To see the other types of publications on this topic, follow the link: Industriali.

Journal articles on the topic 'Industriali'

Create a spot-on reference in APA, MLA, Chicago, Harvard, and other styles

Select a source type:

Consult the top 50 journal articles for your research on the topic 'Industriali.'

Next to every source in the list of references, there is an 'Add to bibliography' button. Press on it, and we will generate automatically the bibliographic reference to the chosen work in the citation style you need: APA, MLA, Harvard, Chicago, Vancouver, etc.

You can also download the full text of the academic publication as pdf and read online its abstract whenever available in the metadata.

Browse journal articles on a wide variety of disciplines and organise your bibliography correctly.

1

Abbate, Corrado, and Augusto Merlini. "Distretti industriali: aree di concentrazione di PMI specializzate." RIVISTA DI ECONOMIA E STATISTICA DEL TERRITORIO, no. 1 (March 2010): 34–103. http://dx.doi.org/10.3280/rest2010-001003.

Full text
Abstract:
La struttura produttiva italiana, caratterizzata prevalentemente da piccole e medie imprese (PMI), č considerata come un fattore limitante della capacitŕ di crescita economica, in considerazione delle limitate possibilitŕ di effettuare investimenti, e quindi di fare progressi nel campo della ricerca e dell'innovazione. Le piccole e medie imprese vantano perň un loro punto di forza ove esse siano organizzate in distretti industriali, molti dei quali sono noti come distretti del "made in Italy". Riprendendo le definizioni teoriche di distretto industriale, introdotte da Marshall e da Becattini e gli studi che hanno affrontato il problema dell'identificazione statistica dei distretti industriali1, in questo lavoro, dopo un'analisi critica delle metodologie attualmente applicate, si propone una metodologia alternativa. Essa intende ricercare un legame piů stringente tra i concetti teorici utilizzati dagli economisti - come per esempio quelli di comunitŕ di persone, di concentrazione e di specializzazione - e i concetti statistici che li possono meglio rappresentare.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

Cella, Gian Primo. "Produttività e relazioni industriali." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 138 (August 2013): 285–92. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2013-138008.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
3

Onger, Sergio. "Cittŕ ed esposizioni industriali." STORIA IN LOMBARDIA, no. 3 (September 2012): 23–24. http://dx.doi.org/10.3280/sil2011-003002.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
4

Natali, Anna, and Margherita Russo. "Distretti e politiche industriali. La lezione di Sebastiano Brusco." QA Rivista dell'Associazione Rossi-Doria, no. 3 (September 2011): 127–47. http://dx.doi.org/10.3280/qu2011-003006.

Full text
Abstract:
Questo saggio discute due idee fondamentali di politica industriale elaborate da Sebastiano Brusco: i servizi reali a sostegno dei sistemi di imprese; la promozione di cambiamenti diffusi sul piano delle conoscenze e delle relazioni sociali. Nel primo caso i distretti industriali sono destinatari delle politiche, nel secondo sono modello per approcci innovativi di intervento. Con la proposta dei contratti di programma di distretto, infine, i distretti industriali si trasformano in possibili attori delle politiche nazionali per lo sviluppo del Mezzogiorno. Sono passaggi che rispecchiano alcuni dei mutamenti nel paradigma di ricerca e negli interventi di policy dell'ultimo decennio.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
5

Leonardi, Salvo. "La condizione operaia nella crisi tra svalorizzazione del lavoro e declino delle relazioni industriali." QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 3 (September 2011): 143–62. http://dx.doi.org/10.3280/qg2011-003012.

Full text
Abstract:
1. Premessa / 2. La crisi e i suoi costi sociali / 3. Il declino delle relazioni industriali / 4. Post-fordismo e condizioni di lavoro / 5. L'ambigua prospettiva della/ 6. Globalizzazione e crisi della democrazia industriale / 7. Lavoro e sindacato: una nuova rappresentanza e una nuova rappresentazione.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
6

Lanzalaco, Luca. "SCIENZA POLITICA E RELAZIONI INDUSTRIALI." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 20, no. 1 (April 1990): 147–73. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200008972.

Full text
Abstract:
Introduzione«Nello studio delle relazioni industriali nessuna disciplina, tra le scienze sociali, ha avuto un ruolo meno rilevante della scienza politica»: questa affermazione fatta da Peter Gourevitch, Peter Lange e Andrew Martin in un saggio purtroppo poco conosciuto (Gourevitch, Lange, Martin 1981, 401) induce, da un lato, a domandarsi se effettivamente la latitanza di questa disciplina sia stata grave e, dall'altro, a tentare di colmare parzialmente questa lacuna.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
7

Brollo, Marina. "2011: Odissea nelle relazioni industriali." ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no. 2 (November 2011): 14–21. http://dx.doi.org/10.3280/es2011-002002.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
8

Granata, Mattia. "Roberto Tremelloni. La politica dei ‘tecnici' per la ricostruzione dell'Italia liberata." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 259 (November 2010): 191–215. http://dx.doi.org/10.3280/ic2010-259001.

Full text
Abstract:
Le vicende che segnarono l'avvio della fase di ricostruzione nel Settentrione del paese, all'indomani della liberazione, ebbero in Roberto Tremelloni un protagonista al vertice della piů importante istituzione pubblica operante in ambito economico, il Consiglio industriale dell'Alta Italia (Ciai). L'ex ministero fascista della Produzione industriale, con i dipendenti comitati industriali, infatti, oltreché strumento di gestione della difficile fase di trapasso tra il periodo di guerra e il dopoguerra, divenne il fulcro di un nuovo progetto di lungo periodo. Nella visione dei loro sostenitori, i comitati industriali, articolandosi nei diversi settori produttivi, dovevano fungere da luogo di coordinamento nella distribuzione delle scarsissime materie prime in funzione di una ricostruzione coerente con indirizzi politici condivisi e, soprattutto, potevano assumere un ruolo di regolazione dell'economia produttiva in funzione di un progetto di pianificazione coerente con gli indirizzi moderni di politica economica seguiti nei paesi piů avanzati. L'epifania di una collaborazione fra l'opera dei ‘tecnici' e la politica, tuttavia, era destinata a svanire, stretta nella soffocante morsa degli interessi contrastanti.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
9

Zambarloukou, Stella. "La crisi economica e le relazioni industriali in Grecia." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 135 (September 2012): 401–12. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2012-135004.

Full text
Abstract:
Il saggio ricostruisce i principali istituti che governano le relazioni industriali ed il mercato del lavoro in Grecia, per poi focalizzarsi sulle misure adottate dal governo greco in risposta alla crisi economica, ed in particolare su quelle intervenute in materia di lavoro e sul sistema di relazioni industriali. Infine, l'A. propone una valutazione dell'impatto congiunto della crisi economica e degli interventi governativi sulle condizioni di lavoro e sul sistema greco di relazioni industriali.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
10

Imbruglia, Renata, and Angelo Quarto. "Distretti industriali e reti di impresa." Rivista di Scienze del Turismo - Ambiente Cultura Diritto Economia, no. 2-2014 (November 2014): 35–66. http://dx.doi.org/10.7358/rst-2014-002-imbr.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
11

Adorno, Salvatore. "Città industriali del Mezzogiorno (1950-1980)." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 285 (December 2017): 9–20. http://dx.doi.org/10.3280/ic2017-285001.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
12

Cella, Gian Primo, and Tiziano Treu. "Per una difesa delle relazioni industriali." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 123 (December 2009): 537–47. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2009-123007.

Full text
Abstract:
- While recognizing the weakness of Italian industrial relations with respect to the British context, in academic and associative terms as well as in terms of empirical research, the Authors stress the frequent attacks to which industrial relations, both as a field of study and as social and economic practice, are exposed also in Italy in recent years. At the same time, the Authors emphasize the persisting, greater value of the critical and multidisciplinary approach typical of industrial relations for the analysis and regulation of the employment relations in contemporary societies, with respect to more unilateral and prescriptive approaches of other analytical perspectives such as those of some economists and of HRM, also in the light of the recent economic crisis. The Authors conclude, in agreement with their British colleagues, by stressing the fundamental contribution of industrial relations not only to the study and the practical regulation of the employment relations, but also to the building of the industrial citizenship, and through this way to the defence of the quality of democratic life.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
13

Viafora, Emilio. "Relazioni industriali e contrattazione in Veneto." ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no. 2 (November 2011): 56–60. http://dx.doi.org/10.3280/es2011-002006.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
14

Perra, Sabrina. "Stato, sindacato e impresa tra conflitto e una nuova stagione di accordi. Gli Accordi Fiat 2010: un'occasione per riflettere sulle relazioni industriali in Italia." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 126 (May 2012): 236–47. http://dx.doi.org/10.3280/sl2012-126016.

Full text
Abstract:
Il contributo propone una riflessione sulle trasformazioni delle relazioni industriali in Italia, a partire dalle vicende legate agli Accordi Fiat del 2010. La tesi sostenuta nel contributo č che la concertazione sia oramai uno strumento in declino e lasci un vuoto di metodo nelle relazioni industriali, aggravato da crescenti spinte neo-liberiste.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
15

Bavaro, Vincenzo. "Le relazioni sindacali dei metalmeccanici e la giurisprudenza del 2011: note di metodo." QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 5 (December 2011): 67–84. http://dx.doi.org/10.3280/qg2011-005006.

Full text
Abstract:
1. Premessa sulle relazioni sindacali metalmeccaniche fra accordi separati e unitŕ sindacale / 2. Questioni di metodo sull'interazione tra logica formale del diritto e logica sociale delle relazioni industriali / 3. Sull'efficacia dei contratti collettivi dei metalmeccanici () / 4. Sulla condotta antisindacale delle imprese metalmeccaniche / 5. Sulla forma e la logica dello sciopero / 6. Conclusione sulla logica del diritto e sulla forma delle relazioni industriali
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
16

Platania, Marco. "Adattamento e competizione dei distretti industriali italiani." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 107 (August 2013): 107–31. http://dx.doi.org/10.3280/asur2013-107006.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
17

Cerruti But, Michele. "Prato. Che ne è dei distretti industriali?" TERRITORIO, no. 81 (September 2017): 111–15. http://dx.doi.org/10.3280/tr2017-081025.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
18

RICCIARDI, ANTONIO. "I distretti industriali italiani: recenti tendenze evolutive." Sinergie Italian Journal of Management, no. 91 (2018): 21–58. http://dx.doi.org/10.7433/s91.2013.03.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
19

Cersosimo, Domenico, and Gianfranco Viesti. "Poli tecnologici meridionali, sviluppo e politiche industriali." ECONOMIA E POLITICA INDUSTRIALE, no. 2 (June 2013): 107–26. http://dx.doi.org/10.3280/poli2013-002006.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
20

Inglehart, Ronald. "LA NUOVA PARTECIPAZIONE NELLE SOCIETà POST-INDUSTRIALI." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 18, no. 3 (December 1988): 403–45. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200012600.

Full text
Abstract:
IntroduzioneLo sviluppo economico dovrebbe condurre a crescenti livelli di partecipazione politica di massa per almeno tre buoni motivi teorici: 1) i cittadini delle società industriali avanzate hanno visto migliorare le loro capacità di partecipare: durante l'ultimo mezzo secolo i loro livelli di istruzione si sono accresciuti in modo impressionante e la formazione politica si è fatta più facilmente accessibile; 2) le norme sociali si sono fatte più permissive verso la partecipazione politica della metà femminile della popolazione. Una o due generazioni fa le donne non avevano neanche il diritto di voto. Oggi, non solo lo hanno acquisito in tutte le democrazie occidentali, ma vi è anche una crescente accettazione informale del fatto che esse debbano giocare un ruolo politico uguale a quello degli uomini e si sono diffusi i modelli di ruolo politico femminile. Infine, 3) vi sono segnali che le priorità valoriali del pubblico occidentale siano venute gradualmente passando da valori materialisti a valori postmaterialisti. Questo trend dovrebbe contribuire ad una crescita del tasso di partecipazione politica: liberatisi dalla necessità di concentrare le loro energie in via prioritaria nella lotta per la sicurezza economica e fisica, i cittadini dovrebbero essere in grado di dedicare più attenzione a preoccupazioni postmaterialistiche come la politica.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
21

Foresti, Giovanni, Stefano Menghinello, and Fabrizio Guelpa. "Innovazione, qualitŕ e marchi nei distretti industriali." ECONOMIA E POLITICA INDUSTRIALE, no. 3 (August 2011): 161–78. http://dx.doi.org/10.3280/poli2011-003007.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
22

Foresti, Giovanni, Fabrizio Guelpa, and Stefania Trenti. "I distretti industriali verso l'uscita dalla crisi." ECONOMIA E POLITICA INDUSTRIALE, no. 2 (June 2010): 109–26. http://dx.doi.org/10.3280/poli2010-002007.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
23

Mistri, Maurizio. "Processi cognitivi ed organizzazione dei distretti industriali." ARGOMENTI, no. 30 (March 2011): 39–67. http://dx.doi.org/10.3280/arg2010-030003.

Full text
Abstract:
Questo saggio ha l'obiettivo di analizzare la capacitŕ di adattamento del sistema dei distretti industriali italiani ai cambiamenti in atto nella economia mondiale e nell'universo delle innovazioni tecnologiche. L'analisi viene compiuta con un riferimento costante alle basi cognitive dei processi decisionali degli agenti che operano nei distretti industriali. Il concetto di conoscenza, in effetti, ha una base strettamente cognitivista, a differenza di quanto č accaduto per il concetto di informazione. La riflessione sulla conoscenza in economia politica puň partire dall'idea che ogni sistema economico č incardinato in sistemi piů ampi (politici, culturali, militari, ecc.) che ne condizionano il funzionamento e le dinamiche evolutive. Ne deriva che nel mondo economico i processi dinamici non sono del tutto conoscibili ex ante, a causa dei limiti informativi e dei limiti computazionali a cui sono soggetti gli agenti economici.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
24

Gualerzi, Davide. "Distretti industriali, nuove politiche territoriali e programmazione." ECONOMIA PUBBLICA, no. 1 (December 2012): 127–57. http://dx.doi.org/10.3280/ep2010-001006.

Full text
Abstract:
The essay focuses on local development and governance. It examines the questions posed by the evolution of industrial districts and the new policy for local development, the so-called Instruments for Local Development. The analysis highlights a complex and contradictory relationship between the theory of local development, and in particular the notion of Marshallian Industrial District, and the new policy for local and regional development. Calling the new conceptual framework and legislation «negotiated development planning» engenders a fundamental ambiguity. It suggests a sort of continuity with the previous national policy of economic planning, but is instead defining a fundamentally different approach to government intervention in the economy.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
25

Dei Ottati, Gabi. "Distretti industriali italiani e doppia sfida cinese." QA Rivista dell'Associazione Rossi-Doria, no. 1 (March 2009): 123–42. http://dx.doi.org/10.3280/qu2009-001009.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
26

Berta, Giuseppe. "Contributo a una discussione sui rapporti Fiat-Chrysler." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 260 (February 2011): 471–74. http://dx.doi.org/10.3280/ic2010-260006.

Full text
Abstract:
Le relazioni tra Fiat e Chrysler hanno una lunga storia, che risale all'ultimo dopoguerra, quando la casa americana si fece carico di assistere i torinesi nell'ambito del piano Marshall. Cinquant'anni dopo, fattasi gravissima la crisi della Chrysler negli anni novanta, la Fiat pensň a un'acquisizione ma lasciň subito il posto alla tedesca Daimler, ben piů dotata di risorse tecniche e finanziarie. Piů tardi, dopo la rinunzia della Daimler a sostenere la Chrysler, questa ri- mase nelle mani di un fondo finanziario, che cercň un socio industriale per rilanciare la produzione. La fusione con la Fiat, che assunse le responsabilitŕ gestionali, forně all'amministrazione Usa una soluzione accettabile per evitare un fallimento disastroso. Dopo la conclusione dei primi accordi, la dinamica produttiva č perň tale che la Fiat, ridotta di dimensioni per lo scorporo da Fiat Automobiles Group del settore dei veicoli industriali (Fiat Industrial), e debole sul mercato dell'auto, appare destinata a non avere il ruolo di guida nella nuova impresa, e a perdere la sua importante posizione nel sistema industriale italiano.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
27

Chittň, Monica. "Trasformazioni in corso: č la cultura che governa il cambiamento." COSTRUZIONI PSICOANALITICHE, no. 22 (December 2011): 33–43. http://dx.doi.org/10.3280/cost2011-022004.

Full text
Abstract:
L"autrice pone in rilievo come il passaggio di Sesto San Giovanni da piccolo borgo alle porte di Milano a cittŕ industriale segni, durante tutta la prima metŕ del secolo scorso, anche importanti trasformazioni culturali che hanno progressivamente improntato il profilo non solo urbanistico della cittŕ. La memoria di queste trasformazioni si pone oggi come importante elemento di salvaguardia dell"identitŕ di fronte al problema di riconvertire gli enormi spazi urbani che si sono liberati con le dismissioni industriali decenni passati.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
28

Romeo, Emanuele. "Memoria dell’antico e nuove funzioni museali compatibili Alcune riflessioni sul patrimonio industriale legato alla produzione di elettricità." Labor e Engenho 11, no. 4 (December 26, 2017): 412. http://dx.doi.org/10.20396/labore.v11i4.8651199.

Full text
Abstract:
Il patrimonio industriale legato all’energia elettrica è rappresentato da una serie di complessi architettonici fortemente stratificati, caratterizzati da diverse soluzioni tecniche, formali e distributive che si sono sovrapposte l'una all'altra, quando necessario, per ragioni legate all’innovazione tecnologia e ai cambiamenti nei processi produttivi. In realtà, sono proprio queste stratificazioni (aggiunte, cambiamenti d'uso, abbandoni momentanei e riusi, accompagnati da adeguamenti architettonici e tecnologici) che conferiscono ai complessi industriali particolare valore di memoria. Infatti, è proprio la continua trasformazione di funzioni e di elementi tecnologici a rappresentare “l'essenza” di questa particolare produzione edilizia. Dalla nascita delle prime fabbriche fino ad oggi, gli edifici industriali hanno cambiato rapidamente la loro forma architettonica e la loro consistenza sia materica sia formale assecondando le esigenze lavorative e produttive. Per questo motivo oggi abbiamo l'opportunità di leggere una "storia dell'architettura" rappresentata da una sequenza di tecnologie e materiali sostituiti di continuo o stratificatisi, in un abaco di elementi relativi alla sperimentazione del calcestruzzo armato, del ferro, della ghisa, dell’acciaio; oppure riguardanti l’utilizzo di grandi superfici di vetro o coperture a shed; o ancora relativi all'uso di fonti energetiche naturali e artificiali. Molte esperienze europee di restauro e riuso degli edifici industriali legati alla produzione di energia, hanno già considerato tale approccio come una delle migliori scelte volte a una conservazione che possa definirsi compatibile: la scelta delle nuove funzioni è dettata, infatti, non tanto dalle esigenze economiche e d’uso, ma dalla flessibilità dell'edificio ad accogliere sostanziali adeguamenti tecnici, energetici, funzionali. Ciò con l’obiettivo di raggiungere un giusto equilibrio tra il rispetto della memoria storica e la necessità di adattarsi alle normative riguardanti l’adeguamento energetico e le nuove funzioni richieste dalla popolazione, raggiungendo una sostenibilità sociale, culturale e ambientale.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
29

Morris, Jonathan. "The organization of industrial interests in Italy, 1906–1925." Modern Italy 3, no. 01 (May 1998): 101–7. http://dx.doi.org/10.1080/13532949808454794.

Full text
Abstract:
Franklin Hugh Adler,Italian Industrialists from Liberalism to Fascism. The Political Development of the Industrial Bourgeoisie, Cambridge University Press, Cambridge, 1996, xv + 458 pp., ISBN 0–521–433406–8 hbk, £40.00Giuseppe Berta,Il governo degli interessi. Industriali, rappresentanza e politica nell'Italia del nord-ovest 1906–1924, Marsilio, Venice, 1996, xv + 175 pp., ISBN 88–317–6342–3 pbk, 32,000 LireGiorgio FioccaStoria della Confindustria 1900–1914, Marsilio, Venice, 1994, 266 pp., ISBN 88–317–5850–0 hbk, 70,000 LireThe three books under review trace the organization of industrial interests in Italy from the foundation of the Lega industrial di Torino (LIT) in 1906 to the insertion of Confindustria into the Fascist totalitarian state. As Franklin Hugh Adler's ambitious and detailed account relates the Lega (LIT) begat first a Federazione Industriali Piemontesi (1908) and then the Confederazione Italiana dell'Industria (CIDI) in 1910 which was relaunched as the Confederazione generale dell'industria Italiana (Confindustria) in 1919. All of these organizations came under the effective direction of Gino Olivetti, the first secretary of the Lega who emerges from Adler's analysis as the principal theorist of a liberalproductionist ideology that the author regards as the central value system of the Italian industrial bourgeoisie. The slimmer volumes (in both scope and size) of Giuseppe Berta and Giorgio Fiocca diverge from Adler's account in stressing the discontinuities in the process of association which are attributed to the triumph of one industrial faction over another, and the changes in direction consequent upon this. By presenting these organizations within the broader context of entrepreneurial and associational activity, their accounts also call into question the extent to which the positions of Confindustria can be assumed to be representative of Italian industrialists as a whole.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
30

Bonino, Michele, Pierre-Alain Croset, and Filippo De Pieri. "Pechino come arcipelago: la trasformazione delle danwei industriali." TERRITORIO, no. 74 (September 2015): 56–63. http://dx.doi.org/10.3280/tr2015-074010.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
31

Cainelli, Giulio, Valentina Giannini, and Donato Iacobucci. "Gruppi di impresa e distretti industriali nel nordest." ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no. 2 (September 2017): 85–93. http://dx.doi.org/10.3280/es2017-002008.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
32

Clarke, Linda, Eddy Donnelly, Richard Hyman, John Kelly, Sonia McKay, and Sian Moore. "A che serve lo studio delle relazioni industriali?" GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 123 (December 2009): 517–35. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2009-123006.

Full text
Abstract:
- This paper, starting from the decision of the Keele University's management to close the internationally renowned Centre for the Industrial Relations and, at the same time, to open a business school, presents a defense of industrial relations, both as an academic field of study, with its analytical and pedagogical value, and as a social and economic practice. In contrast with approaches which are mainly oriented to deliver prescriptive and predefined solutions, often without having a robust knowledge of the phenomenon under exam, industrial relations, with its critical, multi-disciplinary and multi-level approach, as well as a its multi-stakeholder perspective, proves its persisting analytical value and practical relevance to understand and govern the increasingly complex dynamics of labour and employment relationships in contemporary societies. It contributes as well to keep alive democratic citizenship rights at workplace level and in the wider society. In this sense, the defense of industrial relations means to support the reflexive and critical thinking and the academic freedom, traditionally recognized as the practical foundation of intellectual progress and of a healthy democratic life.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
33

Solinas, Giovanni, Raffaele Giardino, Eleonora Di Maria, and Stefano Micelli. "Distretti industriali, imprese multinazionali e catene del valore." ECONOMIA E POLITICA INDUSTRIALE, no. 3 (August 2011): 179–92. http://dx.doi.org/10.3280/poli2011-003008.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
34

Cipolletta, Innocenzo. "L'accordo del 1993 e le nuove relazioni industriali." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 134 (May 2012): 227–31. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2012-134011.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
35

Monni, Salvatore, and Alessandro Spaventa. "Cluster e distretti tecnologici: modelli e politiche." ARGOMENTI, no. 26 (September 2009): 71–98. http://dx.doi.org/10.3280/arg2009-026004.

Full text
Abstract:
- The aim of the paper is to examine the technological districts or clusters phenomenon as an evolution of the traditional industrial district. We analyses the case of the Cambridge technology district finding that it has much in common with the Italian manufacturing districts. We also examine a case of a proto district, i.e. an area that might or might not develop in district, the proto district of Turin, trying to assess the differences with Cambridge. The comparison highlights the relevance of the same factors that have also led to the emergence of Italian industrial districts: cultural approach, knowledge transfer, social capital and institutions (formal and informal).Parole chiave: Distretti industriali, Distretti tecnologici, Cambridge, Torino.Keywords: Industrial district, technological district, Cambridge, Torino.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
36

Salerno, Fabio. "Il consorzio per l'Area industriale di Siracusa e il Piano dell'Italconsult, 1949-1973." STORIA URBANA, no. 130 (October 2011): 105–36. http://dx.doi.org/10.3280/su20011-130005.

Full text
Abstract:
Il saggio ripercorre oltre un ventennio di storia dello sviluppo di uno dei maggiori poli industriali meridionali, attraverso lo studio del Piano regolatore dell'Area di sviluppo industriale di Siracusa e mediante la ricostruzione delle lunghe vicende legate alla sua approvazione. Del piano, elaborato dall'Italconsult agli inizi degli anni '60, si mette in evidenza la visione territoriale, che documenta la volontŕ di un approccio globale finalizzato allo sviluppo dell'area provinciale; allo stesso tempo, si sottolinea perň come il piano intervenga su un territorio giŕ profondamente trasformato dall'insediamento di numerose grandi imprese industriali. Nel decennio tra il 1950 e il 1960, l'industrializzazione dell'area lungo la costa che da Augusta giunge fino alla periferia Nord di Siracusa si svolge, infatti, in assenza di strumenti di pianificazione territoriale specifici e senza alcuna infrastrutturazione programmata del territorio. La prima parte del testo descrive i modi con cui l'industria si insedia, evidenziando i fattori di squilibrio che emergono dalla trasformazione del territorio. Il Piano Italconsult conosce in seguito un difficile iter attuativo, anche in relazione alla scelta governativa di istituire un'unica Area per lo sviluppo industriale della Sicilia orientale che include le province di Siracusa e Catania, con le conseguenti difficoltŕ di tipo amministrativo che questo determina. Dopo la redazione di una successiva versione e di una variante, il Piano regolatore per l'Area di sviluppo industriale della Sicilia orientale - zona Sud (Siracusa) viene approvato paradossalmente soltanto nel 1973, diventando operativo a ridosso della prima grave crisi petrolifera mondiale; con il risultato che da strumento di pianificazione che avrebbe dovuto guidare lo sviluppo di uno dei principali poli petrolchimici nazionali, risulterŕ giŕ superato al momento della sua approvazione.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
37

D'Aurizio, Leandro, and Giuseppe Ilardi. "Occupazione e investimenti nel Mezzogiorno: il ruolo delle imprese del Centro Nord." QA Rivista dell'Associazione Rossi-Doria, no. 2 (July 2012): 93–123. http://dx.doi.org/10.3280/qu2012-002004.

Full text
Abstract:
Occupazione e investimenti nel Mezzogiorno: il ruolo delle imprese del Centro Nord I flussi di risorse diretti dall'esterno negli stabilimenti industriali del Mezzogiorno d'Italia sono stati stabilmente rilevanti nel corso degli anni. Essi hanno rappresentato nell'industria il 20% degli addetti e un quarto degli investimenti. Questi flussi sono ricostruiti tramite l'indagine sulle imprese Invind condotta dalla Banca d'Italia, colmando una lacuna dei Conti nazionali. Gli incentivi pubblici volti a stimolare lo sviluppo industriale del Mezzogiorno valgono una frazione modesta degli investimenti e sono importanti solo per le imprese locali. Gli anni 2007-2009, toccati dalla crisi economica, hanno visto la riduzione dell'importanza delle imprese del Centro Nord nello sviluppo industriale del Sud e Isole.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
38

Pavone, Sara, Elena Ragazzi, and Lisa Sella. "Sostenere le imprese agro-industriali in Piemonte: un'analisi controfattuale." SCIENZE REGIONALI, no. 3 (December 2015): 129–43. http://dx.doi.org/10.3280/scre2015-s03007.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
39

Cella, Gian Primo. "Mercato senza pluralismo. Relazioni industriali e assetti liberal-democratici." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 131 (July 2013): 19–36. http://dx.doi.org/10.3280/sl2013-131002.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
40

Setti, Giulia. "Dismissioni (industriali) e riusi possibili: strategie di intervento architettonico." TERRITORIO, no. 84 (May 2018): 143–52. http://dx.doi.org/10.3280/tr2018-084020.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
41

Bologna, Sergio, and Sergio Curi. "Relazioni industriali e servizi di logistica: uno studio preliminare." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 161 (March 2019): 125–56. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2019-161006.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
42

Jelen, I. "Un contributo allo studio della geografia dei distretti industriali." Geographica Helvetica 48, no. 4 (December 31, 1993): 165–72. http://dx.doi.org/10.5194/gh-48-165-1993.

Full text
Abstract:
Abstract. Die wirtschaftliche Entwicklung der norditalienischen Regionen weist in letzter Zeit einige charakteristische Züge auf, die ein besonderes Territorialmodell darstellen. Es basiert auf einem Industrialisierungsprozeß im peripheren Raum und widerspricht in gewissen Punkten dem klassischen raumwirtschaftlichen Paradigma, das sich vorwiegend auf eine starke Urbanisierung abstützt. Dieses Produktionsmodell kann kurz folgendermaßen beschrieben werden: Gruppen von kleinen und mittleren Unternehmen, die vorwiegend im landlichen Raum angesiedelt sind, haben Zonen von integrierter Industrialisierung geschaffen. Die einzelnen Betriebe sind über Zuliefer- und Absatzbeziehungen voneinander abhängig. Auf diese Weise entstehen die sog «industrial districts». Der Erfolg und die Verbreitung dieser »industrial districts» beruhen auf besonderen geschichtlichen, soziologischen und ökonomischen Voraussetzungen. Sie haben meist an Standorten Fuß gefaßt, wo schon früher das Handwerk neben der landwirtschaftlichen Subsistenzwirtschaft existierte. Es kann nachgewiesen werden, daß sich bereits damals aus Handwerksproduktionsgruppen kleinere Industrien bildeten, für welche die Anfangsinvestitionen nicht allzu hoch waren. Als Fortsetzung dieser Entwicklung finden wir heute diese «industrial districts» fast ausschließlich in den Sektoren der sog. Leichtindustrie (Holz-. Textil- und Lebensmittelindustrie). Obwohl diese «industrial districts» eine sehr komplexe Innenstruktur besitzen, wurden sie bis heute in Untersuchungen fast immer ausschließlich als einheitliche Räume erfaßt. Aus einer Analyse, basierend auf statistischen Daten und einfachen empirischen Beobachtungen, wird ersichtlich, daß sie ein Phänomen von räumlicher und zeitlicher Dynamik darstellen. Es scheint deshalb zweckmäßig, geographische Untersuchungsmethoden anzuwenden. In diesem Artikel wurde als Untersuchungsraum Ostfnaul gewählt, wo sich die Unternehmen auf etwa 10 Gemeinden mit einer Gesamtflachevon 400 km konzentrieren. Es handelt sich dabei um einen mittleren «industrial district» mit etwa 10 000 Beschäftigten in 1300 Betrieben, alle fast ausschließlich auf die Herstellung von Holzstuhlen spezialisiert, mit einem Umsatz von etwa 1000 Milliarden Lire (Stand 1990). Die Studie hat sich vor allem diese Spezialisierung mit den entsprechenden Zuliefer- und Absatzbeziehungen zur Aufgabe gestellt. Sie kann sicher kein vollständiges Bild vermitteln, erscheinen doch gewisse Produktionsfunktionen teils dispers, teils konzentriert, was mit den unterschiedlichen Standortfaktoren erklärt werden kann Interessant ist die daraus resultierende Tatsache, daß sich innerhalb dieser «industrial districts» oft »subdistricts» bilden, zwischen welchen sich hierarchische Beziehungsfaktoren etablieren.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
43

Foresti, Giovanni. "Osservatorio sui distretti industriali e sistemi produttivi locali. Introduzione." ECONOMIA E POLITICA INDUSTRIALE, no. 2 (June 2010): 95–97. http://dx.doi.org/10.3280/poli2010-002005.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
44

Mattone, Sergio. "Il ruolo del giudice nella crisi delle relazioni industriali." QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 5 (November 2009): 35–47. http://dx.doi.org/10.3280/qg2009-005004.

Full text
Abstract:
1. Gli accordi separati: una controriforma passata sotto silenzio (o quasi)2. Il diritto a una giusta retribuzione3. La tutela contrattuale dei lavoratori non iscritti alle organizzazioni sindacali stipulanti4. I rapporti tra i diversi livelli di contrattazione5. Verso una nuova supplenza giudiziaria?
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
45

Terzi, Anna. "Dopo Pomigliano e Mirafiori. Quale modello di relazioni industriali?" QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 1 (April 2011): 7–19. http://dx.doi.org/10.3280/qg2011-001002.

Full text
Abstract:
1. I referendum di Pomigliano e Torino e la reale natura degli accordi sottoposti ai lavoratori / 2. Contratti normativi o contratti di scambio? / 3. La ritenuta inapplicabilitŕ della disciplina del trasferimento d'azienda / 4. L'ineffettivitŕ del nuovo sistema sanzionatorio / 5. La disciplina del diritto di sciopero, della retribuzione e del trattamento di malattia: profili di illegittimitŕ / 6. La riorganizzazione del lavoro: alcuni interrogativi di fondo / 7. Un inedito modello di relazioni sindacali / 8. I veri obiettivi dell'accordo di Mirafiori.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
46

Mathieson, Hamish, and Roberto Pedersini. "Gli effetti della liberalizzazione del trasporto pubblico locale sulle relazioni industriali: Regno Unito e Italia a confronto." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 122 (July 2009): 337–64. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2009-122005.

Full text
Abstract:
- This article examines the extent to which a number of hypothesised consequences for industrial relations in the context of liberalisation have been realised, such as a strengthening of managerial prerogatives and unilateral actions, the emergence of specific competitive pressures on labour costs, work flexibility and worker protections, the fragmentation of collective bargaining with an emphasis on company-level regulation. The sector selected is local public transport and in particular the bus industry. In the article the ownership structure of the bus industry, its regulatory and labour relations features are discussed in the context of governmentinitiated reforms in the UK and Italy. Evidence from empirical research conducted in both countries will then be presented and discussed in the conclusions.Key words: Liberalisation, Public services, Local public transport, Industrial relations, United Kingdom, Italy.Parole chiave: Liberalizzazione, Servizi pubblici, Trasporto pubblico locale, Relazioni industriali, Regno Unito, Italia.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
47

Orazi, Francesco. "I sistemi locali di sviluppo del Medio-Adriatico: i risultati di una ricerca." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 116 (April 2010): 204–19. http://dx.doi.org/10.3280/sl2009-116017.

Full text
Abstract:
L'articolo, riprendendo i dati di una ricerca svolta su 5 distretti industriali nelle Regioni Marche e Abruzzo (area Medio-Adriatica), cerca di descrivere le profonde trasformazioni economiche e socio culturali che hanno investito negli ultimi anni queste comunitŕ e queste forme organizzate e diffuse della produzione. Sul piano della struttura industriale si notano due eventi cruciali: l'emergere di poche medio-grandi imprese leader distrettuali che ne guidano di fatto gli esiti, fino a mutare l'articolazione del distretto di specializzazione in post-distretto "ri-verticalizzato"; il processo di delocalizzazione produttiva delle filiere di Pmi in paesi di nuovo approdo industriale, con il conseguente processo di erosione dei legami sociali tra struttura produttiva endogena e comunitŕ locali (a es. disoccupazione industriale). Infine, il lavoro sostiene l'esigenza di un nuovo e moderno apporto istituzionale allo sviluppo, sia con il reale potenziamento delle strategie di governance che con un forte processo innovativo innescato dalle risorse locali, cognitive, umane e tecniche per traghettare le economie distrettuali verso sentieri innovativi della competitivitŕ globale.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
48

Telljohann, Volker. "Processi di delocalizzazione nel settore europeo degli elettrodomestici e forme di regolazione sociale." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 123 (September 2011): 82–96. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-123005.

Full text
Abstract:
Negli ultimi anni, le aziende produttrici di elettrodomestici dei Paesi dell'Europa occidentale hanno subito importanti processi di ristrutturazione. La delocalizzazione delle attivitŕ produttive dai Paesi dell'Europa occidentale ai Paesi a basso costo del lavoro è diventato anche una questione importante nelle relazioni industriali di tutta Europa. Ll saggio esamina i modi e in che misura è possibile, attraverso pratiche di relazioni industriali, influenzare le decisioni di delocalizzazione e la loro attuazione. L'autore sostiene che la capacitŕ di sviluppare strategie che siano in grado di prendere in considerazione sia la necessitŕ di migliorare la competitivitŕ sia gli aspetti sociali della ristrutturazione aziendale, dipende in larga misura da un efficace sistema di regolazione sociale. Viene infine evidenziato l'influenza degli attori a livello europeo, quali la Federazione Europea dei Metalmeccanici e i Comitati Aziendali Europei, sui processi di ristrutturazione transnazionale.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
49

Glaymann, Dominique, and Benoît Scalvinoni. "I sindacati francesi nella morsa dell'attuale contesto delle relazioni industriali." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 151 (September 2018): 210–34. http://dx.doi.org/10.3280/sl2018-151012.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
50

Cozza, Cassandra. "Da spazi abbandonati a patrimoine vivant: rigenerazione di architetture industriali." TERRITORIO, no. 89 (November 2019): 35–43. http://dx.doi.org/10.3280/tr2019-089004.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
We offer discounts on all premium plans for authors whose works are included in thematic literature selections. Contact us to get a unique promo code!

To the bibliography