To see the other types of publications on this topic, follow the link: INCIDENTE RILEVANTE.

Dissertations / Theses on the topic 'INCIDENTE RILEVANTE'

Create a spot-on reference in APA, MLA, Chicago, Harvard, and other styles

Select a source type:

Consult the top 25 dissertations / theses for your research on the topic 'INCIDENTE RILEVANTE.'

Next to every source in the list of references, there is an 'Add to bibliography' button. Press on it, and we will generate automatically the bibliographic reference to the chosen work in the citation style you need: APA, MLA, Harvard, Chicago, Vancouver, etc.

You can also download the full text of the academic publication as pdf and read online its abstract whenever available in the metadata.

Browse dissertations / theses on a wide variety of disciplines and organise your bibliography correctly.

1

Bottegoni, Valentina. "L'analisi preliminare del rischio di incidente rilevante." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016.

Find full text
Abstract:
Con l’emanazione del D.Lgs.105/2015, che si è posto come testo unico per il controllo del rischio di incidente rilevante, viene data grande attenzione all'analisi preliminare del rischio. Nella parte 1 dell’allegato C, intitolata “Contenuti richiesti per il Rapporto di Sicurezza”, viene disposto che l’analisi degli scenari incidentali sia preceduta da un'analisi preliminare del rischio per l’individuazione delle unità critiche dello stabilimento: lo studio approfondito e quantificato degli scenari incidentali andrà effettuato per le unità individuate come critiche al termine dell'analisi preliminare del rischio. Nella parte 3 dell’allegato C intitolata “Criteri di valutazione dei Rapporti di Sicurezza ai fini delle verifiche di conformità della documentazione e di idoneità ed efficacia dell’analisi dei rischi effettuata e delle relative misure di sicurezza”, viene sottolineato che l’analisi preliminare del rischio per i depositi di G.P.L. e per i depositi di liquidi infiammabili e/o tossici debba ancora essere effettuata con i metodi ad indici previsti ai sensi del D.Lgs.334/99 e s.m.i., ovvero con le procedure descritte nel D.M.15/05/96 e nel D.M.20/10/98. Per tutte le altre tipologie di stabilimenti tale analisi deve essere svolta o secondo il metodo ad indici generale descritto nel D.P.C.M.31/03/89, o secondo metodologie equivalenti scelte dal Gestore e aventi comunque analoga finalità. La libertà di scelta sul metodo da utilizzare ha giustificato l’individuazione di alcune metodologie proposte in ambito internazionale, come il metodo Dow Fire & Explosion Index, il metodo Dow Chemical Exposure Index, il metodo Mond Fire, Explosion and Toxicity Index ed il metodo Safety Weighted Hazard Index. Obiettivo del presente lavoro di tesi è stata l’analisi comparativa dei metodi per l’analisi preliminare del rischio, effettuata sia da un punto di vista teorico che pratico, considerando l’applicazione delle diverse procedure ad un caso di studio del contesto italiano.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

Zanardi, Luca. "L'invecchiamento degli impianti a rischio di incidente rilevante." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

Find full text
Abstract:
In Europa molti degli impianti in funzione hanno raggiunto o superato la fine della propria vita nominale di progetto, durante la quale ogni elemento d’impianto ha subito forme di degrado materiale. Nella fase finale della vita il danno accumulato può raggiungere una dimensione tale da rendere l’attrezzatura non più idonea ad esercitare la sua funzione. Negli ultimi anni, il settore industriale ha posto un’attenzione crescente nei riguardi delle problematiche legate al fenomeno indicato come “invecchiamento”, che non è riferito meramente alla sola età di un impianto, ma alla condizione in cui esso si trova e a come questa sia cambiata nel tempo. Un Gruppo di Lavoro (GdL) istituito dall’INAIL ha elaborato un Metodo ad Indici per la valutazione del programma di gestione del'invecchiamento, individuando alcuni fattori che influenzano il fenomeno. Lo scopo della presente tesi, sviluppata presso la società ICARO di Cortona (AR), è quello di contribuire alla messa a punto di una metodologia per la selezione degli elementi d’impianto critici da sottoporre al Metodo ad Indici elaborato dal GdL. Il presente elaborato di tesi è così strutturato. Dopo il Capitolo 1, avente carattere introduttivo, nel Capitolo 2 viene descritto l’invecchiamento, definendolo e riportandone le evidenze storiche. Nel Capitolo 3 sono indicate le disposizioni legislative nazionali che riguardano l’invecchiamento e alcune norme tecniche. Il Capitolo 4 è dedicato alla presentazione del Metodo ad Indici del GdL. Nel Capitolo 5 è descritta la Metodologia ICARO, sviluppata, anche grazie al seguente elaborato di tesi, come strumento di supporto per l’applicazione del Metodo del GdL. Il Capitolo 6 riporta un'applicazione della Metodologia ICARO ad un caso di studio. Nel Capitolo 7 è descritto l'approccio RBI, che rappresenta un valido strumento di gestione e monitoraggio dell’invecchiamento. Il Capitolo 8 contiene alcune considerazioni finali relative allo studio.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
3

Andraghetti, Elisa. "Stabilimenti a rischio di incidente rilevante: valutazione della vulnerabilità ambientale." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amslaurea.unibo.it/582/.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
4

Flori, Luca. "La valutazione del rischio di incidente rilevante per le acque superficiali." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/8013/.

Full text
Abstract:
L’elaborato di Tesi esamina gli strumenti proposti nella letteratura tecnica per effettuare un’analisi di rischio di incidente rilevante per le acque superficiali. In Italia, nel 1988, è stata introdotta una normativa apposita per la prevenzione dei grandi rischi industriali, che definisce l’indicente rilevante come: “un evento quale un’emissione, un incendio o un’esplosione di grande entità, dovuto a sviluppi incontrollati che si verificano durante l’attività di uno stabilimento e che dia luogo a un pericolo grave, immediato o differito, per la salute umana o per l’ambiente, all’interno o all’esterno dello stabilimento, e in cui intervengano una o più sostanze pericolose”. Tuttavia, in mancanza di metodologie comprensive per il calcolo del rischio ambientale di incidente rilevante, la normativa italiana richiede di valutare il rischio per l’ambiente solamente in maniera qualitativa. Vengono quindi analizzati in questo elaborato metodi semplificati di valutazione del rischio. Questi metodi sono descritti nel Rapporto ISPRA 2013, che elenca alcune metodologie formulate in ambito europeo e propone un nuovo metodo a indici, utilizzabile per una valutazione preliminare di analisi di rischio per i siti del territorio nazionale. In particolare, in questo elaborato vengono illustrati nel dettaglio: il metodo proposto dal predetto Rapporto, basato sull’Indice di Propensione al Rilascio di uno stabilimento e sulla sensibilità ambientale dei corpi idrici posti nelle sue immediate vicinanze; e un metodo a indici proposto dalle autorità svedesi, l’Environmental Accident Index, che fornisce un’analisi preliminare del rischio intrinseco di uno stabilimento. Vengono poi presi in rassegna software che implementino modelli di dispersione degli inquinanti in acqua, utilizzabili per la valutazione delle conseguenze ambientali di un rilascio che coinvolga un corpo idrico superficiale. Si analizza nel dettaglio ADIOS 2, software gratuito distribuito dalla National Oceanic and Atmospheric Administration, specifico per la modellazione della dispersione di idrocarburi in mari ed estuari. Per effettuare una validazione delle metodologie sopraelencate, se ne è considerata l’applicazione ad un caso di studio reale, costituito da un deposito costiero di prodotti petroliferi. Innanzitutto si è calcolato per il deposito l’indice EAI; si è poi applicato il metodo qualitativo proposto dal Rapporto ISPRA 2013 e si è effettuata la simulazione di un rilascio di gasolio in acqua con il software ADIOS 2. A conclusione del lavoro svolto è possibile affermare che l’indice EAI non è adatto agli stabilimenti a rischio di incidente rilevante, in quanto è pesato per stoccaggi di sostanze pericolose di piccole dimensioni. Invece, sia il metodo ad indici del Rapporto ISPRA che il software ADIOS 2 sono strumenti utili per una prima valutazione del rischio di contaminazione delle acque superficiali.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
5

Vergari, Enrica. "Il censimento degli elementi vulnerabili in un'area a rischio di incidente rilevante." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/4004/.

Full text
Abstract:
Il territorio di Ferrara è caratterizzata da un’area ad elevata concentrazione di stabilimenti a rischio di incidente rilevante e dalla movimentazione di ingenti quantitativi di sostanze pericolose sulla rete stradale, ferroviaria ed in condotta. Basti pensare che nel solo Comune di Ferrara sono ben 5 le aziende che, per tipologia e quantità di sostanze presenti, rientrano nel campo di applicazione del D.Lgs. 334/99 (“Attuazione delle direttiva 96/82/CE relativa al controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose”). Per questo motivo, il 24 febbraio 2012 è stato sottoscritto a Ferrara il protocollo d’intesa per l’avvio dello Studio di Sicurezza Integrato d’Area (SSIA) del polo chimico ferrarese da parte della Regione Emilia Romagna, dell’Agenzia Regionale di Protezione Civile, del Comune e della Provincia di Ferrara, dell’Ufficio Territoriale del Governo, della Direzione Regionale dei Vigili del Fuoco, dell’Agenzia Regionale Prevenzione e Ambiente e delle stesse aziende del polo chimico. L’Università di Bologna, tramite il Dipartimento di Ingegneria Chimica, Mineraria e delle Tecnologie Ambientali presso il quale è stato svolto il presente lavoro di tesi, prende parte al Consiglio Scientifico ed al Comitato Tecnico del SSIA, aventi funzioni di direzione e di gestione operativa della ricerca. Il progetto è modellato sulla precedente esperienza realizzata in regione per il polo industriale di Ravenna (progetto ARIPAR), la cui validità è stata ampiamente riconosciuta a livello nazionale ed internazionale. L’idea alla base dello studio deriva dal fatto che per avere un quadro della situazione in un’area così complessa, è necessario non solo valutare l’insieme dei rischi presenti, ma anche le loro correlazioni e le conseguenze sul territorio di riferimento. In un’analisi di rischio d’area risulta di primaria importanza l’analisi della vulnerabilità del territorio circostante il sito industriale, in quanto scenari attesi di danno di pari severità assumono una differente valenza in relazione all’effettiva presenza di bersagli nell’area di interesse. Per tale motivo il presente lavoro di tesi ha avuto l’obiettivo di istruire il censimento della vulnerabilità del territorio di Ferrara, con riferimento ai bersagli “uomo”, “ambiente” e “beni materiali”. In primo luogo si è provveduto, sulla base delle distanze di danno degli scenari incidentali attesi, a definire l’estensione dell’area in cui effettuare il censimento. Successivamente si è approfondito il censimento della vulnerabilità del bersaglio “uomo”, prendendo in considerazione sia la popolazione residente, sia i centri di vulnerabilità localizzati all’interno dell’area potenzialmente interessata da incidenti rilevanti. I centri di vulnerabilità non sono altro che luoghi ad elevata densità di persone (ad esempio scuole, ospedali, uffici pubblici, centri commerciali), spesso caratterizzati da una maggiore difficoltà di evacuazione, sia per l’elevato numero di persone presenti sia per la ridotta mobilità delle stesse. Nello specifico si è proceduto alla creazione di un database (grazie all’utilizzo del software ArcView GIS 3.2) di tutti i centri di vulnerabilità presenti, ai quali è stato possibile associare una precisa localizzazione territoriale ed altri dati di carattere informativo. In una fase successiva dello SSIA sarà possibile associare ai centri di vulnerabilità le relative categorie di popolazione, indicando per ciascuna il numero dei presenti. I dati inseriti nel database sono stati forniti in massima parte dal Comune di Ferrara e, in misura più limitata, dall’Agenzia Regionale di Protezione Civile e dalla Camera di Commercio. Presentando spesso tali dati un’aggregazione diversa da quella necessaria ai fini dello SSIA, è stato necessario un intenso lavoro di analisi, di depurazione e di riaggregazione allo scopo di renderli disponibili in una forma fruibile per lo SSIA stesso. Da ultimo si è effettuata una valutazione preliminare della vulnerabilità dei bersagli “ambiente” e “beni materiali”. Per quanto riguarda l’ambiente, si sono messe in luce le aree sottoposte a vincoli di tutela naturalistica e quindi particolarmente vulnerabili in caso di un rilascio accidentale di sostanze pericolose. Per il bersaglio “beni materiali”, non essendo stato possibile reperire dati, si è sono evidenziate le categorie di beni da censire. In conclusione, è possibile affermare che lo studio effettuato in questo lavoro di tesi, ha consentito non solo di conseguire l’obiettivo inizialmente stabilito – l’istruzione del censimento della vulnerabilità del territorio di Ferrara - ma ha contribuito anche alla definizione di una metodologia per il censimento di aree vaste che potrà essere utilmente applicata ad altre zone del territorio nazionale.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
6

Stilla, Lara Marzia. "La valutazione del rischio di incidente rilevante per i depositi di fitosanitari." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7903/.

Full text
Abstract:
I prodotti fitosanitari sono sostanze attive e preparati, contenenti una o più sostanze attive, destinati a proteggere i vegetali, a favorire e regolare i loro processi vitali, a conservarli, a eliminare le parti non necessarie, a frenare o evitare un loro indesiderato accrescimento, ad eliminare le piante indesiderate. Il prodotto fitosanitario è composto normalmente da tre tipologie di sostanze: sostanza attiva, coadiuvante e coformulante. Le sostanze attive rappresentano la parte del prodotto fitosanitario che serve a combattere l’avversità che si vuole controllare, cioè la sostanza tossica che, a seconda della pericolosità e della concentrazione presente nella formulazione, concorre a determinare la classe di tossicità e quindi di pericolosità del prodotto. Gli stabilimenti che detengono fitosanitari sono suddivisi in depositi e siti produttivi. Secondo la classificazione dell’ISPRA, i depositi di fitosanitari costituiscono una delle 15 categorie di attività a rischio di incidente rilevante, mentre, i siti produttivi rientrano nella categoria degli stabilimenti chimici e/o petrolchimici. Il presente lavoro di tesi ha riguardato la valutazione del rischio di incidente rilevante per i depositi di fitosanitari, con particolare attenzione al rischio associato alla produzione di composti tossici a seguito di scenari incidentali di incendio. È stata in primo luogo effettuata una ricerca approfondita finalizzata a comprendere che cosa sono i prodotti fitosanitari, a quale scopo servono e quali sono i rischi ad essi associati. Successivamente, è stato effettuato un approfondimento delle norme a cui i siti che producono e detengono fitosanitari sono soggetti. È stato quindi effettuato un censimento per individuare quali e quanti sono i depositi e i siti di produzione di prodotti fitosanitari suscettibili di causare incidenti rilevanti in Italia. Si è poi proceduto all’analisi storica sulle banche dati MHIDAS, E-MARS ed ARIA, al fine di individuare gli eventi incidentali che hanno interessato depositi e siti produttivi di fitosanitari. Successivamente, si è analizzato il Regolamento CPR-15, quale metodo raccomandato dal ministero olandese VROM (Ministerie van Volkshuisvesting, Ruimtelijke Ordening en Milieu) per la valutazione del rischio associato a depositi di fitosanitari. Come applicazione della metodologia per la valutazione del rischio descritta dal Regolamento CPR 15, è stata effettuata la modellazione di uno scenario di incendio in un deposito reale di fitosanitari attraverso il Warehouse Model, implementato nel software PHAST 6.54. La simulazione ha portato a definire l’estensione delle aree di danno associate alla dispersione dei fumi tossici prodotti dall’incendio.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
7

Crivellari, Anna. "Stabilimenti a rischio di incidente rilevante: Novità apportate dal D.Lgs. 105/2015." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/9749/.

Full text
Abstract:
A partire dal 1° giugno 2015 è stato adottato ufficialmente in Europa il Regolamento 1272/2008/CE relativo alla classificazione, all'etichettatura e all'imballaggio delle sostanze e miscele pericolose, noto con il termine di Regolamento CLP. La data del 1° giugno 2015 coincide anche con il termine ultimo prescritto per il recepimento da parte degli Stati membri dell’Unione Europea della Direttiva 2012/18/UE sul controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose. Dunque, come recepimento della sopracitata direttiva, il 29 luglio 2015 è stato emanato in Italia il D.Lgs. 105/2015, che ha introdotto numerose novità indotte non solo dalla direttiva da cui discende, ma anche e soprattutto dal fatto che il Legislatore italiano ha colto l’occasione per legiferare su alcuni aspetti attuativi della direttiva, così da produrre quello che viene identificato in ambito nazionale come Testo Unico per il rischio di incidente rilevante. La variazione più evidente apportata dal D.Lgs. 105/2015 rispetto alla norma precedente è l’adeguamento dell’allegato 1 al Regolamento CLP; l’allegato 1 elenca le sostanze e le categorie di sostanze pericolose con i corrispondenti valori soglia da utilizzare per valutare l’assoggettabilità degli stabilimenti al Decreto. A fronte dell’emanazione del D.Lgs. 105/2015, l’impatto dell’adeguamento è controverso e non noto a priori: nonostante la classificazione degli stabilimenti assoggettabili si mantenga sempre su due livelli, non è da escludersi il possibile passaggio di uno stabilimento da una situazione a rischio basso ad una a rischio alto o viceversa oil suo ingresso o la sua fuoriuscita dal campo di applicazione del Decreto. Altri elementi innovativi introdotti dal D.Lgs. 105/2015 sono relativi ai contenuti del Rapporto di Sicurezza, che deve essere redatto e trasmesso dai Gestori degli stabilimenti a maggior rischio: viene disposta per generici stabilimenti la possibilità di adottare per l’analisi preliminare del rischio metodologie alternative al metodo ad indici finora esclusivamente previsto dalla norma italiana. Inoltre, nel testo del D.Lgs. 105/2015 vengono ufficialmente indicati i riferimenti a due metodi semplificati (uno per il suolo e sottosuolo e uno per le acque superficiali) per la valutazione del rischio di contaminazione ambientale causato da rilasci rilevanti di idrocarburi liquidi e/o sostanze eco-tossiche da depositi. Per quanto riguarda il rischio di incidenti tecnologici innescati da fenomeni naturali (rischio NaTech), la nuova norma sancisce la libertà di scelta da parte dei Gestori della metodologia di valutazione da adottare con riferimento allo stato dell’arte in materia. Al fine di applicare una prima valutazione delle novità introdotte dal D.Lgs. 105/2015, si è considerata l’applicazione di alcune valutazioni previste dal Decreto a due casi di studio reali: come primo caso si è scelto uno Stabilimento che effettua principalmente l’attività di produzione e deposito nel settore degli esplosivi e come secondo caso uno Stabilimento che produce e confeziona prodotti per la nutrizione e difesa vegetale rappresentati per lo più da fertilizzanti organo-minerali e agrofarmaci.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
8

Trequattrini, Alice. "La valutazione dell’invecchiamento degli impianti a rischio di incidente rilevante: casi di studio." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

Find full text
Abstract:
L’invecchiamento è il processo naturale che porta ad un aumento di entropia, in qualunque sistema fisico. Nell’ambito dell’industria di processo il fenomeno aumenta il rischio di perdita di contenimento delle sostanze ed è riconosciuto come una delle cause determinanti degli incidenti rilevanti nell’industria chimica. Uno stabilimento è a rischio di incidente rilevante in base alla tipologia ed alla quantità delle sostanze pericolose utilizzate nello stabilimento stesso. Essendo oneroso cambiare un impianto ed un processo produttivo funzionante, per gestire l’invecchiamento si cerca di incrementare le ispezioni e le manutenzioni a cui l’impianto stesso è sottoposto, e di intervenire, qualora fosse necessario, nei punti in cui l’invecchiamento determina condizioni di sicurezza precarie. In ambito europeo non è disponibile una metodologia standardizzata per valutare l’invecchiamento; quindi ai singoli Stati membri è lasciata la libertà di sviluppare un metodo utile a tale scopo. In Italia il compito di fornire un metodo per la valutazione dell’invecchiamento è stato affidato ad un gruppo di lavoro costituito appositamente, che ha elaborato una procedura per la “valutazione sintetica dell’adeguatezza del programma di gestione dell’invecchiamento delle attrezzature negli stabilimenti Seveso”, nota con il termine di “metodo INAIL”. Il personale per costituire questo gruppo di lavoro è stato fornito da INAIL, ISPRA, ARPA delle regioni Veneto, Liguria, Piemonte, e Università di Messina. Lo scopo del presente lavoro di tesi è di applicare il metodo INAIL per la valutazione dell’adeguatezza del programma di gestione dell’invecchiamento a due casi di studio relativi a stabilimenti a rischio di incidente rilevante presenti sul territorio nazionale.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
9

Alessandrini, Simona. "La valutazione dell'effetto domino: L'approccio di una azienda a rischio di incidente rilevante." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/6505/.

Full text
Abstract:
Nell’ambito delle problematiche relative agli impianti a rischio di incidente rilevante, riscontra particolare interesse l’analisi dell’effetto domino, sia per la grande severità delle conseguenze degli eventi incidentali che esso comporta, sia per l’indeterminazione ancora presente nelle metodologie di analisi e di valutazione del fenomeno stesso. Per effetto domino si intende la propagazione di un evento incidentale primario dall’apparecchiatura dalla quale ha avuto origine alle apparecchiature circostanti, che diventano sorgenti di eventi incidentali secondari. Infatti elevati valori dell’irraggiamento, della sovrappressione di picco ed il lancio di proiettili, imputabili all’evento primario, possono innescare eventi secondari determinando una propagazione a catena dell’incidente così come si propaga la catena di mattoncini nel gioco da tavolo detto “domino”. Le Direttive Europee 96/82/EC e 2012/18/EU denominate, rispettivamente “Seveso II” e “Seveso III” stabiliscono la necessità, da parte del gestore, di valutare l’effetto domino, in particolare in aree industriali ad elevata concentrazione di attività a rischio di incidente rilevante. L’analisi consiste nel valutare, in termini di frequenza e magnitudo, gli effetti indotti su apparecchiature cosiddette “bersaglio” da scenari incidentali che producono irraggiamenti, onde di pressione e lancio di proiettili. Il presente lavoro di tesi, svolto presso lo stabilimento di Ravenna di ENI Versalis, ha lo scopo di presentare una metodologia per l’analisi dell’effetto domino adottata in un caso reale, in mancanza di un preciso riferimento normativo che fissi i criteri e le modalità di esecuzione di tale valutazione. Inoltre esso si presta a valutare tutte le azioni preventive atte a interrompere le sequenze incidentali e quindi i sistemi di prevenzione e protezione che possono contrastare un incidente primario evitando il propagarsi dell’incidente stesso e quindi il temuto effetto domino. L’elaborato è strutturato come segue. Dopo il Capitolo 1, avente carattere introduttivo con l’illustrazione delle linee guida e delle normative in riferimento all’effetto domino, nel Capitolo 2 sono descritte le principali tecniche di analisi di rischio che possono essere utilizzate per l’individuazione degli eventi incidentali credibili ovvero degli eventi incidentali primari e della loro frequenza di accadimento. Nel Capitolo 3 vengono esaminati i criteri impiegati da ENI Versalis per la valutazione dell’effetto domino. Nei Capitoli 4 e 5 sono descritti gli iter tecnico-procedurali messi a punto per la progettazione della protezione antincendio, rispettivamente attiva e passiva. Nel Capitolo 6 viene approfondito un aspetto particolarmente critico ovvero la valutazione della necessità di dotare di protezione le tubazioni. Nel Capitolo 7 viene illustrata la progettazione antifuoco di un caso di studio reale dello stabilimento ENI Versalis di Ravenna: l’unità di Idrogenazione Selettiva. Infine nel Capitolo 8 sono riportate alcune considerazioni conclusive.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
10

Cupiccia, Melissa. "Valutazione preliminare dell'effetto domino negli stabilimenti a rischio di incidente rilevante dell'Emilia Romagna." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/10213/.

Full text
Abstract:
Nell'ambito dell'industria di processo, si definisce "effetto domino" la propagazione di un evento incidentale primario dovuta all’accadimento di uno o più incidenti secondari innescati dall’evento primario, con amplificazione dell’area di danno. Un incidente con effetto domino vede infatti la presenza iniziale di uno scenario incidentale primario, solitamente causato dal rilascio di sostanze pericolose e/o dal rilascio di energia tali da determinare effetti dannosi in grado di innescare successivamente degli eventi incidentali secondari, che determinino un'intensificazione delle conseguenze dell'evento iniziale. Gli incidenti con effetto domino possono avere conseguenze all'interno dello stabilimento in cui ha origine lo scenario incidentale primario o all'esterno, eventualmente coinvolgendo, stabilimenti limitrofi: nel primo caso si parla di effetto domino intra-stabilimento, nel secondo di effetto domino inter-stabilimento. Gli ultimi decenni hanno visto un forte aumento della domanda di prodotti dell'industria chimica e dunque del numero di impianti di processo, talvolta raggruppati nei cosiddetti "chemical clusters", ossia aree ad elevata concentrazione di stabilimenti chimici. In queste zone il rischio di effetto domino inter-stabilimento è particolarmente alto, a causa della stretta vicinanza di installazioni che contengono elevati quantitativi di sostanze pericolose in condizioni operative pericolose. È proprio questa consapevolezza, purtroppo confermata dal verificarsi di diversi incidenti con effetto domino, che ha determinato negli ultimi anni un significativo aumento delle ricerche relative all'effetto domino e anche una sua maggiore considerazione nell'ambito della normativa. A riguardo di quest'ultimo aspetto occorre citare la Direttiva Europea 2012/18/UE (comunemente denominata Direttiva Seveso III) e il suo recepimento nella normativa italiana, il Decreto Legislativo del 26 giugno 2015, "Attuazione della direttiva 2012/18/UE relativa al controllo del pericolo di incidenti rilevanti connessi con sostanze pericolose, entrato in vigore il 29 luglio 2015: questo decreto infatti dedica ampio spazio all'effetto domino e introduce nuovi adempimenti per gli stabilimenti a Rischio di Incidente Rilevante presenti sul territorio nazionale. In particolare, l'Allegato E del D. Lgs. 105/2015 propone una metodologia per individuare i Gruppi domino definitivi, ovvero i gruppi di stabilimenti a Rischio di Incidente Rilevante tra i quali è possibile il verificarsi di incidenti con effetto domino inter-stabilimento. Nel presente lavoro di tesi, svolto presso ARPAE (Agenzia Regionale per la Prevenzione, l'Ambiente e l'Energia) dell'Emilia Romagna, è stata effettuata, secondo la metodologia proposta dall'Allegato E del D. Lgs. 105/2015, la valutazione dell'effetto domino inter-stabilimento per gli stabilimenti a Rischio di Incidente Rilevante presenti in Emilia Romagna, al fine di individuare i Gruppi domino definitivi e di valutare l'aggravio delle conseguenze fisiche degli eventi incidentali primari origine di effetto domino.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
11

Cenni, Serena. "Analisi critica del rapporto di sicurezza di uno stabilimento a rischio di incidente rilevante." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/3413/.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
12

Ferocino, Marco. "Analisi del rischio security per stabilimenti a rischio di incidente rilevante: due casi di studio." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

Find full text
Abstract:
L’analisi di rischio security ha interessato l’industria di processo a partire dal 2001, quando gli eventi dell’11 settembre portarono alla presa di coscienza del potenziale pericolo generato dall’industria stessa nei confronti della popolazione. Da allora, la collaborazione tra enti di ricerca ed organizzazioni governative ha prodotto una serie di metodologie per la valutazione del rischio security, le quali seguono approcci qualitativi o semi-quantitativi. Lo scopo di tali metodologie è individuare le minacce connesse ad uno stabilimento e le vulnerabilità che gli avversari possono sfruttare per compiere con successo un attacco; queste variabili sono confrontate con le misure di sicurezza presenti e da tale confronto emerge una misura del rischio per lo stabilimento in questione. Questo lavoro di tesi è nato dall’esigenza di studiare e valutare l’applicabilità e i limiti delle metodologie presenti in letteratura per la valutazione del rischio security, mediante un confronto diretto tra di esse e la loro applicazione a 2 stabilimenti a rischio di incidente rilevante. L’attività di tesi è suddivisibile in 2 fasi: una prettamente teorica, in cui le metodologie studiate sono descritte e confrontate tra loro, ed una applicativa, durante la quale le metodologie sono applicate a 2 casi di studio. Mentre il capitolo 1 introduce il rischio security, il capitolo 2 riporta la descrizione delle 3 metodologie prese in esame ed il loro confronto. Il capitolo 3 ed il capitolo 4 descrivono invece i due casi di studio, i quali sono rispettivamente un impianto per lo stoccaggio del GPL e la produzione di bombolette ed un impianto in cui avviene la polimerizzazione del butadiene. Il capitolo 5 ed il capitolo 6 vedono invece l’applicazione delle 3 metodologie ai due casi di studio precedentemente descritti, insieme ad un confronto dei risultati ottenuti. Infine, il capitolo 7 riassume le conclusioni dello studio, con l’indicazione delle possibili migliorie alle metodologie.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
13

Brotto, Marco. "Analisi critica del Rapporto Preliminare di Sicurezza di uno stabilimento a rischio di incidente rilevante." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

Find full text
Abstract:
Nel presente lavoro di tesi è stata ripercorsa l’intera analisi di rischio di incidente rilevante di un deposito di GNL, contenuta all’interno del Rapporto Preliminare di Sicurezza redatto per lo stabilimento in esame. In seguito al Capitolo 1, che si pone come scopo l’introduzione dell’argomento di tesi, nel Capitolo 2 sono trattate le caratteristiche principali del GNL, lo stato attuale del mercato europeo e globale, la situazione degli impianti in fase di progetto in Italia, le normative alle quali sono assoggettati tali stabilimenti in Italia e l’analisi storica dei principali incidenti nei quali è coinvolto il GNL. Nel Capitolo 3 viene introdotto il caso in esame con una breve descrizione dell’impianto e delle principali misure di sicurezza atte a prevenire gli incidenti rilevanti. Nel Capitolo 4 sono esposti gli scenari di rilascio ipotizzati, ai quali è associata una frequenza di accadimento desunta da banche dati affidabilistiche. Sono stati elaborati anche gli alberi degli eventi, sulla base di varie fonti bibliografiche, ed è stata ricavata la frequenza di accadimento degli scenari incidentali finali. Nel Capitolo 5 sono applicati i modelli sorgente agli scenari di rilascio accidentale e, nel Capitolo 6, sono valutate le conseguenze degli scenari incidentali finali del deposito in esame con l’utilizzo del software TNO Effects 10. Nel Capitolo 7 sono riportate le considerazioni conclusive del presente lavoro di tesi.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
14

Canala, Sara. "Metodologie per la valutazione del rischio di incidente rilevante negli stabilimenti che trattano sostanze esplosive." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

Find full text
Abstract:
Il presente lavoro di tesi si inserisce nel settore specifico degli stabilimenti che producono, stoccano e vendono sostanze esplodenti nell’ambito delle attività civili. Quando si parla di stabilimenti che detengono sostanze esplosive, intese o come esplosivi pirotecnici oppure esplosivi ad uso civile, è bene considerare sia le installazioni di processo in cui avviene la produzione e il confezionamento delle sostanze esplodenti, sia le installazioni di deposito in cui avviene lo stoccaggio, la manipolazione e il trasferimento di queste sostanze. In funzione della quantità di sostanza pericolosa presente, in Italia gli stabilimenti che detengono sostanze esplosive sono per legge soggetti al T.U.L.P.S. e possono essere soggetti al D. Lgs 105/2015 e classificati come stabilimenti a rischio di incidente rilevante. Possono dunque essere richieste specifiche misure di protezione e adeguate procedure aziendali di gestione al fine di contenere il rischio entro valori accettabili e ridurre al minimo l’impatto su elementi vulnerabili esterni a seguito di un eventuale evento incidentale. Per questi motivi risulta importante che gli stabilimenti che trattano esplosivi svolgano un’analisi del rischio, attraverso la valutazione della distribuzione spaziale delle conseguenze e della frequenza con cui si può verificare un incidente. Lo scopo del lavoro di tesi è di analizzare le metodologie disponibili per la stima delle conseguenze e delle frequenze degli scenari incidentali propri degli stabilimenti che trattano materiale esplosivo. Lo studio ha sia carattere teorico che pratico, dal momento che è considerata l’applicazione dei metodi analizzati ad uno stabilimento assunto come caso di studio.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
15

Puricella, Andrea. "Valutazione del rischio di incidente rilevante con contaminazione del suolo: il caso di un oleodotto." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amslaurea.unibo.it/2041/.

Full text
Abstract:
Il presente lavoro di tesi si colloca nell’ambito della valutazione del rischio di incidente rilevante. Ai sensi della normativa europea (direttive Seveso) e del loro recepimento nella legislazione nazionale (D.Lgs. 334/99 e s.m.i.) un incidente rilevante è costituito da un evento incidentale connesso al rilascio di sostanze pericolose in grado di causare rilevanti danni all’uomo e/o all’ambiente. Ora, se da un lato esistono indici di rischio quantitativi per il bersaglio ”uomo” da tempo definiti e universalmente adottati nonché metodologie standardizzate e condivise per il loro calcolo, dall’altro non vi sono analoghi indici di rischio per il bersaglio “ambiente” comunemente accettati né, conseguentemente, procedure per il loro calcolo. Mancano pertanto anche definizioni e metodologie di calcolo di indici di rischio complessivo, che tengano conto di entrambi i bersagli citati dalla normativa. Al fine di colmare questa lacuna metodologica, che di fatto non consente di dare pieno adempimento alle stesse disposizioni legislative, è stata sviluppata all’interno del Dipartimento di Ingegneria Chimica, Mineraria e delle Tecnologie Ambientali dell’Università degli Studi di Bologna una ricerca che ha portato alla definizione di indici di rischio per il bersaglio “ambiente” e alla messa a punto di una procedura per la loro stima. L’attenzione è stata rivolta in modo specifico al comparto ambientale del suolo e delle acque sotterranee (falda freatica) ed ai rilasci accidentali da condotte di sostanze idrocarburiche immiscibili e più leggere dell’acqua, ovvero alle sostanze cosiddette NAPL – Non Acqueous Phase Liquid, con proprietà di infiammabilità e tossicità. Nello specifico si sono definiti per il bersaglio “ambiente” un indice di rischio ambientale locale rappresentato, punto per punto lungo il percorso della condotta, dai volumi di suolo e di acqua contaminata, nonché indici di rischio ambientale sociale rappresentati da curve F/Vsuolo e F/Sacque, essendo F la frequenza con cui si hanno incidenti in grado di provocare contaminazioni di volumi di suolo e di superfici di falda uguali o superiori a Vsuolo e Sacque. Tramite i costi unitari di decontaminazione del suolo e delle acque gli indici di rischio ambientale sociale possono essere trasformati in indici di rischio ambientale sociale monetizzato, ovvero in curve F/Msuolo e F/Macque, essendo F la frequenza con cui si hanno incidenti in grado di provocare inquinamento di suolo e di acque la cui decontaminazione ha costi uguali o superiori a Msuolo ed Macque. Dalla combinazione delle curve F/Msuolo e F/Macque è possibile ottenere la curva F/Mambiente, che esprime la frequenza degli eventi incidentali in grado di causare un danno ambientale di costo uguale o superiore a Mambiente. Dalla curva di rischio sociale per l’uomo ovvero dalla curva F/Nmorti, essendo F la frequenza con cui si verificano incidenti in grado di determinare un numero di morti maggiore o uguale ad Nmorti, tramite il costo unitario della vita umana VSL (Value of a Statistical Life), è possibile ottenete la curva F/Mmorti, essendo F la frequenza con cui si verificano incidenti in grado di determinare un danno monetizzato all’uomo uguale o superiore ad Mmorti. Dalla combinazione delle curve F/Mambiente ed F/Mmorti è possibile ottenere un indice di rischio sociale complessivo F/Mtotale, essendo F la frequenza con cui si verifica un danno economico complessivo uguale o superiore ad Mtotale. La procedura ora descritta è stata implementata in un apposito software ad interfaccia GIS denominato TRAT-GIS 4.1, al fine di facilitare gli onerosi calcoli richiesti nella fase di ricomposizione degli indici di rischio. La metodologia è stata fino ad ora applicata ad alcuni semplici casi di studio fittizi di modeste dimensioni e, limitatamente al calcolo del rischio per il bersaglio “ambiente”, ad un solo caso reale comunque descritto in modo semplificato. Il presente lavoro di tesi rappresenta la sua prima applicazione ad un caso di studio reale, per il quale sono stati calcolati gli indici di rischio per l’uomo, per l’ambiente e complessivi. Tale caso di studio è costituito dalla condotta che si estende, su un tracciato di 124 km, da Porto Marghera (VE) a Mantova e che trasporta greggi petroliferi. La prima parte del lavoro di tesi è consistita nella raccolta e sistematizzazione dei dati necessari alla stima delle frequenze di accadimento e delle conseguenze per l’uomo e per l’ambiente degli eventi dannosi che dalla condotta possono avere origine. In una seconda fase si è proceduto al calcolo di tali frequenze e conseguenze. I dati reperiti hanno riguardato innanzitutto il sistema “condotta”, del quale sono stati reperiti da un lato dati costruttivi (quali il diametro, la profondità di interramento, la posizione delle valvole sezionamento) e operativi (quali la portata, il profilo di pressione, le caratteristiche del greggio), dall’altro informazioni relative alle misure di emergenza automatiche e procedurali in caso di rilascio, al fine di stimare le frequenze di accadimento ed i termini “sorgente” (ovvero le portate di rilascio) in caso di rotture accidentali per ogni punto della condotta. In considerazione delle particolarità della condotta in esame è stata sviluppata una procedura specifica per il calcolo dei termini sorgente, fortemente dipendenti dai tempi degli interventi di emergenza in caso di rilascio. Una ulteriore fase di raccolta e sistematizzazione dei dati ha riguardato le informazioni relative all’ambiente nel quale è posta la condotta. Ai fini del calcolo del rischio per il bersaglio “uomo” si sono elaborati i dati di densità abitativa nei 41 comuni attraversati dall’oleodotto. Il calcolo dell’estensione degli scenari incidentali dannosi per l’uomo è stato poi effettuato tramite il software commerciale PHAST. Allo scopo della stima del rischio per il bersaglio “ambiente” è stata invece effettuata la caratterizzazione tessiturale dei suoli sui quali corre l’oleodotto (tramite l’individuazione di 5 categorie di terreno caratterizzate da diversi parametri podologici) e la determinazione della profondità della falda freatica, al fine di poter calcolare l’estensione della contaminazione punto per punto lungo la condotta, effettuando in tal modo l’analisi delle conseguenze per gli scenari incidentali dannosi per l’ambiente. Tale calcolo è stato effettuato con il software HSSM - Hydrocarbon Spill Screening Model gratuitamente distribuito da US-EPA. La ricomposizione del rischio, basata sui risultati ottenuti con i software PHAST e HSSM, ha occupato la terza ed ultima fase del lavoro di tesi; essa è stata effettuata tramite il software TRAT-GIS 4.1, ottenendo in forma sia grafica che alfanumerica gli indici di rischio precedentemente definiti. L’applicazione della procedura di valutazione del rischio al caso dell’oleodotto ha dimostrato come sia possibile un’analisi quantificata del rischio per l’uomo, per l’ambiente e complessivo anche per complessi casi reali di grandi dimensioni. Gli indici rischio ottenuti consentono infatti di individuare i punti più critici della condotta e la procedura messa a punto per il loro calcolo permette di testare l’efficacia di misure preventive e protettive adottabili per la riduzione del rischio stesso, fornendo al tempo gli elementi per un’analisi costi/benefici connessa all’implementazione di tali misure. Lo studio effettuato per la condotta esaminata ha inoltre fornito suggerimenti per introdurre in alcuni punti della metodologia delle modifiche migliorative, nonché per facilitare l’analisi tramite il software TRAT-GIS 4.1 di casi di studio di grandi dimensioni.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
16

Orlando, Chiara. "Analisi critica di alcuni scenari di effetto domino in uno stabilimento a rischio di incidente rilevante." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

Find full text
Abstract:
L’effetto domino è un incidente che si verifica in seguito alla propagazione di uno scenario incidentale sulle apparecchiature circostanti, dalle quali scaturiscono altri scenari incidentali. Gli scenari che potenzialmente sono in grado di innescare l’effetto domino sono le esplosioni e gli incendi. L’effetto domino può essere inter-stabilimento, se coinvolge apparecchiature di stabilimenti adiacenti, o intra-stabilimento, se si verifica tra le apparecchiature sotto la responsabilità di uno stesso gestore. Lo scopo di questo lavoro di tesi è stato quello di selezionare alcuni scenari di effetto domino intra-stabilimento causati da incendi che potrebbero verificarsi in uno stabilimento a rischio di incidente rilevante, al fine di individuare alcune strategie in grado di mitigare il rischio connesso a tali scenari, principalmente tramite l’introduzione di sistemi di protezione antincendio attiva e di funzioni di sicurezza strumentate.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
17

Rabeschi, Alessia. "La valutazione dell'effetto domino per gli stabilimenti a rischio di incidente rilevante: un caso di studio." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9671/.

Full text
Abstract:
Per “effetto domino” si intende uno scenario incidentale in cui un evento primario si propaga ad apparecchiature contigue tramite un vettore di impatto, con innesco di eventi incidentali secondari ed amplificazione delle conseguenze finali dell’incidente. Nei casi di maggior gravità gli effetti di scenari incidentali di questo tipo possono danneggiare contemporaneamente più impianti appartenenti allo stesso stabilimento oppure addirittura coinvolgere più stabilimenti. Gli incidenti dovuti ad effetto domino sono tra i più severi e complessi che possono avere luogo nell’industria di processo; la complessità che contraddistingue l’effetto domino influenza anche la definizione stessa del fenomeno e ne rende difficoltosa l’individuazione delle caratteristiche principali. È comunque condivisa l’idea che, perché uno scenario incidentale evolva con effetto domino, sia necessario l’elemento “propagazione”, ovvero lo sviluppo di uno o più scenari secondari causati dall’incidente iniziale con un aggravio dell’area di danno rispetto a quella connessa allo scenario incidentale iniziale. L’effetto domino è un argomento di grande interesse nell’ambito della valutazione del rischio di incidente rilevante, sia a causa dell’elevato rischio connesso alla sequenza di eventi incidentali che esso comporta, sia dell’indeterminazione ancora presente nelle metodologie di analisi e di valutazione del fenomeno stesso. La Direttiva Europea 2012/18/UE (la cosiddetta Direttiva Seveso III) ed il suo recente recepimento italiano, il D.Lgs. 105/2015, stabiliscono la necessità di valutare l’effetto domino tra stabilimenti, in particolare in aree industriali ad elevata concentrazione di attività a rischio di incidente rilevante. Tuttavia anche la valutazione dell’effetto domino all’interno dei singoli stabilimenti è importante, potendo essa rappresentare, da un certo punto di vista, il completamento dell’analisi di sicurezza dello stabilimento. In un contesto come quello dell’analisi del rischio di incidente rilevante, in corrispondenza dell’aggiornamento quinquennale del Rapporto di Sicurezza di stabilimento richiesto dalle norme di legge, nel presente lavoro di tesi è stata effettuata la valutazione dell’effetto domino intra-stabilimento per un sito a rischio di incidente, applicando la metodologia proposta nell’Allegato E del D.Lgs. 105/2015.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
18

Campana, Maria. "Metodologia per la valutazione preliminare del rischio NaTech dovuto a nubifragi su impianti a rischio di incidente rilevante." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

Find full text
Abstract:
Gli eventi naturali catastrofici sono forti iniziatori di incidenti industriali poiché conducono al rilascio di sostanze pericolose da impianti e stoccaggi; gli incidenti così generati sono stati definiti eventi NaTech, ad indicare la loro doppia composizione, naturale e tecnologica. Questi incidenti pongono, nelle aree soggette a catastrofi naturali, un rischio addizionale, di entità spesso importante, in quanto la compresenza degli effetti dell’evento naturale contribuisce ad aumentare la probabilità che la popolazione sia esposta a conseguenze dannose per la salute. La peculiarità dei problemi posti dall'interazione tra catastrofi naturali e impianti dell’industria di processo ha portato alla necessità di elaborare specifiche procedure per la valutazione e la gestione del rischio NaTech. Sono molte le metodologie speditive implementate nel corso degli anni per la stima di questo indice, con l’obiettivo di evidenziare le principali criticità che richiedono un’analisi più approfondita e dettagliata. Molti studi sono stati dedicati a fenomeni naturali come frane, alluvioni e sismi, mentre negli ultimi anni l’attenzione è stata rivolta anche ai fenomeni meteorologici estremi a causa del cambiamento climatico che ne sta facendo aumentare la frequenza e l’intensità. Il presente lavoro di tesi è stato svolto presso Arpa Emilia-Romagna ed ha come obiettivo quello di sviluppare una metodologia semplificata di valutazione del rischio NaTech dovuto a fenomeni meteorologici estremi, come nubifragi: esso rappresenta un rapido strumento per classificare le realtà industriali ed individuare le aree a maggiore criticità su cui approfondire la valutazione del rischio NaTech.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
19

Tarroni, Stefano. "Valutazione dell'adeguatezza del programma di gestione dell'invecchiamento negli stabilimenti a rischio di incidente rilevante: un caso di studio." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022.

Find full text
Abstract:
L’invecchiamento delle installazioni industriali è stato oggetto di una crescente attenzione nell’ultimo decennio, sia da parte delle autorità pubbliche che dall’industria, legata al fatto che molte delle installazioni industriali attualmente in esercizio hanno raggiunto o superato la fine della loro vita nominale di progetto. Tale constatazione solleva la questione di come gestire in modo sicuro gli impianti datati e come rallentare l’invecchiamento di quelli più recenti. È compito del gestore dello stabilimento sincerarsi delle condizioni degli elementi presenti e mettere in atto un adeguato piano ispettivo e manutentivo, per ridurre al minimo la possibilità che si verifichi un incidente rilevante imputabile all’invecchiamento degli elementi stessi. Questo elaborato di tesi si propone di valutare l’adeguatezza del programma di gestione dell’invecchiamento degli elementi critici di uno stabilimento a rischio di incidente rilevante, applicando un metodo ad indici descritto all’interno di una Linea Guida messa a punto da un gruppo di lavoro inter-istituzionale coordinato dall’Istituto Nazionale Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (INAIL). Il presente lavoro di tesi si compone di 6 capitoli. Il Capitolo 1 è di carattere introduttivo. Il Capitolo 2 tratta il fenomeno dell’invecchiamento, spiegando come questo si manifesti, da dove si origini e quali apparecchiature ne sono maggiormente interessate. Il Capitolo 3 descrive il metodo INAIL per la valutazione della gestione dell’invecchiamento delle apparecchiature. Il Capitolo 4 descrive lo stabilimento presso il quale è stato sviluppato il lavoro di tesi, che rappresenta il caso di studio, a cui il metodo INAIL è stato applicato. Il Capitolo 5 presenta l’applicazione del metodo INAIL allo stabilimento assunto come caso di studio. Infine, il Capitolo 6 contiene alcune considerazioni conclusive.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
20

Oliveri, Giusto. "Scenari incidentali in un inceneritore di rifiuti speciali: un caso di studio." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/10184/.

Full text
Abstract:
L’obiettivo del presente elaborato di tesi è quello di valutare le conseguenze di alcuni scenari incidentali per un termovalorizzatore di rifiuti speciali. Per le simulazioni è stato utilizzato il software EFFECTS, prodotto da un ente privato olandese, il TNO (Netherlands Organisation for Applied Scientific Research), e progettato per prevedere gli effetti fisici degli scenari incidentali.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
21

Verlicchi, Veronica. "Metodologie per la valutazione del rischio NaTech: un'analisi comparativa." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

Find full text
Abstract:
Il rischio NaTech, cioè il rischio relativo al verificarsi di fenomeni naturali in aree geografiche caratterizzate dalla presenza di stabilimenti industriali a rischio di incidente rilevante, ha suscitato l’interesse degli studiosi da poco più di 20 anni; la crescente consapevolezza di tale rischio da parte dell’opinione pubblica è stata determinata dal verificarsi di incidenti NaTech con frequenza ed intensità sempre maggiori, a causa dei cambiamenti climatici e dello sviluppo industriale. La valutazione del rischio NaTech è richiesta in diverse parti del D.Lgs. 105/2015 “Attuazione della direttiva 2012/18/UE relativa al controllo del pericolo di incidenti rilevanti connessi con sostanze pericolose”, che costituisce la norma quadro per gli stabilimenti a rischio di incidente rilevante; il suddetto decreto precisa che è il Gestore di uno stabilimento a dover scegliere la modalità di valutazione del rischio NaTech, sulla base dello stato dell’arte in materia. Le peculiarità di un evento NaTech, dovute all’interazione tra il pericolo naturale e quello tecnologico in una certa zona, hanno portato all’elaborazione di metodi qualitativi o speditivi per la valutazione di tale rischio, con l’obiettivo di evidenziare eventuali criticità che comporterebbero la necessità di ulteriori indagini mediante l’applicazione di metodi quantitativi. I metodi qualitativi si basano su un numero limitato di variabili e forniscono risultati in termini di scale qualitative, che descrivono il tipo e la gravità delle conseguenze di un evento NaTech, o di indici di prestazione, che tengono conto dei diversi aspetti di un incidente NaTech.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
22

Pini, Anna Maria. "Analisi del rischio security per uno stabilimento che tratta esplosivi." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

Find full text
Abstract:
Le sostanze esplosive sono sostanze ad alto contenuto energetico la cui decomposizione, quando viene innescata, è in grado di generare in brevissimo tempo ed in uno spazio molto limitato una quantità notevole di energia termica e meccanica. Sin dagli esordi della polvere nera, gli esplosivi hanno trovato molte applicazioni nei settori militari, industriali e civili, facendo sì che la realtà industriale che si occupa della produzione e dello stoccaggio di esplosivi, o che semplicemente si trovi a dover fare uso di tali sostanze, sia piuttosto estesa. Gli stabilimenti che trattano esplosivi sono potenzialmente a rischio di incidente rilevante, venendo pertanto opportunamente regolamentati da normative specifiche. Tra queste, spicca la Direttiva Seveso III, che a livello europeo regola il controllo del pericolo di incidenti rilevanti connessi con sostanze pericolose. L’incidente rilevante può essere originato da varie cause: solitamente è dovuto o a pericoli intrinseci ai processi di lavorazione o ad infrazioni delle condizioni di safety, ma è potenzialmente riconducibile anche a cause legate a violazioni della security ed originate quindi da atti deliberati ad opera di malintenzionati. Difatti, a causa del loro valore commerciale, della variabilità di impiego e della capacità distruttiva, gli esplosivi possono rientrare negli interessi di specifiche minacce, nonché possono essere sfruttati dal personale aziendale per compiere un atto volontario di sabotaggio nei confronti della propria azienda. Non si può quindi escludere a priori che un attacco intentato contro uno stabilimento che detenga esplosivi possa generare un incidente rilevante. Il presente lavoro di tesi riguarda la valutazione del rischio security per stabilimenti che trattano esplosivi; in particolare è stata applicata la metodologia di valutazione speditiva per l’analisi del rischio security definita dallo Standard API 780 ad un caso di studio reale appartenente a questa categoria di stabilimenti.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
23

Inghilleri, Raffaella. "Valutazione preliminare del rischio NaTech: un caso di studio." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

Find full text
Abstract:
Gli eventi naturali catastrofici sono potenziale origine di incidenti industriali poiché possono condurre al rilascio di sostanze pericolose dagli impianti; questo genere di eventi incidentali è chiamato NaTech, ad indicare la doppia composizione degli stessi, naturale e tecnologica. Il rischio che un impianto industriale impone al territorio che lo circonda è quindi incrementato dalla possibilità del verificarsi di un evento naturale catastrofico e la probabilità che le persone siano esposte a conseguenze dannose può subire un aumento non trascurabile. Il D.Lgs. 105/2015, la norma che in Italia considera il rischio di incidente rilevante, si occupa per la prima volta in modo specifico del rischio NaTech, richiedendo di valutare gli eventi naturali che possono interessare uno stabilimento, di analizzare gli scenari da essi derivanti e le precauzioni adottate per prevenire incidenti da essi indotti. Nella letteratura tecnica sono disponibili alcune specifiche procedure per la valutazione qualitativa del rischio NaTech. Nell'ambito del presente lavoro di tesi due metodi qualitativi sono stati applicati ad un caso di studio, effettuando per esso una valutazione preliminare del rischio NaTech. Il lavoro di tesi è strutturato come segue: nel Capitolo 1 è presentata un’introduzione all’argomento della tesi, mentre nel Capitolo 2 sono descritti due metodi speditivi per la valutazione del rischio NaTech. Il Capitolo 3 riporta le informazioni sul caso di studio; il Capitolo 4 illustra l’applicazione delle metodologie al caso di studio; infine nel Capitolo 5 si riportano alcune considerazioni conclusive.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
24

Caponigri, Giacomo. "Sviluppo di un modello per la gestione degli interventi di manutenzione delle apparecchiature soggette a corrosione." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

Find full text
Abstract:
La definizione di una corretta strategia manutentiva per gli impianti di produzione rappresenta una delle sfide più complesse per tutti gli addetti alla manutenzione. Nell’ottica di ottimizzare la strategia manutentiva, il lavoro di tesi ha l’obiettivo di sviluppare un modello per determinare la periodicità della manutenzione per le apparecchiature soggette a corrosione. Il lavoro di tesi presenta la seguente struttura. Nel capitolo 1 si introduce il contesto in cui è collocato il lavoro di tesi e si delineano gli obiettivi di tale lavoro. Nel capitolo 2 si offre una panoramica sul deterioramento delle apparecchiature soggette a corrosione. Vengono presentate tutte le tipologie di corrosione che possono affliggere le apparecchiature di un impianto chimico e viene effettuata un’analisi delle principali normative di riferimento per la gestione della manutenzione. Nel capitolo 3 viene presentato il modello messo a punto per la gestione della manutenzione delle apparecchiature. Vengono illustrati i parametri considerati nel modello e come essi confluiscono in un Indice Complessivo che indica la suscettibilità alla corrosione di ogni apparecchiatura. Sulla base dei valori di tale indice si può fissare la periodicità degli interventi di manutenzione. Nel capitolo 4 viene presentato il caso di studio a cui viene applicato il modello. Viene illustrato l’attuale sistema di gestione della manutenzione di un sito produttivo assunto come caso di studio, indicando le apparecchiature ritenute critiche rispetto alla corrosione. Nel capitolo 5 viene applicato il modello descritto nel capitolo 3 al caso di studio presentato nel capitolo 4. È presente la descrizione del modus operandi utilizzato per la raccolta dei dati utili al calcolo dei parametri del modello e si riportano i risultati derivanti dall’applicazione del modello alle apparecchiature critiche. Segue una discussione dei risultati ottenuti. Nel capitolo 6 vengono riportate le considerazioni conclusive del lavoro di tesi.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
25

Ferraro, Letizia. "La valutazione del rischio NaTech secondo la norma UNI/TS 11816-1:2021: un caso di studio." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022.

Find full text
Abstract:
Le catastrofi naturali comportano un rischio diretto nei confronti di persone, ambiente e beni materiali; esse sono in grado di causare un danno indiretto a tali bersagli, dal momento che possono innescare un incidente rilevante dovuto al rilascio di sostanze pericolose da impianti di processo, siti di stoccaggio e reti di distribuzione. Negli ultimi anni questa tipologia di incidenti ha destato interesse e preoccupazione crescenti. I disastri tecnologici generati da eventi calamitosi sono stati identificati con l’acronimo NaTech (NAtural Hazard Triggering TECHnological Disasters). La particolarità degli eventi NaTech consiste proprio nella loro doppia natura, naturale e tecnologica. Come evidenziato dall’analisi storica, l’interazione di fenomeni naturali, come i sismi, con gli stabilimenti a rischio di incidente rilevante può provocare un sensibile aumento del rischio. Inoltre la severità di alcuni incidenti può essere addotta a fattori specifici, tra cui il danneggiamento contemporaneo di più apparecchiature limitrofe. La Specifica Tecnica UNI/TS 11816-1:2021 è stata recentemente pubblicata con l’obiettivo di fornire criteri e metodologie per la valutazione del rischio NaTech con riferimento al sisma. Nel contesto della valutazione del rischio NaTech il presente elaborato di tesi si propone di effettuare l’applicazione della Specifica Tecnica UNI/TS 11618-1:2021 ad un caso di studio. La tesi è strutturata in 6 capitoli. Dopo il Capitolo 1introduttivo, il Capitolo 2 descrive la metodologia adottata per la valutazione del rischio NaTech secondo la Specifica Tecnica UNI/TS 11816-1:2021. Nel Capitolo 3 si descrive il caso di studio considerato, relativo a un deposito costiero e nel Capitolo 4 se ne espone l’applicazione della Specifica Tecnica UNI/TS 11816-1 2021; segue il Capitolo 5, in cui si confrontano gli esiti dell’applicazione con i risultati di precedenti valutazioni e analisi di rischio. Infine il Capitolo 6 riporta le conclusioni emerse dal lavoro di tesi.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
We offer discounts on all premium plans for authors whose works are included in thematic literature selections. Contact us to get a unique promo code!

To the bibliography