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Dissertations / Theses on the topic 'Giambattista'
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1
Ton, Denis. "Giambattista Crosato." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2009. http://hdl.handle.net/11577/3425655.
Full textAbstract:
The dissertation is a monography about Giambattista Crosato, one of the most important Venetian painters among artists of generation of Tiepolo and Canaletto, working not only in Venetian but also in Piedmont, at Savoy Court. First of all a catalogue raisonné of his paintings has been drafted, with some new attributions, while numerous attributions, regarded wrong, have been expunged. Beside the painting of Crosato is been valued in its totality tempting to offer a chronology as much possible accurate about his production. The study has tried to solve the problem of painter's youth: it gives up theories that can't be proved, about Emilian journey of painter, to put back his formation in artistic Venetian environment in the early decades of the eighteenth century till Ca' Pesaro's frescoes in 1731. Therefore it's prefer to explain the artist's young works, through a contact, in the one hand, with the “Barocchetto” of academics of the of the eighteenth century, as Bellucci, Bambini and, above all, Angelo Trevisani and, on the other hand, through the knowledge of the early works of current of "neotenebrosi" as Bencovich, Piazzetta and the young Tiepolo. About his stays in Piedmont, the study of testimonies allows to check the permanence of a connection almost continuous both with his native land and, from thirty years, with Savoy Court, especially to solve the several contracts with Royal Theatre. Therefore the painter wasn’t in Turin only for two extended periods. This study argues the stylistic exchanges in Turin, with Piedmontese art, in those years and the rule of various painters (Beaumont, Trevisani, Giaquinto, Solimena) in order to explain the particular Crosato’s style. Beside this essay has studied the importance of the link with Algarotti's family, in the cultural environment of Venetian art of forty years, in order to make clear the development of poetic of feelings in Crosato's painting. This work has also analysed the last activity of the painter, around the paintings of Via Crucis of Santa Maria del Giglio. Moreover the research has valued the making of replicas, an activity in common with some of Venetian artists as, for example, Giambattista Pittoni. A chapter of the dissertation is dedicated to the fortune of the painter through the analysis of texts of travellers that visited Stupinigi, until more recent rehabilitation from Fiocco to more recent considerations about his activity. Another new aspect of the study is the first attempt of a profile of graphic production of the painter. Beside a chapter is dedicated to this very problematic aspect because few drawings are sure. The text indicates the sheets more likely identified as by Crosato, for example a couple of new drawings, and gives shortly information about main attributions appeared during the years.Il presente lavoro si propone come una monografia sulla pittura di Giambattista Crosato, uno dei pittori veneziani più importanti, fra quelli della generazione di Tiepolo e di Canaletto, attivo non solo in Veneto, ma anche in Piemonte, per la corte Sabauda. Si è innanzitutto redatto il catalogo ragionato dei suoi dipinti, giungendo ad alcune nuove assegnazioni, mentre sono state espunte numerose attribuzioni ritenute errate. L’opera pittorica di Crosato è stata poi valutata nella sua interezza, cercando di offrire una cronologia il più possibile precisa della sua produzione. Lo studio ha tentato di risolvere il problema della giovinezza del pittore, rinunciando alle ipotesi, non documentabili, di un soggiorno emiliano, per ricollocare la sua formazione entro l’ambiente artistico veneziano dei primi decenni del Settecento, sino agli affreschi di Ca’ Pesaro del 1731. Si è ritenuto dunque che l’opera giovanile dell’artista, così come si manifesta nelle prime prove torinesi, possa meglio spiegarsi attraverso un contatto da un lato, con il ‘barocchetto’ degli accademici degli inizi del XVIII secolo, quali Bellucci, Bambini e, soprattutto, Angelo Trevisani, dall’altro, con la conoscenza delle prime opere della corrente ‘neotenebrosa’ di Bencovich, Piazzetta e del primo Tiepolo. Per quanto riguarda i soggiorni in Piemonte, si è ritenuto di rinunciare alle consuetudini che volevano il pittore presente solo per due prolungati momenti a Torino, perché la lettura delle testimonianze rimaste consente di verificare il permanere di un rapporto quasi continuo sia con la terra d’origine sia, a partire dagli anni trenta, con la corte sabauda, soprattutto per assolvere ai vari impegni contratti con il Teatro Regio. A proposito dell’arte piemontese, il lavoro dà conto degli scambi linguistici in atto a Torino in quegli anni, e del ruolo svolto dalle varie componenti (Beaumont, Trevisani, Giaquinto, Solimena) nella creazione del particolare stile di Crosato. Inoltre si è approfondita l’importanza del rapporto intercorso con la famiglia Algarotti, nel contesto culturale dell’arte veneziana degli anni quaranta, giungendo a chiarire lo sviluppo della poetica degli affetti nella pittura di Crosato. Anche per quanto concerne l’ultima attività del pittore, da collocare intorno alle tele per la Via Crucis di Santa Maria del Giglio, lo studio si è indirizzato ad un approfondimento che ha consentito il riconoscimento di un nucleo ben distinguibile, che chiarisce l’evoluzione dello stile del maestro. L’indagine si è rivolta anche alla valutazione della redazione di repliche, attività che egli ha in comune con alcuni degli artisti veneziani di quegli anni, come ad esempio Giambattista Pittoni. Un capitolo della tesi è dedicato alla fortuna del pittore, attraverso la lettura delle fonti, dei viaggiatori di passaggio a Stupinigi, sino alla riabilitazione più recente, a partire da Fiocco sino alle più recenti valutazioni sulla sua attività. Un altro aspetto di novità del lavoro è il primo tentativo di un profilo della produzione grafica del pittore. Un capitolo è dunque dedicato a tale aspetto assai problematico, a causa dell’esiguo numero di fogli assegnabile con certezza al maestro. Oltre a segnalare le opere ritenute più verosimili, tra cui un paio di fogli di nuova attribuzione, si dà brevemente notizia delle principali attribuzioni emerse nel corso degli anni.
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Feller-Geißdörfer, Fabienne. "Giambattista Basile und die italienische Märchentradition : Le tre cetra und La mortella /." München : M-Press, Martin Meidenhauer Verl.-Buchh, 2006. http://deposit.ddb.de/cgi-bin/dokserv?id=2769505&prov=M&dok_var=1&dok_ext=htm.
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3
Guardiani, Francesco. "La meravigliosa retorica dell'Adone di G.B. Marino." Firenze : L.S. Olschki, 1989. http://books.google.com/books?id=wV1dAAAAMAAJ.
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4
Sini, Stefania. "Figure vichiane : retorica e topica della "Scienza Nuova" /." Milano : LED, 2005. http://catalogue.bnf.fr/ark:/12148/cb40034570m.
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5
Oliveira, Eva Aparecida [UNESP]. "Giambattista Basile e o conto maravilhoso." Universidade Estadual Paulista (UNESP), 2007. http://hdl.handle.net/11449/91581.
Full textAbstract:
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Previous issue date: 2007-10-24Bitstream added on 2014-06-13T18:07:02Z : No. of bitstreams: 1
oliveira_ea_me_arafcl.pdf: 1217764 bytes, checksum: cab2999c16a9f6ed84bd368784a6ab90 (MD5)Coordenação de Aperfeiçoamento de Pessoal de Nível Superior (CAPES)
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Desbrisay, Cecelia Gay Miller. "Giambattista Vico : imagination and historical knowledge." Thesis, University of Oxford, 1988. http://ethos.bl.uk/OrderDetails.do?uin=uk.bl.ethos.359696.
Full text
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Remaud, Olivier. "Giambattista Vico : La sagesse et l'histoire." Tours, 2001. http://www.theses.fr/2001TOUR2023.
Full textAbstract:
La philosophie de Giambattista Vico (1668-1744) est structurée par le récit de l'errance. Dans les " orationes" prononcées à l'Université de Naples entre 1699 et 1732, le Stultus est l'insensé" de Sénèque et de Ciceron. Il représente sur le plan individuel le risque de la dissociation. Dans la Scienza nuova, l'état sauvage" des premiers temps offre l'image par excellence du chaos et de la "non-histoire". L'humanité ignore le lien social, le sentiment de "pudeur" et les principes qui organisent les "utilités". L'oeuvre montre que le processus de civilisation claque la manière dont l'individu parvient à résourdre en lui le conflit de la sapientia et la stultitia. Vico ne pense donc pas l'histoire selon une conception millénariste des temps, ni selon une dialectique du savoir absolu. L'histoire n'est pour lui une thèologie de la révélation, ni le système d'une raison universelle. Mais c'est une réflexion sur le soi, un effort que l'homme acomplit pour se réunifier et coi͏̈ncider avec sa propre nature. C'est le "soin de l'âme" qui permet d'évaluer la juste articulation entre le domaine privé et le domaine public. C'est lui qui détermine l'équilibre des mémoires dont les sociètés démocratiques ont besoin pour durer.
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Oliveira, Eva Aparecida. "Giambattista Basile e o conto maravilhoso /." Araraquara : [s.n.], 2007. http://hdl.handle.net/11449/91581.
Full text
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Gualtieri, Gaetano Antonio <1960>. "Retorica e mito in Giambattista Vico." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/4065/1/Gualtieri_Gaetano__Antonio_tesi.pdf.
Full textAbstract:
The purpose of this thesis is to show that Vico had the constant aim, remained unaltered in time, to support the usefulness of Rhetoric. The awareness of the strength acquired by the “anti-rhetorical” movements, particularly by the Cartesians and the Logicians from Port-Royal, obliged Vico to elaborate some strategies and counter-moves that, little by little, became more and more complex and refined, till they inspired his main work, The New Science.
By taking into consideration the most significant aspects of Vico’s speculation (topic, tropes, the formation of language, the development of human thought, the new conception of philology ), this work shows that they are part of a strategy worked out by the Neapolitan philosopher, in order to demonstrate the validity, the usefulness and the modernity of Rhetoric.
Every aspect of Vico’s thought reaches its peak when Vico formulates his theory about myths, which he interprets as an expression of the primitive man’s necessities and demands.
The point of view expressed by this doctorate thesis emphasizes that, despite the inevitable modifications that have taken place through the centuries, Vico’s thought keeps its substantial unity. So those subjects that critical literature tends to separate are, in reality, linked and unified.
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Gualtieri, Gaetano Antonio <1960>. "Retorica e mito in Giambattista Vico." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/4065/.
Full textAbstract:
The purpose of this thesis is to show that Vico had the constant aim, remained unaltered in time, to support the usefulness of Rhetoric. The awareness of the strength acquired by the “anti-rhetorical” movements, particularly by the Cartesians and the Logicians from Port-Royal, obliged Vico to elaborate some strategies and counter-moves that, little by little, became more and more complex and refined, till they inspired his main work, The New Science.
By taking into consideration the most significant aspects of Vico’s speculation (topic, tropes, the formation of language, the development of human thought, the new conception of philology ), this work shows that they are part of a strategy worked out by the Neapolitan philosopher, in order to demonstrate the validity, the usefulness and the modernity of Rhetoric.
Every aspect of Vico’s thought reaches its peak when Vico formulates his theory about myths, which he interprets as an expression of the primitive man’s necessities and demands.
The point of view expressed by this doctorate thesis emphasizes that, despite the inevitable modifications that have taken place through the centuries, Vico’s thought keeps its substantial unity. So those subjects that critical literature tends to separate are, in reality, linked and unified.
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Berton, Alex <1993>. "I soffitti sacri di Giambattista Tiepolo." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13544.
Full textAbstract:
Analisi dei soffitti sacri di Giambattista Tiepolo, con particolare attenzione per quello andato distrutto della Chiesa degli Scalzi a Venezia. Nella seconda parte dell'elaborato, i cieli dell'artista settecentesco, verranno confrontati con quelli di altri quattro artisti: Antonio Zanchi ('soffitti paradisiaci' versus 'soffitti infernali'), Luca Giordano (anticipi e modelli), Sebastiano Ricci (due modi differenti di interpretare Paolo Veronese) e Giambattista Piazzetta (con particolare attenzione al confronto con il bozzetto tiepolesco di San Domenico). Uno studio che cerca di mettere in luce l'abilità di Tiepolo nella creazione di opere a soffitto di straordinaria bellezza, confrontate con quelli che potrebbero essere stati i suoi modelli - guardando alle somiglianze e differenze con essi - del secolo precedente e contemporanei.
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Tristan, Marie-France Hersant Yves. "La scène de l'écriture essai sur la poésie philosophique du Cavalier Marin, 1569-1625 /." Paris : H. Champion, 2002. http://catalogue.bnf.fr/ark:/12148/cb38944129t.
Full text
13
Hepburn, Winthrop Brent. "the mind in Giambattista Vic's new science." Thesis, Open University, 2010. http://ethos.bl.uk/OrderDetails.do?uin=uk.bl.ethos.533128.
Full text
14
Nunes, Antonio Sergio da Costa. "A arqueologia da linguagem em Giambattista Vico." Universidade de São Paulo, 2009. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/8/8133/tde-09122009-170058/.
Full textAbstract:
Este trabalho é resultado da pesquisa desenvolvida sobre a concepção do certum em Giambattista Vico. O nosso interesse foi encontrar nos diversos escritos filosóficos de G. Vico (1668-1744) um novo modo de apreensão da concepção original do pensador acerca do Conhecimento e de que modo ele apreendeu e trabalhou essa visão de mundo, ao contrário da visão tradicional, que atribuiu valor lógico ao modo de conhecer mediante o verdadeiro e o falso. Vico concebeu o conhecimento tanto como ordem do certum quanto como ordem do verum, realçando o papel originário do certum. Esse novo modo de perceber a ordem do certum confere ao saber viquiano uma lógica própria: a lógica do verossímil. A verossimilhança é trabalhada enquanto elemento que nos leva à certeza mediante a exclusão de toda exatidão matemática conferida ao conhecimento, nos propiciando a possibilidade de alcançá-lo na sua incerta abrangência e/ou nos seus incertos limites.This work is the result of the research developed about the conception of the certum in Giambattista Vico. Our interest was to found, in the various philosophical writings of G. Vico (1668-1744), a new way of understanding the original conception of the thinker about knowledge and how he worked and seized this vision of the world, unlike the traditional view which gave a logical value to the way of knowing before the true and false. Vico conceived the knowledge both as certum and verum, highlighting the original role of certum. This new way of perceiving the order of certum gives to the Vico´s knowing its own logic: the logic of credible. The credibility is treated like the element which leads us to the certainty before the exclusion of all mathematical accuracy given to knowledge in providing the possibility of reaching it in its uncertain scope and / or its uncertain boundaries.
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Barros, Ivan Kowaleski Figueira de. "A concepção de História em Giambattista Vico." Universidade de São Paulo, 2010. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/8/8138/tde-13102010-145444/.
Full textAbstract:
Este trabalho investiga a concepção de História do filósofo setentrista italiano Giambattista Vico. Ele baseia-se na leitura da principal obra de Vico, Scienza Nuova (1744), assim como na leitura de três outros livros do autor: Autobiografia, Il Metodo Degli Studi Del Tempo Nostro e Dell Antichissima Sapienza Italica. Nosso objetivo é descobrir e descrever o que Vico chamou de Historia Ideal Eterna, uma concepção renovada da História Humana.This work investigates the Eighteenth Century Italian philosopher Giambattista Vicos conception of History. It is based on a reading of Vicos main work Scienza Nuova (1744), supported by a reading of three other books from the author: Autobiografia, Il Metodo Degli Studi Del Tempo Nostro and Dell Antichissima Sapienza Italica. Our aim is to discover and also describe what Vico called Ideal Eternal History, a renewed conception of Human History.
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Moro, Anna L. "Aspects of old Neapolitan : the language of Basile's "Lo cunto de li cunti /." Muenchen [sic] : Lincom Europa, 2003. http://catalogue.bnf.fr/ark:/12148/cb40064396c.
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Strassberg, Daniel. "Das poietische Subjekt Giambattista Vicos Wissenschaft vom Singulären." Paderborn München Fink, 2005. http://deposit.d-nb.de/cgi-bin/dokserv?id=2877854&prov=M&dok_var=1&dok_ext=htm.
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ZANELLI, SHABAN. "La metafisica di Giambattista Vico. Un percorso ontologista." Doctoral thesis, Università degli Studi di Trieste, 2022. http://hdl.handle.net/11368/3030761.
Full textAbstract:
L'elaborato analizza la metafisica di Giambattista Vico con l'intento di delinearne le caratteristiche e di descriverne gli sviluppi durante l'intero corso della speculazione del filosofo napoletano (1699-1744). A tal scopo si è scelto di approfondire il rapporto delle dottrine di Vico con le sue fonti - in particolare modo Platone e Malebranche - e del dibattito sei-settecentesco in cui esse erano originariamente inserite. L'idea fondamentale che si intende proporre è che l'intero sviluppo della speculazione metafisica vichiana possa essere interpretato come un continuo ripensamento di un'iniziale ispirazione ontologista mai messa in discussione.The work analyzes the metaphysics of Giambattista Vico with the aim of delineating its characteristics and describing its developments during the entire course of the Neapolitan philosopher's speculation (1699-1744). For this purpose it was decided to deepen the relationship of Vico's doctrines with his sources - in particular Plato and Malebranche - and of the seventeenth-eighteenth-century debate in which they were originally inserted. The fundamental idea that we intend to propose is that the entire development of Vico's metaphysical speculation can be interpreted as a continuous rethinking of an initial - and never questioned - ontologist inspiration.
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Balbiani, Laura. "La magia naturalis di Giovan Battista della Porta : lingua, cultura e scienza in Europa all'inizio dell'età moderna /." Bern [u.a.] : Lang, 2001. http://www.gbv.de/dms/goettingen/329560115.pdf.
Full text
20
Girard, Pierre. "Communauté et politique dans la philosophie de Giambattista Vico." Paris 4, 2002. http://www.theses.fr/2002PA040191.
Full textAbstract:
L'objectif principal que se propose ce travail est d'offrir une interprétation rationnelle de l'oeuvre de Vico, de montrer que le concept de raison est au centre de sa philosophie et que son espression la plus manifeste en est la communauté. En mettant la raison au cœur de notre travail (et avec elle ses deux modalités que sont la communauté et la politique), nous serons amenés à donner une interprétation générale de la Scienza nuova à travers ce que Vico nomme ses " deux pratiques ", à savoir " l'art critique " et " l'art diagnostique ". Une telle lecture nous permettra de développer les notions de providence, d'ingenium, de philologie, " d'histoire idéale éternelle " et d'éducation. Nous montrerons comment ces concepts s'organisent autour d'un projet scientifique ayant comme objet la " nature commune des nations "This study aims to offer a rational interpretation of Vico's work, to show that the concept of reason occupies a central position in Vico's writings and that its most patent expression is community. By placing reason and its two modalities, community and politics, at the core of this study, I am led to offer a general interpretation of the Scienza nuova through what Vico calls his " two practices ", namely " the art of criticism " and " the art of diagnosis ". Such an interpretation enables me to discuss the notions of prudence, ingenium, philology, " ideal eternal history " and education. I show how these concepts are organized around a scientific project whose object is " the common nature of nations "
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Luglio, Davide. "Connaissance, rhétorique et science dans l'œuvre de Giambattista Vico." Paris 4, 2000. http://www.theses.fr/2000PA040202.
Full textAbstract:
Notre travail part du présupposé que la rhétorique occupe une place centrale dans l'œuvre de Vico en tant qu'instrument de transmission de la connaissance scientifique. Loin de l'eloquentia humaniste, l'idéal rhétorique vichien répond donc, non pas aux exigences de persuasion du discours civil, comme on a trop longtemps laisse croire, mais à la visée euristique propre à sa recherche épistémique. Celle-ci étant scientia de universalibus et aeternis, Vico conçoit platoniquement l'art du discours comme une technique psychagogique. Refusant les présupposes métaphysiques de la science cartésienne, Vico choisit comme centre d'intérêt scientifique non pas le monde physique mais l'histoire de l'humanité qu'il entreprend de réorganiser - notamment à ses origines - selon un ensemble de lois dégagées par sa métaphysique. Par un art du discours qui se rattache à la fois à la rhétorique du baroque moderne italien et à celle que développe le pseudo-longin dans le traité du sublime, Vico sait faire de sa reconstruction de l'histoire de l'humanité une oratio sublimis, un parcours d'élévation spirituelle et de révélation eschatologique.
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MORO, Giuseppe. "Historia Duplex. Pensiero e linguaggio nell’opera di Giambattista Vico." Doctoral thesis, Scuola Normale Superiore, 2020. http://hdl.handle.net/11384/91049.
Full text
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Neto, Sertório de Amorim e. Silva. "As razões da política: humanistas e barbárie em Giambattista Vico." Universidade de São Paulo, 2010. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/8/8133/tde-01082011-092123/.
Full textAbstract:
Demonstrou-se o entrecruzamento de teoria social e teoria do conhecimento na filosofia de Giambattista Vico, trama que evidencia a reconciliação humanismo-modernidade, o que foi nomeado na tese humanismo tardio. Esta lógica é o norte do pensamento expresso na Scienza nuova (1744). Não obstante, desejou-se investigar o modo como o tema se desenhou nos textos anteriores, sobremaneira na Oração Inaugural de 1709, De nostri temporis studiorum ratione, e no livro metafísico de 1710, De antiquissima italorum sapientia. No livro de 1710 foram estudados os conceitos de verdade e de ciência, bem como a metafísica do conatus de Vico. Já na Oração, interpelamos os aspectos gerais de uma filosofia que reconhece o risco da corrupção política e o valor dos studia humanitatis para a prudência e a virtude civil das nações. Nesses dois escritos e nessas duas esferas específicas de questões (do conhecimento e da política) foram investigadas as estruturas da filosofia madura celebrizada na última Scienza nuova.It was showed Giambattista Vico´s intercrossing of the social theory and knowledge theory in a plot that evidences the reconciliation of humanism-modernity, what was called in thesis late humanism. This logic is the north of the expressed thought at Scienza Nuova (1744). Notwithstanding was wished inquired about how this theme was also drew on previous texts, greatly in the inaugural speeches of 1709, De nostri temporis studiorum ratione, and in the metaphysics book of 1710, De antiquissima italorum sapientia. In 1710´s book was studied the concepts of the truth and the science, as well as the Vico´s conatus metaphysics. In the Speech, was apostrophize the general aspects of a philosophy that recognize the risks of political corruption and value of studia humanatis for nation´s civic virtue and prudence. These two papers and two issue specifics spheres (of knowledge and politics) was inquired the philosophy structure made famous on the last Scienza nuova.
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Wilson, Gerald I. "The role of providence in the "New Science" of Giambattista Vico." Thesis, University of Ottawa (Canada), 1994. http://hdl.handle.net/10393/10441.
Full textAbstract:
The question of how to interpret the role of providence in the New Science of Giambattista Vico (1668-1744) is one of the most vexing problems of interpretation surrounding Vico's magnum opus. In this essay I come at the problem by attempting to understand Vico's theory of knowledge and how it comes to bear upon his interpretation of history. In chapter one I offer a phenomenology of the historical world according to Vico. I consider the problem of historical knowledge as such and attempt to show that Vico makes an original contribution by his insistence that we need to critically appropriate the historical texts from the past. In chapter two I explore some of the main features of Vico's epistemology. I then attempt to get more deeply into Vico's view of history by looking at him through important interpretations. In chapter three I discuss the interpretation of Leon Pompa. In chapter four I discuss the interpretation of Vichian epistemology found in the work of Donald P. Verene. In a fifth and final chapter I attempt to then make some determination of how providence functions in the NS. I seek to interpret Vico's providence doctrine as requiring a transcendental referent or God, based on the verum-factum principle as the central epistemic model. (Abstract shortened by UMI.)
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Gonçalves, Celso Eduardo Mendes. "A via Vico: ética e mitologia na filosofia de Giambattista Vico." Pontifícia Universidade Católica de São Paulo, 2017. https://tede2.pucsp.br/handle/handle/20764.
Full textAbstract:
Submitted by Filipe dos Santos (fsantos@pucsp.br) on 2018-01-19T10:47:32Z
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Celso Eduardo Mendes Gonçalves.pdf: 851987 bytes, checksum: c4df8a282e4d2fdea144946fff4655dd (MD5)Made available in DSpace on 2018-01-19T10:47:32Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Celso Eduardo Mendes Gonçalves.pdf: 851987 bytes, checksum: c4df8a282e4d2fdea144946fff4655dd (MD5) Previous issue date: 2017-10-05
Coordenação de Aperfeiçoamento de Pessoal de Nível Superior - CAPES
After situating Vico in the Naples of his time and in relation to the questions of modern rationality, as well as carrying out an exercise of philosophical reflection seeking the understanding of the worldview of Vico, this piece of work aims at making explicit the ethic that underlies his work as an ethic of teleological character which privileges the practical life, evidencing a concern for what man can and should do of himself, notwithstanding the guardianship of a divine providence in a cyclical history. However, within the advent of the "age of men," it is verified a process of unfoldment of the human nature in which the development of the individual starts to dictate the development of the community; at the same time, the predominance of abstract rationality dissociated from other human faculties – such as imagination – leads to a preponderant literality in the interpretation of mythology, which pervades the doctrines of religions, moving man away from piety, with the consequent loss of both social cohesion and the human sense of the world. Hence, man decays in the age of the gods, submitting himself to heteronomy in the face of the eternal ideal history. It is identified with the present thesis, therefore, the "master key" indicated by the Napolitan himself with the imagination that underlies poetic wisdom, the application of this interpretative key of the method of his work – the new critical art – is extended to the solution of the pretended paradox between the autonomy and the aimed happiness by a teleological ethic and the cyclical repetition of the eternal ideal history
Após situar Vico na Nápoles de seu tempo e em relação às questões da racionalidade moderna, e realizar um exercício de reflexão filosófica para a compreensão da cosmovisão viquiana, objetiva-se explicitar a ética que subjaz em sua obra como uma ética de caráter teleológico e que privilegia a vida prática, evidenciando uma preocupação para com o que o homem pode e deve fazer de si mesmo, nada obstante a tutela de uma providência divina numa história cíclica. Entretanto, no advento da “idade dos homens”, verifica-se um processo de desdobramento da natureza humana em que o desenvolvimento do indivíduo passa a ditar o desenvolvimento da comunidade; ao mesmo tempo, a predominância da racionalidade abstrata dissociada de outras faculdades humanas, como a imaginação, conduz a uma literalidade preponderante na interpretação da mitologia, que pervade as doutrinas das religiões, afastando o homem da piedade, com a consequente perda da coesão social e perda do sentido humano do mundo. Daí, o homem decai na idade dos deuses, submetendo-se à heteronomia face a história ideal eterna. Identifica-se com a presente tese, então, a “chave mestra” indicada pelo próprio Napolitano com a imaginação que fundamenta a sabedoria poética, estende-se a aplicação dessa chave interpretativa do método de sua obra – a nova arte crítica – para a solução do pretenso paradoxo entre a autonomia e a felicidade objetivada por uma ética teleológica e a repetição cíclica da história ideal eterna
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Heyl, Ute von. "Giambattista Mengardi (1738-1796) : Umbruch zum Klassizismus in der venezianischen Malerei /." Hildesheim : Olms, 2002. http://catalogue.bnf.fr/ark:/12148/cb391258040.
Full text
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Stone, Harold Samuel. "Vico's cultural history : the production and transmission of ideas in Naples, 1685-1750 /." Leiden : E. J. Brill, 1997. http://catalogue.bnf.fr/ark:/12148/cb40939661p.
Full text
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Feller-Geissdörfer, Fabienne. "Giambattista Basile und die italienische Märchentradition "le tre cetra" und "la mortella"." München M-Press, 2005. http://deposit.ddb.de/cgi-bin/dokserv?id=2769505&prov=M&dok_var=1&dok_ext=htm.
Full text
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Guido, Humberto Aparecido de Oliveira. "A infancia e as ciencias humanas na filosofia social de Giambattista Vico." [s.n.], 1999. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/253455.
Full textAbstract:
Orientador: Hermas Gonçalves AranaTese (doutorado) - Universidade Estadual de Campinas, Faculdade de Educação
Made available in DSpace on 2018-07-25T01:19:45Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Guido_HumbertoAparecidodeOliveira_D.pdf: 1981272 bytes, checksum: e97475de585ad3e764bfc27e4b6a5cc1 (MD5) Previous issue date: 1999
Doutorado
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Blanché, Chantal. "L'invention scénique et satirique dans les "premières" comédies de Giambattista Della Porta." Paris 3, 1993. http://www.theses.fr/1994PA030042.
Full textAbstract:
La comedie erudite, largement diffusee et appreciee dans la plupart des cours italienne du xvie siecle, se developpa a naples, a la fin du siecle, grace aux oeuvres de giambattista della porta. Les six "premieres" comedies mettent en evidence l'originalite d'oeuvres comiques qui, tout en recuperant les themes et les procedes classiques de la comedie, sont novatrices, notamment dans l'invention scenique. Della porta est aussi, et avant tout, un homme de science, auteur de nombreux traites ; les references au domaine scientifique viennent alimenter le jeu comique dont la diversite et la vivacite contribuent a conferer une theatralite remarquable aux oeuvres comiques de l'auteur napolitain. Les trois premieres comedies, l'olimpia, la fantesca et la cintia sont etudiees sous le rapport "classicisme et modernite". Avec les trois autres, lo astrologo, la turca, la trappolaria, sont mises en evidence l'habilite et la maitrise de l'ecriture avec lesquelles della porta exprime, de facon detournee, sa vision subtilement satirique, de certains aspects socio-politiques de son tempsLearned comedy was wide-spread and enjoyed in most italian courts, during all the 16th century, but expanded in naples, only at the end of the century, with giambattista della porta's comedies. He wrote original works, while collecting classical themes and processes of learned comedy, particularly in the theatrical invention, he is also a scientist and, in his six first comedies, the scientific references sustain comic play of which variety and liveliness contribute to making it theatrically remarkable. The 3 first comedies, olimpia, fantesca and cintia are studied in terms of "classicism and modernity". With lo astrologo, turca and trappolaria, prominence is giving to della porta's cleverness and writing skill which he used to express his satirical vision about some socio-political sight, in his time
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Boudineau, Marie-Christine. "Animaux et féerie dans Lo cunto de li cunti de Giambattista Basile." Paris 4, 1999. http://www.theses.fr/1998PA040206.
Full textAbstract:
Chez G. Basile, la coexistence entre les animaux et la féerie est particulièrement étroite, bien qu'il s'agisse a priori de deux mondes très différents, à l'un étant habituellement octroyé la pesanteur matérielle et à l'autre la légèreté de l'imaginaire ou de l'esprit. L'interférence entre ces deux univers trouve une justification dans les traditions les plus anciennes, aussi bien que dans la psychologie des profondeurs, les observations scientifiques ou certaines orientations de pensée, comme la philosophie holistique. Dans Lo Cunto de li cunti, la remise en question de l'étanchéité des règnes entre eux facilite la compréhension des complexes créatures enchantées, aux diverses origines. Les métamorphoses, dans cette optique, sont un aspect du devenir. La profonde compassion de l'auteur n'exclut pas la moquerie, sous laquelle perce son intérêt pour l'astrologie et l'alchimie, tandis que la féerie est paradoxalement rendue presque tangible grâce au réalisme tout particulier du style. Inversement, la réalité devient féerique. L'étude des supports ou accompagnements de la féerie confirme l'attachement de G. Basile a d'antiques convictions, au vu de nombreuses références plus ou moins discrètes, insistantes et concordantes. La classification des animaux d'après Lo Cunto de li cunti proclame un respect certain pour les animaux; ce sont des médiateurs et non des inférieurs. Encore faut-il savoir les comprendre et avoir conservé le pouvoir d'émerveillement des "peccerille" auxquels l'œuvre est dédiée. Sous l'angle d'une perspective ésotérique, c'est un message finalement optimiste que nous transmet cette œuvre, avec la proclamation de la nécessité de la réconciliation possible entre les règnes et des bienfaits de la suppression du dualisme en général.
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Gianfrancesco, Lorenza Maria Rosaria. "Giambattista Basile (1575?-1632) and Lo cunto de li cunti (Il pentamerone)." Thesis, Royal Holloway, University of London, 2008. http://ethos.bl.uk/OrderDetails.do?uin=uk.bl.ethos.503439.
Full text
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Tristan, Marie-France. "Le "théâtre du monde" dans l'Adone et les Dicerie sacre de Giambattista Marino." Paris 4, 1999. http://www.theses.fr/1998PA040149.
Full textAbstract:
En 1623, à la fin d'un séjour de huit ans à la cour de Louis XIII, Marino publie l'Adone, plus de 40. 000 vers qui allaient lui assurer une gloire aussi fulgurante que fugitive en France comme en Italie. Cet ouvrage apparait à bien des égards comme une adaptation mythologique de motifs d'inspiration chrétienne présents dans les œuvres antérieures, notamment dans les Dicerie sacre publiées neuf ans plus tôt. La confrontation de ces deux ouvrages permet d'analyser comment s'articulent chez l'auteur inspiration chrétienne et inspiration païenne. Il en ressort une vision du monde, de l'homme et du langage greffée sur des conceptions théogoniques, cosmogoniques et cosmologiques originales, qui s'inspirent toutefois des intuitions les plus prégnantes de l'époque. La création du monde, comme la création de l'œuvre, se fondent sur de complexes jeux de miroir qui rendent compte de l'indéfinie multiplicité, fragmentant et relativité des réalités phénoménales (ou des signes textuels). La polysémie du langage, à l'origine du courant << conceptiste >> qui caractérise la poétique baroque, est elle-même associée à une théorie de la connaissance en << clair-obscur >>, ainsi qu'à une esthétique de la rupture et à une éthique paradoxale qui préludent à l'avènement du modernisme.
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Santos, Vladimir Chaves dos. "O conceito de engenho e de invenção na Scienza Nuova de Giambattista Vico." [s.n.], 2009. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/280914.
Full textAbstract:
Orientador: Roberto Romano da SilvaTese (doutorado) - Universidade Estadual de Campinas, Instituto de Filosofia e Ciencias Humanas
Made available in DSpace on 2018-08-12T17:34:31Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Santos_VladimirChavesdos_D.pdf: 12643860 bytes, checksum: 7a30a4264d109e7a94a4670dd143f977 (MD5) Previous issue date: 2009
Resumo: A Scienza Nuova de Vico responde em grande medida as principais carências da ciência moderna apontadas por ele em seus primeiros textos de perfil anticartesiano. Nela encontra-se uma tópica dos fatos humanos; um exame histórico do senso comum; uma ciência ativa; e um estilo que confere eloqüência à ciência. Para Vico, a faculdade criativa por excelência é o engenho. Esse em todos seus aspectos é a faculdade operante na Scienza Nuova
Abstract: The Vico's New Science is a responde to his evaluation witc regard to the modern science, above all the Cartesian philosophy. It contains topics of human facts, a historical inquiry of common sensc, an active science and an eloquent scientific language. According to Vico, the wit is the human faculty to invent. The New Science intends to be a wity work
Doutorado
Filosofia
Doutor em Filosofia
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OVANDO, GONZALEZ ANGELICA 663953, and GONZALEZ ANGELICA OVANDO. "Giambattista Vico en el contexto contemporáneo y su relación con la "Divina Providencia"." Tesis de maestría, Universidad Autónoma del Estado de México, 2017. http://hdl.handle.net/20.500.11799/76568.
Full textAbstract:
Análisis de la categoría de "Historia Ideal" desde el rol que juega la Divina Providencia en la filosofía de la historia de Giambattista VicoGiambattista Vico (1668–1744) es el inaugurador de la Filosofía de la Historia en una época en la cual aún no existía una denominación específica para designar ese tipo de estudio, una filosofía fundada en la naturaleza común de las naciones, dentro de un plan providencialista, centrada en un esquema cíclico: etapa divina, heroica y humana. Desarrolló su pensamiento entre finales del siglo XVII y mediados del siglo XVIII.Nuestra investigación tiene como objetivo hacer una separación sobre lo que implica en Giambattista Vico su constante referencia a la “Divina Providencia” y su relación con el libre albedrío del hombre. Considerado como una de las figuras más importantes de la historia intelectual europea, su Ciencia nueva es apreciada como una de las obras fundamentales de dicha historia.Vico reivindica el protagonismo del hombre dentro de la historia; cada ser individual es importante en tanto existe un bien común para todos, admitiendo con ello la conciencia del hombre de que existe un fin providencial, y que sus acciones alcancen un fin superior y positivo establecido por la misma Providencia, denominado por algunos autores con la expresión “heterogénesis de los fines”.El presente trabajo está dividido en cuatro capítulos. En un primer término hablaremos del contexto histórico que envuelve al autor. El segundo capítulo está dirigido a la “Storia ideale eterna” como ámbito de la Providencia. El tercer capítulo pretende delimitar la noción de “Providencia” y finalmente se analiza cómo actúa la Providencia como sentido de la historia humana. El cuarto capítulo, tiene como objetivo analizar la actualidad de los planteamientos del filósofo napolitano, en el contexto contemporáneo. Los aportes de Vico son múltiples: abre el estudio al mundo civil hecho por los hombres ; da a luz a la historia como ciencia; reconoce que la historia no se apega a la verdad de los hechos, pero sí nos revela el sistema de creencias, de valores e ideas propias de una época a través del estudio del conjunto de sucesos de dicho periodo. Es reconocido como un precursor de la antropología y de la etnología.Se cierra la investigación con unas reflexiones finales en torno al objeto de estudio. SUMMARYGiambattista Vico (1668-1744) is the inaugurator of the Philosophy of History at a time when there was not yet a specific denomination to designate this type of study, a philosophy based on the common nature of nations, within a plan Providentialist, centered in a cyclical scheme: divine, heroic and human stage. He developed his thinking between the end of the seventeenth century and the mid-eighteenth century.Our research aims to make a separation on what implies in Giambattista Vico his constant reference to "Divine Providence" and its relation to the free will of man.Considered as one of the most important figures in European intellectual history, his New Science is appreciated as one of the fundamental works of this history.Vico claims the protagonist of man within history; each individual being is important insofar as there is a common good for all, thereby admitting the conscience of man that there is a providential end, and that his actions reach a higher and positive end established by the same Providence, called by some authors with the expression "heterogenesis of the ends".This paper is divided into four chapters. In a first term we will talk about the historical context that surrounds the author. The second chapter is directed to the "Storia ideale eterna" as the domain of Providence.The third chapter tries to delimit the notion of "Providence" and finally analyzes how Providence acts as a sense of human history. The fourth chapter aims to analyze the current situation of the Neapolitan philosopher in the contemporary context.Vico's contributions are multiple: he opens the study to the civil world made by men ; gives birth to history as science; recognizes that history does not cling to the truth of facts, but does reveal the system of beliefs, values and ideas proper to an era through the study of the set of events of that period. It is recognized as a precursor of anthropology and ethnology.The research is closed with some final reflections on the object of study.
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Pierotti, Karen. "Digital storytelling : an application of Vichian theory /." Diss., CLICK HERE for online access, 2006. http://contentdm.lib.byu.edu/ETD/image/etd1262.pdf.
Full text
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Testolin, Giambattista [Verfasser]. "Structural optimization and photopharmacological studies of the cystobactamids class of natural products / Giambattista Testolin." Hannover : Gottfried Wilhelm Leibniz Universität Hannover, 2019. http://d-nb.info/1181324157/34.
Full text
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SILVA, PRISCILA ALBA DA. "TRUTH X VERISIMILITUDE: NOTES FROM RENÉ DESCARTES (1596-1650) AND GIAMBATTISTA VICO (1668-1744)." PONTIFÍCIA UNIVERSIDADE CATÓLICA DO RIO DE JANEIRO, 2016. http://www.maxwell.vrac.puc-rio.br/Busca_etds.php?strSecao=resultado&nrSeq=27504@1.
Full textAbstract:
PONTIFÍCIA UNIVERSIDADE CATÓLICA DO RIO DE JANEIROCOORDENAÇÃO DE APERFEIÇOAMENTO DO PESSOAL DE ENSINO SUPERIOR
PROGRAMA DE SUPORTE À PÓS-GRADUAÇÃO DE INSTS. DE ENSINO
Partindo da análise das obras de René Descartes (1596-1650) e da concepção de retórica enquanto uma metalinguagem, fornecida tanto por Roland Barthes quanto por Haroldo de Campos, investigamos certa tensão entre Giambattista Vico (1668-1744) e o filósofo francês. Atrito forjado a partir da leitura indireta do retor napolitano das obras de Descartes. Este trabalho trata, portanto, da diferença entre a certificação do conhecimento em Descartes e Vico, diferença que, segundo elucidamos, pode ser situada na tensão entre os conceitos de verdade e verossimilhança, respectivamente, bem como nos conceitos de sentido e senso. Em 1699, Giambattista Vico assumiu a cátedra de Retórica na Universidade Real de Nápoles. A partir deste ano e, até o ano de 1707, o filósofo proferiu discursos de abertura dos anos letivos nesta instituição. Esses discursos nos chegam sob o título de Orazioni Inaugurali (1699-1707), donde foram analisadas, na presente dissertação, às duas primeiras, concernentes aos anos de 1699 e 1700. Tal análise procurou nuançar não apenas o entrelaçamento entre forma e conteúdo como, também, a partir disso, sugerir que a verossimilhança viquiana incide formalmente em seus textos, assim como a verdade cartesiana seria derivada de certa estrutura textual.
Analyzing the works of René Descartes (1596-1650) and the conception of rhetoric as a meta language, provided both by Roland Barthes and by Haroldo de Campos, we investigated tension between Giambattista Vico (1668-1744) and the French philosopher. Misunderstanding forged from indirect reading of Neapolitan rector of the works of Descartes. This work analyzes the difference between the certification of knowledge in Descartes and Vico, a difference that, according elucidated, may be located in the tension between the concepts of truth and verisimilitude, respectively, as well as the concepts of way and sense. In 1699, Giambattista Vico took over the chair of Rhetoric at the Royal University of Naples. From this year by the year 1707, the philosopher gave opening speeches of school years at this institution. These talks come in under the heading of Orazioni Inaugurali (1699-1707), from which were analyzed in the present work the first two, pertaining to the years 1699 and 1700. This analysis sought to nuance not only the interweaving between form and content as, also, from there, suggest that the verisumilitude viquiana focuses formally in his writings, as well as the Cartesian truth would be derived from certain textual structure.
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Tubino, Mongilardi Fidel. "La concepción de la verdad en la filosofía de la cultura de Giambattista Vico." Pontificia Universidad Católica del Perú - Departamento de Humanidades, 2013. http://repositorio.pucp.edu.pe/index/handle/123456789/113175.
Full textAbstract:
El proyecto de una filosofía de la historia y de la cultura propuesto por G. Vico en sus diversas obras resulta relevante para nosotros pues constituye un punto de referencia sugerente para proceder a la interpretación filosófica e ínter-disciplinaria de nuestras propias expresiones culturales.Como toda hermenéutica de la cultura, aquella que propone Vico presupone una determinada ·concepción de la verdad que constituye el hilo conductor que le da sentido a su obra. El presente artículo es un esbozo introductorio al esclarecimiento de dicha concepción. Lo verdadero y lo hecho se convierten. Esto significa que la verdad como representación de los aspectos de la cosa es resultado de una operación de síntesis de lodado en la fantasía por intermedio del ingenio. Este constituye una facultad que, aliado de la imaginación, posibilitan el conocimientohumano como saber siempre parcial y finito. El reconocimiento de dicha finitud anima la dinámica de la interpretación de aquello que esposible conocer del mundo histórico-cultural.
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Petrini, Valentina. "Giambattista Giuliani: Dante e le parlate popolari toscane nelle ricerche di un piemontese spiemontizzato." Doctoral thesis, Università del Piemonte Orientale, 2020. http://hdl.handle.net/11579/115030.
Full textAbstract:
Con questa tesi mi propongo di offrire uno strumento biografico, bibliografico e documentario che possa contribuire alla conoscenza e allo studio delle opere di Giambattista Giuliani, notevole letterato della seconda metà dell’Ottocento, al suo tempo celebre commentatore di Dante e sensibile interprete della questione della lingua italiana nell’Ottocento. Considerata la mancanza di una bibliografia critica su Giuliani, nonostante gli apporti alla ricerca venuti dagli studi di Carlo Dionisotti, Claudio Marazzini, Luca Serianni, è risultata necessaria un’indagine complessiva della figura e delle opere dello studioso, che non solo definisse la sua posizione nel quadro della storiografia letteraria, ma che evidenziasse anche i suoi rapporti con il contesto politico - culturale del secolo XIX.
Un ruolo fondamentale in questo lavoro è stato rivestito dall’accurata analisi delle opere edite da Giuliani e dalla ricerca documentaria con la riscoperta, a cui mi sono dedicata con successo, di importanti documenti inediti che hanno permesso la ricostruzione della vita di Giuliani, attraverso la fitta rete di rapporti intessuta con illustri esponenti del mondo intellettuale e politico dell’epoca; l’analisi dello sviluppo diacronico della posizione assunta dal padre somasco nei dibatti intorno alla
lingua italiana che caratterizzarono l’Ottocento; la messa in evidenza delle implicazioni tra gli studi danteschi e quelli linguistici portati avanti da Giuliani, con particolare attenzione al metodo da lui adottato in questi campi d’indagine.
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COLANGELO, MARIA LUISA. "Per una pedagogia umanistica e civile. Edizione digitale delle Orazioni inaugurali di Giambattista Vico." Doctoral thesis, Università degli studi della Basilicata, 2022. http://hdl.handle.net/11563/153725.
Full textAbstract:
Per una pedagogia umanistica e civile. Edizione digitale delle Orazioni inaugurali di Giambattista Vico presenta il lavoro svolto per la ricerca “Per una filosofia dell’educazione integrale. Indicizzazione, digitalizzazione e ontologizzazione delle Orazioni inaugurali di Giambattista Vico”, svolto nell’ambito del Dottorato di Ricerca in Storia, Culture e Saperi dell’Europa mediterranea dall’Antichità all’Età contemporanea dell’Università degli Studi della Basilicata, e rappresenta l’attuarsi del progetto scientifico “Digital Philology: digitalizzazione, gestione ontologica, indicizzazione ed edizione di testi e collezioni”, la cui borsa è stata cofinanziata con risorse del PON Programma Operativo Nazionale Ricerca e Innovazione 2014-2020, Fondo Sociale Europeo, Azione I.1 “Dottorati innovativi con caratterizzazione industriale” 2018.
L’elaborato presenta l’edizione critica digitale delle Orazioni inaugurali (lette nell’edizione critica di Gian Galeazzo Visconti, Edizioni di Storia e Letteratura 2013), supportata dall’approfondimento filosofico della pedagogia vichiana. Per una buona codifica XML e una visualizzazione ottimale in EVT dei discorsi inaugurali, infatti, è stato fondamentale contestualizzare il pensiero di Giambattista Vico all’aspetto pedagogico. Il lavoro evidenzia quanto l’attenzione all’educazione sia stata una costante fondamentale sia per lo sviluppo del Vico persona che per gli esiti di una riflessione filosofica sempre attenta alla centralità dell’uomo. La riflessione intorno alla pedagogia umanistica e civile proposta nel lavoro riassume, se anche in maniera introduttiva, l’intero pensiero vichiano.
Il progetto pedagogico-politico, definito in questo lavoro come umanistico e civile, fa emergere l’interesse primario di Vico: restituire equità all’humanitas. Un fine che, oltre ad appagare il desiderio tanto forte quanto inesauribile di conoscenza, articola una proposta educativa capace di accompagnare l’uomo nel passaggio dalla barbarie all’incivilimento, a divenire un cittadino a servizio della comunità. Per essere tale, ogni uomo è chiamato ad affinare capacità e conoscenze che gli consentano di “fare bene” per la comunità civile. Così la pedagogia umanistica e civile vichiana assume connotazioni specifiche che aprono ad interpretazioni etiche, estetiche, pratiche e politiche. Se anche con accenni solo introduttivi, questo lavoro cerca di tessere le trame pedagogiche di un pensiero interpretato da sempre secondo altre chiavi. La pedagogia è qui intesa come il filo rosso che unisce gli esiti di un pensiero noto più per gli aspetti giuridici, storicistici e gnoseologici che per il suo fondamentale intento: educare la civitas.
Il lavoro, dunque, si compone di quattro capitoli e un’appendice, pensati come tappe di un percorso che si conclude idealmente con la presentazione dell’edizione digitale delle Orazioni inaugurali, consultabile nella versione integrale sul sito della BUP – Basilicata University Press per la collana Digital Humanities . Il primo capitolo introduce il tema pedagogico attraverso un parallelo con la vita di Vico. Indagando intorno ai momenti centrali della vita personale e professionale, fa emerge l’esemplarità di un uomo dedito sin dalla giovinezza allo studio, alla ricerca e all’approfondimento. Un’attenzione costante per l’educazione e la formazione evidente sia durante gli studi personali che nel periodo a Vatolla e, ancor di più, nell’esercizio della professione di docente presso la regia Università di Napoli. La cattedra di retorica offre al filosofo il particolare privilegio di osservare e ascoltare i bisogni della sua società attraverso il dialogo costante con i suoi giovani studenti. Fa dell’educazione il primo e fondamentale momento del “farsi” dell’umanità, considerandola uno strumento utile all’uomo per il suo progressivo incivilimento. Il secondo capitolo continua l’introduzione alla tematica educativa associando gli esiti pedagogici alle preminenti questioni del pensiero vichiano. Infatti, Vico è il pensatore che più ha saputo praticare l’Umanesimo ̶ il lavoro lo presenta come “l’ultimo degli umanisti” ̶ e, nel dialogo con il passato, ha posto l’uomo come fondamento della pedagogia. Questa parte dell’elaborato si sviluppa intorno alle definizioni di pedagogia umanistica e civile, morale, pratica ed estetica evidenziando il rapporto intrinseco con la retorica. Il terzo capitolo propone una lettura “filosofica” delle Orazioni inaugurali, utile a cogliere i fini che la pedagogia vichiana si impegna a perseguire. Traccia le linee di un percorso di crescita personale in grado di accompagnare il giovane studente dalla conoscenza di se stesso all’esercizio delle virtù dell’animo e della mente per il bene di tutti. Seguendo il De nostris temporis studiorum rationem, indica nel metodo umanistico, in contrapposizione a quello razionalistico di Cartesio, la direttrice che, rafforzando una nuova pedagogia e un nuovo ordinamento di studi, assume le “forme” della mens heroica artefice di un riscatto morale talmente importante da concedere il privilegio di aspirare al sublime e quindi a Dio. Il quarto capitolo, conclusa l’introduttiva contestualizzazione filosofica, illustra il lavoro di digitalizzazione condotto, fulcro dell’attività di ricerca dottorale. Nel descrivere i passaggi utili a realizzare l’edizione delle Orazioni inaugurali, individua tre momenti fondamentali: la codifica TEI-XML del testo, la visualizzazione in EVT delle Orazioni e la proposta progettuale della BiDiVi, Biblioteca Digitale Vichiana, in cui catalogare gli scritti, gli studi e le attività di approfondimento che il “mondo vichiano” propone nel mondo. L’appendice, posta a chiusura del lavoro, riporta le Orazioni inaugurali codificate in XML e rappresenta il lavoro “nascosto” che, supportando la realizzazione dell’edizione digitale, stabilisce un interessante dialogo tra il presente, rappresentato dalla realizzazione dell’edizione, il passato, testimoniato con la consultazione del manoscritto autentico, e il futuro, con la cura per la tutela e la conservazione digitale dell’opera vichiana.
Il lavoro di tesi presentato vuol far emergere la bellezza del lavoro di ricerca condotto in questi anni che intreccia la preziosità del manoscritto originario di Vico, l’innovazione del digitale e l’approfondimento di un aspetto del pensiero vichiano ancora poco attenzionato ma altrettanto ricco di suggestioni per la pedagogia e l’educazione del nostro tempo.
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BELLELLI, FERNANDO. "Filosofia e pedagogia della dignità umana. Il contributo di Giambattista Vico e Antonio Rosmini." Doctoral thesis, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, 2020. http://hdl.handle.net/11380/1200396.
Full textAbstract:
La ricerca contribuisce a determinare la teoria integrata della dignità umana, corrispondendo alle istanze del dibattito scientifico sull’argomento, in particolare sull’esigenza di costruire un modello capace di far interagire la teoria della dotazione con la teoria della prestazione. Riconoscendo che l’elaborazione di tale teoria integrata esige un confronto tra le teorie della dotazione e della prestazione con le teorie della giustizia, delle istituzioni e dell’educazione, si svolge una ricognizione filosofica, storica e storico-culturale di tale confronto, riguardo al dibattito più recente. L’elemento che pedagogicamente emerge, trasversale e importante ai fini del conseguimento degli obiettivi, è l’affezione, caratteristica sottesa in ciascuna teoria, e tuttavia finora o sottodimensionata, così come articolata estrinsecamente e/o giustapposta, oppure neppure messa in relazione con altre componenti delle teorie esaminate. Contestualizzata la questione sia dal punto di vista epistemologico, sia da quello storico-culturale, ci si concentra sull’analisi anche comparata del pensiero di Vico e Rosmini, inclusa l’interpretazione vichiana di quest’ultimo. Alla luce di tale analisi viene svolta una ricognizione della storia della ricezione del pensiero di entrambi gli autori in materia, soffermandosi sulle diverse scuole interpretative, con specifica attenzione alla pedagogia, per verificare se e quali elementi teorico-pratici si ricavino per contribuire all’elaborazione della teoria integrata. Particolare cura è dedicata al confronto tra i quattro filoni storico-teoretico-culturali delle aree interpretative del pensiero vichiano – trasversale alle accentuazioni delle quali è l’interpretazione del conatus – e le fasi della “questione rosminiana”, concentrandosi sulla svolta affettiva della sua metafisica dopo la novecentesca fine della metafisica. I principali argomenti di convergenza individuati tra Vico e Rosmini in tema di dignità sono: a) la concezione del linguaggio e l’epistemologia dell’immaginazione, struttura antropologica fondamentale che verte sul conatus/affezione; l’indagine è stata svolta anche tramite l’applicazione comparata dell’analisi dei corpora (in italiano e in inglese), in incrocio metodologico tra le scienze linguistiche e storiche; b) il ruolo dell’antropologico-religioso nella teoria dell’incivilimento (confrontata anche con quella del riconoscimento); c) la centralità del diritto e della storia per le dinamiche della società ispirate all’esigenza della giustizia sociale così come perseguita dalle istituzioni, in particolare da quelle educative (e politiche). La complementarietà degli approcci confluisce nella teoria integrata della dignità umana in quanto capacità di articolare nell’affective turn le teorie della giustizia, delle istituzioni e dell’educazione. Ciò si evidenzia nei diversi punti di vista, in specifico nell’analisi degli argomenti di convergenza: 1) la teodicea sociale di Vico è basata sulla storia fatta dagli uomini, nell’interazione provvidenziale della storia ideale eterna, profana e sacra; quella di Rosmini è basata sulla persona in quanto diritto sussistente, che si relaziona con se stessa, il prossimo e la trascendenza/Provvidenza in e tramite le tre società: domestica, civile ed ecclesiale; 2) la “pedagogia giuridica” in Vico è radicata nella dimensione retorica della Scienza Nuova e in quella estetica del diritto (sia come demitizzazione del mitologico, sia come immagine della generazione del Verbo nel facere del diritto naturale delle genti); in Rosmini nel sintesismo delle tre forme dell’essere, tale per cui gli ordini di riflessione dei diritti umani sono ad immagine di quelli della coscienza, che è giudizio speculativo di un giudizio pratico almeno del second’ordine di riflessione.The research contributes to the definition of the integrated theory of human dignity, corresponding to the requirements of the scientific debate on the subject, in particular on the need to construct a model capable of connecting the theory of endowment with the theory of performance. Recognizing that the elaboration of this integrated theory requires a comparison between the theories of endowment and of performance with the theories of justice, of institutions and of education, a philosophical, historical and cultural-historical recognition of this comparison takes place, with regard to the most recent debate. The element that pedagogically emerges, which is transversal and important for the attainment of the objectives, is affection, a characteristic underlying each theory, yet still undersized, as extrinsically articulated and/or juxtaposed, or not even related to other components of the theories analyzed. Once the question is put into context both from an epistemological and a historical-cultural point of view, the focus is on the comparative analysis of Vico’s and Rosmini's thought, including the Vico’s interpretation of the latter. In the light of this analysis, a review of the history of the reception of the thought of both authors on the subject is carried out, focusing on the different interpretative schools, paying specific attention to pedagogy, to verify if and which theoretical-practical elements are obtained to contribute to the elaboration of integrated theory. Particular care is devoted to the comparison between the four historical-theoretical-cultural trends of the interpretative areas of Vico’s thought – to the accentuations of which the interpretation of the conatus is transversal – and the phases of the "Rosminian question", focusing on the affective turning point of his metaphysics after the twentieth-century end of metaphysics. The main topics of convergence identified between Vico and Rosmini on the subject of dignity are: a) the conception of language and the epistemology of the imagination, a fundamental anthropological structure that concerns the conatus/affection; the survey was also carried out through the comparative application of corpora analysis (in Italian and in English), in a methodological cross between the linguistic and historical sciences; b) the role of the anthropological-religious in the theory of civilization (also compared with that of recognition); c) the centrality of law and history for the dynamics of society inspired by the need for social justice as pursued by the institutions, in particular the educational (and political) ones. The complementarity of the approaches merges with the integrated theory of human dignity as a capacity to organize the theories of justice, institutions and education in the affective turn. This is evident in the different points of view, specifically in the analysis of convergence topics: 1) Vico's social theodicy is based on the history made by men, in the providential interaction of the ideal eternal, profane and sacred history; that of Rosmini is based on the person as a subsistent right, which relates to itself, to the neighbour and to the transcendence/Providence in and through the three societies: domestic, civil and ecclesial; 2) the "juridical pedagogy" in Vico is rooted in the rhetorical dimension of the New Science and in the aesthetic one of law (both as demythologization of the mythological and as an image of the generation of the Word in the facere of the natural law of the peoples); that of Rosmini in the synthesism of the three forms of the being, such that the orders of reflection of human rights are in the image of those of conscience, which is a speculative judgment of a practical judgment at least of the second order of reflection.
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Sama, Lindor Sterline. "Le sublime chez Giambattista Vico, de l’esthétique à la politique : sublime, rhétorique et politique dans la philosophie vichienne." Electronic Thesis or Diss., Paris 8, 2020. http://www.theses.fr/2020PA080046.
Full textAbstract:
L’objectif principal de ce travail est d’analyser les variations du sens du sublime chez Vico et de déterminer comment le sublime comme moment déclencheur de l’andar raccogliendo, l’aller en rassemblant, participe à la fondation de la communauté politique. C’est à partir de l’expérience de la foudre, moment sublime par excellence que commence le long processus de développement de l’esprit des « bestioni » qui erraient dans les grandes forêts postdiluviennes. Par une imagination vigoureuse, ces derniers créent les « universaux fantastiques » ou « caractères poétiques », qui seront leur premier mode d’appréhension du monde. Ainsi, quittent-ils leur état de brute pour atteindre progressivement l’humanité. C’est sur ce concept d'« universaux fantastiques » que Vico fonde sa nouvelle science. De cette façon, il réhabilite l’imagination, la fantasia, et lui confère un rôle important dans la recherche de la vérité, proposant ainsi une réflexion qui tient compte de toutes les propriétés de l’esprit humain. En fervent défenseur de cette discipline placée en dehors du champ de la connaissance par certains philosophes dont Descartes notamment, Vico étudie les transformations de l'esprit humain à travers différents moments de son évolution. Aussi, invente-t-il une esthétique entièrement fondée sur le sublime. Sa démarche rappelle celle de Kant, qui, dans sa première Critique, définit les règles de base de la connaissance en partant du sensible. Par conséquent, pour comprendre la méthode utilisée par le philosophe napolitain sur l’évolution de l’esprit, il nous a semblé nécessaire de partir de l’esthétique kantienne. Toutefois, la possibilité de réfléchir sur le sublime chez le philosophe napolitain n’étant pas limitée au sensible, il convient d’en déterminer le sens lors du passage de l’âge poétique à l’âge de la « raison entièrement développée ». Considéré comme moment où tous les repères symboliques sont suspendus, le sublime a la particularité de modifier l’ordre des choses en vue de faire émerger de nouvelles institutions symboliques. C’est ce que nous observons dans la Science nouvelle au moment du soulèvement de la plèbe contre le patriarcat. C’est ce moment sublime qui favorisera l’émergence de la démocratie dans les cités, que Marc Richir appelle « sublime en politique ». Il existe donc un lien entre ce dernier et Giambattista Vico quant à la manière dont ils ont tous les deux réfléchi sur la problématique de la fondation sociopolitiqueThe main objective of this work is to analyze the variations of the meaning of the sublime by Vico and determine how the sublime, as the trigger moment of « andar raccogliendo », participates in the foundation of political community. It’s from the lightning-experience, of the sublime moment that begins the long process of development of the « bestioni » mind who wandered in the great post diluvian forests. By a vigorous imagination, they created the « universals fantastics » or « poetic characters, » which will be their first mode of apprehension of the world. So they are ready to leave their raw state to gradually reach humanity? Thus, at this the concept of «fantastics universals » that Vico founded his new science. In this way, he rehabilitates the imagination, fantasia, and gives it an important role of searching the truth, by proposing a reflection that takes into account all the properties of the human mindset. As a fervent defender of this discipline placed outside the field of knowledge by certain philosophers including Descartes, Vico studied the transformation of the human spirit through different moments of its evolution. So he invented entirely based on « aesthetic sublime ». His approach reminds us Kant, who, in his first criticism, defines basic rules of knowledge starting from the sensitive. The possibility of thinking on sublime as the Neapolitan philosopher not being limited to the poetic age, it should be determined during the passage from the poetic age to the age of « fully developed reason ». Considered as the moment where all symbolic references are suspended, the sublime has the particularity of modifying the order of things to bring out new symbolics institutions. This is what we observe in the new science, during the raising of the plebians against the patriarchy. It is this sublime moment that will favor the emergence of democracy in the cities, which Marc Richir called « sublime in politic». There is a connection between them, as they both reflected the problem of the socio-political foundation
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Coan, Rozalir Burigo. "A presença de Giambattista Basile nas narrativas populares de Charles Perrault e dos irmãos Grimm." reponame:Repositório Institucional da UFSC, 2012. http://repositorio.ufsc.br/xmlui/handle/123456789/93166.
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Dissertação (mestrado) - Universidade Federal de Santa Catarina, Centro de Comunicação e Expressão, Programa de Pós-Graduação em Literatura, Florianópolis, 2009.Made available in DSpace on 2012-10-24T17:33:14Z (GMT). No. of bitstreams: 1 272337.pdf: 832795 bytes, checksum: 69a46ce9d36fa5438e8d395d15ec75a0 (MD5)
Esta dissertação tem por objetivo analisar Lo cunto de li cunti de Giambattista Basile, escrito em dialeto napolitano, no século XVII. Esta obra é um conjunto de histórias narradas em prosa, apresentado sob o modelo do Decameron, que representou de forma abrangente a cultura de sua época, principalmente a popular. Dentre as várias histórias presentes neste livro, foi selecionada a história de Cinderela, para, através de seu arquétipo, verificar a presença de Basile nas versões de Charles Perrault e na dos irmãos Grimm, dessa mesma história.
The goal of this dissertation is to analyze Giambattista Basiles Lo Cunto de li cunti, which was written in Napolitan dialect, on the XVII century. This work is a prose stories collection, presented under Decamerons model, and that represented that times culture, especially the popular one. Between the stories in this book, Cinderella was chosen for verifying the Basiles presence on the Charles Perrault and Brotherss version.
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Tucci, Daniel Eid. "Vico, a imaginação da imaginação." Pontifícia Universidade Católica de São Paulo, 2015. https://tede2.pucsp.br/handle/handle/11686.
Full textAbstract:
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Daniel Eid Tucci.pdf: 2413357 bytes, checksum: 6b5167fc04d712802563472d458b86a2 (MD5)
Previous issue date: 2015-08-14This dissertation aims to examine the role of imagination in the work New Science of the Neapolitan philosopher Giambattista Vico (1668-1744). The focus of the research is to present the imagination as a concept of unity of knowledge and function of knowledge. For this purpose the dissertation begins with the image title page analysis present in the Scienza Nuova of 1744. This analysis will explore the design, trends and influences that led to the drafting of the image on the title page. An explanation of key concepts relevant follows for interpretation of the viquian opus, decoded from the hieroglyphs present on the title page. After showing the inventiveness of Vico to apply his imagination theory in his own work to achieve the reader, the research seeks to deepen the imagination of the theme as sensorial knowledge of the first people, the poetic wisdom, universal fantastic, the operation of the poetic mind and its requirements as a viquian topical and common sense. This intent aims to understand the contemporary attitude of Vico in his time, his conflicts against divergent school of thought and his concern for the future of humanity
A dissertação tem por objetivo analisar o papel da imaginação na obra Ciência Nova do filósofo napolitano Giambattista Vico (1668-1744). O enfoque da pesquisa é apresentar os conceitos da noção de imaginação como unidade e função do conhecimento. Para tal propósito a dissertação inicia com a análise do Frontispício presente na Scienza Nuova, de 1744. Tal análise irá explorar a concepção, tendências e influências que levaram à elaboração do Frontispício. Segue-se uma explicação dos principais conceitos relevantes para uma interpretação do opus viquiano, decodificados a partir dos hieróglifos presentes no Frontispício. Após mostrar a inventividade de Vico na aplicação de sua teoria da imaginação em sua própria estratégia para atingir o leitor de sua obra, a pesquisa busca aprofundar o tema da imaginação como conhecimento sensorial dos primeiros povos; a sabedoria poética, os universais fantásticos, o funcionamento da mente poética e seus requisitos como a tópica viquiana e o senso comum. Tal intento visa a compreender a postura contemporânea de Vico , seus conflitos contra a divergente corrente de pensamento e sua preocupação com o futuro da humanidade
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Navet, Georges. "De l'usage de vico en france : le probleme de la legitimite du droit civil." Reims, 1987. http://www.theses.fr/1987REIMD002.
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Le probleme qui se pose aux liberaux au debut de la restauration est de donner a la fois un fondement et une interpretation au code civil. Le fondement est trouve par cousin dans une loi divine d'inspiration kantienne, qui resonne au coeur des individus et limite a priori leur liberte par le respect de celle d'autrui. La societe ainsi definie est d'ordre ideal; un fondement est bien donne au code en tant que recueil de lois, mais ce fondement philosophique ne permet pas a lui seul de fonder une jurisprudence, qui doit par essence s'appuyer sur une realite. Cette realite, ou cet ancrage social, ne peut etre trouvee ni dans la tradition, qui ramenerait a l'ancien regime, ni dans les pratiques populaires. Le modele de la jurisprudence va etre cherche chez les jurisconsultes romains, et le code repense comme une reactivation moderne des lois de rome. Ainsi, au moment meme ou le reel semble diverger d'avec l'ideal, jourdan affirme-t-il leur convergence, au prix d'eriger rome en substitut de la realite francaise. C'est ici que vico est convoque, comme garant de la convergence du reel et de l'ideal, de l'histoire et de la philosophie, du fait et du droit. L'appel a vico ne tient que si n'est pas interroge le principe meme qui permet au napolitain d'affirmer la presence de l'ideal dans le reel. Ce "principe heroique", qui dit que les hommes font le monde civil, produit necessairement un moment democratique, ou tous concourent egalement a la confection des lois. En interrogeant ce moment, ballanche d'une part, michelet de l'autre, sont amenes a mettre en cause le principe de representation sur lequel repose en definitive la conception liberale, a redefinir les rapports du civil et du politique, et a accorder a la plebe pour l'un, au peuple pour l'autre, un role moteur dans l'histoireFrench liberals at the beginning of the restoration were faced with the doubly complex task of establishing both a foundation and an interpretation for the civil code. Cousin derives the basis from a divine law of kantian inspiration which, resounding within the heart of every man, implies that an individual's freedom is limited by his respect for that of his fellow man. A society defined in this manner is of an ideal nature. Indeed, a basis is established for the code as a set of laws, but this philosophical foundation alone does not constitute grounds for jurisprudence, which must essentially rely upon reality. The roots for this reality, or social setting, cannot be taken from tradition, for this would signify a return to the former system. Nor can they be derived from folks ways and practices. Instead the model for jurisprudence is taken from the roman jurisconsults, and the code is now seen as a modern resuscitation of roman law. Hence, at the very moment when reality would appear to diverge from the ideal, jourdan asserts that the two actually converge, at the expence of substituting ancient rome for the reality of france. It is at this point that vico is invoked in order to ensure the convergence between reality and the ideal, between history and philosophy, between the facts and the law. This appeal to the theories of vico can be considered valid only if the principle itself by which the neopolitan affirms the presence of the ideal in reality remains unquestioned. This "heroic principle", which stipulates that man creates the civil world, gives way to a necessarily democratic entity at some point in time where each individual takes part in the drawing-up of laws. After close examination of this moment, both ballanche and michelet are compelled to question the principle of representation upon which the liberal concept is based, to redefine the relationship between the civil sphere and the political sphere and, finally, to attribute to the plebians in the one case, and to the people in the other, a role as a driving force in history
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Schneider, Hilke. "Physiognomische Gesichtstypen in Giambattista Della Portas Werk "De Humana Physiognomia" analysiert mit modernen computerunterstützten kephalometrischen Verfahren." [S.l.] : [s.n.], 2003. http://deposit.ddb.de/cgi-bin/dokserv?idn=97002956X.
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Cooper, Eva Eleanor. "Vico and the making of heroic civic leaders : political prescription in the work of Giambattista Vico." Thesis, University of Ulster, 2004. http://ethos.bl.uk/OrderDetails.do?uin=uk.bl.ethos.414093.
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Coan, Rozalir Burigo. "Os paratextos nas (re)traduções de Lo cunto de li cunti de Giambattista Basile ao italiano." reponame:Repositório Institucional da UFSC, 2015. https://repositorio.ufsc.br/xmlui/handle/123456789/160566.
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Tese (doutorado) - Universidade Federal de Santa Catarina, Centro de Comunicação e Expressão, Programa de Pós-Graduação em Estudos da Tradução, Florianópolis, 2015Made available in DSpace on 2016-04-15T13:16:35Z (GMT). No. of bitstreams: 1 338063.pdf: 1700638 bytes, checksum: 158bd72023ee32244deee9b10d517f03 (MD5) Previous issue date: 2015
Esta tese analisa os prefácios e posfácios das cinco traduções para o italiano de Lo cunto de li cunti, ovvero lo trattenemiento de peccerille, obra escrita por Giambattista Basile (1575-1632) e publicada postumamente entre 1634-1636, O corpus da tese é composto pela primeira tradução feita por Benedetto Croce, em 1925, e as retraduções de Michele Rak, em 1986, Ruggero Guarini, em 1994, Roberto De Simone, em 2002, e a última, de Carolina Stromboli, em 2013. Esta pesquisa se insere no campo da tradução literária e tem por objetivo analisar as diretrizes tradutórias que orientaram a primeira tradução e as quatro (re)traduções integrais da obra de Basile, do napolitano para o italiano, a fim de identificar, nos respectivos prefácios e posfácios, o horizonte tradutório que norteou os projetos dos tradutores. Esse estudo afirma também a importância dessa obra barroca, que através das suas (re)traduções fomentou o universo da Literatura Infantil em diferentes momentos históricos.
Abstract : The propose of this thesis is to analyses the foreword and the afterword from five Neapolitan to Italian translations of Lo cunto de li cunti, ovvero lo trattenemiento de peccerille, published text posthumously between 1634-1636, wrote by Giambattista Basile (1575-1632). The thesis?s corpus is made by the first translation by Benedetto Croce, in 1925, and the retranslations by Michele Rak, in 1986, Ruggero Guarini, in 1994, Roberto De Simone, in 2002, and the last, by Carolina Stromboli, in 2013. This research is in the literary translation area and it aims to analyses the translational guidelines that oriented the first translation and the four full (re)translations from Balise´s work, from Neapolitan to Italian dialect, with the objective to identify, on the respective forewords and afterwords, the horizon translational that guide his projects. This study also reveals the importance of this baroque work, which from it´s (re)translations fostered the children's literature universe on different historic moments.
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Ulmer, Birgit. "Die Entdeckung der Landschaft in der italienischen Literatur an der Schwelle zur Moderne." Frankfurt, M. Berlin Bern Bruxelles New York, NY Oxford Wien Lang, 2009. http://d-nb.info/1002465443/04.
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