d'image. Un parcours photographique est proposé montrant en quoi l'image photographique a pu bouleverser notre rapport à la réalité. Cette ambition synthétique a trouvé son fondement dans un concept original initié par le philosophe allemand Ernst Cassirer : la forme symbolique. Il s'agit d'une logique culturelle qui propose de se placer au cœur de nos réalités et d'analyser les principes qui les gouvernent. Le point d'ancrage d'une telle philosophie repose sur la culture comprise comme une réalité relative. Dans cette perspective, l'image photographique en tant que documentaire est considéré comme un lieu donnant à penser une réalité ? Comment ? Cette recherche nous amène à envisagé trois moments pour l'élaboration de cette forme symbolique particulière : 1) l'invention d'une image-monde que l'image photographique a suscité ; 2) la survivance des réalités contenues et transformées dans cette image-monde ; 3) la création d'un lieu de mémoire par la constitution d'un patrimoine photographique.
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Louis, dit Picard Stéphane Philippe Henri. "Plate-forme de communication distribuée pour les Environnements Virtuels Collaboratifs 3D à fort couplage d'activité synchrone." Lille 1, 2003. https://pepite-depot.univ-lille.fr/LIBRE/Th_Num/2003/50376-2003-197.pdf.

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Abstract:
Pour les réunions de petits groupes médiatisés, les outils de TCAO synchrones classiques, comme les outils de visioconférence informatisée, montrent leurs limites dès lors que les participants souhaitent coopérer. Les Environnements Virtuels 3D peuvent offrir de nouveaux supports pour le TCAO synchrone. Le projet Spin-3D se propose de définir une plate-forme pour le développement d'applications coopératives synchrones permettant à plusieurs personnes, éloignées géographiquement, de se réunir, de travailler et de coopérer via une interface 3D. La médiatisation de l'activité implique de respecter certaines contraintes, notamment l'interactivité, afm d'offrir les meilleurs conditions de travail possibles aux utilisateurs. Dans cette thèse, nous nous sommes intéressés aux mécanismes de communication et de partage à mettre en oeuvre dans le terminal de travail Spin-3D afin de permettre aux utilisateurs de coopérer. Nous proposons de gérer la session de travail virtuelle de façon décentralisée. Chaque instance du terminal dispose d'une copie de la base de données 3D. Pour conserver la cohérence des données partagées, chaque terminal est responsable de prévenir les terminaux distants des actions de son utilisateur sur les données partagées. Pour cela, nous proposons deux canaux de communication offrant des niveaux de cohérence différents (cohérence forte et cohérence relâchée), adaptés aux données transportées. Ces canaux de communication utilisent le multipoint IP et sont implémentés au dessus de l'infrastructure CORBA et de flots multimédia. Au dessus de ces mécanismes de communication, des services, basés sur un fonctionnement décentralisé, pennettent de gérer la session de travail virtuelle. Afin de faciliter le développement d'applications coopératives, nous masquons les différents problèmes techniques sous-jacents liés au maintien de la cohérence. Les concepteurs d'applications coopératives peuvent intégrer facilement au sein de l'interface de travail des objets 3D partagés. Pour cela, nous proposons une abstraction de haut niveau des mécanismes de communication en utilisant le langage VRML97 pour la description des objets 3D, partagés ou non, présents dans l'interface de travail. Nous intégrons la description du partage de chaque objet 3D dans le fichier VRML97 contenant déjà la description de la géométrie et de l'interaction. Pour développer des applications coopératives plus riches et dont le mécanisme d'interaction est inadapté à la 3D, nous proposons une interface de programmation, inspirée de l'EAI VRML97 à laquelle nous avons intégré de nouveaux services facilitant l'accès et le parcours du graphe de scène. Ainsi, des appJications, qualifiées d'externes, sont capables de manipuler le contenu de notre terminal.
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Golinelli, Giacomo <1984&gt. "Forme di appartenenza, forme di resistenza: orizzonti e società della provincia turca di Iğdır." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5433/.

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Abstract:
La ricerca nasce da un lavoro di campo condotto nella provincia turca di Iğdır, un altopiano al confine con l'Armenia e il Nakhichevan, vicino alla Georgia e all'Iran, ma morfologicamente isolato dal resto della Turchia. Dopo due secoli alquanto turbolenti, la società locale è oggi caratterizzata dalla presenza di un’ampia componente turco-azera (sciita) e di un’altrettanto ampia componente turco-curda (sunnita shafiita). Inizialmente, la ricerca propone un’analisi diacronica di alcune rappresentazioni europee dell’altopiano, con particolare attenzione alle migrazioni (James Clifford, 1997, Routes: Travel and Translation in the Late Twentieth Century), ai confini, ai limiti e alle frontiere, quest’ultime intese come orizzonti dell’immaginario (Vincent Crapanzano, 2003, Imaginative Horizons: An Essay in Literary-Philosophical Anthropology). Quindi, prendendo spunto dall’inserimento nella società di Iğdır di un insegnante originario della Turchia centrale, analizzo la pratica dello spazio pubblico come fenomenologia delle forme di appartenenza e di resistenza ai gruppi locali. In questa sezione, dopo un capitolo di disamina dell’etnia azera, lo studio affronta i modi di abitare il territorio, con una prospettiva che unisce il centro urbano di Iğdır e, attraverso una fitta rete stradale e sociale, il paese di Ortaköy — alla cui analisi dell'organizzazione sociale dello spazio, delle forme di appartenenza e di resistenza, dedico l’ultima riflessione.
The research began with a fieldwork conducted in the Turkish province of Iğdır, a plateau bordering on Armenia and Nakhichevan and located near Georgia and Iran. However, two unused borders and the morphology itself cause a significant isolation, even from the rest of Turkey. After two troubled centuries, today Iğdır’s society is characterized by the presence of a large part of Turkish Azeris (Shia) and an equally large part of Turkish Kurds (Sunni Shafi'i). At the beginning of my thesis, I proposed a diachronic analysis of some old European accounts of the plateau, with a focus on migrations and diasporas (James Clifford, 1997, Routes: Travel and Translation in the Late Twentieth Century), but also on borders, boundaries, frontiers and horizons (Vincent Crapanzano, 2003, Imaginative Horizons: An Essay in Literary-Philosophical Anthropology). Then – inspiring to the arrival in Iğdır of Firat, a young teacher hailing from western Turkey – I analyzed the practice of the public space as the phenomenology of belongings and oppositions to local identities. In this part I initially examined the Azeri ethnicity; afterwards I dealt with the ways of dwelling the country, in a perspective aimed to link the city of Iğdır with the village of Ortaköy, through an extensive social and road network. The last part is focused on the social organization of the Ortakoy public space.
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Cherry, Ali. "Etude, conception et optimisation d'une plate-forme de mesure de micro et nano force par flottaison magnétique." Phd thesis, Université de Franche-Comté, 2009. http://tel.archives-ouvertes.fr/tel-00417240.

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Abstract:
En microrobotique, la mesure de micro et nano force figure parmi les informations nécessaires pour caractériser les interactions mécaniques présentes à l'échelle micrométrique. Dans cette optique, nous avons développé un capteur de mesure micro et nano force reposant sur un principe de flottaison-magnétique. L'organe sensible du capteur est une plate-forme macroscopique rectangulaire sur laquelle s'appliquent les forces et couples à mesurer. La sustentation et le maintien de la plate-forme sont assurés par le biais de forces magnétiques et de la poussée d'Archimède appliquée à quatre flotteurs placés à ses coins. La plate-forme est conçue pour mesurer uniquement des forces dan le plan horizontal ainsi que le couple vertical associé. L'étendue de mesure des forces varie entre -100 et +100 micronN avec une résolution de l'ordre du nanoNewton. elle travaille en mode actif grâce à un asservissement autour de sa configuration d'équilibre (établie en absence d'efforts à mesurer). La nature des efforts de rappel utilisés pour la mise en oeuvre de l'asservissement est électromagnétique. Les modèles magnétique et électromagnétique développés permettent alors de déterminer les forces qui s'appliquent au centre de gravité de la plate-forme par le biais de la connaissance de la configuration spatiale de cette dernière et des courants dans les bobines de commande. En termes d'application, cette plate-forme peut être utilisée dans le cadre de la caractérisation des micro-objets déformables (micromécanismes, cellules, etc...) et des microsurfaces.
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Duvigneau, Régis. "Contribution à l'optimisation de forme pour des écoulements à forts nombres de Reynolds autour de géométries complexes." Nantes, 2002. http://www.theses.fr/2002NANT2093.

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Abstract:
Ce travail vise à étudier les stratégies d'optimisation de forme pour des écoulements en situations réelles, caractérisés par de forts nombres de Reynolds et des géométries complexes. Le code ISIS résout les équations de Navier-Stokes en moyenne de Reynolds pour des écoulements incompressibles sur des maillages non-structurés en utilisant des modèles de turbulence avec une formulation proche paroi. Différentes stratégies d'optimisation sont considérées, sans dérivation de la fonctionnelle, dont des méthodes déterministes et des algorithmes génétiques, capables de réaliser une optimisation globale et multicritère. Des réseaux de neurones sont employés pour les algorithmes génétiques dans une technique de pré-évaluations inexactes, destinée à réduire le nombre d'évaluations nécessaires. La mise à jour des maillages est réalisée par une analogie avec des ressorts de compression et de torsion ou une méthode de déformation spatiale paramétrique indépendante des formes. Une étude est menée pour quantifier l'influence des erreurs d'évaluation durant la procédure d'optimisation. . .
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Martinet, Noël. "Automatisation d'une chaine de mesures sur les matériaux à mémoire de forme : conception d'un moteur CuAIZn appliqué à la mobilisation articulaire." Vandoeuvre-les-Nancy, INPL, 1991. http://www.theses.fr/1991INPL047N.

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Abstract:
La mobilisation de petites articulations des doigts nécessite d'approfondir la physiologie de la préhension. Pour ce faire, l'auteur réalise un capteur de force tridimensionnel à jauges de déformation qui permet de mieux comprendre la biomécanique de la main lors d'un mouvement de préhension. Apres étude critique des différentes forces appliquées par les orthèses actuellement prescrites, le cahier des charges d'un moteur destine à la mobilisation articulaire est défini. Le comportement particulier des alliages à mémoire de forme CuALZn rend possible la réalisation de moteurs hélicoïdaux par conversion d'une énergie thermique par effet joule en énergie mécanique. Néanmoins, l'asservissement en température reste difficile et l'application clinique ne satisfait pas pleinement les critères thérapeutiques en raison de l'absence de système actif de refroidissement. Un moteur utilisant une lame d'alliage à mémoire de forme avec échange thermique par effet Peltier, automatisation de la régulation en boucle fermée de la force et affichage en temps réel au moyen d'un logiciel de simulation (Labyview) est alors mis au point. Ce dispositif grâce à son contrôle permanent de la température, du déplacement, de la force et du temps et ses possibilités d'analyses secondaires des différents enregistrements autorise une rééducation passive et active atraumatique avec biofeedback
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Meslard, Jean-Claude. "Immobilisation temporaire de medicaments par des liaisons hydrolysables sur des polymeres biocompatibles : application a l'ophtalmologie." Paris 6, 1988. http://www.theses.fr/1988PA066417.

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Abstract:
L'objectif est l'immobilisation reversible de medicaments (chloramphenicol, indometacine) au sein de lentilles de contact hydrophiles permettant une liberation lente et continue lors de leur adaptation sur des yeux malades
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Couturier, Etienne. "PLI ET FORME DES FEUILLES." Phd thesis, Université Paris-Diderot - Paris VII, 2009. http://tel.archives-ouvertes.fr/tel-00443868.

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Abstract:
Nous sommes partis d'une analogie inédite entre la configuration de certaines feuilles dans le bourgeon et les ribambelles de papier. Quand on plie du papier et qu'on le coupe avec des ciseaux, à chaque pli va correspondre une pointe ou un creux de la ribambelle déployée. De nombreuses feuilles adoptent la même géométrie dans le bourgeon. Le bord de la feuille est replié sur un plan comme si il avait été découpé avec des ciseaux. Pour cette raison purement géométrique, les lobes et creux de la feuille déployée correspondront exactement aux plis initiaux. Nous avons nommé ces feuilles « kirigami », ce qui veut dire couper-papier en japonais. La première partie de cette thèse, purement géométrique, montre à quel point les géométries des feuilles sont contraintes par leur développement plié. Nous montrons aussi que la richesse des géométries que permet le kirigami se retrouve au sein des feuilles. La deuxième partie, plus biologique, propose à la fois un mécanisme pour le développement des plis et un candidat pour les mystérieux ciseaux. Nous concluons sur l'intérêt évolutif d'une telle organisation des feuilles dans le bourgeon.
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Fromentin, Jean. "Forme normale tournante des tresses." Phd thesis, Université de Caen, 2009. http://tel.archives-ouvertes.fr/tel-00422099.

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Abstract:
Une tresse est une classe d'équivalence de mots de tresse. Diverses formes normales sur les tresses ont été décrites dans la littérature, c'est-à-dire, divers moyens de sélection, pour toute tresse, d'un mot de tresse distingué la représentant. Définie de façon naturelle sur les monoïdes de tresses de Birman-Ko-Lee (ou duaux), la forme normale tournante peut être étendue au groupe de tresses tout entier. Ici, nous donnons des contraintes de nature combinatoire satisfaites par cette nouvelle forme normale. Nous en obtenons ainsi une caractérisation et montrons que l'ensemble des formes normales tournantes des tresses duales constitue un langage régulier.

Un résultat de P. Dehornoy (1992) affirme que toute tresse non triviale admet un représentant sigma-défini. Ce résultat est à la base de la construction de l'ordre des tresses. A l'aide de la forme normale tournante et de ses propriétés, nous montrons que toute tresse admet un représentant sigma-défini de longueur quasi-géodésique, ce qui résout une question ouverte depuis une quinzaine d'années.

Un résultat de R. Laver montre que les monoïdes de Birman-Ko-Lee munis de l'ordre des tresses sont bien ordonnés mais laisse ouvert la détermination de leurs longueurs.
A l'aide de la forme normale tournante, nous obtenons une caractérisation de l'ordre des tresses sur le monoïde de Birman-ko-Lee à n brins à partir de sa restriction sur celui à (n-1) brins. Une conséquence de ce résultat est une nouvelle démonstration du résultat de R. Laver ainsi que la détermination de la longueur des monoïdes de tresses duaux munis de l'ordre des tresses.
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Pouyanne, Guillaume. "Forme Urbaine et Mobilité Quotidienne." Phd thesis, Université Montesquieu - Bordeaux IV, 2004. http://tel.archives-ouvertes.fr/tel-00071608.

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Abstract:
L'application du cadre du développement durable à la question de l'interaction entre la forme urbaine et la mobilité quotidienne aboutit à une stigmatisation de l'étalement. Par contraste, en réduisant les distances parcourues et en favorisant l'usage des modes alternatifs à l'automobile, la Ville Compacte se présente comme la forme « économe » de la croissance urbaine. Cependant, les contradictions nées de sa formulation comme de son application provoquent l'émergence d'une controverse sur les avantages de la compacité. Les liens entre densité et mobilité quotidienne sont explicités, puis analysés empiriquement à partir de l'étude de six aires urbaines françaises. Les résultats corroborent le sens attendu de cette relation, mais l'appréciation de ses modalités remet en cause sa validité. L'émergence d'une structure urbaine polycentrique, dont l'effet sur la mobilité est ambigu, invite à caractériser plus précisément les usages du sol urbain. Le problème est alors de comprendre l'interaction entre la forme urbaine et la mobilité quotidienne à l'échelle de l'agglomération. En raison de la nécessaire prise en compte des caractéristiques socio-démographiques des individus, cette interaction est à placer au cœur d'interdépendances complexes qui compliquent la mise en évidence de liens de causalité. L'utilisation d'une technique économétrique fondée sur le contrôle statistique d'un type de facteurs et son application à l'agglomération bordelaise permettent de préciser la contribution de la forme urbaine à la détermination des pratiques de mobilité.
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Vashaee, Ali. "Reconnaissance de forme dans cybersécurité." Mémoire, Université de Sherbrooke, 2014. http://savoirs.usherbrooke.ca/handle/11143/5331.

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Abstract:
Résumé : L’expansion des images sur le Web a provoqué le besoin de mettre en œuvre des méthodes de classement d’images précises pour plusieurs applications notamment la cybersécurité. L’extraction des caractéristiques est une étape primordiale dans la procédure du classement des images vu son impact direct sur la performance de la catégorisation finale des images et de leur classement. L’objectif de cette étude est d’analyser l’état de l’art des différents espaces de caractéristiques pour évaluer leur efficacité dans le contexte de la reconnaissance de forme pour les applications de cybersécurité. Les expériences ont montré que les descripteurs de caractéristiques HOG et GIST ont une performance élevée. Par contre, cette dernière se dégrade face aux transformations géométriques des objets dans les images. Afin d’obtenir des systèmes de classement d’image plus fiables basés sur ces descripteurs, nous proposons deux méthodes. Dans la première méthode (PrMI) nous nous concentrons sur l’amélioration de la propriété d’invariance du système de classement par tout en maintenant la performance du classement. Dans cette méthode, un descripteur invariant par rapport à la rotation dérivé de HOG est utilisé (RIHOG) dans une technique de recherche "top-down" pour le classement des images. La méthode (PrMI) proposée donne non seulement une robustesse face aux transformations géométriques des objets, mais aussi une performance élevée similaire à celle de HOG. Elle est aussi efficace en terme de coût de calcul avec une complexité de l’ordre de O(n). Dans la deuxième méthode proposée (PrMII), nous nous focalisons sur la performance du classement en maintenant la propriété d’invariance du système de classement. Les objets sont localisés d’une façon invariante aux changement d’échelle dans l’espace de caractéristiques de covariance par région. Ensuite elles sont décrites avec les descripteurs HOG et GIST. Cette méthode procure une performance de classement meilleure en comparaison avec les méthodes implémentées dans l’étude et quelques méthodes CBIR expérimentées sur les données Caltech-256 dans les travaux antérieurs. // Abstract : The tremendous growth of accessible online images (Web images), provokes the need to perform accurate image ranking for applications like cyber-security. Fea­ture extraction is an important step in image ranking procedures due to its direct impact on final categorization and ranking performance. The goal of this study is to analyse the state of the art feature spaces in order to evaluate their efficiency in the abject recognition context and image ranking framework for cyber-security applications. Experiments show that HOG and GIST feature descriptors exhibit high ranking performance. Whereas, these features are not rotation and scale invariant. In order to obtain more reliable image ranking systems based on these feature spaces, we proposed two methods. In the first method (PrMI) we focused on improving the invariance property of the ranking system while maintaining the ranking perfor­mance. In this method, a rotation invariant feature descriptor is derived from HOC (RIHOC). This descriptor is used in a top-down searching technique to caver the scale variation of the abjects in the images. The proposed method (PrMI) not only pro­ vides robustness against geometrical transformations of objects but also provides high ranking performance close to HOC performance. It is also computationally efficient with complexity around O(n). In the second proposed method (PrMII) we focused on the ranking performance while maintaining the invariance property of the ranking system. Objects are localized in a scale invariant fashion under a Region Covariance feature space, then they are described using HOC and CIST features. Finally to ob­ tain better evaluation over the performance of proposed method we compare it with existing research in the similar domain(CBIR) on Caltech-256. Proposed methods provide highest ranking performance in comparison with implemented methods in this study, and some of the CBIR methods on Caltech-256 dataset in previous works.
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Moriano, Sabine. "Optimisation de forme de coques." Grenoble 2 : ANRT, 1988. http://catalogue.bnf.fr/ark:/12148/cb376166491.

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Jalinier, jean-Michel. "Mise en forme et endommagement." Metz : Université Metz, 2008. ftp://ftp.scd.univ-metz.fr/pub/Theses/1981/Jalinier.Jean_Michel.SMZ8102.pdf.

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Guarino, Mario <1969&gt. "Le forme anomale di delegificazione." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/511/.

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Hamié, Ahmad. "La forme des contrats électroniques." Poitiers, 2011. http://www.theses.fr/2011POIT3014.

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Abstract:
Entre les impératifs de la sécurité juridique et les impératifs de la sécurité technique, cette thèse aborde la question de la forme des contrats électroniques. Elle suit la distinction traditionnelle entre les deux catégories d'actes juridiques : les actes authentiques (notariés) et les actes sous eing privé. Elle essaye d'examiner les règles aujourd'hui en vigueur, tout en soulevant certaines interrogations et zones d'ombre résultant d'un certain manque d'harmonisation entre ces règles, de la multiplicité des problèmes posés et des effets pervers que pourraient engendrer les divergences d'interprétation. .
Between the requirements of legal security and the requirements of technical security, this thesis adresses the matter the matter of forms of electronic contracts. However, it follows the traditional distinction between the two categories of legal documents : authentc instruments (notarized) and private documents. It tries to examine the currently applicable rules, while bringing forth various questions and unclear aspects resulting from a certain lack of harmonisation amongst theses rules, the multitude of issues raised, the limits of effectiveness of some of these rules as well as the adverse effects that could cause or generate differences in interpretation. .
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Chevalier, Paul-Henri. "L'entreprise comme forme de société." Paris 4, 1995. http://www.theses.fr/1994PA040108.

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Abstract:
L'entreprise est une société avant tout humaine. L'économie se fonde, par nature, sur une société politique. Sans organisation, il n'est pas d'économie. Toute constitution existe en fonction d'une fin. Or la société politique se fonde sur un besoin naturel de l'homme de vivre en groupe. Intrinséquement, l'homme aspire à une vie communautaire, tant pour survivre que pour se reproduire. L'étude de la naissance de la société s'impose pour comprendre les aspirations humaines et leurs parallélismes avec la politique et l'économie. Autrement dit, l'économie se fonde sur un besoin naturel de l'homme et doit correspondre à cette idée naturelle du groupe. L'administration des choses semble remplacer le gouvernement des hommes. Les nouvelles stratégies managériales développées en entreprise tendent vers une redéfinition progressive des réels besoins humains. Serions-nous à l'aube d'un véritable changement ?
A firm is first of all human organisation. The economy is based on a political society. Just as there is no economy without an organization, there is no organization without a final goal. Society allows man to survive and develop himself through economic activity. This activity is based on deep human needs. But over time, "society" has drifted, and the administration of "things" has come to replace the former government of people. Now, new managerial methods tend to redefine the role of an economically oriented organization. A philosophical vision of society, firms and man can help us to redefine the foundations of human life
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Egéa, Xavier. "La forme d'équilibre du silicium." Aix-Marseille 3, 1995. http://www.theses.fr/1995AIX30039.

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Abstract:
Les techniques de photolithographie sur silicium et la microscopie electronique sous ultravide (u. H. V. T. E. M) ont rendu possible l'observation des evolutions, en fonction du temps et de la temperature, d'une colonne de silicium de taille h=10m et 1=5m formee dans un substrat de si(111). La colonne, une fois nettoyee et fortement evaporee, ovule et forme un bulbe. La dimension finale de ce bulbe est alors de 1m. Nous avons montre que l'apex de ce bulbe etait une forme stationnaire, c'est a dire, invariante dans le temps et de plus, independante de l'orientation du substrat. Il ressort de nos observations que la partie superieure du bulbe coincide bien avec la forme d'equilibre du silicium. La temperature a laquelle nous avons reussi cette mise a l'equilibre est de 1050c. Il s'agit de la seule temperature pour laquelle nous ayons clairement demontre la non contamination en surface du bulbe. Nos resultats experimentaux, faces planes presentes et diagramme des variations de l'energie libre specifique de surface sont compares a ceux donnes par la litterature. Les raisons d'eventuels desaccords sont discutees
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DESVAUX, FOURNIER NATHALIE. "L'aparte, forme du langage dramatique." Paris 4, 1987. http://www.theses.fr/1987PA040289.

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Abstract:
Ce travail est consacre a l'etude d'une forme dramatique specifique, l'aparte, defini comme un discours secret (monologue ou dialogue), que le locuteur derobe par convention aux autres personnage en scene, forme dont nous envisageons la grandeur puis la decadence, dans un corpus qui s'etend sur plus de trois siecles de theatre francais, des debuts du classicisme au theatre moderne et contemporain. Cette etude ressortit a la stylistique dramaturgique, celle-ci etant entendue comme l'etude de l'emploi des formes de la langue dans un discours generique specifique. Le dialogue de theatre, defini enonciativement comme la mimesis d'une conversation fictive. Les cinq parties du travail s'articulent en trois axes d'etude : 1. Definition du mot et de la forme (i partie) et dramaturgies (ii partie); 2. Linguistique et stylistique de l'aparte, etude de la mise en discours dans l'aparte, au niveau paradigmatique, par comparaison des apartes du corpus (iii partie) et au niveau syntagmatique, par contraste entre l'aparte et le dialogue dans lequel il s'insere (iv partie); 3. Fonctions de l'aparte, en rapport avec la definition du theatre comme genre mimetique (mime-sis de contenu et mimesis enonciative)
This thesis deals with a specific dramatic form, the aside, defined as a secret discourse (soliloquy or dialogue) which the speaker conventionally conceals from others on stage. The greatness and decadence of the form are considered through a corpus of examples taken from works which extend over more than three centuries of french drama, from the beginnings of classicism to modern and contemporary drama. This study comes within the frame-work of dramatic stylistics, that is the study of how linguistic form are used in a particular generic discourse, drama dialogue, which, from an enunciative point of view, can be defined as the mimesis of an imaginary conversation. There are three parts in the thesis corresponding to the three main lines of study : 1. Definition of the word and the form (part i ) and dramatic theories (part ii); 2. Linguistic and stylistic study of the aside : how it is put into discourse, on the paradigmatic level, through a comparison of the asides in the corpus (part iii) and on the syntagmatic level, by contrasting the asides with the dialogues in which they are inserted (part iv); 3. Functions of the aside, in relation with a definition of drama as a mimetic genre (mimesis of content and enunciative mimesis)
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Vossinis, Andreas. "Optimisation de forme d'aile d'avion." Paris 6, 1993. http://www.theses.fr/1993PA066269.

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Abstract:
En ayant comme but l'application d'une methode d'optimisation fiable avec un cout de calcul raisonnable en ecoulement potentiel, on procede dans ce travail par les etapes suivantes: 1) comparaison de certains algorithmes d'optimisation qui necessitent ou pas le calcul du gradient de la fonction cout. On recommande l'utilisation de gmres non lineaire pour resoudre les conditions d'optimalite (grad-gmres), car c'est une methode rapide et robuste de resolution. 2) application de grad-gmres dans l'optimisation de forme de profil d'aile d'avion en ecoulement potentiel subsonique afin d'atteindre une certaine distribution de pression sur sa surface. On calcule le gradient de la fonction-cout par un etat adjoint (calcul exact du gradient). 3) application de la meme methode dans l'optimisation de forme de profil d'aide d'avion en ecoulement potentiel transsonique avec un calcul exact du gradient de la fonction-cout. On a comme objectif soit d'atteindre une certaine distribution de pression sur le profil, soit de reduire la trainee due au choc
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Despréaux, Stéphane. "Optimisation de forme en cristallogenèse." Université Joseph Fourier (Grenoble), 1998. http://www.theses.fr/1998GRE10220.

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Abstract:
L'origine de ce travail est l'étude d'un problème industriel sur la mise en forme de cristaux par l'intermédiaire des forces capillaires. Le modèle mathématique utilisé consiste à résoudre un problème surdimensionné basé sur l'équation à courbure principale. Nous avons résolu le problème en lui associant un problème d'optimisation de forme. Le travail présenté dans cette thèse comprend deux principales parties : - l'étude mathématique de l'équation à courbure principale avec conditions aux limites mixtes - l'étude mathématique et numérique du problème d'optimisation de forme. Nous avons prouvé l'existence et l'unicité d'une solution à l'équation à courbure principale moyennant une hypothèse liant la courbure et l'épaisseur du domaine. Cette condition est bien moins restrictive que celle usuellement utilisée qui suppose le domaine convexe. Dans cette classe de domaines, nous avons ensuite prouvé l'existence d'un domaine optimal et mis au point une méthode numérique pour le calculer, par la technique de variation de domaine. Cependant, numériquement, cette méthode nécessite la donnée d'un bon domaine initial. Si ce dernier est mal choisi, l'algorithme diverge vers une forme souvent fantaisiste. Pour obtenir automatiquement un bon domaine initial, nous avons utilisé une technique d'optimisation de forme par domaine fictif. Nous avons ensuite présenté les résultats numériques ainsi obtenus
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Leicht, Karl. "Structures kählériennes sur T*G dont la forme symplectique sous-jacente est la forme standard." Thesis, Lille 1, 2013. http://www.theses.fr/2013LIL10111.

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Abstract:
Soit G un groupe de Lie connexe. On montre qu'une structure complexe sur l'espace total TG du fibré tangent de G, invariante à gauche, et telle qu'une G-orbite quelconque par rapport à translation à gauche soit totalement réelle, est induite par une immersion lisse de TG dans le complexifié de G. Pour G compact et connexe, on caractérise ensuite les structures complexes invariantes à gauche et également les structures complexes biinvariantes sur l'espace total T*G du fibré cotangent de G qui, combinées avec la structure symplectique tautologique, munissent T*G d'une structure kählérienne. On étudie enfin les courbures de Ricci de ces structures kählériennes
Let G be a connected Lie group. We show that every complex structure on the total space TG of the tangent bundle of G which is left invariant and such that an orbit with respect to the left translation action is totally real, is induced by a smooth immersion of TG into the complexifixed group of G. For G compact and connected, we also characterize the right invariant complex structures and the biinvariant complex structures on the total space T*G of the cotangent bundle of G which, combined with the tautological symplectic structure, endow T*G with a Kaehler structure. Finally, we study the Ricci curvature of these Kaehler structures
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