Dissertations / Theses on the topic 'Infanzia'
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FERRARIO, STEFANO. "ORGOGLIO. MIMESI. INFANZIA. RENE' GIRARD." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2021. http://hdl.handle.net/10280/98186.
Full textAnalysis of the intellectual path of René Girard, with particular attention to ethical themes (pride, mìmesis, childhood) of his production
FERRARIO, STEFANO. "ORGOGLIO. MIMESI. INFANZIA. RENE' GIRARD." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2021. http://hdl.handle.net/10280/98186.
Full textAnalysis of the intellectual path of René Girard, with particular attention to ethical themes (pride, mìmesis, childhood) of his production
BROGLIA, LUDOVICA. "Narrazione autobiografica e infanzia: le visual narratives." Doctoral thesis, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, 2022. http://hdl.handle.net/11380/1278099.
Full textAutobiographical memory and autobiographical narratives develop gradually during childhood: studies of narrative psychology ‒ such as those of Robyn Fivush, Katherine Nelson and Dan P. McAdams ‒ analyze their evolution from preschool years to adolescence and the main characteristics of the autobiographical self. According to the socio-cultural approach, the formation of the Self and the emergence of autobiographical memory are dynamics connected with the cultural context: narrative meanings are constructed within the process of Reminiscing, or shared memory. Positive events and negative events, for example, are remembered and analyzed in opposite ways: if the former consider the spatial-temporal and objective details of the experience, the latter integrate the emotional aspects and refer to an interpretative approach. Already in the first years of life, we act according to the values shared by the culture, which proposes different standards also depending on the gender. The way we perceive ourselves as men or women is linked to different social orientations, cognitive styles and autobiographical stories: in agreement with Carol Gilligan, we know that girls focus on interdependence (belonginess), while boys focus on achieving goals, on the aspects that make them distinct from the world (autonomy). Specifically, this thesis aims to analyze the main characteristics of autobiographical narratives, collected in educational contexts for early childhood. The focus is particularly on visual narratives: we ask children to reconstruct the event in multiple panels starting from specific choices related to visual and verbal design. In agreement with the schema theory and with Neil Cohn's recent discoveries concerning the grammar of visual narratives, sequential drawing seems to be closely linked to design and mind reading skills as it asks children to segment their experiences in frames and scripts, which must be meaningfully linked to each other. The collected materials are analyzed from two different approaches: studies of narrative psychology allow to evaluate the stories at a content level (which details of the event are reported?), while the studies focused on visual grammar allow to build reflections on the strategies adopted at the narrative level (for example, which links are built and how characters are introduced?). In this regard, it is possible to summarize some general reflections: on a content level, the narrative differences ‒ related to the emotional value of the event and to the gender of the child ‒ are evident. In the case of positive events, for example, children provide a detailed description of the spatial-temporal reference coordinates, while the narratives of negative events emphasize a perceptual encoding focused on the search for personal interpretations. On a structural level, however, the links built between frames are evaluated in detail: participants seem to follow a temporal progression and at the same time, are able to build complex causal dynamics. A particular reflection, finally, is dedicated to visual literacy, or the ability to build meaning starting from the choices related to visual design: children seem to pay attention in a conscious way to color choices, to shapes / sizes of the panels and to typography.
Gilli, Giorgia <1991>. "Michele Sambin: video, pittura, infanzia dal 1970 ad oggi." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8023.
Full textOttieri, Alessandra. ""Infanzia infera". Il mondo poetico-pittorico di Toti Scialoja." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2014. http://hdl.handle.net/10556/1850.
Full textL’immagine che a tutt’oggi si ha di Toti Scialoja è quella di un pittore professionista, tra i più quotati esponenti dell’espressionismo astratto italiano, animato da «una grande voglia di poesia», come recita il titolo di un importante scritto auto-esegetico degli anni Ottanta. Si tratta di un’immagine semplicistica e pregiudiziale che fa torto al poeta e limita la piena comprensione del pittore, la cui attività artistica è strettamente correlata con quella poetica. Se confrontiamo le date, e crediamo a quanto ci ha raccontato nel corso degli anni lo stessoScialoja, la passione per la letteratura addirittura precede quella per la pittura («Ho cominciato a scrivere poesia verso i dieci anni. Erano strofette comico-grottesche, per lo più concentrate sugli animali. Sono stato pascoliano, crepuscolare, a diciott’anni ero innamorato di Ungaretti, a venti fui ipnotizzato da Mallarmé»). Tuttavia il giudizio sbrigativo e crudele di un amico “competente” (al quale il giovane Toti sottopone le sue prime prove poetiche) lo induce a cambiare rotta e a “virare” verso la pittura che dopo i vent’anni diviene l’interesse predominante. Scialoja, quindi, abbandona temporaneamente la poesia, ma continua a scrivere, pubblicando numerose recensioni e cronache d’arte su «Mercurio» (dopo la Liberazione) e più tardi su «Immagine» di Cesare Brandi. Il ritorno alla poesia si compie solo nel 1961, quando Scialoja, ormai artista affermato, si trasferisce a Parigi dove risiede fino al 1964. A partire da quegli anni il percorso poetico di Scialoja procede parallelamente a quello pittorico, caratterizzato quest’ultimo da una costante ricerca di nuovi stimoli e linguaggi, da continue “crisi” e “rinascite” che scandiscono un itinerario sofferto, articolato in almeno quattro fasi principali. Gli anni Trenta-Quaranta sono quelli dell’esordio, in cui l’artista frequenta l’ambiente della Scuola romana di Scipione e Mafai e si muove nell’alveo di un figurativismo di tipo morandiano. Gli anni Cinquanta sono quelli decisivi, della “svolta”: Toti si accosta alle sperimentazioni cubiste, approdando ad un nuovo concetto di spazio inteso come luogo della coscienza, dell’«esistere» fuori dalla contingenza temporale. Dopo il soggiorno a New York (1956-57), Scialoja rinuncia anche alla profondità ingannevole della prospettiva (con la sua illusione di trascendenza), preferendo la verità nuda e cruda della superficie «intesa […] come unico spazio e unico tempo possibile: il presente temporale, su cui inscrivere la traccia dell'esistenza, il ritmo […]» (Barbara Drudi). Abbandonato il pennello, l’artista imprime direttamente il colore sulla tela con fogli o stracci intrisi di pigmento alla maniera degli action painters statunitensi; tuttavia Scialoja sfugge all’automatismo assoluto di matrice surrealista, dei colleghi d’oltreoceano e riconduce la violenza anarchica del “gesto” all’interno della forma. Il gesto ribelle, infatti, trova un «freno» nella chiusura dell’“impronta”. A partire dal 1958 le “impronte” si moltiplicano sulla tela e si susseguono sulla superficie, con ritmo cadenzato. È proprio nell’ossessiva ricerca del ritmo – che in pittura significa riprodurre, attraverso la ripetizione dell’immagine stampata, l’assolutezza temporale dell’“evento” – che si riscontra una perfetta consonanza tra Scialoja pittore astrattista e Scialoja poeta, che negli anni Sessanta scrive molte delle sue poesie nonsensiche. Il ritmo, che sulla superficie della tela è ottenuto con la sequenza seriale delle “impronte” impresse secondo una precisa scansione temporale, è ricercato e ottenuto in poesia attraverso la sonorità martellante delle parole scomposte e anagrammate e il gioco insistito delle allitterazioni e delle rime. Il «metodo puramente linguistico automatico» che sorregge il gioco delle sillabe in poesia, corrisponde in pittura all’automatismo psichico delle “impronte" che si rincorrono e sfumano sulla tela. In entrambi i casi il dato naturalistico-referenziale è cancellato e si procede – con i colori così come con le parole – verso la creazione di una realtà altra, astratta, nonsensica, e dunque profondamente eversiva rispetto a quella data. Negli anni Settanta giungono i primi riconoscimenti autorevoli che “sdoganano” Scialoja poeta, ma sono anche gli anni più difficili per Scialoja pittore, segnati dalla ripresa dei moduli geometrici da tempo abbandonati e dal ritorno all’uso del pennello. Ma un viaggio a Madrid nel 1982 e la conseguente scoperta della forza espressiva della pittura di Goya inducono Scialoja a compiere la sua ultima, e definitiva, “metamorfosi”, da intendersi non come “strappo” rispetto alle esperienze passate, ma come naturale evoluzione e approfondimento delle precedenti “incarnazioni”. Nei dipinti della metà degli anni ’80 Toti ritrova, infatti, l’immediatezza e la spontaneità del “gesto” approdando definitivamente ad un espressionismo astratto in cui la superficie della tela (nuovamente di grandi dimensioni) viene “aggredita” fisicamente dalla mano, dal braccio del pittore, riempiendosi di macchie, di segni e colature di colore (secondo la tecnica del dripping). Le opere di Scialoja, ora, esprimono un’ansia di emancipazione totale da ogni forma di rappresentazione naturalistica, un desiderio di astrazione e di sintesi, un bisogno irrefrenabile di libertà espressiva che esploderà con ancora maggiore vitalismo nelle ultime tele degli anni ’90. Ora cos’è in realtà il nonsense? Né le stravaganze del Burchiello, né più tardi Lorenzo Lippi e Ludovico Leporeo coi loro bisticci allitterativi possono essere fatti rientrare nella sfera del nonsense. Con queste poche, ma convinte, parole Scialoja liquidava, nel 1986, ogni possibilità di far risalire alla tradizione burchiellesca (e, quindi, italiana e medievale) la sua passione per la poesia nonsensical e indicava in Lear e Carroll gli autori prediletti dell’infanzia e della prima giovinezza. Tuttavia, anche se Scialoja comprensibilmente prende le distanze dalle «stravaganze» del Burchiello e dai «bisticci allitterativi» dei poeti barocchi, preferendo apparentare la propria poesia con quella di area anglosassone, in anni recenti è emersa la possibilità di tracciare una mappa più antica e soprattutto italiana del nonsense che avrebbe la sua nascita ufficiale proprio nei sonetti del Burchiello che tanta fortuna ebbero nella seconda metà del ’400 e in tutto il ’500, in Italia e all’estero, in Inghilterra, in Spagna e in Francia. In Italia tuttavia la pesante eredità classicista e l’“eccesso di serietà” della nostra cultura ufficiale, cosiddetta “alta”, hanno in un certo senso bloccato il libero fiorire di una tradizione letteraria nonsensical. Alessandro Caboni ha tentato di individuare e circoscrivere un «filone carsico» della letteratura nonsensical in Italia che da Burchiello si snoderebbe attraverso Folengo, Berni, i poeti barocchi Giulio Cesare Croce e Anton Francesco Doni fino a Giambattista Basile. Ma è nel Novecento che quel filone semi-clandestino sembrerebbe venire alla luce ed entrare di diritto nel canone della letteratura ufficiale con Palazzeschi, Petrolini, Landolfi. Andrea Afribo avrebbe addirittura individuato tracce di nonsense in Montale, Caproni, Nelo Risi, Zanzotto. Ma preferiamo non allargare a dismisura la nozione di nonsense e restare nell’ambito di una nozione più ristretta del genere, per cui ci sembra più che mai giustificata l’affermazione di Italo Calvino che, al principio degli anni Settanta, indicava in Toti Scialoja l’unico caso italiano di poeta nonsense. Scialoja comincia a scrivere le sue poesie-filastrocche durante il soggiorno parigino degli anni 1961-1963. È dalla capitale francese, infatti che Scialoja indirizza al nipotino James lettere ricche di versi giocosi e scioglilingua Nel corso degli anni Settanta escono 5volumi di poesie (nati in un periodo di stasi sul piano della ricerca pittorica) che raccolgono l’intera produzione nonsensical di Scialoja, che si colloca negli anni 1961-1979. Sono poesie brevi, a volte di soli due versi accompagnati quasi sempre da disegni ingenui, volutamente infantili, alla maniera dei nonsense rhymes and pictures di Edward Lear, caratterizzati appunto dalla commistione di poesia e immagini. Le poesie “giocose” di Scialoja sono contrassegnate dal gioco insistito delle rime, delle allitterazioni, delle consonanze e assonanze, delle parole spezzate, ribaltate, anagrammate che creano «paesaggi di parole», popolati da bizzarri animali: topi, zanzare, lepri, tartarughe, corvi, rinoceronti, marmotte, ecc. Animali che parlano, danzano, mangiano, litigano animati dagli stessi comportamenti, vizi e virtù degli uomini. A ciascun animale è associato il nome di una nazione, di una città, di una piccola località, ma sono nomi scelti dal poeta solo per il loro potere evocativo, per la loro particolare sonorità e dunque per salvaguardare il gioco fonico e ritmico dei versi (i topi alle Termopili, le marmotte sul Mar Morto, le cimici in Cina o a Micene, la triglia di Marsiglia, la lucciola a Casamicciola, la mucca di Lucca, e così via). Non solo i luoghi, ma anche gli atteggiamenti, i sentimenti e le azioni degli animali sono dettati dalla fonetica del nome, come nel caso della «sarta tartaruga» che «non sogna che la fuga»,della«savia salamandra» che «siede sola in una sala /dove regna la penombra» e poi di una lunga serie di insetti dal comportamento anomalo: dalla zanzara sbronza, all’ape apatica, alla vespa pesta e così via. Il segreto di questi versetti è tutto nella particolare sonorità, nella “parola-melagrana” che contiene in sé e fa germinare i semi sillabici di tutte le altre. Ma il gioco linguistico di Scialoja non va interpretato come semplice girotondo di parole, virtuosismo verbale privo di implicazioni semantiche, è semmai «musica concettuale» generatrice di sensi plurimi che a volte possono “scartare” in direzioni alternative rispetto alle attese di chi legge e anche rispetto alle intenzioni iniziali di chi scrive. È la parola-suono che «accende l’epifania», che sprigiona significati inattesi, ma solo a patto che essa sia priva di «esperienza vissuta e personalistica», priva di «sofferenza lamentata», priva «di lordura». La parola della poesia non può essere quella logora, puramente connotativa, del linguaggio comune, né quella consunta, sovraccarica di memoria, propria della tradizione letteraria, deve essere parola “smemorata”, priva di sovrastrutture, di significati sedimentati, che ritrova il suo peso, la sua consistenza primitiva; è quindi pronta ad essere catturata e manipolata dal poeta, scomposta nei suoi semi sillabici e combinata con altre in virtù delle sue qualità puramente sonore. Quando parla di «smemoratezza» della parola o «infanzia della parola», tuttavia Scialoja sa di poter dar luogo a fraintendimenti. Da qui l’esigenza di chiarire, di meglio specificare il suo pensiero. Nulla a che vedere con il fanciullino pascoliano. L’infanzia di cui parla Scialoja non è luogo edenico, spazio della fantasia innocente, del riso, del gioco, della leggerezza, bensì «infernale regno delle apparizioni», insieme paradiso e inferno mescolati in un presente assoluto. Il bambino non ha coscienza della morte, conduce in modo “sfrontato” la sua esistenza («sfrontata perché aliena di morte»), vive ogni situazione con la massima intensità, non fa differenza tra il sogno e la realtà e si muove con disinvoltura tra le creature misteriose ed inquietanti che egli stesso è capace di suscitare. Ma non è forse questo l’identikit di Alice, lo straordinario personaggio uscito dalla penna di Lewis Carroll? Alice è catapultata in un mondo affascinante e terribile, si aggira tra personaggi stravaganti – animali e esseri umani sfuggenti o enigmatici o crudeli – senza minimamente scomporsi dinanzi all’assurda logica dei loro insensati ragionamenti. Gli animali che popolano le poesie nonsensiche di Scialoja, che compongono il suo fantastico bestiario, appartengono allo stesso mondo labirintico e allucinato di Alice, potrebbero tranquillamente stare in compagnia del Bianconiglio, di Bill la lucertola, del gatto del Cheshire, della lepre marzolina o del bruco blu che fuma il narghilè. Sono animaletti cinici o crudeli che divertono con i loro atteggiamenti folli ma non inteneriscono, appaiono e scompaiono dall’orizzonte visivo del lettore, spesso pronunciando frasi sconnesse. Gli animali di Scialoja fanno sorridere perché i loro comportamenti scartano dalla norma, sono inquietanti e maliziosi come la strana «bestia» di Ostia «coperta di nafta / che sputacchiava e basta», o come i «pessimi» passeri di Campobasso che con superbia militaresca «marciano tutti al passo / e soffiano nei pifferi / inciampando a ogni sasso», oppure come la «scema e maligna» scimmia di Signa che «appena mi vede / si copre col piede / il grugno e digrigna / i denti di mummia» (ivi, p. 82). Vi sono insetti che ammiccano al lettore e lo disorientano con i loro contegni imprevedibili e addirittura cani che si sbronzano al bar, litigano, o fumano il sigaro. Il nonsense, insomma, è un genere letterario «legato strutturalmente all’infanzia della parola», capace di produrre «una sorta di logica altra, che procede verso l’assurdo, una cancellazione del dato cognito», ma – e qui Scialoja mette in guardia i lettori meno avvertiti contro ogni tentativo di riduzione semplicistica e denigrativa – «chi interpreta la poesia nonsense come balordaggine, buffoneria, accozzaglia di termini eterogenei va fuori strada». Il gioco delle parole anagrammate o delle aggregazioni sillabiche mette in crisi il senso comune del lettore minacciando le fondamenta della sua logica cartesiana, costringendolo ad abbracciare una logica alternativa che «si affida ad un’idea allucinatoria del linguaggio». Negli anni ’80 e ’90 diviene più arduo procedere per riscontri e parallelismi: le “due anime” di Scialoja si dissociano e paiono prendere strade divergenti, se non addirittura contrastanti. Il filo che teneva unite l’esperienza pittorica e quella poetica sembra spezzarsi. Identica è l'ansia di rinnovamento e l'entusiasmo con cui l'anziano artista si cimenta in nuove sfide, con se stesso e con la propria arte, mostrando un inesausto desiderio di esplorare la realtà e di entrare in comunicazione con essa – profondamente diverse sono le direttrici del cambiamento. Giovanni Raboni – che ha definito l’artista romano «poeta-pittore dai destini incrociati» – ha interpretato forse nella maniera più semplice e corretta la «perfetta simmetria» esistente tra le due passioni di Scialoja, individuando nella «radicale estraneità al ricatto del senso comune» l’unico vero tratto unificante. All’estrema libertà di espressione e alla totale emancipazione dalla “prigione” della forma, cui giunge Scialoja nella sua ultima stagione pittorica, corrisponde in campo poetico la ricerca di massimo rigore formale e la necessità di calare l’invenzione verbale, sempre strepitosa, in rigide «gabbie metriche». Nemico dichiarato del verso libero, Scialoja compone negli anni Ottanta «poesie di metro molto breve (settenari, ottonari, novenari) e molto sintetiche»: di questo tipo sono le poesie raccolte in Scarse serpi (1983), Le sillabe della sibilla (1983-1985) e i Violini del diluvio (1986-1988). Eppure, verso la fine dei Violini, già appare qualcosa di mutato, di nuovo rispetto al passato: «un rallentamento del ritmo e un allungamento del verso. L’endecasillabo diventa, anche, in certi momenti, dodecasillabo, mai ipèrmetro però, mai sfiorando il verso libero». Una nuova poesia, dunque, dalla «metrica precisa e tuttavia rallentata». Dettagli del passato, larvate presenze femminili, ricordi nostalgici di estati trascorse al mare, cupi presagi di morte sono i nuovi elementi della poesia scialojana di questi anni, nella quale è evidente il «desiderio di raccontare più che di folgorare». Il bisogno di rallentare i tempi, «di raccontare più pacatamente, nei dettagli, cercando di prolungare il racconto», conduce Scialoja, nelle ultime raccolte degli anni Novanta – Rapide e lente amnesie (1994), Le Costellazioni (1997) e il volume postumo Cielo coperto (con poesie del biennio ’97-’98) – a recuperare addirittura l’esametro. In un’intervista rilasciata ad Antonella Micaletti, Scialoja si dichiara incantato dal «ritmo così gestuale e prolungato» di questa speciale forma metrica, ed anche nell’Avvertenza al volume ritorna (e sorprende) l’uso dell’aggettivo “gestuale” (che nella pittura informale, abbiamo visto, è sinonimo di azione cieca ed istintiva, non predeterminata) riferito alla “gabbia chiusa” dell’esametro che letteralmente “imbriglia” le parole nel verso. Imprevedibilità del gesto vs predeterminazione del metro: è, questa, una radicale antinomia che, prima facie, porrebbe l’artista-poeta di fronte alla necessità di operare una scelta, di stare da una parte o dall’altra: libertà o costrizione? In realtà la contraddizione è solo apparente se consideriamo il nuovo modo – consapevole e “controllato” – di intendere il gesto da parte di Scialoja pittore che, pur riprendendo, negli anni Novanta, la poetica esistenziale dell’espressionismo astratto di matrice americana, ne rinnova le premesse attraverso una personale opera di chiarificazione e di razionalizzazione. Come l’azione del pittore è tanto più libera quanto più è consapevole e “controllato” il suo gesto, così il poeta può raggiungere un’autentica libertà espressiva solo attraverso l’assunzione di regole che incanalano i suoni e i significati delle parole nella direzione da lui voluta. Ecco allora che nei versi delle ultime raccolte scialojane sono proprio i rigidi schemi della metrica barbara a rendere “gestuale” (nel senso di “libera”) l’ispirazione dell’anziano poeta: […] per me la poesia deve avere la rima, tutte le convenzioni e le restrizioni possibili. Più ne ha più la poesia è libera, per me. [a cura dell'autore]
XI n.s.
Galanti, Stefano <1990>. "Infanzia e Grande Guerra. Un percorso nella memoria delle classi popolari." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4936.
Full textCattarin, Tatiana <1985>. "Crescere leggendo Impiego e rilevanza del libro nel corso della prima infanzia." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/9395.
Full textPavanello, Angela <1994>. "L’approccio preventivo delle politiche di social investment nell’ambito di infanzia e adolescenza." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14939.
Full textPacífico, Juracy Machado [UNESP]. "Políticas públicas para a educação infantil em Porto Velho/RO (1999/2008)." Universidade Estadual Paulista (UNESP), 2011. http://hdl.handle.net/11449/101515.
Full textCoordenação de Aperfeiçoamento de Pessoal de Nível Superior (CAPES)
Questo studio si occupa di politiche pubbliche per l'infanzia e il suo scopo era quello di analizzare le politiche pubbliche di educazione della prima infanzia sviluppato dal Istruzione Comunale (Semed) Porto Velho, RO, nel periodo 1999 al 2008. Caratterizzato come uno studio qualitativo con l'analisi di dati qualitativi e quantitativi. Utilizza come fonte di dati per la ricerca dei documenti, interviste individuali e focus group. I soggetti sono stati impiegati e dirigenti Semed insegnanti di scuola, dalla scuola materna che hanno prestato servizio durante il periodo di studio. Ha anche collaborato con gli insegnanti che ha coordinato lo studio della prima infanzia, nel periodo 1970-1990 sotto la Procura e Semed. Lo studio ritiene che l'accesso alla educazione della prima infanzia come chiave per garantire il pieno sviluppo del bambino. Rileva che il luogo di diritto all'istruzione è stato raggiunto in quanto la Federal costituzione del 1988 e altri strumenti giuridici ha garantito questo diritto ai bambini sotto i sei anni. I dati mostrano che il trattamento di educazione della prima infanzia nelle scuole pubbliche di Porto Velho ricoperto cariche diverse, nel periodo 1999-2008, sia nel linguaggio e nelle azioni efficaci, in funzione della gestione e del contesto. Rileva che dal 1999 al 2004 la scuola materna è stato messo in atto un valore inferiore nelle politiche locali di istruzione. Durante questo periodo ci sono stati poche attività nel settore della formazione, l'espansione della rete e miglioramento delle infrastrutture delle scuole. Dal 2005 al 2008 prima infanzia occupato una posizione di rilievo nelle azioni di Semed ed era considerato una priorità, con investimenti finanziari rispetto al periodo precedente. Ci fu una maggiore espansione della rete fisica e iscrizioni, gli investimenti nella formazione degli insegnanti e la partecipazione sociale nelle decisioni politiche. Lo studio ha concluso che il consolidamento
Este estudo trata das políticas públicas para a Educação Infantil e seu principal objetivo foi analisar as políticas públicas de Educação Infantil desenvolvidas pela Secretaria Municipal de Educação (SEMED) de Porto Velho/RO, no período de 1999 a 2008. Caracteriza-se como estudo de abordagem qualitativa, com análise de dados qualitativos e quantitativos. Utiliza como fonte de dados a pesquisa documental, a entrevista individual e Grupo Focal. Os sujeitos colaboradores foram gestores da SEMED e professoras de escolas de Educação Infantil que atuaram no período em estudo. Também colaboraram com a pesquisa professoras que coordenaram a Educação Infantil no período de 1970 a 1990, no âmbito da SEDUC e SEMED. O estudo considera o acesso à Educação Infantil como fundamental para a garantia do desenvolvimento pleno da criança. Observa que o lugar de direito à educação já foi conquistado desde a Constituição Federal de 1988 e que outros instrumentos legais vem garantindo esse direito às crianças menores de seis anos. Os dados evidenciam que o atendimento à Educação Infantil na rede municipal de Porto Velho ocupou diferentes lugares no período de 1999 a 2008, tanto no discurso quanto na efetivação de ações, dependendo da gestão e do contexto. Verifica que de 1999 a 2004 a educação infantil foi colocada em um lugar de menor valor dentro das políticas educacionais municipais. Nesse período foram poucas as ações na área de formação, ampliação da rede e melhoria da infraestrutura das escolas. De 2005 a 2008 a educação infantil ocupou lugar de destaque nas ações da SEMED e foi considerada prioridade, com investimento financeiro superior ao do período anterior. Houve maior expansão da rede física e matrículas, investimento em formação docente e participação social na definição das políticas. O estudo concluiu que para a consolidação...
ONOFRI, AGNESE. "Disturbi del sonno e cefalee primarie: correlati psicopatologici e neuropsicologici in infanzia e in adolescenza." Doctoral thesis, Università degli Studi dell'Aquila, 2022. http://hdl.handle.net/11697/192069.
Full textTrois, Loide Pereira. "O privilégio de estar com as crianças : o currículo das infâncias." reponame:Biblioteca Digital de Teses e Dissertações da UFRGS, 2012. http://hdl.handle.net/10183/49724.
Full textEsta tese investigou sobre como aconteceu a participação das crianças na escola, quais as marcas que registraram e produziram no currículo. O conceito de Infância como outro proposto por Larrosa (2010) constituiu o modo de olhar as crianças em sua alteridade. Ao propor a infância como alteridade foi preciso escutar as crianças, sem buscar dominá-las ou submetê-las, mas estando atenta as falas, aos silêncios, as formas de ser e estar na escola, os modos como estabeleciam as relações entre elas, com os adultos e com os objetos. A observação participante foi a atitude investigativa nessa tese. As observações foram feitas, em sua maioria nos espaços abertos e coletivos, de uma escola infantil da rede municipal de Porto Alegre. O uso da fotografia como instrumento de pesquisa foi ocupando um lugar de centralidade tornando-se um modo de visibilizar, registrar e pensar as infâncias. Partindo dos conceitos da Fotoetnografia proposta por Achutti (2004) estabeleci os pontos-âncora de observação utilizando a fotografia como narração. As fotos apresentadas nessa tese constituíram uma narrativa que conferiu densidade a visibilidade das infâncias, e com isso permitiu a formulação do conceito de Currículo das Infâncias. O currículo foi compreendido a partir das intenções evidenciadas nas ações e nas interações constituídas no cotidiano escolar. O currículo das infâncias como diálogo intenso entre adultos, crianças, objetos e o mundo balizado por experiências em que o tempo não controla o humano, e o silêncio não cala os sujeitos.
This thesis investigated about how the involvement of children at school occurred and their results in their curriculum. The concept of childhood proposed by Larrosa (2010) consisted in the way to look at children in their otherness. Proposing childhood as otherness it was needed to listen to the children not trying to dominate or submit them but to be mindful to their talks, silence, behavior at school, and to the ways they established relationships among them, with adults and objects. Participant observation was the investigate attitude in this thesis. The observations took place mostly in open and public spaces of a municipal pre-school from the city of Porto Alegre. The use of photography as a research tool has become the major way to visualize, to record and to think the childhoods. Based on the concepts of photoethnography by Achutti (2004) it was established the anchor points of observation using photography as narration. The presented pictures in this thesis were a narration which has given density and visibility to the childhoods thus allowed the formulation of Curriculum of Childhood concept. The curriculum was based on the intentions evidenced in the actions and interactions included in the school routine. The curriculum of childhoods as an intense dialog among adults, children, objects, and the world landmarked by experiences in which time do not control the human and the silence do not silence the subjects.
Garaffo, Teresa. "Teoria della mente e comunicazione. Il bambino come interlocutore esperto nella scuola dell'infanzia." Thesis, Università degli Studi di Catania, 2011. http://hdl.handle.net/10761/200.
Full textChildren sensibly increase their linguistic abilities in the period from three to six years of age. In the same period, at about four years, they acquire the ability to interpret and understand behavior in the light of covert reasons and motivations. Recent research on theory of mind has enlightened the relationship between language acquisition and development of mentalizing abilities. In the present work I analyze the hypothesis that the maturation of these linguistic and cognitive abilities is in turn crucial for the development of other cognitive abilities, with particular regard to the exploitation of recursive cognitive strategies (metacognition) and the recombination of old mental representations in unexpected ways. A main purpose of this research is to analyze educative strategies through which preschool can support children in the acquisition of language and linguistic thought, also thanks to socialization processes with adults and between peers.
Bulzaga, Giorgia <1991>. "Educazione e Cura della Prima Infanzia come principio delle politiche di Investimento Sociale: il caso di Faenza." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/11902.
Full textQUADRELLI, ERMANNO. "La comprensione delle azioni e delle emozioni altrui: correlati elettrofisiologici nella prima infanzia e in età prescolare." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2016. http://hdl.handle.net/10281/100092.
Full textKrokha, Polina. "Proposta di traduzione dallo slovacco al russo dei racconti per l'infanzia "Mimi a Liza" (Perevod sbornika detskikh rasskazov “Mimi i Liza” so slovatskogo yazyka na russkiy s kommentariem)." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/12714/.
Full textFattinger, Francesca <1991>. "Infanzia e didattica museale: da Merleau-Ponty e Bruno Munari ai casi odierni di Vienna, Venezia e Firenze." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/7874.
Full textViale, Marta <1996>. "ECCE e lavoro in Giordania: politiche per l’Educazione e Cura della Prima Infanzia e conseguenze sulla donna lavoratrice." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/20365.
Full textGalli, Marina. "Il romanzo per l'infanzia "Peau de lapin" di Mikael Ollivier: proposta di traduzione." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/13775/.
Full textDell'Accantera, Daniela Beatrice. "La fortuna dello Struwwelpeter." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7117/.
Full textSandoni, Alessia. "Tradurre la letteratura per l'infanzia: proposta di traduzione di Flip Flap Safari di Axel Scheffler." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8833/.
Full textde, PALMA MARIATERESA. "Educare a pensare. Il dialogo socratico come strategia di raccordo tra Philosophy for children, Cooperative Learning e Problem-Based Learning." Doctoral thesis, Università di Foggia, 2015. http://hdl.handle.net/11369/338398.
Full textCasanova, Giulia. "Frida Kahlo di Maria Isabel Sanchez Vegara in italiano: tradurre letteratura per l?infanzia per educare alla parita di genere." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.
Find full textMauro, Chiara. "Piccoli visitatori nei musei delle scienze. I servizi educativi nei musei scientifici veneti e l'offerta formativa per la seconda infanzia." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3426646.
Full textDurante la seconda metà del XX secolo sono stati fondati in Italia una quantità notevole di piccoli musei per rispondere alle richieste di una popolazione sempre più esigente e, attualmente, sono presenti nel territorio nazionale più di 4500 musei. I musei italiani si stanno progressivamente trasformando in "istituzione [...] al servizio della società e del suo pubblico" con finalità di "educazione e diletto" oltre che di acquisizione, catalogazione, conservazione e studio dei beni culturali (Definizione ICOM 2007). All'interno di questa cornice di riferimento, i musei scientifici si configurano come istituzioni particolarmente impegnate nel coinvolgimento del pubblico, che offrono attività educative sempre più varie e individualizzate. I musei scientifici e gli altri luoghi di apprendimento formale, non-formale e informale contribuiscono ad accrescere e ad affinare la literacy scientifica, che è stata riconosciuta come una delle competenze chiave da promuovere nelle giovani generazioni (Strategia di Lisbona 2000). Accogliendo questa sfida, la literacy scientifica può e deve essere promossa già da quando i bambini sono molto piccoli. La ricerca qui presentata affronta il tema dell'educazione scientifica in museo e si addentra sulle specificità dell'offerta formativa per la seconda infanzia in questo particolarissimo contesto educativo, analizzando come i musei scientifici della Regione Veneto organizzano i propri servizi educativi. Con l'intento di ottenere una veduta generale e specifica su queste tematiche, si è utilizzato un approccio descrittivo-interpretativo applicando metodi di ricerca misti: si sono integrati approcci qualitativi e quantitativi ponendoli in dialogo tramite strategie di ibridazione e di complementarietà. Concretamente, si è cercato di rispondere ad alcune domande: 1) Qual è l'offerta educativa dei musei scientifici veneti? Esiste un'offerta educativa dedicata alla seconda infanzia? 2) Quali caratteristiche presentano le attività educative realizzate con i bambini da 3 a 6 anni? Si è deciso, quindi, di costruire un disegno di indagine complesso che prevede due livelli di approfondimento, ciascuno dei quali risponde a uno dei due quesiti: fase 1. Ricerca esplorativa; fase 2. Ricerca di approfondimento. I risultati emersi potranno essere utili per avere un quadro più circostanziato della situazione e per delineare linee guida pedagogiche e didattiche.
Coquinati, Stefano. "La valorizzazione della qualità nei servizi per la prima infanzia della Regione Veneto. Creazione e sperimentazione di uno strumento riflessivo." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2018. http://hdl.handle.net/11577/3425397.
Full textQuesto lavoro ha come oggetto la gestione della qualità nei servizi per la prima infanzia del Veneto ed è stato sviluppato prevedendo il coinvolgimento del personale educativo per la valorizzazione e il miglioramento del servizio. L'ipotesi di questo lavoro è che la qualità debba partire dal servizio ed essere riconosciuta, esplicitata e condivisa dagli operatori del servizio. Questa ipotesi è già stata percorsa in altri studi, ma la specificità di questo lavoro è l’essersi concentrato sul gruppo di lavoro, attraverso uno strumento valorizzazione della qualità gestito totalmente all’interno del gruppo ed in grado di delineare dei percorsi di miglioramento. La ricerca è partita dalla costruzione di uno strumento di autovalutazione, poi sperimentato sul campo attraverso due tipologie di somministrazione (accompagnata e autogestita), che hanno coinvolto 71 servizi educativi. La metodologia proposta aveva l'obiettivo di aumentare la consapevolezza del gruppo di lavoro sulle caratteristiche del servizio, operando sulla capacità di sviluppare una riflessione profonda capace di operare cambiamenti. L’attività sul campo ha dimostrato l’efficacia dello strumento attraverso una modalità di somministrazione “accompagnata” ed ha fatto emergere l’importanza della figura del facilitatore, un professionista in grado di guidare il gruppo degli educatori in un percorso riflessivo.
Crociani, Martina. "Bilinguismo precoce: scelta o necessità di imparare una L2 in età prescolare." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9119/.
Full textPullini, Ambra. "Proposta di traduzione parziale dal cinese di "Le avventure del topolino senza coda: Le uova decorate venute dal cielo". Un racconto di Liu Haiqi." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9203/.
Full textGramaccioni, Giulia. "La traduzione dei racconti di Pat Mora: muoversi tra due lingue e due culture." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9500/.
Full textPizzol, Olimpia. "Sentieri di parole nel bosco della vita: Temi difficili nella letteratura per l'infanzia. Proposta di traduzione in italiano di en un bosque de hoja caduca di Gonzalo Moure." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9559/.
Full textBaldassarri, Hilary. "A musica une e ensina: o projeto DIRE FARE MUSICARE de Raffaele Maltoni." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/9823/.
Full textNanni, Ada Caterina. ""Versos que el viento arrastra" di Karmelo C. Iribarren. Proposta di traduzione di un libro di poesia illustrata per l'infanzia." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/10782/.
Full textZappaterra, Chiara. "Proposta di traduzione del romanzo per bambini Nassim de nulle part e analisi sulla situazione attuale dei rifugiati in Francia." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/13706/.
Full textMatti, Caterina. "Miss Spider's Tea Party: una proposta di traduzione." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/16045/.
Full textGerini, Maddalena. "Proposta di traduzione delle sonorità nella poesia per bambini in Brasile nei testi di Sônia Barros, Cecília Meireles, José Paulo Paes e Ruy Proença." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8856/.
Full textDonaggio, Caterina. "La questione degli esposti nella politica del Governo austriaco a Venezia (1815-1835)." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2014. http://hdl.handle.net/11577/3423547.
Full textLa questione degli esposti nella politica del Governo austriaco a Venezia Scopo del lavoro è stato quello di analizzare due aspetti dello stesso problema: la questione del baliatico esterno, ossia l’affidamento del bambino abbandonato a una balia fuori dell’Istituto, e il mantenimento “a vita” delle esposte. Tuttavia lo studio dei documenti ha portato alla luce ulteriori questioni: Il bambino abbandonato era legittimo o illegittimo? L’aumento degli abbandoni, lamentato dal Governo austriaco, era reale oppure si trattò di una ‘percezione’ dovuta all’aumento della spesa pubblica per il mantenimento degli esposti? Quali fonti archivistiche testimoniano i motivi per cui migliaia di genitori abbandonarono i propri figli? Alla complessa e dispendiosa organizzazione del baliatico in campagna, venne proposto un altro metodo dal Governo austriaco? Quanti e quali abusi vennero commessi a danno dei bambini dell’Istituto e delle casse dell’erario? Che finalità ebbe la chiusura della Casa di Sant’Alvise? Quali leggi furono emanate dal Governo in favore degli esposti? E soprattutto: per il Governo austriaco, quanto valore aveva la vita di un bambino abbandonato? A tutti questi importanti interrogativi, la presente ricerca ha tentato di dare una risposta
Pacífico, Juracy Machado. "Políticas públicas para a educação infantil em Porto Velho/RO (1999/2008) /." Araraquara : [s.n.], 2011. http://hdl.handle.net/11449/101515.
Full textBanca: Edson do Carmo Inforsato
Banca: Maria Ivonete Barbosa Tamboril
Banca: Marli Lúcia Tonatto Zibetti
Banca: Moysés Kuhlmann Junior
Resumo: Este estudo trata das políticas públicas para a Educação Infantil e seu principal objetivo foi analisar as políticas públicas de Educação Infantil desenvolvidas pela Secretaria Municipal de Educação (SEMED) de Porto Velho/RO, no período de 1999 a 2008. Caracteriza-se como estudo de abordagem qualitativa, com análise de dados qualitativos e quantitativos. Utiliza como fonte de dados a pesquisa documental, a entrevista individual e Grupo Focal. Os sujeitos colaboradores foram gestores da SEMED e professoras de escolas de Educação Infantil que atuaram no período em estudo. Também colaboraram com a pesquisa professoras que coordenaram a Educação Infantil no período de 1970 a 1990, no âmbito da SEDUC e SEMED. O estudo considera o acesso à Educação Infantil como fundamental para a garantia do desenvolvimento pleno da criança. Observa que o lugar de direito à educação já foi conquistado desde a Constituição Federal de 1988 e que outros instrumentos legais vem garantindo esse direito às crianças menores de seis anos. Os dados evidenciam que o atendimento à Educação Infantil na rede municipal de Porto Velho ocupou diferentes lugares no período de 1999 a 2008, tanto no discurso quanto na efetivação de ações, dependendo da gestão e do contexto. Verifica que de 1999 a 2004 a educação infantil foi colocada em um lugar de menor valor dentro das políticas educacionais municipais. Nesse período foram poucas as ações na área de formação, ampliação da rede e melhoria da infraestrutura das escolas. De 2005 a 2008 a educação infantil ocupou lugar de destaque nas ações da SEMED e foi considerada prioridade, com investimento financeiro superior ao do período anterior. Houve maior expansão da rede física e matrículas, investimento em formação docente e participação social na definição das políticas. O estudo concluiu que para a consolidação... (Resumo completo, clicar acesso eletrônico abaixo)
Astratto: Questo studio si occupa di politiche pubbliche per l'infanzia e il suo scopo era quello di analizzare le politiche pubbliche di educazione della prima infanzia sviluppato dal Istruzione Comunale (Semed) Porto Velho, RO, nel periodo 1999 al 2008. Caratterizzato come uno studio qualitativo con l'analisi di dati qualitativi e quantitativi. Utilizza come fonte di dati per la ricerca dei documenti, interviste individuali e focus group. I soggetti sono stati impiegati e dirigenti Semed insegnanti di scuola, dalla scuola materna che hanno prestato servizio durante il periodo di studio. Ha anche collaborato con gli insegnanti che ha coordinato lo studio della prima infanzia, nel periodo 1970-1990 sotto la Procura e Semed. Lo studio ritiene che l'accesso alla educazione della prima infanzia come chiave per garantire il pieno sviluppo del bambino. Rileva che il luogo di diritto all'istruzione è stato raggiunto in quanto la Federal costituzione del 1988 e altri strumenti giuridici ha garantito questo diritto ai bambini sotto i sei anni. I dati mostrano che il trattamento di educazione della prima infanzia nelle scuole pubbliche di Porto Velho ricoperto cariche diverse, nel periodo 1999-2008, sia nel linguaggio e nelle azioni efficaci, in funzione della gestione e del contesto. Rileva che dal 1999 al 2004 la scuola materna è stato messo in atto un valore inferiore nelle politiche locali di istruzione. Durante questo periodo ci sono stati poche attività nel settore della formazione, l'espansione della rete e miglioramento delle infrastrutture delle scuole. Dal 2005 al 2008 prima infanzia occupato una posizione di rilievo nelle azioni di Semed ed era considerato una priorità, con investimenti finanziari rispetto al periodo precedente. Ci fu una maggiore espansione della rete fisica e iscrizioni, gli investimenti nella formazione degli insegnanti e la partecipazione sociale nelle decisioni politiche. Lo studio ha concluso che il consolidamento
Doutor
GASPARINI, Francesca. "L’educazione familiare nei servizi per la prima infanzia : uno studio delle conoscenze tacite ed esplicite delle educatrici nello sviluppo dell’empowerment genitoriale." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2015. http://hdl.handle.net/10446/32820.
Full textSau, Valentina. "Tradurre la letteratura per l'infanzia dall'arabo all'italiano: L'opera di Taghreed Najjar attraverso la proposta di traduzione dal titolo ." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9114/.
Full textRoccabianca, Alessio. "La traduzione per l'infanzia: Diecisiete cuentos y dos pinguinos." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/11394/.
Full textBurroni, Arianna. "La letteratura per l'infanzia: proposta di traduzione di tre racconti del libro "Lendas Brasileiras para jovens" di Luís da Câmara Cascudo." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/13731/.
Full textRotoni, Rebecca. ""Mon petit centre Pompidou" - Proposta di traduzione." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8895/.
Full textSalazar, Muñoz Mario. "Infancia, trabajo infantil y sus peores formas." Tesis, Universidad de Chile, 2004. http://www.repositorio.uchile.cl/handle/2250/106406.
Full textNascimben, Giulio. ""Proposta di traduzione: Los Gatos del Papel di Enrique Pérez Díaz"." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/11419/.
Full textFrassinelli, Daniela. "Traduzione e audiodescrizione a confronto: proposta di quattro copioni di audiodescrizione di due episodi del cartone animato russo "Maša e Orso"." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/16040/.
Full textMagi, Benedetta. ""E sulle case il cielo" di Giusi Quarenghi. Proposta di traduzione di un libro di poesia illustrata per l'infanzia dall’italiano allo spagnolo." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/16021/.
Full textPatrone, Viola. "Proposta di traduzione in cinese de "L'Omino della Pioggia", di Gianni Rodari." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/23588/.
Full textPirani, Francesco. "La letteratura cinese per l'infanzia: proposta di traduzione e analisi di due favole della raccolta "Gli uomini d'ombra" di Jin Bo." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.
Find full textCavallo, Alessandra. "Il ben-essere a scuola come nuova frontiera educativa." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2010. http://hdl.handle.net/11577/3423207.
Full textIl ben-essere a scuola come nuova frontiera educativa Dal punto di vista educativo, è possibile individuare due importanti obiettivi di carattere generale: la promozione di risultati di apprendimento soddisfacenti e lo sviluppo della personalità degli studenti e del loro ben-essere. In questa prospettiva la presente tesi di dottorato, sottolinea l’importanza che le scuole sviluppino progetti di educazione al ben-essere ed alla salute, intesa come occasione formativa tesa a sviluppare e rafforzare pensieri e pratiche che sostengano la tendenza all’equilibrio, delle componenti che concorrono allo sviluppo della personalità degli studenti. Questa ricerca è parte di un più ampio progetto internazionale intitolato: “Promoting Psychological Well-Being Globally”. Tale iniziativa, sviluppata dall’International Iniziative Commitee (Coordinatrice, Bonnie Nastasi), nasce come un vero e proprio tentativo di collaborazione fra diversi ricercatori e psicologi scolastici provenienti da svariate nazioni. L’obiettivo di questo progetto è lo studio delle definizioni di ben-essere a partire dai significati espressi da specifici stakeholders: studenti, insegnanti, genitori, dirigenti scolastici e psicologi dell’età evolutiva. Il progetto vuole rappresentare un primo passo verso la comprensione del ben-essere psicologico degli studenti, in una prospettiva socio-culturale. Tale analisi è di fatto finalizzata allo sviluppo di susseguenti programmi di miglioramento dello star bene degli studenti, attraverso la promozione di cambiamenti individuali ed ecologici (di sistema). Per evitare un’imposizione implicita di nozioni fortemente ancorate ad una dimensione occidentale delle concezioni di ben-essere, i diversi collaboratori si sono impegnati a condurre le proprie ricerche all’interno delle proprie nazioni di residenza avendo cura di cogliere le reali concezioni di ben-essere psicologico di bambini ed adolescenti. Ad ogni partner di ricerca è stato chiesto di raccogliere dati nel proprio stato e/o nella propria comunità locale, attraverso l’utilizzo di metodologie qualitative che includono focus group ed interviste, strettamente correlate all’indagine dei costrutti legati ai significati del ben-essere di bambini ed adolescenti. La seguente pianificazione di ricerca riflette una cornice di sviluppo ecologico nella concettualizzazione del ben-essere. Nello specifico, la ricerca è stata guidata dai seguenti interrogativi: - cos’è il ben-essere psicologico? - che cos’è, che cosa definisce un ambiente scolastico “salutare”? - quali fattori influenzano lo star bene di bambini ed adolescenti? - qual è il ruolo giocato dalla scuola nella promozione del ben-essere psicologico dei propri allievi? - quali sono le vie effettive attraverso le quali poter promuovere il ben-essere psicologico di bambini ed adolescenti? L’utilizzo di focus group e di interviste individuali ha permesso di esplorare le dimensioni oggetto di indagine. In particolar modo, sessantaquattro studenti di scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado, sono stati coinvolti in due sessioni di raccolta dei dati. Durante la prima sessione, di focus group, si sono indagati alcuni aspetti di carattere generale relativi al ruolo di supporto di genitori, insegnanti ed amici. In una seconda sessione si è proceduto alla elaborazione di un disegno, l’ecomappa, che potesse fungere da stimolo di partenza per la conduzione di un’intervista individuale riguardante le fonti di stress e di supporto. I focus group sono inoltre stati utilizzati per sondare le opinioni riguardanti le caratteristiche di un ambiente scolastico capace di promuovere il ben-essere degli studenti con trentadue insegnanti e trentadue genitori. Le interviste individuali sono invece state condotte con lo scopo specifico di fare emergere le definizioni di ben-essere psicologico ed hanno coinvolto cinque dirigenti scolastici e cinque psicologi dell’età evolutiva. Le discussioni avvenute durante i focus group, le narrazioni associate alle ecomappe, e le interviste individuali effettuate con i dirigenti scolastici e gli psicologi dell’età evolutiva, sono state audioregistrate e successivamente sbobinate, in modo da poter procedere all’analisi dei testi scritti. I risultati raggiunti dalla ricerca dimostrano soprattutto come l’influenza positiva che una buona relazione con gli insegnanti e con i genitori (intesa come sostegno e presenza di comunicazione non conflittuale), agisca sulla capacità di adattamento scolastico e psico-sociale del bambino e dell’adolescente. Gli esiti della ricerca ci offrono, da questo punto di vista, informazioni che potrebbero tradursi in linee progettuali tali da sollecitare una fattiva collaborazione tra dirigenti, insegnanti, studenti e famiglie, nella costruzione di un ambiente scolastico, in cui si stimoli la libertà d’espressione ed il rispetto reciproco. In questo ambiente gli studenti possono discutere e sentirsi accolti da adulti capaci di rispondere alle domande e ai problemi degli stessi studenti. I dati della ricerca offrono spunti di riflessione riguardanti la possibilità di discutere le condizioni per creare progetti educativi nelle scuole, miranti alla promozione sempre più adeguata del ben-essere degli studenti
Salmaso, Luisa <1965>. "Studio dell'interazione tra funzioni esecutive e percorsi di qualificazione dell'apprendimento attraverso dispositivi di narrazione multilineare in una prospettiva evolutiva dalla seconda infanzia alla preadolescenza." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5606.
Full textBenelli, Maria Giulia. "Proposta di traduzione: sei favole di Sof'ja Prokof'eva." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/13747/.
Full textMarzoni, Sofia. "Letteratura per l'infanzia: analisi, traduzione e commento di FaTiao Shu di Cao Wenxuan." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/21279/.
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