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Dissertations / Theses on the topic 'Formazione tecnica e professionale'

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Trippetti, Elisa. "Internazionalizzare le aziende locali. La formazione del traduttore tra traduzione attiva e revisione professionale." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/12711/.

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Abstract:
Il presente lavoro si inserisce nell’ambito del progetto “Language Toolkit: le lingue straniere al servizio dell’internazionalizzazione d’impresa”, promosso dal Dipartimento di Interpretazione e Traduzione di Forlì (Università di Bologna) in collaborazione con la Camera di Commercio di Forlì-Cesena. L’elaborato esamina un caso pratico di traduzione e revisione dall’italiano in inglese di documenti tecnici. L’incarico è stato assegnato dall’azienda forlivese Olitalia Srl, specializzata nella produzione e distribuzione di oli alimentari, ed è il risultato di un tirocinio curriculare avanzato di 300 ore. In primo luogo, questo lavoro vuole dimostrare che anche un traduttore in formazione è in grado di portare a termine con successo un incarico di traduzione verso la lingua straniera; in secondo luogo, vuole sottolineare che la revisione rappresenta una tappa fondamentale nel consolidamento della competenza traduttiva del discente. La revisione svolta da professionisti costituisce inoltre un momento importante per verificare l’adeguatezza della traduzione. La prima parte dell’elaborato inquadra i temi della traduzione verso la lingua straniera e della revisione; la seconda approfondisce la disciplina della traduzione tecnica e le caratteristiche dei linguaggi tecnico-specialistici; la terza parte illustra il contesto di lavoro, le risorse, gli strumenti, i metodi e gli interventi applicati nel processo traduttivo; la quarta presenta e commenta i due approcci professionali alla revisione, mentre la quinta propone alcuni spunti per l’approfondimento.
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Caroli, Simone. "Il sistema di formazione duale in Italia: il progetto "Integrazione scuola-lavoro in alternanza potenziata, apprendistato di primo livello, e apprendistato professionalizzante" della Fondazione A. Badoni." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2017. http://hdl.handle.net/10446/77238.

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Abstract:
Esiste, in Italia, la possibilità di sviluppare un sistema di formazione duale come quello tedesco? Sarebbe una possibilità economicamente sostenibile? Sarebbe accolto con favore dalle scuole e dagli enti formativi italiani? Su quali basi pedagogiche? E su quali, invece, giuridiche? Raccolto e revisionato un considerevole quantitativo di contributi letterari, il presente lavoro cerca di rispondere alle domande di cui sopra, guardando in particolare al sistema produttivo e formativo italiano, caratterizzati da piccole e medie imprese, e, dal lato della formazione, da una tendenza ad evitare contatti tra scuole e imprese. La literature review si concentra su tre aspetti. Primo, i vantaggi economici dell’attuazione di sistemi di formazione duale, in particolare nella forma legale dell’apprendistato e svolti in piccole e medie imprese. Secondo, i punti di vista delle ricerche giuridiche e pedagogiche su: formazione integrata scuola-lavoro, sistemi di formazione duale, apprendistato, e alternanza scuola-lavoro in genere, presentati insieme a studi statistici che rivelano la diffusione, in Italia, di questi schemi. Terzo, il processo di valutazione e validazione di competenze maturare nei contesti sopra menzionati. Nel corpo della tesi, quindi, sono presentati tre risultati principali. Primo, non esiste prova del fatto che sia impossibile attuare in Italia un sistema duale di successo; al contrario, tale attuazione sarebbe un’opportunità favorevole per aziende, giovani, istituzioni formative, e per il tessuto sociale in genere. Secondo, l’ordinamento italiano permette l’attivazione di un sistema di formazione duale pienamente e opportunamente strutturato. Considerando inoltre gli studi pedagogici esaminati, la letteratura ed il dibattito in materia sembrano giunti ad una maturazione tale da poter orientare la stesura di programmi e piani formativi, tenendo conto in particolare delle – non sempre ingiustificate – voci critiche e delle risposte date alle più rilevanti problematiche. Terzo, vi è la forte possibilità che a far da pietra d’angolo per il sistema italiano di formazione duale sia una procedura di valutazione ed attestazione di competenze funzionante a dovere, quale sintetizzazione di conoscenze ed abilità da poter spendere sia nel sistema formativo che sul mercato del lavoro. Un ultimo capitolo, infine, è dedicato alla presentazione di un case study: il sistema di formazione duale sperimentato dalla Fondazione A. Badoni di Lecco, che, sfruttando anche il dispositivo legale del recentemente riformato apprendistato per gli studenti delle scuole superiori, permette ai suoi partecipanti di ottenere un diploma di Istruzione e Formazione Professionale (IeFP) lavorando due o tre giorni alla settimane in aziende manifatturiere e frequentando un centro accreditato per l’erogazione di IeFP nei restanti giorni della settimana.<br>Is there an actual possibility, for Italy, to develop an educational dual system like the German one? Would this possibility be economically affordable? Could it be positively welcomed by Italian schools and VET institutions? What pedagogical basis on? And what about the legal ones? Collected and reviewed a valuable amount of literary contributions, this essay tries to answer the above questions, with particular regard about the Italian productive and educational systems, characterized by small and medium enterprises and, on the educational side, by a quite deep tendency to avoid contacts between schools and companies. The literature review focuses on three aspects. First, the economic advantages in implementing systems of dual education, particularly in the legal framework of the apprenticeship and in small and medium businesses. Second, the points of view of legal and pedagogical researches on the issues of: school-and-work integrated education, dual systems, apprenticeship, and school-and-work alternating training, presented together with statistical studies about the diffusion of such working-educational schemes in Italy. Third, the process of assessing and validating skills developed in the mentioned contexts. Within the body of the essay, then, the three main results of the examined studies are presented. First, there is no evidence against a successful implementation of a dual educational system in Italy; contrariwise, it would be a favorable opportunity for companies, youth, educational institutions, and the social texture in general. Second, the Italian regulation allows a fully and properly structured activation of dual educational system routes. Furthermore, considering the reviewed pedagogical studies, the literature and the debate seems mature enough to be able to advise how to orientate formative plans and programs, taking into particular account the – not always unjustified – critical voices and the replies about the most relevant issues. Third, there is the strong possibility that a properly functioning process of skills assessment and validation can be the corner stone of such dual educational system courses, synthesizing the acquisition of knowledge and abilities to be spent both in the education system and in the labor market. One last chapter, finally, is devoted to the presentation of a case study: the dual educational system experimented by the Fondazione A. Badoni of Lecco (Lombardy, Italy), which, exploiting also the legal framework of the newly reformed apprenticeship for school students, allows its participants to obtain a VET diploma working two or three days a week in manufacturing companies and attending a VET school for the rest of the week.
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SERINO, MARIO. "La questione docente: identità, formazione, sviluppo professionale." Doctoral thesis, Università di Foggia, 2016. http://hdl.handle.net/11369/352064.

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Abstract:
Dopo aver fatto un attento excursus storico-sociologico sulle ricerche effettuate negli ultimi quarant’anni relative al mondo degli insegnanti, la ricerca analizza attentamente i concetti di stress, stress lavorativo e burnout, con riferimento, in particolare, alla professione docente. Partendo dal presupposto che lo stress lavorativo ed il burnout sono fenomeni che colpiscono principalmente i lavoratori delle cosiddette helping professions, ci si chiede se le cause di questa condizione di malessere siano legate alle caratteristiche personali dell’individuo, alle sue modalità di reagire alle pressioni esterne, al suo senso di autoefficacia, o piuttosto alle caratteristiche del contesto lavorativo in cui agisce. Perché il burnout, un tempo legato soprattutto alle professioni sanitarie, oggi pare affliggere così pesantemente il contesto scolastico? Esiste una relazione tra i profondi cambiamenti verificatisi nell’ultimo quarantennio nell’ambito scolastico, e nelle richieste della società in generale, e l’attuale condizione di crisi vissuta dagli insegnanti? Se il burnout è così diffuso e così potenzialmente dannoso non solo per l’individuo, ma anche per l’organizzazione di cui fa parte, si può supporre che la comprensione chiara delle cause di disagio possa al contempo costituire, se non una soluzione, almeno una pista da seguire per il funzionamento più efficace di un’istituzione scolastica? Una corretta analisi della questione docente non può prescindere, dunque, da una lettura in chiave organizzativa della scuola, necessaria per osservarla non soltanto dal punto di vista dei processi pedagogici e didattici, ma anche dal punto di vista della gestione delle risorse e del personale, dell’organizzazione delle attività, dell’individuazione di modelli e strategie di governo, delle relazioni interne ed esterne. Per questo si è ritenuto necessario approfondire il concetto di cultura organizzativa e analizzare i modelli organizzativi cui la scuola si è ispirata nel passato e, soprattutto, quelli che la contraddistinguono nel presente. L’esposizione delle varie teorie organizzative, da quelle più lontane nel tempo a quelle più recenti e innovative, è servita, tra l’atro, a sottolineare il graduale passaggio nella scuola da una forma di organizzazione prevalentemente razionale e rigidamente scientifica (Taylor) ad una più squisitamente soggettiva (Schein). I radicali cambiamenti in atto nella società e nella scuola richiedono, dunque, una ridefinizione critica della professionalità docente, legata all’affermazione di nuovi modelli di professionismo anche di tipo organizzativo, collegiale e manageriale. Si fa strada, così, la rappresentazione di un insegnante come professionista dell’educazione e della formazione, capace di autoregolarsi, di accettare sfide, di assumere delle responsabilità, di confrontarsi con i problemi e di prendere in carico gli interessi del “cliente”, diventando, in altre parole, imprenditore di se stesso. Il cambiamento riguarda la trasformazione del ruolo dell’insegnante sia nell’aula che fuori. La scuola va considerata come una vera e propria organizzazione, una comunità di professionisti la cui efficacia formativa cresce e si rafforza se esiste un insieme di valori condivisi cui fare riferimento, se opera attraverso la collaborazione ed il lavoro coordinato e se è in grado di socializzare le buone pratiche didattiche. La qualità della scuola non dipende, tuttavia, solo dall’efficienza organizzativa, dalla disponibilità di risorse economiche, dalla modernità degli strumenti didattici o delle materie insegnate, ma è strettamente connessa anche ai modelli relazionali messi in atto dagli insegnanti, dai dirigenti e da tutti coloro i quali vi operano. La competenza relazionale è la capacità di gestire la complessità interpersonale, di attivare la comunicazione nelle varie direzioni, di negoziare i conflitti, di non manipolare le persone spacciando i propri interessi come interessi superiori dell’organizzazione. Essa consente di tener conto non solo dei compiti ma anche delle persone e di evitare che possano essere ridotte esclusivamente a “risorse” o “cose”. La collaborazione tra colleghi va perseguita non solo per motivi moralistici, ma anche per motivi pragmatici, essendo uno strumento fondamentale per il buon funzionamento istituzionale. Strettamente connesso alla questione docente è il tema della valutazione, intesa come valutazione dell’apporto dato dal docente alla scuola e come valorizzazione stessa del docente. Non si può delineare la nuova identità docente senza partire dalla consapevolezza della inevitabile inscindibilità del valore che riveste l’operato del singolo docente rispetto alla qualità e all’efficacia del funzionamento generale di un’intera istituzione scolastica. La valutazione del servizio scolastico è il frutto dell’apporto che ciascun docente dà all’istituzione in termini di qualità, per questo non può darsi una proficua definizione della funzione docente senza un contemporaneo confronto con quanto ci si aspetta, attraverso l’enunciazione di precisi indicatori di qualità, dall’erogazione di un servizio eccellente.
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Favaretto, Alida <1969&gt. "Formazione continua e sviluppo professionale dell'insegnante in ambiente Web." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2009. http://hdl.handle.net/10579/811.

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Ballerini, Gaia <1986&gt. "La formazione del traduttore specializzato tra didattica e mondo professionale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7725/1/Ballerini_Gaia_Tesi.pdf.

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Abstract:
Crescita esponenziale della conoscenza, accorciamento del ciclo di vita delle competenze e nuovi approcci tecnologici sono gli aspetti che disegnano un mercato della traduzione in costante e radicale mutamento. In un simile scenario, emerge la necessità di una metodologia didattica che risponda al bisogno di armonizzare la didattica della traduzione specializzata e le esigenze espresse dal mondo professionale. Il presente lavoro di ricerca si propone quindi di operare una sintesi armonica tra professione e i vari ambiti che convergono attivamente nella didattica della traduzione al fine di giungere a formulare una metodologia interdisciplinare basata sugli apporti della didattica della traduzione e sui dati provenienti dal mondo professionale, in un’ottica di fertilizzazione incrociata. Attraverso il confronto tra riflessioni e dati autentici provenienti dalla ricerca accademica e dalla pratica professionale, il presente lavoro di ricerca intende inoltre: 1) definire il rapporto attuale tra accademia e mondo professionale grazie alla ricognizione degli approcci didattici elaborati per l’insegnamento della traduzione specializzata e degli apporti del mondo professionale allo studio del settore; 2) condurre un’indagine conoscitiva (tramite compilazione di questionari diversificati) volta a investigare i metodi didattici adottati dai docenti nei moduli di traduzione tecnico-scientifica e fotografare la realtà professionale dei traduttori freelance, del traduttore presso le aziende di produzione e i profili delle agenzie di traduzione. L’indagine considererà docenti, traduttori e agenzie di Italia, Francia, Belgio, Regno Unito e Germania, mentre si concentrerà sulle provincie di Forlì-Cesena e Rimini per le aziende di produzione; 3) svolgere un confronto su temi selezionati tra accademia e mondo professionale.<br>Exponential growth of knowledge, shortening of competence life cycle and new technological approaches are the key elements outlining an ever-changing translation market. In such a setting, the need of a teaching method which integrates translation teaching and the requirements of the professional world becomes evident. Our research aims at meeting this need by developing an interdisciplinary methodology based on the contributions of translation teaching and on the data produced by the profession from a cross-fertilization perspective. Furthermore, by comparing authentic data resulting from the academic research and the professional practice, we analyze the current relationship between academia and professional world thanks to the examination of the didactic approaches developed for the specialized translation teaching and the contributions of the professional world to the sector study. We conduct a survey designed to investigate teaching methods in specialized translation classes and to portray the reality of professional freelance translators, in-house translators in companies and the profiles of language service providers (LSP). The survey will consider lecturers, senior lecturers, professors, freelance translators and LSP in Italy, France, Belgium, the United Kingdom and Germany, whereas it will focus on the areas of Forlì-Cesena and Rimini for the companies. In conclusion, we carry out a comparison of selected topics between academia and professional world.
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SPANO, ANDREA. "Educazione alla professionalità: Per una cultura pedagogica della formazione professionale." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2022. http://hdl.handle.net/11584/333149.

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Abstract:
This thesis discusses and promotes a humanistic way to interpret professionalism in the education and vocational training field. The aim of this research is contributing to transform the education of the future professionals into a concrete opportunity to make people able to participate in the social development, starting by supporting them in their processes of authentic development, both personal and professional. Currently, the theories and the principles that inspire the professionalizing practices in formal contexts are not closely connected to the foundations of the Philosophy of education based on the inheritance of The concept of Bildung. Therefore, in the first part of the thesis the points of contact and discordant elements among the theories of human Bildung and the patterns used in the educational practice for professionals are treated, in order to make emerge the problematic aspects that the maintenance of this separation produces. In accordance with the principle that says that every authentic professionalism can be achieved through a process that integrates the conformation to the professional models and differentiation from them, a new theoretical approach for the vocational training is proposed. It includes the reflections on (I) the authentical relationships among humans that can transform, both in the training contexts and in the professional practices, the interactions between trainers and trainees, among colleagues and between professionals and customers; (II) the subjective contributions that trainees can provide to their learning process and professional practices (emotions, opinions and personal attitudes are elements that are often marginalised in the training based on utilitarian training approaches); (III) the development of the reflective and transformative attitudes of the people, starting by the first stage of education till the adulthood.
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Borrelli, Lucia Maria. "Progettazione di un percorso di formazione professionale basato su Open Badge." Doctoral thesis, Università di Foggia, 2021. https://hdl.handle.net/11369/425188.

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Abstract:
Nell’era digitale, le istituzioni di istruzione e formazione professionale (IFP) sono emerse come ambienti di sviluppo trasformativi e flessibili; di conseguenza, è importante sviluppare opportunità di apprendimento professionale digitale che devono soddisfare i requisiti del mercato del lavoro europeo. Sono state condotte ricerche in merito a tali opportunità al fine di trovare nuovi strumenti per pianificare e condurre studi sul continuo sviluppo professionale e per raggiungere e mantenere le competenze versatili richieste nelle carriere di questi tempi. Questo studio mira a colmare un vuoto di ricerca riguardante lo sviluppo professionale avanzato basato sulle competenze, indagando il processo di apprendimento digitale aperto basato su badge nel contesto della formazione professionale. La domanda di ricerca considera come i badge digitali aperti strutturano il processo di apprendimento nel continuo sviluppo professionale delle nuove professioni pre e in servizio. La ricerca si è posta con l’obiettivo di esplorare le diverse idee, opinioni ed esperienze circa l’utilizzo di un sistema di badging all’interno di percorsi formativi professionali. Attraverso questo percorso si è sviluppata una comprensione profonda dei concetti e delle opportunità per il design di nuove pratiche educative. La domanda di ricerca ha esplorato il design di un percorso digitale di formazione professionale basato sull’applicazione delle logiche del gioco e di un sistema di micro-credentials. Ciò che è stato portato in evidenza è l’introduzione di cambiamenti necessari sia ai sistemi di erogazione, le piattaforme di e-learning, sia a quelli di gestione e pianificazione delle attività formative on line (gli LMS, Learning Management System) sia, infine al modo con cui vengono progettati e realizzati i corsi. La semplice sovrapposizione, come plug in, dei badge nelle piattaforme di e-learning, senza un adeguato progetto di cambiamento radicale del modo di fare formazione digitale, non produrrà i risultati sperati. La domanda generale di ricerca dello studio è la seguente: quali sono le best practice per il design di un percorso di formazione professionale basato open badge? L’entità dell’apprendimento digitale aperto basato su badge comprende materiali di apprendimento, criteri di badge, badge didattici, impalcature e supporto a tutti i corsisti. Questo studio offre approfondimenti sulla struttura del processo e la progettazione a più livelli per l’applicazione dell’approccio basato sulla Design based Research e badge digitali aperti e nello sviluppo professionale.<br>In the digital age, vocational education and training (VET) institutions emerged as transformative and flexible development environments; consequently, it is important to develop digital professional learning opportunities which must meet the requirements of the European labor market. The research has been conducted into these opportunities, in order to find new tools for planning and conducting continuing professional development studies and for achieving and maintaining the versatile skills required in careers these days. This study aims to fill a research gap regarding advanced skills-based professional development by investigating the open badge-based digital learning process in the context of vocational training. The research question considers how open digital badges structure the learning process in the continuous professional development of new pre and in-service professions. The research was aimed to explore different ideas, opinions and experiences regarding the use of a badging system within professional training courses. Through this route we have developed an understanding wave of concepts and opportunities for the design of new educational practices. The research question explored the design of a digital vocational training course based on the application of the logic of the game and a system of micro-credentials. What has been highlighted is the introduction of necessary changes both to the delivery systems, the e-learning platforms, and to those for the management and planning of online training activities (the LMS, Learning Management System) and, finally, to the way in which the courses are designed and implemented. The simple overlapping, as a plug-in, of badges in e-learning platforms, without an adequate project of radical change in the way of doing digital training, will not produce the desired results. The firm's general research question is: “What are the best practices for designing an open badge- based career path” ? The entity of digital learning based on open badge includes learning materials, badge criteria, educational badge, scaffolding and support to all the participants . This study provides insights into the structure of the process and planning at various levels for the 'application of ' approach based on Design Research based and digital badge open and professional development.
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BELLOTTO, BARBARA. "I PROCESSI DI FORMAZIONE INTEGRATA PER IL SAPERE PROFESSIONALE NEI SERVIZI SOCIALI." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2004. http://hdl.handle.net/10077/14647.

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LO, RE DONATO. "APPRENDISTATO E FORMAZIONE PROFESSIONALE: ESPERIENZE COMPARATE. STORIA PASSATA O RITORNO AL FUTURO?" Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/50310.

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Abstract:
L'argomento scelto riguarda l'apprendistato italiano, comparato con le principali esperienze europee, con particolare attenzione al modello nordico (Germania e Svezia). Si è poi guardato all' Europa e alle sue politiche di inclusione dei giovani, attraverso le vaire iniziative lanciate e di cui vengono forniti i dati. Nelle conclusioni, a seguito di un riassunto dell' intero elaborato, viene proposo un miglioramento di tale istituto, nella prospettiva di rendere tale strumento efficace ed efficiente.<br>The thesis' topic concers the Italian apprenticeship,compared with the main European experineces, particularly the Nordic model (German and Sweden).After this I direct myself to Europe and his inclusion policies for young people, analyzing the main initiatives, and providing the current data. Finally, after a brief thesis' resume, it is offered a possible improvement of this institut, in order to make it effective and efficient.
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LO, RE DONATO. "APPRENDISTATO E FORMAZIONE PROFESSIONALE: ESPERIENZE COMPARATE. STORIA PASSATA O RITORNO AL FUTURO?" Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/50310.

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Abstract:
L'argomento scelto riguarda l'apprendistato italiano, comparato con le principali esperienze europee, con particolare attenzione al modello nordico (Germania e Svezia). Si è poi guardato all' Europa e alle sue politiche di inclusione dei giovani, attraverso le vaire iniziative lanciate e di cui vengono forniti i dati. Nelle conclusioni, a seguito di un riassunto dell' intero elaborato, viene proposo un miglioramento di tale istituto, nella prospettiva di rendere tale strumento efficace ed efficiente.<br>The thesis' topic concers the Italian apprenticeship,compared with the main European experineces, particularly the Nordic model (German and Sweden).After this I direct myself to Europe and his inclusion policies for young people, analyzing the main initiatives, and providing the current data. Finally, after a brief thesis' resume, it is offered a possible improvement of this institut, in order to make it effective and efficient.
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ABBIATI, GIOVANNI. "LA FORMAZIONE DEGLI INSEGNANTI IN ITALIA. LA VALUTAZIONE DI DUE POLITICHE DI FORMAZIONE PROFESSIONALE PER INSEGNANTI DI SCUOLA MEDIA." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2013. http://hdl.handle.net/2434/219121.

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Abstract:
This dissertation aims at providing empirical evidence on the effectiveness of two training programs for math teachers in southern Italy (M@t.abel+ and PQM). The programs are structured as content focused, one year lenght blended training sessions. Exploiting similarities and differences in the training (mainly, on organization of tutoring sessions and the presence on incentives), the analysis show positive effects of the training on both students outcomes and teacher short and medium term behaviours. Implications for policy are discussed.
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Messina, Irene <1987&gt. "Riletture del “Dizi Gui” nella formazione morale professionale della Cina moderna e contemporanea." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6352.

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Abstract:
La tesi in questione si prefigge l’obiettivo di tradurre tre articoli, di tipo informativo-espositivo, relativi al “Dizi Gui”, manuale di precetti morali confuciani. Negli articoli si evince come oggi giorno la Cina, quasi in modo indistinto, applichi questi princìpi a svariati ambiti tra cui quello dell’educazione, della formazione professionale e delle arti marziali. Per rendere più fruibile e comprensibile il lavoro svolto, l’elaborato è stato strutturato in capitoli ben distinti. Il primo capitolo si aprirà con una prefazione esplicativa in cui verrà introdotto il significato e l’origine del “Dizi Gui”, nonché l’attualizzazione di quest’ultimo nella Cina di oggi. Il capitolo successivo darà spazio alla vera e propria traduzione, dalla lingua cinese a quella italiana, dei tre articoli in questione. Il terzo e il quarto capitolo saranno dedicati, invece, ai commenti traduttologici (con introduzione), uno per articolo e sarà proprio in questa fase che verranno analizzati i vari problemi traduttologici riscontrati dal traduttore e le macro e micro strategie adottate per risolverli. Infine, l’ultima parte della tesi presenterà le conclusioni in cui verranno esposte le riflessioni finali sull’intero elaborato.
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Tonioli, Valeria. "La mediazione interlinguistica ed interculturale in Italia: stato dell’arte, formazione professionale e implicazioni glottodidattiche." Doctoral thesis, Universitat Autònoma de Barcelona, 2017. http://hdl.handle.net/10803/402235.

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Abstract:
L’oggetto della nostra indagine è la comunicazione e la mediazione interlinguistica ed interculturale tra parlanti di diverse lingue. Nello specifico, ci siamo domandati come agissero i mediatori per facilitare la comunicazione e se il modello di comunicazione interculturale della scuola veneziana (Balboni, Caon, 2015) potesse apportare un significativo contributo nella formazione dei mediatori. Dallo studio della letteratura esistente, è emerso che un’analisi qualitativa concernente le abilità comunicativo-relazionali nella loro formazione non è stata ancora sistematizzata. All’interno del nostro lavoro, abbiamo realizzato uno studio qualitativo sulla figura del mediatore interlinguistico ed interculturale in Italia. In particolare abbiamo svolto una prima indagine relativa ad ambiti di intervento, ruoli e formazione dei mediatori in alcune regioni italiane. Secondariamente, abbiamo somministrato un questionario a 80 mediatori per indagare la formazione specifica sui temi delle comunicazione interculturale, tecniche e strategie impiegate per facilitare la comunicazione in diversi ambiti di intervento. Infine, sono state osservate e audio-registrate alcune sessioni di mediazione interlinguistica ed interculturale in ospedali e centri AUSL di due diverse regioni italiane. È stato quindi condotto un piccolo studio di caso con l’obiettivo di verificare quali strategie e tecniche di mediazione impieghino effettivamente i mediatori nella facilitazione della comunicazione tra interlocutori ed utenti che accedono ai servizi socio-sanitari. Dopo una prima osservazione sul campo e registrazione delle mediazioni, abbiamo trascritto le conversazioni e abbiamo caricato i dati nel software di analisi qualitativo Atlas.ti. Una volta caricati nel programma i summenzionati dati, abbiamo analizzato le mediazioni attraverso una metodologia qualitativa basata sullo studio di caso ed elaborata dal gruppo di ricerca MIRAS dell’Università Autònoma di Barcellona. Oltre allo studio di caso relativo alle sessioni di mediazione in ambito socio-sanitario, abbiamo intervistato e realizzato focus groups ai mediatori coinvolti nelle stesse sessioni. La scelta di intervistare i mediatori sulla propria percezione delle tecniche e strategie impiegate per facilitare la comunicazione è dipesa dalla necessità di triangolare i dati raccolti nello studio di caso. Anche in occasione delle interviste e dei focus groups abbiamo utilizzato il software Atlas.ti per analizzare i dati.<br>Our research focuses on the interlinguistic and intercultural communication and mediation among speakers of different languages. In particular, we have tried to understand how mediators acted when facilitating the communication and whether the intercultural communication model developed by the school of Venice (Balboni, Caon, 2015) could make a meaningful contribution to the mediator training. Indeed, according to the existing literature, there is no systematic qualitative research focusing on the communicational and relational skills during that training. In our work we have made a qualitative research on the role of the interlinguistic and intercultural mediator in Italy. In particular, we have first carried out an investigation on the different scopes of action, the roles, and the training of mediators in some Italian regions. Then, we have administered a questionnaire to 80 mediators to examine the specific training on intercultural communication, the techniques, and the strategies used to facilitate the communication in the different scopes of action. Finally, we have observed and audio-recorded some sessions of interlinguistic and intercultural mediation in hospitals and AUSL centres in two different Italian regions. After the survey, we have carried out a case study aimed at evaluating what mediation strategies and techniques mediators actually employ when facilitating the communication between the speakers and the customers of the social-health care services. After a first field observation and the recording of the mediation sessions, we have transcribed the conversations and uploaded the data on Atlat.ti, the software program for the qualitative analysis. After uploading the data, we have analysed the mediation sessions using a qualitative methodology based on the case study and designed by the research group MIRAS of “Universitat Autònoma” of Barcelona. Besides the above mentioned case study, we have interviewed the mediators who took part to those sessions and involved them in focus groups. We have decided to interview the mediators on their perception of the techniques and strategies used to facilitate the communication, since we needed to triangulate the data collected during the case study. We have used Atlat.ti also for the analysis of the data taken from the interviews and the focus groups.
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Tonioli, Valeria <1985&gt. "La mediazione interlinguistica ed interculturale in Italia: stato dell’arte, formazione professionale e implicazioni glottodidattiche." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/10293.

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Abstract:
L’oggetto della nostra indagine è la comunicazione e la mediazione interlinguistica ed interculturale tra parlanti di diverse lingue. Nello specifico, ci siamo domandati come agissero i mediatori per facilitare la comunicazione e se il modello di comunicazione interculturale della scuola veneziana (Balboni, Caon, 2015) potesse apportare un significativo contributo nella formazione dei mediatori in quanto, dallo studio della letteratura esistente, è emerso che un’analisi qualitativa concernente le abilità comunicativo-relazionali nella loro formazione non è stata ancora sistematizzata. All’interno del nostro lavoro, abbiamo realizzato uno studio qualitativo sulla figura del mediatore interlinguistico ed interculturale in Italia. In particolare abbiamo svolto una prima indagine relativa ad ambiti di intervento, ruoli e formazione dei mediatori in alcune regioni italiane. Secondariamente, abbiamo somministrato un questionario a 80 mediatori per indagare la formazione specifica sui temi delle comunicazione interculturale, tecniche e strategie impiegate per facilitare la comunicazione in diversi ambiti di intervento. Infine, sono state osservate e audio-registrate alcune sessioni di mediazione interlinguistica ed interculturale in ospedali e centri AUSL di due diverse regioni italiane. È stato quindi condotto un piccolo studio di caso con l’obiettivo di verificare quali strategie e tecniche di mediazione impieghino effettivamente i mediatori nella facilitazione della comunicazione tra interlocutori ed utenti che accedono ai servizi socio-sanitari. Dopo una prima osservazione sul campo e registrazione delle mediazioni, abbiamo trascritto le conversazioni e abbiamo caricato i dati nel software di analisi qualitativo Atlas.ti. Una volta caricati nel programma i summenzionati dati, abbiamo analizzato le mediazioni attraverso una metodologia qualitativa basata sullo studio di caso ed elaborata dal gruppo di ricerca MIRAS dell’Università Autònoma di Barcellona. Oltre allo studio di caso relativo alle sessioni di mediazione in ambito socio-sanitario, abbiamo intervistato e realizzato focus groups ai mediatori coinvolti nelle stesse sessioni. La scelta di intervistare i mediatori sulla propria percezione delle tecniche e strategie impiegate per facilitare la comunicazione è dipesa dalla necessità di triangolare i dati raccolti nello studio di caso. Anche in occasione delle interviste e dei focus groups abbiamo utilizzato il software Atlas.ti per analizzare i dati. A conclusione del lavoro sul campo, infine, abbiamo elaborato una prova di certificazione delle competenze in comunicazione interculturale (Comlint) che è stata sottoposta con una prova pilota ad un campione di 80 mediatori provenienti da diverse regioni italiane.
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SCARLINO, Annalisa. "La costruzione di un moderno sistema di placement a partire dai centri di formazione professionale territoriali. Il caso di Scuola Centrale Formazione." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2022. http://hdl.handle.net/10446/213031.

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16

Degliesposti, Elisa. "La mediazione linguistico-culturale in ambito socio-sanitario in Italia: potenzialita e criticità della figura professionale." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Abstract:
Il presente elaborato si propone di esaminare il ruolo del mediatore linguistico-culturale nell'ambito socio-sanitario in Italia. In particolare, l’analisi si focalizza sulla necessità di formare una figura professionale funzionale al conseguimento di obiettivi specifici. Vengono altresì illustrate, con riferimento ad esperienze maturate in altri paesi, le regole di buona pratica esistenti che la/il professionista dovrebbe rispettare durante lo svolgimento della propria attività. A questo proposito, verranno prese in considerazione alcune criticità e difficoltà in cui può incorrere il mediatore linguistico-culturale, riconducibili a diversi fattori di stress psico-fisico nel corso della propria attività.
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Gulisano, Daniela. "Formazione, lavoro, sapere professionale. Modelli e pratiche di alternanza formativa in Italia e in Francia." Doctoral thesis, Università di Catania, 2017. http://hdl.handle.net/10761/3911.

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Abstract:
Nella letteratura pedagogica contemporanea, il lavoro rappresenta una delle dimensioni maggiormente attraversate dai venti impetuosi del cambiamento: la discontinuità, la frammentazione, l ibridazione, si configurano quali nuovi condizionamenti sociali e culturali che coinvolgono la stessa natura umana e il suo potenziale conoscitivo, influenzando in positivo o in negativo, il modo di pensare una pedagogia del lavoro tesa a progettare il futuro del soggetto-persona contemporaneo. In questo senso, appare chiara l esigenza pedagogica di aprire la scuola alla vita concreta, di fare del lavoro manuale uno strumento per lo sviluppo integrale e integrato della persona. Pertanto, prende forma la nuova frontiera dell alternanza formativa volta ad accompagnare il giovane studente nel percorso di ricerca vocazionale e professionale.
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GULISANO, DANIELA. "Formazione, lavoro, sapere professionale. Modelli e pratiche di alternanza formativa in Italia e in Francia." Doctoral thesis, Università degli studi di Catania, 2017. http://hdl.handle.net/20.500.11769/491020.

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Abstract:
Nella letteratura pedagogica contemporanea, il lavoro rappresenta una delle dimensioni maggiormente attraversate dai venti impetuosi del cambiamento: la discontinuità, la frammentazione, l’ibridazione, si configurano quali nuovi condizionamenti sociali e culturali che coinvolgono la stessa natura umana e il suo potenziale conoscitivo, influenzando in positivo o in negativo, il modo di pensare una pedagogia del lavoro tesa a progettare il futuro del soggetto-persona contemporaneo. In questo senso, appare chiara l’esigenza pedagogica di aprire la scuola alla vita concreta, di fare del lavoro manuale uno strumento per lo sviluppo integrale e integrato della persona. Pertanto, prende forma la nuova frontiera dell’alternanza formativa volta ad accompagnare il giovane studente nel percorso di ricerca vocazionale e professionale.<br>Contemporary pedagogical reflection can make assist in interpreting the connection between scholastic and working contexts. Its principal contribution is to underline reasons for the primacy of the person over the logic of profit, and also to promote the rediscovery of work as a typically human activity with value, functional to the achievement of a person s life goals. Hence the idea of a curriculum based on the alternation between school and the world, with reference to the spirit of initiative and entrepreneurship, and contributing to the integral formation of the person.
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NICOTRA, MARIANNA. "La vita come mediatore didattico. Nuovi paradigmi per le discipline umanistiche nell'istruzione e formazione professionale." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2016. http://hdl.handle.net/10446/71623.

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Muratorio, Alessia. "La formazione nel rapporto di lavoro e nei contratti formativi." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2009. http://hdl.handle.net/11577/3425626.

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Abstract:
This research has been developed in three different parts, which are necessary to entirely cover the issue of professional teaching and formation through the analysis of its multiple functions, context and objective. Within business relationships, human capital formation can be either technical or technological, on the basis of the classical statement: “theory means being able to do something”. Main objective of active politics is adaptation or creation of specific capacities. Human capital formation is mainly represented by either a basic or a high level training, which can be realized both at school and in the respective business place, according to specific typologies. Employability and valorization of professional capabilities are becoming more and more important, making involvement of each single person, choice of specific training path and companies able to recognize the value of workers. Such a training vocation of companies, underlined by the latest legislative and interpretative developments of classical business employment relationships, is particularly relevant when it goes to apprenticeship. Link between educational system and employment world is strong enough to make each company becoming a source of notions, both basic and transversal, capable of supporting the growth of the working citizen, and particularly, of the young student, assisting somehow public structures. Basically, we can say that companies are more and more asked to become a “training centre” and, somehow, to support (or entirely replace) the State, particularly when it goes to the first kind of apprenticeship, to the realization of the right/duty of training and to the kind of high level training. Anyway asking enterprises system to assume the trainer role, means risking to adapt training to their specific needs: companies will invest in both continuous and basic trainings, aligned (qualitative and quantitative) to the economical return of investment. This latest trend confirming the “public” function of a private company, increases doubts in the effective realization of employability and its real professional and private elevation.<br>La ricerca che si è portata avanti si articola in tre parti per affrontare la formazione professionale nelle sue molteplici funzioni a seconda del contesto in cui è posta e della finalità. All’interno dei rapporti di lavoro, essa diventa formazione tecnica o tecnologica, incardinata sulla tradizionale dicotomia competenze – saper fare. Nelle politiche attive l’obiettivo principale è poi la riconversione di conoscenze, l’adattamento o la creazione di capacità. La formazione dell’individuo è rappresentata principalmente da una preparazione di base o di più alto livello, compiuta nel sistema scolastico o nel lavoro, secondo determinate tipologie. Emerge sempre più la valorizzazione della capacità professionale e dell’employability, che rinvia in qualche modo al coinvolgimento dei singoli, nella scelta dei propri percorsi, e delle imprese per la valorizzazione della personalità dei lavoratori. L’idea di questa vocazione formativa dell’impresa, su cui insistono gli ultimi sviluppi legislativi ed interpretativi nel normale rapporto di lavoro, si fa più evidente nell’apprendistato. Qui è forte il legame tra sistema formativo e mondo produttivo che si è creato fa emergere l’impresa come dispensatrice di nozioni, di base e trasversali, di crescita del cittadino-lavoratore e, nella specie, del giovane studente – funzione questa appartenente più alle strutture pubbliche. In altri termini, si richiede sempre più all’impresa di diventare “centro formativo” e, per alcuni aspetti, di affiancare (se non sostituirsi) allo Stato-apparato soprattutto nel primo tipo di apprendistato, di espletamento del diritto-dovere di istruzione e formazione, ed il terzo tipo di alta formazione. Lasciare al sistema delle imprese un ruolo formativo significa però rischiare che la formazione si pieghi alle esigenze di esse: il soggetto economico investirà in formazione continua ed in formazione di base, come nella crescita della persona del lavoratore, in misura (qualitativamente e quantitativamente) proporzionale alla sua ricaduta produttiva. La più recente spinta nel confermare la funzione pubblicistica del privato aumenta i dubbi sulla reale attuazione dell’elevazione professionale (ed umana) e dell’employability.
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Merlo, Giulia. "La formazione professionale continua tra responsabilizzazione dell'impresa e individualizzazione dei percorsi professionali. Lezioni dal modello francese." Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2019. http://hdl.handle.net/11572/242312.

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Abstract:
This research aims to explore the most relevant legal tools developed to support the access of people, already active in the labour market, to vocational training measures; focusing on the protective role they may play both in the individual employment relationship and in the labour market. Regarding the first thematic core, the research will point out that current flexible productive structures require continuous realignment process of workers’ professional capital vis-a-vis the organizational needs. As far as the labour market dimension is concerned, according to the most recent theoretical perspectives, it is highlighted how training tools can assume an essential function in the dimension of professional security when projected towards the preventive protection of employment transitions. Starting from these premises, this research investigates possible regulatory answers to empower employers in order to maintain their workers professionalism, as well as to guarantee the employment security dimension. 2 In order to identify the most pertinent regulatory solutions, different approaches and instruments are analysed. In particular, the French and Italian legal systems are compared. These systems have adopted extremely different approaches to vocational training: in France the development of a complete and organic continuing training framework has been one of the absolute priorities in the field of social legislation, while in Italy, at the moment, there is no structured and unitary discipline on the matter. In particular, the comparative analysis reveals that in the French legal system, both the needs of adapting professional skills to organizational changes, and the "preventive" protection of employment transitions have found suitable regulatory responses. They have been provided through the provision of a complex system of employers’ duties, as well as by forecasting specific tools allowing direct and individual access to training measures. To the contrary, the Italian legal framework lacks clear requirements designed to empower companies with regard to the adaptation or development of the human capital of their workforce Furthermore, the Italian legal system does not provide for an individual right to training, which would allow workers to independently access training, on the basis of a personal and conscious prospect of professional development.
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Merlo, Giulia. "La formazione professionale continua tra responsabilizzazione dell'impresa e individualizzazione dei percorsi professionali. Lezioni dal modello francese." Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2019. http://hdl.handle.net/11572/242312.

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Abstract:
This research aims to explore the most relevant legal tools developed to support the access of people, already active in the labour market, to vocational training measures; focusing on the protective role they may play both in the individual employment relationship and in the labour market. Regarding the first thematic core, the research will point out that current flexible productive structures require continuous realignment process of workers’ professional capital vis-a-vis the organizational needs. As far as the labour market dimension is concerned, according to the most recent theoretical perspectives, it is highlighted how training tools can assume an essential function in the dimension of professional security when projected towards the preventive protection of employment transitions. Starting from these premises, this research investigates possible regulatory answers to empower employers in order to maintain their workers professionalism, as well as to guarantee the employment security dimension. 2 In order to identify the most pertinent regulatory solutions, different approaches and instruments are analysed. In particular, the French and Italian legal systems are compared. These systems have adopted extremely different approaches to vocational training: in France the development of a complete and organic continuing training framework has been one of the absolute priorities in the field of social legislation, while in Italy, at the moment, there is no structured and unitary discipline on the matter. In particular, the comparative analysis reveals that in the French legal system, both the needs of adapting professional skills to organizational changes, and the "preventive" protection of employment transitions have found suitable regulatory responses. They have been provided through the provision of a complex system of employers’ duties, as well as by forecasting specific tools allowing direct and individual access to training measures. To the contrary, the Italian legal framework lacks clear requirements designed to empower companies with regard to the adaptation or development of the human capital of their workforce Furthermore, the Italian legal system does not provide for an individual right to training, which would allow workers to independently access training, on the basis of a personal and conscious prospect of professional development.
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Maglione, Tiziana. "Le Acli e la formazione professionale. Ragioni e modalità di un impegno nell'Italia del secondo dopoguerra." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2018. http://hdl.handle.net/11577/3423285.

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Abstract:
My research project is on professional development in ACLI (Christian Associations of Italian Workers). The objective of my research is to find, investigate and classify (from a pedagogical point of view) the educational models and professional training implemented by the ACLI from 1945. Nineteen forty-five was the year when Italy was being rebuilt and it was the start of the Italian economic growth. My research field has not been previously investigated. This research will use mainly qualitative methods and techniques, like for example: the analysis of written documentation (acts from meetings or parliamentary sources) and oral sources (and ex-lecturers)<br>Il mio progetto di ricerca riguarda la formazione professionale nelle ACLI (Associazioni cattoliche lavoratori italiani). L’obiettivo della ricerca è quello di individuare, indagare e classificare, da un punto di vista pedagogico, i modelli di istruzione e formazione professionale messi in atto dalle ACLI dal secondo dopoguerra. L’ambito del quale mi occupo non è ancora stato approfondito da nessuno studio. Si tratta di una ricerca interpretativa (qualitativa). I metodi e le tecniche che utilizzo sono ad esempio: l’analisi di fonti scritte (atti di convegni, fonti parlamentari) e orali (documenti).
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Faes, Jordan <1982&gt. "Lo studio di caso: la percezione dello studio del tedesco come seconda lingua straniera nella formazione professionale trentina." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5442.

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Abstract:
La tesi prende spunto da una serie di indagini elaborate dalla collana SAIL (Studi sull'apprendimento e l'insegnamento linguistico) del Centro di Ricerca sulla Didattica delle Lingue dell'università Ca' Foscari di Venezia che nella sua offerta editoriale si occupa di indagini quantitative e qualitative su aspetti particolari dell’insegnamento linguistico nei vari ambiti formativi. Nello specifico si è adottato come modello di riferimento il volume di Caon (Caon, 2012) che analizza la percezione personale dello studio del francese da parte degli studenti della scuola secondaria di primo grado, applicandolo allo studio del tedesco come seconda lingua straniera nella scuola secondaria di secondo grado dedicata alla formazione professionale in Trentino Alto Adige. Capitolo 1 Si parte da un'analisi storica che analizza l'importanza dell'educazione linguistica nella politica di plurilinguismo promossa dall'Unione Europea e le azioni concrete per la sua realizzazione. L'attenzione si sposta poi sulle scelte istituzionali italiane in risposta alle direttive della Comunità Europea che con il Trattato di Maastricht del 1992 richiede lo studio dell'inglese obbligatorio e di una seconda lingua comunitaria. Per fornire una contestualizzazione della ricerca proposta nei capitoli successivi, si conclude con una descrizione della risposta formativa in ambito linguistico della Provincia Autonoma di Trento e della scuola professionale CFP Tesero, dove l'indagine è stata somministrata Capitolo 2 Il secondo capitolo introduce i nuclei concettuali attorno ai quali sono state sviluppate le domande del questionario proposto. L'obiettivo è quello di chiedere direttamente agli iscritti le informazioni e le opinioni che diventano i dati su cui elaborare delle proposte didattiche e metodologiche finalizzate al rinforzo della componente motivazionale e del piacere, “lo stato emotivo che favorisce l'apprendimento efficace” (Caon, 2012:10). Nel primo nucleo si espongono i principali aspetti psicologici dell'educazione linguistica e le teorie motivazionali applicate all'insegnamento in classe. Si passa poi ad alcune riflessioni sulla percezione degli studenti a proposito del ruolo dell'insegnante, della metodologia alla quale sono stati abituati e del materiale didattico. Capitolo 3 - 4 Lo strumento che si è deciso di adottare per misurare e osservare la percezione del valore dell'apprendimento del tedesco nello studio di caso che si è scelto, il Centro di Formazione Professionale ENAIP di Tesero, è un questionario con domande chiuse e aperte sia in formato cartaceo che nella sua versione on-line. Per ragionare su dati sia quantitativi che qualitativi si è scelto di adottare una metodologia mista che permette la raccolta di un corpus di informazioni valide, affidabili e replicabili che tengano conto allo stesso tempo del contesto e della specificità del caso in questione. Capitolo 5 Dopo l'esposizione dei dati raccolti, nell'ultima sezione si conclude con alcune riflessioni di carattere glottodidattico che prendono spunto dalle esigenze dagli studenti stessi, con il fine di proporre delle soluzioni pratiche per incentivare la componente motivazionale dello studio del tedesco nelle classi del centro, per proporre delle metodologie didattiche che tengano conto delle caratteristiche personali dello studente e per migliorare la scelta del materiale didattico.
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DE, CANI LORENZO DANIELE. "UN DISPOSITIVO PER LA FORMAZIONE IN SERVIZIO DEI DOCENTI. L'ANALISI DELLA PRATICA PROFESSIONALE COME METODO DI RICERCA E INTERVENTO." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/42960.

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Abstract:
Sulla scorta degli studi sull’apprendimento continuo e sull’analisi del lavoro, e avendo come elemento cardine la prospettiva della professionalizzazione degli insegnanti, il lavoro affronta il tema della formazione in servizio intesa come processo privilegiato che, adeguatamente progettato e realizzato, è in grado di diventare laboratorio per la trasformazione dell’insegnante da preparato a esperto. Per raggiungere questo obiettivo, il lavoro di ricerca si è concretizzato nella progettazione e valutazione di un’attività di sviluppo professionale che ponesse i docenti nella condizione di prendere criticamente le distanze dal proprio agire quotidiano al fine di analizzare la propria pratica educativa e didattica per padroneggiarla con maggiore consapevolezza. E’ stata pertanto progettata una ricerca a partire dal costrutto della riflessività come competenza professionale da favorire per far acquisire meta-competenze in un percorso che rispettasse l’aderenza alla pratica in classe e favorisse il confronto tra colleghi, attraverso il ricorso alla metodologia dell’analisi del lavoro congiuntamente all’utilizzo del video come supporto e come stimolo.<br>Based on lifelong learning and practice analisys studies, and adopting a professionalization of teaching perspective, this work take on in service teacher training as a mean that, if properly designed and realized, can become the leverage for transforming an experienced teacher into an expert teacher. In order to do this, the researcher has designed and evaluated a professional development activity able to distance teachers from their daily duty to analyze their own educative and didactic practice and master it in a more conscious way. Following a practice analisys methodology and video-recording as support and stimulus, the research has revolved around the reflexivity concept as a professional competence to foster in order to get meta-competences in a way that could respect both context specific peculiarities and encouraged discussion between colleagues.
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DE, CANI LORENZO DANIELE. "UN DISPOSITIVO PER LA FORMAZIONE IN SERVIZIO DEI DOCENTI. L'ANALISI DELLA PRATICA PROFESSIONALE COME METODO DI RICERCA E INTERVENTO." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/42960.

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Abstract:
Sulla scorta degli studi sull’apprendimento continuo e sull’analisi del lavoro, e avendo come elemento cardine la prospettiva della professionalizzazione degli insegnanti, il lavoro affronta il tema della formazione in servizio intesa come processo privilegiato che, adeguatamente progettato e realizzato, è in grado di diventare laboratorio per la trasformazione dell’insegnante da preparato a esperto. Per raggiungere questo obiettivo, il lavoro di ricerca si è concretizzato nella progettazione e valutazione di un’attività di sviluppo professionale che ponesse i docenti nella condizione di prendere criticamente le distanze dal proprio agire quotidiano al fine di analizzare la propria pratica educativa e didattica per padroneggiarla con maggiore consapevolezza. E’ stata pertanto progettata una ricerca a partire dal costrutto della riflessività come competenza professionale da favorire per far acquisire meta-competenze in un percorso che rispettasse l’aderenza alla pratica in classe e favorisse il confronto tra colleghi, attraverso il ricorso alla metodologia dell’analisi del lavoro congiuntamente all’utilizzo del video come supporto e come stimolo.<br>Based on lifelong learning and practice analisys studies, and adopting a professionalization of teaching perspective, this work take on in service teacher training as a mean that, if properly designed and realized, can become the leverage for transforming an experienced teacher into an expert teacher. In order to do this, the researcher has designed and evaluated a professional development activity able to distance teachers from their daily duty to analyze their own educative and didactic practice and master it in a more conscious way. Following a practice analisys methodology and video-recording as support and stimulus, the research has revolved around the reflexivity concept as a professional competence to foster in order to get meta-competences in a way that could respect both context specific peculiarities and encouraged discussion between colleagues.
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ODDONE, FRANCESCA. "Percezione di autoefficacia e innovazione scolastica: un modello di formazione professionale per i docenti della scuola secondaria di primo grado." Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2018. http://hdl.handle.net/11567/929540.

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Trioli, Luigi. "Formazione in un'azienda di auto supersportive e implementazione del Training Center: il caso di Automobili Lamborghini." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016.

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OGGIONNI, FRANCESCA. "La supervisione pedagogica. Quadri concettuali, pratiche e criticità." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2012. http://hdl.handle.net/10281/28149.

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Abstract:
Pedagogical supervision is a meta-reflective tool thanks to which professional educators can experience the generative potential of reflection, dialogue with colleagues and comparison between knowledge acquired on the field, theories founding their praxis and intervention strategies developed in relation to different subjects, contexts and institutional partners. It is a vocational tool where thought and learning about educators’ professional identity and role, analyzed by focusing on premises, practices and praxis, looking for coherence between planning actions and intervention methodologies. It is a fundamental tool in broadening educators’ professional culture, even though it is hardly recognized as essential and indispensable. The present study starts from the belief that educators’ professionalism has to be thought and must make use of tools able to activate and oversee reflective and dialogical processes of (self-)evaluation and practical transformation, leading to the development of theories. Pedagogically centered reflection shared within work teams, services and organizations enables educators to review their praxis in terms of intentional aims and educational projects; but, above all, it makes them able to conceptualize knowledge acquired on the field and strengthen their own professional identity. The scanty production of thought around pedagogical supervision is an indication of its complexity, as well as the pedagogue’s difficulty in recognizing and being recognized as "the" depositary of knowledge about education as a profession. This in turn leads to the consequent risk of delegating the task of expanding the interpretative framework in which educational events are included to professionals from different disciplines, thus losing sight of the specific pedagogical point of view and aims. This study takes part in an open pedagogical debate, useful for increasing knowledge, but especially focusing on the significance and recognition of pedagogical supervision as a practice for supporting and enhancing educational professionalism, since it is an essential tool for the development of educators’ professional culture. Supervision, first of all, has been observed as an object to clarify both on the level of praxis and meanings, making a methodological mixture between phenomenological approach and grounded theory. The research was carried out, therefore, keeping the plan of theorization and the plan of praxis in constant and recursive dialogue: literature analysis and comparison with subjects making use of supervision as a professional tool were carried out simultaneously, through frequent references and stimuli to further reflection and investigation. Literature has provided information concerning the functions and the possible structures by which the supervision process can be accomplished; in order to extract from practices the multiplicity of contents, methodologies and reflections circulating within socio-educational services, a series of interviews were carried out with people variously involved in the supervision process: educators, representatives of organizations, professional supervisors. Therefore, supervision was enriched with elements of concreteness taken from narrations of current experiences, that have further defined it as a dynamic process, modulated according to needs and functions defined by work teams, starting from the formulation of questions on meaning and from the negotiation of objectives and contents. Supervision is not focused on practical problems, although it produces significant effects on the praxis through the implementation of reflective processes that increase educators’ levels of awareness and professionalism. It is a support tool in the process of constructing a professional identity and role, transversal to different areas and contexts of intervention. The professional figure of supervisor appears crucial, not only because his/her conceptual frameworks direct the focus of attention on education processes, but also because his/her methods of constructing the setting and management of working groups determine the course and the effectiveness of the supervision process. He/she has to show complete mastery in specific knowledge and transversal skills for whose acquisition, currently, he/she has assumed autonomous responsibility of self-training. However, a second level learning and training course (for which a structure hypothesis has been formulated) as well as a professional lifelong learning process are highly desirable. Within socio-educational services, multiple meta-reflective experiences related to learning, counseling, coordination and research processes are performed; a comparison with supervision has been made, offering some thoughtful insights about potentially confusing overlapping areas. Finally, in order to complete the attempt of analysis and recomposition of complexity, supervision has been replaced within the composite picture of places of reflection on educators’ professionalism, alongside team meetings, communities of practice and meaningful informality of daily comparison with colleagues and clients, as well as the need for self-reflective processes. These are thoughtful places in which educators can gain multiple skills and knowledge, broadening their professional culture.
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CARACCIOLO, MARIA TERESA. "Tutela della professionalità e danno alla persona." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/507.

Full text
Abstract:
La tesi affronta l'analisi del termine professionalità nell'eterogeneità di significati che assume negli statuti disciplinari dell'economia e della psicologia e quella più strettamente giuridica del rapporto tra professionalità, lavoro e formazione professionale. Essa affronta altresì l'indagine sul trattamento giuridico della professionalità nel contratto di lavoro e sui rimedi contro l'uso illegittimo dello ius variandi del datore di lavoro disciplinato dall'art. 2103 c.c.<br>The Ph. D. thesis deepens the analysis of the notion known as "professionalism", in the various context where it can be found out, from the economic matter to the psychological science, with a particular focus on the meaning of the afore-mentioned notion from a law standpoint and the relevant relationship between "Professionalism"", work and training. It also handles the law perspective to "Professionalism" within the context of the employment contract and on the remedies against an unlawful use of the so called "ius variandi" set forth by article 2103 of the Italian Civil Code
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CARACCIOLO, MARIA TERESA. "Tutela della professionalità e danno alla persona." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/507.

Full text
Abstract:
La tesi affronta l'analisi del termine professionalità nell'eterogeneità di significati che assume negli statuti disciplinari dell'economia e della psicologia e quella più strettamente giuridica del rapporto tra professionalità, lavoro e formazione professionale. Essa affronta altresì l'indagine sul trattamento giuridico della professionalità nel contratto di lavoro e sui rimedi contro l'uso illegittimo dello ius variandi del datore di lavoro disciplinato dall'art. 2103 c.c.<br>The Ph. D. thesis deepens the analysis of the notion known as "professionalism", in the various context where it can be found out, from the economic matter to the psychological science, with a particular focus on the meaning of the afore-mentioned notion from a law standpoint and the relevant relationship between "Professionalism"", work and training. It also handles the law perspective to "Professionalism" within the context of the employment contract and on the remedies against an unlawful use of the so called "ius variandi" set forth by article 2103 of the Italian Civil Code
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GRION, VALENTINA. "Costruire identità professionale in ambienti narrativi on line. Una ricerca sulla formazione di insegnanti in servizio in contesto di CL in SFP." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2009. http://hdl.handle.net/11577/3426062.

Full text
Abstract:
Theoretical Framework Professional Identity is currently receiving increased attention in the field of teacher education (Korthagen, 2004; Alsup 2005; Korthagen, Verkuyl, 2007). Korthagen (2004, Korthagen & Verkuyl, 2007) considers the professional identity as a central dimension in search of the essence of the “good teacher”. Alsup (2005) thinks that forming a professional identity is a central process of becoming an effective teacher. Teachers need a teacher education that provides them with opportunities to develop a satisfactory professional identity: they have to take care of themselves first, in order to better take care of others later. For this, teacher educators must bring issues of identity into the methods class and must talk to preservice teachers about the difficulty of professional identity development (Alsup, 2005). Taking a discursive constructionist perspective (Holstein, Gubrium, 2008), we think that in telling and sharing their narratives, teachers and students construct and perform their identities. To narrate one’s own history is a process that involves the “reflection on”, the selection and the adaptation of the events so as to render them meaningful for those, who narrate and try to persuade those who listen, of their significance. To recount history is therefore an important job of identity construction (Watson, 2006). The deeper understanding of themselves as teachers leads to an auto-transformation that represents a form of professional empowerment (Zembylas, 2003). In this light, professional identity is a narrative and discursive construction that takes place within institutions, with the help of the narrative resources available in certain settings (Holstein, Gubrium, 2000; Søreide, 2007). This construction continues as an ongoing process of positioning in the discourse (Davies, Harré, 1990). As Harré and van Langenhove (1999) highlight: the individual emerges through the process of social interaction, not as a more or less unchanged endproduct but as one who is shaped and reshaped through a variety of discursive practices in which they participate. Aim The aim of the research is to explore how teacher identities can be constructed through narrative in the online educational context of discussion. Specifically, it examines which narrative resources the participants use, and how they position themselves within the discussions, engaging in the ongoing process of identity construction. Methodology Participants. 13 in-service teachers with at least 4 years’ experience as teachers, enrolled in the online workshop during the second year of the Teacher Education University Course. Activities. Teacher-students were required to work individually or in 2 groups of 7 and 6 participants, for about three months on an asynchronous website. They were engaged in two kinds of activity: an individual activity in which they made a self presentation, defined the qualities of a “good teacher” and recounted their professional choice; a group activity where they discussed their stories and experiences as teachers. Data collection and analysis. The data comprised all the writings of the two groups: a) the texts that students wrote individually; b) the sequences of web-forum messages. With reference to Positioning theory (Harré, van Langenhove, 1999) we conducted a discourse analysis using the qualitative data analysis software AtlasTi: Findings In the 4 corpora of analysis, the participants made reference to a multitude of subjective positions, i.e. to emphasize different aspects of the understanding of oneself and one’s profession. Through analysis of the processes of identification and distancing from such subjective positions, brought into existence by the participants in the course of the narrations and interactions, have been emerging the identities that would seem to have greater significance for the teaching participants in the laboratory. Five identity constructs have been characterized: - the teacher in relation, strong identity construct, emerging from the narrations of the participants of both groups A and B, both in the individual phase and in group. It is the identity of the teacher engaged in an articulate series of relations with the various members of the scholastic reality. - the maternal teacher, less articulate and complex construct than the precedent, but emerging, in a less diffused way in the writing of the participants; it is the identity of the teacher who sees the educational relationship as “taking care” of the children, who represent the compass of their didactic action. - the teaching professional, an identity that takes shape in a clearly more defined way defined and in the two bodies of individual texts; it is an identity characterized by multiple dimensions, of which most important and common to the two groups, are those tied to the ability to collaborate and motivate the students. - the teacher in crisis, that emerges from the narrations shared by group A (of the two, that composed by the teachers with more years of service), and in particular by the body of the forum; it is the identity of the teacher in danger of burnout, tired and worn out, from their own working activity. - the teacher-person, defined by the minimum number of different subjective positions, but emerging with particular “urgency” and need to show oneself. It is the identity that takes form in the fluctuating, unstable and ambiguous space that is created between their personal identity and their professionalism. To all these identities, some participants have made reference in some way, from which, in some way, they were distanced. The individual construction process of the professional identity has been come about as a process of positioning and negotiation between the various possible identities emerging in the discursive context. It was added to verify how the emergent identities have space to overlap one another. The possibility of understanding the processes and the structures through which such constructions happen and in which images, beliefs, practices and reflections are included represents an important potentiality and an instrument of work for those who are engaged in the field of teacher training like those of scholastic policy and administration. In this sense the research throws light on possible training models for teachers in service. Throwing light on the resources and construction of narrative processes of the professional identity of the teacher in service, the search has shown other important implications. In the first place, the results confirm the idea already expressed by many investigators and widely discussed in the previous chapters of this work, that it does not make sense to propose to teachers in training a pre-manufactured and universal model of professional identity to adhere to since the professional identity construct is flexible, continuously constructed and reconstructed. In the second place they contribute to offer us uno glance, albeit limited, but also always meaningful, at today's scholastic reality, allowing the emergence of theoretical approaches, diffused beliefs, meaningful practices, that they represent the dominant value systems in the present school institution, or better, in daily scholastic life experienced by the participants. A reading of the data from the strictly more pedagogical point of view leads to finding that both the activities proposed in the on line laboratory, individual and group, can be considered meaningful since they have allowed the participants to make explicit and explore, at narrative level, one’s own professional and personal life in the search for a greater knowledge of oneself as teachers, is highlighted the value of the collective dimension of the forum as a place/tool most adequate for the carrying out of processes oriented towards a deeper knowledge of one’s own professional identity. In this general context is revealed that the search results have shown a kind of evolution of the two communities in the passage between the narration activity individual to that shared in the forum. The narrative sharing leads the participants to abandon some positions, probably the less meaningful for them, and to focus on a smaller number of aspects mainly shared. The interaction in the forum - sometimes enriched by oppositive type dynamics that have contributed to put into doubt little explored constructs, affirmations taken for granted - thus favours a greater elaboration of constructs and therefore a better exploration than any subjective position and definition of the identity construct.<br>In ambito di ricerca di formazione degli insegnanti un crescente interesse è dimostrato nei confronti del tema dell’identità professionale. Korthagen (2004, Korthagen & Verkuyl, 2007) considera l’identità professionale come dimensione particolarmente rilevante nella ricerca dell’essenza del “buon insegnante”. Alsup (2005) ritiene che formare un’identità professionale sia un processo centrale per assumere pienamente l’habitus d’insegnante. Gli insegnanti perciò necessitano di una formazione che offra loro opportunità per sviluppare soddisfacenti identità professionali: essi devono prendersi cura di sé, prima di poter meglio farsi carico degli altri. Per questo i formatori degli insegnanti dovrebbero porre le tematiche relative all’identità professionale al centro delle proprie proposte formative. Essi dovrebbero inoltre fare chiarezza con i formandi, sulle difficoltà che comporta raggiungere una soddisfacente e consapevole identità professionale. Assumendo una prospettiva discorsiva costruzionista (Holstein, Gubrium, 2008), si ritiene che raccontando e condividendo le proprie storie, gli insegnanti costruiscano e mostrino le loro identità. Narrare la propria storia è un processo che coinvolge la “riflessione su”, la selezione e l’adattamento degli eventi in maniera da renderli significativi per colui che narra e per cercare di persuadere della loro significatività colui che ascolta. Raccontare storie è perciò un importante lavoro di costruzione identitaria (Watson, 2006). La comprensione più profonda di sé come insegnanti conduce ad un’auto-trasformazione che rappresenta una forma di empowerment professionale (Zembylas, 2003). In questa prospettiva, l’identità risulta un costrutto narrativo e discorsivo che prende forma all’interno delle istituzioni, attraverso le risorse narrative disponibili in certi setting. (Holstein, Gubrium, 2000; Søreide, 2007). Questa costruzione si realizza come continuo processo di posizionamento nel discorso (Davies, Harré, 1990). Harré e van Langenhove (1999) sottolineano che l’individuo emerge, attraverso il processo d’interazione sociale, non come prodotto più o meno stabile, ma come costruito e ricostruito attraverso una varietà di pratiche discorsive alle quali egli partecipa. L’obiettivo della ricerca è quello di esplorare come l’identità professionale può essere costruita attraverso l’uso delle risorse narrative disponibili nel contesto di discussione on line. Specificamente si vogliono esaminare quali risorse narrative usano i partecipanti e come essi si posizionano all’interno del contesto, mentre sono impegnati nel processo di costruzione identitaria professionale. I partecipanti alla ricerca sono stati 13 insegnanti di scuola primaria o dell’infanzia, frequentanti il laboratorio on line di Tecnologie dell’istruzione nell’ambito del CL in Scienze della Formazione Primaria dell’Università di Padova. I soggetti sono stati divisi in 2 gruppi individuati in base all’età di servizio: il gruppo A formato dalle insegnanti con 8-10 anni di servizio nella scuola (insegnanti esperti) e il gruppo B formato dalle insegnanti con 4-5 anni di servizio nella scuola (insegnanti qualificati). I partecipanti hanno interagito fra di loro esclusivamente on line, in modalità testuale e asincrona, utilizzando una piattaforma specificamente realizzata. Le attività, che si sono svolte durante un lasso di tempo di circa tre mesi e sono state suddivise in una fase individuale, durante le quale essi hanno prodotto una presentazione di sé e descritto la propria visione del “buon insegnante”, e una di gruppo in cui hanno condiviso la propria scelta e i propri vissuti professionali. I dati hanno compreso gli scritti dei due gruppi: a) i testi che ciascuno studente ha scritto individualmente; b) le sequenze dei messaggi in forum. Utilizzando la Positioning Theory (Harré, van Langenhove, 1999), è stata condotta un’analisi del discorso con l’ausilio del software di analisi qualitative AtlasTi: Nei 4 corpora d’analisi le partecipanti hanno fatto riferimento a una moltitudine di posizioni soggettive, a sottolineare i differenti aspetti della comprensione di sé e del proprio lavoro. Attraverso l’analisi dei processi d'identificazione e distanziamento dalle posizioni soggettive espresse dai pari, sono andate emergendo le identità che sembrano avere avuto maggiore significatività per le insegnanti partecipanti al laboratorio. Sono stati individuati 5 costrutti identitari: - l’insegnante in relazione, costrutto identitario forte, emergente dalle narrazioni delle partecipanti di entrambi i gruppi A e B, sia in fase individuale, che in quella di gruppo. E’ l’identità dell’insegnante impegnato in una serie articolate di relazioni con i diversi componenti della realtà scolastica; - l’insegnante materna, costrutto meno articolato e complesso del precedente, ma emergente in modo diffuso negli scritti delle partecipanti; è l’identità dell’insegnante che intende il rapporto educativo come un “prendersi cura” dei bambini, i quali rappresentano la bussola della sua azione didattica; - l’insegnante professionista, un’identità che prende forma in modo nettamente più chiaro e definito nei due corpora dei testi individuali; è un’identità caratterizzata da molteplici dimensioni, di cui le più rilevanti e comuni ai due gruppi, sono quelle legate alla capacità di collaborare e di motivare gli allievi; - l’insegnante in crisi, che emerge dalle narrazioni condivise del gruppo A (fra i due, quello composto dagli insegnanti con più anni di servizio), e in particolare dal corpus del forum; è l’identità dell’insegnante in pericolo di burnout, stanco e logorato dalla propria attività lavorativa; - l’insegnante-persona, definita da numero minimo di diverse posizioni soggettive, ma emergente con particolare “urgenza” e bisogno di manifestarsi. E’ l’identità che prende forma nello spazio fluttuante, instabile e ambiguo che si crea fra la propria identità personale e la professionalità. A tutte queste identità, ciascuna partecipante ha fatto in qualche modo riferimento, da tutte vi si è, in qualche modo, distanziata. Il processo di costruzione individuale dell’identità professionale si è realizzato come processo di posizionamento e di negoziazione fra le varie possibili identità emergenti nel contesto discorsivo. Si è giunti inoltre a verificare come le identità emergenti abbiano spazi di sovrapposizione l’una all’altra. La possibilità di capire i processi e le strutture attraverso le quali tali costruzioni avvengono e quali immagini, credenze, pratiche, riflessioni vi siano comprese rappresenta un’importante potenzialità e uno strumento di lavoro per coloro che sono impegnati nel campo della formazione degli insegnanti, così come in quello dell’amministrazione e della politica scolastiche. In tal senso la ricerca getta luce su possibili modelli formativi per gli insegnanti in servizio. Focalizzando sulle risorse e sui processi di costruzione narrativa dell’identità professionale dell’insegnante in servizio, la ricerca ha mostrato altre importanti implicazioni. I risultati confermano, innanzitutto, l’idea, già espressa da molti ricercatori e ampiamente discussa nei precedenti capitoli di questo lavoro, che non abbia senso proporre agli insegnanti in formazione un modello preconfezionato e universale di identità professionale cui aderire, poiché il costrutto identitario professionale risulta flessibile, continuamente costruito e ricostruito, sempre situato. In secondo luogo essi contribuiscono ad offrirci uno squarcio, seppure limitato, ma pur sempre significativo, sull’odierna realtà scolastica, permettendo l’emergere di approcci teorici, credenze diffuse, pratiche, significati, che rappresentano i sistemi valoriali dominanti nell’attuale istituzione scuola, o meglio, nelle quotidianità scolastiche vissute dai partecipanti alla ricerca. Una lettura dei dati dal punto di vista più strettamente pedagogico conduce a rilevare che entrambe le attività proposte nel laboratorio on line, quella individuale e quella di gruppo, possono essere considerate significative poiché hanno permesso alle partecipanti di esplicitare ed esplorare, a livello narrativo, i propri vissuti professionali e personali in una crescente consapevolezza di sé come insegnanti. Va messo in luce il valore strategico del forum come luogo/strumento collettivo privilegiato alla realizzazione di processi orientati ad una più profonda consapevolezza della propria identità professionale. Va rilevato inoltre che i risultati della ricerca hanno mostrato una sorta di evoluzione delle due comunità (gruppi A e B) nel passaggio fra l’attività di narrazione individuale a quella condivisa nel forum. La condivisione narrativa conduce le partecipanti ad abbandonare alcune posizioni, probabilmente le meno significative per loro, e a focalizzarsi su un numero minore di aspetti maggiormente condivisi. L’interazione in forum - arricchita a volte da dinamiche di tipo oppositivo che hanno contribuito a mettere in discussione costrutti poco esplorati, affermazioni date per scontate - favorisce invece una maggiore elaborazione dei costrutti e perciò una migliore esplorazione di ciascuna posizione soggettiva e definizione del costrutto identitario.
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CATTANEO, AGNESE. "SAPERE D'AZIONE E COSTRUZIONE DELLA CONOSCENZA. LO SVILUPPO PROFESSIONALE DEGLI INSEGNANTI DI RICERCA, PRATICA RIFLESSIVA E INNOVAZIONE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/324.

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Abstract:
In relazione all'insegnamento, pare opportuno concentrare l'attenzione su di una peculiare forma di conoscenza prodotta nella e per la pratica professionale, il sapere d'azione, oggetto di studio soprattutto nel contesto francofono. L'ipotesi generale di ricerca che fonda il presente studio risulta incentrata sull'analisi, in prospettiva pedagogica, di tre dimensioni-chiave (la ricerca, la pratica riflessiva e la diffusione delle innovazioni e del cambiamento in ambito scolastico) che concorrono alla costruzione di tale sapere, considerato componente essenziale nello sviluppo professionale degli insegnanti. la riflessione su questi temi orienta la messa a punto di un sistema di analisi e descrizione delle iniziative di formazione continua attuate in sinergia fra il mondo della scuola e quello della ricerca scientifica.
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CATTANEO, AGNESE. "SAPERE D'AZIONE E COSTRUZIONE DELLA CONOSCENZA. LO SVILUPPO PROFESSIONALE DEGLI INSEGNANTI DI RICERCA, PRATICA RIFLESSIVA E INNOVAZIONE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/324.

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Abstract:
In relazione all'insegnamento, pare opportuno concentrare l'attenzione su di una peculiare forma di conoscenza prodotta nella e per la pratica professionale, il sapere d'azione, oggetto di studio soprattutto nel contesto francofono. L'ipotesi generale di ricerca che fonda il presente studio risulta incentrata sull'analisi, in prospettiva pedagogica, di tre dimensioni-chiave (la ricerca, la pratica riflessiva e la diffusione delle innovazioni e del cambiamento in ambito scolastico) che concorrono alla costruzione di tale sapere, considerato componente essenziale nello sviluppo professionale degli insegnanti. la riflessione su questi temi orienta la messa a punto di un sistema di analisi e descrizione delle iniziative di formazione continua attuate in sinergia fra il mondo della scuola e quello della ricerca scientifica.
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Ferranti, Cinzia. "Studio etnografico di una comunità professionale blended: il ruolo delle tecnologie formative nella prospettiva della Activity Theory." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3423132.

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Abstract:
Several educational models characterizing communities as environments that foster learning processes, have been formulated in recent years. In the literature we can find different constructs: the community of learning, the community of practice and the professional community. Most studies based on these constructs focus on the process of peer-education, on ways to participate, on the reification, and on the discursive processes allowing the participants to negotiate meanings or actions within the community. However, a better understanding of a community's salient features can be achieved by investigating it with a systemic approach. For this reason, we have adopted the Activity Theory perspective of Engeström, expanding the scope of the analysis from the community itself to a broader "activity system". From this perspective, communication technologies play an important role; their evolution allows to move some or all activities of these communities into online spaces. In such learning environments, members can share documents or descriptions of professional practices, discuss real-world issues related to their activities, seek various forms of consensus and alignment; and debate to better assess and determine how to act on the field. Therefore, we have conducted an ethnographic study of a blended professional community, which employs face-to-face and virtual tools and environments, in addition to communication technologies currently well established but completely new to the subjects under examination. The main goal of this investigation is to elucidate the role of educational technologies with the eventual goal of understanding the community’s professional and organizational culture. The project, viewed as an opportunity to provide change for participants (Engeström, 2008), strove also to gain insight concerning their activity system, the effects that learning in real work contexts can have, and into interactions among members. Consequently, the main goal of this investigation is to understand the community’s professional and organizational culture, in order to analyze the role of educational technologies towards the development of the community itself as well as in their real work context. The community was established and developed from a blended learning project involving 74 professionals working on animal health and food safety in the Veneto regional health system. Members includes physicians, veterinarians, safety technicians, biologists, chemists and nutritionists. Their educational objective is to improve the regional public health system ability to manage emergencies related to food risks. At the same time, the intervention was aimed to foster closer cooperation among practitioners and services involved in animal health and food hygiene, to ensure a better protection of public health. The project, viewed as an opportunity to provide change for participants (Engeström, 2008), strove also to gain insight concerning their activity system. To summarize, the aim of this investigation is to investigate the community from two point of views. Firstly, from inside, to reconstruct the community features. Secondly, from outside, through the extended perspective given by a complex network of actors and the system contradictions emerged in the description of the individuals' activity system. In addition to community analysis, we have elucidated how educational technologies can modify professionals's established practices and allow them to design new communicational structures to solve the major contradictions of the system. Finally, we proposed an innovative model of educational intervention historically and culturally based on the results of ethnographic study<br>Negli ultimi anni sono stati teorizzati molti modelli educativi legati ad una concezione di comunità intesa come ambiente capace di favorire processi di apprendimento. In letteratura si trovano diversi costrutti definiti come: comunità d’apprendimento o di discenti, comunità di pratica e comunità professionale. La maggior parte degli studi basati su di essi concentra l’attenzione sui processi di peer-education, sulle dinamiche di partecipazione, sul concetto di reificazione e sulle le pratiche discorsive che consentono di negoziare significati o azioni all’interno della comunità stessa. Una comprensione migliore delle caratteristiche di una comunità è però raggiungibile se la comunità viene indagata attraverso un approccio sistemico. Per tale motivo abbiamo adottato la prospettiva della Activity Theory di Engeström, ampliando l’unità d’analisi dalla comunità, al più ampio “sistema d’attività”. In questo senso ricoprono un ruolo particolare le tecnologie: l’evoluzione delle tecnologie della comunicazione ha permesso infatti di spostare in parte o totalmente l’attività di tali comunità in spazi online, a, nei quali i membri possono condividere documenti o singole descrizioni di pratiche professionali, confrontarsi sui problemi reali legati alle loro attività, cercare forme di consenso e di allineamento, confrontarsi collettivamente per meglio valutare e decidere sul campo. Da tale angolazione abbiamo perciò condotto uno studio etnografico di una comunità professionale blended, la quale si avvale di ambienti e strumenti sia face to face che virtuali, tecnologie della comunicazione ormai consolidate, ma del tutto nuove per i soggetti esaminati. L’obiettivo principale dell’ indagine è stato quindi quello di comprendere la cultura professionale e organizzativa della comunità, con il fine di analizzare il ruolo delle tecnologie della formazione nei processi di sviluppo della comunità stessa e nel loro reale contesto di lavoro. La comunità è nata e si è sviluppata a partire da un intervento formativo blended, coinvolgendo un gruppo di 74 professionisti della Regione del Veneto, che si occupano di sanità animale e igiene alimentare. Si tratta di medici, medici veterinari, tecnici della prevenzione, biologi, chimici e nutrizionisti per i quali l’intervento formativo ha avuto l’iniziale obiettivo di migliorare l'efficacia il sistema regionale di gestione delle emergenze legate al rischio alimentare. Allo stesso tempo l’intervento mirava a favorire una maggiore collaborazione tra i professionisti e tra i servizi che si occupano di sanità animale e igiene degli alimenti, per garantire una migliore tutela della salute del cittadino. L’intervento formativo ha rappresentato un’opportunità di cambiamento (Engeström, 2008), che ha fornito l’occasione per acquisire elementi utili per rappresentare il “sistema d’attività” della comunità in esame. In sintesi le finalità dello studio si sono perseguite investigando la comunità da due punti di vista: quello interno, che ha consentito di delinearne gli elementi strutturali e quello esterno, attraverso una prospettiva più estesa, data dalla rappresentazione della complessa rete di attori e di contraddizioni emerse nella descrizione del “sistema d’attività” in cui la comunità stessa agisce. A complemento dell’analisi della comunità abbiamo delineato le modalità con cui le tecnologie della formazione possano modificare le pratiche dei professionisti e consentano di progettare nuovi sistemi di comunicazione per risolvere le principali contraddizioni di sistema emerse. Infine, abbiamo proposto un innovativo modello di intervento formativo storicamente e culturalmente fondato sugli esiti dello studio etnografico
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Carletti, Stefano. "Dinamiche di formazione dell’ozono troposferico in funzione delle emissioni di precursori da sorgenti multiple ed eterogenee." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2014. http://hdl.handle.net/11566/242867.

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Abstract:
Nel corso degli anni le stazioni di monitoraggio della qualità dell’aria posizionate nella Regione Marche hanno registrato episodi acuti di ozono troposferico. Scopo del presente elaborato è quello di analizzare i meccanismi di formazione di questo inquinante, in particolare nell’Area ad Elevato Rischio di Crisi Ambientale (AERCA). Le reti di monitoraggio, i modelli e gli inventari delle emissioni sono i principali strumenti per il controllo della qualità dell’aria. Le centraline di monitoraggio misurano gli inquinanti in punti fissi. Inventari delle emissioni e modelli ambientali sono strettamente legati tra loro: tra i dati necessari per l’esecuzione di un sistema modellistico è richiesto un inventario dettagliato; allo stesso tempo, per l’aggiornamento e la validazione di un inventario è consigliato l’uso della modellistica. Data la complessità delle dinamiche di formazione e distruzione dell’ozono troposferico è stato necessario implementare il sistema modellistico RAMS-EPS3-CAMx-OSAT e applicare fattori correttivi alle emissioni riportate sugli inventari, al fine di armonizzare i risultati con i dati provenienti dalle centraline di monitoraggio e comprenderne così il meccanismo di formazione. Il modello per il calcolo dei campi di concentrazione degli inquinanti primari e secondari è CAMx (Comprensive Air quality Model with extensions); è un modello euleriano di trasporto, dispersione e trasformazione di inquinanti atmosferici. È fotochimico in quanto implementa meccanismi semplificati di fotochimica atmosferica, centrati sul ciclo NOX - O3 con intervento di composti organici volatili e radicali liberi. All’interno del codice è presente un modulo per lo studio delle variabili emissive che contribuiscono alla formazione dell’ozono: gruppi emissivi, area geografica di provenienza, data rilascio inquinante, condizione di formazione. Questo approccio prende il nome di Ozone Source Apportionment Technology, OSAT, e permette di stimare la frazione di ozono derivante da ciascuna variabile. In questo modo possono essere previste strategie di controllo delle emissioni dei precursori dell’ozono, al fine di minimizzare il superamento dei limiti di legge e delle soglie di informazione per la protezione della salute umana e della vegetazione.<br>Air quality monitoring stations placed in Marche Region, over the last decade, measured high concentrations of tropospheric ozone. The aim of this thesis is to analyze the formation of this pollutant, particularly in the Area at High Risk of Environmental Crisis (AERCA). Network of air monitoring stations, emission inventories and dispersion models are useful tools and they should be used together. The monitoring stations collect data at fixed points. Emission inventories and environmental models are closely related: a detailed inventory is required by each model; at the same time, the use of models is recommended to update and validate an inventory. The implementation of the modelling system RAMS-EPS3-CAMx-OSAT was required to evaluate the chemical ozone formation and destruction, and corrective factors can be applied to the emissions inventory in order to harmonize the results with data obtained by monitoring stations. The photochemical model, like CAMx (Comprehensive Air quality Model with eXtensions), considers secondary pollutants arising from chemical reactions in the atmosphere; CAMx is an Eulerian photochemical dispersion model that allows the assessment of gaseous and particulate air pollution over many scales ranging from sub-urban to continental. The OSAT tool (Ozone Source Apportionment Technology) allows CAMx to track source-region and source-category contributions to the predicted ozone concentrations. Thus, for any selected receptor and for any selected period, the model gives information about the likely distribution of ozone and ozone precursors by source category and by source region. Similarly, it assesses whether the ozone at the selected time and location would more likely respond to upwind NOX or VOC controls. In addition, it was possible to analyse the ozone behaviour in diverse areas referring to land use (e.g. Road, Country, Industrial Area, Etc.). Information about the contribution of the different types of source emission and sectors allowed us to develop a tentative best ozone-control strategy to lower ozone peaks and to avoid ozone episodes.
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Vitale, Gabriella <1970&gt. "Agency e successo formativo nel re-engagement scolastico di giovani con percorsi a rischio : un'indagine quanti-qualitativa nella formazione professionale iniziale di Veneto e Friuli." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/10339.

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Abstract:
La ricerca, nella prospettiva del Capability Approach Framework, ha indagato il rapporto tra agency e successo formativo in un gruppo di 700 ragazzi iscritti nella formazione professionale iniziale di 8 Centri di Formazione tra Veneto e Friuli. L'obiettivo della ricerca è stato quello di gettare luce sulle risorse, limiti e opportunità, che caratterizzano l'esperienza di questi giovani.
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Paghera, Isabel. "Tra il Dire e il Fare. Processi di costruzione delle competenze professionali e lavorative dei giovani stranieri." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2012. http://hdl.handle.net/11577/3422546.

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Abstract:
This research aimed to investigate the building processes of young foreigners’ professional and working skills. They are qualified in Italy in three-year Vocational training courses. In particular, I examined young foreigners’ individual practices of life paths adaptation and improvement and I reconstructed the intentionality and the meaning of the actions performed, in their job placement process, by young foreigners and actors' network (vocational training centers and companies), who contribute to construct social inclusion and professional paths by providing possibilities and constraints. Therefore, I investigated two central experiences for young foreigners: school and working experiences, which specifically state the transition to adulthood. To answer the research questions, I realized qualitative interviews to young foreigners - 18 to 25 years of age, to caretakers and to employers linked to four vocational training centers in Verona, Vicenza, Padova. As for the individual practices, acquisitive orientation predominates in relation to a rising expectations paradigm. It is realized through the attempt of a gradual inclusion, led step by step towards higher qualification work. Job placements are characterized by an attenuated visibility and the perception of being still a minority implies looking for inclusion silently, avoiding conflicts and showing to give continuity and adherence to the dominant work cultures in the placement contexts. On the other hand, as for the intentionality and the meaning of young foreigners and actors network actions, there are emerging typologies that allow to outline similarities and differences in attitudes among the interviewees' groups. In particular, in young foreigners I identified three different orientations to work: acquisitive, expressive, instrumental. In caretakers I detected four ways they relate with young foreigners: meritocratic, universalistic, caring and bureaucratic. Finally, in employers there are three relational manners and work conceptions characterized in a pedagogical sense and totalizing sense, in this latter sense there are a reference to the ethic of sacrifice, and a reference to the ethic of passion. The research represented an innovative point of view compared to the outlook of researches on young foreigners because, first of all, it considered a segment of education studied less than secondary school of second degree. Moreover, the research addressed to the age group 18-25, paying attention not only to institutional educational courses, but especially to the processes of job placement, still poorly investigated. To end up, it studied the relational context where a young foreigners' agency fits rebuilding a multiplicity of viewpoints from which to observe the transition to work process.<br>La ricerca si propone di indagare i processi di costruzione delle competenze professionali e lavorative dei giovani d’origine straniera qualificati in Italia nei percorsi triennali della Formazione Professionale. In particolare, si da spazio all’approfondimento delle pratiche individuali di adattamento e miglioramento dei loro percorsi di vita e una ricostruzione delle intenzionalità e del senso delle azioni intraprese nel processo di inserimento lavorativo sia dei giovani stranieri sia del network di attori ( i centri di formazione professionale e le imprese), i quali contribuiscono alla costruzione dell’inclusione sociale fornendo possibilità e vincoli. Si è trattato, quindi, di indagare due esperienze centrali per tali giovani: l’esperienza scolastica e quella lavorativa che precisamente sanciscono il passaggio all’età adulta. Per dare risposta alle domande di ricerca sono state realizzate delle interviste semi-strutturate rivolte ai giovani d’origine straniera già qualificati di età compresa tra i 18 e i 25 anni, agli operatori e ai datori di lavoro legati a quattro enti di formazione professionale distribuiti nelle tre province di Verona, Vicenza e Padova. Ne emerge, sul fronte delle pratiche individuali, la predominanza di un orientamento acquisitivo al lavoro, secondo il paradigma delle aspettative crescenti, che si concretizza in un tentativo di inclusione graduale, condotto step by step verso lavori di maggior qualificazione. Si tratta di inserimenti lavorativi caratterizzati da una visibilità attenuata, dalla percezione di sentirsi ancora minoranza e quindi cercare l’inclusione silenziosamente, evitando conflitti e mostrando di dare continuità e adesione alle culture del lavoro dominanti nei contesti d’inserimento. Sul fronte della ricostruzione delle intenzionalità e del senso attribuiti alle azioni di giovani e network di attori ne emergono delle tipologie, in grado di delineare somiglianze e differenze di atteggiamento tra i gruppi d’intervistati. In particolare, si evincono nei giovani tre orientamenti al lavoro: acquisitivo, espressivo e strumentale; negli operatori quattro modi di relazionarsi ai giovani d’origine straniera: meritocratico, universalista, assistenziale e burocratico. Infine, nei datori di lavoro emergono altri tre modi di relazione e concezione del lavoro caratterizzati in senso pedagogico e in senso totalizzante, in quest’ultimo vi si riconosce un primo riferimento all’etica del sacrificio e un secondo all’etica della passione. La ricerca costituisce un punto di vista innovativo rispetto al panorama delle ricerche condotte sui giovani d’origine straniera, perché anzitutto considera un segmento della formazione poco studiato rispetto alla scuola secondaria di secondo grado, inoltre si rivolge alla fascia d’età 18-25 anni, ponendo attenzione non semplicemente ai percorsi scolastici istituzionali, ma soprattutto ai processi di inserimento lavorativo, ancora poco indagati. Infine, studia il contesto relazionale entro cui si inserisce l’agency dei giovani ricostruendo una molteplicità di punti di vista da cui poter osservare il processo di transizione al lavoro.
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FRASCAROLI, DANIELA. "VALUTARE L'EFFICACIA DELLA FORMAZIONE: STUDIO DI CASO DI UN PERCORSO CON ALLENATORI DI SETTORE GIOVANILE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/705.

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Abstract:
Il presente lavoro nasce dall’interesse ad approfondire il tema della formazione e in particolare della sua valutazione e della sua efficacia. La prima parte consiste nell’esplorazione della letteratura: il primo capitolo si focalizza sulla valutazione considerando sia la valutazione nelle scienze sociali, sia la valutazione della formazione (es. evoluzione, questioni centrali); il secondo è dedicato all’approfondimento della training effectiveness (strettamente connessa, ma distinta della training evaluation) e nel terzo capitolo vengono presentati diversi aspetti del corso di formazione (es. approccio, caratteristiche, dispositivi di formazione e valutazione, evoluzione) oggetto dello studio di caso: un percorso formativo complesso che coinvolge la trasformazione di aspetti dell’identità professionale, rivolto ad allenatori di calcio di settore giovanile. Nella seconda parte vengono presentati i tre studi empirici. Il primo è finalizzato ad esplorare, da diversi punti di vista, gli esiti della formazione (focalizzandosi in particolare sull’evoluzione delle rappresentazioni) e quali elementi della proposta formativa sono stati di sostegno alla generazione di tali esiti. Nel secondo studio viene presentata l’esplorazione qualitativa finalizzata ad approfondire, da diverse prospettive, se e come il gruppo di formazione (proposto come principale strumento di formazione) possa essere un elemento a sostegno dell’efficacia formativa. Infine il terzo studio ha l’obiettivo di rileggere la training effectiveness attraverso la fase valutativa di follow-up, indagando in particolare tre oggetti: le traiettorie di cambiamento dei soggetti, il contributo del dispositivo valutativo e la spendibilità dello strumento semi-proiettivo DSSVP. Il capitolo conclusivo è dedicato alla lettura trasversale degli studi, alle riflessioni conclusive sul contributo del lavoro al costrutto di training effectiveness e ai rilanci per l’azione.<br>This work was born from the interest to deepen the training issue and particularly its evaluation and its effectiveness. The first part consists of the literature analysis: the first chapter is focused on the evaluation considering both the evaluation in the social sciences and the training evaluation (e.g. evolution, crucial issues); the second is aimed to deepen the training effectiveness (strictly connected, but different from the training evaluation) and the third chapter is dedicated to different aspects of the course (e.g. approach, characteristics, training and evaluation methods) that is object of the case-study: a complex educational program involving the change in professional identity aspects, aimed to youth sector’s soccer coaches. The second part consists of three qualitative studies. The first is aimed to explore, from different points of view, the training outcomes (the focus is particularly on the representations’ change) and which aspects of the educational proposal have been a support to reach these outcomes. The second study presents the qualitative research aimed to investigate, from different perspectives, if and how the training-group (proposed as privileged tool) can contribute to the training effectiveness. The last study is aimed to explore the training effectiveness through the follow-up evaluation phase investigating specifically three objects: the change trajectories of subjects who have attended the formative path and the contribute both of the evaluation method and system and of the semi-projective tool DSSVP. The last chapter is dedicated to the conclusive remarks (both about the three studied considered together and about the contribute of the research to the training effectiveness construct) and to further development.
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FRASCAROLI, DANIELA. "VALUTARE L'EFFICACIA DELLA FORMAZIONE: STUDIO DI CASO DI UN PERCORSO CON ALLENATORI DI SETTORE GIOVANILE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/705.

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Abstract:
Il presente lavoro nasce dall’interesse ad approfondire il tema della formazione e in particolare della sua valutazione e della sua efficacia. La prima parte consiste nell’esplorazione della letteratura: il primo capitolo si focalizza sulla valutazione considerando sia la valutazione nelle scienze sociali, sia la valutazione della formazione (es. evoluzione, questioni centrali); il secondo è dedicato all’approfondimento della training effectiveness (strettamente connessa, ma distinta della training evaluation) e nel terzo capitolo vengono presentati diversi aspetti del corso di formazione (es. approccio, caratteristiche, dispositivi di formazione e valutazione, evoluzione) oggetto dello studio di caso: un percorso formativo complesso che coinvolge la trasformazione di aspetti dell’identità professionale, rivolto ad allenatori di calcio di settore giovanile. Nella seconda parte vengono presentati i tre studi empirici. Il primo è finalizzato ad esplorare, da diversi punti di vista, gli esiti della formazione (focalizzandosi in particolare sull’evoluzione delle rappresentazioni) e quali elementi della proposta formativa sono stati di sostegno alla generazione di tali esiti. Nel secondo studio viene presentata l’esplorazione qualitativa finalizzata ad approfondire, da diverse prospettive, se e come il gruppo di formazione (proposto come principale strumento di formazione) possa essere un elemento a sostegno dell’efficacia formativa. Infine il terzo studio ha l’obiettivo di rileggere la training effectiveness attraverso la fase valutativa di follow-up, indagando in particolare tre oggetti: le traiettorie di cambiamento dei soggetti, il contributo del dispositivo valutativo e la spendibilità dello strumento semi-proiettivo DSSVP. Il capitolo conclusivo è dedicato alla lettura trasversale degli studi, alle riflessioni conclusive sul contributo del lavoro al costrutto di training effectiveness e ai rilanci per l’azione.<br>This work was born from the interest to deepen the training issue and particularly its evaluation and its effectiveness. The first part consists of the literature analysis: the first chapter is focused on the evaluation considering both the evaluation in the social sciences and the training evaluation (e.g. evolution, crucial issues); the second is aimed to deepen the training effectiveness (strictly connected, but different from the training evaluation) and the third chapter is dedicated to different aspects of the course (e.g. approach, characteristics, training and evaluation methods) that is object of the case-study: a complex educational program involving the change in professional identity aspects, aimed to youth sector’s soccer coaches. The second part consists of three qualitative studies. The first is aimed to explore, from different points of view, the training outcomes (the focus is particularly on the representations’ change) and which aspects of the educational proposal have been a support to reach these outcomes. The second study presents the qualitative research aimed to investigate, from different perspectives, if and how the training-group (proposed as privileged tool) can contribute to the training effectiveness. The last study is aimed to explore the training effectiveness through the follow-up evaluation phase investigating specifically three objects: the change trajectories of subjects who have attended the formative path and the contribute both of the evaluation method and system and of the semi-projective tool DSSVP. The last chapter is dedicated to the conclusive remarks (both about the three studied considered together and about the contribute of the research to the training effectiveness construct) and to further development.
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Di, Renzo Maria Rosaria. "L'efficacia della formazione ICT-based nello sviluppo delle competenze manageriali: evidenze da un caso aziendale." Doctoral thesis, Luiss Guido Carli, 2009. http://hdl.handle.net/11385/200792.

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Silva, Vivian Costa da. "Sanitaristas em cena : cartografia sobre a experiência de inserção dos bacharéis em saúde coletiva." reponame:Biblioteca Digital de Teses e Dissertações da UFRGS, 2016. http://hdl.handle.net/10183/158369.

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Abstract:
I primi laureati in Sanità Pubblica (BSC) sono pionieri sia nella formazione nel Corso di Laurea in Sanità Pubblica che nell'inserimento nel mercato del lavoro. Nell'ambito delle loro attività professionali e accademiche, questi professionisti stanno esplorando le possibilità di carriera e scoprendo le potenzialità della loro attuazione. In questo modo, questo studio ha l'obbiettivo di cogliere, mappare, analizzare e dare visibilità alle esperienze di inserimento nel mercato del lavoro dei BSC laureati presso l'Università Federale del Rio Grande do Sul (UFRGS). Siccome ogni BSC costruisce l'esperienza della sua attuazione in modo singolare e molteplice d'accordo con l'ambiente in cui si inserisce e con le capacità professionali che ha sviluppato durante la sua formazione, per mettere in scena le loro esperienze e cogliere le varie possibilità di questa attuazione, si è creato un gruppo di ricerca dei BSC del Corso di Laurea in Sanità Pubblica Colettiva (CGSC) dell'UFRGS. Questo gruppo di ricerca ha avuto come compito la costruzione collettiva di un intervento teatrale "Sanitaristas em Cena" che ha servito come dispositivo per creare una sensibilizzazione sull'esperienza di inserimento di questi BSC. La cartografia socio poietica è stata utilizzata come cammino metodologico, la quale ha permesso la costruzione e produzione dei dati collettivamente, assimilando le esperienze, affettazioni e tracce nel campo della ricerca. L'analisi di questi dati è stata realizzata attraverso delle mappe analitiche e di momenti (classificatori, trasversali, filosofici e processuali). Questa ricerca-cartografia-spettacolo mette in scena questioni come la discussione sugli scopi delle pratiche dei BSC, i movimenti per la regolamentazione e regolazione professionale, il mercato del lavoro, le possibilità di carriera, il dibattito sulla potenza del BSC e la sua attuazione futura.<br>Os primeiros Bacharéis em Saúde Coletiva (BSC) são pioneiros na formação de Graduação em Saúde Coletiva e também na inserção no mercado de trabalho. Nos cenários de suas inserções profissionais e acadêmicas, estes profissionais têm desbravado as possibilidades de carreira e descoberto as potências de sua atuação. Deste modo, este estudo tem o objetivo de apreender, mapear, analisar e dar visibilidade para as experiências de inserção dos BSC formados pela Universidade Federal do Rio Grande do Sul (UFRGS). Como cada BSC constitui a experiência de sua atuação de modo singular e múltiplo, de acordo com o cenário que está inserido e com as capacidades profissionais que desenvolveu na formação, para colocar em cena as experiências destes profissionais e apreender as múltiplas possibilidades desta atuação, foi formado um grupo-pesquisador de BSC egressos do Curso de Graduação em Saúde Coletiva (CGSC) da UFRGS. Este grupo-pesquisador teve como tarefa a construção coletiva de uma intervenção teatral – Sanitaristas em Cena – que serviu como dispositivo para mobilizar acontecimentos e situações que falam sobre a experiência de inserção destes BSC. A cartografia sociopoiética foi utilizada como caminho metodológico, que permitiu construir e produzir os dados coletivamente, apreendendo as experiências, afetações e pistas no campo da pesquisa. A análise destes dados foi realizada através de mapas analíticos e de momentos (classificatórios, transversais, filosóficos e processuais). Esta pesquisa-cartografia-espetáculo coloca em cena questões como a discussão sobre os escopos de práticas dos BSC, os movimentos de regulamentação e regulação profissional, o mercado de trabalho, as possibilidades de carreira, o debate sobre a potência do BSC e a sua atuação em devir.
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Machì, Gaetano. "Nuove tecnologie e gestione del mercato del lavoro: profili giuridici." Doctoral thesis, Università di Siena, 2023. https://hdl.handle.net/11365/1226414.

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Abstract:
Le caratteristiche del mercato del lavoro rendono necessaria una sempre maggiore personalizzazione degli interventi di gestione del mercato del lavoro (formazione, orientamento, politiche passive e attive del lavoro), con l’obiettivo di soddisfare i destinatari delle misure anche considerando la loro eterogeneità e i fabbisogni emergenti anche di natura extralavorativa. Il presente elaborato ha l’obiettivo di valutare il possibile utilizzo di strumenti innovativi di gestione del mercato del lavoro nell’ambito del contesto nazionale allo scopo di soddisfare tali fabbisogni emergenti. A tal fine, è stata realizzata una ricognizione dei principali strumenti adottati, anche in fase sperimentale, per la gestione del mercato del lavoro mettendo in luce le caratteristiche comuni e definendone effetti positivi e criticità. Secondariamente, è stata effettuata un’analisi del quadro normativo di riferimento a livello nazionale e sovranazionale allo scopo di comprendere i limiti applicativi degli strumenti oggetto di studio e identificare eventuali interventi di adeguamento della normativa vigente. Sono stati presi in considerazione atti normativi europei, nazionali e in alcuni casi regionali che regolano le modalità di incontro tra domanda ed offerta di lavoro, le sentenze delle corti nazionali ed europee, le decisioni e le linee guida di autorità indipendenti, in particolare le autorità garanti per la protezione dei dati personali, e la contrattazione collettiva. Il lavoro di ricerca si è sviluppato a partire dall’analisi della letteratura scientifica nazionale ed internazionale relativa alle materie oggetto della ricerca: mercato del lavoro, informatica giuridica e governance dei dati. All’attività di analisi normativa e della letteratura di riferimento si è affiancato il dato esperienziale relativo al percorso in apprendistato, grazie al quale è stato possibile sviluppare una conoscenza approfondita dei principali strumenti utili per la gestione del mercato del lavoro. Dall’analisi effettuata è emerso che le nuove tecnologie in uso per la gestione del mercato del lavoro sono incentrate prevalentemente sull’utilizzo dei dati sotto varie forme e permettono un innalzamento della qualità dei servizi e una maggiore personalizzazione degli interventi. Esse si inseriscono all’interno di un quadro normativo complesso e multilivello, per certi versi ancora in fase embrionale, nel quale si incontrano aspetti di natura tecnica e organizzativa che solo di recente sono stati presi in considerazione dall’ordinamento europeo e successivamente dal Diritto italiano. Le priorità che emergono affinché tutti gli attori del mercato del lavoro possano beneficiare con successo delle nuove tecnologie utilizzate per la gestione del mercato del lavoro sono l’avvio di un processo di alfabetizzazione digitale diffusa e la creazione di una infrastruttura informatica e organizzativa. Il presente lavoro si inserisce all’interno di una discussione multidisciplinare in materia di sviluppo delle politiche di gestione del mercato del lavoro che mette in relazione le tematiche proprie del diritto del mercato del lavoro con quelle dell’informatica giuridica e della normativa inerente alla circolazione dei dati. La natura trasversale dell’elaborato ha permesso di dare una lettura più ampia al tema dell’utilizzo delle nuove tecnologie per la gestione del mercato del lavoro, coinvolgendo branche del diritto e discipline che in futuro saranno sempre più strettamente in relazione tra di loro.<br>The characteristics of the labor market require an increasing personalization of labor market management interventions (training, guidance, passive and active labor policies), with the aim of satisfying the recipients of the measures also considering their heterogeneity and emerging needs, including those of an extra-work nature. This study aims to assess the possible use of innovative labor market management tools within the national context in order to meet these emerging needs. To this end, a survey of the main instruments adopted, including experimental ones, for labor market management was conducted, highlighting their common features and defining their positive and critical effects. Secondly, an analysis of the regulatory framework of reference at the national and supranational level was carried out in order to understand the application limitations of the investigated instruments and to identify possible interventions to adapt current legislation. Consideration was given to European, national and in some cases regional regulatory acts that rule how labor supply and demand are matched, rulings of national and European courts, decisions and guidelines of independent authorities, especially data protection authorities, and collective bargaining. The thesis developed from the analysis of national and international scientific literature related to the subjects under research: labor market, IT law, and data governance. The normative and literature analysis activity was accompanied by experiential data related to the apprenticeship, thanks to which it was possible to develop an in-depth knowledge of the main tools useful for labor market management. The analysis carried out showed that the new technologies in use for labor market management focus mainly on the utilization of data in various forms and allow an increase in the quality of services and greater personalization of interventions. They fit within a complex, multilevel regulatory framework, in some ways still in its embryonic stage, where some technical and organizational aspects have only recently been taken into account by European law and subsequently by Italian law. The priorities that emerge so that all labor market actors can successfully benefit from the new technologies used to manage the labor market are the initiation of a widespread digital literacy process and the creation of an IT and organizational infrastructure. This thesis is integrated within a multi-disciplinary discussion on labor market management policy development that links issues specific to labor market law with those of legal informatics and the inherent regulation of data circulation. The cross-disciplinary nature of the paper allowed for a broader reading of the topic of the use of new technologies for labor market management, involving branches of law and disciplines that will be increasingly closely related to each other in the future.
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Grabowski, Gabriel. "Financiamento da educação profissional no Brasil : contradições e desafios." reponame:Biblioteca Digital de Teses e Dissertações da UFRGS, 2010. http://hdl.handle.net/10183/27074.

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Abstract:
Questa tesi si trova nella linea di ricerca Lavoro, Movimenti Sociali e Istruzione ed ha il concetto che l'istruzione è un bene pubblico, un diritto soggettivo individuale ed un diritto oggettivo sociale, riaffermando che si tratta di una politica pubblica di competenza dello Stato, strategica e indispensabile per un progetto di nazione libera e sovrana. Questo studio tratta, nel campo della formazione delle politiche pubbliche di istruzione, del finanziamento dell’istruzione professionale in Brasile: sue contraddizioni e sfide*, da una analisi della configurazione dello Stato brasiliano, del finanziamento del'istruzione nel paese, della scelta di molti programmi di istruzione professionale a scapito di politiche globali, prendendo il programma nazionale di espansione della educazione professionale (PROEP) e il Programma Nazionale de Inclusione dei Giovani: Istruzione, Qualificazione e Azione Comunitaria (PROJOVEM) come casi di studio. È una ricerca per capire come il modello adottato dallo Stato brasiliano in materia di istruzione professionale è, volutamente, strutturato e orientato a servire gli interessi del settore privato, che opera e torna egemonica la fornitura di questo modelo nel paese. In questo senso, si segnalano le modalità in cui lo Stato fornisce fondi del governo allo scopo di sviluppare investimenti diversificati, sia per mezzo di trasferimenti diretti, di programmi, o di trasferimenti indiretti attraverso esenzione fiscale e previdenziale, o anche di finanziamento e qualificazione della forza lavoro per per l’investimento e/o dell’implementazione della formazione tecnica e professionale per gli interessi del mercato. Gli studi sono stati condotti da un punto di vista e approccio teorico marxisti, prendendo la dialettica come metodo di articolazione categoriale che procede attraverso l'elevazione dall’astratto al concreto, dal meno complesso al più complesso. Il materialismo storico, a sua volta, ha guidato lo studio della realtà e del finanziamento dell'educazione come totalità contraddittorie.<br>A presente tese situa-se na linha de pesquisa Trabalho, Movimentos Sociais e Educação e concebe que a educação é um bem público, um direito subjetivo individual e um direito objetivo social, reafirmando que é uma política pública de responsabilidade do Estado, estratégica e imprescindível para um projeto de nação livre e soberana. Este estudo aborda, no campo das políticas públicas educacionais, o Financiamento da Educação Profissional no Brasil: suas contradições e desafios*, a partir de uma análise da configuração do Estado brasileiro, do financiamento da educação no país, da opção por diversos programas de educação profissional em detrimento de uma política pública global, tomando o Programa Nacional de Expansão da Educação Profissional (PROEP) e o Programa Nacional de Inclusão de Jovens: Educação, Qualificação e Ação Comunitária (PROJOVEM) como estudos de caso. A investigação está direcionada visando compreender como o modelo adotado pelo Estado brasileiro na educação profissional está, propositadamente, estruturado e voltado, para atender os interesses do setor privado que atua e hegemoniza a oferta desta modalidade no país. As formas que o Estado disponibiliza fundos públicos a serviço da reprodução do capital é diversificada, ora através repasses diretos por meio de programas, ora através de repasses indiretos por meio de isenções fiscais e previdenciárias, ou mesmo financiando e qualificando a força de trabalho para o capital e/ou instrumentalizando a formação técnico-profissional aos interesses do mercado. Os estudos da tese foram realizados a partir de uma perspectiva e abordagem teórica marxista, tomando a dialética como um método de articulação categorial que procede mediante a elevação do abstrato ao concreto, do menos complexo ao mais complexo. Já o materialismo histórico orientou o estudo da realidade e do financiamento da educação como totalidades contraditórias.<br>This thesis is inserted in the research field Work, Social Movements and Education, and believes that Education is a public property, an individual subjective right and an objective social right, as well, reaffirming that Education is a public policy on the State responsibility, strategical and indispensable to any project by any free and sovereign nation. This study comprehends, in the public educational Field, the Professional Education Financing in Brazil: its contradictions and challenges*, from an analysis of a configuration of the Brazilian State, of the financing of Brazilian Education, and of the option by several professional educational programs, with the detriment of a global public policy, getting the National Program to increase the Professional Educational (PROEP), and the National Program for Youth Inclusion: Education, Qualification and Communitarian Action (PROJOVEM) as case studies. The investigation aims to understand how the model adopted by the Brazilian State in the Professional Education is, intentionally, structured and directed to attend the private sector's interests, which acts and predominates this modality offered in this country. In this sense, it is important to highlight that the ways that the State offers public funds for the capital reprodution are diversified, one time through direct passes, by programs, and in other times through indirect passes, by providential and exemption of taxes, as well as financing and qualifying the workforce to the capital or to instrumentalising the professional technical formation for the market interests. The studies were done from a Marxist approach, getting the dialectic as method of categorical articulation, which proceeds by means of the elevation from the abstract to the concrete, from the less to the most complex one. The historical materialism, by its means, oriented the study and the reality of the educational financing as contradictory totalities.
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PASQUARIELLO, MARIO. "APPRENDIMENTO LINGUISTICO INTEGRATO E VIDEO-EDUCAZIONE: LE NUOVE FRONTIERE DELL'INSEGNAMENTO CLIL. IL PROGETTO CLIL-MUVI." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/40428.

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Abstract:
La ricerca mette a fuoco le attività formative messe in atto in Italia per dotare con urgenza le scuole secondarie di secondo grado italiane di docenti competenti in ambito CLIL e intende dimostrare l’impatto che questa metodologia ha sulla formazione e lo sviluppo professionale. Dal 2014 il CLIL è obbligatorio nelle classi terminali dei licei e degli istituti tecnici. Ciò ha generato una forte domanda di formazione da parte di istituzioni e docenti chiamati a insegnare discipline in lingua straniera. Questo lavoro esplora la possibilità di sfruttare la video-formazione per fronteggiare le preoccupazioni di quei docenti che, senza essere formati alla glottodidattica, sono chiamati ad integrare obiettivi linguistici al curriculum disciplinare. Il nostro lavoro parte dall’esame di un corpus di video-lezioni da noi raccolte ai fini di una ricerca-azione commissionata dal MIUR volta ad indagare il grado di innovazione implicata dal CLIL, per poi giungere a dimostrare l’importanza dell’auto-osservazione e dell’auto-riflessione sulla prassi didattica, fino a proporre l’introduzione dell’esercizio di microteaching nella formazione dei docenti CLIL. Una ricca riflessione sull’organizzazione concettuale della propria disciplina e sulla sua trasposizione didattica conduce i docenti a un interessate lavoro sulla mediazione della conoscenza che sviluppa le loro competenze professionali.<br>Focusing on teaching and training activities implemented in Italy to provide secondary schools with teachers able to teach in the CLIL context, our research aims at demonstrating the impact of this methodology in teacher training and professional development. Since 2014 this methodology has become compulsory for the Italian secondary terminal classes (except vocational high schools). A strong demand for training prompted from institutions and teachers, urgently required to teach disciplines in a foreign language. The MIUR has therefore set up university courses aimed at integrating languages and disciplines. Here we explore the possibility of exploiting video-training to face Italian teachers’ concerns, who are asked, without being trained in language teaching, to integrate linguistic objectives into their curriculum. We examine a corpus of video-lessons collected for a research set on behalf of the Italian Ministry of Education to investigate at what extent CLIL brought an innovation into the Italian Education. Once highlighted the importance of (self)observation and (self)reflection upon classroom practices, we propose the introduction of micro-teaching practice in CLIL teacher training. A fruitful reflection on the conceptual organization and the didactic transposition of their discipline leads teachers work on the linguistic mediation of knowledge which improves their professional skills.
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PASQUARIELLO, MARIO. "APPRENDIMENTO LINGUISTICO INTEGRATO E VIDEO-EDUCAZIONE: LE NUOVE FRONTIERE DELL'INSEGNAMENTO CLIL. IL PROGETTO CLIL-MUVI." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/40428.

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Abstract:
La ricerca mette a fuoco le attività formative messe in atto in Italia per dotare con urgenza le scuole secondarie di secondo grado italiane di docenti competenti in ambito CLIL e intende dimostrare l’impatto che questa metodologia ha sulla formazione e lo sviluppo professionale. Dal 2014 il CLIL è obbligatorio nelle classi terminali dei licei e degli istituti tecnici. Ciò ha generato una forte domanda di formazione da parte di istituzioni e docenti chiamati a insegnare discipline in lingua straniera. Questo lavoro esplora la possibilità di sfruttare la video-formazione per fronteggiare le preoccupazioni di quei docenti che, senza essere formati alla glottodidattica, sono chiamati ad integrare obiettivi linguistici al curriculum disciplinare. Il nostro lavoro parte dall’esame di un corpus di video-lezioni da noi raccolte ai fini di una ricerca-azione commissionata dal MIUR volta ad indagare il grado di innovazione implicata dal CLIL, per poi giungere a dimostrare l’importanza dell’auto-osservazione e dell’auto-riflessione sulla prassi didattica, fino a proporre l’introduzione dell’esercizio di microteaching nella formazione dei docenti CLIL. Una ricca riflessione sull’organizzazione concettuale della propria disciplina e sulla sua trasposizione didattica conduce i docenti a un interessate lavoro sulla mediazione della conoscenza che sviluppa le loro competenze professionali.<br>Focusing on teaching and training activities implemented in Italy to provide secondary schools with teachers able to teach in the CLIL context, our research aims at demonstrating the impact of this methodology in teacher training and professional development. Since 2014 this methodology has become compulsory for the Italian secondary terminal classes (except vocational high schools). A strong demand for training prompted from institutions and teachers, urgently required to teach disciplines in a foreign language. The MIUR has therefore set up university courses aimed at integrating languages and disciplines. Here we explore the possibility of exploiting video-training to face Italian teachers’ concerns, who are asked, without being trained in language teaching, to integrate linguistic objectives into their curriculum. We examine a corpus of video-lessons collected for a research set on behalf of the Italian Ministry of Education to investigate at what extent CLIL brought an innovation into the Italian Education. Once highlighted the importance of (self)observation and (self)reflection upon classroom practices, we propose the introduction of micro-teaching practice in CLIL teacher training. A fruitful reflection on the conceptual organization and the didactic transposition of their discipline leads teachers work on the linguistic mediation of knowledge which improves their professional skills.
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CRO, PAOLO. "Gestione del rapporto di lavoro e intervento pubblico nel sistema giuslavoristico." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/95.

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Abstract:
L'opera esamina l'intervento pubblico nella gestione del rapporto di lavoro sotto il profilo storico e giuridico nelle tre fasi d'instaurazione, gestione e cessazione del rapporto. Si valorizza anche il ruolo specifico dei tre poteri legislativo, esecutivo e giudiziario, con particolare riguardo all'analisi sistematica del diritto amministrativo del lavoro. L'opera intende porre in luce gli elementi logici, giuridici ed assiologici di questo ramo del diritto del lavoro, per ricondurne le fattispecie esaminate ad un sistema coerente e razionale e per suggerirne sia un metodo d'analisi de iure condito sia una prospettiva per una lettura ed una proposta de iure condendo.<br>This work analyses how public powers affects labour relationships both from the historical and the juridical points of view. The three main phases of labour relationships beginning, management and end are examined separately. The specific contributions by the three public powers legislative, administrative and judiciary especially by the public administration, are also dealt with. The goal is to illustrate the logical, juridical and ethical elements of this branch of the labour law, in order to build a rational system for both the analysis de iure condito and the debate de iure condendo.
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CRO, PAOLO. "Gestione del rapporto di lavoro e intervento pubblico nel sistema giuslavoristico." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/95.

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Abstract:
L'opera esamina l'intervento pubblico nella gestione del rapporto di lavoro sotto il profilo storico e giuridico nelle tre fasi d'instaurazione, gestione e cessazione del rapporto. Si valorizza anche il ruolo specifico dei tre poteri legislativo, esecutivo e giudiziario, con particolare riguardo all'analisi sistematica del diritto amministrativo del lavoro. L'opera intende porre in luce gli elementi logici, giuridici ed assiologici di questo ramo del diritto del lavoro, per ricondurne le fattispecie esaminate ad un sistema coerente e razionale e per suggerirne sia un metodo d'analisi de iure condito sia una prospettiva per una lettura ed una proposta de iure condendo.<br>This work analyses how public powers affects labour relationships both from the historical and the juridical points of view. The three main phases of labour relationships beginning, management and end are examined separately. The specific contributions by the three public powers legislative, administrative and judiciary especially by the public administration, are also dealt with. The goal is to illustrate the logical, juridical and ethical elements of this branch of the labour law, in order to build a rational system for both the analysis de iure condito and the debate de iure condendo.
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Alfano, Annunziata. "LA FORMAZIONE PROFESSIONALE NEL TURISMO: UN’ANALISI DEI REPERTORI REGIONALI DELLE COMPETENZE." Tesi di dottorato, 2013. http://www.fedoa.unina.it/9453/1/alfano_annunziata_25.pdf.

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Abstract:
Non vi è più alcun dubbio su quale sia e soprattutto possa essere il ruolo e le potenzialità del settore turistico nell’economia nazionale e internazionale, ma quali competenze sono necessarie oggi e domani per far sì che tali potenzialità si concretizzino? Quali nuove professioni necessitano di essere riconosciute e formate? E quali sono i percorsi formativi e professionali più efficaci ed efficienti affinché il comparto si arricchisca di nuove figure adeguate ad affrontare un contesto in perenne mutamento? Qui il quadro è un po’ meno chiaro. Nel tentativo di trovare risposta a tali quesiti, il lavoro di ricerca si è sviluppato su due strade parallele e complementari: la riflessione teorica e la ricerca empirica. La prima affronta la tematica su cui vertono i più recenti studi in tema di formazione, quella della competenza, partendo dalla polisemia del concetto e dalla ricchezza degli approcci analitici che lo trattano, fino a giungere alle sue più recenti declinazioni, anche in funzione degli impatti dei mutamenti globali sul mondo della formazione. Successivamente l’attenzione si focalizza sullo specifico settore turistico, con il fine ultimo di individuarne i fabbisogni professionali e formativi. Dopo un’analisi di contesto che tenta di prefigurarne le possibili direttrici di mutamento si è provato a definire gli elementi essenziali delle nuove competenze e nuove professioni richieste dal settore nonché i contenuti di un’eventuale offerta formativa. Il lavoro di campo, invece, consiste in una ricerca che, attraverso un’analisi comparata dei Repertori Regionali delle competenze e dei profili professionali e formativi in ambito turistico, intende da un lato arricchire la riflessione sull’utilizzo di tale strumento per rispondere efficacemente – e semmai anticipare – i fabbisogni di formazione e riconoscimento delle competenze nel settore. Infine, attraverso metodologie dell’osservazione partecipante e dell’analisi documentale, si presenterà il caso – per molti versi strutturalmente e metodologicamente all’avanguardia, rispetto all’evoluzione della normativa nazionale di settore – del Repertorio dei profili professionali della Regione Basilicata, attualmente in costruzione.
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Trifilio, Rocco Andrea, Jacques Guenot, and Cesare Pitto. "Elementi antropologici per una formazione professionale nella riqualificazione del territorio della Comunità montana silana." Thesis, 2013. http://hdl.handle.net/10955/188.

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