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Journal articles on the topic 'Indagini sperimentali'

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MORABITO, CARMELA. "LE LOCALIZZAZIONI CEREBRALI DI DAVID FERRIER, FRA INDAGINI SPERIMENTALI E APPLICAZIONI ALLA CLINICA." Nuncius 11, no. 1 (1996): 55–91. http://dx.doi.org/10.1163/182539196x00826.

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Abstract:
Abstracttitle SUMMARY /title This article starts with the description of a medical case: the removal of a brain tumor carried out in 1886 in London at the National Hospital for the Paralysed and Epileptic. This medical case is recorded in the Casebooks that today can be found in the archive of the hospital. Firstly, there is the description of the patient's state of health and of the intracranical surgery performed by Victor Horsley who referred himself to David Ferrier's cortical maps. Secondly, there is the reconstruction of the theoretical path that led Ferrier, in the 1870s, to prove on an experimental basis the existence of different localised cerebral functions in specific cortical areas. These cerebral localizations are then compared with the model that, at the beginning of the century, contained their first theoretical seed: the Organology of Franz Joseph Gall.
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MORABITO, CARMELA. "LE LOCALIZZAZIONI CEREBRALI DI DAVID FERRIER, FRA INDAGINI SPERIMENTALI E APPLICAZIONI ALLA CLINICA." Nuncius 11, no. 1 (January 1, 1996): 55–91. http://dx.doi.org/10.1163/221058796x00820.

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Pelliccioli, G. P., P. F. Ottaviano, C. Gambelunghe, G. Mariucci, G. Bruschelli, G. Bartoli, and M. V. Ambrosini. "Ischemia cerebrale sperimentale nei gerbillo." Rivista di Neuroradiologia 6, no. 3 (August 1993): 325–30. http://dx.doi.org/10.1177/197140099300600313.

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Abstract:
Il gerbillo (Meriones unguiculatus), avendo il circolo di Willis incompleto per la mancanza delle arterie comunicanti, è considerato il modello animale di elezione per lo studio dell'ischemia cerebrale. L'assenza di connessioni tra circolo carotideo e vertebro-basilare garantisce infatti l'induzione di un'ischemia cerebrale mediante occlusione delle arterie carotidi comuni (ACC). È stata osservata tuttavia una certa variabilità nel sistema vascolare cerebrale del gerbillo, che spiegherebbe la differente risposta individuale alla legatura delle ACC. In letteratura sono stati descritti i deficit funzionali e le modificazioni comportamentali secondari ad un'ischemia cerebrale, correlabili post mortem a definiti quadri istopatologici. Raramente sono stati applicati metodi certi di valutazione in vivo degli esiti di un'ischemia cerebrale sperimentale e/o dell'efficacia di eventuali interventi terapeutici. Un contributo alle indagini in vivo sull'ischemia cerebrale sperimentale potrebbe derivare dallo studio con risonanza magnetica. La nostra indagine ha avuto lo scopo di valutare alla RM, l'evoluzione e la gravità del danno prodotto nel gerbillo: a) dall'occlusione di entrambe le ACC per 5 mine (b) dalla legatura permanente di una ACC. Lo studio parenchimale ed angiografico è stato condotto utilizzando apparecchiature da 1,5 Tesla. Gli animali sono stati esaminati a tempi diversi dall'ischemia. L'iperintensità del segnale rilevata in alcuni casi con le sequenze spin echo a TR lungo a carico dell'ippocampo non era semprecorrelabile al tipo di ischemia indotta. In un 20% dei casi si è apprezzato un aumento di volume del sistema ventricolare, confermato dall'esame anatomo-patologico. Lo studio istologico ha dimostrato che l'aumento di intensità del segnale non era obbligatoriamente associato a severi danni del parenchima. I risultati di questo studio, seppure preliminare, sosterrebbero la validità della tecnica RM nello studio delle ischemie cerebrali sperimentali, poiché essa consente di individuare un edema nel tessuto ischemico anche in assenza di grave sofferenza e/o necrosi cellulare. Le differenti risposte del gerbillo all'ischemia cerebrale potrebbero essere dovute ad una variabilita sia anatomica che biologica.
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Fanelli, Michele. "La "Torcia" : Un ulteriore tentativo di modellazione semplificata dell'interazione torcia-girante." Ingeniería del agua 10, no. 1 (March 31, 2003): 27. http://dx.doi.org/10.4995/ia.2003.2574.

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Abstract:
Mentre abbondano gli studi sia teorici che sperimentali sulla cinematica e dinamica della torcia nel diffusore a valle della girante, sono piuttosto scarsi i contributi sull’interazione tra la torcia ed il campo di moto all’interno della girante, malgrado sia certo che tale campo di moto viene distorto dalla presenza della torcia, perdendo l’uniformità circonferenziale che è caratteristica del regime a pieno carico (cioè in condizioni di circolazione nulla –‘zero swirl’- all’uscita dalla girante). Il presente studio si propone di affrontare il difficile problema ad un livello di modellazione matematica semplificata, costruendo per tappe successive un campo di moto a potenziale che soddisfi alle presumibili condizioni cinematiche in presenza della torcia. L’ipotesi che consente di elaborare un modello di questo tipo consiste nell’ammettere che nella girante, sotto condizioni di carico parziale, la portata non si riduca in misura uguale per tutti i canali interpalari, ma un certo numero di canali tenda a conservare una portata prossima a quella della condizione di pieno carico, mentre nei canali restanti si instaurano condizioni di portata fortemente ridotta (o prossime allo stallo). Imponendo che tale configurazione ruoti stabilmente con la stessa velocità angolare di precessione da cui è animato il filamento vorticoso della torcia si riesce a chiudere matematicamente il problema. Il modello in questione permette di fare previsioni che potrebbero essere verificate da opportune indagini sperimentali.
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Frey, Bruno S. "Werner W. Pommerehne." Journal of Public Finance and Public Choice 12, no. 2 (October 1, 1994): 83–85. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907539888.

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Abstract:
Abstract Werner Pommerehne, professore presso l’Università di Saarbrücken, è morto improvvisamente l’8 ottobre 1994. Egli era un esempio di un tipo generale di economista politico, volto a comprendere i problemi del mondo reale e, quindi, orientato verso le indagini empiriche.I suoi interessi hanno riguardato un vasto campo d’indagine, nel quale occupano un posto rilevante gli studi di Public Choice e di finanza pubblica. Più in generale, il suo settore era costituito dall’economia non di mercato.I contributi di Pommerehne riguardano soprattutto tre aree della politica economica moderna: 1) le determinanti della spesa pubblica; 2) il confronto tra produzione privata e produzione pubblica; 3) l’economia sperimentale.
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Biasi, Valeria. "Dall’analisi fenomenologica alla verifica sperimentale in psicologia: indagini sui meccanismi di difesa psichica in ambito educativo." ECPS - Educational, Cultural and Psychological Studies, no. 9 (June 2014): 203–33. http://dx.doi.org/10.7358/ecps-2014-009-bias.

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Vittorio, Pasquali, Migliore Martina, and Renzi Paolo. "Ritmi ultradiani nell'attenzione sostenuta: studio dell'effetto della complessitŕ del compito e stabilitŕ test-retest." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 3 (January 2012): 315–40. http://dx.doi.org/10.3280/rip2010-003001.

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Abstract:
Dati sperimentali evidenziano la presenza di ritmi brevi nella curva della prestazione, con periodi compresi tra 2,5 e 20 minuti nei tempi di reazione semplici, con una larga variabilita inter-soggetto. A differenza del ritmo circadiano, i ritmi ultradiani, non corrispondono apparentemente a nessuna periodicita ambientale, e non sono noti finora fattori che intervengano nella loro modulazione. Lo studio dell'influenza di fattori esterni sui parametri dei ritmi ultradiani potrebbe chiarire le basi e processi endogeni implicati nella generazione e modulazione di tali ritmi. Nei 3 esperimenti proposti in questa indagine si e indagata la presenza di ritmi ultradiani nell'attenzione sostenuta in modalita visiva, tentando di arricchire la loro caratterizzazione mediante lo studio di un eventuale effetto della complessita di esecuzione del compito. I risultati hanno confermato l'esistenza di ritmi brevi stabili nell'attenzione sostenuta umana, ed e stata osservata inoltre la presenza di una modulazione differenziale dei ritmi ad opera della complessita.
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Pareto, Adriano, and Annamaria Urbano. "Stime preliminari nelle statistiche giudiziarie: un'applicazione ai procedimenti di separazione e divorzio." RIVISTA DI ECONOMIA E STATISTICA DEL TERRITORIO, no. 3 (November 2010): 108–35. http://dx.doi.org/10.3280/rest2010-003005.

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Abstract:
Questo lavoro nasce dall'esigenza di sviluppare un sistema per la produzione di stime preliminari, a livello di ripartizione geografica, nelle statistiche giudiziarie rilasciate dall'ISTAT, con particolare riferimento alle separazioni e ai divorzi. La prima parte č dedicata all'esposizione del quadro normativo e del contesto operativo di riferimento. Quindi, vengono illustrati le fonti, il processo produttivo e le serie storiche utilizzate. Infine, viene proposta e sperimentata una metodologia per la produzione delle stime anticipate dei dati annuali basata sull'applicazione del metodo di Holt-Winters a serie storiche trimestrali. Tale metodologia puň essere applicata con successo anche nei casi in cui la numerositŕ delle serie storiche non consente l'applicazione di modelli sofisticati, come i modelli ARIMA. La positiva performance riscontrata sui dati delle separazioni e dei divorzi apre lo scenario all'eventuale applicazione della metodologia proposta ad altre indagini della statistica giudiziaria.
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Wilson, Andrew. "Urban Production in the Roman World: the View from North Africa." Papers of the British School at Rome 70 (November 2002): 231–73. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200002166.

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Abstract:
LA PRODUZIONE CITTADINA NEL MONDO ROMANO, VISTA DAL NORD AFRICAQuesto articolo esamina l'evidenza per le attivita industriali nelle città del nord Africa romano e dimostra come l'importanza della produzione artigianale urbana sia stata largamente sottovalutata in molte discussioni di economia antica. Di solito è difficile stabilire la giusta scala delle attività produttive urbane senza effettuare degli scavi estensivi, visto che i laboratori erano molto spesso piuttosto piccoli; ciò non toglie che essi potrebbero essere stati comunque numerosi e distribuiti all'interno della città. Scavi della estensione necessaria non sono irrealizzabili con le tecniche odierne; due siti scavati nella prima metà del ventesimo secolo hanno infatti portato alia luce un quadro caratterizzato da numerosi laboratori: 22 fulloniche a Timgad e 18 stabilimenti per la salatura del pesce a Sabratha. La ricognizione di superficie viene qui indicata come il metodo migliore per effettuare ricerche nei siti che lo consentono, al fine di identificare l'ampiezza dei depositi di rifiuti di fabbricazione, con l'aiuto di indagini geofisiche per trovare forni e fornaci, e scavi di alcune aree specifiche. Questo tipo di tecniche è stato sperimentato con successo a Leptiminus, Meninx e Thamusida, e ha permesso di identificare la presenza di attività di produzione ceramica, lavoro dei metalli e dell'industria per l'estrazione della porpora per la tintura. L'evidenza che emerge dalle recenti indagini archeologiche suggerisce che il contributo dell'industria cittadina all'economia delle città antiche fosse potenzialmente significativo, mentre la scala di produzione nei siti discussi indica un carattere artigianale della vita di queste città molto più consistente di quanto non sia stato di solito ritenuto. Il modello della ‘città di consumo’ non sembra adattarsi completamente a molte delle città romane, e i tentativi di descrizione dell'economia dell'urbanismo romano dovrebbero prestare piu attenzione al ruolo delle città nelle reti di commercio locale, regionale e su lunga distanza.
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Fantozzi, Donatella. "Insegnare e apprendere nella scuola secondaria: paradigmi teorici e declinazioni operative per una scuola inclusiva." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 1 (June 2021): 164–77. http://dx.doi.org/10.3280/ess1-2021oa11861.

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Abstract:
La necessità di pensare ad un percorso formativo che permetta al futuro insegnante di sperimentare il proprio apprendimento teorico attraverso modalità operative quali il tirocinio, le attività laboratoriali, l'affiancamento di colleghi esperti durante il primo periodo di servizio, la formazione continua per tutto l'arco temporale dello svolgimento della professione, emerge a chiare note sia dalla ricerca scientifica che dai monitoraggi internazionali OCSE sullo status della scuola e sulle competenze dei docenti; emerge del resto anche dalle risposte dagli aspiranti insegnanti che esprimono, nelle risposte all'indagine presentata, l'esigenza di acquisire competenze specifiche circa la didattica inclusiva, la collegialità e l'interdisciplinarità, dispositivi ritenuti irrinunciabili per poter e saper declinare l'insegnamento in apprendimento. Il contributo presenta i risultati di un'indagine esplorativa svolta tra gli iscritti presso l'Università di Pisa, negli aa.aa. 2018/2019 e 2019/2020, al Percorso Formativo per l'acquisizione dei 24 Crediti Formativi Universitari necessari per accedere all'insegnamento, indagine volta a misurare la soddisfazione e i desiderata dei partecipanti.
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Baiardo, Giacomo, Gaia Savioli, Massimo Conti, Luca Corsiglia, and Massimo Miglioretti. "Gruppo chiuso strutturato o gruppo aperto semistrutturato? Confronto tra due modalitŕ di gestione del gruppo educativo in cardiologia riabilitativa." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 2 (July 2011): 9–27. http://dx.doi.org/10.3280/pds2011-002002.

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Abstract:
Obiettivi di questa ricerca sono presentare due diverse modalitŕ di intervento educativo in cardiologia riabilitativa (CR) e valutarne l'efficacia in termini di miglioramento dello stato psicologico dei pazienti. Presso l'Istituto Cardiovascolare di Camogli sono stati reclutati 153 pazienti: 113 hanno partecipato ad un intervento di gruppo chiuso strutturato (gruppo di controllo) costituito da tre incontri con numero fisso di pazienti in cui si trattavano tematiche fondamentali in CR; gli altri 40 pazienti hanno partecipato al gruppo aperto semistrutturato (gruppo sperimentale) nato per meglio venire incontro alle esigenze dei pazienti ricoverati, che ha previsto almeno tre incontri per ciascun paziente. Tutti i pazienti sono stati valutati, all'ingresso e alle dimissioni, con una batteria di questionari indaganti diverse caratteristiche psicologiche. I risultati mostrano come le due modalitŕ portino a esiti positivi sostanzialmente sovrapponibili nel breve termine. Se tali riscontri fossero confermati su gruppi piů ampi, si potrebbero configurare per l'operatore importanti alternative organizzative, senza che l'intervento ne risenta in efficacia.
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Pessina, Adriano. "La questione del metodo nella prospettiva della bioetica di stampo personalista." Medicina e Morale 53, no. 2 (April 30, 2004): 317–27. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2004.646.

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Abstract:
L’Autore affronta la questione del metodo nella prospettiva personalista. Dopo aver chiarito che non esiste un metodo specifico della bioetica, se non nel senso che la bioetica non fa altro che assumere il metodo di indagine che è specifico della riflessione etica dalla quale dipende, l’Autore sottolinea che l’originalità della bioetica rispetto all’etica sta nell’insieme dei contenuti che essa affronta, ossia azioni e processi mediati dalla conoscenza scientifica e dalla prassi tecnologica. In particolare, viene proposta una riflessione su come è articolato il metodo triangolare proposto da Elio Sgreccia nel suo noto Manuale di Bioetica. Questo metodo si distingue dal proceduralismo di altre prospettive, sia per la sua connotazione contenutistica, che ha il suo perno in una concezione sostanzialistica della persona umana, sia per la sua struttura critica o dialettica. Nella connessione tra il dato medico-scientifico, il dato antropologico e il momento etico emerge il significato analogo della verità, concetto non confinato soltanto nel campo delle scienze sperimentali ma efficace anche sul piano etico. In tal senso, la bioetica emerge come una disciplina che si costituisce attraverso un percorso (il itriangolo) che ha il suo esito laddove il giudizio di coscienza è formulato in base alle verità acquisite ed integrate, in base ai diversi beni messi in gioco. Il momento prescrittivo, quello decisivo dell’indagine bioetica, non è assimilabile ad una pura deduzione dai principi morali ma si costituisce all’interno di un complesso itinerario teorico che tiene conto dei diversi approcci alla realtà.
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Barbina, V., and M. Leonardi. "Attualità della radioprotezione in Neuroradiologia." Rivista di Neuroradiologia 6, no. 1 (February 1993): 61–67. http://dx.doi.org/10.1177/197140099300600108.

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Abstract:
Un tempo il principale scopo della radioprotezione, per quanto riguarda la radiologia, era la sicurezza degli operatori, ma nei tempi recenti il perfezionamento delle apparecchiature e le tecniche di memorizzazione delle immagini hanno completamente mutato la situazione: da un lato in un moderno istituto di radiologia gli operatori ricevono in genere meno di 0,05 mSv al mese (equivalente di dose alle gonadi ed al RBM), dall'altro lo stesso progresso ha portato un enorme aumento del numero di esami radiologici (oltre 800 all'anno per 1000 abitanti nei paesi sviluppati). Ciò ha suscitato un nuovo problema: l'impatto che può avere il contributo di piccole dosi di radiazione impartite su molte persone (l'equivalente di dose efficace collettivo). Il nuovo problema concerne in modo particolare la Neuroradiologia, poiché gli studi del rachide, l'angiografia digitale e la TC, che comportano dosi molto elevate al paziente (dell'ordine di 2–7 mSv) sono esami tipicamente neuroradiologici. Si può stimare che ad essi sia dovuto oltre il 30% della dose totale impartita alla popolazione dalla radiologia diagnostica. Il rischio di tumori indotti in questo caso non è provato, poiché altri agenti cancerogeni (fumo, agenti chimici, ecc.) presenti nella vita di ogni giorno e non eliminabili si sovrappongono e sono obiettivamente predominanti. Tuttavia la mancanza di evidenza sperimentale di una correlazione quantificabile, nel caso di piccole dosi impartite all'intera popolazione, tra dose e induzione di cancro non implica che il rischio non esista: questa è una inaccettabile, benché diffusa, interpretazione. Significa invece che sono necessarie ulteriori e approfondite indagini dosimetriche ed epidemiologiche, particolarmente per quanto riguarda gli esami tipici di neuroradiologia, quali gli studi del rachide, l'angiografia e la TC, la cui pratica è in costante incremento.
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Cianconi, Luigi, Vincenzo Angotti, Roberto Felici, Gabriele Conte, and Manuele Mancini. "Precisione nella determinazione della lunghezza di lavoro mediante localizzatori elettronici d’apice, radiologia digitale e prova visiva: presentazione di una nuova metodica sperimentale di indagine – uno studio ex-vivo." Giornale Italiano di Endodonzia 25, no. 1 (April 2011): 24–32. http://dx.doi.org/10.1016/j.gien.2011.05.001.

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Ciampa, Francesca, Giorgio Croatto, Massimo Rossetti, Michele De Carli, Francesco Chinellato, Umberto Turrini, Angelo Bertolazzi, and Francesco Incelli. "Architectural technology responds to the environmental crisis: participatory design in an emergency context / La tecnologia dell’architettura risponde alla crisi ambientale: la progettazione partecipata in ambito emergenziale." Valori e Valutazioni 30 (August 2022): 119–34. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20223008.

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Abstract:
Within the framework of the research and innovation strategy RIS3 “Sustainable Living” (POR-FSE, funded by the Veneto Region), for the improvement of the resilience and adaptation capacity of the Veneto territory to environmental crises and emergencies, the subject of the contribution returns the results of the participatory experimentation of the project H.E.L.P. Veneto ‘ High-efficiency Emergency Living Prototypes Veneto - Sustainable adaptive residences for temporary stay in environmental emergencies. The research concerns the design of a minimum flexible emergency living module, replicable on a large scale, multifunctional, sustainable, powered by off-grid systems and integrated into the built environment. The housing unit uses timber, a material linked to the local building tradition, whose prefabricated modular reversibility follows principles of circular reuse. Moreover, the constructive adaptability of the interior spaces is reflected in a “liquid space” capable of transforming itself according to the needs of the occupants. The paper introduces a form of participatory design of the emergency housing module, based on the engagement of small and large companies, related to different segments of the construction market, a leading sector in the economy of Veneto. The participatory approach borrows from Architectural Technology the tools needed to understand the characteristics of the settlement system, the potential of the project and the value of scientific stakeholder engagement in the process. Using the Soft System Methodology, direct investigation protocols have been constructed relating to the performance of the living unit. Using Strategic Options Development and Analysis (SODA), the results of the experimented survey (large-scale questionnaires) were decoded, interpreted and systematised. The processing of the answers allowed the stakeholders to validate the potential of the proposed module and, at the same time, to be informed about its characteristics. The innovation of the method lies precisely in the modelling phase, which makes it possible to integrate the results of the hard and soft data analyses and to make it clear how participation plays an essential role in the process of designing and validating the proposed module. Nell’ambito della strategia di ricerca e innovazione RIS3 “Sustainable Living” (POR-FSE, finanziato dalla regione Veneto), per il miglioramento della capacità di resistenza e di adattamento del territorio veneto a crisi ed emergenze ambientali, l’oggetto del contributo restituisce gli esiti della sperimentazione partecipata del progetto H.E.L.P. Veneto High efficiency Emergency Living Proto- types Veneto – Residenze adattive sostenibili per la permanenza temporanea in regime di emergenza ambientale. La sperimentazione riguarda la progettazione di un modulo minimo abitativo di emergenza flessibile, repli- cabile a larga scala, polifunzionale, sostenibile con impianti a funzionamento off-grid e integrato nell’ambiente costruito. L’unità abitativa utilizza il legno, materiale legato alla tradizione costruttiva locale, la cui reversibilità modulare prefabbricata segue principi di riuso circolare. Inoltre, l’adattabilità costruttiva degli ambienti interni si riflette in uno “spazio liquido” capace di trasformarsi in base alle esigenze dell’abitare. Il contributo propone una forma di progettazione partecipata del modulo abitativo emergenziale, basata sull’engagement delle realtà aziendali di piccole e grandi dimensioni, relative ai diversi segmenti di mercato dell’edilizia, settore trainante della regione Veneto. L’approccio partecipativo mutua dalla Tecnologia dell’Architettura gli strumenti di conoscenza atti alla comprensione delle caratteristiche del sistema insediativo, delle potenzialità del progetto e del valore dell’engagement scientifico degli stakeholder nel processo. Utilizzando la Soft System Methodology sono stati costruiti dei protocolli di indagine diretta che combinano la conoscenza prestazionale dei processi insediativi nell’unità ambientale. Mediante la Strategic Options Development and Analysis (SODA) sono stati decodificati, interpretati e sistematizzati i risultati della survey sperimentata (questionari ad ampia scala). L’elaborazione delle risposte ha fatto sì che il sapere esperto degli stakeholder validasse le potenzialità del modulo proposto informandosi, al contempo, sulle caratteristiche dello stesso. L’innovazione del metodo risiede proprio nella fase di modellazione, la quale permette di integrare i risultati delle analisi dei dati hard e quelle dei dati soft, e di rendere chiaro come la partecipazione svolga un ruolo essenziale nel processo di animazione e validazione del modulo proposto.
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Biasi, Valeria, Giovanni Moretti, Arianna Morini, and Nazarena Patrizi. "Attenzione ed esperienza estetica nella comunicazione didattica Indagini empirico-sperimentali condotte sul campo: principali risultati." ECPS - Educational Cultural and Psychological Studies, no. 20 (December 4, 2019). http://dx.doi.org/10.7358/ecps-2019-020-bias.

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Fiorentini, Silvia, Davide Travaglini, and Susanna Nocentini. "Deer impact on Turkey oak and chestnut coppice production in Tuscany. Experimental survey and a methodological approach." L'ITALIA FORESTALE E MONTANA, 2015, 23–40. http://dx.doi.org/10.4129/ifm.2015.1.02.

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Oliveira, José Luiz de Jesus Egues de, Edevaldo Maximo da Silva, Cleidison Da Silva Santos, Dalila Fonseca Pontes, Jandaira Fernandes da Silva, Jose Pereira de Queiroz, and Zenóbia Conceição Castro Santana. "Costruzione didattica della geometria e l’uso di materiali concreti come processo di apprendimento." Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, October 15, 2020, 46–61. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/formazione-it/costruzione-didattica.

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Abstract:
La ricerca si è distinta per una riflessione didattica che risponde alla necessità di costruzioni sperimentali in classe, con materiali concreti per assistere nel processo di insegnamento e apprendimento della geometria nelle scuole elementari. In questo senso di attribuire un’analisi a questo problema, abbiamo come asse, educazione matematica, come un modo per stimolare gli studenti per lo sviluppo di laboratori in cui hanno mirato alla costruzione di materiali didattici come un processo di apprendimento della matematica. Il processo di costruzione del concetto di geometria che attribui le competenze e le competenze da sviluppare negli studenti in questa fase, ha permesso allo stesso di sviluppare un particolare tipo di pensiero per comprendere, descrivere e rappresentare, in modo organizzato, gli spazi geometrici, informando l’importanza che questo contenuto ha nella loro vita sociale di cittadino. Attraverso la costruzione di figure geometriche con materiali manipolati, studiamo tutti i concetti della figura, attraverso questo strumento, stimolando così l’interesse e la motivazione degli studenti, fornendo loro un ragionamento geometrico e matematico. Le definizioni della geometria possono essere costruite successivamente, prendendo come base la precedente conoscenza degli studenti o meno, in cui sottolineiamo che gli educatori dovrebbero creare attività in cui gli studenti fanno indagini su situazioni legate alle dimensioni geometriche, avendo così esperienze di significato e direzione di se stessi e di qualche figura inserita nello spazio. Tuttavia, per l’assorbimento di questo processo di insegnamento e apprendimento, oltre a presentare teorie agli studenti, è stato necessario mostrare le figure geometriche per le loro caratteristiche fisiche, vale a dire in modo tale che la natura ci fornisce e non solo dalle sue proprietà e concetti definiti. Infine, la ricerca ci ha permesso di analizzare la capacità intellettuale di ogni studente selezionato per questo scopo.
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Biasi, Valeria, Nazarena Patrizi, Conny De Vincenzo, and Mauro Mosca. "I colloqui di orientamento per facilitare il successo accademico: una indagine sperimentale." ECPS - Educational, Cultural and Psychological Studies 1, no. 15 (June 19, 2017). http://dx.doi.org/10.7358/ecps-2017-015-bias.

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Basile, Martina. "L'archeologia sperimentale come metodo di indagine per lo studio delle Veneri del Paleolitico Superiore." SAGVNTVM. Papeles del Laboratorio de Arqueología de Valencia 48 (January 10, 2017). http://dx.doi.org/10.7203/sagvntvm.48.8794.

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"Capitolo 2: Verso una definizione di “indigeno”." Epidemiologia e psichiatria sociale. Monograph Supplement 11, S4 (March 2002): 23–25. http://dx.doi.org/10.1017/s1827433100000496.

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Abstract:
Ad un primo esame la definizione di “indigeno” può apparire cosa facile, ma, ad un indagine più accurata, essa non si mostra un compito semplice. Nell'emisfero occidentale può essere ovvio identificare quali gruppi classificare come indigeni; ad esempio quei popoli che vivevano nel Nord e nel Sud America prima del contatto con gli europei e l'inizio della colonizzazione verso la fine del XV secolo. Una simile definizione può essere applicata in riferimento ai popoli dell'Oceania: i gruppi aborigeni dell'Australia e della Nuova Zelanda non incontrerebbero nessuna difficoltà ad essere compresi nella definizione di popolazioni indigene. Ma cosa dire delle popolazioni della Micronesia le cui isole ancestrali non sono state tutte colonizzate ed annientate dagli europei o dall'espansionismo asiatico ma che hanno sperimentato rapidi cambiamenti socioculturali attraverso il contatto con grandi e più potenti forze provenienti dall'esterno? Cosa dire delle minoranze etniche che vivono dentro società più estese? Le minoranze nazionali della Cina e le riconosciute tribù dell'India costituiscono popolazioni indigene allo stesso modo degli indiani americani? Una simile domanda si può porre per l'Africa. I San Basarla dell'Africa meridionale ed i Pigmei dell'Africa centrale possono ovviamente essere considerate popolazioni indigene. Ma cosa dire degli altri gruppi tribali dell'Africa sub-Sahariana?
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Conoci, Simone, Elena Cristofori, and Caterina Galletti. "Distress morale e cure futili: indagine conoscitiva sulla percezione degli studenti infermieri." Medicina e Morale 65, no. 5 (November 23, 2016). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2016.453.

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Abstract:
Gli operatori sanitari, nell’esercizio professionale quotidiano, si avvalgono di un insieme di regole deontologiche che giustificano la moralità e irreprensibilità dell’atto assistenziale di cui sono garanti. Tuttavia l’iper-specializzazione del sapere e lo sviluppo di nuove tecnologie sottopongono costantemente i professionisti della salute all’impossibilità di conciliare sempre ciò che “è possibile fare” con ciò che “è doveroso” ed “eticamente lecito” fare per il paziente, condizione che potenzialmente genera nell’operatore distress morale. Gli infermieri che sperimentano Moral distress vivono una situazione di forte disagio, poiché riconoscono il comportamento da intraprendere più adeguato alla situazione clinica ma, per svariati motivi, non possono metterlo in pratica trovandosi quindi ad agire in modo contrario ai propri valori professionali. Le ricerche sul distress morale sono state condotte prevalentemente su infermieri. Nel presente studio sono state esaminate le situazioni che provocano conflitto morale nel vissuto degli studenti infermieri, in relazione a tutte quelle situazioni d’assistenza che si collocano al limite di una medicina etica e coscienziosa in termini di proporzionalità dei mezzi impiegati e di gravosità o beneficità dei trattamenti per il paziente. È stato svolto uno studio fenomenologico con interviste scritte semi-strutturate su un campione propositivo di studenti infermieri di una università romana. I testi delle interviste sono stati analizzati con il metodo Giorgi. I risultati hanno evidenziato che il Moral distress si manifesta nel vissuto esperienziale dello studente che è già in grado di delineare situazioni spiacevoli, cause, effetti e, in limitati casi, possibili strategie per rispondere al disagio vissuto nei setting clinici.During the professional practice of every day, caregivers use a set of ethical rules that warrant morality and irreproachability of welfare deed they are guarantors to. Nevertheless, hyperspecialization of knowledge and the development of new technologies, steadily submit professionals of wealth to inability to reconcile many times what “it is possible to do” to what “it is right to do” and “ethically correct” for patients, and that’s what potentially creates moral distress to the caregiver. Nurses who experience this moral distress, live a strong situation of discomfort, because they recognize the right behavior to have in a certain clinic situation but, due to several reasons, they can’t execute as they should, and they are incline to practice against their professional values. The most of surveys about moral distress are all conducted on nurses. This analysis inquires all situations that produce moral conflict in lived of nursing students, related to all those situations that lie on the border between an ethic and conscientious Medicine, about the proportionality in the use of means used and burdensomeness or beneficence of treatments for patients. It was carried out a phenomenological study by written semi-structured interviews on a purposeful sample of nursing students of a roman Campus. The texts of the interviews were analyzed with Giorgi’s method. The results showed that moral distress occurs in experiential lived of a student who is already able to outline unpleasant situations, causes, effects, and in few cases, possible strategies to respond to the distress experienced in clinical settings.
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Mancini, A., G. Grande, R. Festa, E. T. C. Giacchi, L. De Marinis, and M. L. Di Pietro. "Nuovi problemi derivanti dall’impiego delle tecniche di fecondazione artificiale." Medicina e Morale 55, no. 4 (August 30, 2006). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2006.348.

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Abstract:
Le tecniche di fecondazione artificiale (PMA) pongono al medico che opera nel campo delle metodiche della riproduzione e al bioeticista notevoli problemi di ordine morale, per la cui risoluzione è necessaria una base scientifica a monte della valutazione etica. Questo studio analizza, dunque, gli aspetti più propriamente scientifici in merito alla Intra Cytoplasmic Sperm Injection (ICSI). Tale tecnica è oggi quella più usata nei centri di PMA ed ha rivoluzionato l’approccio alla sterilità di coppia. Pur tuttavia essa pone notevoli problemi, sia in merito all’impiego di seme di soggetti infertili sia connessi alla stessa tecnica. Per quanto riguarda i primi, si distinguono aspetti correlati: 1. alla presenza di anomalie citogenetiche parentali e delle cellule spermatiche, onde è stato dimostrato che pazienti infertili ammessi a programmi ICSI hanno un alto tasso di aneuploidie negli spermatozoi, inversamente correlate con i parametri seminali e il numero di forme morfologicamente normali dopo selezione; 2. all’esistenza di microdelezioni del cromosoma Y. Su tale aspetto ci si sofferma, evidenziando il ruolo dei segmenti genici coinvolti, nonché il rischio di trasmissione della microdelezione ai figli concepiti via ICSI. Sono quindi descritte le principali problematiche connesse sia alla tecnica sia all’abilità dell’operatore, evidenziando il carattere di sperimentalità della tecnica in esame. Considerando, poi, i risultati delle procedure ICSI, occorre considerare sia il tasso di fecondazione e l’outcome ostetrico sia il seppur lieve aumento di incidenza di malformazioni ed anomalie citogenetiche. Inoltre, il tentativo di ottenere gravidanze da situazioni maschili sempre più severe, pone il problema di valutare i risultati in rapporto al quadro eziologico di partenza, ma vi sono poche osservazioni in tal senso. In conclusione vengono valutati i nuovi campi di indagine, con particolare riferimento alla round spermatid injection (ROSI), alla round spermatid nuclear injection (ROSNI) ed all’impiego di spermatogoni, fino alle forme di “semi-clonazione”, e gli ulteriori problemi che permangono ancora aperti, quali gli aspetti immunologici o la trasmissibilità dell’infezione da Human Immunodeficency Virus (HIV). ---------- The reproductive technologies (RTs) puts to the physician, involved in the reproductive medicine, and the bioethicist remarkable moral problems; therefore a solid scientific ground is necessary for an ethical evaluation. This study analyses the more properly scientific aspects, particularly related to Intracytoplasmic Sperm Injection (ICSI). Such technique, that is today the more used in the RTs centres, upsets the approach to couple sterility. It places, however, remarkable problems, both about the use of infertile man sperm and about the same technique. As to the first point, we can distinguish aspects connected to the presence of parental citogenetic anomalies and in sperm cells, so it was demonstrated that infertile patients admitted to ICSI programs have a high rate of aneuploidies in the spermatozoa, inversely correlated with the sperm parameters and the number of morphologically normal shapes after selection, and to the existence of micro-deletion of the Y chromosome. About this we meant to stop to us, evidencing the role of the deleted genic segments and the risk of transmission of the microdeletion to sons conceived via ICSI. Then the authors describe the major problems connected to the technique and to the ability of the operator, evidencing the experimentation of this technology. Considering, then, the outcomes of ICSI procedures, it is necessary to consider both the fecondation rate and the obstetrical outcome, and the slight increase of the incidence of malformations and citogenetical anomalies. Moreover, the attempt to obtain pregnancies from more and more severe male situations places the problem to estimate the outcome referred with the etiology, but there are only few observations about it. In conclusion we considered the new perspectives, specially about round spermatid injection (ROSI), round spermatid nuclear injection (ROSNI) and the use of spermatogonia, until “the semi-cloning reproduction” and the other problems still opened, as the immunological aspects or the transmission of the Human Immunodeficiency Virus (HIV).
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