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Journal articles on the topic 'Formazione professionale'

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1

Pinna, Paolo, and Piero Frasconi. "Il Convegno AIF Settore Formazione Professionale. "Formazione professionale e sviluppo territoriale"." FOR - Rivista per la formazione, no. 79 (September 2009): 77–80. http://dx.doi.org/10.3280/for2009-079014.

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2

Ghisla, Gianni. "Percorsi di formazione professionale." Swiss Journal of Educational Research 31, no. 2 (September 1, 2009): 191–98. http://dx.doi.org/10.24452/sjer.31.2.5092.

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3

Proietti, Domenico. "Obermeister: un possibile traducente italiano." XVII, 2021/2 (aprile-giugno), no. 2 (May 4, 2021): 30–31. http://dx.doi.org/10.35948/2532-9006/2021.7539.

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Abstract:
Da Bolzano E. B., dell’Unione Maestri professionali dell’Alto Adige, ci chiede quale sia la traduzione in italiano del sostantivo tedesco Obermeister, utilizzato come denominazione o qualifica del livello professionale superiore a quella indicata dal termine Meister, equivalente all’italiano “Maestro professionale” o “Maestro artigiano”. Osservando opportunamente che il termine italiano capomastro è usato “principalmente” nel “settore edilizio”, domanda se “esiste un termine più generico per definire un maestro professionale di livello, formazione ed esperienza superiore al Maestro professionale”.
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4

D’Agostino, Sandra, and Silvia Vaccaro. "La via italiana al duale: opportunità e criticità." ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no. 1 (June 2020): 89–104. http://dx.doi.org/10.3280/es2020-001006.

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Abstract:
La sperimentazione di una via italiana al sistema duale si inquadra nel solco di una serie di misure che negli ultimi decenni hanno puntato al rafforzamento della formazione professionale iniziale; in questo contesto, il rilancio dell'"apprendistato formativo", ovvero quello per il conseguimento dei titoli dell'educazione secondaria superiore, stenta a decollare. Il successo di questa misura richiede agli attori di ripensare il loro ruolo e superare alcune debolezze di più lungo periodo. Inoltre, le grandi trasformazioni del lavoro e della produzione pongono ulteriori sfide ai sistemi di formazione professionale. Solo vincendo queste sfide è possibile immaginare uno scenario futuro diverso da quello di investimento marginale per la formazione professionale anche in Italia.
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5

Gatti, Patrizia. "Work Discussion, interdisciplinarità e formazione professionale." MINORIGIUSTIZIA, no. 1 (July 2021): 151–62. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-001016.

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Abstract:
partendo dai presupposti teorici e passando per la narrazione di un caso emblematico, vengono mostrate alcune funzioni del gruppo interdisciplinare. Il gruppo si ispira alla Work Discussion mantenendo inalterato il senso profondo dell'esperienza, ma al tempo stesso integrando nel suo assetto alcune differenze importanti. Nel confronto con i partecipanti non si trova la risposta immediata, né tanto meno l'esperto che offre la "ricetta" magica e risolutiva. Tollerare di non sapere e sostare nell'incertezza è alla base dell'"apprendere dall'esperienza", che consente a chi discute una situazione di lavoro di riattivare un pensiero creativo ed evolutivo, nutrito dal lavoro mentale del gruppo nel suo insieme. Il gruppo diventa così momento di formazione professionale continua nei termini di crescita di sensibilità, incremento di abilità e allargamento della conoscenza.
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6

Frisanco, Mauro, and Roberto Vicini. "Il tecnico Professionale dei percorsi di Istruzione e Formazione Professionale." QT Quaderni di Tecnostruttura, no. 36 (January 2010): 141–44. http://dx.doi.org/10.3280/qt2009-036013.

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7

Bertoli, Roberta. "Connections between internship and professional identity in educational professions training: a narrative review." Form@re - Open Journal per la formazione in rete 22, no. 3 (December 31, 2022): 192–205. http://dx.doi.org/10.36253/form-13614.

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Abstract:
Today’s society at the Italian and European levels is subject to rapid and continuous change, and those who are part of it must acquire the necessary tools and skills to cope with it and to be active builders of their own personal and professional life projects. The curricular internship is proposed as a device for learning about and experiencing the circularity between theory and practice, which is fundamental to the construction of the professional identity of educators and pedagogues. The literature review presented here aims to highlight the close connection between internship and professional identity in the initial training of the educational professions. Connessioni tra tirocinio e identità professionale nella formazione delle professioni educative: una rassegna narrativa. La società attuale a livello italiano ed europeo è soggetta a veloci e continui cambiamenti e coloro che ne fanno parte devono acquisire gli strumenti e le competenze necessari per farvi fronte e per essere attivi costruttori del proprio progetto di vita personale e professionale. Il tirocinio curriculare viene proposto come dispositivo per conoscere e sperimentare la circolarità tra teoria e pratica, fondamentale per la costruzione dell’identità professionale di educatori e pedagogisti. La rassegna letteraria qui presentata mira a mettere in luce la stretta connessione tra il tirocinio e l’identità professionale nella formazione iniziale delle professioni educative.
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8

Leghissa, Giulio C. "L’odontoiatria oggi: dalla formazione universitaria all’aggiornamento professionale." Italian Oral Surgery 9, no. 1 (February 2010): 1–3. http://dx.doi.org/10.1016/j.ios.2010.01.002.

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9

Dalle Nogare, Ferdinando, Enrico Marchi, Sanzio Baldini, Francesco Mazzocchi, and Immacolata Parigiani. "Formazione professionale ed infortuni nelle utilizzazioni forestali." L'Italia Forestale e Montana 74, no. 4 (2019): 227–38. http://dx.doi.org/10.4129/ifm.2019.4.03.

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Gianecchini, Martina, Nicoletta Masiero, and Enrico Miatto. "Formazione professionale ed esiti occupazionali: un modello di valutazione e un'applicazione al Veneto." ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no. 2 (November 2011): 111–33. http://dx.doi.org/10.3280/es2011-002011.

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Abstract:
L'articolo affronta il tema dell'inserimento occupazionale dei giovani in possesso di una qualifica professionale. Viene proposto un modello di valutazione della formazione professionale che considera tre prospettive: quella del mercato del lavoro (focalizzata sulla "qualitÀ" dell'inserimento occupazionale post-qualifica), quella del sistema formativo (centrata sull'efficacia e l'efficienza dell'ingresso) e quella dell'individuo (relativa alla percezione di utilitÀ delle competenze apprese e al livello di soddisfazione rispetto all'esperienza formativa nel suo complesso). Il modello č stato elaborato all'interno del progetto di ricerca nazionale biennale "Valutazione degli esiti e dell'impatto delle Politiche formative nell'ambito della formazione professionale" finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e coordinato da Ires, del quale vengono presentati una sintesi dei risultati con riferimento al Veneto.
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Luciano, Adriana, Roberto Di Monaco, and Monica Demartini. "I professionisti dei servizi sociali: competenze, fabbisogni formativi e domande di cambiamento organizzativo. Sperimentazione di un modello di analisi in provincia di Torino." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 3 (December 2012): 73–91. http://dx.doi.org/10.3280/sa2012-003005.

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Abstract:
Gli autori presentano i risultati dell'applicazione di una metodologia di analisi per competenze agli operatori dei servizi socio-assistenziali (coordinatori, assistenti sociali, educatori professionali, OSS), realizzata in provincia di Torino (circa 500 interviste). Il modello, se adattato e applicato in qualsiasi ambito dei servizi, consente di introdurre e sviluppare un sistema di analisi delle competenze degli operatori per rafforzare la gestione delle risorse umane. In particolare, puň sostenere lo sviluppo del sistema professionale, a partire dalla formazione dei dirigenti, fino all'uso sistematico dello strumento per tenere sotto osservazione i professionisti presenti nei servizi, in relazione ai bisogni del territorio, e per rendere esplicita la domanda di formazione legata ai cambiamenti socio-economici, all'innovazione dei servizi e alla riduzione delle risorse disponibili. Infine, nelle reti di servizi, puň consentire di rappresentare le differenze territoriali nell'assetto professionale e organizzativo dei servizi. Si tratta quindi di un lavoro sperimentale ed esemplificativo, ad elevata trasferibilitŕ.
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Pegoraro, Marisa. "Puntura a Occhiello: cosa c'è di nuovo?" Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 25, no. 2 (May 28, 2013): 92–93. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2013.1015.

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Abstract:
La divulgazione della Puntura ad Occhiello - o Buttonhole (BH) - in Italia iniziò nel 2005 sostenuta da dati provenienti da alcuni centri esteri, confluenti nel circuito dell'EDTNA/ERCA. La corretta applicazione del BH esalta la necessità di figure di competenza clinica avanzata nel gruppo infermieristico come la figura dell'Infermiera degli Accessi Vascolari con competenze di formazione, monitoraggio e aggiornamento dei protocolli clinici. I dati internazionali mostrano una correlazione tra l'aderenza ai protocolli clinici, la competenza nella pratica professionale ed i risultati della puntura ad occhiello. Le vie brevi e veloci nell'applicazione del BH possono indurre ad avversi esiti clinici, i peggiori delle quali sono le infezioni dell'accesso. La motivazione professionale e la corretta formazione del gruppo infermieristico giocano ruoli chiave nell'attivazione di programmi di miglioramento qualitativo. Proporre e sostenere nuove pratiche cliniche e modelli organizzativi è parte del mandato di ogni organizzazione professionale.
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Spagnolo, A. G., M. L. Di Pietro, and G. "La formazione dei docenti di etica professionale nelle scuole infermieristiche." Medicina e Morale 40, no. 1 (April 30, 1991): 91–100. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1991.1151.

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Abstract:
La professione infermieristica sta cercando di trovare oggi un ruolo specifico nel campo delle professioni sanitarie, un ruolo che comporti una spedfica identità seppure strettamente collegato alla professione medica. Un recente progetto di legge italiano sul riordino della professione infermieristica ha sollevato numerose perplessità fra gli infermieri stessi e in generale fra gli altri operatori sanitari. Gli autori considerano il punto del progetto di legge che riguarda l'insegnamento dell'etica professionale nelle scuole infermieristiche. Esso prevede che possano essere qualificati a questo insegnamento gli infermieri che abbiano il titolo di AFD o di DAl. Gli autori ritengono, invece, che tale livello di formazione non sia adeguato per una materia così delicata come l'etica professionale ed essi propongono pertanto l'istituzione di uno specifico corso universitario in cui vengano approfonditi i diversi problemi etici, inquadrati nel campo più vasto della bioetica, conseeguendo alla fine uno specifico grado accademico finalizzato all'insegnamento dell'etica professionale nelle scuole infermieristiche.
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De Vito, Rita, Mara Marchetti, Maurizio Mercuri, and Andrea Papi. "L'immagine filmica come supporto alla formazione dell'identità professionale dell'infermiere." FOR Rivista per la formazione, no. 96 (January 2015): 91–94. http://dx.doi.org/10.3280/for2013-096026.

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Sarchielli, Guido. "E tempo di agire sulla formazione professionale dello psicologo." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 3 (April 2015): 477–83. http://dx.doi.org/10.3280/rip2014-003005.

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Forino, Imma. "Yasmeen Lari, traiettorie e contesti." TERRITORIO, no. 100 (November 2022): 7–16. http://dx.doi.org/10.3280/tr2022-100001.

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Abstract:
Questo saggio introduce il servizio dedicato alla figura professionale dell'architetta pakistana Yasmeen Lari. A partire dalla sua formazione e interpolando fra loro i contesti geografici e socioeconomici nei quali Lari ha operato, l'articolo restituisce sinteticamente la sua traiettoria professionale: dai grandi complessi residenziali e pubblici alle case unifamiliari, dall'attività di studio e recupero del patrimonio architettonico e urbano del suo paese ai contributi ‘sul campo' durante i disastri naturali subiti dalle popolazioni più disagiate. È una maturazione non solo professionale, ma anche umana, che ne ha distinto il pensiero e l'opera.
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Antonazzo, Luca, Rocco Lancellotti, and Gabriella Pappadŕ. "La qualificazione professionale ed il sistema ECVET in Italia. un caso studio nella formazione professionale del settore agroalimentare." QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no. 98 (December 2012): 87–122. http://dx.doi.org/10.3280/qua2012-098008.

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Abstract:
L'Italia sta lavorando da anni per superare la frammentazione e la mancanza di integrazione che caratterizza lo scenario formativo-educativoprofessionale nazionale e per allinearsi alle politiche comunitarie volte a garantire la trasparenza dei percorsi formativi e il riconoscimento delle competenze comunque acquisite dagli individui al fine del conseguimento dei relativi titoli e qualifiche. L'obiettivo generale, in tale contesto, č quello di consentire l'inserimento o il reingresso nel sistema di istruzione e formazione professionale e di agevolare l'incontro tra domanda e offerta di lavoro. In tale scenario sono stati analizzati strumenti, procedure e prassi in via di consolidamento che costituiscono il riferimento per l'identificazione, il riconoscimento e la certificazione delle competenze. Pertanto, il presente lavoro introduce una disamina del lavoro svolto negli ultimi mesi a livello istituzionale per la identificazione degli standard professionali, di certificazione e formativi, finalizzati alla definizione e all'attuazione di un National Qualification Framework secondo le indicazioni dell'UE. In particolare, č stata analizzata la metodologia di sintesi adottata per la descrizione delle qualificazioni professionali e l'armonizzazione di tutte le fonti informative disponibili volte alla definizione di una procedura di certificazione delle competenze, sistematizzata e coordinata a livello nazionale. Inoltre, insieme a un'analisi dell'organizzazione dei sistemi di istruzione e formazione professionale (ridisegnata alla luce delle recenti riforme introdotte nel sistema nazionale), lo studio in oggetto ha analizzato la situazione della sperimentazione in Italia dello strumento ECVET attraverso i vari campi di applicazione e - in particolare - nel settore agroalimentare, attraverso uno dei tanti contributi di tipo bottom up che stanno predispo- nendo possibili soluzioni e pratiche che possono costituire un valido spunto di riflessione da sottoporre all'attenzione delle istituzioni e degli stakeholder.
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Zanini, Andrea. "Formazione professionale e sviluppo: gli esordi dell'istruzione alberghiera in Italia." SOCIETÀ E STORIA, no. 136 (July 2012): 355–86. http://dx.doi.org/10.3280/ss2012-136005.

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Abstract:
Questo articolo traccia l'evoluzione dell'offerta formativa alberghiera in Italia dalle origini alla vigilia della seconda guerra mondiale. Agli inizi del Novecento il settore ricettivo italiano č caratterizzato da una scarsitÀ di forza lavoro che ne limita lo sviluppo. Secondo l'opinione degli albergatori questa situazione č causata dall'assenza di un adeguato sistema formativo. In conseguenza di ciň, dal volgere del secolo in avanti, la SocietÀ italiana degli albergatori (l'associazione degli imprenditori) porta avanti numerosi tentativi per avviare una specifica scuola. Sfortunatamente nessuno di questi riuscirÀ, cosicché la prima scuola per lavoratori d'albergo sarÀ aperta solo nel 1914 dal Touring club italiano. Dopo la prima guerra mondiale le opportunitÀ formative per il personale d'hotel aumentano considerevolmente, grazie anche all'intervento statale mediante specifici enti, come l'Enit o l'Enfala, e per effetto della riforma delle scuole di avviamento professionale. In ogni caso, nonostante le diverse proposte avanzate in questo periodo, l'autore sostiene che lo sforzo di realizzare un moderno sistema formativo per gli addetti al settore ricettivo, come quello svizzero e tedesco, non puň dirsi pienamente riuscito.
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Ferraresi, Alessandra. "La scuola militare di Modena: un modello di formazione professionale." SOCIETÀ E STORIA, no. 124 (October 2009): 325–30. http://dx.doi.org/10.3280/ss2009-124006.

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Abstract:
- The paper focuses, in Napoleonic Italy, on the innovative role of the Modena Military School in the complete education of Artillery officials and Engineers and the legacy it left in engineering culture and the profession during the first modernization of Italy.Parole chiave: scuole militari; ingegneri; formazione; professioni; modernizzazione.Key words: Military Institutions; engineers; education; professions; modernization.
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Mitova, Sirma. "La descrizione delle qualifiche della formazione professionale nel settore alimentare." QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no. 98 (December 2012): 59–70. http://dx.doi.org/10.3280/qua2012-098005.

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Abstract:
La Raccomandazione2 sul sistema ECVET si propone di sostenere e completare l'azione degli Stati membri, facilitandone la collaborazione, aumentando la trasparenza e promuovendo la mobilitŕ e l'apprendimento permanente. Questo saggio intende presentare un quadro sintetico dei metodi utilizzati nei Paesi partner del progetto FOOD ECVET per la descrizione delle qualifiche della formazione e dell'istruzione professionale, considerate un indicatore importante delle potenzialitŕ dei Paesi e della loro prontezza nell'attuazione del sistema ECVET.
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Costantini, Eleonora. "Come si governa il cambiamento? Un'analisi dei dispositivi di attuazione delle politiche regionali: il caso della formazione professionale in emilia-romagna." ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no. 2 (November 2022): 89–119. http://dx.doi.org/10.3280/es2022-002008.

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Abstract:
Questo contributo si pone l'obiettivo di analizzare i modi in cui le Regioni gestiscono il cambiamento, attraverso quali modelli di governance e con quali esiti trasformativi. Per farlo, si è scelto di utilizzare gli atti amministrativi con cui gli enti dispongono la messa in opera delle proprie politiche. Il contesto di analisi è quello della Regione Emilia-Romagna in cui, nel 2015, ha preso avvio un processo di ripensamento «sistemico» (Bianchi, 2018) delle politiche di formazione professionale, culminato - nel 2018 - con l'individuazione dell'Infrastruttura formativa ER-Educazione e Ricerca come uno dei driver principali dello sviluppo locale. L'approccio teorico e la metodologia adottati sono approfonditi nel secondo e terzo paragrafo. Il quarto propone una ricostruzione storica delle politiche regionali in tema di formazione professionale in Emilia-Romagna, come contesto entro cui le trasformazioni analizzate hanno preso corpo. Nel quinto paragrafo vengono restituiti i principali risultati dell'analisi condotta sugli atti amministrativi che trovano sistematizzazione nelle conclusioni.
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Piazza, Roberta, and Simona Rizzari. "Il peer mentoring per favorire lo sviluppo professionale della docenza universitaria: l'esperienza dell'Università di." EXCELLENCE AND INNOVATION IN LEARNING AND TEACHING, no. 2 (December 2021): 100–112. http://dx.doi.org/10.3280/exioa2-2021oa13026.

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Abstract:
Il contributo descrive l'esperienza di ricerca e formazione di peer mentoring condotta dall'Ateneo di Catania per il miglioramento delle competenze didattiche dei docenti "esperti" (senior) dell'Ateneo. L'azione ha riguardato la formazione di figure esperte chiamate a supportare i colleghi nella costruzione di esperienze di sviluppo personale e di innovazione didattica. Vengono descritte le scelte teorico-metodologiche che hanno fatto da sfondo al percorso di ricerca-azione progettato e al modello formativo adottato. Sono analizzate le varie fasi che hanno visto la realizzazione dell'esperienza in Ateneo, che ha coinvolto numerosi docenti appartenenti a diverse aree disciplinari.
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Maisto, Antonella, Maria Gabriella Schettino, and Francesco De Caro. "La formazione al tempo del Covid." La Sanità Pubblica. Ricerca applicata 2, no. 2 (July 25, 2021): 99–104. http://dx.doi.org/10.48268/covid/2021/0001.4.

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Abstract:
La formazione non è appannaggio solo del sistema scolastico ma è propria anche del mondo professionale e aziendale. Nei mesi di emergenza Covid vi è stata l'immediata urgenza di assicurare la continuità della formazione per corsi imprescindibili quali: Salute, Sicurezza e Ambiente. Si è delineato un mondo a due velocità, nel quale una parte ha dovuto rallentare o addirittura fermarsi, mentre l'altra ha subito un’accelerazione improvvisa ed in quest’ultima rientra la Sanità “in prima linea”, posta di fronte ad un fenomeno nuovo e, soprattutto, da affrontare e studiare contemponeamente. La recente epidemia da SARS Cov 19 ha determinato un radicale cambiamento nelle organizzazioni sanitarie come in tutte le organizzazioni che coinvolgono la vita ed il lavoro degli uomini, impossibilitati a proseguire con le abitudinarie modalità relazioni professionali e personali. Ma uno dei settori che in epoca Covid non si è potuto arrestare è la Sanità e la Ricerca: dove c’è ricerca c’è formazione ed informazione; quindi, anche se i decreti hanno chiesto di evitare assembramenti ed hanno chiuso le aule, d’altro canto hanno chiesto di non chiudere i canali di formazione ed informazione. Questi non si sono arrestati ma sono stati oggetto di trasformazione, evoluzione e cambiamento: parole come DAD, FAD, e-learning, ma anche webinar, videoconferenza, smart-working, prima conosciute e utilizzate solo dagli esperti di settore o in specifici contesti, sono divenute in un breve lasso di tempo di uso comune.
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Cortiana, Paola. "Il Video nella Formazione Iniziale, Continua e Permanente dei Docenti: cinque Esperienze Significative per Immaginare un Nuovo Modello Formativo." EXCELLENCE AND INNOVATION IN LEARNING AND TEACHING, no. 1 (June 2022): 55–70. http://dx.doi.org/10.3280/exioa1-2022oa13936.

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Abstract:
Numerosi percorsi di formazione a livello internazionale e nazionale annoverano l'utilizzo del video, che si pone come strumento privilegiato per rilevare i processi che avvengono in classe: negli ultimi quindici anni si è assistito a un intensificarsi di tali esperienze in ambiti e aree geografiche differenti. Alla luce della cornice teorica della visione professionale, l'articolo propone una rassegna ragionata di cinque esperienze internazionali e nazionali di formazione dei docenti che, nella diversità di impostazione e postura epistemologica, concorrono a delineare un percorso di formazione iniziale, permanente e continua che si avvalga dello strumento video in modalità on line. La ricognizione, che non ha pretese di esaustività, vuole avviare un'analisi su un possibile modello formativo che ponga attenzione al referente della formazione e ai criteri osservativi adottati. Lo studio si colloca all'interno del progetto di eccellenza 2019-2020 Insegnamento di qualità e pratiche didattiche. Studio di fattibilità per lo sviluppo di un dispositivo per lo studio di pratiche di formazione dei docenti del Dipartimento di Filosofia e Scienze dell'Educazione dell'Università di Torino.
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De Maria, Francesco. "L'Operatore dello Sviluppo Umano nella cooperazione internazionale: dimensione formativa, ruolo professionale e competenze educative." QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no. 112 (March 2021): 129–55. http://dx.doi.org/10.3280/qua2020-112009.

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Abstract:
Il lavoro sviluppa una riflessione sul ruolo dei professionisti dell'educazione nella cooperazione internazionale, tentando di coniugare l'area dello Sviluppo Umano con quella della Formazione. Ci si muove su un terreno impervio dove in entrambi i casi la regolamentazione normativa, gli sbocchi occupazionali della formazione universitaria, il mercato del lavoro e le figure professionali presentano alcune criticità. Il campo della solidarietà internazionale esprime un bisogno di professionalizzazione delle proprie risorse umane; la dimensione formativa emerge come una categoria implicita e trasversale alle azioni di sviluppo che non può essere oggetto di interesse esclusivo di progetti realizzati in ambito educativo. Il contri-buto coglie queste sfide e, muovendosi da un'area disciplinare all'altra, cerca di definire i processi lavorativi, le aree di attività e le competenze educative dell'Operatore dello Sviluppo Umano, dunque del Professionista dell'Educazione che ricopre questo ruolo.
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Moretti, Carla, Elena Spina, and Ugo Ciaschini. "Formazione e operativitŕ nel sociale: l'assistente sociale, l'educatore e l'operatore socio-sanitario." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 3 (December 2012): 53–72. http://dx.doi.org/10.3280/sa2012-003004.

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Abstract:
Gli autori in questo contributo evidenziano gli esiti di una ricerca relativa all'analisi di tre profili professionali del sociale (assistente sociale, educatore e operatore socio-sanitario), realizzata nel 2010 nel territorio della regione Marche. Con riferimento a tali profili i contenuti proposti mettono a fuoco gli aspetti connessi ai percorsi formativi e alle prassi operative messe in atto sul campo, evidenziandone i punti di forza, le criticitŕ, nonché le questioni aperte su cui appare piů urgente intervenire. In merito all'operativitŕ, tali figure professionali risentono delle condizioni di emergenza con cui i servizi si stanno misurando, oltre che dell'elevato carico di lavoro. Emerge, pertanto, uno stato di precarietŕ degli operatori che influisce sulla qualitŕ delle risposte e ne rende piů "incerto" il ruolo professionale, soprattutto nel terzo settore. D'altro canto si evidenzia come la legge 328/2000 abbia attribuito un forte rilievo alla dimensione dell'integrazione socio-sanitaria e del lavoro di rete.
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Gasca, Paolo. "Il mercato del lavoro dei professionisti dell'educazione e della formazione." QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no. 112 (March 2021): 247–50. http://dx.doi.org/10.3280/qua2020-112016.

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Abstract:
Ci troviamo oggi a combattere una guerra contro un nemico invisibile, che ha impattato pesantemente non soltanto sulla dimensione familiare e sociale di ciascuno, ma anche sulla sfera lavorativa. Il contratto psicologico che lega gli individui e le organizzazioni è stato stravolto e ridisegnato, lasciandosi alle spalle valori quali "sicurezza" e "appartenenza". Quello che si prospetta è un futuro del tutto nuovo, in cui i concetti di "habitat professionale" e di "work-life balance" assu-mono nuove accezioni e in cui appare necessario riscoprire il rapporto fra azienda e persone, per dare vita a un nuovo "umanesimo aziendale" che recuperi la centra-lità della persona e permetta all'individuo di esprimere se stesso e tutte le proprie potenzialità. Come? Attraverso modalità maieutiche capaci di sviluppare nuove capacità e qualità individuali e di accompagnare le persone in un ineludibile riposi-zionamento professionale e, soprattutto, personale. Occorre passare dall'obiettivo di gestire a quello del "prendersi cura" delle persone dando un nuovo senso, una nuova prospettiva al contratto psicologico. E qui entrano in gioco i professionisti della formazione, la cui sfida è, oggi più che mai, quella di dare vita a un nuovo pensiero gestionale, a nuove idee, e di sostenere le persone in un percorso di crescita che permetta loro di confermarsi come il vero differenziale di competitività.
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Di Trani, Michela, Norma De Piccoli, Erika Borella, and Marco Guicciardi. "Transdisciplinarità e formazione: un'opportunità di sviluppo per la professione psicologica, anche nell'ambito della Salute." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 1 (February 2022): 7–14. http://dx.doi.org/10.3280/pds2022-001002.

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Abstract:
Il presente lavoro affronta il tema della transdisciplinarità nella formazione specialistica, con particolare attenzione all'ambito della Psicologia della Salute. A partire da alcune premesse legate all'approccio biopsicosociale, fortemente orientato all'integrazione delle diverse discipline, vengono sviluppate criticità e possibilità legate all'applicabilità dell'orientamento transdi-sciplinare nella formazione. Nonostante il Riordino degli Ordinamenti Didattici delle SSUAP (Scuole di Specializzazione Universitarie di Area Psicologica) del 2019 sostenga l'affiancamento alle attività forma-tive psicologiche di quelle relative ad altri ambiti della formazione, la proposta sembra essere connotata da una prospettiva multidisciplinare, lontana da un approccio complesso, non gerarchico, eterogeneo, inclusivo ed aperto a sviluppi imprevedibili come quello transdisciplinare. È sul piano della metodologia didattica che la partita relativa all'approccio transdisciplinare sembra poter trovare un terreno favorevole di sviluppo e rappresentare un'opportunità evolutiva dal punto di vista professionale. L'orientamento sistemico, co-costruttivo ed evolutivo fanno da sfondo a tale percorso di formazione e trasformazione, mentre i tirocini e i laboratori pro-fessionalizzanti si connotano come luoghi elettivi in cui gli allievi possono sperimentare l'approccio transdisciplinare, mantenendo spazi di riflessione e tutoraggio. Inoltre, la realizzazione di eventi (i.e. seminari) e lo sviluppo di progetti di formazione e ri-cerca-azione condivisi tra le Scuole di Specializzazione Universitarie in Psicologia della Salute possono rappresentare ulteriori momenti di snodo nella costituzione di una rete formativa basata sulla transdisciplinarità.
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Palazzotto, E., M. P. Angellotti, L. Bozzoli, and C. D’Alessandro. "Standard di professione del dietista in nefrologia: realtà a confronto." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 24, no. 2 (January 26, 2018): 40–45. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2012.1135.

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Abstract:
La terapia dietetica svolge un ruolo fondamentale nel trattamento della malattia renale cronica (CKD): previene e corregge le complicanze metaboliche, garantisce il mantenimento o il raggiungimento di uno stato nutrizionale soddisfacente e, nella fase conservativa, ritarda l'inizio della terapia sostitutiva. Molte sono le evidenze che attestano che il trattamento nutrizionale effettuato da un dietista esperto migliora la qualità di vita del paziente con insufficienza renale cronica, aumenta l'eff -cacia della terapia dietetica e riduce i costi assistenziali. Negli Stati Uniti sono stati definiti i parametri che identificano il dietista esperto nella gestione della terapia nutrizionale nel paziente nefropatico e sono state individuate tre categorie in base al grado di formazione e competenza acquisita. Nei Paesi dell'Unione Europea la formazione dei dietisti è molto eterogenea tanto da rendere difficile una comparazione con la realtà americana. L'European Federation of the Association of Dietitians negli ultimi anni ha comunque definito gli standard accademici e professionali dei dietisti individuando quattro ruoli di competenza ed i relativi indicatori di performance. In Italia l'Associazione Nazionale Dietisti ha definito le posizioni dell'associazione in merito alla pratica professionale del dietista nel trattamento delle malattie renali e la Società Italiana di Nefrologia, nell'ambito del progetto di certificazione della qualità del percorso di cura della CKD, ha delineato il profilo del dietista che lavora in nefrologia ma non sono stati definiti standard accademici e professionali specifici. È auspicabile che dietisti esperti in nefrologia e nefrologi collaborino nel definire protocolli relativi a standard che il dietista operante in ambito nefrologico dovrebbe raggiungere in modo da garantire maggiore competenza professionale e una omogeneità di trattamento su tutto il territorio nazionale.
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Jassi, Sukky, and Alison Pearson. "L'Industria alimentare nei paesi dell'UE." QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no. 98 (December 2012): 71–76. http://dx.doi.org/10.3280/qua2012-098006.

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Abstract:
Il seguente articolo opera una messa a confronto delle prestazioni, del contributo economico e delle componenti strutturali dell'industria alimentare nei Paesi europei partecipanti al progetto Food-ECVET. Vengono inoltre rilevati e messi in luce i punti di forza, le debolezze, le opportunitŕ e le sfide emergenti, nel contesto della realizzazione di un sistema integrato di crediti ECVET relativo alla formazione professionale dei lavoratori del comparto.
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Castoldi, Mario. "La valutazione delle istituzioni educative: approcci a confronto." RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no. 46 (April 2011): 9–20. http://dx.doi.org/10.3280/riv2010-046002.

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Abstract:
L'articolo intende presentare una panoramica degli approcci alla valutazione delle istituzioni educative (Istituti scolastici, centri di formazione professionale, etc.), ordinati in base al criterio esterno-interno: certificazione di qualitŕ, accreditamento esterno, accreditamento interno, analisi comparata tra istituzioni, autovalutazione. In merito ai processi autovalutativi si distinguono diverse prospettive in funzione dei paradigmi culturali di riferimento e della focalizzazione su aspetti diversi del funzionamento organizzativo ed educativo.
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Luciano, Adriana, and Roberto Di Monaco. "Prevedere la domanda di lavoro e di formazione. Il caso delle professioni sociali." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 120 (February 2011): 105–38. http://dx.doi.org/10.3280/sl2010-120006.

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Abstract:
L'analisi dei fabbisogni di competenze degli occupati ha attratto grandi investimenti per realizzare ad hoc ricerche professionali a livello e professionale, cosě come sono carenti modelli condivisi a livello nazionale. Al fine di contribuire a definire modelli standardizzati, gli autori suggeriscono l'uso di dati amministrativi, per quanto possibile in modo da rendere le analisi piů affidabili e meno costose. Inoltre, essi forniscono un modello di analisi per misurare il divario di competenze professionali sulla base del quadro europeo delle qualifiche. Il modello č stato sperimentato sui lavoratori sociali della regione Piemonte, sottoponendo un questionario ad un campione di circa 500 professionisti e manager impiegati nel settore dei servizi sociali locali. Č emersa una rappresentazione delle professioni e delle esigenze di formazione che mette in evidenza la divergenza tra l'attuale orientamento delle politiche sociali verso una maggiore integrazione e cooperazione locale e le competenze professionali principalmente focalizzate sul rapporto con gli utenti. I predetti risultati sottolineano la necessitŕ di realizzare processi di training on the job di concerto con le modifiche organizzative che risultano piů coerenti con le attuali politiche.
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Boffo, Vanna. "L'Università per le professioni educative e formative." QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no. 112 (March 2021): 27–47. http://dx.doi.org/10.3280/qua2020-112003.

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Abstract:
Il tema al centro dell'interesse dell'articolo riguarda il rapporto fra formazione e lavoro e, conseguentemente, un rinnovamente del significato di epistemologia professionale all'interno dei Corsi di Studio Magistrali di area pedagogica. La do-manda principale della ricerca è inerente al modo di indagare e costruire una epi-stemologia per le professioni educative e formative. Viene proposta l'adozione del-la matrice TECO-D per le competenze educativo-formative dando evidenza della sua applicazione all'offerta formativa proposta dal CdS LM 57 e 85 dell'Università degli Studi di Firenze. La matrice viene indagata attraverso l'applicazione alla Scheda SUA, offrendo una dimostrazione del rapporto fra la definizione di una epistemologia professionale e le competenze da utilizzare per le professioni educative e formative.
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Simona Baggiani. "Lo sviluppo professionale degli insegnanti in Europa. Modelli, partecipazione, status e pianificazione a livello scolastico." IUL Research 3, no. 5 (June 20, 2022): 357–72. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v3i5.274.

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Abstract:
La crisi provocata dalla pandemia rappresenta una sfida senza precedenti per le comunità educative chiamate a dare una notevole prova di impegno, creatività e collaborazione tra pari per garantire la continuità dell’apprendimento e fornire a tutti gli studenti un’istruzione di qualità. Per affrontare tale sfida è necessario investire nella formazione degli insegnanti, affinché sviluppino competenze sempre più in linea con l’attuale contesto. Questo contributo tratterà più specificamente il tema dello sviluppo professionale continuo degli insegnanti in Europa, basandosi sull’analisi dei dati Eurydice 2020 e TALIS 2018. Si passeranno in rassegna modelli e partecipazione degli insegnanti allo sviluppo professionale, evidenziandone anche lo status nella normativa centrale e la sua pianificazione a livello scolastico.
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Vinci, Viviana. "Le competenze imprenditoriali degli insegnanti: sfide per la formazione." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 1 (June 2020): 398–425. http://dx.doi.org/10.3280/ess1-2020oa9496.

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Abstract:
L'imprenditorialità è una competenza chiave nell'ambito del quadro europeo considerata un potente volano della crescita economica, dell'innovazione e dell'emancipazione sociale. Il contributo presenta le risultanze di un'indagine esplorativa, condotta all'interno del Corso di sviluppo professionale DidaSco La progettazione europea nella scuola dell'autonomia (2019/2020). L'indagine, condotta attraverso la somministrazione di un questionario elaborato secondo l'European Entrepreneurship Competence Framework EntreComp (Bacigalupo et al., 2016), mira a comprendere le rappresentazioni degli insegnanti sulle competenze imprenditoriali del docente e sulle variabili che agevolano lo sviluppo dell'imprenditorialità a scuola, oltre che a individuare i bisogni di formazione percepiti dai docenti. I risultati mostrano l'importanza di costruire ecosistemi multidimensionali di apprendimento. Si avverte inoltre la necessità di valorizzare il ruolo del Dirigente scolastico nel supportare l'educazione imprenditoriale come processo di sviluppo dell'intero contesto scolastico.
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Bianchi, Francesca, Nicolina Bosco, Caterina Garofano, and Alessandra Romano. "Tradurre l'orientamento in pratica: laboratori per lo sviluppo delle prefigurazioni professionali degli studenti e delle studentesse." EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, no. 2 (July 2021): 5–19. http://dx.doi.org/10.3280/erp2-2021oa12112.

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Abstract:
Il presente contributo si inserisce all'interno del Progetto "SUPER - Percorsi di orientamento e tutorato per promuovere il successo universitario e professionale" promosso dal Dipartimento di Scienze della formazione, scienze umane e della comunicazione interculturale dell'Università di Siena.L'articolo descrive i laboratori e gli interventi di tutoring realizzati con studenti e studentesse del Corso L-19 dell'Ateneo senese e con studenti delle scuole secondarie di secondo grado del territorio aretino al fine di promuovere percorsi di orientamento al lavoro che favoriscano la scelta consapevole del percorso accademico supportando lo studente nella costruzione della propria traiettoria professionale. Le due esperienze di percorsi laboratoriali presentati in questa sede sottolineano la necessità dell'uso delle metodologie riflessive per intercettare nuovi schemi di intervento ed azione per l'orientamento universitario.
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Marino, Raffaele. "Obiettivo 2: Formazione e scuola della magistratura nel contesto europeo." QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 2 (May 2009): 139–48. http://dx.doi.org/10.3280/qg2009-002011.

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Abstract:
- Una formazione moderna e culturalmente aperta č uno degli strumenti fondamentali per garantire alla magistratura un livello professionale adeguato e, conseguentemente, la credibilitŕ di cui ha bisogno. Per questo, nel momento in cui sta per vedere la luce la Scuola della magistratura, č utile uno sguardo alle esperienze dei Paesi a noi vicini. Anzitutto a quella francese, che conosce una fra le piů riuscite e originali strutture formative. Ma anche a quelle di altre realtŕ europee di recente analizzate in una interessante ricerca dell'Institut des Hautes Etudes sur la Justice. Comuni a tutte queste esperienze sono l'applicazione di metodi formativi partecipati e l'attenzione anche a discipline non giuridiche e al rapporto con soggetti esterni alla magistratura.
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Erba, Valeria. "L'insegnamento dell'urbanistica in Italia." Ciudades, no. 02 (February 1, 2018): 119. http://dx.doi.org/10.24197/ciudades.02.1995.119-126.

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Abstract:
Nel corso del 1993 sono state introdotte in Italia sostanziali innovazioni nel campo dell'insegnamento dell'Urbanistica in seguito all'approvazione del Nuovo Ordinamento delle Facoltà di Architettura, in attuazione della delibera CEE 85/384 sulla formazione finalizzata allo svolgimento delle attività esercitate col titolo professionale di architetto.L'insegnamento della disciplina propiamente chiamata Urbanistica viene tradizionalmente impartito in Italia nelle Facolta di Architettura e di Ingegneria, con la possibilità anche di connotare in modo specifico alcuni Corsi di Laurea delle due Facolta.
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Facchetti, Giulio, Micaela Grosso, and Paolo Nitti. "L'aggiornamento dei docenti di italiano L2. Una ricerca sulle necessità formative degli insegnanti." e-Scripta Romanica 7 (December 3, 2019): 29–39. http://dx.doi.org/10.18778/2392-0718.07.03.

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Abstract:
In questo contributo sono discussi i risultati di un questionario relativo alle necessità formative del personale docente, che si occupa di insegnamento dell’italiano L2. A partire dalla valutazione della letteratura scientifica di riferimento, è stato strutturato un questionario per rilevare i bisogni formativi e gli aspetti critici in merito alla dimensione della didattica dell’italiano L2. Dall’analisi dei dati emerge con chiarezza il desiderio di formazione di carattere linguistico e la necessità di ulteriori raccordi fra mondo accademico e professionale.
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Cormino, Francesco. "Formazione professionale e Mezzogiorno. Un caso di distorsione culturale e di degenerazione politica." Quaderni di Sociologia, no. 29 (August 1, 2002): 58–72. http://dx.doi.org/10.4000/qds.1275.

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Viviana Casano, Lilli. "Il ruolo delle relazioni industriali e della contrattazione collettiva nella costruzione di un mercato del lavoro di cura." ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE 40, no. 3 (December 2022): 79–100. http://dx.doi.org/10.3280/es2022-003008.

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Abstract:
Il contributo indaga alcuni nodi problematici che oggi si frappongono alla emersione e alla costruzione di un mercato del lavoro di cura dignitoso, con specifico riferimento al ruolo dei sistemi di relazioni industriali e della contrattazione collettiva. L'analisi ha riguardato 54 Con-tratti Collettivi Nazionali concentrandosi su norme e istituti centrali per lo studio della contrat-tazione collettiva nella sua funzione istituzionale (e preliminare) di costruzione, appunto, dei mercati di riferimento (sistemi di classificazione e inquadramento del personale, retribuzione, formazione e sviluppo professionale).
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Romano, Alessandra, and Nicolina Bosco. "Metodologie trasformative per promuovere apprendimenti emancipativi. Un'esperienza di ricerca-formazione con insegnanti." EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, no. 1 (July 2022): 115–30. http://dx.doi.org/10.3280/erp1-2022oa13734.

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Abstract:
Il contributo esplora l'attualità del pensiero pedagogico di matrice freiriana alla luce delle più recenti articolazioni della teoria trasformativa (Mezirow, 2003; Cranton & Taylor, 2012; Marsick & Neaman, 2018). Nello specifico, sono oggetto di indagine e sistematizzazione quegli approcci metodologici per lo sviluppo professionale dei docenti che sostengono processi di riflessione critica e trasformazione degli assunti distorti. Si presenta, poi, un'esperienza di ricerca-formazione condotta con gruppi di docenti di scuola primaria e secondaria di primo grado, che ha visto l'adozione di un set di metodologie trasformative finalizzate a supportare processi di apprendimento emancipativo.
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Pregno, Cristiana, and Barbara Rosina. "Tra sfiducia e insicurezza: strategie e strumenti del servizio sociale." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 4 (January 2013): 49–66. http://dx.doi.org/10.3280/sa2012-004003.

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Abstract:
L'assistente sociale č un professionista che puň ridurre la distanza tra il cittadino e l'istituzione attraverso la promozione di contatti tra sistemi diversi. Ha competenze e risorse per affrontare problemi specifici, esercita la sua expertise nel rapporto diretto con la persona e nella partecipazione e nella costruzione, a diversi livelli, di obiettivi e pratiche comuni fra servizi per la produzione di benessere e nella dimensione della valutazione di efficacia, di appropriatezza, di risultato, di qualitŕ, di soddisfazione dei cittadini. Le autrici, a partire da una riflessione sulla collocazione lavorativa degli assistenti sociali, sulle sfide poste dall'insicurezza e dalla sfiducia nell'agire professionale quotidiano, individuano nell'integrazione socio-sanitaria un luogo di co-costruzione della fiducia e nella formazione professionale continua la possibilitŕ di partecipazione attiva ai processi di integrazione fra politiche ed interventi nel rispetto dei riferimenti valoriali della professione.
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Bisanti, Tatiana. "L’apprendimento dell’italiano L2 nel cinema italiano contemporaneo." DIDIT. Didattica dell’italiano. Studi applicati di lingua e letteratura, no. 2 (November 16, 2022): 185–206. http://dx.doi.org/10.33683/didit.22.02.07.

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Abstract:
Nel contributo vengono presentati alcuni film italiani degli ultimi trent’anni che rappresentano l’interazione fra docente e apprendente nel contesto della lezione di italiano L2 (Pummarò, Lettere dal Sahara, La mia classe) o l’interazione fra parlanti nativi e non nativi in contesti extra-didattici (Io sono Li). Dal punto di vista linguistico, il contributo si sofferma sull’interlingua degli apprendenti, andando a verificare l’autenticità del parlato filmico. Dal punto di vista didattico, l’analisi si interroga sull’utilità di determinate sequenze filmiche per l’apprendimento L2/LS e la formazione professionale del docente di lingua straniera.
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Alessandrini, Giuditta. "Scenari della Riforma Gelmini, alta formazione e nuove prospettive di riconoscimento professionale del formatore." FOR - Rivista per la formazione, no. 83 (July 2010): 82–84. http://dx.doi.org/10.3280/for2010-083016.

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Benati, Igor, Elena Ragazzi, and Lisa Sella. "Valutare l'impatto della formazione professionale sull'inserimento lavorativo: lezioni da una ricerca in Regione Piemonte." RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no. 56 (September 2014): 26–47. http://dx.doi.org/10.3280/riv2013-056003.

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Wazlawick, Patrícia. "Pensiero filosofico della Cultura Umanistica come pressupposto alla Pedagogia Ontopsicologica: resultati del percorso formativo dei giovani nell’educazione universitariaPhilosophical thought of Humanistic Culture as a prerequisite to Ontopsychological Pedagogy: the training of young people in higher education results you." Saber Humano: Revista Científica da Faculdade Antonio Meneghetti 6, no. 8 (August 4, 2016): 29. http://dx.doi.org/10.18815/sh.2016v6n8.133.

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Abstract:
Ricerca esplorattiva ed empirica, approccio quantitativo-qualitativo, nell’interfaccia tra filosofia (pensiero filosofico della cultura umanistica), pedagogia ontopsicologica e educazione universitaria. L’obbiettivo generale è investigare come la pedagogia ontopsicologica contribuisce alla formazione personale/professionale dei giovani. Fondamentasi teoreticamente, in modo storico e pratico, nell’educazione, pedagogia ontopsicologica e formazione dei giovani nella contemporaneità. Il campione è stato formato con 49 giovani, studenti dei corsi di laurea in Amministrazione, Diritto e Sistemi Informativi, in una facoltà privata, localizzata in municipio al sud del Brasile. Questi giovani, età media di 25 anni, hanno risposto a tre test quantitativi di ricerca in due momenti diverse: quando si sono ingressati nei corsi di laurea, e di nuove mesi ad un anno dopo, caratterizando la seconda applicazione. I test utilizzati sono stati: a) Inventario dei Cinque Grandi Fattori della Personalità (Big Five); b) Scala Esistenziale di Längle; c) Test Forma Mentis. Dopo è stato applicato un questionario qualitativo con questione aperte, per raccogliere informazione di significati/sensi dei partecipanti che hanno avuto un maggior risultato di significanza statistica nell’applicazione dei test quantitativi. Lo studio ha realizzato analisi statistici e analisi del contenuto e del discorso. Con l’analisi e discussione dei risultati il problema di ricerca è stato risposto, siccome l’obbiettivo generale e gli obbiettivi specifici, producendo tre conclusioni principali. Si conclude che la pedagogia ontopsicologica contribuisce con resultati efficienti nell’aspetto psicologico dei giovani, una volta che la dinamica di sviluppo della personalità mentre il periodo studiato realmente esiste, e ausilia nello sviluppo sano personale, esistenziale e professionale degli studenti.
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Sicurello, Rossana. "La revisione dell'istruzione professionale: giovani, orientamento, competenze trasversali e occupabilità PDF." EXCELLENCE AND INNOVATION IN LEARNING AND TEACHING, no. 1 (June 2020): 5–28. http://dx.doi.org/10.3280/exioa1-2020oa10074.

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Abstract:
Il processo di globalizzazione e il progresso tecnologico alla base della Quarta Rivoluzione Industriale hanno sconvolto il tradizionale modello di organizzazione dell'istruzione e del mercato del lavoro divenuti sempre più dinamici e complessi. La formazione professionale, cercando di rispondere ai bisogni attuali dei singoli e della società della conoscenza e del lavoro 5.0, si sta adoperando per assicurare azioni efficaci di modernizzazione e di innovazione delle pratiche didattiche, formative e valutative, facendo dell'orientamento e della pratica lavorativa gli strumenti principali della loro azione. Lo scopo è quello di verificare la propria capacità di stare al passo con i cambiamenti sociali, nonché di contribuire in maniera significativa alla crescita economica e, quindi, alla promozione della mobilità e dell'employability di cui le soft skills costituiscono una dimensione chiave, soprattutto nell'ambito dell'attuale dibattito politico, sociale, culturale ed economico attorno al mercato del lavoro e al tema della disoccupazione.
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Bausch, Luca. "I ruoli del formatore tra tradizione e ricerca di una nuova identità." Swiss Journal of Educational Research 27, no. 2 (September 1, 2005): 253–67. http://dx.doi.org/10.24452/sjer.27.2.4706.

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Abstract:
La modularizzazione dei percorsi costituisce una risposta alla crescente domanda di flessibilizzazione e individualizzazione della formazione. Se da un lato questi processi sono forieri di un potenziale di emancipazione considerevole, dall’altro possono generare insicurezza e dipendenza, tali da rendere auspicabile l’introduzione di misure atte a ricomporre l’eterogeneità di percorsi composti da unità più o meno indipendenti e quindi portatrici di logiche interne di volta in volta diverse. Dalle nostre riflessioni – che, a partire dalle esperienze condotte presso l’ISPFP, si incentrano sulle funzioni che i professionisti della formazione sono chiamati ad assumere in questi nuovi contesti – sembrano emergere tre ruoli di formatore: il manager, il docente e l’accompagnatore. Se al primo competono principalmente compiti legati alla struttura dei percorsi e alla loro gestione, al docente – la cui attività si esplica normalmente all’interno del quadro ben definito di un modulo – spetta di ristrutturare la conoscenza (tendenzialmente privata del suo referente naturale, la disciplina) secondo nuovi criteri d’ordine, ad esempio il profilo di competenza mirato. Sempre maggior rilevanza assumono le funzioni legate all’accompagnamento che trovano il loro terreno di applicazione negli aspetti relazionali (punti di riferimento per la persona in formazione) e nel supporto ai processi di apprendimento (metacognizione, impiego di strumenti di formazione diversificati). L’azione formativa tende dunque a concentrarsi sui suoi aspetti metodologici e relazionali con una particolare attenzione ai processi di attribuzione di senso che, nel contesto di strutture modulari, non possono più essere dati per scontati.Le funzioni che caratterizzano i tre profili emersi possono combinarsi in maniera diversa in rapporto alle situazioni contingenti e in particolare alla tipologia di percorso modulare. Questo ci pone di fronte ad una serie di interrogativi relativi ai processi di costruzione dell’identità professionale: se la tendenza emergente è quella di una suddivisione del lavoro che vede le tre figure sempre più specializzate nei rispettivi settori di competenza, quali sono le rappresentazioni e attese indotte nelle persone in formazione? Quale la percezione, in termini di identità, che il formatore può avere di se stesso in quanto professionista?
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Angelo Paletta, Serena Greco, and Enrique Martín Santolaya. "Leadership, innovazione e cambiamento organizzativo. Promuovere comunità di apprendimento professionale." IUL Research 3, no. 5 (June 15, 2022): 1–5. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v3i5.361.

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Abstract:
Il concetto di Professional Learning Community (PLC) riconosce l’importanza di un processo di apprendimento continuo per tutti i suoi membri, promuovendo una cultura della ricerca, della sperimentazione e dell’innovazione come condizione necessaria in un ambiente complesso e dinamico per rispondere ai bisogni degli studenti. Le sfide educative del ventunesimo secolo sono spesso adattive e, dal punto di vista organizzativo, non possono essere affrontate seguendo una gerarchia verticale di decisioni-azioni e normali procedure operative. Weick e Sutcliffe hanno definito le organizzazioni capaci di affrontare le crisi con successo (High Reliability Organizations – HRO) come pienamente consapevoli e capaci di anticipare e contenere l’inatteso, sviluppando alte competenze e capacità decisionali, conoscenza trasformativa e responsabilità condivise. Applicata al contesto scolastico, la creazione di HRO si traduce nell’attenzione verso tutti quegli elementi che caratterizzano la scuola come definizione di una visione condivisa, investimento sulla formazione del personale, promozione di pratiche collaborative, ricerca, sperimentazione e innovazione, creazione di sistemi efficaci di knowledge management, apertura e interazioni con il territorio, sostegno a pratiche di leadership condivisa.
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