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Dissertations / Theses on the topic 'Gesuiti'

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Tassinari, Federico. "L'ex-convento dei gesuiti a Mirandola: un'architettura di ridefinizione." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/6874/.

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Abstract:
Il progetto presentato si basa sulla ridefinizione dell’isolato storico dell’ex-convento dei gesuiti di Mirandola posto a nord-est del centro e che nel corso del XVI secolo ha definito l’ampliamento orientale della città. Attualmente l’isolato si trova in uno stato di perdita di definizione, situazione molto pericolosa in vista del periodo di ricostruzione post-sisma che potrebbe portare ad una perdita dell’intero sistema dei gesuiti e di conseguenza ad un perdita di comprensione del sistema urbano. Il progetto quindi si pone l’obiettivo di chiarire l’assetto urbano dell’isolato attraverso la demolizione dell’edificato incongruo e forviante del ‘900 e l’aggiunta minimale, rispetto alle dimensioni totali del complesso , di architetture funzionalmente utili ad una ripresa della città ed in particolare modo del centro storico. Da un punto di vista prettamente architettonico l’idea che è stata portata avanti è stata quella di un continuo lavoro di comprensione ed elaborazione, generando così differenti sistemi architettonici al variare delle condizioni che si presentavano.
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Bisi, Serena. "Ipotesi di miglioramento e rifunzionalizzazione dell'ex Collegio dei Gesuiti di Mirandola." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
Il tema del miglioramento delle prestazioni del patrimonio edilizio italiano ed in particolare la tutela materiale dell’edilizia in muratura tradizionale, appare oggi più che mai attuale alla luce dei recenti eventi sismici che hanno colpito l’Italia. L'obiettivo della tesi è quello di fornire un progetto di intervento compatibile, non invasivo e sostenibile per l’ex Collegio dei Gesuiti di Mirandola che risulta inagibile a causa degli eventi sismici del maggio 2012. Affinchè gli interventi proposti risultino sostenibili, reversibili, ben integrati e rispettosi della natura storica del manufatto è necessario conoscere approfonditamente l'edificio, le analisi da eseguire seguono il seguente ordine: - analisi storico-critica del manufatto; - esame dell’ambiente, delle strutture e delle lesioni nelle loro manifestazioni deformative e fessurative; - definizione della natura del dissesto; - ricerca delle cause perturbatrici; - modellazione dei cinematismi in atto e verifica della sicurezza delle strutture lesionate o in condizioni di carico sfavorevoli; - studio dei rimedi e progetto di miglioramento e di rifunzionalizzazione. L’analisi storico evolutiva e le indagini su vulnerabilità e cause dei dissesti sono i momenti più importanti delle fasi conoscitive in quanto permettono di comprendere il comportamento alle sollecitazioni del fabbricato e di conseguenza redigere un progetto di intervento adeguato.
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MAZZONI, RICCARDO. "1572 – 1773 Architettura, Istruzione, Fabbrica il Collegio Dei Gesuiti a Brera." Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/11578/282402.

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4

Piciulo, Viviana Silvia <1963&gt. "I Gesuiti americani espulsi in Italia e Joaquín Camaño (1767-1814)." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6492/1/Piciulo_VivianaSilvia_Tesi.pdf.

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Abstract:
Joaquín Camaño fu un gesuita della Provincia del Paraguay, vissuto nell' esilio italiano la maggior parte della sua vita dal 1767 al 1820. Il suo lavoro e la sua fama possono essere considerati di minore importanza se paragonati a molti altri gesuiti esiliati per ordine di Carlo III alla fine del XVIII secolo in Emilia-Romagna. Attraverso la mia ricerca approfondisco il ruolo di J. Camaño quale personaggio minore che entra nella vita degli altri espulsi tramite un dinamico network relazionale di cui è stato uno dei principali artefici. Il mio obiettivo è stato quello di studiare l'impatto che ebbero gli esuli gesuiti americani, attraverso la vita di Joaquin Camaño, sul mondo intellettuale italiano, europeo ed americano dopo l'espulsione del 1767. Egli, con i suoi studi, si inserisce nella rinnovata e vivace retorica del “Mondo Nuovo” che in quegli anni assume un grande dinamismo. Nato nella modesta città di La Rioja, in Argentina, si erge come un brillante cartografo, etnografo e linguista nel contesto dell'Illustrazione europea grazie alla sua particolare vita da missionario. Dopo l'espulsione, Joaquin Camaño, insieme ad altri numerosi confratelli americani, arriverà a Faenza, nello Stato Pontificio, dedicandosi allo studio della cartografia, dell'etnografia e delle lingue americane. Le sue ricerche si collocano in un momento nevralgico per la storia del pensiero linguistico-antropologico, quando l'osservazione diretta e la riflessione teorica dei fenomeni si misuravano con la grande varietà umana ormai riscontrata nel mondo.
Joaquín Camaño was a Jesuit Province of Paraguay, who lived in 'exile Italian most of his life from 1767 to 1820. His work and his reputation may be considered minor when compared to many other Jesuits exiled by order of Charles III in the late eighteenth century in Emilia-Romagna. Through my research I deepen the role of J. Camaño which minor character who enters the lives of others expelled by a dynamic relational network of which he was one of the principal architects. My goal was to study the impact that the exiles were American Jesuits, through the life of Joaquin Camaño, the Italian intellectual world, Europe and America after the expulsion of 1767. He, with his studies, is part of the renewed and vibrant rhetoric of the " New World" in those years is of great dynamism. Born in the small town of La Rioja, Argentina, stands as a brilliant cartographer, ethnographer and linguist in the context of the European Enlightenment thanks to its life as a missionary. After the expulsion, Joaquín Camaño, along with many other fellow Americans, will arrive in Faenza, in the Papal States, devoting himself to the study of cartography, ethnography and American languages. His research interests lie at a nerve center for the history of linguistic thought -anthropological, when direct observation and theoretical reflection phenomena were measured with the wide variety now found in the human world.
Joaquín Camaño fue un jesuita de la Provincia del Paraguay que vivió en el exilio italiano la mayor parte de su vida. Su obra y su fama la podemos considerar menor si lo comparamos a tantos otros jesuitas que realizaron obras importantísimas dentro del concierto de los grandes personajes de fines del siglo XVIII activos en el destierro decretado por Carlos III como Lorenzo Hervas y Panduro. En mi investigación profundizo el rol de Camaño como personaje secundario que entra en las vidas de los otros expulsos a través de una dinamica red de trabajo en la que colaboró activamente y de la que era uno de los principales artífices.
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Piciulo, Viviana Silvia <1963&gt. "I Gesuiti americani espulsi in Italia e Joaquín Camaño (1767-1814)." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6492/.

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Abstract:
Joaquín Camaño fu un gesuita della Provincia del Paraguay, vissuto nell' esilio italiano la maggior parte della sua vita dal 1767 al 1820. Il suo lavoro e la sua fama possono essere considerati di minore importanza se paragonati a molti altri gesuiti esiliati per ordine di Carlo III alla fine del XVIII secolo in Emilia-Romagna. Attraverso la mia ricerca approfondisco il ruolo di J. Camaño quale personaggio minore che entra nella vita degli altri espulsi tramite un dinamico network relazionale di cui è stato uno dei principali artefici. Il mio obiettivo è stato quello di studiare l'impatto che ebbero gli esuli gesuiti americani, attraverso la vita di Joaquin Camaño, sul mondo intellettuale italiano, europeo ed americano dopo l'espulsione del 1767. Egli, con i suoi studi, si inserisce nella rinnovata e vivace retorica del “Mondo Nuovo” che in quegli anni assume un grande dinamismo. Nato nella modesta città di La Rioja, in Argentina, si erge come un brillante cartografo, etnografo e linguista nel contesto dell'Illustrazione europea grazie alla sua particolare vita da missionario. Dopo l'espulsione, Joaquin Camaño, insieme ad altri numerosi confratelli americani, arriverà a Faenza, nello Stato Pontificio, dedicandosi allo studio della cartografia, dell'etnografia e delle lingue americane. Le sue ricerche si collocano in un momento nevralgico per la storia del pensiero linguistico-antropologico, quando l'osservazione diretta e la riflessione teorica dei fenomeni si misuravano con la grande varietà umana ormai riscontrata nel mondo.
Joaquín Camaño was a Jesuit Province of Paraguay, who lived in 'exile Italian most of his life from 1767 to 1820. His work and his reputation may be considered minor when compared to many other Jesuits exiled by order of Charles III in the late eighteenth century in Emilia-Romagna. Through my research I deepen the role of J. Camaño which minor character who enters the lives of others expelled by a dynamic relational network of which he was one of the principal architects. My goal was to study the impact that the exiles were American Jesuits, through the life of Joaquin Camaño, the Italian intellectual world, Europe and America after the expulsion of 1767. He, with his studies, is part of the renewed and vibrant rhetoric of the " New World" in those years is of great dynamism. Born in the small town of La Rioja, Argentina, stands as a brilliant cartographer, ethnographer and linguist in the context of the European Enlightenment thanks to its life as a missionary. After the expulsion, Joaquín Camaño, along with many other fellow Americans, will arrive in Faenza, in the Papal States, devoting himself to the study of cartography, ethnography and American languages. His research interests lie at a nerve center for the history of linguistic thought -anthropological, when direct observation and theoretical reflection phenomena were measured with the wide variety now found in the human world.
Joaquín Camaño fue un jesuita de la Provincia del Paraguay que vivió en el exilio italiano la mayor parte de su vida. Su obra y su fama la podemos considerar menor si lo comparamos a tantos otros jesuitas que realizaron obras importantísimas dentro del concierto de los grandes personajes de fines del siglo XVIII activos en el destierro decretado por Carlos III como Lorenzo Hervas y Panduro. En mi investigación profundizo el rol de Camaño como personaje secundario que entra en las vidas de los otros expulsos a través de una dinamica red de trabajo en la que colaboró activamente y de la que era uno de los principales artífices.
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Melai, Fabrizio. "I gesuiti del Paraguay espulsi in Italia. Mitologia politica e sociologia dell'esilio." Doctoral thesis, Scuola Normale Superiore, 2011. http://hdl.handle.net/11384/86037.

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Guasti, Niccolo'. "L’ “esilio” italiano dei gesuiti spagnoli espulsi (1767-1798) : politica, economia, cultura." Doctoral thesis, Scuola Normale Superiore, 2004. http://hdl.handle.net/11384/86045.

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8

Bevilacqua, Giulia <1986&gt. "L’impero Moghul e l’incontro con i missionari Gesuiti. L’utilizzo dell’iconografia Cristiana nel linguaggio pittorico di corte." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/7419.

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Abstract:
Il mio lavoro di tesi si occupa dell’impero Moghul e delle fasi di sviluppo della pittura di corte patrocinata dai principali sovrani. La prima parte, di carattere più generale, è volta a fornire una panoramica storica sull’impero che conquistò quasi interamente il subcontinente indiano e ne mantenne il controllo tra XVI e XVIII secolo d.C., sulle modalità di espansione e di organizzazione, e sul ruolo della figura del sovrano e la sua ideologia di governo. La seconda è invece dedicata alla prima fase delle espressioni artistiche - pittoriche nello specifico - dell’atelier di corte Moghul e al ruolo delle influenze stilistiche Persiane, Cinesi e di richiamo alla tradizione Hindu che la caratterizzarono. Nella parte centrale, la tesi si occupa dell’incontro tra due culture, quella Musulmana Moghul e quella Cattolica con cui la corte ed il suo terzo imperatore, Akbar (r.1556-1605), entrarono in contatto attraverso i missionari Gesuiti (dalla metà degli anni ‘70 del XVI sec. in poi) e la conseguente nascita di un nuovo linguaggio stilistico e tematico in campo figurativo, risultato dalle copie o dall’ispirazione ai modelli offerti dalle immagini sacre portate a corte dai Gesuiti. Tali immagini si dimostrarono strumentali alla propaganda dell’imperatore stesso il quale individuò nelle raffigurazioni della Vergine e del Gesù - trasposta in quella dell’imperatore stesso e della madre - l’insieme di significati iconografici utili a dimostrare la propria immedesimazione nel divino e la divina approvazione all’esercizio del suo potere.
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Sangalli, Maurizio. "Cultura, politica e religione nella repubblica di Venezia tra Cinque e Seicento : gesuiti e somaschi a Venezia /." Venezia : Istituto veneto di scienze, lettere ed arti, 1999. http://catalogue.bnf.fr/ark:/12148/cb37589159z.

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Abstract:
Texte remanié de: Dottorato di ricerca--società, politica e religione nella formazione dell'Europa moderna--Milano--Università cattolica del Sacro Cuore, 1998.
"Memoria presentata dal s.c. Gino Benzoni nell'adunanza ordinaria del 28 febbraio 1998" Bibliogr. p. 447-473. Index.
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TRIPEPI, ALESSANDRO. "LO SPECCHIO DI SÉ. 'AMBASCIATORI', GESUITI E SOVRANI IN SCENA NEL VIAGGIO ITALIANO DI QUATTRO PRINCIPI GIAPPONESI (1585)." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2020. http://hdl.handle.net/2434/709215.

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Abstract:
This thesis investigated how the image of Japan was exploited and adapted to the needs of 16th century Europe during the Counter-Reformation. Through the mediation of the Society of Jesus, active in the Archipelago since 1549, Japan has taken on well-defined traits in the European imaginary. On the one hand, those of a culture with which dialogue took place with simplicity on the basis of a - supposed - religious similarity, and on the other, that of a still "wild" world that was to be tamed through the religious and cultural colonization carried out by the Fathers. This idea became predominant during the 1580s, when the Jesuits conducted an embassy of four young princes to the main Italian courts to make their narration immediately identifiable: the idea of Japan and its representation would have to match perfectly. The journey, which lasted from 1582 to 1587, with the return to Japan only in 1590 due to the changed political conditions of the Archipelago, was the first moment in which the image of the "other", until then confined to the imaginary, found its reification. In a ceremonial journey in which scriptwriters, actors and spectators each played their own role, the Peninsula found itself to be the stage covered by the young princes with their double role: symbol of missionary successes and at the same time medium through which the sovereigns challenged each other with a political exploitation of welcome. The delegation can also be used to analyse the Italian society at the end of the 16th century, with a privileged focus on the mass of spectators. The citizens, in fact, had to be gratified and educated through the theatrical representation of the "different" who had to be primarily conquered from a cultural point of view.
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ARLATI, FABIO. "GESUITI E GESUITESSE. LA COMPAGNIA DI GESU' E LE CONGREGAZIONI SEMIRELIGIOSE FEMMINILI IN ITALIA TRA XVI E XVII SECOLO." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2021. http://hdl.handle.net/10280/98183.

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Abstract:
A dispetto della legislazione claustrale tridentina e post-tridentina, tra XVI e XVII secolo si assistette all’emergere in Italia, in Europa e nei paesi di missione di numerose congregazioni semireligiose femminili insegnanti, senza clausura e senza voti solenni, fondate, co-fondate o dirette dai padri della Compagnia di Gesù, che si ispiravano alle Costituzioni e alla spiritualità ignaziana, specie nell’apostolato educativo. Attraverso un approfondito scavo archivistico, il presente studio offre un vasto censimento delle numerose case di “gesuitesse” presenti in Italia tra Cinquecento e Seicento, mostrando, tramite l’analisi delle reti di relazioni tra questi istituti nonché delle peculiarità economiche, giuridiche, educative e spirituali delle semireligiose rispetto alle monache claustrali, la sostanziale compattezza e unità di questo fenomeno, fondato sulla comune identità gesuitica. Con ciò si intende, inoltre, far luce sui contrasti e sulle contraddizioni legati all’affermazione delle gesuitesse, che portarono ad aspri scontri interni alla Compagnia di Gesù, a diversi processi inquisitoriali e a duri conflitti giurisdizionali tra poteri secolari ed ecclesiastici.
In spite of the Tridentine and post-Tridentine cloistered legislation, the 16th and 17th centuries witnessed the foundation in Italy, Europe and the mission countries of numerous semi-religious female congregations, without clausura and without solemn vows, founded, co-founded or directed by the fathers of the Society of Jesus. These congregations, called “Jesuitesses”, were inspired by the Jesuit Constitutions and Ignatian spirituality, especially in the educational apostolate. Through an in-depth archival research, the present study offers a vast census of the numerous houses of Jesuitesses present in Italy between the Sixteenth and Seventeenth centuries, showing, through the analysis of the network of relations between these institutes as well as the economic, juridical, educational and spiritual peculiarities of the semi-religious compared to the cloistered nuns, the substantial compactness and unity of this phenomenon, based on a common Jesuit identity. The aim is also to shed light on the contrasts and contradictions related to the affirmation of the Jesuitesses, which led to bitter internal clashes within the Society of Jesus, various inquisitorial trials and harsh jurisdictional conflicts between secular and ecclesiastical powers.
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ARLATI, FABIO. "GESUITI E GESUITESSE. LA COMPAGNIA DI GESU' E LE CONGREGAZIONI SEMIRELIGIOSE FEMMINILI IN ITALIA TRA XVI E XVII SECOLO." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2021. http://hdl.handle.net/10280/98183.

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Abstract:
A dispetto della legislazione claustrale tridentina e post-tridentina, tra XVI e XVII secolo si assistette all’emergere in Italia, in Europa e nei paesi di missione di numerose congregazioni semireligiose femminili insegnanti, senza clausura e senza voti solenni, fondate, co-fondate o dirette dai padri della Compagnia di Gesù, che si ispiravano alle Costituzioni e alla spiritualità ignaziana, specie nell’apostolato educativo. Attraverso un approfondito scavo archivistico, il presente studio offre un vasto censimento delle numerose case di “gesuitesse” presenti in Italia tra Cinquecento e Seicento, mostrando, tramite l’analisi delle reti di relazioni tra questi istituti nonché delle peculiarità economiche, giuridiche, educative e spirituali delle semireligiose rispetto alle monache claustrali, la sostanziale compattezza e unità di questo fenomeno, fondato sulla comune identità gesuitica. Con ciò si intende, inoltre, far luce sui contrasti e sulle contraddizioni legati all’affermazione delle gesuitesse, che portarono ad aspri scontri interni alla Compagnia di Gesù, a diversi processi inquisitoriali e a duri conflitti giurisdizionali tra poteri secolari ed ecclesiastici.
In spite of the Tridentine and post-Tridentine cloistered legislation, the 16th and 17th centuries witnessed the foundation in Italy, Europe and the mission countries of numerous semi-religious female congregations, without clausura and without solemn vows, founded, co-founded or directed by the fathers of the Society of Jesus. These congregations, called “Jesuitesses”, were inspired by the Jesuit Constitutions and Ignatian spirituality, especially in the educational apostolate. Through an in-depth archival research, the present study offers a vast census of the numerous houses of Jesuitesses present in Italy between the Sixteenth and Seventeenth centuries, showing, through the analysis of the network of relations between these institutes as well as the economic, juridical, educational and spiritual peculiarities of the semi-religious compared to the cloistered nuns, the substantial compactness and unity of this phenomenon, based on a common Jesuit identity. The aim is also to shed light on the contrasts and contradictions related to the affirmation of the Jesuitesses, which led to bitter internal clashes within the Society of Jesus, various inquisitorial trials and harsh jurisdictional conflicts between secular and ecclesiastical powers.
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Galeazzo, Ludovica <1985&gt. "Dinamiche di crescita di un margine urbano: l'insula dei Gesuiti a Venezia dalle soglie dell'età moderna alla fine della Repubblica." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4601.

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Abstract:
The research focuses on one of the peripheral area of Venice, the insula of Gesuiti, and analyses its long and gradual urban transformations from the late fifteenth century until the end of the eighteenth century. The study uses two different ways of communication: the traditional text and the multimedia processing. This work aims at investigating the entire urban fabric as a nodal site for major trades and economical activities which religious complexes, patricians, and rich citizens were involved in. They gained a leading role in the processes of urban redevelopment which materialized in the end of the sixteenth century when the Fondamente Nuove were carried out. Three sections investigate the insula as a social and cultural construction: the first analyses the gradual process of land reclamation, and the second focuses on the estate, urban and architectural operations. The last section enhances, through different virtual representations, new ways to communicate the urban space.
La ricerca studia una delle aree di margine della città di Venezia, l’insula dei Gesuiti, ripercorrendone le dinamiche di sviluppo e organizzazione urbano-sociale dalla seconda metà del Quattrocento alla fine del Settecento. L’indagine si snoda attraverso due modalità comunicative: un testo scritto e alcune elaborazioni multimediali. Questo lavoro intende indagare l’intero tessuto urbano come spazio nodale di attività di tipo economico e immobiliare. Esse videro impegnati sia gli istituti religiosi sia famiglie patrizie e cittadine, operatori nelle scelte espansive di tipo urbano che si concretizzarono, alla fine del Cinquecento, con la realizzazione delle Fondamente Nuove. Tre sezioni si propongono di leggere l’insula come costruzione sociale e culturale: la prima ne ripercorre il graduale processo di occupazione del suolo, la seconda analizza invece le pratiche economiche, fondiarie e architettoniche in esso insistenti. All’ultima sezione è affidato il compito, attraverso differenti rappresentazioni virtuali, di ricercare nuove modalità per raccontare lo spazio urbano.
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Bianco, Giuseppe. "Le matematiche nella Compagnia di Gesù." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/23241/.

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Abstract:
Nell'elaborato vengono esposti i contributi matematici dei Padri gesuiti. Sono esaminate le tre figure esemplari di Cristoforo Clavio, Matteo Ricci e Girolamo Saccheri. Viene inoltre delineato il sistema didattico della Compagnia ed il ruolo che la matematica ebbe nell'Ordine. Gli aspetti matematici fondamentali trattati sono: il contributo dei Gesuiti al pre-calcolo e l’interesse verso le applicazioni concretizzatosi nella forma di geometria pratica.
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Gaune, Corradi Rafael. "I gesuiti tra Marte e le Costituzioni. Addomesticare le altre Fiandre: scrittura e circolazione politica-religiosa nella Compagnia di Gesù (1568-1626)." Doctoral thesis, Scuola Normale Superiore, 2013. http://hdl.handle.net/11384/86038.

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Magnani, Arianna <1988&gt. "Gewu bu qiu ren, un'enciclopedia popolare cinese nella biblioteca dei Gesuiti a Genova : un caso studio nella dinamica dei rapporti tra Europa e Cina in età barocca." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/14959.

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Abstract:
Testi in lingua sinica realizzati da missionari gesuiti, in particolare nel XVII secolo, e testi cinesi importati in Europa nello stesso periodo sono tra i significativi segnali di una diffusa attenzione politica e culturale. Il caso studio del libro enciclopedico Gewu bu qiu ren conservato a Genova, insieme ad altri testi redatti in lingua cinese nel contesto del patrimonio librario dell’antico Collegio dei Gesuiti, è occasione per ricostruire la diffusione di soggetti di questo genere letterario in Europa e per proporre, sullo specifico di quel testo, alcuni approfondimenti di carattere filologico. La presenza gesuitica si pone in una città inserita nel Seicento in un’importante rete di scambi commerciali, finanziari e culturali: un network che coincide anche con la rete internazionale su cui si poggia la diffusione di oggetti, conoscenze, mediati da figure di intellettuali, religiosi, spesso gesuiti. Delineata la contestualizzazione di questo “libro migrante” e le potenziali “traduzioni” sulle tappe del suo spostamento, l’analisi verte sulla ricostruzione di una prima ricezione dei testi enciclopedici cinesi, mettendo l’esemplare genovese in rapporto con altre fonti primarie del genere riyong leishu presenti in centri europei. Sulla base di confronti e dell’individuazione di “marginalia” sono state scelte particolari tematiche sulle quali sembra concentrarsi l’attenzione di lettori seicenteschi e si sono proposte specifiche traduzioni.
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Capriati, Giuseppe. "Causa e causalità finale nella scolastica gesuita dell’età moderna." Thesis, Sorbonne université, 2020. http://accesdistant.sorbonne-universite.fr/login?url=http://theses.paris-sorbonne.fr/2020SORUL087.pdf.

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Abstract:
Selon une narrative commune de l'histoire de la philosophie, l'ère moderne de la pensée philosophique naît au moment précis de la mort de l'aristotélisme: ce n'est que par et à cause de l'abandon de nombreux principes de base de la pensée d'Aristote qu'une conception moderne de la science et de la connaissance se poseraient. Pendant de nombreux siècles, la scolastique et l'aristotélisme étaient considérées comme identiques, de sorte que la crise de ce dernier impliquait presque automatiquement la fin du premier. Cette thèse vise à contester cette vision commune: en se concentrant sur la pensée scolastique de l'ère moderne, l'auteur montre en quoi la scolastique se différencie de l'aristotélisme et peut ainsi survivre à son effondrement. En particulier, cette étude est centrée sur la conception scolastique de la causalité et de la téléologie: le changement de paradigme de la causalité est généralement considéré comme l'une des caractéristiques distinctives de la philosophie moderne, permettant de discerner une ligne de démarcation claire entre scolastique et modernité. Ce changement entraîne le rejet de l'utilisation du raisonnement téléologique dans la philosophie naturelle, et la réduction mécaniste conséquente de la causalité aux causes efficientes. Cette étude remet en question ce point de vue, soutenant que la conception générale de la causalité et l'utilisation d'arguments téléologiques en physique faisaient l'objet d'un débat dans la tradition scolaire et que la réduction de la causalité à l'efficacité était déjà implicite dans la scolastique moderne. La conception moderne de la causalité doit alors être comprise comme dérivant de son héritage scolaire et non comme une contraposition directe aux théories scolaires
According to a common narrative in the history of philosophy, the modern age of philosophical thought is born in the precise moment of death of Aristotelianism: it is only through, and because of, the abandonment of many basic tenets of Aristotle’s thought that a modern conception of science and knowledge would arise. For many centuries, Scholasticism and Aristotelianism were thought to be the same, so the crisis of the latter implied almost automatically the end of the former. This PhD thesis aims to contest this common view: focusing on the scholastic thought of the modern age, the author shows how Scholasticism differed from Aristotelianism and so could survive its collapse. In particular, this study is centered on the scholastic conception of causality and teleology: the shift in the paradigm of causation is usually deemed as one of the distinguishing features of modern philosophy, one allowing us to discern a clear demarcation line between Scholasticism and modernity. This change results in the rejection of the use of teleological reasoning in natural philosophy, and the consequent mechanistic reduction of causality to efficient causes. This study challenges this view, arguing that both the general conception of causality and the use of teleological arguments in physics were matter a debate within the scholastic tradition, and that the reduction of causation to efficiency was already implicit in modern Scholasticism. The modern conception of causation must then be understood as deriving from its scholastic heritage, and not as a direct contraposition to scholastic theories
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PERIN, RAFFAELLA. "Radio Vaticana tra apostolato, propaganda e diplomazia: dalla fondazione alla fine della Seconda guerra mondiale (1931-1945) / Entre apostolat, propagande et diplomatie: Radio Vatican de sa fondation à la fin del al Seconde guerre mondiale (1931-1945). Tesi di Perfezionamento in discipline storiche /Thèse de doctorat d'Histoire moderne et contemporaine. Scuola Normale Superiore, Pisa; Ecole Pratique des Hautes Etudes, Paris. Direttori di tesi Daniele Menozzi, Denis Pelletier. Discussa a Pisa il 6 luglio 2016." Doctoral thesis, -, 2016. http://hdl.handle.net/10278/3676731.

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Salemi, Claudia <1986&gt. "Regione Marche e Cina, un legame indissolubile. Dal gesuita Matteo Ricci all'Expo 2010." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/2033.

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Abstract:
La tesi ha lo scopo di fornire un quadro generale delle politiche e delle attività svolte dalla Regione Marche negli ultimi anni, rispetto al colosso cinese, e di cosa questa regione ha fatto per sostenere le PMI regionali, nel difficile e complesso processo di internazionalizzazione, con un focus sul settore delle calzatura marchigiano. In ultimo si sono selezionate alcune best practices sviluppate da altre realtà regionali, con le quali è stato fatto un confronto, al fine di capire cosa ancora si potrebbe fare, per migliorare ulteriormente il lavoro svolto dalla Regione Marche in questi anni.
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Falcone, Matteo Giuseppe <1996&gt. "Il Trattato sulla morte di Nicola Longobardo S.I., gesuita caltagironese in terra di Cina." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19816.

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Abstract:
Nicola Longobardo 龍華民 S.I. (1565-1655), siciliano di Caltagirone, si colloca nel filone di quei missionari gesuiti, presenti in Cina a cavallo tra il XVI e il XVII secolo, definiti dagli studiosi odierni della “Generazione dei giganti”. Arrivato in Cina nel 159Longobardo fu il primo successore di Matteo Ricci che, alla sua morte, nel 1610, lo nominò superiore della missione cinese. Seguì il modello di Ricci nel gestire la missione, portando tuttavia delle modifiche significative: continuando a sviluppare le relazioni soprattutto con gli esponenti della classe dirigente cinese e con i letterati locali, modificò vari assetti interni rispetto alla gestione delle provincie cinesi, guidandola soprattutto in periodi di persecuzione. Inoltre, apportò modifiche al rituale cristiano applicato in Cina: ammise le donne al battesimo e portò la lingua cinese anche all’interno della liturgia cinese, con la traduzione del Messale Romano. Egli portò avanti la produzione di opere scientifiche e teologiche in cinese sui concetti già elaborati in Europa, contribuendo anche con la creazione di nuove librerie composte di volumi che fece arrivare dall’Italia e dalla Francia. In più compose diversi trattati sia di natura umanista che scientifica rivolti alla popolazione cinese: tra questi vi è il Sishuo死說, il Trattato sulla morte¸ un trattato teologico-morale in cinese scritto all’incirca nel 1630. Il testo, di cui è conservata una copia presso la “Bibliothèque nationale de France”, riguarda la concezione cristiana della morte e porta una sostanziale novità nel pensiero cinese riguardante la morte: essa non è la fine di tutto, anzi deve essere da monito per condurre una vita retta su questa terra.
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Dallai, Federico. "From the 'Poor Brigade' to the 'Gesuati' : power and institutionalization in the medieval church 1350-1470." Thesis, University of Manchester, 2012. https://www.research.manchester.ac.uk/portal/en/theses/from-the-poor-brigade-to-the-gesuati-power-and-institutionalization-in-the-medieval-church-13501470(d2ca6e36-e617-4cfb-8121-92c2d87ca7b6).html.

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Abstract:
This thesis will focus on the history of the Sienese ‘Poor Brigade’, and their founder, Giovanni Colombini. It will analyse events from the origins of the Brigade in 1355 down to 1470. During this period, Poor Brigade underwent a process of ‘institutionalization’ at the hands of the Church hierarchy. One of the main signs of this was a change of name: the Poor Brigade became the ‘Gesuati’. This transformation developed over the course of the century or so under discussion, and was concluded in the work of a Gesuato, Antonio Bettini. My research will present the passage from the Poor Brigade to the Gesuati as the paradigmatic example of the new ‘techniques of hegemony’ used by the institutional hierarchy of the medieval church to ‘domesticate’ the radical charisma of leaders such as Colombini. In my view the Church applied these ‘hegemonic strategies’ to the Gesuati, transforming their identity to control the content of the credo of Colombini, which was potentially dangerous for the existence of ecclesiastical power itself. My work builds on a small but careful body of scholarship on the Gesuati, which dcouments their formation and development, but, in my view, misunderstands its significance. To establish a new view of the nature of the transformation from Poor Brigade to Gesuati, I have proceeded as follows. Having surveyed the primary sources and secondary literature, the thesis analyzes the content of the mysticísm of Colombini. His teaching is then compared to the main theological and devotional movements in the thirteenth and fourteenth century, underlining the differences and the similarities. Finally, the thesis turns to analyze the hegemonic strategies through which the Church hierarchy transformed the ‘Poor Brigade’ into the Gesuati. Bringing into the discussion theories of modern and contemporary philosophy, I will show how the late medieval Church anticipated many applications of contemporary political power.
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TRIACHINI, STEFANIA. "MONALDO LEOPARDI "CAVALIERE CRISTIANO". L'ESPERIENZA LETTERARIA GIOVANILE TRA CULTURA GESUITICA E ACCADEMIE RECANATESI." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/46248.

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Abstract:
Il presente lavoro si propone di studiare la produzione letteraria giovanile di Monaldo Leopardi (1776-1847), padre del celebre poeta Giacomo, contestualizzandola entro una cornice di carattere storico-culturale che possa restituirne le origini e gli sviluppi. Si è in primo luogo ricostruito il legame di Monaldo Leopardi e della sua famiglia con la Compagnia di Gesù (secc. XVI-XVIII), mettendo in luce il modello del «cavaliere cristiano» che il conte recanatese fu chiamato a impersonare negli anni della sua scuola domestica di stampo gesuitico. Si è quindi analizzata l'attività letteraria (1800-1806) di Monaldo Leopardi declinandola attraverso tre esperienze: quella delle Accademie, con particolare attenzione a quella da lui fondata, i Disuguali Placidi Ravvivati (1801-1803), di cui si è ripercorsa la storia attraverso fonti d'archivio; quella delle scritture poetiche; quella dei testi teatrali. Il volume di riferimento sono state le "Opere del conte Monaldo Leopardi Gonfallonieri da Recanati" (1803). Di questa produzione, cristianamente connotata, si sono inoltre indagati gli sviluppi, mettendo a confronto la "letteratura" di Monaldo Leopardi con quella del figlio Giacomo e focalizzando, infine, l'attenzione sulla rivista "La Voce della Ragione" (1832-1835) e sulla corrispondenza che, in tale ambito, il conte intrattenne con il generale dei gesuiti Jan Philip Roothaan.
This work aims to study the first literary production of Monaldo Leopardi (1176-1847), Giacomo Leopardi’s father, according to a cultural and historical point of view. Initially, we rebuilt the relationship between Monaldo Leopardi and his family with the Society of Jesus (XVI-XVIII Century), pointing out the model of «Christian hero» he embodied during his jesuitical homeschooling. Then, we analysed Monaldo Leopardi’s literary production (1800-1806) considering three different aspects: first of all, the connection with the Italian Accademie that we investigated thanks to archives resources, with a special focus on the Accademia dei Disuguali Placidi Ravvivati (1801-1803) he founded; afterwards, we studied his poetic and theatrical works referring to the volume "Opere del conte Monaldo Leopardi Gonfallonieri da Recanati" (1803). Finally, we decided to examine the development of this literary production with main Christian traits, by comparing father’s and son’s literature and by focussing on the journal “La Voce della Ragione” (1832-1835) and the letters between Monaldo and the jesuitical general Jan Philip Roothaan.
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TRIACHINI, STEFANIA. "MONALDO LEOPARDI "CAVALIERE CRISTIANO". L'ESPERIENZA LETTERARIA GIOVANILE TRA CULTURA GESUITICA E ACCADEMIE RECANATESI." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/46248.

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Abstract:
Il presente lavoro si propone di studiare la produzione letteraria giovanile di Monaldo Leopardi (1776-1847), padre del celebre poeta Giacomo, contestualizzandola entro una cornice di carattere storico-culturale che possa restituirne le origini e gli sviluppi. Si è in primo luogo ricostruito il legame di Monaldo Leopardi e della sua famiglia con la Compagnia di Gesù (secc. XVI-XVIII), mettendo in luce il modello del «cavaliere cristiano» che il conte recanatese fu chiamato a impersonare negli anni della sua scuola domestica di stampo gesuitico. Si è quindi analizzata l'attività letteraria (1800-1806) di Monaldo Leopardi declinandola attraverso tre esperienze: quella delle Accademie, con particolare attenzione a quella da lui fondata, i Disuguali Placidi Ravvivati (1801-1803), di cui si è ripercorsa la storia attraverso fonti d'archivio; quella delle scritture poetiche; quella dei testi teatrali. Il volume di riferimento sono state le "Opere del conte Monaldo Leopardi Gonfallonieri da Recanati" (1803). Di questa produzione, cristianamente connotata, si sono inoltre indagati gli sviluppi, mettendo a confronto la "letteratura" di Monaldo Leopardi con quella del figlio Giacomo e focalizzando, infine, l'attenzione sulla rivista "La Voce della Ragione" (1832-1835) e sulla corrispondenza che, in tale ambito, il conte intrattenne con il generale dei gesuiti Jan Philip Roothaan.
This work aims to study the first literary production of Monaldo Leopardi (1176-1847), Giacomo Leopardi’s father, according to a cultural and historical point of view. Initially, we rebuilt the relationship between Monaldo Leopardi and his family with the Society of Jesus (XVI-XVIII Century), pointing out the model of «Christian hero» he embodied during his jesuitical homeschooling. Then, we analysed Monaldo Leopardi’s literary production (1800-1806) considering three different aspects: first of all, the connection with the Italian Accademie that we investigated thanks to archives resources, with a special focus on the Accademia dei Disuguali Placidi Ravvivati (1801-1803) he founded; afterwards, we studied his poetic and theatrical works referring to the volume "Opere del conte Monaldo Leopardi Gonfallonieri da Recanati" (1803). Finally, we decided to examine the development of this literary production with main Christian traits, by comparing father’s and son’s literature and by focussing on the journal “La Voce della Ragione” (1832-1835) and the letters between Monaldo and the jesuitical general Jan Philip Roothaan.
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Sherman, Allison M. "The lost Venetian church of Santa Maria Assunta dei Crociferi : form, decoration, and patronage." Thesis, University of St Andrews, 2010. http://hdl.handle.net/10023/1021.

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Abstract:
This dissertation reconstructs the original form and sixteenth-century decoration of the lost Venetian church of Santa Maria Assunta dei Crociferi, destroyed after the suppression of the Crociferi in 1656 to make way for the present church of the Gesuiti. The destruction of the church, the scattering of its contents, and the almost total lack of documentation of the religious order for which the space was built, has obscured our understanding of the many works of art it once contained, produced by some of the most important Venetian artists of the sixteenth century. This project seeks to correct scholarly neglect of this important church, and to restore context and meaning to these objects by reconstructing their original placement in the interest of a collective interpretation. Various types, patterns and phases of patronage at the church—monastic, private and corporate—are discussed to reveal interconnections between these groups, and to highlight to role of the Crociferi as architects of a sophisticated decorative programme that was designed to respond to the latest artistic trends, and to visually demonstrate their adherence to orthodoxy at a moment of religious upheaval and reform.
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Cappelluti, Domenico. "La tragedia gesuitica tra retorica e pedagogia. L'esempio di Leonardo Cinnamo al collegio dei nobili di Napoli." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2011. http://hdl.handle.net/10556/261.

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Abstract:
2009 - 2010
Il seguente studio si propone di collocare la forma drammatica tipica del teatro di collegio gesuitico all'interno della situazione teatrale italiana del XVII secolo, evidenziandone opportunamente i predominanti aspetti retorici e pedagogici. Partendo da questo presupposto si è cercato di approfondire le peculiarità di questo genere letterario e rappresentativo nell'ambito dell'attività culturale del Collegio dei Nobili di Napoli mediante l'analisi della figura e opera drammaturgica di Leonardo Cinnamo, professore in detto collegio nel biennio 1640-42. Si è reputato opportuno tracciare, in primo luogo, le coordinate storico-artistiche delle forme teatrali e spettacolari dell'Italia post-tridentina onde evidenziare, all'interno di una fitta rete di espressioni letterarie e drammatiche, di generi accreditati (commedia erudita, melodramma) e manifestazioni meno ufficiali (apparati festivi e Improvvisa) le linee essenziali della scena pedagogica sviluppata dalla Compagnia di Gesù. Alla luce di tali riferimenti l’indagine si è rivolta in modo specifico sui rapporti tra il teatro e l'Ordine ignaziano, sottolineando la centralità assunta dalle forme rappresentative all'interno del percorso formativo vincolato alla carta pedagogica dei Padri, la Ratio studiorum, nell'analisi della scena tragica, genere eletto. elaborato e fruito all'interno delle scuole gesuitiche. Dallo studio emerge con chiarezza la finalità pedagogica che definisce l'orizzonte creativo degli autori di questo tipo di dramma, tutti volti a basare la scena su un codice retorico che la trasforma in altisonante monito visivo della morale controriformista. Lo studio intende mettere in risalto l’intuizione ignaziana verso il teatro, mezzo capace di sfruttare a pieno la forza empirica della drammatizzazione concentrando la riflessione teorica sull'energia esemplare dell'actio sulla parola: in tal modo è possibile leggere l'enfasi scenica dell'eloquentia corporis tipica delle pièces teatrali gesuitiche... [a cura dell'Autore]
IX n.s.
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BRUNO, EDOARDO JACOPO. "FRANCESCO ANTONIO ZACCARIA E LA CULTURA GESUITICA DEL SETTECENTO. IL DIBATTITO SU PRIMATO PONTIFICIO E RUOLO DEI VESCOVI." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/46250.

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Abstract:
L’oggetto della tesi di dottorato è l’analisi degli argomenti presenti nell’Antifebbronio, lavoro composto dal gesuita Francesco Antonio Zaccaria nel 1767. Nonostante il testo contiene numerose dissertazioni originali inerenti il primato papale, i poteri dell’episcopato e la censura dei libri, tematiche che furono oggetto di molte discussioni nella Chiesa cattolica, non esiste oggi qualche studio specifico sulle dottrine asserite dal gesuita. Per capire meglio le problematiche presenti nel suo lavoro e per approfondire alcuni aspetti della vita del gesuita è stato importante lo studio del Dello Stato della Chiesa del vescovo di Treviri Johannes Nikolaus von Hontheim, l’Elogio storico dell’abate Francescantonio Zaccaria del teologo Luigi Cuccagni e la Storia polemica delle proibizioni de’ libri scritta dallo stesso Zaccaria nel 1777. I lavori di Zaccaria e von Hontheim sono fondamentali per comprendere che all’interno della Chiesa di Roma esistevano visioni ecclesiologiche caratterizzate da elementi di notevole diversità. Inoltre l’Antifebbronio è un libro molto interessante per capire la mentalità della Compagnia di Gesù rispetto a questioni come i poteri del papa e dei vescovi. Nella tesi ho approfondito le reazioni del mondo cattolico italiano e della Chiesa di Roma inerenti le opinioni sostenute da Zaccaria nell’Antifebbronio.
The object of my thesis of doctorate is the analysis of the arguments present in Antifebbronio, work composed by the Jesuit Francesco Antonio Zaccaria in 1767. Despite the text contains numerous original dissertation inherents the papal primacy, the powers of the episcopate and the censorship of the books, thematic that were object of many discussions in the Catholic Church, it doesn’t exist today some specific study of the doctrines asserted by the Jesuit. To better understand the problematic presents in his work and to deepen some aspects of the life of the Jesuit it was important the study of Dello Stato della Chiesa of the Bishop of Treviri Johannes Nikolaus von Hontheim, l’Elogio storico dell’abate Francescantonio Zaccaria by theologian Luigi Cuccagni and the Storia polemica delle proibizioni de’ libri written by the same Zaccaria in 1777. The works of Zaccaria and von Hontheim are crucials to understand the existence of very different ecclesiological views inside the Church of Rome. Furthermore Antifebbronio is a very interesting work to understand the mentality of the Company of Jesus respect questions as the powers of the pope and the bishops. In the thesis i followed up the reactions of the italian catholic world and the Church of Rome inherents the opinions sustained by Zaccaria in Antifebbronio.
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BRUNO, EDOARDO JACOPO. "FRANCESCO ANTONIO ZACCARIA E LA CULTURA GESUITICA DEL SETTECENTO. IL DIBATTITO SU PRIMATO PONTIFICIO E RUOLO DEI VESCOVI." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/46250.

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Abstract:
L’oggetto della tesi di dottorato è l’analisi degli argomenti presenti nell’Antifebbronio, lavoro composto dal gesuita Francesco Antonio Zaccaria nel 1767. Nonostante il testo contiene numerose dissertazioni originali inerenti il primato papale, i poteri dell’episcopato e la censura dei libri, tematiche che furono oggetto di molte discussioni nella Chiesa cattolica, non esiste oggi qualche studio specifico sulle dottrine asserite dal gesuita. Per capire meglio le problematiche presenti nel suo lavoro e per approfondire alcuni aspetti della vita del gesuita è stato importante lo studio del Dello Stato della Chiesa del vescovo di Treviri Johannes Nikolaus von Hontheim, l’Elogio storico dell’abate Francescantonio Zaccaria del teologo Luigi Cuccagni e la Storia polemica delle proibizioni de’ libri scritta dallo stesso Zaccaria nel 1777. I lavori di Zaccaria e von Hontheim sono fondamentali per comprendere che all’interno della Chiesa di Roma esistevano visioni ecclesiologiche caratterizzate da elementi di notevole diversità. Inoltre l’Antifebbronio è un libro molto interessante per capire la mentalità della Compagnia di Gesù rispetto a questioni come i poteri del papa e dei vescovi. Nella tesi ho approfondito le reazioni del mondo cattolico italiano e della Chiesa di Roma inerenti le opinioni sostenute da Zaccaria nell’Antifebbronio.
The object of my thesis of doctorate is the analysis of the arguments present in Antifebbronio, work composed by the Jesuit Francesco Antonio Zaccaria in 1767. Despite the text contains numerous original dissertation inherents the papal primacy, the powers of the episcopate and the censorship of the books, thematic that were object of many discussions in the Catholic Church, it doesn’t exist today some specific study of the doctrines asserted by the Jesuit. To better understand the problematic presents in his work and to deepen some aspects of the life of the Jesuit it was important the study of Dello Stato della Chiesa of the Bishop of Treviri Johannes Nikolaus von Hontheim, l’Elogio storico dell’abate Francescantonio Zaccaria by theologian Luigi Cuccagni and the Storia polemica delle proibizioni de’ libri written by the same Zaccaria in 1777. The works of Zaccaria and von Hontheim are crucials to understand the existence of very different ecclesiological views inside the Church of Rome. Furthermore Antifebbronio is a very interesting work to understand the mentality of the Company of Jesus respect questions as the powers of the pope and the bishops. In the thesis i followed up the reactions of the italian catholic world and the Church of Rome inherents the opinions sustained by Zaccaria in Antifebbronio.
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Merli, Vanessa. "L'esperimento di Grimaldi e la storia della diffrazione." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/16771/.

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Abstract:
Questa tesi ricostruisce il contributo di Francesco Maria Grimaldi alla comprensione del fenomeno di diffrazione, da lui sperimentalmente studiato per la prima volta nella seconda metà del Seicento. Il primo capitolo di questo elaborato vuole mostrare i contributi offerti da Grimaldi all’astronomia e alla geodesia in collaborazione con Ricciòli, gesuita e astronomo bolognese, ed anche il rapporto tra scienza e fede, in particolare tra i Gesuiti e l’Università di Bologna. Il secondo capitolo è focalizzato sul De lumine, opera postuma di Grimaldi, e sui due esperimenti riguardanti la diffrazione ivi contenuti. Il terzo capitolo viene dedicato alla storia della diffrazione analizzando la trattazione che ne fecero gli scienziati dopo Grimaldi: si parte da Newton e dalla sua visione corpuscolare della luce per arrivare ad Huygens, Young e Fresnel e all’elaborazione della teoria ondulatoria, che permette di spiegare correttamente il fenomeno della diffrazione.
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Guidetti, Matteo. "La Cortona convertita del p. Francesco Moneti, satira di una missione gesuitica nelle Indie di quaggiù. Testo e contesto culturale." Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2021. http://hdl.handle.net/11572/287628.

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Abstract:
Erano le dieci di sera del 24 ottobre 1676, un sabato, quando Francesco Maria Petruccioli, gesuita e missionario popolare di chiara fama (1631-1688), giunse a Cortona scalzo e in abito da pellegrino. Il sacerdote era stato invitato in città dal vescovo Filippo Galilei, evidentemente incline ad accogliere le istanze di rinnovamento spirituale allora caldeggiate dalla classe dirigente coritana. Nell’arco di poche settimane il gesuita avrebbe letteralmente ridotto a penitenza l’intera diocesi, non mancando di prestare le proprie cure e attenzioni alle ville del “Piano”, della “Montagna” e della Val di Pierle. Rientrato stabilmente in città sul finire di novembre, Petruccioli trascorse l’avvento predicando al fianco del clero locale, e ancora profondendo anima e corpo nella consolazione degli afflitti, dei malati e dei carcerati. Tali e tanti furono i frutti spirituali maturati in così breve tempo che il Consiglio generale cittadino, riunitosi su istanza del primo magistrato, decretò all’unanimità di far mostra al gesuita delle spoglie e delle reliquie di santa Margherita in segno di profonda gratitudine e riconoscenza. Date le premesse, difficilmente il sacerdote avrebbe potuto immaginare che di lì a qualche anno il ricordo del suo apostolato in Val di Chiana sarebbe stato veicolato da un poema satirico, esplicitamente anti-gesuitico: facciamo riferimento alla Cortona convertita del p. Francesco Moneti, minore conventuale coritano (1635-1712). L’opera, in sei canti e in ottava rima, ripercorre con irriverenza le fasi salienti della missione insistendo sul tema tipicamente seicentesco dell’ipocrisia. Questa non è incarnata dal solo Petruccioli (a immagine della Societas Iesu), ma permea l’intera cittadinanza: come le prediche del gesuita inducono i cortonesi al pentimento e alla pubblica espiazione dei propri peccati, così il sopraggiungere del Carnevale cancella in loro ogni traccia di contrizione e apparenza di vita cristiana. Chi cercasse notizia della Cortona convertita nelle grandi collane dedicate alla storia della letteratura italiana e dei suoi generi non troverebbe che scarne informazioni, talvolta viziate da banali fraintendimenti. Il dato, invero poco incoraggiante, è a suo modo significativo: il testo preso in esame è il parto di un ingegno che, eufemisticamente parlando, può dirsi marginale al moderno canone per il Seicento. Alla scarsa attenzione riservata all’opera dalla critica novecentesca, cui si sottraggono gli studi di Saul Torti ed Enzo Mattesini, si contrappone il vivido interesse che essa suscitò nei secoli passati e in modo particolare nel diciottesimo. Ne recano testimonianza la sovrabbondante tradizione manoscritta, nonché sette edizioni a stampa, edite tutte alla macchia nel secondo Settecento (1759-1797) in un clima di diffuso antigesuitismo. La tempesta che travolse la Societas durante i pontificati di Clemente XIII e Clemente XIV – tempesta che avrebbe determinato il naufragio dell’Ordine (1773) – può spiegare solo parzialmente l’enorme successo riscosso dal poema. Le ragioni di una tale fortuna affondano le proprie radici nel Seicento, in un contesto storico-sociale fortemente segnato dall’azione apostolica della Compagnia e dunque dalle missioni popolari. Il poema monetiano rielabora in chiave prettamente polemica e satirica quello che può definirsi a tutti gli effetti un fenomeno di costume, amplificando le perplessità e le obiezioni di quanti guardavano con scetticismo o, peggio, con sospetto agli eccessi connaturati alle scorrerie perpetrate in lungo e in largo dai discepoli del “Pellegrino”. Ebbene, l’intelligenza della Cortona convertita non può prescindere da una disamina dell’azione missionaria di matrice gesuitica; per questo motivo si è ritenuto opportuno dedicare all’argomento un intero capitolo, il primo per l’esattezza. Nel secondo trova spazio un profilo bio-bibliografico dell’autore. Uomo di vasta e varia erudizione, nel corso degli anni, il p. Moneti si cimentò in numerosi generi letterari, dimostrando una certa certa propensione allo sperimentalismo linguistico e letterario, alla risata crassa e triviale. Mordace e pungente, incurante o quasi delle conseguenze, non ebbe il benché minimo timore di scagliare i suoi strali contro le autorità ecclesiastiche e civili dell’epoca, pagando in prima persona il fio di tanta insubordinazione. Nel 1669 circa venne condannato al carcere in Sant’Angelo per una pasquinata in denuncia degli intrighi orditi durante i pontificati del defunto papa, Clemente IX, e del suo predecessore Alessandro VII. Negli anni Settanta scontò una condanna detentiva quinquennale presso l’Ergastolo di Corneto in ragione di alcune sue (e non meglio precisate) poesie satiriche. Riconquistata la libertà, il p. Moneti divenne celebre in tutta Italia grazie alle Apocatastasi celesti (1680-1712), dei libercoli di interesse preminentemente astrologico, cui faceva di solito seguire alcune sue composizioni poetiche dal carattere sovente moraleggiante. Una figura sui generis, quella del francescano, e purtuttavia capace di attirare le simpatie e la stima dei Medici. Il terzo capitolo costituisce una vera e propria introduzione al testo. Esplicate le ragioni per le quali parrebbe lecito postdatare di una decina d’anni la stesura dell’opera, generalmente riferita al 1676 o al 1677, si è analizzata sul piano filologico e linguistico l’unica attestazione autografa del poema: si tratta di un frammento conservato alle cc. 125r-126r, 127r-128v e 130r del ms. composito 477 della Biblioteca del Comune e dell’Accademia Etrusca di Cortona. La terza sezione di quest’ultimo capitolo è interamente dedicata all’analisi delle varianti dialettali attestate dalla tradizione e afferenti alla pubblica confessione di Margarito da Peciano, l’unico personaggio cui viene concessa la licenza di esprimersi nella sua lingua natia. Segue una disamina della trasposizione satirica dei momenti salienti della missione, dunque un prospetto dedicato alla deformazione parodica del predicatore e del suo uditorio. Considerata la mole della tradizione, tale da escludere la possibilità di un’edizione di tipo lachmanniano, constata la mancanza di codici che possano garantire una solida base testuale in ragione della possibile autografia, abbiamo deciso di far riferimento alla lezione offerta dalla stampa in volume unico del 1790, lezione che, fatto salvo qualche fisiologico aggiustamento, sarebbe stata riproposta, inalterata o quasi, nelle successive tre impressioni della Cortona convertita (1790P, 1791, 1797). La scelta è stata dettata da ragioni di prestigio storico: proprio l’edizione in volume unico del 1790 ha segnato l’ingresso del poema tra i citati delle maggiori imprese lessicografiche.
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ANGELINI, GIANPAOLO. "La chiesa di San Salvatore in Lauro 1591-1602 : un momento dell'architettura religiosa a Roma tra modello gesuitico e nuove ricerche spaziali." Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2011. http://hdl.handle.net/11578/278525.

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HU, JIANWEN. "La Rete Sociale dei Metropolitan Graduates nelle Sessioni di 1589 e 1592, la Missione Gesuitica e l'Incontro Culturale Sino-Occidentale nella Tarda Dinastia Ming." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2022. http://hdl.handle.net/11577/3444310.

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Abstract:
Questa tesi fa uno studio dei contatti tra alcuni funzionari letterati cinesi ed i gesuiti, ed anche l'influenza che la rete sociale dei funzionari letterati cinesi ha esercitato sui loro contatti con i gesuiti nella tarda Dinastia Ming. Per quanto riguarda la rete sociale dei funzionari letterati cinesi, ci sono tre categorie importanti di relazioni interpersonali che hanno ricevuto una particolare attenzione, loro sono: tongnian (同年, laureati dell’esame imperiale nello stesso anno), shisheng (师生, maestro e discepolo) e tongxiang (同乡, concittadini). Tutte queste tre categorie di relazioni interpersonali sono state derivate da, o almeno in qualche modo collegate agli esami imperiali (keju, 科举), il legame di base da cui provenivano la maggior parte delle relazioni sociali dei funzionari letterati cinesi. Per le figure di ricerca specifiche, la tesi tratta cinque Metropolitan Graduates nelle due sessioni consecutive dell'anno 1589 e 1592, i.e. Li Rihua (李日华, 1565-1635), Xie Zhaozhe (谢肇淛, 1567-1624), Feng Yingjing (冯应京, 1555-1606), Cao Yubian (曹于汴, 1558-1634) e Jiao Hong (焦竑, 1540-1619) poiché rappresentavano quattro diversi tipi di atteggiamenti nei confronti dei gesuiti e della religione e la cultura occidentali, nel frattempo, nella loro rete sociale che ha svolto un ruolo importante nell’influenzare i loro atteggiamenti verso gli studi occidentali, tutte le tre categorie di relazioni interpersonali tongnian, shisheng e tongxiang contano molto. Anche se le relazioni interpersonali dei cinque Metropolitan Graduates menzionati sopra sembravano essere indipendenti l'una dall'altra, infatti, potevano essere collegate con una rete sociale più grande, che contiene gli altri tongnian i quali appartenevano alle stesse sessioni di 1589 e 1592 ed alcuni letterati che avevano frequenti e stretti contatti con i Metropolitan Graduates di queste due sessioni. Tutte le figure, direttamente o indirettamente, avevano collegamenti tra loro principalmente attraverso le relazioni interpersonali di tongnian, shisheng e tongxiang, formando così il complesso organico. Questo tipo di rete interpersonale ufficiale nella tarda Dinastia Ming rappresentato dal gruppo di Metropolitan Graduates di 1589 e 1592 ha portato sia opportunità che sfide alla diffusione del cattolicesimo e degli altri studi occidentali in Cina: i funzionari letterati cinesi che avevano atteggiamenti positivi avrebbero influenzato gli altri nella loro rete interpersonale e vice versa. Di conseguenza, studiare i contatti tra i funzionari letterati cinesi ed i gesuiti, specialmente in base alla rete interpersonale, aiuterà senza dubbio a comprendere meglio la comunicazione culturale tra la Cina e l’Occidente durante le dinastie Ming e Qing, fornendo ulteriormente un significato di riferimento agli scambi culturali di oggi tra le due parti.
This dissertation makes a study of the contacts between a few Chinese literati and Jesuits as well as the influence that Chinese literati’s social network exerted through their contacts with Jesuits in the late Ming Dynasty. About the Chinese literati’s social network, three important types of interpersonal relationships have been paid special attention to, which are: tongnian (同年, graduates of the imperial examination in the same year), shisheng (师生, master and disciple) and tongxiang (同乡, fellow townsmen). All these three types of interpersonal relationships were generated from, or at least somewhat related to the imperial examinations (keju, 科举), the basic link from which most of the Chinese intellectuals’ social relationships came from. As for the specific research figures, the dissertation deals with five Metropolitan Graduates in the two consecutive sessions of the year 1589 and 1592, i.e. Li Rihua (李日华, 1565-1635), Xie Zhaozhe (谢肇淛, 1567-1624), Feng Yingjing (冯应京, 1555-1606), Cao Yubian (曹于汴, 1558-1634) and Jiao Hong (焦竑, 1540-1619) since they represented four different types of attitudes towards Jesuits and western religion and culture, in the meantime, in their social network which played an important role in affecting their attitudes towards western learnings, all of the three types of interpersonal relationships tongnian, shisheng and tongxiang count a lot. Although the interpersonal relationships of the above five Metropolitan Graduates seemed to be independent of each other, in fact, they could be connected into a larger social network, which contains several other tongnian who belonged to the same sessions of 1589 and 1592 as well as some other literati who had frequent and close contacts with the Metropolitan Graduates of these two sessions. All the figures, directly or indirectly, had connections with each other mainly through the interpersonal relationships of tongnian, shisheng and tongxiang, thus forming an organic whole. This kind of officialdom interpersonal network in late Ming Dynasty represented by the group of Metropolitan Graduates in 1589 and 1592 brought both opportunities and challenges to the spread of Catholicism and other western learnings in China: those scholar-officials who held positive attitudes would influence the others in their interpersonal network and vice versa. Therefore, studying the contacts between Chinese scholar-officials and Jesuits especially under the framework of the former’s interpersonal network will definitely help understand better the cultural communication between China and the West during late Ming and early Qing dynasties, hence further provide reference significance for today's cultural exchanges between the two sides.
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CORSI, ALESSANDRO. "TRA PALLADE E BACCO. PROFILO ISTITUZIONALE E ASPIRAZIONI UMANISTICHE NELLE ACCADEMIE LETTERARIE MILANESI DURANTE IL PERIODO SPAGNOLO (1548-1715)." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2019. http://hdl.handle.net/10280/59474.

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Abstract:
Il presente elaborato esamina la trasformazione degli assetti istituzionali adottati dalle accademie letterarie milanesi nell’arco cronologico racchiuso fra la comparsa delle adunanze tra le mura cittadine e l’avvicendamento della dinastia regnante conseguente al trattato di Utrecht. La ricostruzione della fisionomia assunta dal fenomeno associativo nel periodo considerato è compiuta attraverso l’individuazione delle personalità che alimentarono gli sforzi eruditi, il riconoscimento dei gruppi che componevano la costellazione delle élite intellettuali attive nella compagine urbana, la contestualizzazione dei progetti culturali, nonché delle frizioni politiche, poste a sostrato delle iniziative intraprese e la definizione dei tratti spiccatamente ambrosiani progressivamente stratificatisi nei recinti accademici. La proposta esegetica dei componimenti ad opera dall’Accademia della Val di Blenio, mossa a partire dai rilievi storici effettuati intorno alla parabola bio-bibliografica del Facchino Cosme de Aldana, precede lo studio documentario relativo alle fondazioni accademiche occorse nei centri scolastici cittadini, frutto della sinergia tra la curia arcivescovile, gli ordini religiosi coinvolti nell’educazione dei giovani e gli organi di rappresentanza patrizia milanesi. I rinvenimenti archivistici relativi alle riunioni degli Inquieti introducono quindi alla disamina del percorso di consolidamento di un “sistema di virtù”, metronomo delle radunanze barocche, nella sua declinazione ambrosiana, che entrerà in crisi allo scadere del XVII secolo.
By adopting a long-term period chronological perspective, this research analyses the institutional frameworks’ development of Milanese literary academies between their appearance in the city area and the beginning of Austrian government’s jurisdiction after the Peace of Utrecht. Key objectives of the phenomenon’s historical reconstruction are: the identification of patrons who promoted the academies’ dissemination; the description of associational networks made up by different intellectual elite groups operating in Milan; the contextualization of cultural projects - and resulting under covered political tensions - that influenced the academical pattern’s expansion process; finally, the gradual constitution of a peculiar Ambrosian identity related with this associations’ typology. The exegesis of the “Badia della Val di Blenio” academy’s literary production, deduced by the historical examine of the “Facchino” Cosme de Aldana’s bio-bibliographical experience, introduces the enquiry on students’ academical foundations, which were the result of the cooperation between the archiepiscopal curia, religious orders involved in the educational programs and representative bodies of Milanese patricians. Archival discoveries on Inquieti’s meetings contribute in depicting the progressive composition of a coherent Ambrosian “system of virtues” (the baroque reference point for academical activities), that got into a substantial crisis at the end of seventeenth century.
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CORSI, ALESSANDRO. "TRA PALLADE E BACCO. PROFILO ISTITUZIONALE E ASPIRAZIONI UMANISTICHE NELLE ACCADEMIE LETTERARIE MILANESI DURANTE IL PERIODO SPAGNOLO (1548-1715)." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2019. http://hdl.handle.net/10280/59474.

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Abstract:
Il presente elaborato esamina la trasformazione degli assetti istituzionali adottati dalle accademie letterarie milanesi nell’arco cronologico racchiuso fra la comparsa delle adunanze tra le mura cittadine e l’avvicendamento della dinastia regnante conseguente al trattato di Utrecht. La ricostruzione della fisionomia assunta dal fenomeno associativo nel periodo considerato è compiuta attraverso l’individuazione delle personalità che alimentarono gli sforzi eruditi, il riconoscimento dei gruppi che componevano la costellazione delle élite intellettuali attive nella compagine urbana, la contestualizzazione dei progetti culturali, nonché delle frizioni politiche, poste a sostrato delle iniziative intraprese e la definizione dei tratti spiccatamente ambrosiani progressivamente stratificatisi nei recinti accademici. La proposta esegetica dei componimenti ad opera dall’Accademia della Val di Blenio, mossa a partire dai rilievi storici effettuati intorno alla parabola bio-bibliografica del Facchino Cosme de Aldana, precede lo studio documentario relativo alle fondazioni accademiche occorse nei centri scolastici cittadini, frutto della sinergia tra la curia arcivescovile, gli ordini religiosi coinvolti nell’educazione dei giovani e gli organi di rappresentanza patrizia milanesi. I rinvenimenti archivistici relativi alle riunioni degli Inquieti introducono quindi alla disamina del percorso di consolidamento di un “sistema di virtù”, metronomo delle radunanze barocche, nella sua declinazione ambrosiana, che entrerà in crisi allo scadere del XVII secolo.
By adopting a long-term period chronological perspective, this research analyses the institutional frameworks’ development of Milanese literary academies between their appearance in the city area and the beginning of Austrian government’s jurisdiction after the Peace of Utrecht. Key objectives of the phenomenon’s historical reconstruction are: the identification of patrons who promoted the academies’ dissemination; the description of associational networks made up by different intellectual elite groups operating in Milan; the contextualization of cultural projects - and resulting under covered political tensions - that influenced the academical pattern’s expansion process; finally, the gradual constitution of a peculiar Ambrosian identity related with this associations’ typology. The exegesis of the “Badia della Val di Blenio” academy’s literary production, deduced by the historical examine of the “Facchino” Cosme de Aldana’s bio-bibliographical experience, introduces the enquiry on students’ academical foundations, which were the result of the cooperation between the archiepiscopal curia, religious orders involved in the educational programs and representative bodies of Milanese patricians. Archival discoveries on Inquieti’s meetings contribute in depicting the progressive composition of a coherent Ambrosian “system of virtues” (the baroque reference point for academical activities), that got into a substantial crisis at the end of seventeenth century.
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GUASTI, NICCOLO'. "L’esilio italiano dei gesuiti spagnoli espulsi (1767-1798). Politica, economia, cultura." Doctoral thesis, 2005. http://hdl.handle.net/1234/121151.

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LAZZERINI, Luigi. "Le tre morti di Pietro Pagolo Boscoli : gesuiti ed eretici al confronto." Doctoral thesis, 1998. http://hdl.handle.net/1814/5877.

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Abstract:
Defence date: 19 June 1998
Examining board: Gérard Delille, Istituto Universitario Europeo, Firenze ; Dominique Julia (direttore di ricerca), Centre d'Anthropologie Religieuse Européenne, Paris ; Mario Rosa, Scuola Normale Superiore, Pisa ; Adriano Prosperi, Università di Pisa
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BROGGIO, Paolo. "Le missioni dei gesuiti nel mondo ispanico in età moderna :la circolazione delle strategie di evangelizzazione tra Europa e Nuovi Mondi (Spagna, Perù, Cile, 1581-1705)." Doctoral thesis, 2003. http://hdl.handle.net/1814/5810.

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Abstract:
Defence date: 13 October 2003
Examining board: Prof. Francesca Cantù, Università degli Studi Roma Tre ; Prof. Diogo Ramada Curto, Istituto Universitario Europeo ; Prof. Gérard Delille, Istituto Universitario Europeo (Supervisor) ; Prof. Adriano Prosperi, Scuola Normale di Pisa (Co-supervisor)
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DI, MASO DARIO. "«Cor Iesu». La dimensione politico-religiosa del culto gesuitico al Sacro Cuore di Gesù fra tradizione e secolarizzazione (1689-1789)." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11573/1152015.

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Abstract:
Il culto del Sacro Cuore di Gesù, argomento già affrontato in studi importanti (Mario Rosa, Daniele Menozzi, Fulvio De Giorgi), è indubbiamente uno dei presupposti per comprendere la formazione della mentalità di una parte consistente della popolazione europea nel XVIII secolo. Nucleo essenziale di questo lavoro un’analisi attenta e di ampio respiro, sul confronto sempre più acceso, di entrambi i poli entro i quali si giocò il rapporto tra politica e religione nel XVIII secolo: ovvero tra una "religione del Cuore", come fenomeno di reazione ai processi di secolarizzazione della società europea settecentesca, e una “politica della Ragione”, istanza della cultura moderna dei Lumi che allo stesso tempo sollecitava, anche dall’interno della Chiesa stessa, una riforma dottrinale e disciplinare. Uno scontro fra due modi di vivere il proprio tempo che necessariamente modella anche la vita civile dei paesi attraversati dal conflitto e dalle diverse modulazioni che lo scontro imprime all’ordine del discorso politico degli Stati. La devozione al Sacro Cuore di Gesù, oltre a rapresentare un episodio della più ampia lotta ingaggiata dalla Chiesa e dalla stesso ordine fondato da Ignazio di Loyola contro la modernità, risulta anche di particolare interesse per analizzare il cambio di paradigma impresso dallo scoppio della Rivoluzione francese e come e quanto la propaganda religiosa si orientasse a restaurare un mondo chiuso con gli stessi elementi discorsivi usati dagli avversari.
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Gastaldi, Sciltian. "Pier Vittorio Tondelli: Letteratura Minore e Scrittura dell'Impegno Sociale." Thesis, 2012. http://hdl.handle.net/1807/44076.

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Abstract:
Abstract This thesis illustrates the social engagement in the literary writings of Pier Vittorio Tondelli, an Italian gay author whose works have been described by many Catholic, Materialists, and gay critics as frivolous and disengaged. The dissertation summarizes the mutation of the Italian literary concept of impegno from Neorealism to Postmodernism, through a selection of the texts of Elio Vittorini, Italo Calvino, Franco Fortini, Pier Paolo Pasolini, Leonardo Sciascia, and Umberto Eco. It shows how Tondelli’s interpretation of the role of the writer falls within the definitions given by Calvino and Eco. Moreover, the thesis demonstrates that Altri libertini and Pao Pao satisfy the characteristics of littérature mineure established by Gilles Deleuze and Felix Guattari, though Tondelli’s oeuvre is socially engaged instead of being politically engaged because of his lack of a political ideology. The dissertation highlights the core of Tondelli’s social commitment in his passionate defense of the outcasts in: Altri libertini where drug addicts, homosexuals, transsexuals, and bums are the protagonists; Pao Pao where a group of gay soldiers is described in its grotesque and camp attempt to “homosexualize” their barrack; Rimini where the Riviera Adriatica is portrayed as a place where everyone passes by and no one belongs; Camere separate through the love story of a gay couple in which one partner has to survive his lover’s death, due to an illness that is demonstrated in this thesis to be AIDS, while fighting against the homophobia of their families, institutions, society, and religion. Most of Tondelli’s socially excluded characters are introduced to the reader through an internal homodiegetic point of view. Another important component of Tondelli’s impegno is his open defense of both pop-culture and counter-cultures: gay, hippies, rockers, experimental theatre, street artists and alternative radio, which are central in all his writings.
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