Academic literature on the topic 'Indagine pedologica, indagine ambientale'

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Journal articles on the topic "Indagine pedologica, indagine ambientale"

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Arcidiacono, C., R. M. S. Costa, I. Grasso, M. A. Ragusa, R. V. Rapicavoli, M. Seminara, and V. Veneziano. "Naturalità e Vulnerabilità Ambientale nei Siti Natura 2000 che insistono sui corridoi ecologici del versante jonico calabrese. Caso studio SIC Foce Neto." Bullettin of the Gioenia Academy of Natural Sciences of Catania 51, no. 381 (June 29, 2018): FP7—FP145. http://dx.doi.org/10.35352/gioenia.v51i381.2.

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Abstract:
La regione Calabria vanta 179 SIC (Siti di Interesse Comunitario) e 6 ZPS (Zone di Protezione Speciale). La carenza di studi sullo stato di conservazione e qualità ambientale dei suddetti siti (naturalità, artificialità, sensibilità, vulnerabilità e rischio) ha indotto gli AA. a caratterizzare i 10 SIC che insistono sui corridoi ecologici del versante jonico calabrese. Attraverso l'ILC (Index of Landscape Conservation) e l'ESAi (Environmentally Sensitive Areas Index), è stata condotta un‟analisi ambientale finalizzata alla definizione, individuazione e valutazione dei valori e delle criticità. Muovendo dalla Carta d'Uso del Suolo (CLC) sono state realizzate, quali carte derivate, la Carta della Naturalità-Artificialità e la Carta della Sensibilità Ambientale dei suddetti siti. Lo studio chiude con un approfondimento metodologico sulle opportune modalità da adottare per caratterizzare un SIC; modalità suggerite dalle analisi ambientali eseguite soprattutto sul SIC Foce Neto adottando una capillare indagine geobotanica condotta con metodo fitosociologico.
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Vittorio, Pasquali, Migliore Martina, and Renzi Paolo. "Ritmi ultradiani nell'attenzione sostenuta: studio dell'effetto della complessitŕ del compito e stabilitŕ test-retest." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 3 (January 2012): 315–40. http://dx.doi.org/10.3280/rip2010-003001.

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Abstract:
Dati sperimentali evidenziano la presenza di ritmi brevi nella curva della prestazione, con periodi compresi tra 2,5 e 20 minuti nei tempi di reazione semplici, con una larga variabilita inter-soggetto. A differenza del ritmo circadiano, i ritmi ultradiani, non corrispondono apparentemente a nessuna periodicita ambientale, e non sono noti finora fattori che intervengano nella loro modulazione. Lo studio dell'influenza di fattori esterni sui parametri dei ritmi ultradiani potrebbe chiarire le basi e processi endogeni implicati nella generazione e modulazione di tali ritmi. Nei 3 esperimenti proposti in questa indagine si e indagata la presenza di ritmi ultradiani nell'attenzione sostenuta in modalita visiva, tentando di arricchire la loro caratterizzazione mediante lo studio di un eventuale effetto della complessita di esecuzione del compito. I risultati hanno confermato l'esistenza di ritmi brevi stabili nell'attenzione sostenuta umana, ed e stata osservata inoltre la presenza di una modulazione differenziale dei ritmi ad opera della complessita.
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Lanzalaco, Luca. "LA FORMAZIONE DELLE ASSOCIAZIONI IMPRENDITORIALI IN EUROPA OCCIDENTALE." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 19, no. 1 (April 1989): 63–89. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200017494.

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Abstract:
IntroduzioneLa progressiva attenzione della scienza politica per le tematiche organizzative sembra essere una tendenza incontrovertibile. Gli attori politici collettivi sono visti sempre meno come delle «scatole nere», dei semplici canali di trasmissione di domande e interessi, e si sottolinea, invece, sempre più come essi siano delleorganizzazioni complessela cui condotta è regolata da meccanismi ed imperativispecificiedautonomie come, di conseguenza, l'individuazione di queste dinamiche organizzative contribuisca in modo determinante alla comprensione del funzionamento del sistema politico nel suo complesso. La configurazione di una organizzazione politicanonè un fatto meramente «tecnico» o «ingegneristico», e men che meno «formale», ma determina l'autonomia e la discrezionalità di cui gode il gruppo dirigente nel ridefinire gli interessi dei gruppi sociali rappresentati e nel «guidare» lamembershipverso determinate mete collettive. Una delle acquisizioni più rilevanti che sono state fatte in questo campo di indagine è che per spiegare le caratteristiche strutturali di una organizzazione politica occorre risalire al modo in cui essa è nata, si è formata e si è consolidata. Il concetto distruttura, infatti, appartiene ad una classe di concetti utilizzati nelle scienze sociali — i cosiddettitime oriented concepts— che assumono significato solo in un orizzonte temporalediacronico(Rosenthal 1978). Ciò che si percepisce come «strutturale» al tempo T sono modelli di comportamento e interazioni sociali che sono perdurati e si sono stabilizzati al tempo T-1, T-2, T-3, … T-n, e che per questo motivo diventano elementicostitutividi quella relazione sociale. Quella che potremmo chiamare lafallacy of synchronic reductionismporta a «fotografare» una organizzazione in un dato momento e a considerare tutti i suoi caratteri strutturali in un orizzonteatemporale.Invece, le proprietà strutturali di una organizzazione sono il risultato di scelte organizzative e di processi di adattamento che si sono verificati inmomenti e fasi differentidella vita dell'organizzazione e i cui risultati si sono poi «congelati», «sedimentati», «stratificati» nel tempo. Una semplice analisi del contesto ambientale in cui opera un'organizzazione, come suggerisce l'approcciocontingency, non è sufficiente in quanto organizzazioni con «storie»differentipotranno daredifferentirisposte, in termini di proprietà organizzative, agliidenticiimperativi posti in un dato momento dallo stesso ambiente. Per spiegare le proprietà strutturali di una organizzazione politica occorre quindi integrare opportunamente l'analisistrutturale-morfologica, basata sull'ipotesi che le organizzazioni tendano ad adattarsi razionalmente alla struttura del loro ambiente, con l'analisistorico-genetica, in base alla quale la razionalità degli attori organizzativi è vincolata dalle loro esperienze passate, dallastoriadell'organizzazione e, in particolare, dal modo in cui l'organizzazione stessa è nata e si è formata. L'approccio genetico ha trovato ampie applicazioni nello studio di vari tipi di organizzazioni politiche: i partiti, i sindacati dei lavoratori, i gruppi di interesse, i movimenti collettivi, le organizzazioni terroristiche. Con questo articolo mi propongo di estendere l'utilizzazione, e di dimostrare l'utilità, di questo approccio anche per quanto riguarda l'analisi di un tipo particolare di organizzazioni politiche, che solo recentemente sono diventate oggetto di studio, cioè leassociazioni imprenditoriali.In particolare, mi occuperò dellepeak associations, cioè delle confederazioni nazionali intersettoriali, come la confindustria e le sue omologhe in altre nazioni. Nella prossima sezione traccerò una tipologia dellepeak associationssulla base del loro «modello originario», cioè del modo in cui sono nate, e del loro grado di istituzionalizzazione; nella seconda sezione verificherò la validità di questa tipologia attraverso l'analisi storico-comparata: illustrerò un «modello a dicotomie successive», costruito alla luce dell'evidenza empirica disponibile, per l'analisi dei processi di formazione delle associazioni imprenditoriali, mettendo in evidenza come a diversi processi di formazione siano corrisposti differenti «modelli originari». Nelle sezioni finali, infine, esaminerò i fattori esplicativi che hanno determinato il prevalere di uno o dell'altro dei vari processi di formazione.
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Monaci, Massimiliano. "L'innovazione sostenibile d'impresa come integrazione di responsabilitŕ e opportunitŕ sociali." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 2 (April 2013): 26–61. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-002002.

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Abstract:
Le concezioni e le prassi di responsabilitŕ sociale d'impresa (CSR, corporate social responsibility) che si sono affermate sino a tempi molto recenti riflettono prevalentemente una logica reattiva, incentrata sulla necessitŕ delle aziende di rilegittimarsi nei confronti dei loro stakeholder corrispondendo alla richiesta di riduzione e prevenzione dei costi sociali legati all'attivitŕ d'impresa (degrado ecologico, disoccupazione conseguente a ristrutturazioni, ecc.). Tuttavia l'attuale periodo, anche per le incertezze e questioni poste dalla crisi economica, rappresenta una fase singolarmente feconda per andare oltre questo approccio adattivo e raccogliere la sfida di una visione piů avanzata della dimensione sociale dell'agire d'impresa come innovazione sostenibile. Tale modello si basa sulla valorizzazione di beni, risorse ed esigenze di significato sociale ed č indirizzato alla creazione di valore integrato - economico, umano-sociale e ambientale - nel lungo termine. La caratteristica centrale di questo profilo d'impresa č la tendenza a operare in maniera socialmente proattiva, sviluppando un'attitudine a cogliere o persino anticipare le direzioni del cambiamento sociale con i suoi bisogni e problemi emergenti e facendo sě che l'integrazione di obiettivi economici e socio-ambientali nei processi strategico-produttivi si traduca in fattore di differenziazione dell'offerta di mercato e in una reale fonte di vantaggio competitivo. Nel presente lavoro si indica la praticabilitŕ di un simile modello riferendosi ai risultati di una recente indagine condotta su un campione di dieci imprese italiane, eterogenee per dimensioni, collocazione geografica, fase del ciclo di vita e settori di attivitŕ, che si estendono da comparti tradizionali (come quelli alimentare, edilizio, sanitario, dell'arredamento e della finanza) a campi di piů recente definizione e a piů elevato tasso di cambiamento tecnologico (quali l'ingegneria informatica, la comunicazione multimediale, il controllo dei processi industriali e il risanamento ambientale). La logica di azione di queste organizzazioni sembra ruotare intorno a una duplice dinamica di "valorizzazione del contesto": da un lato, l'internalizzazione nella strategia d'impresa di richieste e al contempo di risorse sociali orientate a una maggiore attenzione per l'ambiente naturale, per la qualitŕ della vita collettiva nei territori, per i diritti e lo sviluppo delle persone dentro e fuori gli ambienti di lavoro; dall'altro lato, la capacitŕ, a valle dell'attivitŕ di mercato, di produrre valore economico e profitti generando anche valore per la societŕ. Nei casi analizzati č presente la valorizzazione delle risorse ambientali, che si esprime mediante la riprogettazione di prodotti e processi e politiche di efficienza energetica di rifornimento da fonti di energia rinnovabile, raccordandosi con nuove aspettative sociali rispetto alla questione ecologica. Č coltivato il valore umano nel rapporto spesso personalizzato con i clienti e i partner di business ma anche nella vita interna d'impresa, attraverso dinamiche di ascolto e coinvolgimento che creano spazi per la soddisfazione di svariati bisogni e aspirazioni che gli individui riversano nella sfera lavorativa, aldilŕ di quelli retributivi. C'č empowerment del "capitale sociale" dentro e intorno all'organizzazione, ravvisabile specialmente quando le condotte d'impresa fanno leva su risorse relazionali e culturali del territorio e si legano a meccanismi di valorizzazione dello sviluppo locale. Troviamo inoltre il riconoscimento e la produzione di "valore etico" per il modo in cui una serie di principi morali (quali la trasparenza, il mantenimento degli impegni, il rispetto di diritti delle persone) costituiscono criteri ispiratori dell'attivitŕ di business e ne escono rafforzati come ingredienti primari del fare impresa. E c'č, naturalmente, produzione di valore competitivo, una capacitŕ di stare e avere successo nel mercato che si sostiene sull'intreccio di vari elementi. Uno di essi coincide con l'uso della leva economico-finanziaria come risorsa irrinunciabile per l'investimento in innovazione, piuttosto che in un'ottica di contenimento dei costi relativi a fattori di gestione - come la formazione - che possono anche rivelarsi non immediatamente produttivi. Altrettanto cruciali risultano una serie di componenti intangibili che, oltre alla gestione delle risorse umane, sono essenzialmente riconducibili a due aspetti. Il primo č lo sviluppo di know-how, in cui la conoscenza che confluisce nelle soluzioni di business č insieme tecnica e socio-culturale perché derivante dalla combinazione di cognizioni specializzate di settore, acquisite in virtů di una costante apertura alla sperimentazione, e insieme di mappe di riferimento e criteri di valutazione collegati alla cultura aziendale. L'altro fattore immateriale alla base del valore competitivo consiste nell'accentuato posizionamento di marchio, con la capacitŕ di fornire un'offerta di mercato caratterizzata da: a) forte specificitŕ rispetto ai concorrenti (distintivi contenuti tecnici di qualitŕ e professionalitŕ e soprattutto la corrispondenza alle esigenze dei clienti/consumatori e al loro cambiamento); b) bassa replicabilitŕ da parte di altri operatori, dovuta al fatto che le peculiaritŕ dell'offerta sono strettamente legate alla particolare "miscela" degli altri valori appena considerati (valore umano, risorse relazionali, know-how, ecc.). Ed č significativo notare come nelle imprese osservate questi tratti di marcata differenziazione siano stati prevalentemente costruiti attraverso pratiche di attenzione sociale non modellate su forme di CSR convenzionali o facilmente accessibili ad altri (p.es. quelle che si esauriscono nell'adozione di strumenti pur importanti quali il bilancio sociale e il codice etico); ciň che si tratti - per fare qualche esempio tratto dal campione - di offrire servizi sanitari di qualitŕ a tariffe accessibili, di supportare gli ex-dipendenti che avviano un'attivitŕ autonoma inserendoli nel proprio circuito di business o di promuovere politiche di sostenibilitŕ nel territorio offrendo alle aziende affiliate servizi tecnologici ad alta prestazione ambientale per l'edilizia. Le esperienze indagate confermano il ruolo di alcune condizioni dell'innovazione sostenibile d'impresa in vario modo giŕ indicate dalla ricerca piů recente: la precocitŕ e l'orientamento di lungo periodo degli investimenti in strategie di sostenibilitŕ, entrambi favoriti dal ruolo centrale ricoperto da istanze socio-ambientali nelle fasi iniziali dell'attivitŕ d'impresa; l'anticipazione, ovvero la possibilitŕ di collocarsi in una posizione di avanguardia e spesso di "conformitŕ preventiva" nei confronti di successive regolamentazioni pubbliche in grado di incidere seriamente sulle pratiche di settore; la disseminazione di consapevolezza interna, a partire dai livelli decisionali dell'organizzazione, intorno al significato per le strategie d'impresa di obiettivi e condotte operative riconducibili alla sostenibilitŕ; l'incorporamento strutturale degli strumenti e delle soluzioni di azione sostenibile nei core-processes organizzativi, dalla ricerca e sviluppo di prodotti/ servizi all'approvvigionamento, dall'infrastruttura produttiva al marketing. Inoltre, l'articolo individua e discute tre meccanismi che sembrano determinanti nei percorsi di innovazione sostenibile osservati e che presentano, per certi versi, alcuni aspetti di paradosso. Il primo č dato dalla coesistenza di una forte tradizione d'impresa, spesso orientata sin dall'inizio verso opzioni di significato sociale dai valori e dall'esperienza dell'imprenditore-fondatore, e di apertura alla novitŕ. Tale equilibrio č favorito da processi culturali di condivisione e di sviluppo interni della visione di business, da meccanismi di leadership dispersa, nonché da uno stile di apprendimento "incrementale" mediante cui le nuove esigenze e opportunitŕ proposte dalla concreta gestione d'impresa conducono all'adozione di valori e competenze integrabili con quelli tradizionali o addirittura in grado di potenziarli. In secondo luogo, si riscontra la tendenza a espandersi nel contesto, tipicamente tramite strategie di attraversamento di confini tra settori (p.es., alimentando sinergie pubblico-private) e forme di collaborazione "laterale" con gli interlocutori dell'ambiente di business e sociale; e al contempo la tendenza a includere il contesto, ricavandone stimoli e sollecitazioni, ma anche risorse e contributi, per la propria attivitŕ (p.es., nella co-progettazione dei servizi/prodotti). La terza dinamica, infine, tocca piů direttamente la gestione delle risorse umane. Le "persone dell'organizzazione" rappresentano non soltanto uno dei target destinatari delle azioni di sostenibilitŕ (nelle pratiche di selezione, formazione e sviluppo, welfare aziendale, ecc.) ma anche, piů profondamente, il veicolo fondamentale della realizzazione e del successo di tali azioni. Si tratta, cioč, di realtŕ organizzative in cui la valorizzazione delle persone muove dagli impatti sulle risorse umane, in sé cruciali in una prospettiva di sostenibilitŕ, agli impatti delle risorse umane attraverso il loro ruolo diretto e attivo nella gestione dei processi di business, nella costruzione di partnership con gli stakeholder e nei meccanismi di disseminazione interna di una cultura socialmente orientata. In tal senso, si distingue un rapporto circolare di rinforzo reciproco tra la "cittadinanza nell'impresa" e la "cittadinanza dell'impresa"; vale a dire, tra i processi interni di partecipazione/identificazione del personale nei riguardi delle prioritŕ dell'organizzazione e la capacitŕ di quest'ultima di generare valore molteplice e "condiviso" nel contesto (con i clienti, il tessuto imprenditoriale, le comunitŕ, gli interlocutori pubblici, ecc.). In conclusione, le imprese osservate appaiono innovative primariamente perché in grado di praticare la sostenibilitŕ in termini non solo di responsabilitŕ ma anche di opportunitŕ per la competitivitŕ organizzativa. Questa analisi suggerisce quindi uno sguardo piů ampio sulle implicazioni strategiche della CSR e invita a riflettere su come le questioni e i bisogni di rilievo sociale, a partire da quelli emergenti o acuiti dalla crisi economica (nel campo della salute, dei servizi alle famiglie, della salvaguardia ambientale, ecc.), possano e forse debbano oggi sempre piů situarsi al centro - e non alla periferia - del business e della prestazione di mercato delle imprese.
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Mansi, A., E. Paba, R. Bruni, A. M. Marcelloni, P. Borrello, and G. Spagnoli. "APPLICAZIONE DI UN PROTOCOLLO DI INDAGINE IGIENICO AMBIENTALE IN AMBITO OSPEDALIERO AI SENSI DEL D.LGS. 626/94." Microbiologia Medica 18, no. 2 (June 30, 2003). http://dx.doi.org/10.4081/mm.2003.4311.

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Dissertations / Theses on the topic "Indagine pedologica, indagine ambientale"

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Paolucci, Alessandro. "Soil development of an anthropogenic filling with affects to soil properties." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/12648/.

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Abstract:
The aim of this work is to determine the changes created by a covering anthropogenic in an area in the south of Bremerhaven, the port of Bremen, Germany. In 1973 it was started the construction of a highway connecting commercial purposes which required, however, the excavation of soil material that then had to be repositioned. The study area sees a field previously used for farming purposes, as a place designated to overlap: the Ahnthammsmoor lost its function and was upset in all the surface. The filler material necessarily involves physical changes (high, degree of compaction and level of ground water), chemical (addition of new organic material), ecosystemic (for the disruption of flora and fauna) and economic (loss of existing functionality ). The problem was then faced with environmental and soil investigation, going to recreate the scenario above the motorway construction and characterize the new 'artificial environment'.
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Tempesta, Barbara. "Indagine ambientale nei pressi di un impianto di discarica." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/14639/.

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Abstract:
La presente tesi di laurea ha come obiettivo l’analisi delle matrici ambientali (13 campioni di acque superficiali, 6 di suoli e 5 di sedimenti) campionate nella zona circostante la discarica “Tre Monti” di Imola e il materiale di ricoprimento dei rifiuti, al fine di confrontare i risultati ottenuti con le normative relative allo stato di qualità ambientale e con i risultati ottenuti da altri studi eseguiti nella zona. Le attività principali sono state la pianificazione dell’indagine, il campionamento, il trattamento in preparazione alle analisi, le analisi, l’elaborazione dei risultati e loro discussione. Per le acque superficiali sono stati registrati in campo diversi parametri chimici e in laboratorio sono state sottoposte ad analisi con spettrofotometro, cromatografo ionico, FAAS e GFAAS. Suoli, sedimenti ed eluato del materiale di ricoprimento sono stati sottoposti ad analisi FAAS e GFAAS. Suoli, sedimenti e ricoprimento sono stati inoltre sottoposti ad analisi XRF e LOI. Le analisi FAAS e GFAAS in tutti i casi sono state applicate per la definizione delle concentrazioni degli elementi metallici principali. Per suoli e sedimenti, sono stati osservati alcuni superamenti delle CSC previste dalla normativa. Dal confronto con gli altri studi, per i suoli e per le acque si è osservata una generale concordanza, mentre le concentrazioni dei sedimenti presentano differenze anche significative. Infine, le analisi svolte sul materiale di ricoprimento hanno permesso la sua caratterizzazione dal punto di vista chimico, e dal confronto dei risultati ottenuti dall’analisi sull’eluato con i limiti normativi è stato possibile osservare un unico superamento.
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Coli, Niccolò <1981&gt. "Metodi avanzati di indagine di ammassi rocciosi a blocchi in matrice (bimrock)." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2592/.

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Abstract:
The research focuses on the implementation and validation of advanced direct and indirect methods of investigation for the structural and mechanical characterisation of bimrocks. In particular, a non conventional in situ shear test has been develop in order to evaluate the strength parameters of bimrocks by properly taking into account the influence of blocks. Also, a geostatistical approach has been introduced for the investigation of block morphological and spatial properties from digital images, by means of a variographic analysis of the block Indicator Variable.
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LOMBARDI, DEBORA BENEDETTA. "RISORSE DI COPING AMBIENTALE SUL TRASPORTO PUBBLICO: UNA INDAGINE DEI MODERATORI AMBIENTALI DELL'ESPERIENZA DI AFFOLLAMENTO." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/40426.

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Abstract:
La presente ricerca è stata condotta per identificare le proprietà ambientali del veicolo pubblico che detengono il maggiore peso psicologico nel ridurre la percezione di affollamento, e quantificarne l'impatto sul benessere psicologico e sulla salute. L’affollamento rientra tra le esperienze negative più comuni associate all’utilizzo del trasporto pubblico. Ad oggi, accademici e policy makers concordano sull’importanza di ridurre l’esperienza di affollamento e le sue conseguenze, per migliorare l’esperienza di viaggio, e rendere il mezzo pubblico una soluzione di trasporto più sostenibile. La letteratura scientifica documenta il ruolo pervasivo giocato da alcune proprietà dell’ambiente fisico nel migliorare il funzionamento umano, ridurre la percezione di affollamento, e le sue conseguenze sulla salute e sul benessere psicologico: avere un livello di demarcazione dello spazio personale adeguato alle proprie esigenze, godere dell’accesso al contesto esterno, ed avere accesso ad uno scenario esterno con potenzialità rigenerative hanno dimostrato il peso più significativo. Nonostante ciò, è stato rivolto scarso interesse scientifico all’indagine delle strategie ambientali per ridurre l’affollamento nel contesto del trasporto pubblico. Sulla base di queste premesse, sono stati condotti tre studi sperimentali rivolti a: a) confermare il peso psicologico delle tre proprietà fisiche del veicolo pubblico considerate sulla percezione di affollamento e sul benessere psicologico; b) identificare i processi psicologici che spiegano l’impatto di ciascuna proprietà ambientale sulla percezione di affollamento; c) quantificare l’impatto delle condizioni ambientali più positive sul funzionamento umano durante brevi episodi di affollamento; d) verificare la validità di metodologie e tecnologie di simulazione per lo studio di condizioni sociali particolari, come l’affollamento. I risultati forniscono indicazioni interessanti per migliorare la progettazione di veicoli di trasporto pubblico, e per approfondire la conoscenza scientifica riguardante la congruenza uomo-ambiente in ambienti con specifiche funzioni: a) è confermato l’impatto protettivo delle tre proprietà fisiche considerate: avere a disposizione caratteristiche fisiche congruenti con il bisogno di coping per l’affollamento ha effetti concorrenti e conseguenti ad esperienze acute di densità sociale, anche brevi; b) emerge un effetto interattivo tra ambiente interno ed ambiente esterno al veicolo, che suggerisce di considerare le qualità fisiche dell’ambiente esterno per la progettazione di nuovi veicoli; c) nonostante alcune limitazioni emerse, le metodologie di simulazione impiegate in questa ricerca si sono rivelate un valido approccio per indagare l’impatto dell’ambiente fisico sul funzionamento psicologico in situazioni sociali particolari.
The present research was designed to identify the physical components of the public transport vehicle that help the most to reduce the perception of crowding, as well as to quantify their beneficial impact on human functioning. Crowding is among the primary determinants of adverse experiences on public transportation, thus, reducing its undesirable effects is a priority in both academic and practitioners’ agenda. The ubiquitous direct and indirect impact of the physical environment on human functioning, regarding affecting social perceptions, well-being and health are well documented. Among others, having a well-arranged demarcation of one’s personal space, and having access to the outdoor surrounding, especially when it has high regenerative potential, seem to have a primary importance. Nonetheless, no similar study has been conducted in the public transportation setting, so far. Accordingly, three experimental studies were carried out in order to: a) confirm the role of the three physical components herein examined in reducing the perception of crowding on public transportation; b) identify the psychological processes that explain the impact of each physical element on the perception of crowding; c) quantify the effect of the best environmental conditions on both health and well-being during short-term experience of crowding; d) verify the reliability of the methodological approach applied in these studies (i.e., well-controlled settings, simulator technologies) to investigate special social conditions, such as a social density situation. The results provided interesting suggestions to both advice practitioners in designing better public transportation services, and to deepen the scientific understanding of the person-environment fit in settings with specific functions: a) the beneficial impact of the three physical components examined on public transportation crowding was confirmed. Well-designed setting layout significantly buffers the aversive consequences of commuting crowding, even after short-term crowding experiences; b) A compensatory impact between the indoor and the outdoor physical attribute of the vehicle emerged, which leads to rethinking the spatial organization of public-transportation vehicle; c) despite the challenges associated with simulator technologies, the methodological approach applied in this research revealed to be a reliable contribution to the scientific investigation of the person-environment interaction during social interactions.
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Books on the topic "Indagine pedologica, indagine ambientale"

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Polelli, Mario. Valutazione di impatto ambientale: Metodologie di indagine e calcolo economico. Roma: REDA, 1987.

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1943-, Caroli Sergio, and Istituto superiore di sanità (Italy)., eds. Valori di riferimento per elementi di interesse tossicologico ed ambientale nel tessuto polmonare umano: Indagine preliminare. Roma: Istituto superiore di sanità, 1988.

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