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Academic literature on the topic 'Genetica e Sviluppo del Rene'
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Journal articles on the topic "Genetica e Sviluppo del Rene"
Rivera, Rodolfo F., Costanza Casati, Paolo Vercelloni, Antonio De Pascalis, Fulvio Floccari, Alberto Santoboni, and Luca Di Lullo. "Anomalie cardiovascolari in pazienti con malattia renale policistica autosomica dominante." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, no. 4 (November 26, 2014): 389–97. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.948.
Full textSulmane, Dace. "The development of sociology of law in Latvia." SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no. 3 (December 2012): 151–60. http://dx.doi.org/10.3280/sd2012-003009.
Full textBassi, Maria Teresa, Maria Clara Bonaglia, Erika Tenderini, and Claudio Zucca. "Sindromi epilettiche e disabilitŕ intellettiva: il contributo della genetica." CHILD DEVELOPMENT & DISABILITIES - SAGGI, no. 3 (April 2012): 123–37. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2010-s03008.
Full textMeyer, Stefan. "Pensieri all’aperitivo. Imparare a padroneggiare il sistema di numerazione decimale posizionale in situazioni divertenti." Didattica della matematica. Dalla ricerca alle pratiche d’aula, no. 8 (November 23, 2020): 28–47. http://dx.doi.org/10.33683/ddm.20.8.2.
Full textBraidotti, Rosi. "Sul materialismo corporeo contemporaneo." PSICOLOGIA DI COMUNITA', no. 2 (February 2011): 87–96. http://dx.doi.org/10.3280/psc2010-002009.
Full textLupoi, Sergio, Mauro Falchetti, and Milena Jedlowski. "La casa degli specchi. Le identitŕ di genere come processo evolutivo nella differenza e nella reciprocitŕ." RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, no. 30 (June 2010): 19–33. http://dx.doi.org/10.3280/pr2009-030002.
Full textRowe, Isaline, Marco Chiaravalli, and Alessandra Boletta. "Difetti nel metabolismo del glucosio nel rene policistico: primi studi e prospettive future." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 25, no. 2 (December 6, 2013): 172–79. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2013.1032.
Full textLasaponara, Fedele. "Tecnica chirurgica open a minima invasività per la nefrectomia del rene policistico (PKD)." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, no. 2 (June 27, 2014): 209–15. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.894.
Full textCaspar, Philippe. "Individuazione genetica e gemellarità: l'obiezione dei gemelli monozigoti." Medicina e Morale 43, no. 3 (June 30, 1994): 453–67. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1994.1014.
Full textCarlotta Pizzi. "Discipline STEAM e studenti Altamente Sensibili: Promuovere lo sviluppo di competenze trasversali e la valorizzazione delle differenze individuali nell'apprendimento." IUL Research 1, no. 2 (December 1, 2020): 94–106. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v1i2.64.
Full textDissertations / Theses on the topic "Genetica e Sviluppo del Rene"
Torregrossa, Rossella. "Studio delle basi genetiche del rene con midollare a spugna, una rara nefropatia malformativa." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2008. http://hdl.handle.net/11577/3425954.
Full textCristofaro, Rosalba. "GENETICA MOLECOLARE, EPIDEMIOLOGIA, PATOGENESI DEL RENE MIDOLLARE A SPUGNA." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2012. http://hdl.handle.net/11577/3426283.
Full textIL Rene con Midollare a Spugna (MSK) riconosciuto per la prima volta a Padova, da Lenarduzzi nel 1939 grazie all’impiego dell’allora nuova tecnica dell’urografia e successivamente descritto nel 1949 da Cacchi e Ricci, rispettivamente urologo e patologo dell’Università patavina può essere annoverato tra le nefropatie congenite malformative per la presenza di ectasie precaliceali dei dotti collettori e per la sua frequente associazione con altre malformazioni congenite renali ed extrarenali. La funzione renale e la durata della vita nei pazienti MSK è normale; spesso si complica con lo sviluppo di nefrocalcinosi e nefrolitiasi. La patogenesi di MSK non è stata completamente chiarita ma la maggior parte degli autori concorda che si tratta di una patologia congenita con espressione ritardata. Che la causa di MSK potesse essere di natura genetica era suggerito dalla descrizione di alcuni casi familiari, dall’appartenenza di MSK al gruppo delle patologie malformative e dalla sua associazione con altre malattie ereditarie. La scoperta del gene/i responsabili della patologia è stato negli ultimi anni obiettivo del nostro gruppo di lavoro ed in particolare del mio lavoro di dottorato. L’ipotesi che ha dato inizio allo studio è che MSK sia la conseguenza di un disturbo durante lo sviluppo renale dell’interfaccia “gemma ureterale- mesenchima metanefrico” a causa di mutazioni/polimorfismi di RET, GDNF, o di altri geni coinvolti nell’embriogenesi renale, o in particolare a causa dell’interazione GDNF/RET. I risultati del sequenziamento diretto e test RFLP di GDNF su una casistica veneta di 112 pazienti, ben selezionata sulla base di stretti criteri urografici hanno permesso di identificare 1 variante rara della regione del promotore di GDNF (-27+18G>A) significativamente associata a MSK (p=0.02). Inoltre, la possibilità di estendere lo screening di GDNF su alcuni familiari di pazienti MSK ci ha permesso di scoprire che le varianti erano ereditate e che nelle famiglie erano associate al fenotipo MSK. Nella seconda parte del lavoro di dottorato è stata posta l’attenzione sui casi familiari di MSK. In collaborazione con la Clinica Nefrologica di Verona sono stati indagati 50 gruppi famigliari scelti random dalla coorte di 112 pazienti con MSK . Dall’’analisi mediante ecografia e/o Uro-TC estesa ai consanguinei della stessa generazione, e di 1, se possibile, 2 generazioni precedenti e/o successive è emerso che in 27 famiglie MSK segregava come carattere autosomico dominante, con espressività variabile e ridotta penetranza. Sui probandi di queste famiglie è stato fatto lo screening per il gene GDNF. Inoltre, in collaborazione con il laboratorio di Nefrologia Pediatrica dell’Università di Padova è stato fatto, lo screening di Six1, Spry1 e Pax2 che sono geni coinvolti nel processo di nefrogenesi renale e con un importante ruolo nei meccanismi di regolazione di GDNF, per un totale di 19 casi famigliari. Lo screening di GDNF mediante sequenziamento diretto delle regioni esoniche e delle giunzioni introne-esone non ha evidenziato nessuna variante rare né altre sostituzioni nucleotidiche. Allo stesso modo nessuna mutazione causativa è stata evidenziata per Six1, Spry1 e Pax2. Per Spry1 e Pax2 solo polimorfismi noti ma senza alcuna significatività statistica nelle frequenze alleliche confrontata con quella di popolazioni di controllo riportate in letteratura. Un altro obiettivo del mio lavoro di dottorato è stato quello di aver cercato di capire come varianti rare di GDNF possano essere associate al fenotipo MSK, in un sottogruppo di pazienti con nefrolitiasi, nefrocalcinosi ed MSK bilaterale. L’asportazione di un carcinoma renale in una paziente con MSK e mutazione di GDNF (-27+18G/C) ha dato l’opportunità di studiare per la mutazione di GDNF il suo significato funzionale e di verificare che cellule papillari renale prelevate da polo indenne al carcinoma renale e con bassi profili di espressione per GDNF, differenziavano spontaneamente verso un lineaggio osteogenico con la sintesi di proteine tipiche della matrice osteoide. Per cercare di approfondire se la down regolazione di GDNF, molto probabilmente dovuta alla mutazione che cade nella regione del promotore, possa avere avuto un coinvolgimento nel fenomeno di calcificazione osservato si è cercato di ottenere su cellule epiteliali renali (HK2), attraverso la tecnica di RNA interference, un silenziamento stabile di GDNF. I dati preliminari di questi ultimi esperimenti hanno mostrato che nelle cellule HK2 silenziate per GDNF vi era la presenza di depositi di Ca2PO4, confermati sia dalla colorazione von Kossa sia dall’analisi SEM. la presenza dei depositi di calcio fosfato non sono state osservate né nel controllo negativo né nei cloni silenziati in normali condizioni di coltura, mentre nel controllo negativo in condizione osteogenica i depositi erano presenti, seppur in minore quantità rispetto al clone silenziato. Sebbene preliminari, i nostri suggeriscono che la down regolazione di GDNF potrebbe favorire la deposizione di Ca2PO4 attraverso un meccanismo non ancora identificato. La nostra ipotesi è che l’apoptosi potrebbe essere la chiave.
DESOGUS, MICHELE. "Indagini strutturali e quantitative durante lo sviluppo del rene mediante l’utilizzo di elaborazione immagini." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2016. http://hdl.handle.net/11584/266774.
Full textCERMINARA, MARIA. "Studio di meccanismi oligogenici alla base di patologie complesse dello sviluppo: disturbi del neurosviluppo e sindrome di Poland." Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2022. http://hdl.handle.net/11567/1080195.
Full textNeurodevelopmental disorders (NDDs) are a group of heterogeneous disease affecting the nervous system, including autism spectrum disorders (ASD), and present in about 1-3% of children. ASD is characterized by communicative impairments, difficulties in social interaction, behavior abnormalities and complex pathogenetic mechanisms. Increasing findings support an oligogenic model of inheritance with a combination of inherited and/or de novo variants, involved in different pathways and biological processes. The presence in the same individual of multiple deleterious variants in different genes could contribute, according to an additive model, to heterogeneity of clinical features observed in NDD patients. The genetic etiology of NDDs has not yet been fully clarified. Poland Syndrome (PS, OMIM 173800) is a rare congenital condition (incidence of 1-9/100.000) with variable phenotype characterized by pectoral muscle agenesis/hypoplasia that may include ipsilateral thoracic and upper limb anomalies. Most cases of PS are sporadic, familial recurrence has been observed (4%) with phenotypic heterogeneity. Different inheritance patterns have been reported and polygenic/multifactorial mechanisms have been hypothesized in some cases. The genetic etiology of PS remains unknown. Recent studies proved that the use of Whole Exome Sequencing (WES) together with the copy number variations (CNVs) analysis can help to the identification of the molecular bases of heterogeneous genetic disorders. In this study we aimed at investigating the genetic mechanisms underlying NDDs and PS. i) A retrospective Array-CGH analysis was performed on 526 NDD cases. The pathogenicity of CNVs was investigated through mining of literature and searching through databases reporting genes associated with NDD, particularly intellectual disability (ID) and ASD. (ii) Fifty-three ASD families were investigated by Whole exome sequencing, and potentially deleterious variants prioritized by custom filtering strategies including the use of Oligogenic Resource for Variant Analysis Platform (ORVAL) and enrichment analysis of candidate genes with GeneCodis4. (iii) A cohort of 30 PS patients were analysed by WES, and potentially deleterious variants prioritized by custom filtering strategies including oligogenic variant analysis. Functional analyses of identified variants included in vitro mutagenesis followed by cell imaging and gene reporter assays. Pathogenetic CNVs have been found in 42% of NDD cases, while 58% of the identified CNVs remain of uncertain significance. The study of arrays data led to the identification of new genes and "double-hit" mechanisms that could account for the NDDs. By using an oligogenic approach to the analysis of WES data, we identified inherited variants in different genes that globally could explain the complex phenotype in some cases. The study also revealed the involvement of different genes in pathways and biological processes common to several patients with NDD. In patients with PS, deleterious variants were found in two different genes, one involved in the pectoral muscle and cartilage development, and one involved in mechanisms of cell polarity and asymmetric cell divisions that could contribute synergistically to the PS phenotype, suggesting a digenic mechanism.
FALZOI, MATTEO. "Sviluppo di una piattaforma di indagine genetica applicata alla scelta della terapia psicofarmacologica e studio delle varianti alleliche del citocromo P450 nella popolazione sarda." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2011. http://hdl.handle.net/11584/266277.
Full textFesta, Ilaria. "La Cartella Clinica Informatizzata nel percorso diagnostico-assistenziale del Malato Raro: sviluppo e implementazione di un sistema di raccolta e analisi dell'informazione clinica fenotipica e genotipica. Computerized Medical Record in the diagnostic-care of the Rare Diseases: development and implementation of a system for the collection and analysis of clinical phenotypic and genotypic data." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2016. http://hdl.handle.net/11577/3424446.
Full textA livello internazionale non esiste una definizione univoca di malattia rara: paesi europei ed extraeuropei la stabiliscono in base a differenti soglie di prevalenza in accordo alle legislazioni vigenti: nell'Unione Europea (UE), una patologia è rara se presenta una prevalenza di popolazione uguale o inferiore a 1/2000 abitanti (0,05%). Le malattie rare sono, sotto il profilo clinico-epidemiologico, un gruppo molto eterogeneo, con circa 5000-8000 entità per lo più ad origine genetica, spesso gravi, cronicamente invalidanti, progressive e potenzialmente fatali, che rappresentano un grave problema di salute pubblica; nonostante ciò, sono state in passato di scarso interesse scientifico, sono poco incluse nelle classificazioni internazionali e poco visibili a livello d'informazione sanitaria, per molte di esse inoltre non sono ancora disponibili dati epidemiologici. La ragione principale sembra essere l'assenza di un sistema di corretta codifica e rintracciabilità nei sistemi informativi sanitari: gli attuali sistemi classificativi e di raccolta dell'informazione fenotipica e genotipica sono ampiamente eterogenei, privi di terminologia standard, scarsamente inter-operabili, unicamente dedicati alla classificazione del fenotipo, o con caratteristiche di database genomici con profili fenotipi variante-correlati. Alcuni di questi database, sono già operativi, altri in via di sviluppo, di pari passo con l'implementazione delle tecnologie NGS, che hanno garantito alla comunità medico scientifica, rispetto alle tecniche tradizionali, lo studio di una vastissima gamma di malattie genetiche, con crollo dei costi e dei tempi d'analisi dei dati. A livello mondiale sono nati centri e progetti di ricerca altamente specializzati in tecniche di sequenziamento genomico e nello sviluppo di database di varianti genomiche, che hanno reso disponibile una grande varietà e quantità di nuove informazioni, spesso di difficile gestione ed interpretazione. L'imperativo della comunità scientifica è pertanto l'organizzazione sistematica di questa enorme quantità di dati, potenzialmente utili alla corretta interpretazione del significato patogeno delle varianti genomiche in relazione al fenotipo clinico. In base a dati emergenti dalla letteratura, i registri di pazienti e di patologia costituiscono strumenti interessanti per lo sviluppo di conoscenze utili sotto il profilo epidemiologico-clinico in ambito di malattie rare. Molti registri esistenti devono affrontare problematiche di qualità, standardizzazione e accessibilità dei dati, di ottimizzazione delle risorse e di interoperabilità legate alla frammentazione dei sistemi di codifica delle malattie. La situazione a livello europeo ed extra-europeo sembra favorire la costituzione di registri globali o di piattaforme comuni di coordinamento di tutti i registri esistenti e futuri, seguendo un approccio uniforme, coordinato e di alta qualità. La realizzazione di questo modello è attualmente un obiettivo strategico della comunità europea nell'ambito del progetto EPIRARE e della comunità statunitense nell'ambito del progetto sul Global Rare Diseases Registry (GRDR). Nel percorso evolutivo che sostiene l'implementazione del servizio sanitario pubblico per migliorare l'esercizio del diritto alla salute del cittadino è fondamentale l'attuale sviluppo di tecnologie informatiche innovative che rendano disponibile informazioni complete, condivise ed idonee a garantire al cittadino la migliore continuità assistenziale. In Italia Fascicolo Sanitario Elettronico ('FSE') è la raccolta informatizzata dei dati della storia clinica di un individuo, progettata nell'ambito del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) secondo le Linee Guida Nazionali emanate dal Ministero della Salute nel novembre 2010. Il processo è lento, ma con l'introduzione del FSE è auspicabile che nel prossimo futuro, si assista ad un rivoluzionario cambiamento dei rapporti tra infrastruttura sanitaria e cittadino, con miglioramento del flusso di dati e del processo diagnostico-assistenziale. Anche nel contesto internazionale è documentata l'utilità del cosiddetto 'Electronic Health Record' (EHR) o 'Personal Health Record' (PHR) a supporto di tale processo in ambito sanitario, oltre che per la misurazione ed il monitoraggio della qualità delle cure e per la ricerca scientifica traslazionale, ma realizzazione e lo sviluppo del FSE sono ancora in fase preliminare e le sfide da affrontare per rendere applicativa tale infrastruttura sono numerose, soprattutto per i paesi in via di sviluppo. In ambito di malattie rare altra sfida importante su molti fronti per i sistemi sanitari è quella rappresentata dal gruppo eterogeneo dei pazienti senza diagnosi, ovvero gli individui con malattie note non correttamente riconosciute, che subiscono ritardi ed errori diagnostici, o gli individui con patologie sconosciute; questi pazienti sovra- utilizzano percorsi diagnostico-terapeutici inadeguati e presentano bisogni assistenziali non soddisfatti, con elevati costi umani e sociali. Ad oggi il problema dei pazienti senza diagnosi è stato universalmente riconosciuto a livello mondiale come centrale nella programmazione sanitaria della rete di assistenza per malati rari, ma appare ancora irrisolto: i tentativi messi in atto in USA con Undiagnosed Diseases Program (UDP) del National Institute of Health (NIH) Clinical Center hanno dato risultati promettenti, ma sono apparsi ancora scarsamente sostenibili nella pratica clinica e di ancora limitato valore epidemiologico. A livello nazionale alcuni Centri Accreditati per eccellenza nella diagnosi e cura di specifiche malattie rare o gruppi di malattie rare correlate, hanno istituito progetti mirati alla ricerca di soluzioni metodologiche per raccolta dell'informazione clinica nella sua corrispondenza fenotipo-genotipica, a sostegno del processo diagnostico- assistenziale dei malati rari, con particolare riguardo ai pazienti senza diagnosi o con un generico sospetto diagnostico: Progetto di ricerca Regione-Università 'Next Generation Sequencing and Gene Therapy to Diagnose and Cure Rare Diseases in Regione Emilia Romagna (RARER)' e Progetto Ministeriale 'A multicenter collaborative research network for the identification and study of rare undiagnosed patients: the impact on the rare disease National Health Service network (UnRareNet)'. Nel più ampio contesto dei suddetti progetti di ricerca il presente progetto di dottorato si è posto l'obiettivo primario di realizzare uno strumento unico di raccolta di dati analitici descriventi il fenotipo e il genotipo di pazienti con diagnosi nota o sospetta, all'interno di gruppi di malattie rare selezionate, basato su una piattaforma informatizzata, con implementazione del modello del Registro Regionale per le Malattie Rare già in uso in Regione Veneto. Ulteriore obbiettivo è stata la creazione di un prodotto specifico utile alla gestione clinica in ambito di malattie rare, soprattutto rispetto ad efficienza, rapidità e correttezza d'inquadramento diagnostico, attraverso il trasferimento dello strumento descrittivo di raccolta dell'informazione clinica fenotipo-genotipica di pazienti con malattie o gruppi di malattie rare selezionate, nel modulo generalizzato di Cartella Clinica Informatizzata (CCI). Il modulo CCI deve possedere caratteristiche trasversali rispetto ai registri di malattia ed alle cartelle informatizzate ospedaliere, dedicate ad un singolo episodio di cura e strutturarsi sul modello emergente dei record sanitari individuali informatizzati, quali ad esempio in Italia, il Fascicolo Sanitario Elettronico individuale. Il valore aggiunto è l'integrazione delle potenzialità di ricerca, offerte dalla struttura del database relazionale, con le applicazioni cliniche del modulo CCI nella gestione pratica del percorso assistenziale e di cura dei malati rari. Si è programmato inoltre l'inserimento in rete del modulo CCI, nell'ambito di un utilizzo condiviso dell'informazione clinica, genetica ed assistenziale in contesti reali d'assistenza clinica d'eccellenza, quali quelli offerti dai progetti RARER e UnRareNet. Il progetto si è strutturato in 3 diverse fasi: 1. identificazione e condivisione, all'interno del protocollo comune RARER, della metodologia idonea alla creazione di 8 registri di malattie rare, con implementazione delle banca dati clinica e strutturazione di un modulo di raccolta del dato genotipico; 2. realizzazione e condivisione in rete del modulo CCI, come prodotto sostenibile in ambito clinico, contenente l'informazione clinica fenotipica e genotipica descritta all'interno di un database relazionale; 3. implementazione sistema d'acquisizione dati e del modulo CCI con l'ampliamento della popolazione nel contesto del progetto UnRareNet, analisi dei dati, con identificazione della correlazione tra quadri fenotipici e genotipo e progettazione di un sistema esperto in grado di gestire procedure complesse di elaborazione dati. Il progetto di ricerca ha previsto la realizzazione del database relazionale con raccolta di dati clinici di malati rari con diagnosi nota o sospetta nell'ambito di alcune patologie rare di specifico interesse attraverso il modulo CCI. Le entità nosologiche e le entità principali e secondarie del database, descriventi il fenotipo ed il genotipico del paziente sono classificate e quindi organizzate secondo una logica classificatoria nodulare e multigerarchica ad albero, che integra i sistemi classificativi uni e multidimensionali riconosciuti a livello internazionale e contemporaneamente rispetta la suddivisone anatomica e funzionale dell'organismo umano. Il database contiene 72360 record, distribuiti tra entità principali e secondarie (segni, sintomi, comorbidità, menomazioni, indagini diagnostiche, attributi) e relazioni tra entità, 117 differenti entità nosologiche, 63 differenti geni e 1186 pazienti totali. I risultati ottenuti nella fase di creazione ed implementazione del sistema di raccolta dell'informazione clinica, con la messa in atto del modulo CCI nel contesto del progetto RARER, hanno dimostrato l'usabilità del prodotto in un ambito preliminare; l'ampliamento dell'applicazione clinica nel contesto del progetto UnRareNet, ha prodotto risultati promettenti ed il sistema ha mostrato una buona tenuta in condizioni di fenotipi simili e dissimili, gestendo in modo completo informazioni cliniche riguardanti complessivamente numerose differenti malattie rare e dimostrandosi quindi generalizzabile, flessibile ed inter-operabile. I dati contenuti sono al momento ancora limitati, ma possedendo caratteristiche analitiche e precodificate appaiono subito utilizzabili per future elaborazioni complesse. La raccolta dell'informazione genetica e l'integrazione con l'informazione clinica sono apparse anch'esse fattibili, con risultati promettenti, seppur nell'ambito del progetto UnRareNet ancora in fase assolutamente preliminare; i pazienti senza diagnosi sono circa il 10% circa del totale, ma di questi più della metà non dispone ancora d'indagine genetica, che si è rivelata utile alla conferma diagnostica nel 53% dei casi con malattia nota. Sul totale dei pazienti del campione l'utilizzo di tecnologie NGS appare in questa fase limitato, ma i risultati ottenuti sottolineano le potenzialità delle moderne tecniche di sequenziamento genomico nell'implemetazione del processo diagnostico; l'ampliamento della popolazione di pazienti arruolati e l'applicazione mirata di queste tecnologie potrebbe consentire nuova più ampia conoscenza sul profilo fenotipico e genotipico delle malattie considerate. Disponendo di una più ampia popolazione di pazienti sarà possibile l'istruzione del sistema esperto, di cui si sono gettate le basi nel contesto del presente progetto, attraverso la raccolta di frequenze teoriche di segni clinici e reperti diagnostici di alcuni gruppi di malattie rare correlate (metaboliche, mitocondriali), derivanti dalla letteratura internazionale e destinate al sistema per elaborazione di casi clinici simulati. Il sistema esperto potrà consentire la validazione di diagnosi simulate attraverso la raccolta di nuovi casi con diagnosi nota e la formulazione di nuove diagnosi di patologie note o l'identificazione di nuove entità nosologiche, anche con utilizzo di reti neurali o reti di kohonen e metodologie Fuzzy. La metodologia di raccolta dell'informazione fenotipica e genotipica del paziente con malattia rara, proposta nel presente progetto di dottorato si è dimostrata idonea a soddisfare i requisiti d'applicabilità richiesti ed ha suggerito una serie di applicazioni future che mirano all'ampliamento delle conoscenze sulla variabilità genomica della malattie rare ed alla riduzione del numero dei malti senza diagnosi.
SAGRINATI, COSTANZA. "Potenzialità rigenerative dei progenitori embrionali renalimultipotenti CD24+CD133+ in un modello di insufficienzarenale acuta." Doctoral thesis, 2008. http://hdl.handle.net/2158/599077.
Full textGRAMMATICO, Paola. "Definizione citogenetica del carcinoma sarcomatoide del rene e dei tumori uroteliali delle alte vie urinarie." Doctoral thesis, 1989. http://hdl.handle.net/11573/461588.
Full textMarroncini, Giada. "Ambiente e Genetica: due attori nello sviluppo e progressione del danno epatico." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/2158/1125023.
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