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1

Calace, Francesca, Carlo Angelastro, and Olga Giovanna Paparusso. "La costa metropolitana e la costruzione di una visione comune. Alcuni indizi dal caso Bari." TERRITORIO, no. 93 (January 2021): 99–106. http://dx.doi.org/10.3280/tr2020-093016.

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Abstract:
Nei territori affacciati sul mare, peculiari sia in termini fisico-ambientali, sia per le dinamiche insediative, sia infine per le economie tradizionali ed emergenti, molteplici strumenti e attori intervengono, ciascuno con la propria razionalità, nel trasformarli. Quando poi tale condizione si esprime in una dimensione metropolitana, la maggiore intensità dei fenomeni ambientali e insediativi e la concentrazione di interessi e attori rendono il territorio costiero particolarmente soggetto a pressioni. Campo di riflessione è la costa della città metropolitana di Bari, nella quale questo patchwork necessita di essere indagato, in una prospettiva interscalare e non gerarchica, per verificare se possa essere rintracciato un progetto comune e quali ne possano essere i capisaldi.
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2

Pucci, Paola. "I territori dell'auto elettrica: oltre il paradigma urbanocentrico." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 128 (August 2020): 14–37. http://dx.doi.org/10.3280/asur2020-128003.

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Abstract:
L'articolo propone quattro scenari per restituire diverse intensità/modalità/velocità di diffusione dei veicoli elettrici nella Regione urbana milanese. Gli scenari, costruiti con un'analisi multicriteri che analizza le relazioni tra mobilità elettrica, pratiche di mobilità, caratteristiche socio-economiche e insediative, offrono elementi per definire politiche di incentivo e di regolazione per una transizione sostenibile ed equa verso una mobilità a basse emissioni di carbonio.
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3

Carati, Francesca. "Le forme insediative e il loro significato nel territorio della cittŕ contemporanea." TERRITORIO, no. 55 (January 2011): 209–14. http://dx.doi.org/10.3280/tr2010-055028.

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4

Gastaldi, Francesco. "Immigrazione straniera a Genova: dalla concentrazione nel centro storico a nuove geografie insediative." MONDI MIGRANTI, no. 2 (December 2013): 73–89. http://dx.doi.org/10.3280/mm2013-002005.

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5

Poli, Daniela. "Agricolture urbane e forme insediative: le sfide poste dalla nuova idea di "natura" all'urbanistica." TERRITORIO, no. 52 (April 2010): 41–45. http://dx.doi.org/10.3280/tr2010-052005.

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Dini, Roberto. "Nuovi sguardi sulla montagna. Elementi per il progetto alla grande scala." TERRITORIO, no. 56 (March 2011): 158–63. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-056024.

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Abstract:
In quanto spazio ‘altro' le Alpi costituiscono un terreno di sperimentazione privilegiato per tentare di rispondere ad alcune domande centrali nel dibattito sulla pianificazione e sul progetto d'area vasta: dalle problematiche connesse alla patrimonializzazione del paesaggio, all'intreccio tra dato fisico e sociale, alla sostenibilitŕ ambientale, alla tutela del patrimonio storico e ambientale. Č fondamentale ragionare su modalitŕ di trasformazione in grado di tenere assieme immagini, progettualitŕ, dinamiche di natura differente, al fi ne di generare ‘territori abitati' nella complessitŕ dei loro valori. Anche nel contesto alpino emerge la necessitŕ di una riflessione intorno al tema dell'architettura alla grande scala, nell'incrocio tra strutturazioni insediative, morfologie del substrato territoriale con l'insieme delle pratiche dell'abitare e delle politiche di sviluppo locale.
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7

Bovati, Marco. "L'indagine del contesto climatico-ambientale come supporto al progetto sostenibile negli interventi di riqualificazione urbana." TERRITORIO, no. 59 (November 2011): 83–88. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-059014.

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Abstract:
Dopo una premessa sul tema del rapporto tra sostenibilitŕ energetico-ambientale e progetto di riqualificazione di quartieri esistenti degradati, e dopo alcune considerazioni sul rapporto tra il progetto architettonico e urbano, la sua capacitŕ modificativa, il contesto ambientale oggetto della trasformazione e piů in generale le istanze della sostenibilitŕ, lo scritto intende indagare in senso metodologico il tema della lettura dei caratteri e delle perturbazioni ambientali di un sito, quale strumento di definizione di un quadro che orienti le scelte insediative verso un impianto progettuale compatibile con le risorse ambientali del luogo. L'obiettivo č la definizione di procedure che consentano l'individuazione di potenzialitŕ e criticitŕ ambientali, e lo studio dei loro criteri di rappresentazione.
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Totten, Darian Marie. "Dinamiche insediative nelle campagne dell’Italia tra Tarda Antichità e Alto Medioevo ed. by Angelo Castrorao Barba." Journal of Late Antiquity 14, no. 1 (2021): 171–74. http://dx.doi.org/10.1353/jla.2021.0015.

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9

Torello di Nino, Serena. "Problematiche insediative nel distretto di Limassol (Cipro) tra tarda età del bronzo e prima età del ferro." Frankfurter elektronische Rundschau zur Altertumskunde, no. 29 (October 17, 2016): 77–83. http://dx.doi.org/10.21248/fera.29.162.

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Cera, Giovanna. "Il rapporto uomo acqua nelle scelte insediative e nell’organizzazione antropica del territorio: il contributo della Carta Archeologica della Campania." Riparia 4 (2018): 90–110. http://dx.doi.org/10.25267/riparia.2018.v4.04.

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Forte, Fabiana, Claudia De Biase, and Pierfrancesco De Paola. "The multicultural territory of domitian coast: housing condition and real estate market [Il territorio multiculturale del litorale domizio: condizione abitativa e mercato immobiliare]." Valori e Valutazioni 28 (July 2021): 81–92. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20212808.

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Abstract:
In Italy, which has traditionally been a country of emigration since the unification of Italy, in the last thirty years there has been an intense increase in the flow of immigrants, resulting in economic, social and spatial problems. If the housing conditions represents one of the main indicators to measure the degree of social integration, in Italy a particularly weak segment in the housing demand is represented precisely by immigrants to whom the most degraded and inadequate sector of the housing stock is often destined. A phenomenon of particular note is represented by the settlement choices in the hinterland of large urban areas where there is a high percentage of foreign population (both official and unofficial). This is what happened in the Campania region, in the territory that starts from Caserta to get to Salerno, passing through the metropolitan city of Naples. In Italia, tradizionalmente paese d’emigrazione dall’unità in poi, negli ultimi trenta anni, si è assistito ad un intenso incremento del flusso di immigrati, con conseguenti impatti di carattere economico, sociale e spaziale. Se la condizione abitativa rappresenta uno dei principali indicatori per misurare il grado di integrazione sociale, un segmento particolarmente debole della domanda abitativa in Italia è rappresentato proprio dagli immigrati, cui spesso risulta destinato il settore più degradato e inadeguato del patrimonio abitativo. Un fenomeno di particolare rilievo è rappresentato dalle scelte insediative nell’hinterland delle grandi aree urbane, dove si registra un alta concentrazione di popolazione straniera (sia ufficiale che ufficiosa). Ed è quanto è successo in regione Campania, nell’area che parte da Caserta per arrivare a Salerno, passando per la città metropolitana di Napoli.
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De Falco, Stefano. "Un'analisi geografica dei determinanti insediativi delle imprese a Napoli." TERRITORIO, no. 95 (May 2021): 147–57. http://dx.doi.org/10.3280/tr2020-095016.

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Abstract:
Il contributo riporta la sintesi di un'attività di ricerca triennale svolta nell'ambito di un progetto finanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico. L'obiettivo del lavoro è verificare l'influenza di configurazioni topologiche delle imprese, in forma clusterizzata o indipendente, e tipologiche in termini di diverso settore industriale di loro afferenza, sui determinanti di scelta localizzativa in ambito urbano. L'analisi empirica ha riguardato l'area urbana di Napoli e il campione di imprese analizzate è stato selezionato in ottica della strategia regionale di sviluppo aziendale RIS3 (Research Innovation Smart Specialization Strategy) della Regione Campania per la piena conformità tra le linee di intervento ministeriali e quelle regionali.
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Fentress, Elizabeth. "Toynbee's legacy: Southern Italy after Hannibal - ELIO LO CASCIO e ALFREDINA STORCHI MARINO (a cura di), MODALITÀ INSEDIATIVE E STRUTTURE AGRARIE NELL'ITALIA MERIDIONALE IN ETÀ ROMANA (Pragmateiai 7; Edipuglia, Bari 2001). Pp. 658, many figs. ISBN 88-7228-288-8." Journal of Roman Archaeology 18 (2005): 482–88. http://dx.doi.org/10.1017/s1047759400007558.

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Benassi, Federico, and Raffaele Ferrara. "Modelli insediativi delle principali collettività immigrate in Italia: recenti tendenze." RIVISTA DI ECONOMIA E STATISTICA DEL TERRITORIO, no. 2 (September 2013): 66–85. http://dx.doi.org/10.3280/rest2013-002004.

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Tadi, Massimo, and Angela Colucci. "Terredoltreadda: un caso campione per un nuovo modello insediativo responsabile." TERRITORIO, no. 58 (September 2011): 138–47. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-058013.

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Abstract:
Č in corso la redazione del Piano strategico e di alcuni progetti pilota all'interno della pianifi cazione concertata di tre comunitŕ del Parco Regionale Adda Sud, unite sotto la denominazione di Terreoltreadda, che condividono l'orientamento verso uno sviluppo territoriale sostenibile, la riduzione di emissioni in atmosfera e l'innovazione nei sistemi produttivi, insediativi e dei servizi. Apripista nel 2006 č stato il comune di Boffalora d'Adda, che ha cominciato a integrare la pianifi cazione urbanistica, approvando un Pgt sperimentale, e le singole azioni di progetto. Gli asset sui quali si gioca questa scommessa sono quelli dell'energia, con la sperimentazione di tecniche ambientali e di produzione di energie rinnovabili, della biodiversitŕ e delle acque, per la stretta correlazione non solo con il fi ume, ma con una rete storica di canali e fontanili, e quello della cultura, con la presenza dell'abbazia di Cerreto, dei nuclei storici e delle cascine.
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Bergamaschi, Maurizio. "Distribuzione territoriale e modelli insediativi della popolazione straniera a Bologna." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 99 (November 2012): 117–34. http://dx.doi.org/10.3280/sur2012-099010.

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Abstract:
Il contributo intende proporre un quadro sintetico sulla distribuzione territoriale della popolazione straniera nella cittŕ di Bologna negli ultimi venti anni. Si pone particolare attenzione, alla forma che il fenomeno migratorio assume nello spazio urbano al fine di verificare se siamo in presenza di una forte concentrazione territoriale e di forme di segregazione degli stranieri.
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Romano, Bernardino, Maura Vaccarelli, and Francesco Zullo. "Modelli insediativi ed economia di suolo nella cultura post rurale." TERRITORIO, no. 52 (April 2010): 35–40. http://dx.doi.org/10.3280/tr2010-052004.

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Korolija, Aleksa, and Cristina Pallini. "Skopje 1963. Il progetto di ricostruzione tra i "giganti" e le reti." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 130 (April 2021): 60–81. http://dx.doi.org/10.3280/asur2021-130-s1005.

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Abstract:
Il saggio esplora la ricostruzione di Skopje dopo il terremoto del 1963 che innesco la mobilitazione di aiuti e competenze internazionali. Non si trattava solo di affrontare il tema del centro in relazione alla citta storica; entrarono in gioco fenomeni insediativi gia in atto, la gestione dell'emergenza, le politiche di pianificazione regionale, quindi il ruolo geografico della citta. Skopje costitui un banco di prova per la cultura architettonica e urbanistica del dopoguerra.
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Goffredo, Roberto. "Beyond Brundisum: a synthesis on Roman landscapes of southern Apulia - CARLO DE MITRI, INANISSIMA PARS ITALIAE. DINAMICHE INSEDIATIVE NELLA PENISOLA SALENTINA IN ETÀ ROMANA (BAR International Series 2161; Oxford 2010). Pp. iii + 125, figs. and maps 42. ISBN 978-1-4073-0705-3. £32." Journal of Roman Archaeology 25 (2012): 580–85. http://dx.doi.org/10.1017/s1047759400001410.

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Sargolini, Massimo. "Scomparsa dell'agricoltura e sprawl insediativo: la ricerca di nuovi equilibri naturali." PRISMA Economia - Società - Lavoro, no. 1 (October 2011): 50–54. http://dx.doi.org/10.3280/pri2011-001007.

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Castrignanň, Marco, and Giovanni Pieretti. "Consumo di suolo e urban sprawl: alcune considerazioni sulla specificitŕ del caso italiano." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 92 (February 2011): 59–69. http://dx.doi.org/10.3280/sur2010-092005.

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Abstract:
Il contributo presenta alcune riflessioni sul rapporto tra il modello insediativo dello urban sprawl e il consumo di territorio in Italia. L'accrescimento di aree urbane a bassa densitŕ nel nostro paese risulta sganciato dai trends demografici e viene letto come il principale responsabile del consumo della risorsa suolo. Dal punto di vista sociologico, il fenomeno della cittŕ diffusa sembra inoltre allontanarsi dai tratti peculiari della forma urbana che non puň prescindere da un certo grado di densitŕ e compattezza.
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Lloyd, John, Neil Christie, and Gary Lock. "From the mountain to the plain: landscape evolution in the Abruzzo. An interim report on the Sangro Valley Project (1994–5)." Papers of the British School at Rome 65 (November 1997): 1–57. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200010576.

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Abstract:
DALLA MONTAGNA ALLA PIANURA: EVOLUZIONE DEL PAESAGGIO IN ABRUZZO. UN RAPPORTO PRELIMINARE SUL PROGETTO DELLA VALLE DEL SANGRO 1994–95Questo rapporto discute le metodologie ed i principali ritrovamenti delle prime due stagioni del progetto della Valle del Sangro, tuttora in corso. Il progetto, organizzato dalla Soprintendenza Archeologica dell'Abruzzo e dalle Università di Leicester e di Oxford, ha lo scopo di esaminare i dati archeologici, architettonici, etnografici ed ambientali per l'alta e la media/bassa valle, con particolare riferimento alla comprensione del ruolo svolto dalla piccola città e dal villaggio in una varietà di paesaggi in un periodo che va dall'arcaico all'alto medioevo (ca 600 a.C. – 900 d.C.).Gli scavi di siti arcaici e successivi in Val Fondillo — nell'alta valle — e dell' oppidum ellenistico e romano di Monte Pallano nella media valle sono di grande importanza per la conoscenza dell'epoca sannita e di quella romana, mentre nomi di luoghi (quale Fara) e resti di castelli (quale la Rocca Intramonti) forniscono un'iniziale guida allo studio degli schemi insediativi alto medievali e medievali. La ricognizione ha cominciato a fornire un quadro dettagliato dell'occupazione dell'area gravitante su questi siti, con l'analisi CAD e GIS come elemento centrale di questo studio. Una notevole importanza è stata anche data ad uno studio etnografico volto alla comprensione del ruolo della transumanza (un elemento tradizionale dell'economia regionale) e la sua relazione con gli antichi sistemi insediativi e di uso del territorio.
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Canella, Gentucca. "Architettura, tradizione insediativa e pianificazione energetica in nord Africa e in Africa orientale." TERRITORIO, no. 81 (September 2017): 54–58. http://dx.doi.org/10.3280/tr2017-081012.

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De Filippi, Francesca. "Le città-oasi a sud del Mediterraneo. Nuovi modelli insediativi, tra permanenza e innovazione." TERRITORIO, no. 81 (September 2017): 50–53. http://dx.doi.org/10.3280/tr2017-081011.

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Armondi, Simonetta. "Trasformazioni della mobilitŕ residenziale turistica. Dalle ‘seconde case' alle nuove pratiche di uso e abbandono del territorio." TERRITORIO, no. 58 (September 2011): 148–54. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-058014.

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Abstract:
Il tema dell'articolo riguarda la casa. Non tratta le politiche dedicate alla ‘cittŕ pubblica', ma una specifica declinazione della ‘cittŕ privata': la casa di vacanza, un fenomeno abitativo assai diffuso, ma, almeno in Italia, poco indagato e sprovvisto di una politica di riferimento. A partire da una ricognizione della letteratura, l'articolo ha l'obiettivo di mostrare la complessitŕ dell'abitare ‘itinerante' e la necessitŕ di superare la nozione di seconda casa. Dopo aver osservato le caratteristiche e la varietŕ dei pattern insediativi del fenomeno della seconda casa nel contesto alpino, nel testo si compiono alcune riflessioni su alcuni temi rilevanti: il consumo di suolo l'abbandono, l'articolazione delle popolazioni turistiche, le differenti pratiche d'uso e di riuso, le politiche pubbliche eventualmente attivabili.
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Curci, Francesco, Agim Kërçuku, and Arturo Lanzani. "Le geografie emergenti della contrazione insediativa in Italia. Analisi interpretative e segnali per le politiche." CRIOS, no. 19 (May 2021): 8–19. http://dx.doi.org/10.3280/crios2020-019002.

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Abstract:
L'articolo intende esplorare l'emergente geografia della contrazione insediativa del territorio italiano. Poiché il riconoscimento di una nuova geografia della contrazione richiede un'azione di smontaggio delle immagini consolidate legate allo spopolamento e l'abbandono dei contesti montano-rurali, l'aggettivo "emergente" assume qui un ruolo fondamentale. L'ipotesi che muove questo lavoro è infatti che le cosiddette aree interne siano un ambito di contrazione del tutto consolidato. La geografia della contrazione investe però anche altri contesti. Con intensità differenti riguarda porzioni di territorio al centro nel processo di urbanizzazione novecentesca, come interstizi e frange metropolitani più fragili, le città medie con differenti livelli di centralità funzionale, i contesti periurbani e del continuum urbano-rurale di pianura e di collina, ovvero una parte consistente di quella che chiamiamo Italia di mezzo.
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Coppetti, Barbara. "La dialettica tra residenza e spazio aperto nella cittŕ contemporanea: processi generativi e costitutivi." TERRITORIO, no. 59 (November 2011): 75–82. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-059013.

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Abstract:
La dissoluzione dell'isolato tradizionale inteso come unitŕ costitutiva del tessuto edilizio, determina una nuova organizzazione urbana che modifica radicalmente la dialettica fra residenza e spazio pubblico nella cittŕ. L'edificio diventa un volume reiterabile all'interno del quartiere e lo spazio libero si svuota dei suoi caratteri specifici. Da una logica in base alla quale ad ogni spazio viene assegnato un particolare carattere riconosciuto dalla pratica, si passa ad un principio insediativo le cui parole chiave sono ritmo, sequenza, intervalli, ripetibilitŕ. Il progetto architettonico e urbano intende rimarcare il senso celato degli odierni paesaggi della mediocritŕ e ricercare nuovi modi abitativi, usi e aggiornate tipologie che diano forma a relazioni aperte capaci di tracciare i processi trasformativi alla quota del suolo pubblico.
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Andreassi, Fabio. "Le trasformazioni delle città dopo le calamità naturali: il ruolo della solidarietà pubblica nell'iperdotazione insediativa." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 116 (March 2016): 27–48. http://dx.doi.org/10.3280/asur2016-116002.

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Chiodelli, Francesco. "Residential private enclaves: falsi miti e vere sfide delle associazioni residenziali." SCIENZE REGIONALI, no. 1 (March 2010): 91–144. http://dx.doi.org/10.3280/scre2010-001005.

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Abstract:
Il testo si interroga sul fenomeno dell'associazionismo comunitario a carattere residenziale negli Stati Uniti, di quelle aree residenziali (nel saggio indicate con Residential Private Enclaves) che, nel linguaggio comune, vengono prevalentemente definite con il termine di Gated Communities. E sono i ‘falsi miti', le generalizzazioni errate che, nella percezione comune, proprio attorno alle Gated Communities si sono nel tempo stratificate (riducendo ai caratteri di queste un fenomeno invece ampiamente diversificato), che la prima parte del testo vuole cercare di mettere in discussione, dimostrando invece l'estrema varietŕ e complessitŕ del fenomeno. Solo in questo modo, infatti, pare possibile cogliere appieno le sfide che questo modello insediativo pone alle tradizionali concezioni di cittŕ e di governo del territorio fondate sull'iniziativa pubblica, sfide sulle quali la seconda parte del saggio comincia tentativamente ad interrogarsi.
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Meo, Francesco. "Muro Leccese nell’età del Ferro. Forma e organizzazione insediativa di un abitato indigeno della Puglia meridionale." Mélanges de l'École française de Rome. Antiquité, no. 131-1 (June 30, 2019): 81–104. http://dx.doi.org/10.4000/mefra.7404.

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Guidarini, Stefano. "Il tradimento delle immagini: il piano Milano Verde del 1938." TERRITORIO, no. 57 (June 2011): 112–24. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-057015.

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Abstract:
Il piano Milano Verde rappresenta un singolare caso di scollamento tra immagine e realtŕ. Questo piano č stato assunto dalla storiografi a architettonica come un vero e proprio modello di riferimento di un razionalismo di maniera ma, ad un'attenta analisi, rivela invece una natura ben diversa. Dietro la sua immagine, nasconde infatti meccanismi attuativi e insediativi molto piů legati alla logica di costruzione della cittŕ ottocentesca e al mercato immobiliare che non alle ricerche sulla casa e i quartieri popolari. La vera natura, sfuggente e contraddittoria, di questo progetto contribuisce a mettere in crisi, con la sua ambiguitŕ tra idealismo e realismo, quel quadro semplicistico dell'architettura moderna fatto di fragili catalogazioni e di rassicuranti luoghi comuni. In questa esperienza ritroviamo inoltre la conferma dell'importanza dello studio delle opere e dei documenti per ricostruire la realtŕ dei fatti e la storia delle idee.
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Ponti, Marco. "Le politiche di trasporto europee e il loro impatto sull'assetto territoriale." TERRITORIO, no. 59 (November 2011): 59–63. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-059009.

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Abstract:
Il cambio modale (dai mezzi su gomma a quelli su ferro, o comunque collettivi) č la connotazione fondamentale della politica europea dei trasporti, legata all'ambiente, ma certo anche alla protezione dei fornitori di trasporto collettivo, altrimenti destinati alla rapida scomparsa. Si esamineranno una serie di politiche specifiche, mettendone in luce il sostanziale fallimento (vincoli, spese, e azioni fi scali rilevantissime a fronte di risultati modali del tutto marginali). Si analizzeranno poi sommariamente i meccanismi strutturali che spingono, e spingeranno, imprese e famiglie ad assetti insediativi dispersi e appoggiati al trasporto su gomma, sia per merci che per passeggeri. Si considereranno infine politiche alternative, piů incentrate sulle innovazioni tecnologiche, e capaci di sfruttare a fi ni ambientali l'altissima ‘disponibilitŕ a pagare' degli utenti dei mezzi su gomma, anche evidenziando i vantaggi in termini di politica industriale di tale strategia.
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Mandich, Matthew J. "Recent research from the Alban Hills: Settlement dynamics, topography, and material culture on the borders of Rome - A. L. Fischetti, and P. A. J. Attema, eds. Alle pendici dei colli Albani. Dinamiche insediative e cultura materiale ai confini con Roma. Groningen: University of Groningen and Barkhuis Publishing, 2019. Pp. viii + 268. ISBN: 978-94-92444-83-7." Journal of Roman Archaeology 34, no. 1 (February 5, 2021): 301–7. http://dx.doi.org/10.1017/s1047759420001233.

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López de Lucio, Ramón. "Comercio y periferia: El caso de la región de Madrid." Ciudades, no. 10 (February 1, 2018): 185. http://dx.doi.org/10.24197/ciudades.10.2007.185-202.

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Abstract:
Le attività commerciali in Spagna hanno vissuto negli ultimi trenta anni dei cambiamenti sostanziali, accompagnati dalle trasformazioni nelle relazioni di tali attività con lo spazio urbano ed il trasporto pubblico. La città si è frammentata, le sue parti si sono specializzate e nella struttura insediativa della città diffusa sono sorte le grandi superfici commerciali extraurbane.Gli anni ottanta sono stati un periodo di transizione. A Madrid sono stati aperti dei grandi magazzini in centro e contemporaneamente dei centri commerciali nelle zone periferiche. Negli anni novanta si verifica una esplosione di grandi strutture nell’area metropolitana. All’inizio del nuovo secolo, i centri commerciali rappresentano le nodalità territoriali della regione urbana di Madrid. Nasce una nuova gerarchia dei centri urbani, influenzata dalla localizzazione di questi nuovi complessi commerciali. La presenza di queste superfici in Spagna diventa tripla rispetto a quella europea.I nuovi formati commerciali generano degli effetti sulle reti tradizionali e sulla vitalità dello spazio urbano.
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De Berti, Raffaele, and Elena Mosconi. "La via del cinema. Corso Vittorio Emanuele e l'evoluzione delle sale." TERRITORIO, no. 95 (May 2021): 78–86. http://dx.doi.org/10.3280/tr2020-095009.

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Abstract:
Il testo, che affronta l'evoluzione dell'eserciziocinematografico a Milano, si concentra sul casoesemplare del corso Vittorio Emanuele, principalestrada del centro cittadino dove si sono insediate lamaggior parte delle sale di prima visione. Attraversouna ricostruzione cronologica dai primi del Novecento aoggi vengono ripercorse le diverse fasi dei cambiamentiavvenuti come sintomi di più generali trasformazionidelle abitudini del consumo di film. Il contributoidentifica il passaggio dalla costruzione di piccoli localialle sale monumentali e più lussuose come Corso e Astranei primi quarant'anni, alla successiva edificazionedelle sale sotterranee ed eleganti del dopoguerra, pergiungere alla massima concentrazione dei primi anni '70e vederne il rapido crollo nel giro di vent'anni.
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Galli, Jacopo. "Confini urbani, confini di guerra, confini di ricostruzione. I regimi proprietari come motore dei processi insediativi della ricostruzione." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 130 (April 2021): 38–59. http://dx.doi.org/10.3280/asur2021-130-s1004.

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Abstract:
Le attuali condizioni delle citta della MENA region pongono serie domande sui processi di progettazione in termini di possibili strategie di ricostruzione. Le condizioni di tabula rasa offrono molte possibilita, ma la struttura della proprieta e un grave ostacolo a una ricostruzione sostenibile. L'articolo analizza l'evoluzione dei confini urbani nelle citta siriane prima, durante e dopo la guerra, ripercorrendo i processi di metamorfosi urbana dettati da cause economiche, sociali e storiche.
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De las Rivas Sanz, Juan Luis. "Dificultades del urbanismo comercial: El plan general de equipamiento comercial de Castilla y León." Ciudades, no. 10 (February 1, 2018): 109. http://dx.doi.org/10.24197/ciudades.10.2007.109-142.

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Abstract:
La rete commerciale in Castilla y Léon evidenzia con chiararezza la relazione con il sistema insediativo regionale, con le sue debolezze e peculiarità. Lo sviluppo di nuove grandi strutture commerciali e di malls, benché nettamente minore di quello che si è registrato in altre regioni della Spagna, aumenta la dipendenza del territorio extraurbano dai centri maggiori e determina un rilevante impatto sulla rete distributiva tradizionale. Le aree rurali ed i centri o i sobborghi storici rischiano di vedere diminuita la propria vitalità. La pianificazione delle attività commerciali, gestita dalle Regioni, cerca di trovare un punto di equilibrio tra le strutture commerciali tradizionali e quelle nuove, e comunque la legislazione di settore impone in Spagna una specifica autorizzazione per i centri commerciali, i malls e in genere per i grandi formati della distribuzione moderna. Ma le azioni sono in ogni caso orientate dagli attori che intervengono nel processo decisionale, in un contesto di conflittualità tra gli interessi dei diversi operatori del settore. E’ risultata evidente la sottovalutazione dell’ impatto del commercio sui sistemi urbani e ambientali.
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Cantů, Chiara. "Lo sviluppo dell'innovazione tra geo-spazialitÀ e spazialitÀ relazionale. Best Practices tra i parchi scientifici tecnologici italiani." MERCATI & COMPETITIVITÀ, no. 2 (June 2011): 35–54. http://dx.doi.org/10.3280/mc2011-002004.

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Abstract:
Nuove sfide competitive richiedono di prestare una particolare attenzione alla modalitÀ con cui sviluppare l'innovazione. A tal fine, per realizzare il trasferimento tecnologico, si determina sempre piů l'affermarsi di relazioni collaborative tra imprese, universitÀ, istituzioni pubbliche. L'autore sostiene che tali relazioni possono essere supportate e facilitate dai Parchi Scientifici Tecnologici (PST). L'autore analizza quindi due PST, benchmarks nel contesto italiano e internazionale, indagando relativi progetti di R&S. L'analisi porta a sostenere che i PST possono contribuire in modo efficace allo sviluppo dell'innovazione se in grado di promuovere lo sviluppo di una rete non solo di insediati caratterizzati da una prossimitÀ geo-spaziale bensě di un network caratterizzato da una prossimitÀ spazio-relazionale.
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Ciampi, Christian, Lorenzo Bottai, Bruno Giusti, Manuela Corongiu, Fabio Lucchesi, and Umberto Sassoli. "Tendenze recenti della crescita insediativa. Il contributo della banca dati Uso e Copertura del Suolo di Regione Toscana (2007/2010/2013)." Rendiconti Online della Società Geologica Italiana 39 (March 2016): 4–7. http://dx.doi.org/10.3301/rol.2016.33.

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Musarra, Gabriella. "Una nuova dialettica tra il piano e il progetto: i grandi progetti urbani." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 104 (October 2012): 51–73. http://dx.doi.org/10.3280/asur2012-104004.

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Abstract:
In risposta ai cambiamenti in corso nei sistemi insediativi e soprattutto alle modifiche che la societŕ manifesta, negli anni Novanta č stato possibile registrare un crescente cambiamento delle politiche urbane; ai problemi di qualitŕ della vita urbana, di deficit infrastrutturale e di servizi, le amministrazioni si trovano a dovere affrontare nuovi problemi che vanno dalla trasformazione della struttura economica delle cittŕ, al rilancio delle cittŕ e della loro capacitŕ attrattiva, al coinvolgimento di nuovi operatori economici e al reperimento di nuove risorse finanziarie per la trasformazione di essa. La riqualificazione nasce, quindi, non solo come azione di recupero e miglioramento dell'esistente, ma anche e soprattutto come processo di innovazione delle tecniche di intervento, delle modalitŕ di progettazione, delle politiche, delle forme di cooperazione e di coinvolgimento delle forze sociali. Nell'ambito delle strategie messe in campo dalle cittŕ per migliorare il proprio posizionamento competitivo, giocano un ruolo particolare i "Grandi Progetti", necessari a formulare programmi di ristrutturazione urbanistica e rigenerazione economica. Il progetto urbano, cosě inteso, non č né un piano urbanistico, né un progetto architettonico. Č uno strumento pragmatico che offre la possibilitŕ di operativitŕ immediata, un modo di intervento che investe gli strumenti di pianificazione e di progettazione e che si adatta ai gradi di certezza o di incertezza del contesto.
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Barnish, S. J. B. "Taxation, Land and Barbarian Settlement in the Western Empire." Papers of the British School at Rome 54 (November 1986): 170–95. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200008886.

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Abstract:
TASSAZIONE, TERRA E INSEDIAMENTO DI BARBARI NELL'IMPERO OCCIDENTALEIn questo articolo viene esaminata la tesi recentemente sostenuta da W. Goffart che i patti di ‘hospitalitas’, per mezzo dei quali molte tribù federate e gruppi di barbari vennero insediati nel territorio Romano, non riguardavano porzioni di reali possedimenti, come in genere viene asserito, ma porzioni di unità fiscali in base alle quali venivano tassati. Viene dimostrato che per le autorità Romane erano possibili tutte e due i tipi di divisione; ma che il primo era del tutto coerente sia con le pratiche Romane tradizionali sia con i problemi politici ed economici dell'Impero occidentale del V secolo. Studiati attentamente, si può constatare che i testi relativi all'insediamento italiano, che Goffart porta a modello, contraddicono la sua interpretazione. Vengono discussi i processi relativi alia suddivisione fisica della proprietà terriera e le sue più ampie implicazioni per l'impero e per gli stati che succedettero, nonchè l'mportante problema della tassazione dei lotti dei barbari.
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Migliardi, Andrea, and Davide Revelli. "Demografia delle imprese nelle aree ad elevata intensitŕ di agglomerazione produttiva." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 3 (July 2012): 499–525. http://dx.doi.org/10.3280/ed2011-003005.

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Abstract:
Questo lavoro si propone di analizzare l'evoluzione della demografia delle imprese italiane nelle aree ad elevata agglomerazione produttiva nel periodo 2000-08, di confrontarla con quella delle aziende insediate in aree non distrettuali, di esaminarne l'eterogeneitŕ intersettoriale e infrasettoriale, tenendo anche conto dell'impatto di fattori quali la forma giuridica, le dimensioni e la localizzazione geografica. Il lavoro si basa sull'utilizzo dei dati Infocamere-Movimprese e delle metodologie di individuazione dei distretti proposte da Sforzi e Iuzzolino. I nostri risultati mostrano che la nata-mortalitŕ netta delle imprese č peggiorata nel periodo considerato, per l'effetto congiunto di un piů alto tasso di uscita e di un piů basso tasso di entrata. La dinamica del saldo demografico netto č risultata peggiore nelle aree distrettuali rispetto a quelle non distrettuali, principalmente a causa del comportamento delle ditte individuali. In base all'analisi econometrica, la demografia netta risulta correlata statisticamente con la specializzazione produttiva delle imprese, mentre non emergono correlazioni significative con gli altri fattori considerati.
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Dattomo, Nicla. "Il Piano Tekne per l'Area di sviluppo industriale di Taranto." STORIA URBANA, no. 130 (October 2011): 137–67. http://dx.doi.org/10.3280/su20011-130006.

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Abstract:
La circostanza peculiare che qualifica il caso di Taranto č l'avvio, all'inizio degli anni '60, della costruzione del IV Centro siderurgico nazionale Italsider. La decisione governativa di localizzare a Taranto tale impianto precede la costituzione del Consorzio per l'Area di sviluppo industriale (Asi) e rappresenta il principale tema con cui si confronta il piano per l'Area medesima. Il Piano regolatore territoriale dell'Asi di Taranto viene redatto tra il 1960 e il 1962 dalla societŕ Tekne, con la consulenza di Giovanni Astengo e Giorgio Fuŕ. Il saggio ne propone la rilettura, guardandovi come a un'esperienza paradigmatica da due punti di vista. Da un lato, per le riflessioni a cui esso dŕ luogo, circa il ruolo e gli strumenti del piano urbanistico rispetto al processo di sviluppo. Dall'altro lato, per i modi in cui, attraverso di esso, diventano palesi alcune difficoltŕ e incertezze del meccanismo stesso di attivazione delle Aree di sviluppo industriale del Mezzogiorno. L'analisi dei contenuti del Piano guarda, in particolare, alle seguenti questioni. La prima č la distinzione necessaria tra previsione e obiettivi di sviluppo, con ciň che determina sul piano delle scelte riguardanti gli investimenti da finanziare per attrezzare le aree per le industrie; questo punto č all'origine della discussione sul significato e la funzione del "piano di prospettiva". La seconda č la proposizione di un modello insediativo, attraverso il quale si esplicitano alcune idee riguardo alle relazioni fra struttura sociale, assetti spaziali, usi del territorio e modelli possibili di sviluppo industriale. Questi contenuti vengono osservati in prospettiva, nel paragrafo conclusivo, prendendo in esame i modi della attuazione del Piano.
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De Angelis, Franco. "Estimating the agricultural base of Greek Sicily." Papers of the British School at Rome 68 (November 2000): 111–48. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200003895.

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Abstract:
UNA STIMA DELLA BASE AGRICOLA DELLA SICILIA GRECALo studio dell'agricoltura dell'antica Grecia si è sviluppato notevolmente in questi ultimi decenni; tuttavia in Sicilia, un'isola nota in antichità per la sua capacità e prodotti agricoli, l'interesse sembra essere stato alquanto limitato. Una delle ragioni per questa mancanza di interesse va ricercata nella struttura delle discipline accademiche, che tradizionalmente prevedono la divisione degli studiosi in due gruppi distinti: gli storici, che concentrano la loro attenzione primariamente sulle incomplete fonti scritte, e gli archeologi, che si occupano principalmente di storia dell'arte e della conferma della veracità delle fonti scritte. Numerosi problemi di studio e potenziali aree di interesse, quali ad esempio quelle relative all'ambiente naturale, all'uso del territorio ed ai modelli insediativi (le quali rientrano nell'ambito della geografia umana o storica), non sono toccati da questi due approcci. Questo articolo vuole rappresentare un primo passo nello studio di questi problemi, in risposta al recente appello di Nenci per un'indagine di quella che lui chiama la ‘Sicilia frumentaria’. Loscopo di questo studio è di proporre una stima delle dimensioni della base agricola della Sicilia greca. La prima parte discute le fonti e la metodologia. La seconda prende in considerazione il clima e tenta di stabilire le approssimative dimensioni e la natura dei territori utilizzati dalle undici principali città-stato dell'isola. Inoltre, una quantificazione della terra agricola disponibile e dei limiti superiori della popolazione che poteva essere sostenuta da tali risorse nel momento in cui queste venissero adoperate al loro massimo potenziale viene anche discussa. I risultati supportano l'idea che la Sicilia greca possedesse una grande potenziale agricolo, e che l'isola potesse sostenere una popolazione due volte superiore a quella creduta da Beloch, come anche Holm aveva in precedenza concluso.
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Conti Puorger, Adriana, and Pierpaolo Napolitano. "Caratterizzazione socio-economica della regione Marche per sezioni di censimento." RIVISTA DI ECONOMIA E STATISTICA DEL TERRITORIO, no. 2 (September 2011): 30–59. http://dx.doi.org/10.3280/rest2011-002002.

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Abstract:
La suddivisione del territorio realizzata dall'ISTAT in occasione dei censimenti della popolazione e delle abitazioni, utilizzata inizialmente per finalitŕ organizzative e di gestione dell'operazione censuaria, ha assunto a partire dal 1981 una specifica valenza informativa, che risulta possibile finalizzare a una conoscenza di dettaglio del territorio. La disponibilitŕ di tale informazione rende possibile l'analisi territoriale al di lŕ della soglia dei confini amministrativi, rispondendo alla convinzione ormai diffusa che si debba entrare nei dettagli della struttura insediativa e residenziale per una proficua analisi del territorio regionale. L'obiettivo č l'identificazione delle morfologie sociali ed economiche descritte nel loro dispiegarsi sul territorio e analizzarle nelle loro reciproche interdipendenze, trasformando la grande mole di dati in una sintesi informativa fruibile. L'accresciuta potenza di elaborazione e di memorizzazione dei dati da parte degli strumenti HW e SW (Vickers e Rees, 2007), rende possibile l'applicazione di avanzati metodi statistici a insiemi di dati anche piů grandi di quelli qui considerati. La classificazione delle sezioni di censimento in tipologie socio-economiche fornisce uno strumento di lettura e interpretazione semplificata dei dati statistici, pur nelle dovute cautele suggerite dalle inevitabili scelte effettuate nel corso dell'analisi e dai possibili ulteriori miglioramenti con l'applicazione di metodologie piů complesse Una volta definite le tipologie, la ricerca sviluppa un'analisi multi-scala, sovrapponendo i risultati ottenuti dall'applicazione statistica con alcune principali partizioni territoriali che insistono sulla regione. Ricomporre le tipologie individuate a livello di sezione, a scala provinciale e comunale, come anche alla dimensione distrettuale e dei sistemi locali del lavoro, puň servire ad arricchire la loro interpretazione, come pure su un piano piů operativo, risultare di possibile ausilio alla stesura dei piani territoriali. In sede di conclusione si collegherŕ quanto analizzato a un contesto piů ampio per valutare la loro rispondenza alla volontŕ di orientare i territori verso uno sviluppo territoriale inteso, secondo le attuali tendenze delle pianificazione europea,.
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Coccia, S., and D. J. Mattingly. "Settlement history, environment and human exploitation of an intermontane basin in the central Apennines: the Rieti survey 1988–1991, part I." Papers of the British School at Rome 60 (November 1992): 213–89. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200009831.

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Abstract:
STORIA INSEDIAMENTALE, AMBIENTE E SFRUTTAMENTO UMANO DI UN BACINO INTERMONTANO NELL'APPENNINO CENTRALE: IL RIETI SURVEY, 1988–1991, I. PARTEQuesto progetto è diretto allo studio del paesaggio rurale intorno alla città di Rieti, nell'Italia centrale e in particolare si propone di esaminare, in un ampio fronte diacronico, il mutamento del modello insediamentale e i diversi modi di sfruttamento dell'alto bacino appenninico e delle colline e dei monti circostanti. Sono qui descritti gli scopi ed i metodi interdisciplinari del progetto e vengono riportati i principali risultati ottenuti. Lo studio degli aspetti geomorfologici ha giocato un ruolo importante nel progetto e i risultati sono presentati in due principali sezioni riguardanti una la natura dei suoli del bacino e l'altra i diversi modi della loro formazione. Il lavoro sul campo si è principalmente basato sulla ricognizione intensiva di una serie di transetti perpendicolari sul lato orientale del bacino montano di Rieti, estesa anche alle montagne circostanti. Nel corso di tre stagioni di lavoro, oltre 500 campi sono stati esaminati nell'ambito di un'area di circa 22 kmq., insieme con più ampie ricognizioni all'interno dell'intero bacino; tali ricognizioni sono state specificatamente finalizzate alla ricerca di dati che aiutassero a fornire risposte circa la problematica riguardante il mutare del quadro insediativo durante l'epoca medievale. Sono stati rinvenuti un totale di circa 200 siti di vario tipo ed epoca, sebbene si sia cercato di analizzare tali siti, durante le ricognizioni, nell'ambito dell'archeologiaoff-site. Le ricognizioni di particolari aree comprendenti un certo numero di siti con evidenti resti architettonici, sono state integrate con le evidenze portate alla superficie tramite l'aratura. Le ricognizioni miranti al rinvenimento di strutture sono risultate essere particolarmente positive, con l'individuazione di una serie di castelli e villaggi medievali, posizionati ad alte quote intorno al bacino. Durante tale progetto sono stati inoltre usati metodi geofisici di prospezione, compiendo ricognizione di resistività su larga scala per circa 20 siti: vengono qui riportati alcuni commenti preliminari sui risultati ottenuti grazie a questa tecnica. Il lavoro di tipo archeologico è stato accompagnato da una ricerca a carattere storico ed archivistico; l'articolo si conclude con una sintesi della storia insediamentale del bacino di Rieti per un periodo che va dall'età del bronzo all'età post-medievale.
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Ožbot, Martina. "Alcuni cenni sugli italianismi in sloveno." Linguistica 48, no. 1 (December 29, 2008): 159–66. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.48.1.159-166.

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Abstract:
Come è tipico delle aree di confine tra due o più lingue, anche nel caso dello sloveno e dell’italiano si possono osservare diversi fenomeni dovuti al contatto linguistico, uno dei temi di ricerca preferiti dal nostro Festeggiato. Gli scambi interlinguistici – lessicali, morfosintattici e altri – sono infatti tra le testimonianze più profonde della convivenza tra due o più lingue, specialmente nelle situazioni caratterizzate da una antica e continua presenza di contatto. Parlando dell’italiano e dello sloveno, e limitandoci ai lessemi italiani in sloveno, tralasciando quindi gli scambi nella direzione opposta, cioè gli elementi sloveni entrati in italiano – comunque meno numerosi e per lo più limitati alle varietà dialettali dell’area di confine – possiamo osservare che si tratta di prestiti assai numerosi e semanticamente molto eterogenei. Ricordiamo che gli italianismi presenti nello sloveno moderno rappresentano il secondo strato nell’insieme dei prestiti linguistici entrati in questa lingua dalle vicine parlate romanze nei diversi periodi di contatto. infatti, prima della differenziazione linguistica dalla quale hanno avuto origine l’italiano e lo sloveno, nella parlata slava che costituiva l’antenato dello sloveno moderno erano entrati diversi lessemi di origine romanza a partire dalla seconda metà del vi secolo, periodo in cui le popolazioni slave si sarebbero insediate sul territorio delle alpi Orientali dove vennero a contatto con i vicini romanzi. tali lessemi costituiscono il primo strato del contatto e sono stati studiati in modo approfondito da diversi romanisti. tra i contributi più importanti si vogliono ricordare gli studi, ormai classici, di Fran Šturm (1927, 1928) e quelli recenti di agata Šega (1998, 2007, 2008). Rientrano nel gruppo dei più antichi elementi romanzi lessemi come pogača (FOCaCea ‘focaccia’), hlača (CaLCea ‘calza’, pl. hlače ‘pantaloni’), kudati, dial. (COGitaRe ‘pensare’) e križ (CRUCe(M) ‘croce’). è inoltre presente in sloveno qualche altro romanismo ancora più antico, come češnja ‘ciliegia’, dal latino volgare CeReSia, entrato nello slavo già prima della migrazione di una parte dei parlanti slavi sul territorio summenzionato.
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Gasperini, Massimo. "Pisae Forma Urbis. Digital drawing and ‘reading’ of the city." ZARCH, no. 8 (October 2, 2017): 200. http://dx.doi.org/10.26754/ojs_zarch/zarch.201782156.

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Abstract:
Se il territorio costituisce il supporto materiale sul quale si sono impressi e sovrapposti i segni lasciati dall’uomo attraverso i secoli, la città può essere a ragione considerata la massima manifestazione dell’intervento dell’uomo su di esso. I processi urbani che determinano un impianto con tutte le sue modificazioni dinamiche sono interconnessi senza soluzione di continuità storica tanto da essere riassunti e rinvenuti nella trama stessa della città. Possedere gli strumenti per cercare di comprenderne i contenuti costituisce un primo atto cognitivo di fondamentale importanza qualora si intenda partecipare consapevolmente all’accumulazione di nuove proposte all’interno del tessuto storicizzato.La fase analitica della lettura conduce alla comprensione di questi processi dinamici che hanno determinato storicamente gli assetti insediativi e infrastrutturali del territorio. In analogia con la letteratura possiamo asserire che il palinsesto territoriale corrisponde al testo della storia dell’uomo e per essere compreso deve essere letto con la logica del progetto, lo strumento eletto della disciplina dell’architettura. Il documento principale per la lettura è il rilievo. Sottoporre la forma urbana di Pisa all’indagine sperimentale della lettura mediante l’adozione di nuovi strumenti digitali costituisce un momento di approfondimento e di sintesi delle conoscenze acquisite oltre ad esperire nuove metodologie analitiche sia nel campo degli studi storico-archeologici che in quelli dell’urbanistica e dell’architettura. I modelli tridimensionali digitali di Pisa e del suo territorio entrano per la prima volta a far parte di tale apparato strumentale, potenzialmente aperto verso nuovi possibili modi di utilizzazione. In particolare la Pianta della città si pone come supporto tecnico per molteplici e multiformi applicazioni.If the territory is the material support on where the marks left by man through the centuries are impressed and superimposed, the city could be rightly considerated as the greatest manifestation of the human intervention on it. The process that determine an urban system with all its dynamic changes are interconnected in a historical continuum so as to be summarized and found in the same interlaced city. To have the means in such a way as to try to understand its contents is primary importance if one intends to participate with good knowledge of a case in proposing new plans within the historical tissue. The analytical phase of reading leads to understand these dynamic process that have historically caused the settling down order and the territorial structure. On the analogy of the literature we can assert that the territorial palimpsest accords with the man history text and to be understood should be read with the logic of the plan, the elect instrument of the architectonic discipline. The main document for reading is the survey. To submit the urban form of Pisa to the experimental research of the reading by using new digital instruments is an opportunity of search and synthesis of the acquired knowledges besides to test new analithical methodologies both in the field of historical and archaeologic studies and in those of the town-planning and architecture. For the first time the digital threedimensional models of Pisa and its territory take part of this instrumental system, potentially open to new modes of use. Particularly the 3D representation of the town is a technical support for many and multiform applications. However, these new instruments of representation need to be connected with new methods of ‘reading’ and interpretation.KEYWORDS: 3D city model, G.I.S., territory and town, reading and typological interpretation
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Мингазов, Шамиль Рафхатович. "БУЛГАРСКИЕ РЫЦАРИ ЛАНГОБАРДСКОГО КОРОЛЕВСТВА." Археология Евразийских степей, no. 6 (December 20, 2020): 132–56. http://dx.doi.org/10.24852/2587-6112.2020.6.132.156.

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Abstract:
Настоящая работа является первым общим описанием на русском языке двух некрополей Кампокиаро (Кампобассо, Италия) – Виченне и Морионе, датируемых последней третью VII в. – началом VIII в. Культурное содержание некрополей показывает прочные связи с населением центральноазиатского происхождения. Важнейшим признаком некрополей являются захоронения с конем, соответствующие евразийскому кочевому погребальному обряду. Автор поддержал выводы европейских исследователей о том, что с большой долей вероятности некрополи оставлены булгарами дукса–гаштальда Алзеко, зафиксированными Павлом Диаконом в VIII в. на территориях Бояно, Сепино и Изернии. Аналогии некрополей Кампокиаро с погребениями Аварского каганата показывают присутствие в аварском обществе булгар со схожим погребальным обрядом. Из тысяч погребений с конем, оставленных аварским населением, булгарам могла принадлежать большая часть. Авары и булгары составляли основу и правящую верхушку каганата. Народ Алзеко являлся той частью булгар, которая в 631 г. боролась за каганский престол, что указывает на высокое положение булгар и их большое количество. После поражения эта группа булгар мигрировала последовательно в Баварию, Карантанию и Италию. Несколько десятков лет проживания в венедской, а затем в лангобардской и романской среде привели к гетерогенности погребального инвентаря, но не изменили сам обряд. Булгары лангобардского королевства составляли новый военный слой, который представлял из себя профессиональную кавалерию, получивший землю. Эта конная дружина является ранним примером европейского феодального воинского и социального сословия, которое станет называться рыцарством. Библиографические ссылки Акимова М.С. Материалы к антропологии ранних болгар // Генинг В.Ф., Халиков А.Х. Ранние болгары на Волге (Больше–Тарханский могильник). М.: Наука, 1964. С. 177–191. Амброз А.К. Кинжалы VI – VIII вв, с двумя выступами на ножнах // СА. 1986. № 4. С. 53–73. Безуглов С.И., Ильюков Л.С. Памятник позднегуннской эпохи в устье Дона // Средневековые древности Дона / Ред. Ю.К. Гугуев. М.–Иерусалим: Мосты и культуры, 2007. C. 25–48. Бешевлиев В. Пръвобългарите. История, бит и култура. Пловдив: Фондация «Българско историческо наследство», 2008. 505 с. Гавритухин И.О., Иванов А.Г. Погребение 552 Варнинского могильника и некоторые вопросы изучения раннесредневековых культур Поволжья // Пермский мир в раннем средневековье / Отв. ред. А.Г. Иванов. Ижевск: УИИЯЛ УрО РАН, 1999. С. 99–159. Добиаш–Рождественская О.А. Ранний фриульский минускул и одна из проблем жизни и творчества лангобардского историка VIII в. // Вспомогательные исторические дисциплины / Под ред. А. С. Орлова. М.; Л.: Изд–во АН СССР, 1937. С. 109–140. Засецкая И.П. Культура кочевников южнорусских степей в гуннскую эпоху (конец IV–V вв.). СПб.: АО "Эллипс", 1994. 221 с. Казанский М.М. Оногуры в постгуннское время на Дону // Дивногорский сборник / Труды музея-заповедника «Дивногорье». 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