Academic literature on the topic 'Istituto nazionale di cultura fascista'

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Journal articles on the topic "Istituto nazionale di cultura fascista"

1

Cangiano, Mimmo. "Aspetti del modernismo fascista (Italia, Francia, Germania: 1918-1939)." ENTHYMEMA, no. 28 (January 1, 2022): 125–44. http://dx.doi.org/10.54103/2037-2426/14447.

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Abstract:
La cultura fascista è spesso associata con un’attitudine anti-modernista. In realtà, come questo articolo intende dimostrare, tematiche moderniste attraversano costantemente la cultura di estrema destra in Italia come in Francia e in Germania. Diversamente dal libro ormai canonico di Roger Griffin (Modernism and Fascism, 2007), questo articolo non analizza il mito della ‘rigenerazione’ etnico-nazionale (mito che, sostengo, è presente anche nelle prospettive anti-moderniste), ma focalizza in particolare sulla glorificazione culturale dell’industria e della tecnica, e poi sulla riconciliazione dell’arte con lo scenario industriale. Attraverso un’ampia ricognizione del milieu culturale francese, tedesco e italiano, l’articolo presenta al lettore una prima mappatura concernente la complessa relazione fra modernismo e cultura fascista.
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2

Colao, Floriana. "La proprietà fondiaria dalla bonifica integrale di Arrigo Serpieri alla riforma agraria di Antonio Segni. Diritto e politica nelle riflessioni di Mario Bracci tra proprietà privata e socializzazione della terra." Italian Review of Legal History, no. 7 (December 22, 2021): 323–76. http://dx.doi.org/10.54103/2464-8914/16892.

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Abstract:
Nel Programma di Giangastone Bolla per la Rivista di diritto agrario (1922) la proprietà fondiaria era banco di prova delle «moderne trasformazioni del diritto di proprietà» – su cui Enrico Finzi – in primo luogo con la «funzione sociale». Nell’azienda agraria Bolla osservava inoltre lo spostamento dalla proprietà all’impresa; asseriva che il legame tra l’agricoltura e lo Stato imponeva allo studioso del diritto agrario l’impegno per la «ricostruzione sociale ed economica del paese». In vista della «funzione sociale» Arrigo Serpieri – dal 1923 sottosegretario di Stato all’Agricoltura – promuoveva diversi provvedimenti legislativi per la «bonifica integrale»; la politica per l’agricoltura si legava all’organizzazione dello Stato corporativo in fieri (Brugi, Arcangeli). Il Testo unico del 1933 mirava al risanamento della terra per aumentarne la produttività e migliorare le condizioni dei contadini con trasformazioni fondiarie di pubblico interesse, con possibili espropri di latifondi ed esecuzione coatta di lavori di bonifica su terre private; dal 1946 il Testo unico del 1933 sarà considerato una indicazione per la riforma agraria (Rossi Doria, Segni). Nel primo Congresso di diritto agrario, (Firenze 1935), Maroi, Pugliatti, Serpieri, D’Amelio, Bolla, Ascarelli, Calamandrei discutevano alcune questioni, in primo luogo il diritto agrario come esperienza fattuale, legato alla vita rurale, irriducibile ad un ordine giuridico uniforme; da qui la lunga durata della ‘fortuna’ dell Relazione Jacini sulle diverse Italie agrarie. In vista della codificazione civile, i giuristi rilevavano l’insufficienza dell’impianto individualistico; ponevano l’istanza di norme incentrate sul bene e non sui soggetti, fino al superamento della distinzione tra diritto pubblico e privato. I più illustri giuristi italiani scrivevano nel volume promosso dalla Confederazione dei lavoratori dell’agricoltura; La Concezione fascista della proprietà esprimeva il distacco dalla concezione liberale – con l’accento sulla proprietà della terra fondata sul lavoro (Ferrara, Panunzio) – e teneva ferma l’iniziativa privata (Filippo Vassalli). Bolla ribadiva la particolarità della proprietà fondiaria tra ordinamento corporativo e progetto del codice civile, «istituto a base privata, aiutato e disciplinato dallo Stato», con il titolare «moderator et arbiter» della propria iniziativa. Nel codice civile del 1942 la proprietà fondiaria aveva senso dell’aspetto dinamico dell’attività produttiva, senza contemplare la «funzione sociale» come «nuovo diritto di proprietà» (Pugliatti, Vassalli, D’Amelio).Dopo la caduta del regime fascista le lotte nelle campagne imponevano al ministro Gullo di progare i contratti agrari e regolare l’occupazione delle terre incolte, con concessioni pluriennali ai contadini occupanti; il lodo De Gasperi indennizzava i mezzadri. Le differenti economie delle ‘diverse Italie agrarie’ sconsigliavano una riforma uniforme (Rossi Doria, Serpieri); i riorganizzati partiti politici miravano alla ripartizione delle terre espropriate e ad indennizzi al proprietario privato, senza lesioni del diritto di proprietà. L’iniziale azione dello Stato ad erosione del latifondo, con appositi Enti di riforma, aveva per scopo la valorizzazione della piccola proprietà contadina (Segni, Bandini). Per coniugare proprietà privata ed interesse sociale nella Costituzione Mortati motivava la sua proposta di «statuizione costituzionale»; Fanfani chiedeva «un articolo che parli espressamente della terra». Il latifondo era la questione più urgente ma divisiva; Di Vittorio ne chiedeva l’«abolizione » ed Einaudi la «trasformazione», scelta che si imponeva in nome delle diverse ‘Italie rurali’; non si recepiva la proposta di una norma intesa ad ostacolare le grandi proprietà terriere. L’articolo 44 della Costituzione prevedeva una legge a imporre «obblighi e vincoli alla proprietà terriera privata», al fine di «conseguire il razionale sfruttamento del suolo ed equi rapporti sociali». Bolla apprezzava la scelta di «trasformare la proprietà individuale in proprietà sociale»; Vassalli scriveva di un non originale «prontuario di risoluzione del problema agrario». Nel progetto del Ministro per l’agricoltura Segni – che riusciva a far varare una contrastata riforma agraria – l’art. 44 dettava compiti al «legislatore futuro»; la legge Sila 21 Maggio 1950, la legge stralcio del 21 Ottobre 1950 per le zone particolarmente depresse, i progetti di legge sui contratti agrari erano discussi nel Terzo congresso di diritto agrario e nel primo Convegno internazionale, promosso da Bolla, con interventi di Bassanelli, Segni, Capograssi, Pugliatti, Santoro Passarelli, Mortati, Esposito. Il lavoro era considerato l’architrave della proprietà della terra, «diritto continuamente cangiante, che deve modellarsi sui bisogni sociali» (Bolla). In questo quadro è interessante la riflessione teorico-pratica, giuridico-politica di Mario Bracci, docente di diritto amministrativo a Siena, rettore, incaricato anche dell’insegnamento di diritto agrario. Rappresentante del PdA alla Consulta nazionale nella Commissione agricoltura, Bracci si proponeva di scrivere un «libro sulla socializzazione della terra», mai pubblicato; l’Archivio personale offre una mole di appunti finora inediti sul tema. Bracci collocava nella storia la proprietà della terra, che aveva senso nel «lavoro»; la definiva architrave del diritto agrario e crocevia di diritto privato e pubblico, tra le leggi di bonifica, la codificazione civile, l’art. 44 della Costituzione, la riforma agraria, intesa come «problema di giustizia». Dal fascismo alla Repubblica Bracci coglieva continuità tecniche e discontinuità ideologiche nell’assetto dell’istituto di rilevanza costituzionale, «le condizioni della persona sono indissolubilmente legate a quelle della proprietà fondiaria». Da studioso e docente di diritto amministrativo e diritto agrario dal luglio 1944 Bracci intendeva rispondere al conflitto nelle campagne, mediando tra «fini pubblici della produzione agraria e le esigenze della giustizia sociale»; proponeva «forme giuridiche adeguate e che sono forme di diritto pubblico».
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Ridgway, David. "Corcyra and Southern Campania: new light on the first Western Greeks - Luca Antonelli, KEPKYPAIKA. RICERCHE SU CORCIRA ALTO-ARCAICA TRAIONIO E ADRIATICO (Problemi e Ricerche di Storia Antica 20, ‘L'Erma’ di Bretschneider, Rome 2000). Pp. 187, 7 maps. ISBN 88-8265-114-2. 104 euro (was Lit. 200,000). - Gianni Bailo Modesti and Patrizia Gastaldi (edd.), PRIMA DI PITHECUSA. I PIÙ ANTICHI MATERIALI GRECI DEL GOLFO DI SALERNO (Catalogo della Mostra, 29 Aprile Museo Nazionale dell'Agro Picentino. Ministero per i Beni e le Attività Culturali; Soprintendenza Archeologica di Salerno, Avellino e Benevento; Istituto Universitario Orientale di Napoli; Comune di Pontecagnano Faiano 1999). Pp. 115, 6 col. pls., 4 tables, 23 figs. - Marisa DÉ Spagnolis, POMPEI E LA VALLE DEL SARNO IN EPOCA PREROMANA: LA CULTURA DELLE TOMBE A FOSSA (Studia Archaeologica 111, ‘L'Erma’ di Bretschneider, Rome 2001). Pp. 183,143 figs. ISBN 88-8265-146-0. 104 euro (was Lit. 200,000)." Journal of Roman Archaeology 15 (2002): 355–62. http://dx.doi.org/10.1017/s1047759400014069.

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Dameri, Annalisa. "Las «necesidades» de la guerra y la historia de la ciudad. Los proyectos de los ingenieros militares en los archivos europeos." La Tadeo Dearte 3, no. 3 (December 15, 2017). http://dx.doi.org/10.21789/24223158.1286.

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Abstract:
La historia de la ciudad europea está muy condicionada por la construcción (y después de algunos siglos por la demolición) de obras fortificadas. Los archivos militares europeos, los archivos estatales y los municipales custodian muchos dibujos testigos de cómo las ciudades han sido modeladas con base en las exigencias de la guerra. Este es sin duda un patrimonio archivístico importante que debe ser conocido, divulgado y valorizado. Los dibujos de los ingenieros militares, que a menudo han permanecido bajo secreto durante años como material estratégico para la seguridad del Estado, en el transcurso de los siglos, terminadas las urgencias de la guerra, han quedado diseminados en una heterogénea sucesión de archivos. Con motivo del estudio de algunas ciudades del norte de Italia se han comparado los diseños conservados en el ISCAG (Istituto Storico e di Cultura dell’arma del Genio) de Roma, los archivos estatales y municipales piamonteses y lombardos, la Biblioteca Nazionale de Florencia, la Biblioteca Nacional de España de Madrid, el Archivo General de Simancas, la Bibliothéque Nationale de Francia en París (Brunetti, 2006), los archivos del Service Historique de la Défense de Vincennes, el Bayerische Staatsbibliotek de Múnich y el Krigsarkivet de Estocolmo.
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Dissertations / Theses on the topic "Istituto nazionale di cultura fascista"

1

MOSILLO, IRENE MARIA CIVITA. "Il fondo dell'Istituto nazionale di cultura fascista (INCF)." Doctoral thesis, 2012. http://hdl.handle.net/11573/918058.

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Abstract:
Oggetto della ricerca è la ricostruzione delle collezioni della Biblioteca dell’Istituto nazionale di cultura fascista, organo politico-culturale del regime, fondato nel 1925 e soppresso nel 1943. Questo studio offre l’occasione di recuperare, tutelare e valorizzare l’ampiezza e lo spessore culturale di un fondo caduto nell’oblio per la sua compromissione con il fascismo, che può avere indirettamente suscitato negli anni discredito, pregiudizi e indifferenza, condizionando la valutazione del suo pregio e del suo valore.
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Books on the topic "Istituto nazionale di cultura fascista"

1

Longo, Gisella. L' Istituto nazionale fascista di cultura: Da Giovanni Gentile a Camillo Pellizzi : 1925-1943 : gli intellettuali tra partito e regime. Roma: A. Pellicani, 2000.

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Pedio, Alessia. La cultura del totalitarismo imperfetto: Il Dizionario di politica del Partito nazionale fascista : 1940. Milano: UNICOPLI, 2000.

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3

Pedio, Alessia. La cultura del totalitarismo imperfetto: Il Dizionario di politica del Partito nazionale fascista (1940). Milano: Edizioni Unicopli, 2000.

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4

Data, Isabella Fragalà. Le raccolte musicali Mauro Foà e Renzo Giordano della Biblioteca nazionale universitaria di Torino : [mostra], Istituto Italiano di Cultura, Madrid, 8 aprile-8 maggio 1992. Madrid: Istituto italiano di cultura, 1992.

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5

Istituto nazionale di archeologia e storia dell'arte (Italy), ed. Temi e ricerche sulla cultura artistica: Antico, città, architettura. Roma: Edizioni Quasar, 2017.

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Italy) Sguardo sul cosmo (Conference) (2012 Rome. Lo sguardo sugli astri: Scienza, cultura e arte : convegno organizzato dal Centro Linceo interdisciplinare "Beniamino Segre" in collaborazione con Istituto nazionale di astrofisica, Società italiana di archeoastronomia, Società astronomica italiana : (Roma, 2 aprile 2012). Roma: Bardi edizioni, 2016.

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7

Palazzo Strozzi: Cinque secoli di arte e cultura. Firenze: Nardini, 2005.

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Book chapters on the topic "Istituto nazionale di cultura fascista"

1

Civita Mosillo, Irene Maria. "Il fondo dell’Istituto nazionale di cultura fascista (INCF)." In 1. Seminario Nazionale di Biblioteconomia, 241–44. Ledizioni, 2013. http://dx.doi.org/10.4000/books.ledizioni.1503.

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