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1

Rago, Sabrina, Valentina Rita Andolfi, Alessandro Antonietti, Giuseppe Iannoccari, Nicoletta Porcu, and Chiara Valenti. "Potenziare la flessibilità cognitiva in età anziana: gli effetti di un training." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 2 (September 2020): 691–712. http://dx.doi.org/10.3280/rip2020-002011.

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Abstract:
L'aumento delle prospettive di vita invita a una riflessione sul tema dell'invecchiamento evidenziando l'importanza della presa in carico dell'anziano per promuoverne il benessere. In tale contesto la flessibilità cognitiva assume un ruolo fondamentale per i numerosi benefici che produce negli an-ziani. In questa prospettiva è stato condotto uno studio per verificare l'efficacia del training "Flexi-train - Programma di potenziamento della flessibilità cognitiva nell'invecchiamento", rivolto ad anziani sani, confrontando un gruppo sperimentale sottoposto all'intervento di potenziamento con un gruppo di controllo. I risultati mostrano che nel post-test i soggetti del gruppo sperimentale hanno ottenuto punteggi maggiori di flessibilità cognitiva rispetto al gruppo di controllo. Inoltre emerge una maggiore capacità riflessiva e una consapevolezza critica più eleva-ta nel primo gruppo rispetto al secondo. Il training appare essere uno strumento adeguato per sviluppare nell'anziano strategie cognitive e riflessioni sul funzio-namento mentale utili all'adattamento nella vita quotidiana.
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2

Ornstein, Anna. "La funzione del gruppo in tempi di guerra e di terrore." GRUPPI, no. 2 (October 2010): 35–46. http://dx.doi.org/10.3280/gru2009-002006.

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Abstract:
In questo scritto l'autore fornisce una spiegazione alla formazione di gruppi, dal punto di vista della psicologia del Sé, indicando che mentre la loro motivazione puň essere diversa nei vari gruppi, l'impegno e la devozione con cui inseguono i loro obiettivi sono le stesse. Ciň č in relazione con la posizione di grande importanza che i valori e gli ideali rivestono nella psiche di ognuno. Per esempio, l'autore descrive i genocidi commessi nel Terzo Reich e dai serbi verso i musulmani bosniaci e gli atti terroristici perpetrati dai fanatici religiosi. Essa ha anche incluso una descrizione della formazione dei gruppi nei campi di concentramento tedeschi, che hanno avuto una importanza fondamentale per la sopravvivenza e la guarigione psicologica dei prigionieri.
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Góraj, B., M. Kopytek, and J. Alwasiak. "L'ultrasonografia nella diagnostica dei tumori cerebrali." Rivista di Neuroradiologia 2, no. 2 (June 1989): 135–40. http://dx.doi.org/10.1177/197140098900200205.

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Abstract:
Gli autori presentano le loro esperienze sull'utilizzazione dell'ecografia intracranica (US) in una casistica di 52 pazienti affetti da tumore cerebrale. L'esame veniva effettuato attraverso una finestra ossea da craniotomia o da foro craniotomico allargato. Sono stati presi in considerazione due gruppi di malati. Nel primo l'ecografia è stata impiegata, nell'ambito del controllo post-operatorio dopo l'escissione del tumore cerebrate, alto scopo di un primo apprezzamento della sede operatoria o, più tardi, at fine di riconoscere l'eventuale recidiva del tumore. Il secondo gruppo era costituito da malati con tumori cerebrali non operabili, accertati con TC, nei quali è stato prelevato materiale per l'esame citologico con biopsia US-guidata. Sulla base dei risultati veniva scelta l'ulteriore terapia. L'ecografia ha costituito nel corso degli esami ii metodo fondamentale di apprezzamento delle condizioni intracraniche, con particolare riguardo all'individuazione del tessuto patotogico. Nei 17 malati del secondo gruppo l'US ha concesso un preciso e sicuro prelievo del materiale per l'esame citologico e una conseguente scelta dell'ulteriore trattamento medico.
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Lopez, Chiara, Filippo Egalini, Marina Caputo, Mirko Parasiliti-Caprino, Barbara Lucatello, Ezio Ghigo, and Mauro Maccario. "Il versante endocrinologico della sindrome di von Hippel-Lindau (vHLs)." L'Endocrinologo 21, no. 5 (October 2020): 332–37. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-020-00776-2.

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Abstract:
SommarioLa sindrome di von Hippel-Lindau è una patologia ereditaria multisistemica che predispone allo sviluppo di neoplasie frequentemente di natura endocrina. I tumori neuroendocrini pancreatici, i feocromocitomi e i paragangliomi rappresentano le principali manifestazioni endocrine della sindrome. Tali neoplasie presentano caratteristiche peculiari, che seppur non patognomoniche, possono essere utili nell’orientamento diagnostico. L’endocrinologo rappresenta quindi una figura fondamentale del gruppo multidisclipinare preposto alla gestione di queste patologie.
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5

Simonetti, L., A. Siam, A. M. Cascone, R. Russo, V. Giugliano, L. Greco, and G. Sirabella. "Biopsia vertebrale TC guidata per ago sottile: Possibilità e limiti." Rivista di Neuroradiologia 10, no. 2_suppl (October 1997): 191. http://dx.doi.org/10.1177/19714009970100s285.

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Abstract:
La biopsia vertebrale TC guidata risolve in maniera definitiva il problema della tipizzazione delle lesioni litiche vertebrali, fondamentale per la programmazione terapeutica. Gli autori, propongono la propria esperienza di biopsie eseguite, invece che con i normali aghi di grosso calibro di tipi “ortopedico”, con aghi sottili (20–22 G) su 18 pazienti, 13 con sospetto di patologia neoplastica e 5 con sospetto di patologia infettiva. Nel primo gruppo la biopsia era richiesta per una tipizzazione della lesione neoplastica; nel secondo gruppo si richiedeva, oltre alla conferma del sospetto clinico-radiologico, la tipizzazione dell'agente patogeno. Vengono illustrate: la tecnica e le difficoltà legate all'uso di aghi sottili; i risultati, con particolare riguardo alla significatività dei reperti; i risvolti terapeutici, in particolar modo nei pazienti con patologia infettiva.
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6

Krzynówek, Jerzy. "Granice praepositio przy actio exercitoria." Prawo Kanoniczne 37, no. 3-4 (December 20, 1994): 175–89. http://dx.doi.org/10.21697/pk.1994.37.3-4.13.

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Abstract:
I limiti del praepositio data al magister navis erano indicati da tre fattori fondamentale La volnontà dell exercitor racchiusa nell’atto della installazione la persona magistri sulla nave come impresa marittima. Essa determinava il tipo di negozi ai quali magister era autoarizzato e queli ehe gli erano proibiti. Poi magister navis, salvo proibizione, era autorizzato a compiere negozi che erano intimamente connessi con il primo gruppo cioè p. es. prendere о dare le garenzie reali e/o personali. Terzo fattore cui incideva sui contenuto del praepositio era locus praepositionis cioè i negozi ehe erano conclusi per assicurare l’esistenza e l’efficienza della nave come mezzo di trasporto. A quest’ ultimo gruppo appartiene il mutuo concluso dal magister navis. I giuristi romani erano di contrastanti opinioni nei modi di legare il m utuo con praepositio.
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Forni, Marcella. "ImprenditorialitÀ e gestione: la formazione del Gruppo Rizzoli dalle origini alla seconda guerra mondiale." SOCIETÀ E STORIA, no. 133 (October 2011): 449–84. http://dx.doi.org/10.3280/ss2011-133004.

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Abstract:
L'articolo ripercorre il percorso di formazione e strutturazione del gruppo editoriale Rizzoli, tra le protagoniste dell'industrializzazione del settore, nel periodo compreso tra i primi anni del novecento, che vede la formazione di un primo nucleo tipografico, e la fine del secondo conflitto mondiale. Lo studio prende avvio da un esame della formazione tecnica e imprenditoriale del tipografo nella Milano dei primi del secolo, e prosegue in una valutazione dell'ambito specifico di inserimento delle prime societÀ a marchio Rizzoli. Fondamentale per comprendere l'evoluzione societaria e gestionale dell'impresa, sia sul breve che sul medio periodo, č ritenuta la ricostruzione delle partnerships instaurate dall'azienda fin dai primi anni di attivitÀ, alla base dell'attestazione della ditta a livello nazionale. Parallelamente, vengono seguite le operazioni di diversificazione produttiva che porteranno l'azienda ad un'espansione nel settore editoriale, principalmente orientata verso produzioni a grande tiratura, per le quali verranno studiate dopo la metÀ degli anni venti apposite politiche pubblicitarie/di marketing: l'autore si sofferma a questo proposito sulla forte compenetrazione tra le attivitÀ del gruppo, estese nel corso degli anni trenta alla produzione cinematografica. Un'analisi delle vicende societarie di questo periodo evidenzia come il successo economico dell'attivitÀ porti ad un'emancipazione del gruppo dai suoi primi finanziatori, con un rientro della gestione nell'ottica tipicamente italiana della conduzione familiare delle imprese.
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8

Bocquenet, Louis, Angela Sordano, and Diego Rora. "Cadre e l'attualitŕ dell'invisibile." GRUPPI, no. 1 (October 2010): 75–85. http://dx.doi.org/10.3280/gru2010-001007.

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Abstract:
Obiettivo dell'intervento č quello di evidenziare i nodi teorici e concettuali scaturiti dal confronto di due équipe, una francese ed una italiana, che utilizzano la metodologia dello psicodramma nel trattamento di bambini e adolescenti. Lo scambio tra le due équipe č nato con lo scopo di individuare una metodologia comune, raffrontabile, volta alla valutazione degli esiti psicoterapeutici nella clinica dei gruppi dell'infanzia e dell'adolescenza. Č stata fatta una scelta che ribalta lo schema classico della ricerca scientifica, basato sul confronto degli esiti a partire da strumenti predefiniti ed indipendenti dai contesti applicativi. Le due équipe sono, infatti, partite dal confronto concreto dei contesti di lavoro, delle metodologie ed infine dei paradigmi teorici che li supportano. Le riflessioni teoriche vertono sulla relazione individuo-gruppo, sugli indicatori di esito e sul ruolo fondamentale del Cadre per rendere visibili gli aspetti invisibili del processo terapeutico.
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Friedman, Robi. "Incontrare il nemico: processo gruppale di maturazione e contenimento o compito impossibile?" GRUPPI, no. 2 (October 2010): 91–100. http://dx.doi.org/10.3280/gru2009-002010.

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Abstract:
L'autore esplora e analizza il proprio funzionamento mentale e le proprie modalitŕ relazionali per spiegare al lettore il percorso interiore necessario per superare le situazioni di impasse che mantengono persone e gruppi antagonisti su posizioni antitetiche e inconciliabili. Egli considera la guerra una "situazione patologica" che favorisce il proliferare dei "disturbi della relazione" e suggerisce il ruolo fondamentale che puň essere giocato in modo specifico dagli psicoanalisti e gruppoanalisti e dalle donne nella costruzione di un percorso che, partendo da un conflitto apparentemente insuperabile, arrivi alla capacitŕ di dialogo. Il disturbo relazionale connesso con l'avvio e il mantenimento di situazioni conflittuali č «l'eccesso di identificazione» con la famiglia, la comunitŕ o il gruppo di appartenenza, la nazione. La sola possibilitŕ di superamento del conflitto consiste nel porre fine all'evitamento del senso di colpa, ovvero nell'accettazione delle proprie colpe.
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D'Aprile, Patrizia, and Licia Versari. "Un gruppo di genitori tossicodipendenti in carcere. Ottica psicoanalitica e applicazioni dello psicodramma analitico." GRUPPI, no. 3 (May 2010): 77–90. http://dx.doi.org/10.3280/gru2009-003004.

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Abstract:
Questo articolo descrive un'esperienza terapeutica di gruppo a breve termine, secondo l'ottica teorica della psicoanalisi e dello psicodramma analitico. L'esperienza č stata realizzata nella Sezione Attenuata per Tossicodipendenti della Casa Circondariale di Forlě. Il gruppo era composto da genitori detenuti con problematiche, presenti o passate, di tossicodipendenza. Nel carcere, dove di solito ci si riconosce attraverso vari stereotipi (il tossicodipendente, il delinquente, il capo), abbiamo voluto costruire uno spazio in cui le persone potessero s-coprirsi in immagini differenti. Il genitore: era questa l'identitŕ con cui presentarsi all'altro, e attraverso cui pensarsi, in questo modo č emersa la parte piů singolare di ognuno. L'articolo mette in evidenza la difficoltŕ di svolgere un'attivitŕ psicoterapeutica nell'ambiente carcerario, cosě intrusivo e profondamente segnato da un mandato punitivo e di controllo. Inoltre, si sottolinea come gran parte del lavoro in tale contesto sia stato quello di favorire nei partecipanti il passaggio dalla lamentazione alla riflessione, fondamentale per un lavoro su di sé. Si percorrono, attraverso frammenti di sedute, quelle che sono state le principali tematiche emerse: dalla necessitŕ di una comunicazione autentica alla trasmissione generazionale, dagli interrogativi sul ruolo paterno alla scoperta delle proprie fragilitŕ.
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Margherita, Guelfo, Alexandre Patouillard, Federico Pone, Salvatore Rotondi, and Loredana Vecchi. "Costruzioni di esperienze ludiche in Campi Psicotici." PSICOTERAPIA PSICOANALITICA, no. 1 (June 2021): 13–30. http://dx.doi.org/10.3280/psp2021-001002.

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Abstract:
Cosa succede se, in un Workshop esperienziale dentro un Seminario teorico, osiamo far convivere l'aspetto Simmetrico (Matte-Blanco, 1975) fusivo dell'essere insieme in quanto gruppo umano con l'aspetto Asimmetrico discernente del lavoro scientifico professionale? Se, attraverso un Setting basato sull'agito del gioco (Klein, 1932) e abbracciato in rêverie Bioniana, accettiamo di osservarci oscillare tra Unico e Molteplice, tra Intuizione e Interpretazione, tra il caos confusionale del protomentale continuo e lo strutturarsi di mito, identità, pensiero e senso discreti? Il risultato potrebbe essere un Workshop che scioglie le regole e logiche usuali in un gioco analitico creativo, capace di accettare il caos proprio in quanto materia ludica per eccellenza, un Workshop che non c'è dove poter oscillare tra Peter Pan e Capitan Uncino, sognatori e pensatori, gruppo e individui. L'articolo si propone di condividere l'esperienza di un Workshop così strutturato, realizzato ed esperito, anche con l'ausilio di materiale clinico, all'interno del Seminario Internazionale sul pensiero di Bion tenuto a Barcellona (2020). Gli autori intendono trasportare i lettori, con uno stile che mescola analogicamente diversi linguaggi, Campi e ambiti disciplinari, nel "manicomio" del gruppo Workshop colto nel suo tentativo di farsi gruppo capace di accettare, gestire e comprendere la sua confusione multilivello ("Io" nel "Noi", "Workshop" dentro "Seminario", Gruppo in oscillazione tra Adb e gruppo di lavoro) e sviluppare un'identità e ruolo propri all'interno del Seminario, dialogando magari con esso nell'apprendere a distinguerne la voce emergente dagli accadimenti e associazioni che attraversano sincronicamente tanto il gruppo Workshop che il Seminario stesso nel suo complesso. Con questo articolo gli autori si augurano di mostrare l'importanza fondamentale del riflettere sulla natura stessa di Workshop e Seminari in quanto Setting e sul come strutturarli per farne una parte coerente e propositiva tanto del lavoro di ricerca che dell'esperienza analitica in generale.
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Fantuzzi, Gianni. "L'uso della violenza come ricerca dell'impossibile. Ipotesi interpretative per un intervento psicoanalitico." GRUPPI, no. 2 (October 2010): 119–26. http://dx.doi.org/10.3280/gru2009-002013.

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Abstract:
Come ha sottolineato Renato de Polo: "Con la violenza ci si prefigge di conseguire degli obiettivi impossibili: ogni gruppo esige di affermare la propria purificazione assoluta attribuendo la colpa all'altro per mezzo della proiezione di tutto il male su di esso". Partendo da questo spunto, si sostiene l'ipotesi che il perpetuarsi del conflitto tra israeliani e palestinesi derivi, oltre che da motivazioni geo-politiche ed economiche, anche da cause psicologiche. L'attribuzione del male e della distruttivitŕ all'altra parte ha lo scopo di purificarsi e di liberarsi dal pericolo che il proprio potenziale maligno potrebbe danneggiare anche le persone amate. L'ulteriore riflessione che viene proposta in questo lavoro riguarda il fanatismo religioso: esso permette di affermare la prospettiva di pensiero secondo la quale se il colpevole č l'altro, viene in tal modo accordata la propria purificazione e assecondato il proprio ruolo di vittima, acquisendo il diritto di uccidere l'avversario in nome del Dio. Nella lotta contro i nemici, il gruppo esporta all'esterno la minaccia di morte e assume su di sé il potere di uccidere in nome della giustizia, diventando cosě una sorta di divinitŕ. Il gruppo costituisce infatti la fonte di un sogno fondamentale che dispensa l'illusione di trascendere il limite della morte individuale. In questo contesto, la psicoanalisi con il proprio setting, oltre alle concettualizzazioni relative all'inconscio, ai processi proiettivi e al transfert, puň offrire un contributo specifico alla comprensione di questo argomento, fornendo strumenti di modulazione e di regolazione nei conflitti tra i gruppi. Il presupposto per fruire di questo contributo č innanzitutto la destituzione dell'odio e del diritto di uccidere come giustificazione alle proprie rivendicazioni.
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Canevaro, Alfredo. "Lutto e sistema familiare. Un approccio trigenerazionale." PSICOBIETTIVO, no. 3 (May 2010): 38–67. http://dx.doi.org/10.3280/psob2009-003003.

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Abstract:
Questo articolo intende mette in evidenza come l'utilizzazione delle risorse delle famiglie di origine (FO) puň essere fondamentale per sbloccare processi terapeutici fallimentari o in impasse terapeutica, anche durante una psicoterapia familiare svolta solo col gruppo familiare nucleare. Malgrado la famiglia sia il luogo naturale dove si elabora una perdita, sono stati piů gli autori psicodinamici che quelli sistemico-relazionali ad affrontare questo argomento. Si descrivono alcuni contributi teorici sia di psicoanalisti che di terapeuti familiari sistemici. Durante una consulenza per un caso molto grave di lutto patologico presentato da un genitore di un figlio unico morto in circostanze drammatiche,l'autore convoca le FO e con un modello giŕ collaudato di approccio trigenerazionale riesce a stimolare le risorse familiari che favoriscono una buona evoluzione della terapia. Da un follow-up immediato a 3 mesi e a distanza di 7 anni si riesce a vedere il rientro di una grave patologia e la nascita di una elaborazione quasi normale del lutto nella coppia genitoriale.
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Trevisi, P., A. Ciorba, C. Aimoni, R. Bovo, and A. Martini. "Sindrome di charge: risultati a lungo termine della riabilitazione audiologica." Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, no. 3 (May 2016): 206–14. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-837.

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Abstract:
Obiettivo del presente lavoro è valutare i risultati della riabilitazione audiologica su un gruppo, numericamente consistente, di bambini affetti da sindrome di CHARGE. Lo studio è stato eseguito retrospettivamente, utilizzando il database dei pazienti pediatrici, presso l’Audiologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Padova e di Ferrara. Sono stati individuati 31 bambini in totale, che hanno presentato diversi gradi di disabilità uditiva associata alla sindrome di CHARGE. La valutazione audiologica è stata eseguita utilizzando i potenziali evocati uditivi (ABR) e/o l’elettrococleografia, oppure le tecniche di audiometria infantile (VRA o play audiometry). Sono stati valutati anche i risultati percettivi, in termini di capacità di comunicazione e linguaggio espressivo. Sono quindi stati studiati gli effetti della riabilitazione uditiva (con apparecchio acustico o impianto cocleare) e in particolare lo sviluppo del linguaggio nel corso di un lungo follow-up. Gli esiti degli interventi riabilitativi sono risultati diversi in relazione alle eterogenee e spesso gravi disabilità associate alla sindrome di CHARGE (ad esempio, ritardo di sviluppo psico-fisico, gravi disturbi visivi concomitanti, disfunzioni uditive retrococleari per neuropatia uditiva/dissincronia associata). Anche dopo lungo follow-up, lo sviluppo del linguaggio è risultato gravemente compromesso nella maggior parte dei casi, suggerendo quindi la necessità di sviluppare modalità di comunicazione alternative in questo gruppo di piccoli Pazienti. L’identificazione precoce della sordità neurosensoriale e l’accurata pianificazione di trattamenti riabilitativi mirati, è in ogni caso fondamentale nei bambini con sindrome di CHARGE.
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Parrini, S., A. Acciaioli, F. Sirtori, V. Becciolini, and O. Franci. "Comportamento alimentare di maiale Cinta Senese e Large White x Cinta Senese al pascolo." Archivos de Zootecnia 67, Supplement (January 15, 2018): 53–55. http://dx.doi.org/10.21071/az.v67isupplement.3572.

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Abstract:
La valorizzazione dei pascoli naturali attraverso il pascolamento può rappresentare un valore aggiunto negli allevamenti zootecnici sia in termini economici sia relativamente alla qualità dei prodotti che ne derivano. Tuttavia, la conoscenza e la comprensione delle strategie di pascolamento è fondamentale per un uso efficiente delle risorse naturali. Questo studio ha lo scopo di confrontare il comportamento alimentare di suini di due tipi genetici: la razza autoctona Cinta Senese e il suo incrocio con la Large White. I suini avevano a disposizione pascoli erbacei, tuttavia veniva distribuita un’integrazione di mangime. Osservazioni dirette sono state condotte sul comportamento di due gruppi di suini al pascolo durante il periodo compreso tra maggio e settembre, quando le risorse pascolive naturali sono maggiormente disponibili. Gli animali sono stati osservati attraverso la metodologia “scan sampling” ogni 15 minuti durante le ore diurne. I risultati dell’elaborazione statistica (ANOVA) hanno rivelato che durante le ore centrali della giornata entrambi i tipi genetici erano meno coinvolti in comportamenti attivi (alimentazione e movimento), mostrando maggiore propensione alle attività di riposo (posizione sdraiato e stazione). In particolare, il movimento ricorreva più frequentemente durante le ore del mattino in entrambi i tipi genetici. Il gruppo Cinta Senese trascorreva più tempo in attività di pascolamento, soprattutto nel grufolamento, durante la mattina rispetto alle ore centrali del giorno, rispetto ai suini Large White x Cinta Senese. Questi risultati confermano la spiccata attitudine della razza locale per la ricerca di alimenti naturali.
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MARCOLUNGO, Ferdinando Luigi. "GIUSEPPE ZAMBONI INTERPRETE DI KANT." Estudos Kantianos [EK] 4, no. 1 (September 1, 2016): 193–220. http://dx.doi.org/10.36311/2318-0501.2016.v4n1.12.p193.

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Abstract:
All’interno della Neoscolastica italiana nella prima metà del Novecento, Giuseppe Zamboni (1875-1950) occupa un posto particolare per la sua gnoseologia pura, non molto lontana per alcuni aspetti dall’impianto della fenomenologia husserliana, soprattutto per la sua critica al positivismo e l’attenzione allo sviluppo delle nostre conoscenze a partire dai dati immediati offerti alla coscienza. Zamboni fu tra il gruppo dei primi docenti che diedero vita all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano: nel decennio del suo insegnamento (1921-1932) si occupò a più riprese della Critica della ragion pura di Kant, sia con diversi saggi sulla Rivista di filosofia neoscolastica, sia con un volume di Studi esegetici, critici, comparativi apparso l’anno stesso del suo allontanamento definitivo dalla Cattolica. Dall’esame di tale testo si possono comprendere non solo le ragioni del dissenso, ma anche l’interesse che la sua interpretazione può rivestire oggi. Zamboni rivendica la capacità dell’elaborazione intellettiva dei dati della sensibilità ad opera dell’astrazione disindividuante, il ruolo fondamentale del corpo proprio nella rappresentazione dello spazio e soprattutto la centralità dell’io dei sentimenti e degli atti di volontà, accanto all’io conoscitivo puro dell’appercezione trascendentale kantiana.
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Di Palma, Tiziana, Luigia Simona Sica, Laura Aleni Sestito, and Giancarlo Ragozini. "Le esperienze lavorative precoci nella promozione dell'identità vocazionale e del benessere nei tardo adolescenti: il caso dell'esperienza di alternanza scuola-lavoro." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 1 (January 2021): 13–31. http://dx.doi.org/10.3280/pds2021-001003.

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Abstract:
Nonostante il mondo del lavoro abbia subito sostanziali trasformazioni il dominio identita-rio legato alla definizione di sé come lavoratore resta fondamentale (Guichard et al., 2012) e, in tal senso, rimane strettamente legato al benessere personale dell'individuo. Per rispondere in maniera congruente alle nuove sfide del mondo del lavoro, anche la scuola è chiamata a svol-gere un ruolo attivo essendo uno scenario di esperienze primario per gli adolescenti. Tramite un approccio centrato sui soggetti, il presente studio, utilizzando una cluster analysis di tipo non gerarchico (k medie), si propone di individuare gli stati dell'identità vocazionale prevalenti in un gruppo di studenti italiani di scuola superiore, inseriti nei percorsi di alternanza scuola/lavoro e di valutarne la relazione con il benessere eudaimonico. Un booklet di questionari self report volti ad indagare l'identità vocazione ed il benessere eudaimonico è stato sommini-strato a 412 studenti campani di scuola superiore (Età media=18.79 anni, SD=1.19). L'analisi dei cluster ha individuato sei stati dell'identità vocazionale, sovrapponibili a quelli individuati in precedenza in contesto italiano. Gli stati dell'identità vocazionale sono risultati significati-vamente differenziati tra loro in riferimento al livello di benessere eudaimonico percepito.
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Monaco, Lorena. "Il gruppo del Ruolo: spazi e confini di un'appartenenza." RUOLO TERAPEUTICO (IL), no. 122 (February 2013): 13–46. http://dx.doi.org/10.3280/rt2013-122003.

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Abstract:
All'interno del Seminario greco del 2009 organizzato da Il Ruolo Terapeutico, Sergio Erba presenta un suo scritto "La struttura della relazione terapeutica". Alcuni dei responsabili dei gruppi locali del Ruolo partecipano con il proprio contributo riferito a tale scritto. Ne nasce un importante momento di confronto e scambio all'interno del gruppo su tematiche fondamentali e ancora aperte all'interno del gruppo del Ruolo e un'occasione per cercare proposte innovative all'organizzazione interna del Ruolo Terapeutico.
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Baiardo, Giacomo, Gaia Savioli, Massimo Conti, Luca Corsiglia, and Massimo Miglioretti. "Gruppo chiuso strutturato o gruppo aperto semistrutturato? Confronto tra due modalitŕ di gestione del gruppo educativo in cardiologia riabilitativa." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 2 (July 2011): 9–27. http://dx.doi.org/10.3280/pds2011-002002.

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Abstract:
Obiettivi di questa ricerca sono presentare due diverse modalitŕ di intervento educativo in cardiologia riabilitativa (CR) e valutarne l'efficacia in termini di miglioramento dello stato psicologico dei pazienti. Presso l'Istituto Cardiovascolare di Camogli sono stati reclutati 153 pazienti: 113 hanno partecipato ad un intervento di gruppo chiuso strutturato (gruppo di controllo) costituito da tre incontri con numero fisso di pazienti in cui si trattavano tematiche fondamentali in CR; gli altri 40 pazienti hanno partecipato al gruppo aperto semistrutturato (gruppo sperimentale) nato per meglio venire incontro alle esigenze dei pazienti ricoverati, che ha previsto almeno tre incontri per ciascun paziente. Tutti i pazienti sono stati valutati, all'ingresso e alle dimissioni, con una batteria di questionari indaganti diverse caratteristiche psicologiche. I risultati mostrano come le due modalitŕ portino a esiti positivi sostanzialmente sovrapponibili nel breve termine. Se tali riscontri fossero confermati su gruppi piů ampi, si potrebbero configurare per l'operatore importanti alternative organizzative, senza che l'intervento ne risenta in efficacia.
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Fusco, Virginia. "Comizi d’amore. L’amore e il femminismo materialista = Love rallies: Love and materialist feminism." REVISTA DE HISTORIOGRAFÍA (RevHisto) 31 (September 23, 2019): 145. http://dx.doi.org/10.20318/revhisto.2019.4877.

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Resumen: Durante il ventesimo secolo, un gruppo di autrici legate alla tradizione marxista e materialista promosse la creazione di un nuovo campo concettuale per interpretare l’amore come sentimento con una dimensione politica e così porre in discussione l’abituale tendenza a relegarlo alla sfera privata e all’intimità. Nell’articolo mi propongo di illuminare un momento fondamentale di questo processo di definizione del sistema interpretativo; nella prima parte esporrò le riflessioni di Aleksandra Kollontaj e, successivamente, presenterò alcune riflessioni sull’amore della radicale Shulamith Firestone come espressione di un’iniziale torsione concettuale che ha avuto ampie ripercussioni sui modi in cui le femministe materialiste di epoche successive teorizzarono una possibile ‘economia amorosa’ nel processo storico in cui le donne si definiscono come soggetti politici che lottano per la loro emancipazione.Attraverso l’analisi di Largo al Eros alato! di Kollontaj e di La Dialettica dei sessi di Firestone, opere legate alla tradizione materialista, voglio mostrare il ruolo che l’amore gioca, come sentimento vertebrato politicamente, nel processo di emancipazione delle donne. Queste prime intuizioni si rivelano particularmente fruttifere per comprendere alcuni degli sviluppi successivi della critica femminista all’’amore romantico’ (Illouz, Esteban, Herrera). Nei testi in questione l’amore è rappresentato come il fulcro emozionale sul quale si fonda e consolida il dominio patriarcale delle donne nell’economia capitalista e nella società di classe. Ciononostante Kollontaj riconosce l’amore come energia psico-sociale con un gran potenziale creativo. Queste due prospettive contribuiscono a far luce sul complesso ruolo che l’amore occupa nella riflessione femminista contemporánea e rivela una profonda trasformazione che si registra tra gli anni venti e gli anni sessanta nella forma in cui si concettualizzano le donne come gruppo specifico dentro la società divisa in classi (Kollontaj) e le donne come classe di per sé nel contesto della società patriarcale (Firestone).Parola chiave: Amore, Femminismo materialista, Kollontaj, Firestone, Classi.Abstract: In the 20th century, a number of authors engaged with the creation of a new conceptual framework to interpret love from a political perspective. They interpreted it as a political feeling and questioned the practice of relegating it to the private and intimate dimensions. In this article, light is shed on a foundational moment in the definition of this conceptual framework, looking first at Alexandra Kollontai’s reflections and then introducing Shulamith Firestone’s take on love, as the expression of a first theoretical turn. This initial subversión had a great impact on the forms in which the subsequent feminist generations theorised a political economy of love in the context of women’s struggles to become political subjects themselves and fight for their own emancipation.Through an analysis of Kollontai’s Largo all’Eros alato! and Shulamith Firestone’s The Dialectic of Sex, both linked to materialist traditions, we identify the role that, according to the authors, love – as a political feeling – plays in women’s struggle for freedom. These first intuitions have been particularly fruitful in framing feminist contemporary approaches to “romantic love” (Illouz, Esteban, Herrera). In Kollontai’s and Firestone’s texts, love is presented as an emotional and psychic pivot upon which patriarchal domination is founded and consolidated in bourgeois-capitalist societies. Nevertheless, Kollontai argues that love also has to be understood as a psycho-social feeling with a great potential to promote emancipatory relationships for women. These two perspectives also reveal the complex role that love plays in contemporary feminist reflection and the profound transformation that emerged, between the 1920s and the 1960s, in the forms in which women were represented as a specific group in a class society (Kollontai) or as a class per se under patriarchy (Firestone).Key words: Love, Materialist Feminism, Kollontai, Firestone, Class.
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Pancerz, Roland Marcin. "Hermeneutyka antropomorfizmów biblijnych u Dydyma Ślepego." Vox Patrum 55 (July 15, 2010): 521–34. http://dx.doi.org/10.31743/vp.4354.

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Uno dei scrittori del IV secolo, che si è inserito nella controversia antropomorfita sorta in quel secolo tra i monaci del deserto egiziano, è Didimo il Cieco d’Alessandria. Nel suo Commento ai Salmi troviamo due immediate menzioni del gruppo degli antropomorfiti e la confutazione del loro errore. L’Alessandrino rimprovera loro di riferire l’essere ad immagine di Dio (Gen 1, 26) al corpo umano, di capire gli antropomorfismi biblici su Dio letteralmente, e in conseguenza di credere che Dio veramente abbia membra umane e una forma esteriore. Commentando molti frammenti biblici che parlano di Dio in questo modo, Didimo spesso mette in rilievo la necessità di un’adeguata interpretazione di tali espressioni. Il fondamentale principio interpretativo – desunto peraltro dalla tradizione anteriore – è quello di intendere queste parole qeoprepîj, cioè in modo degno di Dio, adeguato alla natura di Dio. Il significato degli antropomorfismi non può essere quello suggerito immediatamente dalla lettera della Scrittura, ma deve essere strettamente sottoposto al concetto della realtà a cui essi si riferiscono. Si deve quindi tener conto che Dio è un essere immateriale, spirituale, invisibile, privo di forma e grandezza, incomposto, immutabile, non legato ad alcun posto e libero dalle passioni umane. Nella sua teoria ermeneutica Didimo sembra pure richiamare l’attenzione sulla regola dell’analogia della fede. Nell’interpretazione degli antropomorfismi trova un ampio uso il metodo allegorico, ciò che del resto è tipico per la scuola alessandrina. Così lo scrittore ricava dalle espressioni antropomorfiche della Scrittura diversi significati, non di rado molto profondi: „il volto” di Dio è per esempio il Figlio di Dio oppure la stessa esistenza di Dio, le sue idee o la sua salvezza; lo scrutare gli uomini attraverso „le palpebre” (Sal 10, 4) esprime la divina clemenza nel giudizio; „il grembo” e „il cuore” di Dio Padre, da cui è generato il Figlio, indicano la stessa sostanza del Padre; “le mani” di Dio significano le sue varie potenze (creatrice, punitiva, protettrice), poi i due Testamenti, e infine il Figlio e lo Spirito Santo – due mediatori del Padre nella creazione del mondo; “l’ira” di Dio indica un castigo o un travaglio mandati da Lui, oppure le potenze che fanno il servizio di punizione. Ovviamente in queste interpretazioni Didimo risente spesso della tradizione anteriore (Filone e Origene). Grazie alla presa di posizione contro l’antropomorfismo Didimo appare a noi come un teologo maturo che difende l’immaterialità e la trascendenza di Dio, sa interpretare saggiamente la Scrittura e riesce a ricavarne numerosi e validi contenuti teologici.
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Pasqualin, A. "Epidemiologia e storia naturale delle MAV cerebrali." Rivista di Neuroradiologia 15, no. 1 (February 2002): 29–40. http://dx.doi.org/10.1177/197140090201500104.

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Abstract:
Le malformazioni artero-venose (MAV o angiomi) cerebrali rappresentano una patologia rara: 1.5–2 casi/100.000 / anno. Non vi sono dati certi sulla ereditarietà, sono stati descritti casi di incidenza familiare. Alla diagnosi di angioma cerebrale si giunge precocemente nella vita, dato che la maggioranza dei pazienti con MAV ha età compresa tra 20 e 40 anni. La presentazione clinica più frequente è costituita dall'emorragia intracranica, più spesso intraparenchimale o intraventricolare, e raramente subaracnoidea. Sintomi meno frequenti sono costituiti dall'epilessia, dalla cefalea, da un deficit neurologico progressivo. Tra gli altri sistemi di esordio, lo scompenso cardiaco è una manifestazione comune per angiomi di grosse dimensioni in etè infantile. La presenza di uno o più aneurismi associati ad una MAV intracranica non è infrequente. È stata proposta una classificazione in 4 tipi degli aneurismi associati a MAV: 1) aneurisma displasico (in sede non dipendente dalla MAV); 2) aneurisma prossimale (sul circolo di Willis, prossimale alla MAV); 3) aneurisma peduncolare (su un peduncolo vasale afferente alla MAV); 4) aneurisma intranidale. La scomparsa completa dell'angioma è un evento raro, con un totale di 65 casi documentati nella letteratura di lingua inglese al momento attuale. La teoria meglio documentata (attraverso studi seriati con risonanza) è la progressiva trombosi dell'unico scarico venoso. Ai fini del trattamento, l'aspetto più importante da valutare in un paziente con angioma cerebrale dovrebbe essere la probabilità di sanguinamento dell'angioma stesso; in altre parole, se fosse possibile stabilire un basso rischio di emorragia per un dato angioma, non sarebbe giustificato sottoporre il paziente ad un trattamento che comporti rischi più elevati. I due fattori anatomici più significativi per presentazione emorragica sono lo scarico venoso profondo e la stenosi venosa. Il rischio annuo di emorragia rimane un dato fondamentale per una decisione terapeutica. I dati più attendibili derivano da studi - prospettici o retrospettivi - condotti su larghe serie cliniche e con follow-up prolungato nel tempo. Da questi studi si ricava un rischio annuo di emorragia variabile: a) dal 1.7 al 4% per angiomi intatti al momento della diagnosi, e b) dal 2 al 3.9% per angiomi con pregressa emorragia. In un recente lavoro presentato dal nostro gruppo nel 1995 il rischio annuo di prima emorragia si attesta intorno al 2.8%, il rischio di seconda emorragia intorno al 3.5%, il rischio di terza emorragia intorno al 7.7%, ed il rischio annuo di morte rispettivamente intorno all '1.2%, 1.6% e 3%; si è notata una tendenza ad un maggior rischio di emorragia nelle MAV di volume superiore ai 20 cm3 e nelle MAV con drenaggio venoso estensivo. L'istituzione di uno studio cooperativo internazionale - con una componente retrospettiva e prospettica valutata con criteri omogenei nei differenti centri - porterebbe sicuramente ad una migliore definizione del rischio di emorragia e ad una più adeguata scelta terapeutica nei pazienti con angiomi cerebrali.
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Pelliccioli, G. P., L. Parnetti, P. Chiarini, P. Floridi, S. Campanella, G. Guercini, and F. Leone. "Riferimenti neuroradiologici nella diagnostica differenziale delle demenze dell'età avanzata." Rivista di Neuroradiologia 9, no. 4 (August 1996): 439–46. http://dx.doi.org/10.1177/197140099600900415.

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Abstract:
Allo scopo di fornire un contributo nella diagnostica delle demenze dell'età avanzata abbiamo valutato con risonanza magnetica i due reperti di maggiore interesse nell'invecchiamento cerebrale, volumetria ippocampale e lesioni iperintense della sostanza bianca e dei nuclei della base, in 12 pazienti affetti da malattia di Alzheimer (AD), in 9 da demenza vascolare (VD), in 12 con Age Associated Memory Impairment (AAMI), entità clinica di riscontro relativamente frequente nell'anziano su cui non esistono ancora pareri univoci, e in 9 soggetti di controllo di analoga fascia di età. I gruppi AD e AAMI sono risultati indistinguibili, in quanto entrambi hanno presentato una significativa riduzione del volume ippocampale rispetto agli altri gruppi ed una presenza di iperintensità della sostanza bianca analoga ai controlli. Nel gruppo VD al contrario la presenza di iperintensità della sostanza bianca, distinte dalla parete ventricolare, è risultata significativamente superiore rispetto a tutti gli altri gruppi; analogo andamento è stato osservato anche per le iperintensità dei nuclei della base ed infratentoriali. Le iperintensità periventricolari si sono invece dimostrate reperto meramente associato all'età. Questi risultati sembrano indicare che un esame RM, basato sulla combinazione di uno studio volumetrico ippocampale e di una valutazione semiquantitativa delle lesioni iperintense, offre fondamentali elementi «in positivo» nella diagnostica differenziale delle demenze. In particolare la AD e la VD sono ben caratterizzate e l'AAMI sembra essere una fase precoce di AD piuttosto che un'entità a se stante.
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Santirocco, Emanuele. "Io e il gruppo nel mestiere di terapeuta e formatore." RUOLO TERAPEUTICO (IL), no. 114 (May 2010): 41–48. http://dx.doi.org/10.3280/rt2010-114004.

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Abstract:
La persona si struttura attraverso le relazioni che stabilisce dal primo mi- nuto di vita in avanti. Si tratta di transazioni di una certa qualitŕ emotiva, che includono odori, colori, suoni e che vengono interiorizzate dal bambino. Sono "innesti" psichici fondamentali per la crescita. Che, curiosamente, non mobilitano difese immunitarie. Tutto questo per segnalare il tema sconfinato e anche un po' misterioso delle comunicazioni da inconscio a inconscio. Ovvero il passaggio di vissuti e contenuti emotivi da una persona all'altra, che si manifestano anche nell'esperienza clinica. Nel lavoro di terapeuta e formatore, l'autore dichiara di trovarsi spesso alle prese con i suoi tormenti emotivi, nati dall'incontro con l'altro. Che, se adeguatamente trattati, costituiscono degli strumenti potenti per capire qualcosa in piů dell'interlocutore e di sé. Inoltre aggiunge di non essere affetto da pretese definitorie tese a catalogare cosa sia terapeutico e cosa invece formativo. Le domande che si pone quando incontra l'altro, paziente o collega che sia, sono: capisco la realtŕ umana che ho davanti? Sono in grado di fornire il mio aiuto, cioč di testimoniare una presenza? I ruoli di terapeuta e formatore condividono l'intento di governare la complessitŕ alla luce di determinati principi etici. Secondo l'autore, l'individuo e la tecnica coincidono, perché ritiene che in questo tipo di mestiere la soggettivitŕ critica sia un bene di prima necessitŕ. Inoltre aggiunge che chi porta un caso clinico, indipendentemente dal fatto che sia in formazione o in supervisione, ha un nervo scoperto. Il modello formativo cui fa riferimento l'autore č quello della supervisione di gruppo. Seguono alcuni casi clinici.
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Nicotera, Piergiorgio. "Pensare con il cuore." RUOLO TERAPEUTICO (IL), no. 117 (June 2011): 15–29. http://dx.doi.org/10.3280/rt2011-117003.

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Abstract:
Lo scritto sviluppa una riflessione sulla clinica e sulla teoria del gruppo denominato Il Ruolo Terapeutico. Prende l'avvio dalla presenza di due sensibilitŕ compresenti nella cultura formativa de Il Ruolo terapeutico. L'una richiama i temi di stretta pertinenza psicoanalitica e l'altra auspica l'integrazione con le grandi tematiche filosofiche ed esistenziali. L'attento esame dei riferimenti epistemologici ed etici della formulazione di questo gruppo sembrano indicare una concezione esistenziale della formazione per molti aspetti diversa da quella strettamente psicoanalitica. Ciň puň derivare dalla centralitŕ della libertŕ, della responsabilitŕ e delle altre questioni fondamentali dell'uomo. Nell'articolo viene valorizzata non solo la soggettivitŕ, ma anche la globalitŕ della persona nella perenne ricerca di senso dell'esistenza.
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Bompiani, Adriano. "La Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea: aspetti etici." Medicina e Morale 51, no. 1 (February 28, 2002): 13–27. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2002.710.

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Abstract:
Al margine del “vertice” di Nizza, il 27 dicembre 2000 il Consiglio Europeo ha proposto al Parlamento Europeo ed alla Commissione di proclamare solennemente, insieme al Consiglio, la “Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea” (UE), elaborata da un Gruppo di lavoro in base al mandato ricevuto nel 1999 dal medesimo Consiglio. Il documento ha indubbia valenza “politica” per dotare l’UE di una più definita base giuridica e sotto alcuni aspetti “costituzionale”, proposta per rafforzare il consenso dei cittadini dei vari Stati europei che già fanno parte dell’UE ed orientare il sentire di quelli che – già - rappresentati in Consiglio d’Europa - saranno ammessi a farvi parte. La base dei fattori unificanti viene sostanzialmente individuata nei “diritti dell’uomo”, storicamente sviluppatisi sia nei riguardi della promozione della individualità che della socialità dell’uomo nel corso del XX secolo. L’articolo riprende attraverso l’esame della recente letteratura nazionale le opinioni espresse sulla “Carta”, ma si sofferma in particolare sugli aspetti bioetici emergenti dall’art. 1 (Dignità umana); art. 2 (Diritto alla vita); art. 3 (Diritto all’integrità della persona). Ciascuno di questi articoli, nell’annunciare i “valori” e corrispondenti “diritti”, si rifà alla concezione giuridica tradizionale della “persona”, dalla quale può derivare l’insufficiente tutela della fase prenatale della vita umana. Questo non può non suscitare preoccupazioni e riserve di fronte ad un documento che, per altri aspetti, sembra utile per consentire uno sviluppo europeo non limitato agli aspetti mercantili.
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Brady, Gordon L. "Global Warming: Cognitive Dissonance, Incipient Regimes, and Rent-Seeking *." Journal of Public Finance and Public Choice 11, no. 1 (April 1, 1993): 41–52. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907539608.

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Abstract:
Abstract Questo scritto applica il concetto psicologico di dissonanza cognitiva per esaminare il fondamentale problema ambientale del cambiamento climatico globale. Gli studi di psicologia definiscono la dissonanza cognitiva come la frustrazione che fa seguito ad una decisione presa in assenza di informazioni rilevanti, ma che vengono acquisite successivamente.Un «regime incipiente» nasce come frutto di particolari gruppi d’interesse che comprendono la burocrazia pubblica e gruppi d’interesse pubblici e privati, i quali approfittano della dissonanza cognitiva per far rendere accettabile la creazione di strutture la cui utilità per la collettività non è dimostrata.Questa tesi è sostenuta attraverso un’analisi di asserzioni molto diffuse circa gli effetti dei cambiamenti climatici, il cui fondamento appare più emotivo che scientifico.
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Hirschman, Albert O. "IL CONCETTO DI INTERESSE: DALL'EUFEMISMO ALLA TAUTOLOGIA." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 17, no. 1 (April 1987): 3–22. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200016415.

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Abstract:
IntroduzioneIl concetto di «interesse» o «interessi» è uno dei piò centrali e controversi in economia e, piò in generale, nelle scienze sociali e nella storia. è anche un concetto con molti sensi, per non dire ambiguo, e il suo significato ha subito via via grossi spostamenti. Da quando è entrato nel linguaggio comune di diversi paesi europei, attorno alla metà del XVI secolo, come termine di derivazione latina (intérêt, interest, ecc.), il concetto ha indicato le forze fondamentali, basate sulla spinta dell'autoconservazione e all'auto-accrescimento, che motivano o dovrebbero motivare le azioni del principe o dello Stato, dell'individuo, e poi di gruppi di persone che occupano una posizione sociale o economica omogenea (classi, gruppi d'interesse). Quando è riferito all'individuo, il concetto ha assunto talvolta un significato assai ampio, inglobando per esempio l'interesse per l'onore, la gloria, l'amor proprio, e persino per l'aldilà. In altre epoche, al contrario, si è limitato ad indicare esclusivamente la ricerca di un vantaggio economico. In maniera analoga, l'espressione « perseguire i propri interessi» può ricoprire — fino ad essere una tautologia — tutto l'insieme delle azioni umane, ma spesso servirà, piò utilmente, ad indicare un modo specifico o stile di condotta, variamente concepito come azione « razionale » o « strumentale». Anche la stima in cui è tenuto il comportamento motivato dall'interesse ha subito considerevoli variazioni. Il termine entrò originariamente in uso, già alla fine del Medioevo, come eufemismo inteso a rendere rispettabile una data attività, quella di percepire un interesse sui prestiti, da tempo considerata contraria alla legge divina e conosciuta come il peccato dell'usura. Nella sua accezione piò ampia, ha acquistato talvolta un grande prestigio come chiave di un ordine sociale realizzabile, pacifico e progressista. E tuttavia è stato anche attaccato come concetto che degrada lo spirito umano ed è suscettibile di distruggere e di corrodere pericolosamente le fondamenta della società. Indagare su questi molteplici significati e su queste molteplici valutazioni significa di fatto esplorare buona parte della storia economica e in particolare della storia delle dottrine economiche e politiche occidentali nell'arco degli ultimi quattro secoli.
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Miegge, Mario. "Responsabilitŕ e vocazione." PARADIGMI, no. 1 (April 2010): 59–74. http://dx.doi.org/10.3280/para2010-001005.

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Abstract:
Nella nota conferenza Politik als Beruf (1919) Weber definiva l'"etica della responsabilitŕ" come condizione essenziale dell'azione politica. Ma descrivendo la politica in termini di potere (Macht) e dominio (Herrschaft), vedeva il principale soggetto della vocazione e responsabilitŕ politica nel moderno leader di masse, depositario di doti carismatiche e potere decisionale. Pertanto trascurava l'altro elemento fondamentale della politica moderna, la dinamica dei gruppi generata dall'interazione delle volontŕ e dall'accordo. Due sono dunque i modi di intendere la responsabilitŕ: quello di Weber, legato alla nozione di leadership, e quello connesso invece al concetto di reciprocitŕ e consociatio, parola chiave della tradizione federativa inaugurata nel XVII secolo dal calvinista tedesco Johannes Althusius.
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Moscati, Giorgio. "LE ELEZIONI SOVIETICHE DELLA PRIMAVERA 1989." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 20, no. 2 (August 1990): 325–42. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200009242.

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Abstract:
IntroduzioneAssente per decenni dai dibattiti sul sistema politico sovietico, trascurato dai sovietologi e dalla maggior parte degli stessi politologi e giuristi sovietici, il sistema elettorale dell'URSS ha goduto, negli ultimi tre anni, di una crescente attenzione, sia in patria che all'estero. La stessa leadership sovietica, Gorbačëv in testa, ha mostrato di considerare, in piò di un'occasione, un sostanziale rinnovamento delle procedure elettorali come parte integrante e condizione fondamentale per il successo della perestrojka. Inoltre, non solo tematiche fino a pochi anni fa del tutto improponibili, quali la pluralità di candidature al ruolo di deputato, sono diventate norma di legge, ma anche argomenti un tempo considerati tabu, come l'opportunità, per gruppi estranei al partito, di avanzare candidature alle supreme istanze del potere sovietico, si presentano oggi prepotentemente alla ribalta del dibattito politico.
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Sklar, Jonathan. "L'Europa in tempi oscuri. Alcune dinamiche dell'alterità e del pregiudizio." PSICOANALISI, no. 2 (January 2021): 25–40. http://dx.doi.org/10.3280/psi2020-002002.

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Abstract:
I ricordi della storia recente degli anni '30 e il legame tra austerità e colpa riducono ancora una volta il nostro senso di umanità, ora aggravato dalla pandemia mondiale. La rimozione delle storie traumatiche nell'individuo e nella società deve essere analizzata al fine di evidenziare gli attuali attacchi dell'alterità sui cittadini, laddove i regimi totalitari diventano sempre più la norma e la gentilezza e l'amore vengono trattati con disprezzo mentre prevale l'egoismo. La teoria di Ferenczi nel saggio La confusione delle lingue è fondamentale per capire la dinamica del pregiudizio nel razzismo, nella misoginia e, ovviamente, rispetto agli ebrei. La conoscenza analitica è uno strumento essenziale per consentire ai popoli di comprendere i traumi transgenerazionali, la paranoia dei grandi gruppi e i pregiudizi attuali della politica e della cultura.
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Di Majo, Antonio. "L'indirizzo sociologico della Scienza delle finanze italiana: riflessioni dei posteri." QA Rivista dell'Associazione Rossi-Doria, no. 1 (March 2010): 95–108. http://dx.doi.org/10.3280/qu2010-001005.

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Abstract:
Un recente volume di McLure ha rivisitato il pensiero degli economisti italiani dei primi decenni del Novecento che costituirono quello che in Italia č definito l'indirizzo sociologico della Scienza delle finanze e che facevano riferimento alla metodologia sviluppata da Pareto. Tale indirizzo criticava l'approccio basato sull'individualismo metodologico e tentava di trovare spiegazioni delle scelte di finanza pubblica che tenessero conto della peculiaritŕ delle decisioni prese da gruppi. Il tentativo dell'indirizzo sociologico purtroppo si esaurě negli anni Trenta, ma si puň sostenere che contribuě a porre le fondamenta delle ulteriori ricerche economiche sulla finanza pubblica, avviate nei decenni piů recenti.
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Cavanagh, W. G., and R. R. Laxton. "An Investigation into the Construction of Sardinian Nuraghi." Papers of the British School at Rome 55 (November 1987): 1–74. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200008941.

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Abstract:
UNO STUDIO SULLA COSTRUZIONE DEI NURAGHI DELLA SARDEGNALo studio della struttura dei nuraghi è basato su accurate misurazioni di 24 volte in 15 monumenti. La parte principale analizza attraverso lo studio della loro forma la stabilità strutturale delle volte a modiglioni. La teoria, basata sulle condizioni necessarie alla stabilità, prevede che le volte debbano avere la forma:y = cxdI dati ricavati dalle volte concordano strettamente con questa previsione. Quindi le volte sono raggruppate secondo il valore dell'esponente d e la presenza o l'assenza di un ‘punto di variazione’ nella volta. Gruppi geografici sono riconosciuti. L'articolo discute anche dettagli generici della struttura e della forma dei nuraghi. L'appendice presenta reperti da un saggio di scavo al Nuraghe Sant'Antine, con importanti risultati riguardanti la data del monumento e la costruzione delle sue fondamenta.
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Subrizi, Carla. "Scrivere la storia dell’arte: metodologia e ricerca negli ultimi decenni." Boletín de Arte, no. 38 (October 31, 2017): 171–78. http://dx.doi.org/10.24310/bolarte.2017.v0i38.3362.

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Abstract:
All’inizio del nuovo secolo la questione della storia del’arte e dei metodi da utilizzare per la ricerca riapre molti interrogativi e determina la necessità di una revisione critica della storiografia del passato XX secolo. Molte iniziative dimostrano la necessità che molti storici dell’arte, nelle Università italiane ma anche internazionali avvertono in questi anni: i dipartimenti di storia dell’arte, nelle differenti denominazioni che hanno in Europa e in altri paesi del mondo, concentrano ricerche e iniziative sullo stato della storia dell’arte, su quanto sia necessario rivedere e interrogare le strategie della sua costruzione, nonché l’identificazione dei documenti e materiali d’archivio considerati le sue «fonti». Tali problemi coinvolgono gruppi di lavoro e ricerche differentemente orientati, all’interno dei quali è tuttavia possibile individuare premesse simili che da una parte affrontano la questione su un piano teorico e metodologico, dall’altro si concentrano su casi di studio, su particolari aspetti storici e filologici, per mettere in pratica, nuove ipotesi di studio e ricerca. Il saggio si sofferma su tali questioni e analizza alcuni passaggi fondamentali della bibliografia più recente.
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Cirrincione, R., and R. Cristofolini. "Contributi italiani alla nascita della Petrografia." Bullettin of the Gioenia Academy of Natural Sciences of Catania 50, no. 380 (May 5, 2017): FP392—FP406. http://dx.doi.org/10.35352/gioenia.v50i380.11.

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Abstract:
Verso la fine del XVIII e nei primi decenni del XIX secolo alcuni esperti italiani nella prospezione e sfruttamento minerario ed interessati nelle Scienze della Terra, G. Arduino, G. Marzari Pencati, G. Brocchi, e S. Breislak, hanno correttamente riconosciuto in base ad osservazioni sul campo la natura che oggi definiremmo magmatica di corpi sia intrusivi che vulcanici all'interno di sequenze sedimentarie, in contrasto con quanto previsto dalle teorie nettunistiche di Werner, allora dominanti. Ma anche celebrati studiosi di Storia Naturale, come L. Spallanzani e G. Gioeni hanno dato un importante contributo alle ricerche sulle rocce, ed al termine del periodo è da ricordare anche C. Gemmellaro, successore di Gioeni. La Petrografia si stava allora sviluppando, nella cornice della Storia Naturale, come disciplina autonoma dalla Mineralogia e dalla Geologia quando fu possibile classificare le rocce, già suddivise da Werner in gruppi fondati su criteri sistematici embrionalmente petrografici, sulla base dei primi fondamentali lavori di Cordier (1816), von Leonhard (1823) e Brongniart (1827), che hanno introdotto una tassonomia delle rocce, ancora affetta da inconsistenze ed ingenuità, in base alla loro composizione ed origine.
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Bernardi, B., and C. Fonda. "Cefaloceli." Rivista di Neuroradiologia 7, no. 2 (April 1994): 171–86. http://dx.doi.org/10.1177/197140099400700206.

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Abstract:
I cefaloceli sono difetti congeniti o acquisiti del cranio e della dura attraverso i quail possono erniare diverse strutture intracraniche. Un semplice difetto osseo della teca cranica in sede mediana o paramediana non attraversato da un prolasso delle strutture intracraniche prende il nome di cranio bifido occulto. I cefaloceli congeniti possono essere suddivisi in quattro gruppi a seconda del contenuto del tessuto erniato attraverso il difetto osseo: – Meningoceli, le strutture erniate consistono in meningi e liquor. – Meningoencefaloceli, oltre a meningi e liquor ernia pure parte dell'encefalo. Se l'encefalo erniato comprende anche parte del sistema ventricolare il cefalocele prende il nome di idroencefalomeningocele. – Glioceli, il tessuto erniato è formato da una raccolta di liquor delimitata da tessuto neurogliale. – Cefaloceli atresici, forme fruste di cefaloceli localizzate in sede parietale o occipitale. I disrafismi cranici congeniti sono piu rari dei disrafismi spinali: l'incidenza dei cefaloceli varia da 0.3 a 4 per 10.000 nati. La sede più frequente dei cefaloceli è la regione occipitale anche se nelle popolazioni orientali predomina le sede fronto-etmoidale. Vi è una prevalenza femminile per le localizzazioni occipitali e maschile per quelle parietali e sincipitali. A seconda della loro sede i cefaloceli sono classificati in quattro gruppi: occipitali, della volta cranica, fronto-etmoidali (sincipitali) e del basicranio. Da un punto di vista diagnostico: l'ecografia è di fondamentale importanza per la diagnosi prenatale delle anomalie più grossolane; lo studio del difetto osseo va condotto sia con i radiogrammi convenzionali che con studi di Tomografia Computerizzata (TC) con successive ricostruzioni tridimensionali; mentre la valutazione della componente erniata parenchimale e vascolare deve essere effettuata mediante la Risonanza Magnetica (RM) e la angiografia RM.
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Gasparini, Nicolň. "Le Aree tribali amministrate federalmente (Fata), i rifugiati afgani e la pace nell'Afghanistan e nel Pakistan." FUTURIBILI, no. 1 (March 2011): 36–61. http://dx.doi.org/10.3280/fu2011-001004.

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Abstract:
L'Autore tratta di un'area di confine, che č insieme divisione statale e unione etnica e culturale. L'area di confine considerata č quella delle Aree tribali amministrate federalmente ("Federally Administered Tribal Areas - Fata"), che appartengono al Pakistan e sono a ridosso del confine con l'Afghanistan. Vengono descritte le specificitŕ politico-giudiziarie, economiche e produttive e commerciali, ma soprattutto la continuitŕ etnica con la parte afgana dell'oltreconfine. Le Fata hanno giocato sempre un ruolo notevole, ma soprattutto dall'invasione sovietica, con una notevole fuga di afgani, e quindi con la costituzione di campi di profughi nella parte pakistana. Ma soprattutto questa area, con capoluogo Peshawar, č stata il punto di riferimento di nuovi gruppi religiosi/ integralisti islamici formati intorno alle, appoggiati da potenze come Stati Uniti, Arabia Saudita, Pakistan. Questi sono i talebani che poi sconfiggono i sovietici e in seguito assumono le connotazioni Al Qaediste e terroristiche. La dinamica dei relativi rapporti tra profughi e pashtun delle aree tribali viene svolta dall'Autore, mettendo in risalto i tentativi di spingere i tre milioni di profughi al rientro in Afghanistan. In questa logica ruolo fondamentale hanno gli Stati Uniti, il cambio politico del Pakistan, le Ong, l'Unhcr. Vengono altresě messi in risalto i caratteri organizzativi di queste tribů, con la sovrapposizione di tante(da quelle familiari a quella regionale), e i caratteri sociali della popolazione. Si conclude con un riferimento al futuro.
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Di Gregorio, Mario A. "Charles Darwin's unpublished material. The marginalia." PARADIGMI, no. 3 (December 2012): 71–91. http://dx.doi.org/10.3280/para2012-003006.

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Abstract:
Il mio amico Nick Gill e io abbiamo dedicato piů di vent´anni di lavoro a redigere l´edizione dei Marginalia di Darwin, cioč i commenti di CD mentre leggeva ciň che leggeva. La biblioteca di Darwin era stata divisa da lui stesso in due gruppi, i libri e i cosiddetti "pamphlets", articoli, estratti e libri brevi. Abbiamo trovato anche estratti scritti a mano di libri non posseduti da CD e le sue copie del Gardner´s Chronicle. Č come se avessimo "visitato" la mente di Darwin ripercorrendo il cammino seguito nella sua vita di studi. Abbiamo potuto perciň ricostruire: le abitudini di lettura di CD; le sue reazioni a quello che leggeva; i "temi" usati come fili conduttori, cioč complesse strutture intellettuali che costituiscono le fondamenta delle sue teorie e che diventano palesi nei suoi scritti. In questo modo il Darwin "privato" dei Marginalia dŕ un senso piů compiuto al Darwin "pubblico" della Origin of Species e delle altre sue pubblicazioni.
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Jones, Mark Wilson. "Principles of design in Roman architecture: the setting out of centralised buildings." Papers of the British School at Rome 57 (November 1989): 106–51. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200009119.

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Abstract:
CRITERI PROGETTUALI NELLA ARCHITETTURA ROMANAE'ampiamente riconosciuto come la tecnica progettuale degli edifici romani antichi prevedesse una valutazione tanto delle proporzioni che delle dimensioni. L'elemento della proporzione è stato generalmente considerato come più importante e la questione della dimensione relegata in un ruolo di supporto, ritenuto interessante solo nella misura in cui il rapporto tra le dimensioni viene a creare una relazione di proporzioni. Questo lavoro cerca di comprendere l'importanza della dimensione come criterio progettuale a se' stante, studiando lo sviluppo delle piante relative ad un gruppo di edifici confrontabili tra loro. Vengono prese in considerazione anche un certo numero di fonti scritte particolarmente significative.La discussione è divisa in tre parti. La prima parte analizza le piante di un gruppo di edifici a pianta centrale, di grandi dimensioni, isolati, semplici, ben conservati, situati a Roma o nelle vicinanze e datati tra il 100 a.C. ed il 500 d.C, molti dei quali ispezionati nuovamente allo scopo. L'importanza della dimensione è messa in evidenza dal fatto che quasi tutti gli edifici in questione sviluppano piante che si possono associare a multipli di base 10, 12, e talora 16. Gli architetti sembrano essersi preoccupati di fissare tali dimensioni in modo da stabilire un limite importante nella progettazione di un edificio.La seconda parte esamina i motivi presupposti dai criteri visti operare nella pratica. Questi sorgono sia da considerazioni di carattere concreto, quali esigenze di praticità o propositi di imitazione, sia dal principio teorico della dimensione come fondamento della progettazione, secondo il concetto greco di symmetria. La terza parte cerca di considerare i risultati esposti finora nel contesto della progettazione di un edificio come coerente insieme tridimensionale. La scelta di una dimensione complessiva appropriata sembra avere esercitato una certa influenza sul modo in cui la progettazione di un edificio era scomposta ed elaborata con l‘ausilio di aritmetica e geometria.Come conclusione risulta che la dimensione in quanto tale appare come una delle caratteristiche fondamentali di un edificio romano, piuttosto che come semplice funzione dei rapporti di proporzione.
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Bompiani, Adriano. "L’Italia e la “Dichiarazione di Amsterdam” sui diritti dei pazienti." Medicina e Morale 47, no. 1 (February 28, 1998): 47–90. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1998.843.

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Abstract:
In questo lavoro si compie un’analisi della “Dichiarazione sulla promozione dei diritti dei pazienti in Europa”, redatta da un gruppo di esperti sotto gli auspici dell’Ufficio Regionale Europeo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nella riunione tenutasi ad Amsterdam (28-30 marzo 1994). L’iniziativa dell’OMS dimostra il crescente interesse degli Stati appartenenti alla Regione Europea a rendere comparabili le norme degli ordinamenti interni concernenti l’accesso e l’utilizzazione da parte dei pazienti dei servizi sanitari, venendo incontro non solamente ad ormai codificati diritti soggettivi della persona umana, ma anche a legittime aspirazioni di miglioramento della qualità e dei rapporti umani nell’assistenza. Richiamata la lunga serie delle “Dichiarazioni sui diritti dell’uomo” proclamate in diversi documenti internazionali di alto valore morale, e le parallele dichiarazioni riguardanti i “diritti dei pazienti”, l’analisi prosegue delineando i contenuti fondamentali della Dichiarazione di Amsterdam e valutandoli sotto il profilo etico-giuridico. Si è cercato anche di verificare - brevemente - le analogie intercorrenti fra detta “Dichiarazione di Amsterdam” e la “Carta dei servizi pubblici sanitari”, strumento che intende attuare l’art. 14 del D. Leg. n. 502/1992 (e successive modificazioni ed integrazioni). “Riordino della disciplina in materia sanitaria, a norma dell’art.1 della legge 23 ottobre 1992 n. 421”. L’art. 14, come è noto, ha per oggetto i “Diritti dei cittadini”. L’applicazione dei principi solennemente dichiarati nei vari documenti esaminati richiede - ormai - una convinta adesione ai postulati dell’etica della cura, interpretati nella tradizione personalista.
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Bornatici, Sara, and Orietta Vacchelli. "CIVES - Citizens Towards Sustainability. Emblematic results of a research." Form@re - Open Journal per la formazione in rete 21, no. 2 (July 31, 2021): 141–50. http://dx.doi.org/10.36253/form-11346.

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Abstract:
L. n. 92/2019 introduced the transversal teaching of civic education in schools of all levels from the 2020-2021 school year. This contribution, without any claim to being exhaustive, proposes an interpretative reflection starting from some data that emerged in the context of the CIVES research (CIttadini VErso la Sostenibilità) which started from the training course on sustainable development aimed at the referring teachers of civic education of 51 Brescia institutes. The observations collected in the group debates highlighted fundamental contextual data for setting educational interventions, in an overall situation that appears very heterogeneous. Culture of sustainability and solidarity citizenship constitute two possible interpretations of the legislative proposal, taken for the training of teachers. CIVES - CIttadini VErso la Sostenibilità. Esiti emblematici di una ricerca La L. n. 92/2019 ha introdotto dall’anno scolastico 2020-2021 l’insegnamento trasversale dell’educazione civica nelle scuole di ogni ordine e grado. Il presente contributo, senza alcuna pretesa di esaustività, prospetta una riflessione interpretativa a partire da alcuni dati emersi nell’ambito della ricerca CIVES (CIttadini VErso la Sostenibilità) che ha preso le mosse dal corso di formazione in tema di sviluppo sostenibile rivolto ai docenti referenti di educazione civica di 51 istituti bresciani. Le osservazioni raccolte nei dibattiti di gruppo hanno evidenziato dati contestuali fondamentali per impostare interventi educativi, in una situazione complessiva che appare assai eterogenea. Cultura della sostenibilità e cittadinanza solidale configurano due possibili chiavi di lettura della proposta legislativa, assunte per la formazione dei docenti.
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Santone, Giovanni, Giovanni de Girolamo, Ian Falloon, Angelo Fioritti, Rocco Micciolo, Angelo Picardi, Enrico Zanalda, and Alessandro Svettini. "3. Il processo assistenziale nelle SR." Epidemiologia e psichiatria sociale. Monograph Supplement 13, S7 (September 2004): 22–44. http://dx.doi.org/10.1017/s1827433100000071.

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Abstract:
Se le SR devono rappresentare, almeno per una parte dei pazienti che esse ospitano, un setting destinato al trattamento intensivo a lungo termine, l'analisi del processo assistenziale (ossia di ciò che concretamente si fa nelle SR, delle regole che caratterizzano lo svolgersi della vita comunitaria, delle attività condotte dagli operatori) appare una dimensione di fondamentale importanza da comprendere. Nell'ambito del progetto PROGRES, tale dimensione è stata oggetto di una valutazione approfondita, che viene descritta in questa sezione della monografia.La Scheda Struttura conteneva molti item che esploravano varie caratteristiche e dimensioni del processo assistenziale. L'analisi dei dati ha preso in esame la descrizione dei parametri rilevanti per la comprensione di specifici aspetti del processo assistenziale in atto all'interno delle SR. Si sono anche esplorate eventuali associazioni fra caratteristiche delle SR e dei pazienti ospitati.È stata inoltre condotta una analisi dei cluster al fine di individuare, sulla base dei dati disponibili, dei raggruppamenti omogenei di SR che consentano di cominciare a delineare una tassonomia di queste strutture e delle loro funzioni. In generale, l'analisi dei cluster classifica i casi in categorie o gruppi relativamente omogenei, basandosi sulla loro somiglianza o dissimiglianza rispetto alle variabili selezionate. Al fine di effettuare l'analisi dei cluster cercando di utilizzare il massimo numero di informazioni disponibili, sono stati messi a punto 4 punteggi sintetici: ciascuno di essi ha il compito di riassumere la presenza o assenza di varie caratteristiche o dimensioni inerenti al processo assistenziale.
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Rimedio, Antonio. "I soggetti vulnerabili nella ricerca clinica europea: dalla Convenzione di Oviedo al Regolamento (UE) N. 536/2014 / Vulnerable subjects in European clinical research: from the Oviedo Convention to Regulation (EU) No 536/2014." Medicina e Morale 66, no. 6 (January 25, 2018): 793–809. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2017.521.

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Abstract:
Il confronto tra la Convenzione di Oviedo e il Regolamento (UE) N. 536/2014 ha consentito di strutturare lo “standard etico-giuridico” europeo relativo alle misure di protezione dei soggetti vulnerabili coinvolti nelle sperimentazioni cliniche. Tale standard è stato analizzato seguendo il filo conduttore dei tre principi fondamentali della ricerca, enunciati dal Belmont Report: rispetto per la persona, beneficialità e giustizia. Le discrepanze riscontrate al suo interno hanno fatto emergere le criticità di talune categorie di base, ad esempio la distinzione tra beneficio diretto o beneficio sul gruppo e la nozione del rischio minimo. A 20 anni di distanza dalla Convenzione di Oviedo, documento di riferimento della bioetica europea ed internazionale, viene argomentata la necessità di ripensare criticamente quella dimensione “difensiva” della vulnerabilità, che prevale nella normativa europea e occidentale. ---------- The comparison between the Oviedo Convention and the Regulation (EU) No. 536/2014 has allowed to discover and structure the European “ethical-legal standard” on the protection measures for vulnerable subjects involved in clinical trials. This standard was analyzed following the three fundamental principles of research, as outlined by the Belmont Report: respect for persons, beneficence and justice. The discrepancies found inside have highlighted the criticalities of some basic categories, such as the distinction between direct benefit or benefit on the group and the notion of minimal risk. Twenty years after the Oviedo Convention, a reference document for European and international bioethics, there is a need to rethink critically the “defensive” dimension of vulnerability, that prevails in European and Western legislation.
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Webster, Ted. "Prefazione." Epidemiologia e psichiatria sociale. Monograph Supplement 11, S4 (March 2002): 17–19. http://dx.doi.org/10.1017/s1827433100000472.

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Abstract:
L'esame generale sulla salute mentale delle popolazioni indigene effettuato dal dr. Alex Cohen si inserisce a pieno titolo tra gli sforzi dell'Organizzazione Mondiale della Sanità nel promuovere la salute mentale, prevenire i principali disturbi mentali e neurologici, assicurare l'offerta di cure appropriate particolarmente ai soggetti più vulnerabili e bisognosi di servizi sanitari.Presentando questo lavoro in un contesto più ampio può essere utile richiamare uno dei principi costitutivi dell'OMS, che “il godimento del più elevato standard di salute raggiungibile è uno dei diritti fondamentali di ogni essere umano senza distinzione di razza, religione, fede politica, condizione economica o sociale”. L'Organizzazione Mondiale della Sanità considera la salute come “uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non meramente l'assenza di malattia o infermità”.Inoltre questo resoconto giunge a noi nel punto centrale dello svolgimento del programma International Decade of the World's Indigenuos People. Tale programma è patrocinato dall'Alto Commissariato per i diritti umani delle Nazioni Unite e dal Gruppo di Lavoro sulle Popolazioni Indigene (Working Group on Indigenous Populations-WGIP) che riferiscono i risultati raggiunti all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite attraverso la ECOSOC, la Commissione sui Diritti Umani e la sub-Commissione sulla Prevenzione della Discriminazione e Protezione dei Minori. Al WGIP è assegnato il compito di analizzare gli sviluppi riguardanti le attività di promozione e protezione dei diritti umani e fondamentalmente la libertà delle popolazioni indigene, ponendo particolare attenzione all'evoluzione degli standard relativi ai diritti di queste popolazioni. Al WGIP è stata richiesta la stesura della Dichiarazione sui diritti delle Popolazioni Indigene del mondo che al momento è in discussione e la cui conclusione è attesa nel corso del programma decennale.
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Cardosi, Emilio. "Gli effetti delle agevolazioni finanziarie sulle decisioni di investimento e sulle performance delle imprese: una valutazione empirica della legge 488/92." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 1 (September 2010): 135–73. http://dx.doi.org/10.3280/ed2010-001006.

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Abstract:
La tematica delle agevolazioni finanziarie a favore delle imprese costituisce, da sempre, oggetto di notevole attenzione ed interesse da parte di studiosi, economisti e policy maker. La domanda di ricerca deriva da esigenze di policy - allo scopo di migliorare l'efficienza e l'efficacia delle norme di incentivazione - oltre che dalla richiesta di analisi empiriche per dare risposta a quesiti di tipo teorico. Gli studi presenti nella letteratura nazionale che esaminano gli effetti che le agevolazioni finanziarie producono sulle imprese - utilizzando dati d'impresa e non dati aggregati - non sono molto numerosi. L'articolo analizza gli effetti prodotti dalla legge 488/92 sulle imprese, partendo dal fondamentale ruolo che gli intermediari finanziari hanno svolto nella fase applicativa. A tal scopo č stata condotta un'indagine sperimentale attraverso la somministrazione di un questionario ad un campione di imprese agevolate e non, secondo la metodologia di analisi casi-controlli definita in letteratura comparison group design. I due gruppi di imprese sono stati esaminati in funzione degli investimenti effettuati, delle politiche di finanziamento, delle strategie, dei fattori di competitivitŕ, nonché delle performance conseguite. In particolare, tramite apposito test statistico inferenziale, č stata valutata l'addizionalitŕ dello strumento agevolativo, intesa come capacitŕ dello stesso di stimolare nuovi progetti di investimento. L'analisi empirica ha evidenziato come la misura d'incentivazione abbia favorito le decisioni di investimento delle micro e piccole imprese - generalmente piů esposte ai fenomeni di razionamento del credito - ma non quelle delle medie e grandi imprese, costituendo al contempo una leva importante per l'attivazione dei finanziamenti bancari ordinari. Č stata, inoltre, sviluppata un'analisi sull'andamento della redditivitŕ delle imprese del campione considerato, nell'arco temporale interessato dai programmi di investimento, in funzione dei fattori competitivitŕ adottati. Dall'indagine č emerso che le performance delle imprese che hanno fatto prevalentemente ricorso a fattori di tipo non-price competition - che dovrebbero caratterizzare la fase della selezione competitiva - tendono ad essere mediamente piů elevate, rispetto a quelle delle altre imprese e ciň indipendentemente dall'agevolazione ricevuta. Lo studio propone, quindi, un contributo al dibattito scientifico e di politica industriale in tema di valutazione degli effetti degli incentivi, secondo un approccio di tipo micro e con un'analisi di selezionati elementi dell'ambiente esterno ed interno delle imprese.
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Casini, C., M. L. Di Pietro, and M. Casini. "La normativa italiana sulla “procreazione medicalmente assistita” e il contesto europeo." Medicina e Morale 53, no. 1 (February 28, 2004): 17–52. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2004.651.

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Abstract:
La normativa italiana sulla riproduzione artificiale si inserisce nel contesto legislativo europeo che, a partire dagli anni ottanta, ha visto il diffondersi di leggi in materia. Nella penultima decade del secolo scorso, infatti, il legislatore si è trovato di fronte ad un fenomeno completamente nuovo, ampiamente affermato nella prassi e connotato da una complessità tecnica (peraltro in continua evoluzione) di non immediata comprensione. La difficoltà di dare una disciplina ad una materia di tale densità e soprattutto coinvolgente beni (significato della procreazione, valore della vita umana allo stadio iniziale, significato della famiglia) e interessi (degli adulti ad avere un figlio, degli scienziati a fare le ricerche) di rilevante portata, ha spinto i Governi e i Parlamenti ad avvalersi degli Studi condotti da Commissioni costituite ad hoc. Nell’articolo, dunque, oltre ad esaminare i contenuti essenziali delle varie leggi in base ad un’analisi comparata che evidenzia i punti di convergenza e di divergenza, le leggi stesse vengono messe in relazione ai risultati raggiunti dai rispettivi gruppi di studio. Ne emergono due interessanti linee di tendenza: da un lato sembra prevalere un’orientamento pragmatico (la cui espressione più marcata si rinviene nel britannico Rapporto Warnock e nella conseguente legislazione britannica) caratterizzato dalla prevalenza del beneficio che si può ottenere dal ricorso alle tecnologie riproduttive a discapito di ogni tutela giuridica dei diritti dell’embrione; dall’altro, viceversa, un’orientamento, che in base alla moderna dottrina dei diritti umani, è disposto a riconoscere al neo-concepito, in quanto individuo vivente appartenente alla specie umana, i diritti umani fondamentali: alla vita, alla famiglia, all’identità (genetica e psicologica). È questo il percorso intrapreso dai documenti europei del 1989, inaugurato dal punto di vista legislativo dalla normativa tedesca (supportata dai lavori della Commissione Benda) e confermato dalla recente legge italiana. L’articolo in oggetto non si limita ad una rassegna sia pure ragionata delle normative in vigore, ma offre spunti di riflessione che vanno al di là di un semplice confronto legislativo.
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Furfari, Angela, and Valeria Caggiano. "INTRAPRENEURSHIP AND ORGANIZATIONS." International Journal of Developmental and Educational Psychology. Revista INFAD de Psicología. 4, no. 1 (November 29, 2016): 503. http://dx.doi.org/10.17060/ijodaep.2014.n1.v4.637.

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Abstract:
Abstract.The subject of entrepreneurship is an area in constant evolution, is a valid form of combating the phenomenon of unemployment, representing a virtuous response against a labor market that requires high flexibility to all parties who work there. For Schwartz “value” is a concept that an individual has a trans-situational purpose, he argues that the values being desirable states transcend specific situations and depict regulatory models used to judge and choose between different ways of behaving, so act from the principles driving in people’s lives. The present study aims to investigate the presence of significant relationships between the variables related to entrepreneurial skills and values . The sample is represented by a group of 101 Italian workers including 85 men ( 84%) and 15 women (16 %), all day between the ages of 30 and 39 who work in the public transport company ATAC S.p.A. The focus of this study is represented by the subject and his being intra-company both within the working environment, with its action and its influence on the economy and the social reality in which it operates.Keywords: Intrapreneurship,organizations, valuesAbstract.Il tema dell’imprenditorialità è un’area in costante evoluzione, la quale viene coinvolta ed utilizzata sia dalla disciplina psicologica, economica,ma anche sociale per ovviare al fenomeno della disoccupazione. Un altro costrutto preso in considerazione è il ‘’valore’’il quale secondo Schwartz è un concetto che un individuo ha di uno scopo transituazionale, egli sostiene che i valori essendo stati desiderabili trascendono le specifiche situazioni e raffigurano modelli normativi impiegati per giudicare e scegliere tra diversi modi di comportarsi, e fungono, quindi, da principi guida nella vita delle persone. La presente ricerca si pone l’obiettivo di indagare la presenza di relazioni significative tra le variabili legate alle competenze imprenditoriali ed i valori, secondo la teoria di riferimento legata ai valori di Schwarz, S. H. e Bilsky, W. (1987). Partendo da quanto proposto da Lidaka (2012), ci si propone di individuare influenze significative da parte dei valori, sui tratti imprenditoriali considerati nella presente ricerca.Si vogliono pertanto esplorare i legami tra questi due aspetti fondamentali dell’essere umano: valori da una parte, tratti caratteriali e competenze imprenditoriali, dall’altra.Il campione è rappresentato da un gruppo di 101 soggetti, ai quali è stato misurato, attraverso la somministrazione del questionario, sia i valori che le competenze imprenditoriali che si inseriscono nella scelta lavorativa. I dati sono stati raccolti su un campione di 101 lavoratori italiani di cui 85 uomini (84%) e 15 donne (16%), tutti dì età compresa tra i 30 ed i 39 anni. Il focus di questo studio, dunque, è rappresentato dal soggetto e dal suo essere intraimprenditoriale all’interno del contesto lavorativo, dalla sua azione e dall’influenza sull’economia e sulla realtà sociale nella quale opera (Battistelli, Favretto, 2003).Keywords: Intrapreneurship- Entrepreneurship- Values- Locus of control- Self-efficacy-Engagment- Employ-ability- Proactive personality.
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Markey, Thomas. "On Suppletion." Diachronica 2, no. 1 (January 1, 1985): 51–66. http://dx.doi.org/10.1075/dia.2.1.04mar.

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SUMMARY Suppletion is broadly defined to include a wide range of formal irregularities, e.g., nonce formations, zero-alternations, failures to extend base forms, heteroclites. As a process, it is shown to be recursive, to effect but a relatively restricted set of morpho-syntactic categories (comparison, aspect, gender, topic/comment cases, number), and to always and everywhere delineate the same patterns of dichotomi-zation (e.g., imperfective : perfective), thereby defining fundamental patterns of communicative cognition. Moreover, it is demonstrated that, while base forms in paradigms subject to suppletion tend to be etymologically and derivationally transparent, suppletive forms tend to be etymologically or derivationally opaque, e.g., dial. IE *bher-impft. : *onk- pft.; OIr. do-beir : do-uic, respectively. As an historical process, suppletion signals grammatical 'catastrophes', i.e., discontinuous developments. Finally, it is concluded that suppletion, an essentially semantactic process, breaks down paradigmatic constellations into cognitively basic syntagmatic arrangements, repeatedly, with the same indexical results, and without respect to sociolinguistic exigencies. Although it induces irregularities on the surface, suppletion is in reality a regulatory grammatical process. RÉSUMÉ Dans cet article on donne une definition large à 'suppletion' pour y inclure un grand nombre d'irrégularités formelles, e.g., formations uniques, alternations zéro, manque d'extension des formes de bases, formes hétéroclitiques. Comme procès, elle se présente sous une forme récursive, n'affectant qu'un ensemble de catégories morpho-syntaxiques comparativement restreint (la comparaison, l'aspect, le genre, des cas de sujet/commentaire, le nombre) et toujours et partout les mêmes structures dichotomiques (e.g., 1'imperfectif : perfectif), définissant de cette manière des modèles fondamentaux de la cognition communicative. De plus, on démontre que, quoique les formes de base dans les paradigmes sujets à la supplétion ont tendance à être transparentes étymolo-giquement ou d'un point de vue dérivationnel, les formes supplétives ont tendance à être plutôt opaques en ce qui concerne leur étymologie ou leur dérivation (e.g., i.-e. dial. *bher- imparfait : onk- parfait; vieil irlandais do-beir : do-uic respectivement). Comme procès historique, la suppletion signale des 'catastrophes' grammaticales, c'est-à-dire des développements discontinus. En conclusion, on remarque que la supplétion, essentiellement un procès 'sémantactique', brise des constellations paradigmatiques et les transforme en arrangements syntagma-tiques fondamentalement cognitifs, souvent avec les mêmes résultats 'in-dexiques' et sans respect pour les exigences sociolinguistiques. Malgré le fait que la supplétion conduit à des irrégularités de surface, elle est en vérité un procès grammatical régulateur. ZUSAMMENFASSUNG 'Suppletion' wird breit definiert, um eine Menge formaler Irregularitaten, wie z.B. einmalige Bildungen, Nullabwechslungen, Nichtaus-weitung der Grundformen, Heteroklita, zu umfassen. Als ProzeB zeigt sie sich rekursiv, nur eine verhaltnismäßig kleine Gruppe morpho-syn-taktischer Kategorien (Vergleich, Aspekt, Geschlecht, Thema/Rhema Fäl-le, Numerus) betreffend, und stets und überall dieselben zweiteiligen Muster (z.B. imperfektiv : perfektiv) umschreibend, hierbei grundlegen-de Muster kommunikativen Erkennens definierend. Dariiber hinaus wird in diesem Aufsatz gezeigt, daB, während Grundformen in Paradigmen, die der Suppletion ausgesetzt sind, dazu neigen, etymologisch und ihrer Bildung nach durchsichtig zu sein, Suppletivformen selbst hingegen dazu neigen, undurchsichtig zu sein, z.B. dial. Idg. *bher- Impf. : *onk- Perf.; AIrl. do-beir : do-uic vergleichsweise. Als historischer ProzeB kün-digt Suppletion grammatische 'Katastrophen' an, d.h. nicht-durchgefuhr-te Entwicklungen. SchlieBlich wird gefolgert, daB Suppletion, ein we-sentlich 'semantaktischer' ProzeB, paradigmatische Konstellation in er-kenntnismäßig grundlegende Anordnungen umverwandelt, und zwar zu wie-derholten Malen und mit denselben kennzeichnenden Ergebnissen, ohne Riicksicht auf soziolinguistische Erfordernisse. Obschon die Suppletion Unregelmäßigkeiten an der Oberfläche herbeiführt, ist sie in Wirklich-keit ein regulierender grammatischer Prozeß.
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Pliego Carrasco, Fernando. "Las estructuras de familia en Veracruz, 2015. Organización y dinámicas de cambio." Clivajes. Revista de Ciencias Sociales, no. 11 (July 10, 2019): 41. http://dx.doi.org/10.25009/clivajes-rcs.v0i11.2564.

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La Encuesta Intercensal 2015, del Instituto Nacional de Estadística e Informática (INEGI), permite realizar un análisis estadístico detallado de las estructuras de familia en el estado de Veracruz de Ignacio de la Llave, México. Para tal fin, utilizamos un enfoque multidimensional que considera cinco componentes fundamentales: dinámicas de autoridad, marco normativo de derechos y obligaciones, vínculos de parentalidad, procesos de estabilidad o transición, y sistemas básicos y complementarios de relaciones sociales. Al aplicar esta perspectiva analítica, encontramos cuatro tipos principales de hogares familiares en Veracruz, según estén encabezados por parejas casadas, parejas en unión libre, jefas y jefes de familia solos, divididos en 22 subtipos diferentes. En conjunto, abarcan 88.16% de los hogares de la entidad federativa, a lo que debemos sumar un 10.71% de hogares de personas solas, además de otro grupo pequeño conformado por cuatro tipos de hogares: corresidentes, de probable poligamia, parejas del mismo sexo y no especificados (1.13% en conjunto). También se hace un análisis comparativo con respecto a los resultados de los Censos de Población y Vivienda de 2000 y 2010.Palabras clave: Estructuras de familia, México, Matrimonio, Cohabitación, Padres solos Family structures in Veracruz, 2015. Organization and dynamics of changeAbstractThe Intercensal Survey 2015, from the National Institute of Statistics and Informatics (INEGI), allows for a detailed statistical analysis of family structures in the state of Veracruz de Ignacio de la Llave, Mexico. For this purpose, a multidimensional approach is used- This approach considers five fundamental components: authority dynamics, regulatory framework of rights and obligations, parenthood links, stability or transition processes, and basic and complementary systems of social relations. When applying this analytical perspective, four main types of family homes in Veracruz are found, as they are headed by married couples, couples in union, single female heads and male heads of families, divided into 22 different subtypes. Together, they comprise 88.16% of households in the state, to which we must add 10.71% of households of single people, in addition to another small group consisting of four types of households: co-residents, of probable polygamy, same-sex couples and unspecified (1.13% as a whole). A comparative analysis is also made with respect to the results of the Population and Housing Censuses of 2000 and 2010.Keywords: Family structures, Mexico, Marriage, Cohabitation, Single parents Les structures de famille à Veracruz, 2015. Organisation et dynamiques de changementRésuméL’Enquête Intercensitaire 2015, de l’Institut National de Statistique et Informatique (INEGI par ses sigles en espagnol) permet de réaliser une analyse statistique détaillé des structures de famille à l’État de Veracruz d’Ignacio de la Llave, Mexique.Dans ce but, nous utilisons une approche multidimensionnelle qui considère cinq composants fondamentaux : dynamiques d’autorité, cadre normatif de droits et obligations, liens de parentalité, processus de stabilité ou transition, et systèmes basiques et complémentaires de relations sociales.Appliquant cette perspective analytique, nous trouvons à Veracruz quatre principaux types de foyers familiaux, selon leur entêtement, par couples mariés, couples en union libre, chefs de famille hommes ou femmes tous seuls, divisés en 22 différents sous-types.Dans l’ensemble, ils couvrent le 88,16% des foyers de l’État, à cette quantité il faut ajouter un 10,71% des foyers de personnes seules, outre un autre petit groupe constitué par quatre types de foyers : Co-résidents, de possible polygamie, couples du même sexe et non spécifiés (1,13% dans son ensemble). On fait aussi une analyse comparative en ce qui concerne les résultats des Censéments de Population et Habitation de 2000 et 2010.Mots clés: Structures de famille, Mexique, Mariage, Cohabitation, Parents seuls
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Macken, Marlys A., and Joseph C. Salmons. "Prosodic Templates in Sound Change." Diachronica 14, no. 1 (January 1, 1997): 31–66. http://dx.doi.org/10.1075/dia.14.1.03mac.

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Abstract:
SUMMARY Prosodic Morphology and Phonology have extended the prosodic hierarchy to solve recalcitrant problems in a number of areas and, more recently, work on phonological acquisition has determined that a prosodic template is a basic organizing unit for the acquisition of features and generalizations across the lexicon. While synchronic phonological theory in general has long exploited such higher prosodic entities, little has been done along these lines in historical phonology. This paper extends that template to another kind of change across states in time, namely to the analysis of a set of superficially quite diverse sound changes in Mixtec Highlands or Alta Mixtec dialects have a broad tendency to reduce historically more complex roots to a CV(C)V, disyllabic foot, with an onset of minimal sonority and fullest possible phonetic implementation, plus many shared specifications for both vowels. The template allows a coherent and unified account of these various changes. Incorporating a prosodic template into the analysis of sound change suggests new approaches to other longstanding problems in historical phonology as well as substantially broadens and strengthens prosodically-oriented theories of sound change. Ultimately, this diachronic study provides striking and independent support for the general role of a prosodic template in phonology, as well as further underpinning the acquisitional work for which the template was first posited. RÉSUMÉ La morphologie et la phonologie prosodiques ont etendu la hierarchie pro-sodique dans le but de resoudre des problemes durables dans plusieurs do-maines. Plus recemment, le fait de travailler sur 1'acquisition phonologique a determine qu'un gabarit prosodique est une unite fondamentale d'organisation pour l' acquisition des traits et des generalisations a travers le lexique. Tandis que la theorie phonologique synchronique a en general exploite depuis long-temps les entites prosodiques au dela de la syllabe, ces lignes de recherche ont ete assez peu exploitees en phonologie historique. Cet article etend ce gabarit a un autre type de changement a travers des etats de temps, c'est-a-dire a l'ana-lyse d'un groupe de changements phonetiques a premiere vue differents en Mixtec. Les dialectes du Mixtec des Hautes-Terres ou de 1'Alta ont une disposition prononcee a reduire des racines historiquement plus complexes a une structure CV(C)V, i.e., un pied disyllabique, avec un commencement de so-norite minimale et 1'implementation phonetique la plus complete possible, plus la specification partagee par deux voyelles. Le gabarit permet d'expliquer de fagon coherente et unifiee ces changements varies. Ce genre d'incorporation d'un gabarit prosodique a l'analyse d'un changement sonore ouvre la porte a des approches nouvelles a d'autres problemes de longue date en phonologie historique, elargit substantiellement et renforce les theories prosodiques orien-tees vers le changement phonetique. Enfin, cette etude diachronique fournit un soutien remarquable et independant au role general d'un gabarit prosodique en phonologie, ainsi que l'etaiement plus pousse du travail sur l'acquisition du langage qui a mene a la theorie du gabarit. ZUSAMMENFASSUNG Die prosodische Morphologie und Phonologie haben die prosodische Hie-rarchie erweitert und eine Reihe von Losungen seit langem bestehender Pro-bleme herbeigeführt. AuBerdem ist jüngster Zeit auf dem Gebiet des Erstspra-chenerwerbs der Nachweis erbracht worden, daB eine 'prosodische Schablone' ('prosodic template') als eine dem Erwerb phonologischer Merkmale wie auch lexikalischer Verallgemeinerungen zugrunde liegende organisierende Einheit dient. Wahrend synchron-orientierte Forscher schon seit langerer Zeit mit sol-chen hoheren prosodischen Einheiten Fortschritte erzielt haben, hat man in der diachronen Phonologie bisher nur wenig mit diesen Einsichten unternommen. Der vorliegende Aufsatz baut diese Schablone aus, um diachrone Entwicklun-gen zu erfassen, hier am Beispiel einer diversen Gruppe von Lautentwicklun-gen im Mixtekischen. Die sogenannten 'Highlands' bzw. 'Alta' Dialekte zeigen namlich starke Tendenzen zur Reduktion von historisch komplexeren Wurzeln zu einem einfachen metrischen FuB vom Typ CV(C)V, wo der anlautende Konsonant minimale Sonoritat und eine stark ausgepragte phonetische Reali-sierung besitzt, mit weiteren Tendenzen zur Harmonie zwischen den beiden Vokalen. Der Begriff der 'prosodischen Schablone' ermoglicht auf diese Weise eine einheitliche, zusammenhangende Analyse dieser vielfaltigen Veranderun-gen, bahnt neuen Losungen alter historischer Probleme den Weg und unter-mauert prosodisch-orientierte Theorien des Lautwandels. Dariiber hinaus bietet diese historische Studie auch unabhangige und auffallende Unterstützung der generellen Rolle einer prosodischen Schablone in der Phonologie und im Spracherwerb.
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