Dissertations / Theses on the topic 'Immaginazione'
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GRAVANO, SILVIO. "Immaginazione e percezione della gravità." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2009. http://hdl.handle.net/2108/847.
Full textPenasa, Valentino <1993>. "Alternative controfattuali: modelli di immaginazione." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14330.
Full textToigo, Laura <1991>. "Piacere, Ragione, Immaginazione. Studio del pensiero leopardiano." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/7900.
Full textConfuorto, Valentina <1982>. "La moresca tra tradizione e immaginazione teatrale." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18638.
Full textEvangelista, Roberto. "Comunità e natura. immaginazione e razionalità in Spinoza." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2010. http://hdl.handle.net/11577/3421880.
Full textQuesto lavoro, cerca di ripercorrere il rapporto fra immaginazione e razionalità e considerare la relazione fra comunità e natura in Spinoza. Questi rapporti hanno immediata connessione con la riflessione politica e con la teoria delle forme di governo e dei meccanismi di potere.
De, Rosa Guido. "Il concetto di immaginazione nel pensiero di Giordano Bruno." Napoli : La città del sole, 1997. http://catalog.hathitrust.org/api/volumes/oclc/39859407.html.
Full textBaniera, Daniela. "Tra corporeità, spazialità e immaginazione: forme dell'empatia in Husserl." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3422981.
Full textTra corporeità , spazialità e immaginazione: forme dell'empatia in Husserl. Riassunto La ricerca si è focalizzata sull'empatia husserliana intesa quale momento centrale nella costituzione della soggettività fenomenologica, come un vero e proprio percorso genetico nel quale il soggetto husserliano si rivela come un essere strutturalmente legato agli altri dai livelli del Leib fino a quelli del Geist. In particolare, a partire dall'analisi dei testi di HUA XIII-XIV-XV Zur Phänomenologie der Intersubjektivität, dei manoscritti sull'intersoggettività ancora inediti (gruppo E) e, naturalmente, di opere come le Meditazioni cartesiane o Idee II, l'attenzione si è concentrata sull'analisi degli strati sorgivi e primari dell'empatia husserliana, quelli legati soprattutto ai processi fisici e psico-fisici, nel tentativo di mostrare che se si vuole davvero comprendere quale sia il fondamento primo della possibilità di accesso all'altro, cioè come sia possibile che l'alter-ego venga a rappresentare un reale Mitsubjekt con una funzione costituente nei confronti del mondo, si deve ripartire dall'analisi delle dinamiche empatiche più basilari, dall'origine corporea del nostro rapporto con gli altri. La tesi si compone di quattro capitoli, il primo dei quali, intitolato Riduzione e riduzioni: la funzione dell'astrazione primordiale, prende in esame soprattutto il problema della riduzione primordiale, momento della fenomenologia husserliana dell'intersoggettività spesso frainteso dalla critica, ma che deve invece essere chiarito come essenziale da un punto di vista metodologico, per comprendere sia ciò che unisce i diversi ego, sia ciò che li distingue. La riduzione primordiale è stata prima di tutto definita e differenziata rispetto agli altri tipi di riduzione e, in secondo luogo, analizzata in relazione alla questione ancora molto dibattuta dell'Ur-Ich. Si è inoltre chiarito il significato dell'"empatia primordiale" e dell'"altro primordiale" e si sono prese, più in generale, in considerazione le modalità di "uscita" dall'astrazione primordiale, e cioè quelle forme di auto-estraneazione delle quali il soggetto dispone già nell'astrazione primordiale stessa, evidenziando la differenza tra sich anders fingieren e sich Andere fingieren. Il secondo capitolo, dal titolo Analogia ed empatia corporea, si sofferma invece sul tema centrale dell'empatia husserliana, e cioè quello dell'analogia, con particolare attenzione alla sua più originaria declinazione nel senso di analogia corporea. Nella prima parte si procede ad una definizione della natura dell'analogia husserliana: in primis si mostra come essa sorga in contrapposizione alla teoria dell'Analogienschluss di Lipps ed Erdmann, per definirsi invece come un tipo di associazione passiva e del tutto pre-inferenziale; in secondo luogo se ne propone un'interpretazione nel senso di una forma di analogia di partecipazione. Nella seconda parte si esaminano invece le forme primarie di riempimento dell'analogia, mostrando, come il riconoscimento dell'altro abbia non solo una prima attivazione nella passività , ma anche molteplici momenti di "riempimento"; tali momenti di "riempimento" sono stati presi in considerazione attraverso la differenziazione tra empatia propria e impropria, evidenziando come l'empatia sorga sempre in diretta relazione alla percezione della corporeità , intesa non solo come Leibwahrnehmung, ma addirittura come vera e propria Körperwahrnehmung. Il terzo capitolo si intitola Analogia in movimento: lo scambio di posizioni e analizza lo sviluppo in senso dinamico dell'analogia husserliana, mostrando come l'empatia debba fondarsi su concrete possibilità di partecipazione al punto di vista dell'altro, inteso non solo in senso metaforico, ma primariamente come vero e proprio spazio dell'altro; queste possibilità sono analizzate da Husserl attraverso le differenti modulazioni che lo scambio di posizioni offre e, in particolare, attraverso la tematizzazione in primis dell'wenn ich dort bin, rappresentazione che, attraverso l'uso di una componente immaginativa, permette a due soggetti di avere la stessa posizione nello stesso momento; e successivamente del wie wenn ich dort wäre, in base al quale per, invece, sulla base del Leib cinestesico, due corpi possono realmente venire ad occupare la medesima posizione, sebbene in tempi differenti. Nella seconda parte del capitolo si analizza il problema del rapporto tra empatia e immaginazione e, più in generale, del rapporto tra l'empatia e le altre possibili forme di presentificazione, come il ricordo, la fantasia e la coscienza d'immagine; in particolare è stato sottolineato come in relazione all'empatia si possa rintracciare una forma specifica di immaginazione, definibile come "immaginazione posizionale" o gebundene Phantasie. Infine il quarto capitolo, Normalità e deviazioni: fin dove può giungere l'analogia?, si apre con una breve incursione in un'ulteriore possibile espressione dello scambio di posizioni: als ob ich er wäre, formula che rinvia all'intersoggettività costituita e attraverso la quale Husserl tematizza la partecipazione alla punto di vista dell'altro, altro ora inteso come personalità a tutto tondo, come persona con una sua determinata e peculiare relazione con il mondo circostante. Dopo questa incursione, le analisi si rivolgono invece al fondamentale problema della definizione del binomio normalità-anormalità, binomio essenziale per il problema dell'empatia; è infatti Husserl stesso a sottolineare come l'intera fenomenologia dell'intersoggettività si basi sul presupposto implicito della normalità , presupposto che deve però ad un certo punto essere esplicitato e tematizzato. La normalità si mostra allora nella sua natura di idealizzazione, poiché nella realtà non si danno né l'Uomo-medio, né l'esperienza del mondo-media. Su tali basi si sono allora distinti due differenti concetti di anormalità : l'anormalità "quotidiana", che permane nella sfera della normalità stessa ed è rappresentata, ad esempio, dal caso ad Husserl particolarmente caro del daltonismo; e l'anormalità che invece rappresenta una vera e propria "rottura" con la sfera della normalità e che ci pone nella situazione di comprendere se l'estromissione dalla costituzione intersoggettiva della realtà delle vere e proprie variazioni anomale della soggettività , come gli animali o i pazzi, sia davvero un'operazione fondata.
Pappalardo, Lucia. "Fede, immaginazione e scetticismo in Gianfrancesco Pico della Mirandola." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2010. http://hdl.handle.net/10556/883.
Full textLa tesi prende le mosse dal tentativo di proporre un'ipotesi di interpretazione dell'opera di Giangrancesco Pico della Mirandola; in particolare dall'intenzione di verificare se al fondo di una produzione vasta, eterogenea per contenuti e generali letterari sperimentati, come quella di Pico, si possono individuare motivi e nodi concettuali utili a rendere conto della continuità, o della discontinuità (quando si rileva) tra i diversi scritti; e quindi, in ultima analisi, tali da permettere di affrontare con maggiore consapevolezza la domanda sullo statuto di quest'opera nella storia della filosofia del Rinascimento... [a cura dell'autore]
IX n.s.
TINAZZI, CLAUDIA. "Aldo Rossi, realtà e immaginazione : la casa, espressione di civiltà." Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2011. http://hdl.handle.net/11578/278631.
Full textModa, Vanessa <1989>. "Realtà fotografica e immaginazione: L'incanto del ricordo in Tanizaki Jun'ichirō." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13480.
Full textLeoni, Manuel <1997>. "Ontologia e dialettica. Essere, linguaggio e immaginazione: il sentiero dell’élenchos." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21453.
Full textChiaravalli, Iacopo. "La mente creativa. Matematica, immaginazione e pensiero astratto in Descartes." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2019. http://hdl.handle.net/11577/3421852.
Full textCavazzana, Alessandro. "Uncanny Resemblance. Rappresentazione, contesto, identità e immaginazione nell’approccio alla metafora visiva." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari, 2019. http://hdl.handle.net/10278/3741117.
Full textCavazzana, Alessandro <1985>. "Uncanny resemblance : rappresentazione, contesto, identità e immaginazione nell'approccio alla metafora visiva." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/15015.
Full textArini, Davide <1981>. "La metafora proibita : la scepsi di Nietzsche tra immaginazione, libertà e giustizia." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2011. http://hdl.handle.net/10579/1108.
Full textNietzsche’s philosophy still rises some problems nowadays as scholars try to understand all its declinations. This research – on the basis of the rigorous examination of the original texts, in particular Die fröhliche Wissenschaft and the following works – shows that his philosophy can be interpreted as a refined form of skepticism. At first it is explained the relationship between Nietzsche’s concern of skepticism and his prose, furthermore there is an analysis of some of the most important and most noteworthy problems that his skepticism raises, for example the problems of truth, knowledge, perspectivism, imagination and language. This interpretation highlights the consistency of Nietzsche’s work, but also the theme of justice as a very relevant point for his work. According with the traditional meaning of « skepticism », this word is assumed to be an ethos in its most deep sense in Nietzsche’s philosophy.
Pecorelli, Margherita. "Effetti della tDCS sui pattern ERS/ERD indotti da immaginazione motoria: stato dell'arte." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/11307/.
Full textMORGIGNO, TANIA. "Non temere la vampa del sole, Né la furia scatenata dell’inverno Soglia poetica dei contrari per trasformare lo sguardo sulla sofferenza psichica." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2015. http://hdl.handle.net/10281/88402.
Full textDe, Toni Emmanuela. "Ovunque e in nessun luogo. Sensazione, immaginazione e ragione nel pensiero di Maurice Merleau-Ponty." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2018. http://hdl.handle.net/11577/3426694.
Full textLa tesi prova a ricostruire il percorso di allargamento della ragione, auspicato a più riprese da Merleau-Ponty, attraverso la perlustrazione degli assi portanti della sua filosofia. Si è tentato di vedere nella riabilitazione ontologica della sensazione, in particolare delle qualità secondarie tanto avversate dall’ontologia razionalistica cartesiana, non soltanto il punto di partenza ma anche la linfa vitale della proposta filosofica di Merleau-Ponty. L’enfasi sulla a-concettualità della sensazione percettiva conduce ad una riforma dell’intelletto e ad una apertura del concetto che ha per correlato essenziale un’estensione ipertrofica del potere dell’immaginazione. Sulla base dell’immaginazione produttiva di Kant, filtrata dalla lettura di Lachièze-Rey che ne fa una facoltà corporalmente strutturata, Merleau-Ponty definisce l’immaginazione come il fondo naturale del Cogito. Quest’ultimo è concepito come “pensée existante”. Una siffatta immaginazione, unitamente all’enfasi accordata al carattere d’esistenza del pensiero (di contro ad ogni lettura essenzialista), porta Merleau-Ponty a ricollocare la genesi dell’idealità entro la culla della sensorialità. Una volta articolata in tal modo l’immaginazione, Merleau-Ponty è libero di esplorare il terreno fecondo dell’immaginario, non più costretto entro i termini restrittivi dell’antinomia al reale imposti dal regime della Sinngebung. Sarà proprio il tema dell’immaginario ad emergere con forza dalla disamina dei contributi di trascendenza offerti dall’istanza psicoanalitica. La psicoanalisi consente a Merleau-Ponty di mutuare una metodologia che oltrepassa il gioco delle facoltà e delinea una causalità di sovradeterminazione simbolica, indipendente dalle rigide nozioni di “soggetto” e “oggetto”. Essa gli permette inoltre di ribadire vigorosamente la peculiare riflessività del corpo. Grazie alla dottrina bergsoniana della durata, ma anche in contrasto con essa, Merleau-Ponty elabora una idea di temporalità e spazialità secondo la quale tempo e spazio sono implicati nella strutturazione ontologica dei rapporti riflessivi stessi. Ciò è corroborato dalla nozione psicoanalitica di inconscio e dal portato ontologico e simbolico dei sogni. Lo spazio viene ampiamente rivalutato da Merleau-Ponty, rispetto alla riduzione cui l’ha costretto Bergson nella tesi latina Quid Aristoteles de loco senserit e nel capitale saggio Essai sur les données immédiates de la conscience. La teoria merleau-pontyana della simultaneità cogenerativa di spazio e tempo è correlata all’analisi della relazione chiasmatica tra il visibile e l’invisibile, nonché con il concetto di “deiscenza” dell’Essere. Il contatto con l’invisibilità immaginaria del sensibile ― inteso nella duplice accezione di sensibile e sensibile-senziente corporeo ― ridefinisce il piano di lavoro del pensiero e del concetto nei termini di una delucidazione mai completa degli enigmi dell’Essere, di cui facciamo esperienza nel regime naturale della fede percettiva. La riforma della ragione viene pertanto a coincidere con l’appello ad esaminare lo strato (“couche”) primordiale degli esseri sensibili, la cui “texture” Merleau-Ponty, di contro al principio di non-osservabilità dell’immaginario stabilito da Sartre, scopre essere connotata precisamente di immaginario. Dal punto di vista metodologico, questa rivalutazione dei rapporti tra immaginario e reale induce Merleau-Ponty a sostenere che la riflessione filosofica, interrogando il fondo primordiale dell’Essere, è inevitabilmente portata a mettere in questione i suoi stessi strumenti tecnici (lo scetticismo del dubbio cartesiano e la riduzione eidetica della fenomenologia). Essi si rivelano le modalità insopprimibili, anche se insufficienti, di cui disponiamo per “nous apprivoiser” all’Essere.
Antonello, Annarosa <1967>. "Nei cieli di Icaro l'opera va al nero: immaginazione e sentimento per una società post-tecnologica." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8409.
Full textDi, Martino Carla. ""Ratio particularis". Immaginazione, cogitativa ed estimativa da Ibn Sînâ a Tommaso d'Aquino : Contributo allo studio della tradizione arabo-latina della psicologia di Aristotele." Paris, EPHE, 2003. http://www.theses.fr/2003EPHE5015.
Full textThrough an aware methodological choice, this study has been organized following two different ways: the first one deals with the history of texts, and it studies the Arabic and Latin tradition of Aristotle’s psychological works, i. E. “De Anima” and “Parva Naturalia” ; the second way deals with a doctrinal history and it studies how these works were interpreted and both the direct (exegesis) and indirect (psychological traits) reactions to the doctrines that were in these works. The precise awareness of the influence of the Arabic psychological science, especially Ibn Sînâ / Avicenna and Ibn Rushd / Averroes, to the themes of the Latin psychological tradition, originally Augustinian, and also of the integration of the three traditions, i. E. The Augustinian one, the Arabic ones and that of Aristotle, in the Albert and Aquina’s works, which are two excellent representatives of the Latin philosophical theories of the 13th century, is the first important result of this work. The historical and doctrinal framing of very important concepts in the arabo-latin lexicon that is “intention”, memory, Spiritual Form, “reditio”, “ratio particularis” and the study of their integration onto the Latin philosophy is the second result. This study is nothing but a contribution to the study of the arabo-latin tradition of the Aristotle’s psychology. It is the first contribution to a more general picture, to which I hope to keep on contributing with my own studies, to rediscover our medieval origins both Christian, Jewish or Islamic, since the history of thought is above al a human history: we cannot channel it in a fixed route and, least of all, try to stop it
Mario, Lucia Daniela <1955>. "Se immagino capisco : il ruolo dei processi simulativi e metaforici nella comprensione del testo." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2249.
Full textThe purpose of this research is to explore the role of imagination in understanding the text. The imagination of which we speak is not of course referring to "fantasize" or the right to conceive of anything outside rules or rationality, but from G. Lakoff’s point of view, that is one imaginative rationality that uses imagination to understand what we can’t fully or directly understand. The idea comes from the suggestion by V. Gallese and G. Lakoff in The Brain's Concepts (2005) that the understanding of the concepts, whether concrete or abstract, requires simulation (Embodied Simulation, ES) and the active involvement of the sensorimotor system. According to the ES theory, it is assumed that the comprehension of a text derives from the ability to imagine (simulate) what is mentioned in the text, from the nature of words or phrases of sensory-motor origin, activating perceptual-motor programs connected to the words stimulus and mapped based on experience with things and actions which the text refers to. The idea is that, unlike the cognitivist conceptions that lead back to the understanding of a text-making processes of arbitrary symbols, the dynamic perceptual-motor of the text, induced by words or groups of words that lead to actions and perceptions, activate a configuration (modelling) that "reflects" the structure of the text (and hence its understanding) in relation to the degree of "structural similarity" that would be created between modeling textual and internal modeling (representation). The methodological approach used to investigate the nature of embodied understanding is inspired by one of the most innovative research and authoritative addresses: the Neurophenomenology, a term coined by F. Varela to combine the results and theories derived from the research in cognitive neuroscience (in particular those relating to the role of mirror neurons in understanding a sentence) with the first-person accounts of people struggling with the understanding of a text. In order to support the research hypothesis a tool called CAT (Test Text Categorization) was built, made on the basis of the results of recent research in neurophysiology, neurolinguistic and neurophenomenological orientation, in order to bring out the first-person accounts , that is the conscious "structures of thought", relating to experiences and images recalled by the subject while he includes a text. The degree of "structural similarity" was inferred through the choice made by the subject on several levels: a) the choice of words sensory-motor connected to the purpose of the text; b) the choice of metaphorical image connected to the text (among the six available ones); c) the recruited personal experience. The results support the hypothesis that the understanding of a text involves a "similarity of structures of relationship" between the generated configuration at the imaginative concept expressed by the words in the text and the configuration or structure of the text. It follows that, if the search direction shown here has a good chance of being consistent with the results of the neuoscientifical research, and then with the idea that the understanding of a text is triggered at the motor level (embodied understanding), such a turn of paradigm can not be neglected by the Education and Cognitive Sciences should be encouraged to reflect on how teaching and learning are better suited to the new conception of the relationship between perception, action and cognition.
BELLELLI, FERNANDO. "Filosofia e pedagogia della dignità umana. Il contributo di Giambattista Vico e Antonio Rosmini." Doctoral thesis, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, 2020. http://hdl.handle.net/11380/1200396.
Full textThe research contributes to the definition of the integrated theory of human dignity, corresponding to the requirements of the scientific debate on the subject, in particular on the need to construct a model capable of connecting the theory of endowment with the theory of performance. Recognizing that the elaboration of this integrated theory requires a comparison between the theories of endowment and of performance with the theories of justice, of institutions and of education, a philosophical, historical and cultural-historical recognition of this comparison takes place, with regard to the most recent debate. The element that pedagogically emerges, which is transversal and important for the attainment of the objectives, is affection, a characteristic underlying each theory, yet still undersized, as extrinsically articulated and/or juxtaposed, or not even related to other components of the theories analyzed. Once the question is put into context both from an epistemological and a historical-cultural point of view, the focus is on the comparative analysis of Vico’s and Rosmini's thought, including the Vico’s interpretation of the latter. In the light of this analysis, a review of the history of the reception of the thought of both authors on the subject is carried out, focusing on the different interpretative schools, paying specific attention to pedagogy, to verify if and which theoretical-practical elements are obtained to contribute to the elaboration of integrated theory. Particular care is devoted to the comparison between the four historical-theoretical-cultural trends of the interpretative areas of Vico’s thought – to the accentuations of which the interpretation of the conatus is transversal – and the phases of the "Rosminian question", focusing on the affective turning point of his metaphysics after the twentieth-century end of metaphysics. The main topics of convergence identified between Vico and Rosmini on the subject of dignity are: a) the conception of language and the epistemology of the imagination, a fundamental anthropological structure that concerns the conatus/affection; the survey was also carried out through the comparative application of corpora analysis (in Italian and in English), in a methodological cross between the linguistic and historical sciences; b) the role of the anthropological-religious in the theory of civilization (also compared with that of recognition); c) the centrality of law and history for the dynamics of society inspired by the need for social justice as pursued by the institutions, in particular the educational (and political) ones. The complementarity of the approaches merges with the integrated theory of human dignity as a capacity to organize the theories of justice, institutions and education in the affective turn. This is evident in the different points of view, specifically in the analysis of convergence topics: 1) Vico's social theodicy is based on the history made by men, in the providential interaction of the ideal eternal, profane and sacred history; that of Rosmini is based on the person as a subsistent right, which relates to itself, to the neighbour and to the transcendence/Providence in and through the three societies: domestic, civil and ecclesial; 2) the "juridical pedagogy" in Vico is rooted in the rhetorical dimension of the New Science and in the aesthetic one of law (both as demythologization of the mythological and as an image of the generation of the Word in the facere of the natural law of the peoples); that of Rosmini in the synthesism of the three forms of the being, such that the orders of reflection of human rights are in the image of those of conscience, which is a speculative judgment of a practical judgment at least of the second order of reflection.
MUCCI, MASSIMO. ""Experimental architecture" e utopia: l'architettura di Lebbeus Woods tra immaginazio0ne figurativa e decostruttivismo linguistico." Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/11578/282414.
Full textKaram, Henriete. "Espaço-tempo e memória : a subjetividade em Le temps retrouvé, de M. Proust." reponame:Biblioteca Digital de Teses e Dissertações da UFRGS, 2008. http://hdl.handle.net/10183/29557.
Full textLa tesi ha come corpus Le temps retrouvé, di Marcel Proust, e si propone di presentare la soggettività nella sua articolazione con lo spazio-tempo e la memoria, attraverso le figurazioni del corpo e della sensorialità. Si parte da tre questioni identificate nel testo proustiano: (a) la nozione di identità a fronte delle multiple e successive immagini dell’io; (b) la rilevanza del corpo e della sensorialità nell’interazione tra l’io e il mondo; e (c) la rappresentazione e l’espressione dell’io che cerca, mediante il racconto della totalità delle esperienze vissute, la costruzione dell’unità del senso. Considerando queste questioni, si intende – basandosi sulle proposte teoriche e metodologiche del modello semiotico analogico-digitale sviluppato da D. del Pino – che l’importanza con cui la soggettività ed il corpo vengono reintegrati nel discorso della maggior parte delle scienze umane, l’impossibilità di concepire il tempo come un’entità isolata dello spazio dopo la rivoluzione provocata dalle teorie della relatività e della meccanica quantistica e, parallelamente, lo stato della liminarità, sia della memoria che della soggettività, rendono possibile un’ottica specifica di lettura, analisi ed interpretazione dell’opera. A partire da questi presupposti, vengono studiate la coscienza del corpo, l’immagine dell’io e la significazione del soggetto, alla luce della fenomenologia e della psicanalisi; il ruolo del corpo e della sensorialità, nelle complesse operazioni soggettive di percezione e di rappresentazione di sé e del mondo; il concetto di spazio-tempo e, ancora, le nozioni heideggeriane di «essere-nel-mondo» e di «temporalità originaria»; la narrativa dell’io e la costruzione identitaria. Mediante l’analisi degli aspetti relativi all’istanza narrativa, a livello discorsivo, e della continuità dell’io, fondata fra lo spazio-tempo e la memoria, a livello diegetico, si cerca di dimostrare che il carattere spaziotemporale delle rappresentazioni, con le quali il Narratore-Protagonista di Le temps retrouvé racconta la singolarità delle proprie esperienze, fa emergere il fatto che la sua narrativa è la costruzione dell’unità della coscienza di sé, nella quale è contenuta la natura analogica del rapporto io-mondo.
A tese tem como corpus Le temps retrouvé, de Marcel Proust, e propõe-se a abordar a subjetividade em sua articulação com o espaço-tempo e a memória, através das figurações do corpo e da sensorialidade. Parte-se de três questões identificadas no texto proustiano: (a) a noção de identidade frente às múltiplas e sucessivas imagens do eu; (b) a relevância do corpo e da sensorialidade na interação entre o eu e o mundo; e (c) a representação e a expressão do eu, que, mediante o relato da totalidade das experiências vividas, busca a construção da unidade de sentido. Considerando tais questões, postula-se – com base nas diretrizes teóricas e metodológicas do modelo semiótico análogo-digital desenvolvido por D. del Pino – que a relevância com que a subjetividade e o corpo vêm sendo reintegrados no discurso da maioria das ciências humanas; a inviabilidade de, após a revolução provocada pelas teorias da relatividade e da mecânica quântica, se conceber o tempo como entidade isolada do espaço; paralelamente, o estatuto de liminaridade, tanto da memória, quanto da subjetividade, proporciona específico viés de leitura, análise e interpretação da obra. A partir de tais pressupostos, estuda-se a consciência do corpo, a imagem do eu e a significação do sujeito, sob a luz da fenomenologia e da psicanálise; o papel do corpo e da sensorialidade nas complexas operações subjetivas de apreensão e de representação de si e do mundo; o conceito de espaço-tempo, bem como as noções heideggerianas de «ser-no-mundo» e de «temporalidade originária»; a narrativa do eu e a construção identitária. Mediante a análise, no nível discursivo, dos aspectos referentes à instância narrativa e, no nível diegético, da continuidade do eu, fundada entre o espaço-tempo e a memória, se busca demonstrar que o caráter espaciotemporal das representações com que o Narrador-Protagonista de Le temps retrouvé relata a singularidade das próprias experiências evidencia que sua narrativa é a construção da unidade da consciência de si, em que está implicada a natureza analógica da relação eu-mundo.
Fioretto, Roberto. "La "scoperta" del consumatore etnico. I rituali del marketing: comunicAzione, conoscenza e potere." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2009. http://hdl.handle.net/11577/3426038.
Full textIl presente studio è il frutto di una ricerca etnografica, svolta attraverso osservazione partecipante e interviste in profondità tra il settembre del 2005 e il settembre del 2006 all’interno della sede milanese di Etnocom, prima – e a tutt’oggi unica – agenzia di comunicazione italiana operante nel marketing etnico. Da una prospettiva interazionista e costruzionista, che focalizza l’attenzione non tanto sulle organizzazioni intese come realtà oggettive tendenzialmente stabili (organizations) quanto sui processi sociali che informano l’organizzare (organizing), la ricerca indaga dall’interno i processi che animano la vita quotidiana di una organizzazione operante nel settore della comunicazione professionale. Al centro dello studio vi sono le pratiche lavorative di un gruppo di professionisti riconducibili al ceto professionale del marketing etnico, a partire dalle quali prende forma e si struttura il campo economico-professionale dell’etnomarketing. Il marketing etnico, tuttavia, è indagato primariamente per la sua capacità di enfatizzare dinamiche e processi che travalicano il campo professionale dell’etnomarketing stesso e consentono di proiettare un fascio di luce sulla più ampia cornice in cui questa nuova (per il contesto italiano) tipologia di marketing si inserisce. In altri termini, lo studio delle pratiche che animano l’etnomarketing – in fase statu nascenti – consente di mettere a fuoco, enfatizzandole, le premesse implicite e i processi sociali che informano il marketing tradizionale. Le organizzazioni della comunicazione professionale sono, inoltre, delle fucine simboliche in cui si elaborano immaginari e (frammenti di) senso, che molte persone utilizzeranno per interpretare e costruire la realtà sociale in cui sono immerse; chi lavora all’interno di tali organizzazioni svolge dunque, che ne sia o meno consapevole, un ruolo di “operatore culturale”. Se è vero che il potere odierno si manifesta nel controllo dei linguaggi e degli immaginari, se tale potere ha a che fare con il modo in cui si produce e si riceve il senso della comunicazione, l’osservazione e lo studio delle organizzazioni della comunicazione professionale offrono una nutrita messe di spunti per riflettere sulle complesse connessioni tra conoscenza, comunicazione e potere.
Campagnaro, Marnie. "Libri e Albi illustrati. Analisi, strumenti e prospettive per una pedagogia dell'immaginazione." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2011. http://hdl.handle.net/11577/3421674.
Full textIntroduzione C’è un luogo singolare che abita lo spazio sterminato della letteratura per l’infanzia, un luogo in cui i bambini godono di uno statuto speciale. È un luogo in cui, a differenza di altri ambiti e grazie al peculiare linguaggio della narrazione, i bambini possono dialogare alla pari con gli adulti e, se opportunamente sollecitati, dimostrano vivacità e abilità di lettura insospettabili, a volte perfino superiori a quelle degli adulti. Questo luogo speciale dimora nello spazio letterario degli albi illustrati, altresì denominati picturebook. Tradizionalmente utilizzato con i bambini più piccoli (asilo nido e scuola dell’infanzia) quale strumento di iniziazione al piacere di leggere, il picturebook si sta rivelando un’ottima risorsa anche per la promozione della lettura nei ragazzi più grandi. Obiettivi Focus della presente ricerca è quello di studiare le potenzialità che l’albo e il libro illustrato hanno di sviluppare processi emozionali e cognitivi di visual literacy, di formazione del pensiero critico e immaginifico nei bambini in età scolare. Descrizione La ricerca è suddivisa in due parti. La prima parte riguarda una ricognizione internazionale sul picturebook che ha l’obiettivo di delineare lo stato dell’arte, in Italia e all’estero, delle caratteristiche, della natura, delle potenzialità di utilizzo e le prospettive dell’albo illustrato contemporaneo. Tale ricognizione è stata effettuata raccogliendo i pareri espressi da un selezionato gruppo di esperti attraverso la tecnica Delphi. La ricerca ha coinvolto gli studiosi più accreditati della comunità scientifica internazionale che, oltre a fornire i paradigmi più significativi della ricerca sul territorio mondiale, hanno orientato il successivo lavoro di sperimentazione sul campo. Il gruppo di esperti coinvolto nella prima parte della ricerca è costituito da 28 esperti provenienti dall’Italia e da altri paesi europei ed extraeuropei: Francia, Germania, Gran Bretagna, Portogallo, Slovacchia, USA e Canada, Senegal, Messico, Corea e Australia. La seconda parte della ricerca consiste nella restituzione dei risultati di una sperimentazione osservativa sul campo, a partire dalle indicazioni raccolte nella prima parte della ricerca stessa. Durante la sperimentazione, attuata in una scuola primaria della provincia di Padova, si sono osservate le modalità di interazione, la tipologia di risposta e le preferenze espresse dai bambini (6, 8 e 10 anni) rispetto ad alcuni albi e libri illustrati di fiabe. La ricerca si è soffermata sulla lettura, sull’analisi e sull’interpretazione iconica di Cappuccetto Rosso, Hansel & Gretel, Barbablù. I bambini sono stati sollecitati a muoversi e orientarsi all’interno della dimensione estetico-visiva e invitati a formulare una propria valutazione critica attraverso il confronto di sette diverse versioni illustrate della stessa fiaba. Oltre alle note etnografiche, si sono utilizzati ulteriori strumenti di indagine quali il diario di bordo e di famiglia e un questionario figurativo. Risultati I risultati hanno evidenziato che esiste una relazione tra il piacere della lettura e la formazione della dimensione estetico-visiva, del pensiero critico e immaginifico. E, ancora, quanto l’educazione allo sguardo e l’alfabetizzazione visivo-emozionale siano intimamente legate all’operazione mentale di stampo costruttivista dell’attribuzione di senso, del “fare significato”. Grazie alla loro articolata struttura visiva, gli albi e i libri illustrati hanno suscitato, attraverso il coinvolgimento emotivo e il sentimento della curiosità, una lettura “sensuale” del libro, hanno favorito nel giovane lettore l’attitudine all’osservazione, hanno incoraggiato una maggiore partecipazione nell’interpretazione della storia.
BOTTO, FABIO. "Il luogo nella formazione. L'incidenza simbolica degli elementi pre-formali nelle pratiche educative." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2013. http://hdl.handle.net/10281/43607.
Full textOLIVERI, SERENA. "Imagery and perception in subjects with acquired brain damage." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/1058.
Full textIs imagery an analogous of perception? By studying patients with brain damage we saw that perceptual impairments are often associated to limitations in the ability to create images (Farah 1988, 2000). In recent literature we found cases of double dissociation, in which perceptual functions are preserved and those imaginative impaired or, vice versa, there are damaged perception functions but intact imaginative capacity. We aim to investigate the relationships between perception and imagery in patients with brain damage, in 5 different domains: shapes, colour, faces, orthographic material and spatial relationships. In the first study the aim was to explore mental imagery and visual perception skills in patients with brain injury through a battery of tests developed by Bachoud-Lèvi, Bartolomeo, Chokron in 2001, and readapted for the Italian sample by Antonietti, Oliveri, Incorpora et aal (2008). In a second study we investigated the relationships between imagery test performance and visualizer/verbalizer cognitive style, detected by proposing 2 questionnaires (VVQ and QSVV). Finally in a third study, through instrumental investigations (DTI, TAC, MRI) in a group of patient with focal damage and specific imagery deficit, we aimed to correlate imagery and perception deficits to corresponding impairment in neural correlates.
OLIVERI, SERENA. "Imagery and perception in subjects with acquired brain damage." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/1058.
Full textIs imagery an analogous of perception? By studying patients with brain damage we saw that perceptual impairments are often associated to limitations in the ability to create images (Farah 1988, 2000). In recent literature we found cases of double dissociation, in which perceptual functions are preserved and those imaginative impaired or, vice versa, there are damaged perception functions but intact imaginative capacity. We aim to investigate the relationships between perception and imagery in patients with brain damage, in 5 different domains: shapes, colour, faces, orthographic material and spatial relationships. In the first study the aim was to explore mental imagery and visual perception skills in patients with brain injury through a battery of tests developed by Bachoud-Lèvi, Bartolomeo, Chokron in 2001, and readapted for the Italian sample by Antonietti, Oliveri, Incorpora et aal (2008). In a second study we investigated the relationships between imagery test performance and visualizer/verbalizer cognitive style, detected by proposing 2 questionnaires (VVQ and QSVV). Finally in a third study, through instrumental investigations (DTI, TAC, MRI) in a group of patient with focal damage and specific imagery deficit, we aimed to correlate imagery and perception deficits to corresponding impairment in neural correlates.
MENCONERO, SOFIA. "Tra immagine e immaginazione: analisi e interpretazione dello spazio u-topico. La serie delle Carceri piranesiane." Doctoral thesis, 2021. http://hdl.handle.net/11573/1561795.
Full textThe research concerns the analysis and interpretation of spaces represented in graphic works on architectural themes generated without a rigorous application of perspective rules and architectural canons. In these cases, perspective restitution alone is not viable as a tool for analysing and interpreting spaces in three dimensions. Reconstructive hypotheses are complex and must be pursued in other ways. The proposed method has found other paths available, both by using representation science tools and involving other disciplines where the latter has failed to provide clear answers. The solution involves integrating three different types of analysis and interpretation: architectural, perspective, and perceptive ones. In pursuing this study, the emblematic work of Giovanni Battista Piranesi was chosen as a ground for experimentation: the fascinating series of Carceri, the obscure visions that the black mind of the Venetian engraver conceived in his youth (1749-50) and reworked about ten years later (1760-61). The Carceri provided the opportunity to have two versions of the same work, so a method was defined to compare them graphically to highlight the differences and complete the work’s general interpretation. The research is structured in the three parts that make up this volume. A prologue of a more theoretical nature introduces the figure of Piranesi and motivates the choice of the term ‘u-topical’ that was used in the title, as well as fixing other semantic questions. The second part of the research, mainly experimental, deals with the analysis and interpretation of imaginary space. Here, all the stages that led to the definition of this theme’s research method are retraced. The third part, also experimental, focuses on comparing the different versions of the same work: from the application of image processing and digital imaging techniques to the interpretation of the results.
Sorriga, Fabio. "Preesistenze in postproduzione. Tecniche compositive dell'architettura contemporanea nell'intervento sull'esistente." Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/11573/1252476.
Full textALIBERTI, FRANCESCO. "Raccontare per ritrovarsi. Pratiche di narrazione online come uso del territorio." Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/11573/1246164.
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