Academic literature on the topic 'Formulazione Forte e Debole'

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Journal articles on the topic "Formulazione Forte e Debole"

1

Villone, Massimo. "La riforma Renzi-Boschi: governo forte, Costituzione debole." DEMOCRAZIA E DIRITTO, no. 2 (September 2016): 25–49. http://dx.doi.org/10.3280/ded2016-002003.

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2

Cianci, Dorella. "Come rendere più forte il discorso più debole." Peitho. Examina Antiqua, no. 1(4) (June 3, 2014): 279–82. http://dx.doi.org/10.14746/pea.2013.1.15.

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3

Staricco, Luca. "Gli effetti socioeconomici della crisi sulle cittŕ metropolitane italiane: il caso di Torino." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 99 (April 2011): 50–69. http://dx.doi.org/10.3280/asur2010-099004.

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Abstract:
L'attuale crisi economico-finanziaria, pur caratterizzata da cause e dinamiche di scala globale, sta mostrando impatti fortemente differenziati in termini geografici e spaziali, anche a livello urbano. Primi studi sono stati condotti sulle cittŕ della grande finanza, mancano invece su cittŕ che presentano tuttora una forte componente industriale. Attraverso l'analisi di una serie di indicatori socioeconomici, l'articolo mostra come la crisi abbia colpito nel corso del 2009 l'area torinese in misura piů significativa rispetto alle altre cittŕ metropolitane italiane, a causa della fase di transizione in cui si trova Torino, con un settore industriale consistente ma poco differenziato e poco orientato verso i mercati asiatici, e un terziario di debole produttivitŕ.
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4

Caciagli, Mario. "IL CLIENTELISMO NEL TERZO MONDO." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 19, no. 2 (August 1989): 321–31. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200012958.

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Abstract:
IntroduzioneRiscoperto dall'antropologia negli anni cinquanta, il clientelismo è stato ormai recepito come consolidata categoria analistica dalle altre scienze sociali, in particolare dalla scienza politica, dove si è venuto definitivamente affermando negli ultimi vent'anni. Serve a studiare rapporti informali di potere, basati sullo scambio di favori fra due persone (ma anche fra due gruppi) in posizione diseguale, ciascuna interessata ad un alleato più forte o più debole. È stato definito come un «rapporto diadico» (Scott 1972; Landé 1973), in virtù del quale una persona di status più elevato(patrono) usa la sua influenza e le sue risorse per procurare protezione e benefici ad una persona di status inferiore (cliente), che ricambia offrendo sostegno o servizi.
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5

Fisso, Maria Beatrice, and Elio Sgreccia. "Etica dell’ambiente. II." Medicina e Morale 46, no. 1 (February 28, 1997): 57–74. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1997.889.

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Abstract:
Gli autori, dopo aver esaminato le diverse teorie antiantropocentriche nella prima parte del loro scritto, procedono in questa seconda sezione con il presentare le teorie antropocentriche, alla base delle quali vi è il presupposto che l’uomo ha un ruolo principale all’interno del mondo naturale. Questo significa che la natura non è portatrice di un valore di per sè, ma possiede esclusivamente il valore che si rivela nell’atto attributivo dell’uomo. Questa attribuzione che è la causa dell’eventuale considerazione della natura sotto un profilo morale, può essere frutto di una scelta umana a carattere costitutivo, oppure può divenire, all’interno di una concezione creazionistica, un atto di riconoscimento. Per la verità, all’interno delle teorie antropocentriche vi è una pluralità di interpretazioni del rapporto uomo-natura. Si passa da un antropocentrismo cosiddetto “forte” che proclama il primato assoluto dell’uomo sulla natura negando qualsiasi carattere morale a tale relazione, ad un antropocentrismo “moderato” o “debole” fondato sull’idea di un dovere di protezione e di conservazione della natura che ammette una sorta di limitata rilevanza morale della natura nella sua relazione con l’uomo. All’interno di quest’ultima forma di antropocentrismo si colloca anche l’insegnamento di Giovanni Paolo II che nell’enciclica Centesimus Annus e più tardi nell’Evangelium Vitae attribuisce all’uomo il ruolo di “custode responsabile” della natura proprio in conseguenza della sua superiorità su di essa.
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6

Meaney, Joseph, Marina Casini, Emanuela Midolo, and Antonio G. Spagnolo. "The human rights to life and conscience and resolving conflicts of human rights." Medicina e Morale 65, no. 5 (November 23, 2016). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2016.457.

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Abstract:
Gli autori affrontano la questione del criterio da seguire per risolvere le situazioni in cui i diritti umani legalmente riconosciuti entrano in conflitto tra loro. La questione è aggravata dalla mancanza di consenso per quanto riguarda le priorità tra i diritti umani. Tuttavia, gli autori ritengono che quando è in gioco il diritto alla vita, questo – sia dal punto di vista etico che giuridico – dovrebbe prevalere sulle rivendicazioni di altri diritti, quanto meno nella sua formulazione negativa (non cagionare la morte). Si tratta infatti, logicamente e cronologicamente del più fondamentale dei diritti. Gli autori ritengono che vi sia una forte logica a stabilire una priorità tra le tre generazioni di diritti umani andando dal più al meno importante. È comunque un utile esercizio quello di esaminare – nella dimensione del conflitto tra diritti – la questione del diritto al rispetto della coscienza nell’ambito sanitario, cercando di stabilire l’ordine delle priorità. Gli autori approvano la posizione assunta da legislazioni e decisioni giudiziarie che generalmente assicurano il riconoscimento del diritto al rispetto della coscienza per gli operatori sanitari.The authors raise the question of what should be done when legally recognized human rights come into conflict. This serious problem is further complicated by a lack of consensus concerning prioritization among human rights. Nevertheless, the authors believe that a solid legal and ethical case can be made that the right to life should trump other human rights claims, particularly in its negative version. It is in fact, logically and chronologically the most basic human right. The authors believe that there is a strong logic to prioritizing the three generations of human rights as generally more important to less so. Viewing the problem of conscience rights in healthcare settings through the prism of conflicting rights and attempting to determine which rights should prevail is also a helpful exercise. The authors concur with the generally high position that the human right of conscience of healthcare professionals has been granted in most legislation and court decisions on the issue.
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Mele, Vincenza. "Gli organismi geneticamente modificati: la lettura bioetica personalista." Medicina e Morale 54, no. 1 (February 28, 2005). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2005.410.

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Abstract:
Le chiavi di lettura della bioetica della realizzazione e l’utilizzo degli OGM adottate nell’attuale dibattito culturale e filosofico sono: la filosofia del rapporto scienze sperimentali/etica e la filosofia del rapporto uomo/natura/ economia. Il rapporto scienze sperimentali/etica viene letto secondo due prospettive: la prospettiva scientista/progressista e la prospettiva precauzionista. La prospettiva scientista/progressista, cadendo nelle maglie della della fallacia scientifica e della fallacia naturalistica, sostiene che gli OGM sono eticamente da accettare, in quanto non si sono finora dimostrati dannosi. La prospettiva precauzionista, al contrario, supportata da un pregiudizio sostanzialmente antiscientifico, ritiene che la scienza non offra elementi di certezza sull’assenza di danno e che quindi spetti al diritto stabilire i criteri di accettabilità etica delle biotecnologie. L’orientamento personalista prende le distanze da entrambe, esprimendo i seguenti punti di vista: le scienze sperimentali, per il loro statuto epistemico, non possono offrire elementi di certezza assoluta sull’innocuità degli OGM, vanno quindi incrementate la ricerca e la sperimentazione case by case ed il follow-up nei lunghi tempi; i dati sperimentali finora acquisiti offrono elementi che sono probanti per stabilire il loro carattere di non dannosità e sono ritenuti irrinunciabili per un giudizio morale, che deve comunque tenere conto di elementi extrascientifici di valutazione. L’altro cardine filosofico di riferimento, che è i l rapporto uomo/natura/economia, si incentra sulla sostenibilità, concetto di matrice economica. I criteri della sostenibilità debole e della sostenibilità forte vedono rispettivamente la predominanza dello sviluppo economico sulla natura oppure la priorità della preservazione assoluta della natura sullo sviluppo. I diversi significati di sostenibilità sono motivati da concezioni radicalmente diverse di natura: la natura come risorsa, la natura come bene intangibile. L’orientamento personalista permette di superare la dicotomia incremento dello sviluppo/tutela della natura, con un radicale cambiamento di prospettiva, uno sviluppo non più sfrenato ed autonomo, che diventa sapiente amministrazione, ed una natura non più fine a se stessa, che diventa dono. Il concetto di amministrazione del dono affonda le sue radici nel libro della Genesi, laddove è scritto che Dio creò l’uomo e lo pose nel giardino dell’Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse. L’imperativo del coltivare sollecita l’uomo ad impegnare la sua intelligenza e la sua libertà per fare fruttificare il giardino, con l’avvertenza però di non dimenticare che esso proviene da una “originaria donazione di Dio”. L’imperativo del custodire chiama in causa la responsabilità dell’uomo nel custodire l’essere, l’essere delle cose e l’essere dell’uomo, che dalla creazione sono inscindibilmente connessi. Ed è proprio la connessione originaria che impone alla bioetica questa come domanda etica di fondo: nel nostro rapporto con la natura, che cosa perdiamo o acquistiamo di noi stessi, che uomini diventiamo? In definitiva il vero sviluppo che siamo chiamati a realizzare non riguarda l’economia e quindi l’avere di più ma la pienezza di un’umanità autentica, e quindi l’essere di più mediante l’agire virtuoso: un agire prudente, temperante e, per ultimo, ma non da ultimo, giusto. ---------- The reading keys of bioethics about the creation and the utilization of GMO that are adopted in contemporary cultural and philosophical debate are: the philosophy of experimental sciences/ethics relationship and the philosophy of man/nature/economy relationship. The experimental sciences/ethics relationship could be read following two perspectives: the scientistic-progressist perspective and the precautionary perspective. The scientistic-progressist perspective, getting involved in the scientific and naturalistic fallacy, sustains that GMO are ethically acceptable because up to now they do not prove to be harmful. On the contrary, the precautionary perspective, supported by a substantially antiscientific prejudice, affirms that science does not offer elements of certainty about the absence of damage and that thus it is up to the right to establish the criteria of ethical acceptability of biotechnologies. The personalist approach dissociates itself from both perspectives, affirming the following points of view: experimental sciences, because of their epistemic statute, can not offer elements of absolute certainty about GMO harmlessness, so it is necessary to increase research, case by case experimentation and long-term follow-up; experimental data acquired up to now offer probative elements for establishing their character of harmlessness and that are considered as irrenounceable for a moral judgement which in any case must take into account extra-scientific elements of evaluation. The other philosophical support of reference, the man/nature/economy relationship, is based on sustainability, a concept having an economical matrix. The criteria of weak and of strong sustainability reflect respectively the prevailing of economic growth over nature or the priority of absolute preservation of nature over development. The different meanings of sustainability derive from radically different ideas of nature: nature as a resource, nature as intangible good. The personalist approach allows to overcome the dichotomy between the increase of development and the protection of nature through a radical change of perspective, a development which is no more unbridled and autonomous, which becomes wise administration and a nature which is no more an end in itself but becomes a gift. The idea of administration of the gift is rooted in the Book of Genesis, where it is written that God created man and put him in the Garden of Eden to dress it and to keep it. The imperative of dressing it urges man to use his intelligence and freedom to make the garden fructify, with the advise of never forgetting that it derives from a “God’s prior and original gift”. The imperative of keeping it involves man’s responsibility in keeping the being, the being of things and the being of man that from creation are inseparably connected. It is precisely this original connection that imposes on bioethics the following question as a basic ethical question: through our relationship with nature, what we lose or acquire of ourselves, what kind of men we become? Finally, the true development we are called to realize does not concern economy and thus having more, but the fullness of an authentic humanity, that is to say being more by acting virtuously: acting prudently, temperately and, last but not least, rightly.
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Dissertations / Theses on the topic "Formulazione Forte e Debole"

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Magliocchetti, Marco. "Analisi statica e dinamica di gusci a doppia curvatura in materiale composito: formulazione forte e debole con teorie di ordine superiore." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
Nel presente lavoro vengono riportati i risultati ottenuti dall’analisi dinamica e statica di gusci a doppia curvatura in materiale composito attravero l’applicazione del Metodo Generalizzato di Quadratura Differenziale (GDQ) ed Integrale (GIQ). In particolare è stata testata la validità dei due metodi, utilizzati rispettivamente per la risoluzione delle equazioni fondamentali nella Formulazione Forte e Debole, confrontandoli con le soluzioni ottenute tramite il metodo degli elementi finiti (FEM). Nei primi capitoli si riportano le nozioni teoriche alla base del lavoro. Successivamente, vengono mostrati i risultati ottenuti dall’applicazione della tecnica di Quadratura Integrale Generalizzata (GIQ) per risolvere le equazioni di governo espresse nella Formulazione Debole. In particolare vengono riportate le caratteristiche di convergenza e stabilità della tecnica al variare delle funzioni di base e delle funzioni discretizzanti. Nel quinto e sesto capitolo si riportano rispettivamente i risultati numerici ottenuti dall’analisi dinamica e statica di diverse strutture a doppia curvatura in materiale composito. Nello specifico i risultati ricavati per la Formulazione Debole (GIQ), vengono confrontati sia con quelli ottenuti per la Formulazione Forte (GDQ) che con quelli forniti attraverso l’utilizzo di programmi di calcolo strutturale. Vengono così mostrati gli effetti della variazione delle proprietà meccaniche e geometriche sulle frequenze di vibrazione e sul campo tensionale. Infine nel settimo capitolo si riportano i risultati ottenuti dall’analisi dinamica di archi piani a partire dal modello tridimensionale.
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Manna, Cinzia. "Vibrazioni di piastre di forma arbitraria con elementi finiti in forma forte: convergenza, stabilità e accuratezza." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
Il presente elaborato è incentrato sullo studio delle vibrazioni libere di piastre di forma arbitraria in forma forte. L’obiettivo perseguito è quello di valutare come la variazione della procedura risolutiva impiegata incida sulla convergenza, sulla stabilità e sull’accuratezza dei risultati. A partire dalla definizione dell’equazione differenziale governante il problema, vengono messe a confronto le tecniche numeriche della Quadratura Differenziale Generalizzata (GDQ) ed il Metodo degli Elementi Finiti (FEM). Il lavoro si sviluppa in cinque capitoli, nei quali vengono illustrati i fondamenti matematici dei procedimenti numerici adottati e la teoria delle piastre moderatamente spesse First Shear Deformation Theory (FSDT), utilizzata per interpretare il comportamento delle piastre analizzate. Vengono inoltre presentati i risultati delle simulazioni svolte, supportate da un’appendice in cui sono aggiunte le specifiche attinenti ai programmi utilizzati. Nel primo capitolo viene descritto nel dettaglio il Metodo Generalizzato di Quadratura Differenziata (GDQ), illustrando le modalità di calcolo dei coefficienti di ponderazione e le discretizzazioni maggiormente impiegate in campo applicativo. Nel secondo capitolo si riportano le fasi principali del Metodo degli Elementi Finiti (FEM). In particolare, viene chiarito il procedimento per ricavare la formulazione debole di un’equazione differenziale e si fa rassegna delle tipologie di elementi finiti, nonché delle rispettive funzioni di forma. In ultimo, sono presenti riferimenti alle tipologie di errore in cui si può incorrere seguendo tale approccio ed accenni alle definizioni di convergenza ed accuratezza della soluzione. Il testo procede con il terzo capitolo in cui si riporta la teoria delle piastre moderatamente spesse, ossia quella di Reissner-Mindlin, specializzata nei casi di materiale isotropo e composito.
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De, Luca Manuel. "Elementi Finiti in Forma Debole per l'Analisi Dinamica di Strutture di Forma Arbitraria in Materiale Composito." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Abstract:
La presente tesi affronta il problema delle vibrazioni libere di strutture aventi forma arbitraria e realizzate in materiale composito. In particolare, l’analisi viene condotta attraverso l’utilizzo di una tecnica numerica finalizzata alla risoluzione del sistema di equazioni in forma integrale descriventi l’equilibrio dinamico. In altri termini, viene sviluppata la formulazione debole del problema in parola, relativamente ai casi di piastre e membrane. Il principio variazionale di Hamilton, utilizzato per ottenere le equazioni di equilibrio, viene applicato introducendo un’ipotesi sul modello cinematico: gli spostamenti generalizzati, dunque, sono espressi in funzione di quantità nodali e interpolati per mezzo di polinomi di alto grado. Il sistema così ottenuto viene risolto, all’interno di ciascun elemento, attraverso la tecnica numerica di Quadratura Integrale Generalizzata (GIQ). L’obiettivo, pertanto, è quello di dimostrare la maggiore accuratezza della tecnica presentata rispetto a quanto disponibile nei software commerciali, valutando i parametri che incidono sulla convergenza, sulla stabilità e sull’accuratezza dei risultati. Tutte le applicazioni condotte prevedono il confronto fra differenti tecniche numeriche risolutive: in particolare, la tecnica del GIQ viene accostata alla tecnica della Quadratura Differenziale Generalizzata (GDQ) e al Metodo degli Elementi Finiti (FEM) analizzando, di volta in volta, i risultati ottenuti sulla base del costo computazionale richiesto e in relazione alle caratteristiche di accuratezza, stabilità e velocità di convergenza. Viene inoltre presentata la tecnica del mapping iso-geometrico, utilizzata per descrivere domini irregolari. Tale metodo, attraverso l'impiego delle curve NURBS, utilizzate per descrivere i contorni degli elementi, consente una più agevole fase di modellazione. A tal proposito vengono sottoposte ad analisi piastre e membrane fortemente irregolari e di forma arbitraria.
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Estevez, Yesica. "Polimeri diretti in ambiente aleatorio." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/6969/.

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Abstract:
In questo elaborato viene studiato il comportamento asintotico di un polimero diretto in ambiente aleatorio (o disordine) al variare della temperatura e della dimensione in cui lo si considera. Si dimostra che quando d=1,2 il polimero si comporta in modo super diffusivo, ovvero la catena polimerica dispone i suoi monomeri lontano dall'origine per raggiungere zone in cui l'ambiente risulta maggiormente favorevole; al contrario, quando d è > o = 3, si verifica una transizione tra una fase diffusiva(valori alti della temperatura), in cui le traiettorie della catena si comportano, su larga scala, come un moto browniano, ed una fase super diffusiva(basse temperature).
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Gurioli, Laura. "Equazione del calore." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/21266/.

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Abstract:
L'obiettivo di questa tesi è lo studio dell'equazione del calore. Come accade per molti fenomeni fisici, anche per la diffusione del calore risulta utile trovare un modello matematico che lo descriva in modo fedele e che ne riassuma le principali caratteristiche. Questo modello, nel caso della diffusione del calore assume la forma di un'equazione alle derivate parziali del secondo ordine, chiamata equazione del calore. Nel primo capitolo di questa tesi vedremo come nasce il modello per la diffusione del calore. Nel capitolo 2 definiremo l'equazione del calore e la soluzione fondamentale, che utilizzeremo poi per ricavare la soluzione del problema di Cauchy omogeneo e non omogeneo. Successivamente ci occuperemo di individuare le formule di media per le funzioni caloriche. Nel capitolo 3 vedremo il principio di massimo debole e l'unicità della soluzione, che ne è una diretta conseguenza. Inoltre proveremo un risultato più preciso, il principio di massimo forte. Nell'ultimo capitolo torneranno utili le formule di media viste nel capitolo 2, grazie a esse enunceremo e dimostreremo la disuguaglianza di Harnack. Infine, servendoci di quest'ultima, proveremo il Teorema di Liouville per le funzioni caloriche.
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Nies, Thomas Giacomo. "La propagazione dei massimi per operatori ellittici degeneri." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/13820/.

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Abstract:
Il presente lavoro tratta una generalizzazione del principio del massimo forte. L'ipotesi principale sarà dunque che u sia una funzione tale che applicando ad essa un operatore ellittico degenere si ottiene una funzione positiva. Sotto questa ipotesi, se una funzione u assume un massimo in un punto interno ad un aperto, allora esistono delle curve integrali sul cui sostegno u continua ad assumere il massimo. Per poter determinare queste curve legate all'operatore ellittico considerato, useremo il teorema di Bony Nagumo e una generalizzazione del Lemma di Hopf.
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Ghelli, Greta. "Topological phases in spin ladders." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/17050/.

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Abstract:
Questa tesi si occupa di approfondire lo studio di possibili fasi topologiche in un sistema costituito da due catene di spin caratterizzate entrambe da un'interazione alternata forte e debole. Infatti è interessante capire se questo tipo di interazione può portare a termini topologici non nulli nella funzione di partizione, termini che invece sono assenti per due catene accoppiate quando l'interazione tra spin vicini è sempre la stessa. Quello che si scopre dal punto di vista analitico è che, quando l'interazione su una catena è traslata di un sito rispetto a quella sull'altra catena, il nostro modello, nel limite del continuo, si può mappare nel modello sigma non lineare più un termine topologico diverso da zero. In corrispondenza di un certo valore critico del termine topologico si ha una transizione di fase tra due fasi isolanti differenti. Tale valore critico corrisponde a un certo valore critico del parametro che caratterizza l'interazione alternata sulle catene. L'analisi numerica, basata sul metodo DMRG, conferma questa previsione teorica. Inoltre, dal confronto tra i risultati numerici per i livelli energetici ottenuti con condizioni al contorno aperte e chiuse, si può già notare che una delle due fasi sembra avere proprietà topologiche non triviali. E' dunque molto interessante chiedersi se queste fasi siano caratterizzate da un qualche tipo di ordine topologico, rilevabile attraverso parametri d'ordine non locali. Le simulazioni numeriche confermano questa ipotesi: il parametro d'ordine non locale di stringa è non nullo nella fase caratterizzata da proprietà topologiche non triviali, che è dunque identificata come un isolante di Haldane, e il parametro d'ordine non locale di parità è non nullo nella fase topologicamente triviale, che è dunque identificata come un isolante di Mott. Si ha dunque una transizione di fase tra l'isolante di Mott e l'isolante di Haldane.
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Mainetti, Nicola. "Disuguaglianza di Harnack." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/13486/.

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Abstract:
Oggetto di studio di questa tesi sono le funzioni armoniche. Inizialmente abbiamo introdotto le nozioni principali (definizione di funzione armonica e calcolo esplicito delle funzioni radiali armoniche). Dopo aver enunciato e dimostrato il teorema della divergenza e la prima e seconda identità di Green ci siamo ricavati le formule di rappresentazione di Green. Successivamente, dopo aver calcolato il volume e l'area di bordo di una palla euclidea, abbiamo introdotto le formule di media del Laplaciano. Una loro diretta conseguenza è la Disuguaglianza di Harnack, che abbiamo enunciato e dimostrato inizialmente per una palla e poi generalizzato a un compatto. Abbiamo poi visto un'applicazione di questa disuguaglianza: il teorema di Liouville. Infine abbiamo illustrato il principio del massimo (minimo) forte e del massimo (minimo) debole.
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Venturelli, Matteo. "Formule di media per le funzioni armoniche." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7420/.

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Abstract:
In questo lavoro studiamo le funzioni armoniche e le loro proprietà: le formule di media, il principio del massimo e del minimo (forte e debole), la disuguaglianza di Harnack e il teorema di Louiville. Successivamente scriviamo la prima e la seconda identità di Green, che permettono di ottenere esplicitamente la soluzione fondamentale dell’equazione di Laplace, tramite il calcolo delle soluzioni radiali del Laplaciano. Introduciamo poi la funzione di Green, da cui si ottiene una formula di rappresentazione per le funzioni armoniche. Se il dominio di riferimento è una palla, la funzione di Green può essere determinata esplicitamente, e ciò conduce alla rappresentazione integrale di Poisson per le funzioni armoniche in una palla.
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Books on the topic "Formulazione Forte e Debole"

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Cederna, Camilla. Il lato forte e il lato debole. Milano: A. Mondadori editore, 1992.

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Colacrai, Angelo. Forza dei deboli e debolezza dei potenti: La coppia debole: forte nel Corpus Paulinum. Cinisello Balsamo (Milano): San Paolo, 2003.

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Liliana, Bàculo, ed. Impresa forte, politica debole: Imprenditori di successo nel Mezzogiorno. Napoli: Edizioni scientifiche italiane, 1994.

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Book chapters on the topic "Formulazione Forte e Debole"

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Salsa, Sandro. "Formulazione debole per problemi di evoluzione." In UNITEXT, 541–84. Milano: Springer Milan, 2010. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1646-0_9.

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2

Salsa, Sandro, Federico M. G. Vegni, Anna Zaretti, and Paolo Zunino. "Formulazione debole di problemi di evoluzione." In UNITEXT, 371–97. Milano: Springer Milan, 2009. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1180-9_9.

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Salsa, Sandro. "Formulazione debole per problemi di evoluzione." In UNITEXT, 555–94. Milano: Springer Milan, 2016. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-5785-2_9.

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