Academic literature on the topic 'Industriale'

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Journal articles on the topic "Industriale"

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Berta, Giuseppe. "Contributo a una discussione sui rapporti Fiat-Chrysler." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 260 (February 2011): 471–74. http://dx.doi.org/10.3280/ic2010-260006.

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Abstract:
Le relazioni tra Fiat e Chrysler hanno una lunga storia, che risale all'ultimo dopoguerra, quando la casa americana si fece carico di assistere i torinesi nell'ambito del piano Marshall. Cinquant'anni dopo, fattasi gravissima la crisi della Chrysler negli anni novanta, la Fiat pensň a un'acquisizione ma lasciň subito il posto alla tedesca Daimler, ben piů dotata di risorse tecniche e finanziarie. Piů tardi, dopo la rinunzia della Daimler a sostenere la Chrysler, questa ri- mase nelle mani di un fondo finanziario, che cercň un socio industriale per rilanciare la produzione. La fusione con la Fiat, che assunse le responsabilitŕ gestionali, forně all'amministrazione Usa una soluzione accettabile per evitare un fallimento disastroso. Dopo la conclusione dei primi accordi, la dinamica produttiva č perň tale che la Fiat, ridotta di dimensioni per lo scorporo da Fiat Automobiles Group del settore dei veicoli industriali (Fiat Industrial), e debole sul mercato dell'auto, appare destinata a non avere il ruolo di guida nella nuova impresa, e a perdere la sua importante posizione nel sistema industriale italiano.
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Orazi, Francesco. "I sistemi locali di sviluppo del Medio-Adriatico: i risultati di una ricerca." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 116 (April 2010): 204–19. http://dx.doi.org/10.3280/sl2009-116017.

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Abstract:
L'articolo, riprendendo i dati di una ricerca svolta su 5 distretti industriali nelle Regioni Marche e Abruzzo (area Medio-Adriatica), cerca di descrivere le profonde trasformazioni economiche e socio culturali che hanno investito negli ultimi anni queste comunitŕ e queste forme organizzate e diffuse della produzione. Sul piano della struttura industriale si notano due eventi cruciali: l'emergere di poche medio-grandi imprese leader distrettuali che ne guidano di fatto gli esiti, fino a mutare l'articolazione del distretto di specializzazione in post-distretto "ri-verticalizzato"; il processo di delocalizzazione produttiva delle filiere di Pmi in paesi di nuovo approdo industriale, con il conseguente processo di erosione dei legami sociali tra struttura produttiva endogena e comunitŕ locali (a es. disoccupazione industriale). Infine, il lavoro sostiene l'esigenza di un nuovo e moderno apporto istituzionale allo sviluppo, sia con il reale potenziamento delle strategie di governance che con un forte processo innovativo innescato dalle risorse locali, cognitive, umane e tecniche per traghettare le economie distrettuali verso sentieri innovativi della competitivitŕ globale.
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D'Aurizio, Leandro, and Giuseppe Ilardi. "Occupazione e investimenti nel Mezzogiorno: il ruolo delle imprese del Centro Nord." QA Rivista dell'Associazione Rossi-Doria, no. 2 (July 2012): 93–123. http://dx.doi.org/10.3280/qu2012-002004.

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Abstract:
Occupazione e investimenti nel Mezzogiorno: il ruolo delle imprese del Centro Nord I flussi di risorse diretti dall'esterno negli stabilimenti industriali del Mezzogiorno d'Italia sono stati stabilmente rilevanti nel corso degli anni. Essi hanno rappresentato nell'industria il 20% degli addetti e un quarto degli investimenti. Questi flussi sono ricostruiti tramite l'indagine sulle imprese Invind condotta dalla Banca d'Italia, colmando una lacuna dei Conti nazionali. Gli incentivi pubblici volti a stimolare lo sviluppo industriale del Mezzogiorno valgono una frazione modesta degli investimenti e sono importanti solo per le imprese locali. Gli anni 2007-2009, toccati dalla crisi economica, hanno visto la riduzione dell'importanza delle imprese del Centro Nord nello sviluppo industriale del Sud e Isole.
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Ratto, Franco. "BATTISTI, Eugênio. Archeologia industriale, architettura, lavoro, tecnologia, economia e la vera Rivoluzione Industriale." EDUCAÇÃO E FILOSOFIA 16, no. 32 (August 11, 2008): 193–97. http://dx.doi.org/10.14393/revedfil.v16n32a2002-675.

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Zazzara, Gilda. "Deindustrializzazione e industrial heritage. Approcci convergenti alla memoria del passato industriale." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 292 (March 2020): 117–43. http://dx.doi.org/10.3280/ic2020-292005.

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Dattomo, Nicla. "La legge 634/57 ed il progetto di sviluppo industriale per il Mezzogiorno." STORIA URBANA, no. 130 (October 2011): 45–78. http://dx.doi.org/10.3280/su20011-130003.

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Abstract:
La legge 634/57, che proroga fino al 1965 l'attivitŕ della Cassa per il Mezzogiorno, dispone una serie di strumenti specifici atti a sostenere lo sviluppo industriale delle regioni meridionali, introducendo, in particolare, misure finalizzate a consentire la realizzazione di "zone di concentrazione" delle iniziative industriali. Negli anni successivi al 1957, queste misure si specificheranno in un dispositivo normativo per l'istituzione di Aree di sviluppo industriale (Asi) e Nuclei di industrializzazione (Ni) del Mezzogiorno. Esso č espressione di scelte che riguardano due importanti ordini di problemi: da un lato, la scelta di un modello di sviluppo per il paese, con l'affermazione definitiva di un principio di economia mista, o di capitalismo guidato; dall'altro, la scelta di un modello geografico di distribuzione dell'industria nazionale, rispetto al quale temi cruciali appaiono quello di una piů equanime ripartizione del tra nord e sud e, all'interno del Mezzogiorno, quello di un bilanciamento tra "concentrazione" e "diffusione" dell'industria. Il saggio, ripercorsa brevemente la genealogia del disegno di legge ed evidenziato il ruolo svolto, nella sua definizione, dalle ipotesi elaborate dalla Associazione per lo sviluppo industriale del Mezzogiorno (Svimez), osserva il dispositivo normativo ricercando i contenuti territoriali sottesi ai provvedimenti.
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Leonardi, Salvo. "La condizione operaia nella crisi tra svalorizzazione del lavoro e declino delle relazioni industriali." QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 3 (September 2011): 143–62. http://dx.doi.org/10.3280/qg2011-003012.

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Abstract:
1. Premessa / 2. La crisi e i suoi costi sociali / 3. Il declino delle relazioni industriali / 4. Post-fordismo e condizioni di lavoro / 5. L'ambigua prospettiva della/ 6. Globalizzazione e crisi della democrazia industriale / 7. Lavoro e sindacato: una nuova rappresentanza e una nuova rappresentazione.
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Granata, Mattia. "Roberto Tremelloni. La politica dei ‘tecnici' per la ricostruzione dell'Italia liberata." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 259 (November 2010): 191–215. http://dx.doi.org/10.3280/ic2010-259001.

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Abstract:
Le vicende che segnarono l'avvio della fase di ricostruzione nel Settentrione del paese, all'indomani della liberazione, ebbero in Roberto Tremelloni un protagonista al vertice della piů importante istituzione pubblica operante in ambito economico, il Consiglio industriale dell'Alta Italia (Ciai). L'ex ministero fascista della Produzione industriale, con i dipendenti comitati industriali, infatti, oltreché strumento di gestione della difficile fase di trapasso tra il periodo di guerra e il dopoguerra, divenne il fulcro di un nuovo progetto di lungo periodo. Nella visione dei loro sostenitori, i comitati industriali, articolandosi nei diversi settori produttivi, dovevano fungere da luogo di coordinamento nella distribuzione delle scarsissime materie prime in funzione di una ricostruzione coerente con indirizzi politici condivisi e, soprattutto, potevano assumere un ruolo di regolazione dell'economia produttiva in funzione di un progetto di pianificazione coerente con gli indirizzi moderni di politica economica seguiti nei paesi piů avanzati. L'epifania di una collaborazione fra l'opera dei ‘tecnici' e la politica, tuttavia, era destinata a svanire, stretta nella soffocante morsa degli interessi contrastanti.
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Tognon, Alisia. "Memorie di un paesaggio industriale." TERRITORIO, no. 70 (September 2014): 80–85. http://dx.doi.org/10.3280/tr2017-070014.

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Somma, Alessandro. "Il diritto della Rivoluzione industriale." Rechtsgeschichte - Legal History 2016, no. 24 (2016): 473–80. http://dx.doi.org/10.12946/rg24/473-480.

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Dissertations / Theses on the topic "Industriale"

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Baggio, Patrizia Maria <1989&gt. "Dall'archeologia industriale al turismo industriale. Il caso dell'alto vicentino." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4989.

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Vendrame, Marco <1993&gt. "INDUSTRIA 4.0: ANALISI DEGLI ASPETTI TECNICI E FISCALI DELL'ULTIMA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16828.

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Abstract:
L'elaborato andrà a svilupparsi sull'analisi tecnica delle principali nuove tecnologie abilitanti e concettuale, riguardante i grandi cambiamenti che inevitabilmente sta portando questa quarta rivoluzione industriale. Con particolare attenzione al paese Italia verranno inoltre esposte le varie agevolazioni fiscali che i governi negli ultimi anni hanno messo in atto per favorire l'innovazione e la digitalizzazione dell'intero tessuto industriale italiano.
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MARINELLI, SIMONA. "Strategie innovative per la sostenibilità del settore industriale." Doctoral thesis, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, 2022. http://hdl.handle.net/11380/1277915.

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Abstract:
L'industria ha un ruolo centrale da svolgere nella transizione verso la sostenibilità sociale, economica e ambientale guidata dalla Commissione europea e dal Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo. Nonostante un crescente interesse verso un settore industriale di qualità, affidabile, sostenibile e resiliente, le singole imprese incontrano ancora diverse barriere che ostacolano una transizione conforme ai tre pilastri della sostenibilità. Di solito vengono adottate strategie comuni, ma il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi di sostenibilità resta ancora una sfida. Partendo da una panoramica della letteratura scientifica e delle politiche europee e internazionali, il presente lavoro mette in luce strategie alternative e innovative per promuovere un'industria sostenibile. Attraverso l'analisi di casi di studio vengono dimostrati i benefici ambientali e il miglioramento del benessere umano, con un focus sulle piccole e medie imprese spesso trascurate rispetto alle grandi aziende energivore. L'obiettivo è l'identificazione di soluzioni praticabili ed efficaci per le industrie che seguono una strategia multi-approccio a più livelli, dimostrando che agire sull'intero settore industriale può contribuire in modo significativo al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile. I risultati ottenuti possono aiutare i professionisti e le parti interessate a integrare pratiche sostenibili nel loro modello di gestione.
Industry has a central role to play in the social, economic, and environmental sustainability transition driven by the European Commission and by the United Nations Development Programme. Despite a growing interest in moving towards a quality, reliable, sustainable, and resilient industrial sector, individual firms still encounter several barriers that hamper a transition compliant with the three pillars of sustainability. Common strategies are usually adopted but reaching the ambitious sustainability target levels still remains a challenge. Starting from an overview of the scientific literature and of European and International policies, the present works highlights alternative and innovative strategies for promoting a sustainable industry. Through the analysis of case studies environmental benefits and human well-being improvements are demonstrated, with a focus on small and medium-sized enterprises often overlooked compared to energy-intensive and large companies. The objective is the identification of viable and effective solutions for industries following a multi-approach strategy at several levels, showing that acting on the overall industrial sector can significantly contribute on achieving the Sustainable Development Goals. The obtained results can help practitioners and stakeholders to integrate sustainable practices into their management model.
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Lasciarrea, Luca. "La quarta rivoluzione industriale." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Abstract:
Quando si parla di rivoluzione industriale si intende un momento preciso che rappresenta l’avvio e segna il punto di non ritorno: è il momento in cui il cambiamento, che fino ad allora si è mantenuto sottotraccia, diventa improvvisamente evidente e si pone come fenomeno inarrestabile, destinato a cambiare per sempre il quadro di riferimento per tutti, non solo specialisti ed addetti ai lavori. L’obbiettivo di questo elaborato è inquadrare sotto termini economici e sociali l’impatto che la rivoluzione dei giorni nostri sta producendo, cercando di analizzare le possibili conseguenze sull’occupazione dovute dalla continua introduzione di nuove tecnologie. A tal proposito viene concesso largo spazio alle tecnologie abilitanti, ovvero le nuove tecnologie che sono e saranno il perno di questa svolta epocale. Passando dai veicoli autonomi alla stampa 3D, dai Big Data al Fog Computing, dalla biologia di sintesi allo studio sui genomi, le tecnologie vengono suddivise in tre macro sfere: fisica, digitale e biologica. Punto di incontro delle tecnologie abilitanti è sicuramente il dato, che è passato dall’ essere una semplice informazione nata e morta ad uno dei principali asset per le aziende moderne. Il dato è caratterizzato da valore d’uso, come la forza lavoro e si trasforma in valore di scambio all’interno di contesti di produzione in grado di utilizzare la tecnologia algoritmica appropriata. Tale processo, però, è lontano dall’essere preciso ed omogeneo. Partendo da queste considerazioni, all’interno di questo elaborato si è provato a formulare una teoria sul valore di scambio prodotto dal dato. In conclusione si sono analizzati gli aspetti etici e la nascita delle continue problematiche relative alla privacy in relazione alla grande mole di dati che ogni giorno produciamo.
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PIGNATARO, ALDO. "Saggi di economia industriale." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/35683.

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Abstract:
La presente tesi fornisce un contributo originale al dibattito esistente tra gli economisti industriali sul rapporto tra concorrenza e asimmetrie informative. Infatti, l’obiettivo principale di questo lavoro consiste nell'investigare, da un punto di vista teorico (e supportato dall'evidenza empirica), come alcune barriere informative presenti nel mercato influenzano le strategie imprenditoriali in diversi contesti competitivi, fornendo implicazioni di policy per autorità garanti della concorrenza e a tutela del consumatore. Nello specifico, il primo capitolo esamina gli incentivi di una impresa dominante in un mercato a monte a offrire contratti di esclusiva ad un monopolista nel mercato a valle, quando vi è incertezza riguardo alla domanda finale dei consumatori. Nei capitoli seguenti, invece, l’analisi si caratterizza dalla presenza del concetto comportamentale di "avversione alla perdita", particolarmente rilevante nelle decisioni di acquisto dei cosiddetti "beni di esperienza". In questi mercati le imprese possono decidere liberamente di permettere test sui propri prodotti prima del loro acquisto, modificando quindi l’utilità attesa dei consumatori. Il secondo capitolo analizza le strategie di vendita per un monopolista. Il terzo capitolo, invece, esamina l’equilibrio di mercato in un contesto competitivo e come l’utilizzo di test sui prodotti possa essere adoperato come strumento collusivo.
This dissertation provides an original contribution to the existing debate between industrial economists on the relationship between competition and information asymmetries. Indeed, the main goal of this work consists in investigating, from a theoretical point of view (and supported by empirical evidence), how some informational frictions in the market affect firm’s strategies in different competitive environments, providing policy implications for competition and consumer protection authorities. Specifically, the first chapter looks at the incentives of a dominant firm in an upstream market to offer exclusive dealing contracts to a monopolist in the downstream market, when there is uncertainty about consumer demand. In the following chapters, instead, the analysis is characterized by the presence of the behavioral concept of "loss aversion", which is particularly relevant in the purchase decisions of the so-called "experience goods". In these markets, firms can freely decide to allow product experimentation before purchase, thus modifying the consumers' expected utility. The second chapter analyzes the monopolist's sales strategies. The third chapter, instead, examines the market equilibrium in a competitive environment and how product experimentation can be used as a collusive device.
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Porchia, Foscara. "L'evoluzione del porto industriale di Marghera dalle origini al secondo dopoguerra (1917 - 1963):Insediamenti, cicli produttivi, trasformazioni territoriali tra passato e futuro." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2012. http://hdl.handle.net/11577/3425453.

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Abstract:
The aim of the research was to analyze the evolution of the First Industrial Area of Porto Marghera from its origin to the post Second World War period. The goal was to deal with Marghera’s peculiar feature of being an industrial port, i.e. not only a transit point, but a site of goods manufacturing too. According to this approach, the location and building of the different industrial plants have been studied, considering both the manufacturing process features and the historic-geographical properties of the area, in order to evaluate the relationships developed between supply chains structures industrial settings, urban context and surrounding landscape. A state-of–art depth analysis shows how relevant studies are not exhaustive and quite erratic, producing a huge amount of data in some topics, such as the socio-economic impacts, or in some well-defined historical periods, like the start-up of the first industrial area (1904-1917) and the period between the first and second world wars (1924-1942). However, very little is reported both on the “physical” changes of the area in connections with the evolving nature of the industrial productions, and about changes which took place after the Second World War. So the final goal of this study has been to recompose the events from a technical – industrial - urbanistic point of view, referring to a national and international context, and within a temporal frame wide enough to enclose some historical events - somewhat tragic - which led to a series of transformations in the Italian economic-political structure and, as a consequence, in the case study. The historical period considered spans from the industrial development in the Venice lagoon, which took place at the end of the XIX century, the Second World War years, to the economical boom of the Sixties, including a brief survey of the present-day situation. Other than a mere chronological description, the analysis has been developed starting from a general overview and will gradually go deeper into the details of the different components, zooming in several issues like the rationale used for settlement, the criteria used for land appointing, architectural features of the buildings, industrial cycles and processes, and the follow-up of the industrial plants on environmental and technical fields. In order to gain a better knowledge on some aspects and phases in the history of Porto Marghera not deeply studied so far, the research took rise from the study and interpretation of less used original sources, such as cartography, enterprise census, urban plans, historic photos, industrial archives, films, witnesses and the analysis and interpretation of still existing architectural manufactures too. This task is in particular worth pursuing, as nowadays Porto Marghera is facing a new period of substantial changes. So, in addition to the aim of further increasing the general knowledge through a multidisciplinary analytical methodology, this work has faced the history of industrial heritage and of its enhancement, in order to investigate chances and boundaries of the difficult link between memory and re-utilization, history and project. The historical awareness, the comparison between peculiar elements of each development phase, the identification of still existing values (under different points of view: historical, architectural, technological, productive), has highlighted the key factors useful to define the guidelines for a process of safeguarding and enhancement of the industrial heritage. Through these elements it will be possible to rank the historico-cultural, technical scientific, architectural, landscaping values in order to classify the material legacy and provide the evaluation and operative tools necessary to define the most suitable ways for any action on it .
Il lavoro di ricerca si è proposto di analizzare l’evoluzione della prima zona industriale di Porto Marghera dalle origini al secondo dopoguerra, partendo dalla sua peculiarità di “porto industriale”, ossia non solo di punto di transito ma, soprattutto, di luogo di prima trasformazione delle merci. Sulla base di questo assunto si sono ricostruiti i processi di insediamento degli stabilimenti, in rapporto sia alle tipologie produttive che alle caratteristiche storico-geografiche del territorio, per valutare le relazioni intercorse tra produzioni, strutture industriali e loro ubicazione, contesto urbano e paesaggio circostante. L’analisi dello stato dell’arte ha evidenziato che gli studi sul tema presentavano rilevanti discontinuità, con una ricchezza di documentazione nell’ambito economico-sociale e in alcuni periodi (avvio della prima zona industriale, 1904 - 1917, e anni tra le due guerre, 1924 -1942), mentre il materiale si presentava più scarso e lacunoso sia in ordine alle trasformazioni “fisiche” del sito in rapporto alle sue produzioni, che ai suoi mutamenti negli anni di sviluppo del secondo dopoguerra. L’intento è stato quindi quello di ricomporre la vicenda - sia in ambito locale che con riferimenti ad un contesto nazionale ed internazionale - da un punto di vista tecnico-industriale-urbanistico, in un arco cronologico sufficientemente ampio da comprendere una serie di eventi storici, anche traumatici, che portarono ad un susseguirsi di trasformazioni nella situazione economico-politica italiana e, di riflesso, nell’area di studio. L’analisi storica parte quindi dallo sviluppo industriale del contesto veneziano avviatosi dalla fine del XIX secolo, si sofferma sugli anni pre e post seconda guerra mondiale, per giungere al boom economico degli anni ’60 e concludersi con un richiamo alla situazione attuale. Più che come narrazione cronologica il lavoro si sviluppa come una sequenza di “zoom” che dall’inquadramento generale scendono man mano di scala fino al dettaglio delle varie componenti, esaminate con un approccio tematico: la logica degli insediamenti, le modalità di assegnazione delle aree, i caratteri tipologici dell’edificato, i cicli e le filiere produttive, le ricadute territoriali del processo di industrializzazione ed il suo rapporto con il contesto ambientale e paesaggistico. Per approfondire la conoscenza di aspetti e fasi meno indagate della storia di Porto Marghera si è proceduto allo studio di fonti originali poco utilizzate, quali cartografie, censimenti aziendali, piani urbanistici, documentazione fotografica storica, archivi tecnici delle imprese, filmati, testimonianze e infine attraverso l’analisi e la rilettura dei manufatti edilizi ancora esistenti, considerati anch’essi come fonti. Ciò si ritiene particolarmente opportuno nel momento attuale in cui Porto Marghera si ritrova ad affrontare un nuovo periodo di grandi trasformazioni, poiché, oltre all’obiettivo di fornire nuovi apporti di conoscenza mediante una metodologia di analisi di tipo multidisciplinare, il lavoro si è anche confrontato con l’ambito della storia del patrimonio industriale e della sua valorizzazione, per approfondire possibilità e limiti del problematico nesso tra memoria e riuso, tra storia e progetto. La conoscenza storica, la comparazione degli elementi caratterizzanti le varie fasi di espansione, l’identificazione dei valori ancora riconoscibili nella prima zona industriale di Porto Marghera (sotto diversi punti di vista: storico, architettonico, tipologico, produttivo, tecnologico) hanno messo in luce elementi utili a tracciare delle linee guida per un processo di patrimonializzazione dell’eredità industriale. Tramite questi elementi sarà infatti possibile costruire una scala di valori storico-culturali, tecnico-scientifici, architettonici, urbanistici e paesaggistici in cui collocare le testimonianze materiali rimaste, in modo da fornire gli strumenti valutativi e operativi necessari per corrette e ponderate azioni di intervento sull’esistente.
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Cameli, Simone Amato <1994&gt. "Morfogenetica delle economie industriali: la complessità come nuovo quadro teorico per la politica industriale." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15863.

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Abstract:
Lo sviluppo industriale è un processo di trasformazione strutturale dalla natura irriducibilmente multidimensionale. La presente tesi è finalizzata a rispondere al quesito morfogenetico posto dalle dinamiche dello sviluppo industriale, ossia come sia possibile modellizzare la rottura spontanea di simmetria che sembra essere una caratteristica fondamentale dei sistemi economici in fase di industrializzazione. Rispondere a questa domanda non è possibile all’interno del paradigma meccanicista e tempo-reversibile che informa gli approcci economici ortodossi, e richiede un quadro teorico nuovo che incorpori l’irreversibilità, dunque l’evoluzione e la storia. Tale paradigma è costituito dalle teorie della complessità, che offrono modelli teorici atti a catturare l’equilibrio dinamico e la perenne trasformazione dei sistemi economici, consentendo di modellizzare la rottura spontanea di simmetria che è all’origine dei processi di industrializzazione. Il superamento del modello meccanicista e l’integrazione di non-linearità, biforcazioni e metastabilità nel panorama dell’analisi dei sistemi industriali permette inoltre di teorizzare un approccio nuovo alla politica industriale.
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Faccio, Maurizio. "L'assemblaggio nella moderna produzione industriale." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2008. http://hdl.handle.net/11577/3426277.

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Abstract:
This work deal with the assembly system, focusing on the critical aspects of the modern production, characterized by different models produced, quik responde to the market and flexibility. The aim is to map and to improve the methods and the models regarding the layout of the assembly system, the task time calculation and its variability in case of multi models productions, the effects of these variations and the ergonomics aspects that influence the balancing problem and the sequencing problem for the modern assembly line
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Carli, Andrea. "Sistemi flessibili per l'assemblaggio industriale." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3422612.

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Abstract:
Manufacturing companies currently have a tendency to expand more and more their production mix, on the one hand to satisfy fully the requirements of the market, which are becoming increasingly pretentious, on the other hand to diversify production, in order to disengage from any failure that a single product can found. So it will be offered different products of the same family and each product will have some variants that permit to customize it. It is clear that this way of working can become problematic, particularly if factories intend to automate the different stages of the production cycle. There are no doubts about the fact that among all the operations that lead to obtain a finished product, the assembly operation is the most critical, in particular because assembly is affected by all errors due to the operations carried upstream. Then, it is possible to say that to automate the assembly operations of a customizable product is considerably complex and the traditional ways to design an automated system may be inadequate. The necessity of flexibility in automatic assembly is a topic widely discussed in the context of the industrial engineering, however, studies conducted by the research, in order to propose a rational method for the design of an automatic flexible system, are quite modest. The research activity presented here proposes a new class of flexible assembly systems: the robotized work cell F-FAS (Fully - Flexible Assembly System). The modeling of this automatic system, based and validated by experimental tests, has allowed to compare the potential of this machine with those of traditional systems for flexible assembly, allowing to state that this work cell is very competitive, in particular for conditions of extremely varied productive mix. The modeling cited above also allows to proportion properly the robot work cell, in according with the necessities of production. During the study of F-FAS prototype, some interesting aspects of the subsystems that compose the work cell are surfaced, in particular, it was found that the characteristics of the end-effector for the robot heavily influence the performance of the machine. That is why it was decided to dedicate an important part of the research activity at the design of this subsystem and at its subsequent building with rapid prototyping technology.
L’attività di ricerca presentata in questa tesi di dottorato propone una nuova classe di sistemi flessibili di assemblaggio: la cella robotizzata F-FAS (Fully -Flexible Assembly System). La modellazione di questo sistema automatico, basata e convalidata da prove sperimentali, ha permesso di confrontare le potenzialità di questa macchina con quelle dei sistemi tradizionali di assemblaggio flessibile, consentendo di affermare che tale impianto risulta assai competitivo, in particolare per condizioni di mix produttivo estremamente vario. La modellazione citata inoltre permette di proporzionare adeguatamente la cella di lavoro sulla base delle esigenze di produzione. Durante lo studio condotto sul prototipo di cella F-FAS, sono affiorati alcuni aspetti interessanti relativi ai sottosistemi che la compongono, in particolare è emerso che le caratteristiche dell’end-effector per il robot risultano influenzare pesantemente le prestazioni dell’intera macchina. Ecco perché si è deciso di dedicare una parte importante dell’attività di ricerca alla progettazione di questo sottosistema e alla sua successiva realizzazione, mediante tecniche di prototipazione rapida.
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10

Garutti, Lucio. "Produzione industriale di cucine componibili d'arredamento." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amslaurea.unibo.it/158/.

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Books on the topic "Industriale"

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Andrea, Albertini, Pesci Silvia, and Villirillo Giuseppe, eds. Architettura industriale =: Industrial architecture. Bologna: Damiani, 2004.

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Manzoni, Matilde. Microbiologia industriale. Milano: Casa Editrice Ambrosiana, 2006.

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Abriani, Niccolò. Diritto industriale. Padova: CEDAM, 2001.

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4

Parangoni, Ilir. Arkeologjia industriale: Një vlerësim i trashëgimisë industriale në Shqipëri. Tiranë: Fondacioni Trashëgimia Shqiptare, 2012.

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5

Bonetti, Paolo. Il patto sociale: Interviste sull'Italia industriale e post-industriale. Roma: Edizioni della Voce, 1986.

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6

Archeologia industriale: Palermo. Palermo: Kalós edizioni d'arte, 2015.

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7

Ghidini, Gustavo. Diritto industriale: Commentario. 2nd ed. [Milano]: Ipsoa, 1988.

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8

Bărbulescu, Constantin. Planificarea unităților industriale. București: Editura Științifică și Enciclopedică, 1988.

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9

author, Franzosi Mario, ed. Diritto industriale italiano. [Padova]: CEDAM, 2014.

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10

Marchini, Matteo. Zona industriale apuana. Massa: Eclettica, 2011.

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Book chapters on the topic "Industriale"

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Pasqualini, R., A. Bugatti, and E. Raspanti. "Produzione industriale di generatori e kit." In Imaging & formazione, 217–24. Milano: Springer Milan, 2011. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-2020-7_18.

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Colombo, P., and G. Tesoriere. "Tecniche di produzione industriale di radiofarmaci da ciclotrone." In Imaging & formazione, 225–30. Milano: Springer Milan, 2011. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-2020-7_19.

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3

Ferretti, Niccolò, and Alessandro Zito. "Introduzione al diritto brevettuale italiano." In Italienisches, europäisches und internationales Immaterialgüterrecht, 63–75. Berlin, Heidelberg: Springer Berlin Heidelberg, 2020. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-662-62179-0_2.

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Abstract:
ZusammenfassungIn Italia non esiste una vera e propria definizione di invenzione. Non ve ne è traccia né nella legge invenzioni del 1939 né all’interno del Codice della Proprietà Industriale (di seguito C.P.I.). Soltanto l’art. 2585 del codice civile elenca una serie di invenzioni brevettabili. La dottrina più illustre, dunque, ha considerato l’invenzione come „la soluzione originale di un problema tecnico“ e tale formula può, ancora oggi, essere condivisa.
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Castiglioni, Enrico. "Istituto Tecnico Industriale e Istituto Professionale Di Stato Busto Arsizio, Castellanza, Via Azzimonti, 1960–64." In Italomodern, 164–67. Vienna: Springer Vienna, 2012. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-7091-0852-9_45.

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d’Esposito, Martino. "Design industriel et de produits Industrie- und Produktdesign Industrial and product design." In Bourses fédérales de design Eidgenössische Förderpreise für Design Swiss Federal Design Grants 2007, 43–51. Basel: Birkhäuser Basel, 2008. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-7643-8450-0_3.

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6

Pistorius, Johannes. "Industrie 4.0 – vierte industrielle Revolution." In Industrie 4.0 – Schlüsseltechnologien für die Produktion, 5–7. Berlin, Heidelberg: Springer Berlin Heidelberg, 2020. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-662-61580-5_2.

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Barthelmäs, Nina, Daniel Flad, Tobias Haußmann, Till Kupke, Sven Schneider, and Katja Selbach. "Industrie 4.0 – eine industrielle Revolution?" In Industrie 4.0, 33–56. Wiesbaden: Springer Fachmedien Wiesbaden, 2017. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-658-15557-5_3.

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8

Welfens, Maria J., and Nadja Schiemann. "Industrie- und Technologiepolitik — Industrial Policy and Technology Policy." In Umweltökonomie und zukunftsfähige Wirtschaft, 194–97. Heidelberg: Physica-Verlag HD, 1994. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-642-46953-4_71.

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Samulat, Peter. "Industrie 4.0 oder das „Industrial Internet of Things“." In Die Digitalisierung der Welt, 1–58. Wiesbaden: Springer Fachmedien Wiesbaden, 2017. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-658-15511-7_1.

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Usländer, Thomas, and Andreas Teuscher. "Industrial Data Spaces." In Designing Data Spaces, 313–27. Cham: Springer International Publishing, 2022. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-030-93975-5_19.

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Abstract:
AbstractThis chapter describes the application of the IDS principles, architectural artifacts, and technologies to the application domain of industrial production and smart manufacturing, in particular as drafted by the Platform Industrie 4.0 in their Reference Architecture Model Industrie 4.0 (RAMI4.0) and follow-on specifications about the Asset Administration Shell (AAS). It elaborates on the working approach of the IDS-Industrial Community (IDS-I) for the analysis of requirements on data sovereignty. This activity is motivated by the vision 2030 of the Platform Industrie 4.0 that states autonomy, including data sovereignty, as one strategic field of action.The chapter presents how IDS-I aims at systematically deriving and analyzing data sovereignty aspects from the two reference use cases, Collaborative Condition Monitoring (CCM) and Smart Factory Web (SFW), in order to identify architectural and technological synergies and gaps between the International Data Spaces (IDS) and the specifications of the Platform Industrie 4.0.
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Conference papers on the topic "Industriale"

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Martelli, D., N. Forgione, G. Barone, A. Del Nevo, I. Di Piazza, and M. Tarantino. "Coupled Simulations of Natural and Forced Circulation Tests in NACIE Facility Using RELAP5 and ANSYS Fluent Codes." In 2014 22nd International Conference on Nuclear Engineering. American Society of Mechanical Engineers, 2014. http://dx.doi.org/10.1115/icone22-30552.

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Abstract:
In this work the activity performed at the DICI (Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale) of the Pisa University in collaboration with the ENEA Brasimone Research Centre is presented. In particular the document deals with the application of an in-house developed coupling methodology between a modified version of RELAP5/Mod3.3 and Fluent commercial CFD code, to the NACIE (Natural Circulation Experiment) LBE experimental loop (built and located at the ENEA Brasimone research centre). The first part of the document treats the description of the NACIE loop type facility, while in the second part, the developed coupling tool is presented and the obtained numerical results are compared to stand alone RELAP5 results and to data obtained from the NACIE experimental campaign. The experimental tests are performed varying the argon flow rate and the electric power supplied to the heater and both natural and assisted circulation tests are investigated. The numerical model set-up is based on a two-way explicit coupling scheme and 2D and 3D geometrical domain were investigated. Comparative analyses among numerical and experimental results showed good agreement, giving positive feedback on the feasibility and capability of the developed coupling methodology.
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Lecardane, Renzo, and Zeila Tesoriere. "Patrimonio militare e progetti di rigenerazione urbana: l’infrastruttura bellica dell’Atlantic Wall e di Saint-Nazaire." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7908.

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Abstract:
Nel 2010, la base sottomarina di Saint-Nazaire è stata dichiarata «Patrimonio del XX secolo» dal Ministère de la Culture et de la Communnication francese ed è divenuta il simbolo di un nuovo approccio patrimoniale che riconosce il patrimonio materiale e immateriale in tutte le sue forme, non limitandosi soltando al manufatto certificato come monumento. La memoria, i beni materiali o i luoghi poco conosciuti hanno così contribuito a definire una nuova dimensione urbana proiettata verso il futuro. Riferirsi esplicitamente al tema del rapporto tra waterfront e patrimonio militare, attraverso l’esempio di Saint-Nazaire, ci porta a riflettere sul ruolo del progetto urbano nella trasformazione della città contemporanea. Gli stessi principi collegano tale caso di studio a molte altre operazioni di rigenerazione della città europea e, in particolare, delle città portuali francesi. A partire dagli anni ‘80, per far fronte alla crisi del settore industriale, alcune città portuali, tra cui Marsiglia, Le Havre, Saint-Nazaire e Dunkerque, hanno elaborato numerosi studi e progetti sulle loro aree industriali obsolete o abbandonate, al fine di potenziare le attività portuali e di destinare gli spazi resi liberi a nuove attività. Il riconoscimento del valore di risorsa urbana e patrimoniale a tali aree portuali ha consentito di riattivare dinamiche economiche, sociali e spaziali spesso interrotte o in disuso. In 2010 the submarine base in Saint-Nazaire was declared ‘Heritage of the XX century’ by the French Ministère de la Culture et de la Communnication. Thereafter it became the symbol of a new approach related to heritage that recognises the tangible and intangible heritage in all its forms, not only restricted to the artifact acknowledged as a ‘monument’. Remembrance, the material assets or the little known places have thus contributed to defining a new urban dimension projected toward the future. The case of Saint-Nazare, relating clearly to the relationship between waterfront and military heritage, encourages us to meditate on the role of urban design in the transformation of the contemporary city. The same principles connect this case study to several other redevelopment operations in the European city and, in particular, the French port cities. Starting from the '80s, in order to face the crisis in the industrial sector, several port cities, including Marseille, Le Havre, Dunkirk and Saint-Nazaire, produced diverse studies and projects regarding their obsolete or abandoned industrial areas, in order to boost port activities and to allocate the vacant places to new activities. Acknowledgment of the value of these port areas as urban resources (as well as cultural heritage) has consented the regeneration of (often previously interrupted or abandoned) economic, social and spatial activity.
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Mazaeda, Rogelio, Eusebio de la Fuente, José Luis González Sánchez, Eduardo J. Moya de la Torre, Miguel Angel García Blanco, F. Javier García Ruiz, M. Jesús de la Fuente Aparicio, Gregorio Sáiz Palmero, and Smaranda Cristea. "La informática industrial en las ingenierías industriales." In XXXVIII Jornadas de Automática. Universidade da Coruña. Servizo de Publicacións, 2020. http://dx.doi.org/10.17979/spudc.9788497497749.0486.

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Silva, Márcio Costa Pinto da, Edna dos Santos Almeida, Érika Durão Vieira, and Bruna Pita. "AGRO-INDUSTRIAL WASTE WITH POTENTIAL USE AS A SUBSTRATE IN THE PRODUCTION OF BIOSURFACTANT." In VI Simpósio Internacional de Inovação e Tecnologia. São Paulo: Editora Blucher, 2020. http://dx.doi.org/10.5151/siintec2020-agro-industrial.

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Bienhaus, Diethelm. "Patterns for the Industrial Internet / Industrie 4.0." In EuroPLoP '17: European Conference on Pattern Languages of Programs. New York, NY, USA: ACM, 2017. http://dx.doi.org/10.1145/3147704.3147723.

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Aragona, Stefano. "Ecological city between future and memory: a great opportunity to rethink the world." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7932.

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Abstract:
L’attuale momento di crisi sociale, ambientale e spaziale può essere una svolta - uno dei significati della parola greca originaria κρίσις - del modello di sviluppo basato sul paradigma industriale (Khun, 1962) i cui limiti erano ipotizzati nell’omonimo The Limits of Growth commissionato dal Club di Roma ad alcuni ricercatori del MIT di Boston (USA) edito nel 1972. Il presente scritto suggerisce di sostituire al modello industrialista del “fare la città” - indifferente alle condizioni locali grazie alla supremazia data alle “soluzioni” tecnologiche (Del Nord,1991) - l’approccio ecologico che parte dalle condizioni locali quali indicazioni di piano/progetto/realizzazione per la trasformazione dell’anthropocosmo, cioè del rapporto tra contenitori, reti e comportamenti, ovvero del λόγος, discorso, studio, con l’οίκος, ambiente (www.ekistics.org) con le finalità di Smart City cioè costruire Comunità inclusive, sostenibili socialmente e materialmente avendo il risparmio di consumo di suolo come presupposto della sostenibilità. Ciò significa per i paesi ormai più che emergenti - BRIC e tutti gli altri in forte crescita economica - evitare gli errori compiuti dalle nazioni, usualmente chiamate Occidentali, di devastazione del territorio oltre che in termini di danni sociali. Mentre per quest’ultime l’attenzione va posta al tema della riqualificazione dell’esistente sotto il profilo funzionale, spaziale, ambientale e sociale. Per entrambe si pone la questione centrale del rapporto con la storia, i segni di essa sul territorio, cioè la memoria quale essenziale componente del senso delle cose. The current social, environmental and territorial crisis, can be a turning point - one among the meanings of the originary Greek word κρίσις - of the development model based on the industrial paradigm (Kuhn, 1962) whose limits were declared in the homonymous The Limits of Growth commissioned by the Club of Rome at Boston MIT researchers (Meadows and al.) and published in 1972. This paper suggests to replace the industrial model of “making the city” - indifferent to local conditions thanks to the supremacy given to the technological “solutions” (Del Nord, 1991) - with the ecological approach that starts from the local conditions such as indications of plan/project/construction for the transformation of the anthropocosmo, i.e. the relationship connecting shells, networks and behaviours. That is to relate the λόγος, discourse, analyses, with the οίκος, the environment (www.ekistics.org): finally the purpose of Smart City. It requires to build inclusive Communities, socially and materially sustainable, having the saving of land use as precondition. This should mean for most countries now more then emerging - BRIC and everyone else in the strong economic growth - try to avoid the mistakes made by the nations, usually known as Western ones: i.e. devastation of the territory, social harms, and attention to the spatial redevelopment, and to the functional and social ones. For both there is the central question of the relationship with history, the signs of it, ie the memory as essential component of the meaning of things.
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Moreno González, Valentina. "PROPUESTA PARA EL DISEÑO DE PROCESOS PRODUCTIVOS INNOVADORES Y AMIGABLES CON EL MEDIO AMBIENTE PARA LA VULCANIZACIÓN DEL CAUCHO VIRGEN Y LA RECUPERACIÓN DE LLANTAS USADAS EN FUNCIÓN DE LA ECONOMÍA CIRCULAR." In Mujeres en ingeniería: empoderamiento, liderazgo y compromiso. Asociacion Colombiana de Facultades de Ingeniería - ACOFI, 2021. http://dx.doi.org/10.26507/ponencia.1902.

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Abstract:
El diseño de procesos productivos innovadores y amigables con el medio ambiente para la vulcanización del caucho virgen y la recuperación de llantas usadas en función de la economía circular, esun proyecto que se ha iniciado desde la ingeniería industrial con el fin de implementar dichos procesos en Vulcanoinnova, un proyecto empresarial cuya actividad productiva estará direccionada a la transformación del caucho, desde su estado virgen mediante procesos de vulcanización hasta su etapa final, lo que hace referencia a la recuperación y posterior tratamiento de las llantas usadas. La vulcanización es el proceso industrial en cual el caucho virgen es calentado en presencia de azufre y acelerantes químicos, haciéndolo más flexible y resistente. Este proceso permite la aparición de nuevos productos como el caucho vulcanizado, utilizado en industrias como la automotriz para la fabricación de llantas o la construcción, por otro lado, se encuentra la recuperación de llantas usadas mediante un proceso de logística inversa, el cual permite pulverizar el caucho de los neumáticos, convirtiéndolos en materia prima para otras actividades industriales como la pavimentación y la construcción, la industria del calzado e incluso la industria militar. En concordancia con los lineamientos del proyecto empresarial, el cual busca generar un impacto social y ambiental, promoviendo el crecimiento industrial seguro y responsable en Colombia, el eje central de este proyecto será el adecuado diseño de procesos productivos que permitan la óptima transformación del caucho, para lograr la meta propuesta se han implementado herramientas de ingeniería industrial tales como, el análisis de proyectos, el diseño industrial de procesos y prototipos para implementar el uso de las energías limpias con el fin de alimentar la planta industrial y artificios como depuradores de gases y partículas utilizados para eliminar la contaminación industrial generada a partir del proceso de vulcanización. También se han tomado herramientas clave de producción, como la logística inversa, para desarrollar un proceso de recuperación del caucho de llantas usadas que maximice el aprovechamiento del material obtenido, en este caso el caucho reciclado en estado pulverizado. Es de vital importancia para este proyecto promover la aplicación del sistema de economía circular pues, como lo describe el señor Ken Webster Jefe de Innovación en la fundación Ellen MacArthur, formado en economía y cuidados medioambientales “Es aquella que se fundamenta en reducir, reusar y reciclar, a la vez que promueve que el valor de los productos, los materiales y los recursos, se mantengan en la economía durante el mayor tiempo posible y se reduzca la generación de residuos.” (Moreno, 2018)
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Giner-Navarro, Juan, Juan F. Dols, and Eva M. Sánchez-Orgaz. "Evaluación de la CT10 – Conocimiento de problemas contemporáneos en asignaturas del ámbito industrial." In IN-RED 2022: VIII Congreso de Innovación Educativa y Docencia en Red. València: Editorial Universitat Politècnica de València, 2022. http://dx.doi.org/10.4995/inred2022.2022.15886.

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Abstract:
La enseñanza basada en competencias se ha consolidado en la Universitat Politècnica de València como una metodología funcional para enfocar el conocimiento adquirido por los estudiantes hacia el sector productivo.La actividad de enseñanza propuesta para la implementación de la competencia "Conocimiento de Problemas Contemporáneos" es la realización de un proyecto industrial desarrollado dentro de la asignatura "Diseño y Aplicación de Equipos Industriales" (Máster Universitario en Ingeniería Industrial). Esta competencia analiza la comprensión de la emergencia de temas relacionados con los valores sociales, políticos, legales y medioambientales actuales. Los estudiantes se enfrentan a diferentes problemas en el ámbito industrial, pero todos los proyectos aplican las técnicas de esta competencia transversal analizando los Objetivos de Desarrollo Sostenible (ODS) e Industria 4.0. Los proyectos se evalúan mediante un análisis logístico y las soluciones técnicas propuestas por los estudiantes.Alrededor de 200 trabajos académicos se ha evaluado durante dos cursos académicos. Los resultados de la evaluación se han correlacionado con las calificaciones del trabajo y de la asignatura. Los proyectos indican que los conceptos de los ODS y la Industria 4.0 son herramientas útiles, que preparan a los estudiantes para el mercado laboral. Se require un mayor análisis para comprobar si las rúbricas utilizadas son funcionales para la evaluación de la competencia.
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Leyes Sánchez, María, and Osiel Arbeláez Salazar. "Propuesta metodológica de nuevas estrategias para la formación en instrumentación biomédica en ingeniería mecatrónica e incorporación de insignia digital." In Nuevas realidades para la educación en ingeniería: currículo, tecnología, medio ambiente y desarrollo. Asociación Colombiana de Facultades de Ingeniería - ACOFI, 2022. http://dx.doi.org/10.26507/paper.2427.

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Abstract:
En atención a las nuevas estrategias de formación y retos en la enseñanza en ingeniería, tendiente a dar respuesta a los diferentes escenarios que el sector productivo nacional requiere, se realiza una propuesta para el área de la Ingeniería Mecatrónica, cuya denominación corresponde a las competencias propias del nivel de formación, tales como: optimizar herramientas analizando información previamente recolectada en procesos industriales, presentar propuestas según requerimientos y alcances acordados en la industria y la academia. Lo anterior, ofrece un individuo altamente calificado, el cual puede apoyar las necesidades del sector industrial en el manejo de las tecnologías para la instrumentación y la automatización de procesos industriales, capacidad para maniobrar, mantener, reparar y calibrar los equipos o instrumentos que intervienen en el control industrial, participar y liderar proyectos industriales, introducir en los procesos industriales las tecnologías de cuarta generación que potencialicen las finalidades de las líneas de producción. La potencialidad del ingeniero mecatrónico en la línea de instrumentación industrial, está arraigado debido a su funcionalidad dentro de la industria, pero por la diversificación de los campos en los cuales son aplicables, se abre paso la consolidación del área de mantenimiento y reparación de equipos, en el análisis del comportamiento de variables físicas como: presión, flujo, temperatura, entre otras, evidenciando una opción para un egreso exitoso, en el énfasis de instrumentación industrial, específicamente en la instrumentación biomédica. La mayor diferencia de un sistema de instrumentación biomédico con otros de uso industrial o aplicación no biológica es la fuente de las señales (ser vivo), pero la magnitudes físicas tenidas en cuenta, a partir del enfoque biopotencial, presión, flujo, dimensiones, desplazamiento (velocidad y aceleración), impedancia, concentraciones químicas y temperatura, que mantiene su caracterización aleatoria y varían con respecto al tiempo son las mismas. El programa proporciona una alternativa para identificar y desarrollar etapas de capacitación a profesionales en el manejo de variables biomédicas a partir del establecimiento de los métodos y medios de enseñanza aprendizaje y la aplicación de criterios y procedimientos para la evaluación de los procesos, mediante la implementación de insignia digital con el propósito de atender las exigencias de diferentes sectores, como una versión evolucionada de los diplomas para certificar un conocimiento adquirido en las determinadas áreas de conocimiento o asignaturas que los programas académicos aprueben a través de esta modalidad de formación y que brindan también información transferible y verificable de sus aprendizajes, habilidades y competencias, de esta manera, se potencian los escenarios para las ofertas laborales de acuerdo a los espacios de desenvolvimiento, pues contarán con información verídica porque el expediente será fiable y corresponde a la realidad académica del educando en cuanto a los logros adquiridos durante su tránsito académico por la Institución. En este sentido, también puede ofertarse como alternativa “Semestre Integrador”, cuyo objetivo es potenciar la comunicación, el aprendizaje autónomo, el trabajo colaborativo, el emprendimiento, la autocrítica, la responsabilidad y la creatividad de los estudiantes de Ingeniería Mecatrónica.
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Benavides Alvarez, Javier Eduardo, Daisy Portalanza Bonila, Darío Silva Granizo, and Alejandro Samaniego Wagner. "Estrategias para reactivar espacios postindustriales. Caso de estudio: Sector “Quitumbe”." In ISUF-h 2019 - CIUDAD COMPACTA VERSUS CIUDAD DIFUSA. Valencia: Editorial Universitat Politècnica de València, 2019. http://dx.doi.org/10.4995/isufh2019.2019.9680.

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Abstract:
La consecuencia del desarrollo industrial de una urbe es la implementación de servicios y medios de transporte. Estos son factores que generan cambios morfológicos dentro de la ciudad. Muchos de ellos no incluyen un planeamiento urbano, por lo que el crecimiento se da de manera desordenada y pocas veces cumplen con los requisitos de calidad de vida urbana. A lo largo de la historia de Quito, capital del Ecuador, un factor que determinó a la actividad industrial fue la llegada del ferrocarril, ya que su eje provocó el emplazamiento de los polígonos fabriles y esto, a su vez, conllevó a la implantación de barrios obreros. La construcción de dichos barrios se desarrolló sin una planificación, condicionando a que estos asentamientos se conviertan en barrios dormitorios sin espacio público ni equipamientos, contradiciendo los principios de ciudades compactas. Quitumbe como estudio de caso, pretende redefinir el diálogo entre vivienda obrera e industria, con base a la calidad de vida, paisaje urbano y ciudad compacta. Los hallazgos de la investigación brindarán estrategias y posturas de diseño que logren cohesionar los fragmentos dispersos de la ciudad, suturando y articulando estos grandes “guetos industriales” dentro de la urbe. La industria es parte fundamental para el desarrollo económico de la ciudad, por lo tanto, el problema se presenta como solución para una coexistencia sostenible entre los ejes de movilidad, industria y hábitat urbano.
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Reports on the topic "Industriale"

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Zeller, Olivier. L'historien et les risques industriels: la récente émergence d'une curiosité. Fondation pour une culture de sécurité industrielle, July 2015. http://dx.doi.org/10.57071/376hps.

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Abstract:
Si les pollutions, nuisances et risques d’accident industriel majeur sont étudiés dans de nombreuses disciplines, c’est relativement récemment que l’histoire en a également fait des questions de recherche. Ce Regard sur la sécurité industrielle expose pourquoi et comment les historiens s’approprient et abordent ce thème, puis souligne les apports spécifiques de l’histoire à la recherche sur les risques industriels.
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Beaurain, Christophe, Julien Bernard, Iratxe Calvo-Mendieta, Hervé Flanquart, Séverine Frère, Frédéric Gonthier, Anne-Peggy Hellequin, and Antoine Le Blanc. Les risques et pollutions industriels sur le territoire dunkerquois: des perceptions à la «concertation». Fondation pour une culture de sécurité industrielle, July 2010. http://dx.doi.org/10.57071/255dkr.

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Abstract:
Ce document présente les résultats d’une étude de la perception des risques et nuisances industrielles dans l’agglomération dunkerquoise, ainsi qu’une analyse de la perception et du fonctionnement de différentes structures de concertation consacrées à ces questions. Les auteurs analysent la façon dont les tensions entre risques et bénéfices socio-économiques liés à l’activité industrielle sont ressenties et gérées sur ce territoire fortement industrialisé, où différents acteurs sont engagés dans le projet commun d’articulation du développement industriel et d’amélioration de la qualité environnementale. Les chercheurs ont interrogé les Dunkerquois sur leur environnement, leur cadre de vie, leur perception des risques industriels, leur connaissance des consignes à appliquer en cas d’accident industriel, et la confiance qu’ils accordent à différents acteurs chargés de la gestion des risques. Ce travail s’appuie sur une enquête par questionnaire qui visait, en produisant de la connaissance sociologique sur ces thématiques, à intégrer l’analyse des perceptions et des opinions des habitants dans la réflexion sur la gestion des risques à l’échelle de leur territoire.
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Meunier, Valérie, and Eric Marsden. Analyse coût-bénéfices: guide méthodologique. Fondation pour une culture de sécurité industrielle, December 2009. http://dx.doi.org/10.57071/492acb.

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Abstract:
La gestion des risques industriels soulève de nombreuses questions auxquelles on ne peut pas répondre par un simple «oui» ou «non»: (1) quels critères la société devrait-elle utiliser pour décider que les risques d'une installation industrielle ont été réduits aussi bas que raisonnablement praticable? (2) comment arbitrer entre des considérations qui relèvent de «dimensions» différentes: morts et blessés potentiels en cas d'accident industriel, impacts potentiels sur l'environnement, enjeux financiers, développement de l'emploi, déménagements forcés en cas d'expropriation d'habitations, etc. et ayant des impacts sur de multiples parties prenantes (riverains des installations industrielles, exploitants et employés des sites, élus locaux et régionaux, etc.)? L'analyse coût-bénéfices (ACB) est un outil d'aide à la décision qui peut faciliter la discussion entre parties prenantes. Elle fournit un cadre structuré permettant de présenter l'ensemble des éléments de la décision et discuter de leur pondération respective, favorisant ainsi la transparence du processus décisionnel. Cet outil est largement utilisé dans les pays anglo-saxons en matière de réglementation environnementale et de décisions concernant la sécurité industrielle. Le présent document vise à aider des analystes qui souhaiteraient conduire une ACB d'un projet d'investissement en matière de sécurité ou une analyse d'impact d'une réglementation liée à la prévention. Il vise également à éclairer les lecteurs de telles études et les aider à évaluer la qualité de l'analyse. Le document présente les concepts économiques qui sous-tendent l'ACB, et décrit les principales étapes pratiques d'une étude. Il fournit des indications sur les sources de données permettant de monétiser différentes conséquences hors-marché de l'activité industrielle (impact sur la santé et la sécurité des personnes, pollutions environnementales et nuisances sonores). Le document propose également une check-list des questions qu'il peut être utile de se poser lors de la lecture critique d'une étude ACB.
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Gaillard, Irène. Facteurs socio-culturels de réussite du REX industriel par l'analyse bibliographique. Fondation pour une culture de sécurité industrielle, June 2005. http://dx.doi.org/10.57071/867rex.

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Abstract:
Ce document présente une synthèse bibliographique des travaux académiques sur le retour d'expérience industriel, ses facteurs de succès et d'échec. Il illustre les freins à la réussite et à la pérennité des procédures et dispositifs de REX mis en place pour améliorer la sécurité industrielle, et pointe également les bonnes pratiques recensées dans la littérature. En fin de document, le lecteur intéressé trouvera une bibliographie détaillée donnant les références de l'ensemble des ouvrages et articles scientifiques cités.
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Jones, Allison. Industrial Decline in an Industrial Sanctuary Portland’s Central Eastside Industrial District, 1981-2014. Portland State University Library, January 2000. http://dx.doi.org/10.15760/geogmaster.01.

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Porterfield. Industrial Revolution. Ames: Iowa State University, Digital Repository, November 2015. http://dx.doi.org/10.31274/itaa_proceedings-180814-1242.

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McLean, Charles, and Swee Leong. Industrial need:. Gaithersburg, MD: National Institute of Standards and Technology, 1997. http://dx.doi.org/10.6028/nist.ir.6019.

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Pastorino, Javier, Nicole Kimelman, and Ana Castillo. Las industrias creativas como agentes de innovación en Uruguay: descubrí el poder del vínculo. Inter-American Development Bank, December 2021. http://dx.doi.org/10.18235/0003836.

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Abstract:
En los últimos años las industrias creativas han ganado reconocimiento como sector productivo relevante a nivel mundial. Sin embargo, a pesar de que su potencial de desarrollo para la economía de Uruguay era significativo, las pequeñas y medianas empresas (pymes) de dicha industria no encontraban canales que les permitan innovar y desarrollar nuevos productos y modelos de negocio, en colaboración con otros sectores de la economía, en particular los de alta intensidad tecnológica. Por otro lado, también las pymes de sectores tradicionales, e incluso las tecnológicas, detectaban problemas en incorporar insumos creativos en sus procesos o productos finales.
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Cauhopé, Marion, François Duchêne, and Marie-Christine Jaillet. Impact d'une catastrophe sur l'avenir d'un site industriel urbain. Les cas de Lyon et Toulouse. Fondation pour une culture de sécurité industrielle, June 2010. http://dx.doi.org/10.57071/730gkb.

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Abstract:
La recherche présentée ici s’intéresse aux processus de qualification et de déqualification d’espaces industriels situés en milieu urbain. En effet, à partir de l’étude des arbitrages entre recherche de sécurité et développement urbain dans le contexte particulier d’un site industriel sinistré, il s’agit de voir en quoi la catastrophe s’impose comme un temps brutal, et parfois irréversible, de déqualification d’un espace dédié jusque-là à l’industrie. Ces travaux entendent montrer comment s’opèrent les arbitrages en situation de crise, la prégnance de la catastrophe et de l’émotion qu’elle suscite dans les décisions à court terme. L’un de leurs intérêts réside dans la mise en perspective de deux cas de sites sinistrés. Il s’agit tout d’abord du pôle chimique sud-toulousain, dévasté par l’explosion dans l’usine d’engrais AZF le 21 septembre 2001. Cet accident a entraîné la mort de 31 personnes, des blessures pour de nombreuses autres, et de multiples dégâts matériels dans toute la ville de Toulouse. L’autre cas concerne l’incendie du dépôt pétrolier Shell dans le port industriel Édouard Herriot de Lyon en juin 1987, ayant causé la mort de deux personnes.
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Dr. Diane Schaub. Industrial Assessment Center. Office of Scientific and Technical Information (OSTI), March 2007. http://dx.doi.org/10.2172/900293.

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