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Cicali, Gianni. "Destouches e Goldoni tra nobildonne, arcadi e liberi muratori. Percorsi della riforma del teatro comico italiano del Settecento." Quaderni d'italianistica 40, no. 2 (October 4, 2020): 49–81. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v40i2.34878.

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Abstract:
La riforma del teatro italiano promossa da Carlo Goldoni a metà del Settecento ha avuto dei momenti preparatori. Tra le fasi importanti di questa preparazione si devono includere le traduzioni di testi teatrali francesi di Destouches, drammaturgo aristocratico e accademico di Francia. Inoltre, questi segnali di una pre-riforma si notano particolarmente in ambienti legati all’illuminismo, all’aristocrazia e alla Massoneria in Toscana, regione in cui il giovane avvocato Goldoni soggiornò per alcuni anni. Un altro elemento sono le donne della nobiltà italiana che in alcuni casi non solo recitano da dilettanti i testi del francese durante eleganti villeggiature ma a volte li traducono o li fanno circolare tra compagnie significative di attori e attrici. In questo saggio vedremo questi antecedenti formativi della riforma di Goldoni e in particolare una traduzione di un testo di Destouches che si rivela importante per le persone coinvolte e che era sfuggita agli studi sui rapporti tra Goldoni e Destouches e la riforma del teatro italiano del Settecento.
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Charrier, Guy. "Parallèle entre la loi italienne pour la protection de la concurrence et le système français." Journal of Public Finance and Public Choice 8, no. 2 (October 1, 1990): 103–15. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907345045.

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Abstract:
Abstract La nuova legge italiana per la protezione della concorrenza e del mercato presenta una notevole analogia, sia nei concetti che nei principali meccanismi applicativi, con le principali legislazioni dei Paesi membri della CEE e soprattutto con quelle che sono state introdotte negli anni più recenti.Il campo d’applicazione riguarda, almeno in principio, tutti i settori di attività, sia nel sistema italiano che in quello francese, poiché nessuna deroga è prevista, salvo per alcune particolari attività, come gli audio-visivi, la stampa, le banche e le assicurazioni.Questa estensione del campo di applicazione della legislazione si spiega con il fatto che essa riguarda tutte le pratiche anti-concorrenziali che vadano a detrimento del buon funzionamento del mercato e che tali pratiche siano suscettibili di provenire da tutti gli operatori economici.In Francia, peraltro, vige una distinzione tra comportamenti diretti a falsare il mercato, e che ricadono sotto le categorie di cartelli e di abuso di posizione dominante, di cui si occupa il Consiglio della concorrenza, e le pratiche restrittive, come il rifiuto di vendere, la subordinazione delle vendite, le discriminazioni e l’imposizione di prezzi, che sono di competenza dei tribunali perché in principio riguardano soltanto i rapporti tra imprese.Un secondo aspetto riguarda l’applicazione delle regole della concorrenza alle persone pubbliche. In principio, le disposizioni della legge italiana circa le imprese pubbliche (art. 8) e quelle della legge francese (art. 53) rispondono soltanto in parte alla questione. Nel diritto francese, quando una persona pubblica agisce da privato, è sottoposta alle leggi che riguardano il comportamento dei privati. Una difficoltà sorge, invece, quando questa persona pubblica, agendo nell’ambito dei suoi poteri, genera sul mercato effetti che danneggiano la concorrenza. Una recente sentenza del Tribunale dei conflitti ha concluso che le regole della concorrenza non si applicano alle persone pubbliche se non nella misura in cui esse diano luogo ad attività di produzione (di distribuzione o di servizi).La legge italiana non dà alcuna definizione del concetto di concorrenza nè dà alcun elemento che ne consenta la giustificazione economica. Altrettanto avviene con la legge vigente in Francia, ove sono i testi delle decisioni che forniscono indicazioni al riguardo.Il principio generate del divieto dei cartelli, come anche l’elenco dei casi suscettibili di costituire intese di carattere anti-concorrenziale, sono presentati in modo molto simile sia nella legge italiana che in quella francese. Ambedue riprendono, d’altronde, la formulazione dell’art. 85 del Trattato di Roma.Tutto fa pensare che l’Autorità italiana si troverà di fronte a casi analoghi a quelli di cui si è in varie occasioni occupato il Consiglio della concorrenza francese: cartelli orizzontali (accordi sui prezzi, sulla ripartizione dei mercati, sull’esclusione di un’impresa del mercato, ecc.); intese verticali (risultanti da accordi tra un produttore ed i suoi distributori nell’ambito di contratti di distribuzione selettiva o esclusiva); imprese comuni (la cui creazione può rientrare nel campo della proibizione di cartelli o costituire un’operazione di concentrazione); intese tra imprese appartenenti allo stesso gruppo (nel quadro dei mercati pubblici, il Consiglio ha ritenuto che non sia contrario alle norme concorrenziali, per imprese con legami giuridici o finanziari, rinunciare alla loro autonomia commerciale e concertarsi per rispondere a delle offerte pubbliche).Sull’abuso di posizione dominante, così come per i cartelli, i due sistemi italiano e francese presentano molte somiglianze. Tuttavia, contrariamente al diritto francese ed a quello tedesco, nella legislazione italiana non si fa alcun riferimento alle situazioni di «dipendenza economica». Peraltro, l’identificazione di questo caso è alquanto complessa e, sinora, il Consiglio non ha rilevato alcun caso che rientri nello sfruttamento abusivo di una situazione di dipendenza economica. Pertanto, si può forse concludere che il legislatore italiano sia stato, a questo riguardo, più saggio di quello francese. Più in generale, per quanto riguarda i casi di abuso di posizione dominante, il Consiglio deBa concorrenza ha seguito un’impostazione piuttosto tradizionalista.Anche sul controllo delle concentrazioni, il testo della legge italiana richiama quello francese e anche quello della normativa comunitaria, pur se è diversa la ripartizione delle competenze tra Autorità incaricata della concorrenza e Governo. Nella legge italiana, d’altra parte, vi sono delle norme relative alla partecipazione al capitale bancario che fanno pensare ad un dibattito molto vivo su questo tema.I livelli «soglia” per l’obbligo di notifica delle concentrazioni sono più elevati in Francia. Bisognerà poi vedere con quale frequenza il Governo italiano farà ricorso all’art. 25, che gli conferisce il potere di fissare criteri di carattere generale che consentono di autorizzare operazioni di concentrazione per ragioni d’interesse generale, nel quadro dell’integrazione europea.L’interesse delle autorità amministrative francesi nei riguardi delle concentrazioni, che un tempo era molto limitato, è divenuto più intenso negli anni più recenti, anche se i casi di divieto di concentrazioni sono stati sinora molto limitati.In conclusione, si può ricordare che un organismo competente in materia di protezione della concorrenza ha un triplice compito: pedagogico (attraverso la pubblicazione delle decisioni, delle motivazioni e delle ordinanze su questioni di carattere generale e sui rapporti attinenti al funzionamento del mercato), correttivo (per distogliere gli operatori economici da comportamenti anti-concorrenziali) e, infine, dissuasivo (poiché l’esperienza di applicazione delle leggi relative alla concorrenza dimostra che la loro efficacia dipende in modo decisivo dalla comminazione di sanzioni).
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POSNER, R. "Review. Storia dei dizionari bilingui italo-francesi: La lessicografia italo-francese dalle origini al 1900 con un Repertorio bibliografico cronologico di tutte le opere lessicografiche italiano-francese e francese-italiano pubblicate. Mormile, Mario." French Studies 49, no. 1 (January 1, 1995): 115. http://dx.doi.org/10.1093/fs/49.1.115.

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Murano, Michela. "« In comodissimo volume, un gran tesoro di nozioni » : le Nuovo dizionario francese-italiano e italiano-francese (1886) du professeur Melzi." Documents pour l'histoire du français langue étrangère ou seconde, no. 56 (June 1, 2016): 125–48. http://dx.doi.org/10.4000/dhfles.3968.

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Marangon, Giorgia. ""La Sépulture" di Gabriel Marie Legouvé da una prospettiva traduttologica: analisi e riflessioni. Proposta di una traduzione italiana ad opera di Giorgia Marangon." Revista de Filología Románica 36 (July 5, 2019): 259–69. http://dx.doi.org/10.5209/rfrm.63516.

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Abstract:
In questo articolo affrontiamo la difficile sfida di analizzare filologicamente La Sépulture di Gabriel Marie Legouvé per proporre ai lettori una traduzione italiana della sua elegia. È importante sottolineare che la prima ed unica traduzione del poemetto francese in italiano è datata 1802, quattro anni appena dopo la pubblicazione dell’originale. Firma questa traduzione Luigi Balo­chi e la inserisce in una raccolta intitolata: Il merto delle donne, Le rimembranze, La malinconia e Le pompe funebri. La nostra, in sostituzione della traduzione – reinvenzione del Balochi, è una traduzione inedita del poemetto che pretende di restituire la lunghezza originale, quei 160 versi dimenticati da Balochi, rispettando, laddove possibile, la rima e il ritmo del verso francese.
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Paci, Deborah. "Emmanuel Mounier e il fascismo italiano." MONDO CONTEMPORANEO, no. 2 (December 2011): 121–59. http://dx.doi.org/10.3280/mon2011-002005.

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Abstract:
L'autrice propone una riflessione incentrata sul rapporto di Emmanuel Mounier, direttore della rivista personalista, con il fascismo italiano. Il saggio si sofferma su uno specifico avvenimento: la partecipazione di Mounier al convegno italo-francese di studi corporativi del maggio 1935. Comprendere il percorso intellettuale e politico del filosofo francese richiede un'indagine della concezione mounieriana di cristianitŕ e, al contempo, un'analisi della posizione tenuta dalla Chiesa nei confronti dei processi di secolarizzazione e del totalitarismo. All'origine di un giudizio non completamente negativo nei confronti dell'esperimento corporativo avviato dal fascismo italiano nel corso degli anni Trenta vi era il desiderio, condiviso con i gruppi non conformisti, di giungere a una "terza via" tra liberalismo e comunismo. Secondo Mounier, il fascismo, cosě come il personalismo cattolico, differiva dal materialismo borghese per il fatto di richiamarsi al primato della dimensione spirituale. Ciň nonostante, si imponeva la necessitŕ di spogliare quei valori - ritenuti sani nella loro essenza e di cui il fascismo, a suo giudizio, si faceva portatore - dal culto della forza e della violenza.
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Lucarelli, Massimo. "Il “De vulgari eloquentia” nel Cinquecento italiano e francese." Studi Francesi, no. 176 (LIX | II) (August 1, 2015): 247–59. http://dx.doi.org/10.4000/studifrancesi.695.

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Balicka, Małgorzata. "Italiano, francese, polacco: nel Triangolo delle Bermuda dell'interferenza linguistica." Studia Romanica Posnaniensia 36 (January 1, 2009): 3. http://dx.doi.org/10.14746/strop.2009.36.001.

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Natta, Federica. "L'inferno sulla scena medioevale: i casi italiano e francese." Romanica Olomucensia 23, no. 1 (June 1, 2011): 67–74. http://dx.doi.org/10.5507/ro.2011.009.

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Bergamaschi, Maurizio, and Marco Casterignanň. "Pratiche etnografiche nel mondo urbano. Il dibattito francese." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 95 (July 2011): 7–17. http://dx.doi.org/10.3280/sur2011-095001.

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Abstract:
Gli autori intendono presentare al lettore italiano alcune piste di ricerca che caratterizzano oggi il panorama dell'etnografia urbana in Francia. Dai contributi presentati si evince che l'approccio etnografico consente di "andare oltre" la conoscenzache si ha dei fenomeni urbani. Gli autori ritengono che in questo sia possibile far emergere un'"altra cittŕ" che tuttavia, per poter essere scoperta, necessita dell'epistemologia e del metodo che caratterizzano il lavoro sul campo di tipo etnografico.
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Marangon, Giorgia. "Una "Lupa" tra lupe. Riflessioni filologiche e traduttive nella combinazione linguistica italiano-spagnolo-francese." Cuadernos de Filología Italiana 26 (October 2, 2019): 221–32. http://dx.doi.org/10.5209/cfit.61766.

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Abstract:
Questa indagine centra la sua attenzione nell’analisi filologica e dei risultati traduttivi in spagnolo e francese di alcuni frammenti della novella La Lupa di Giovanni Verga, raccolta nell’opera Vita dei campi (1880). Abbiamo scelto, per la sua comparazione, la traduzione spagnola del granadino José Abad Baena, Cavalleria rusticana y otros cuentos sicilianos (20112), e quella francese, della svizzera Béatrice Haldas, Cavalleria rusticana et autre nouvelles siciliennes (2013). I risultati pratici ottenuti sono utili per uno studio approfondito della traduzione dei fenomeni di variazione linguistica tra lingue affini.
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Di Maggio, Marco, and Gregorio Sorgonà. "Nazionale e internazionale. Itinerari della storiografia sul comunismo italiano e francese." HISTORIA MAGISTRA, no. 16 (March 2015): 102–15. http://dx.doi.org/10.3280/hm2014-016008.

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Bramati, Alberto. "Fare da mangiare: i verbi della cucina in francese e in italiano." LCM - La Collana / The Series 9788879168182 (May 2017): 239–57. http://dx.doi.org/10.7359/818-2017-bram.

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Bondanella, Peter. "Book Review: Il punto di vista dell'infanzia nel cinema italiano e francese: Rivisioni." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 44, no. 2 (September 2010): 580–81. http://dx.doi.org/10.1177/001458581004400228.

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Slavikova, Helena. "Nota sull'influenza francese nella formazione del linguaggio politico italiano alla fine del '700." Quaderni d'italianistica 14, no. 1 (April 1, 1993): 151–56. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v14i1.10177.

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D'Achille, Paolo. "Quando le cose sono più brutte delle parole: gli aggettivi corrispondenti a omicidio, suicidio, genocidio." XVI, 2021/1 (gennaio-marzo), no. 1 (January 29, 2021): 38–40. http://dx.doi.org/10.35948/2532-9006/2021.5465.

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Abstract:
Ci sono pervenuti vari quesiti che ci chiedono se è corretto l’aggettivo omicidiario, usato nel linguaggio giuridico, spesso riferito all’intento dell’autore del delitto, o se è meglio sostituirlo con omicida (forma della quale alcuni chiedono quale sia il plurale). Altri chiedono se esistono in italiano il verbo genocidiare, il sostantivo genocida e l’aggettivo genocidiario, che corrisponderebbe al francese génocidiaire. Altri ancora hanno dubbi sulla presenza della i, chiedendo se non siano preferibili omicidario e genocidario alle forme citate, come pure suicidario a suicidiario.
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Djuric, Zeljko. "Traduzioni dall’italiano di Joakim Vujic (I parte)." Prilozi za knjizevnost, jezik, istoriju i folklor, no. 83 (2017): 31–52. http://dx.doi.org/10.2298/pkjif1783031d.

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Abstract:
Nel lontano 1802, a Trieste, dove ha raggiunto la comunit? serba che guidata dall?illustre scrittore Dositej Obradovic cercava di assorbire la cultura razionalistica europe per trapiantarla poi, almeno in parte, nell? tesssuto della cultura serba, Joakim Vujic studia le lingue straniere (italiano, francese, inghlese) e appena compiuto con successo i primi passi si mette a tradurre un romanzo italiano che gli ? venuto sotto mano: per esercitarsi nella lingua e per offrire al pubblico serbo un testo divertente e utile. Si tratta del romanzo di Antonio Piazza intitolato Il vero amore o sia la storia amorosa d?Irene ? Filandro, un testo linguisticamente complicato, non lontano, per stile, dalla tradizione del romanzo barocco italiano. Nella situazione culturale quando la lingua serba stava vivendo il periodo della sua lenta ed incerta maturazione, Joakim Vujic, nel tradurre, ha continuamente dovuto fare le scelte tra le soluzioni del serbo slavo, la lingua del ceto intellettuale, e del serbo volgare che in quel periodo si faceva strada per entrare nella letteratura. Il nostro lavoro cerca di descrivere e di analizzare il suo coraggioso tentativo.
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Paoli, Matilde. "Il mistero della galaverna." XI, 2019/4 (ottobre-dicembre) 11, no. 4 (March 26, 2012): 67–71. http://dx.doi.org/10.35948/2532-9006/2020.3263.

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Abstract:
Manuela Bonfatti dalla provincia di Reggio Emilia e Giorgio Giordano da Torino ci chiedono quale sia l’etimologia di galaverna; più in particolare Fabrizio Conti dalla provincia di Firenze ci domanda se è possibile ipotizzare un imparentamento etimologico tra il termine e la forma francese verglas. Infine Marco Orlandi da Lodi si interroga se galaverna sia da considerare un termine regionale/dialettale o se invece abbia “dignità di Italiano ufficiale”. Segnaliamo che una risposta di Luca Serianni sul significato di galaverna era già apparsa sul n.19 (ottobre 1999) della Crusca per voi.
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Iermano, Toni. "Due inediti dell’illuminismo italiano: Scritti giovanili di Giuseppe Maria Galanti." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 48, no. 3 (August 20, 2014): 594–605. http://dx.doi.org/10.1177/0014585814542773.

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Abstract:
L’economista, giurista, geografo e letterato Giuseppe Maria Galanti, allievo brillante della scuola di Antonio Genovesi, fu uno dei protagonisti della fertile stagione riformatrice che visse Napoli tra gli inizi del regno del piccolo Ferdinando IV e lo scoppio della Rivoluzione francese. Nei suoi viaggi nel Contado del Molise, in Calabria, nelle tante città e villaggi dello Stato borbonico l’illuminista esplorò e descrisse con metodo scientifico le ragioni del ritardo del Mezzogiorno rispetto all’Europa coeva; i suoi studi furono un fondato tentativo per trovare rimedio alle contraddizioni sociali, economiche e culturali di una capitale popolosa e disordinata e di province dilaniate tra gli eccessi del potere regio e gli abusi dei baroni. Il ritratto intellettuale del molisano Galanti viene a definirsi meglio grazie alla pubblicazione di due preziosi inediti giovanili ritenuti perduti, ritrovati nei sotterranei del palazzo di famiglia a Santa Croce del Sannio, e ora pubblicati in un volume arricchito da un cospicuo apparato filologico e un ampio saggio storico-critico.
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Saffi, Sophie. "Uso del congiuntivo in italiano e francese in un corpus di fumetti e graphic novel." Studia Universitatis Babeș-Bolyai Philologia 65, no. 3 (September 30, 2020): 225–45. http://dx.doi.org/10.24193/subbphilo.2020.3.17.

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Ožbot, Martina. "Che cosa (non) è rimasto della francesità?: addomesticamento e straniamento nelle traduzioni italiana e slovena di Les fleurs bleues di Raymond Queneau." Linguistica 53, no. 1 (December 1, 2013): 161–75. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.53.1.161-175.

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Abstract:
Nel presente contributo vengono offerte alcune riflessioni sulla traduzione di aspetti culturalmente specifici nel testo letterario, e in particolare sulle versioni italiana e slovena del romanzo Les Fleurs bleues di Raymond Queneau, che sono opera rispettivamente di Italo Calvino e di Ana Barič Moder. Al centro dellʼattenzione è soprattutto la dicotomia traduttiva tra lʼapproccio straniante e quello domesticante. Un esame del testo originale e delle due traduzioni ha dimostrato che ambedue i traduttori si sono sforzati di preservare i caratteri della cultura di partenza iscritti nel romanzo queneauiano. Allo stesso tempo, però, hanno cercato di integrare le proprie versioni negli ambienti dʼarrivo quando ciò pareva necessario per rendere possibile il pieno funzionamento delle due traduzioni come opere letterarie che, nei specifici contesti italiano e sloveno, sono destinate ad avere la funzione di entità letterarie a sé stanti, cioè indipendenti dal loro primario legame con il testo di partenza francese. Fatte queste premesse, lʼapproccio generale dei due traduttori può essere caratterizzato come relativamente addomesticante, anche se in entrambe le versioni, e in particolare in quella italiana, viene concesso ampio spazio anche allo straniamento, purché esso non incrini la funzionalità della traduzione.
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Galletta, Maura, Adalgisa Battistelli, and Igor Portoghese. "Validazione della scala di motivazione al lavoro (MAWS) nel contesto italiano: evidenza di un modello a tre fattori." RISORSA UOMO, no. 2 (February 2012): 201–17. http://dx.doi.org/10.3280/ru2011-002005.

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Abstract:
In accordo con la Self-Determination Theory (SDT), la scala di motivazione al lavoro (MAWS) č stata sviluppata attraverso l'approccio multidimensionale e validata in lin- gua inglese e francese. Questo lavoro intende esaminare la struttura del MAWS nel contesto organizzativo italiano. Utilizzando due campioni (Studio 1, N = 525; Studio 2, N = 465), i risultati emersi dall'analisi fattoriale esplorativa (Studio 1) indicano una struttura della motivazione suddivisa in tre fattori: motivazione autonoma, introiettata ed esterna, confermata dall'analisi confermativa (Studio 2). Č stata anche esaminata la validitŕ discriminante e convergente delle sottoscale. Si č discussa l'importanza della scala per lo sviluppo di future ricerche in ambito organizzativo basate sulla SDT.
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Bizjak, David. "Verbo come elemento della frase in friulano ed in frances." Linguistica 43, no. 1 (December 1, 2003): 29–64. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.43.1.29-64.

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Abstract:
Il presente lavoro e dedicato a una parte della sfera del verbo nel friulano lettera­ rio della seconda meta del ventesimo secolo, alla perifrasi verbale e alla locuzione verbale. Nella definizione della perifrasi verbale (PV) ho seguito il modello dei lin­ guisti spagnoli Javier Garcia Gonzales, Fernandez de Castro e Leonard Gomez Torrego, essendo ilpunto di partenza ilmio postulato che la PV rappresenti in friu­ lano una categoria grammaticale a parte o, almeno, una categoria in via di gramma­ ticalizzazione. Parallelamente alla situazione in friulano osservo quella nel francese scritto contemporaneo, con lo scopo di constatare delle eventuali somiglianze e diffe­ renze. Tenendo in considerazione la realta linguistica nella regione Friuli-Venezia Giulia, dove le interferenze fra l'italiano, il friulano ed il veneto sono tali che un non-friulanofono non riesce facilmente a distinguere quando si tratta di un sintag­ ma di origine friulana e quando di un calco sintattico sull'italiano, sembra oppor­ tuno, in numerosi casi, confrontare ilsintagma friulano e quello francese anche con la variante corrispondente in italiano letterario moderno; inoltre, nel capitolo in cui sono trattati i cosiddetti tempi bicomposti, vengono citati alcuni esempi nelle diver­ se varieta venete.
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Caltagirone, Benedetto. "Il soggiorno etiopico della Missione Dakar-Gibuti. Ancora sui rapporti tra etnologia (francese) e colonialismo (italiano)." La Ricerca Folklorica, no. 18 (October 1988): 57. http://dx.doi.org/10.2307/1479272.

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Barisione, Mauro. "ELETTORI INDECISI, ELETTORI FLUTTUANTI: CHE VOLTO HANNO I «BILANCIERI» DEL VOTO? I CASI ITALIANO E FRANCESE." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 31, no. 1 (April 2001): 73–108. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200029555.

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Abstract:
Introduzione In un sistema d'alternanza, un tipico esito elettorale è quello in virtù del quale il partito o la coalizione vincente accede alle funzioni di governo grazie ad un margine di voti esiguo, sufficiente tuttavia a fare la differenza rispetto alla coalizione avversaria e, magari, rispetto al proprio risultato delle elezioni precedenti. Se, tuttavia, i punti percentuali che una coalizione acquista (o perde) da un'elezione all'altra sono attribuibili a una pluralità di fattori (dal ricambio generazionale degli elettori, alla multidirezionalità dei flussi di voto, al peso di volta in volta variabile dell'astensionismo) più complessi di quelli rilevabili con una semplice operazione algebrica (del tipo: «35% all'elezione e, 40% all'elezione e2, uguale 5% di nuovi elettori»), resta però assai plausibile che le differenze percentuali tra una coalizione e l'altra ad un dato scrutinio possano essere determinate dal comportamento di una minoranza di elettori «marginali». E ciò è tanto più plausibile quanto più decisivi si rivelano quei seggi aggiudicati alla coalizione vincente, collegio per collegio, sulla base di pochi voti di scarto, sovente frutto di scelte effettuate da elettori rimasti indecisi fino all'ultimo momento.
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Boccanegra, Luigi. "La relazione terapeutica č un'esperienza estetica." EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 16 (September 2011): 74–91. http://dx.doi.org/10.3280/eds2011-016005.

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Abstract:
In questo lavoro, riprendendo la riflessione del filosofo francese dell'ermeneutica P. Ricoeur sulla elaborazione del lutto, cerco di accostare la ricerca epistemologica di A.G. Gargani con il metodo psicoanalitico di S. Resnik. Il filosofo italiano, studioso di Wittgenstein, ha dedicato negli ultimi anni della sua attivitŕ, vari saggi ai lavori sulla psicosi di S. Resnik, soffermandosi sulla natura prevalentemente estetica del suo metodo, che ha definito "morfologico". Attraverso il materiale clinico, anche di tipo auto-analitico, in questo lavoro cerco di illustrare la stratificazione delle identificazioni diffuse attraverso le quali l'analista riesce a sintonizzarsi con l'elaborazione di pregressi contenuti traumatici, sia sul piano della relazione a due, che sul piano del piccolo gruppo di ricerca.
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Maravall, José Maria. "L'IDENTITÀ DELLA SINISTRA: LE POLITICHE SOCIALDEMOCRATICHE NELL'EUROPA DEL SUD." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 22, no. 3 (December 1992): 449–99. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200018888.

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Abstract:
IntroduzioneQuesto articolo intende discutere i programmi e le politiche realizzate dai partiti socialisti dell'Europa del Sud giunti al potere negli anni ottanta. Vi sono considerati i partiti socialisti spagnolo (PSOE), greco (PASOK), portoghese (PSP), italiano (PSI) e francese (PS). Per i primi tre, la democrazia costituiva un'esperienza recente, esito delle transizioni dall'autoritarismo della metà degli anni settanta; negli altri due casi, era stata invece ristabilita al termine del secondo conflitto mondiale. Tre dei partiti socialisti considerati – PSOE, PS e PASOK – giungevano al potere forti di maggioranze assolute al Parlamento e dopo una lunga esclusione dal potere. Al contrario, i partiti socialisti portoghese e italiano facevano parte di coalizioni, con l'eccezione, in Portogallo, di un breve periodo di governo monopartitico socialista, dalle elezioni del 1976 fino alla fine del 1977. Il PSI, inoltre, figura al governo come partner minore, sebbene Craxi sia stato primo ministro dal 1983 al 1987. L'analisi comparata delle politiche sarà quindi agéométrie variable: poiché la presenza di coalizioni rende difficile assumere il bilancio dell'azione del governo come indicativo di specifiche politiche socialiste, il lavoro discuterà i casi di Spagna, Francia e Grecia con maggior dovizia.
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Veland, Reidar. "Locuzioni preposizionali «evidenziative» del tipo a dimostrazione che/di e costruzioni equivalenti con l’infinito in italiano, francese e spagnolo." Revue Romane / Langue et littérature. International Journal of Romance Languages and Literatures 50, no. 1 (September 10, 2015): 51–67. http://dx.doi.org/10.1075/rro.50.1.03vel.

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Abstract:
The main aim of this article, based extensively on corpus evidence, is to describe a particular system of constructions denoting metaphorical showing in Italian: PPs introduced by a complex preposition headed by a and containing a deverbal noun, and corresponding PPs of the <;a + infinitive> type. The most frequent forms are a dimostrazione che/di and a dimostrare che/NP. Such expressions are typically, but not exclusively, used as parenthetical comments in written texts. Constructions of this kind, which have gone largely unnoticed by lexicographers and grammarians alike, are widespread in (journalistic) Italian and can be found, to some extent, also in French and, to a lesser degree, in Spanish.
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Bruzzo, Aurelio. "Le misure di politica economica per le PMI nelle ZFU italiane: opportunitŕ e problematiche." ARGOMENTI, no. 28 (June 2010): 41–60. http://dx.doi.org/10.3280/arg2010-028003.

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Abstract:
Da qualche anno le Zone franche urbane sono oggetto del dibattito di politica economica. Il governo italiano, infatti, dopo aver siglato un contratto con le 22 Amministrazioni locali interessate all'introduzione di un regime di esenzioni nelle zone piů disagiate del loro territorio, alla fine dell'anno scorso ha stravolto - per decreto - l'originario provvedimento assunto in materia. Ma in cosa consiste la politica delle ZFU adottata in Italia e quali sono le specifiche misure da questa previste a favore delle PMI? E soprattutto com'č stata sviluppata tale politica in confronto all'analoga francese cui dichiaratamente essa s'ispira? Il presente articolo, cercando di ricostruire l'intera vicenda, intende fornire una risposta a queste domande, fino a giungere a una complessiva valutazione critica, ancor prima che la politica in questione inizi a essere applicata.
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Vai, Massimo. "Osservazioni sul soggetto espletivo tra fiorentino del Due-Trecento, antico francese e volgari dell’Italia Settentrionale." Cuadernos de Filología Italiana 26 (October 2, 2019): 119–42. http://dx.doi.org/10.5209/cfit.57387.

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Abstract:
Il soggetto espletivo caratterizza la sintassi dell’italiano antico, dell’antico fracese e dell’antico provenzale. Se ne trovano numerosi esempi anche nei volgari medievali dell’Italia Settentrionale. Dal momento che le lingue romanze sono continuazione di una lingua pro-drop, il latino, non stupisce di trovare fasi pro-drop nelle più antiche testimonianze delle stesse. Tuttavia, la non obbligatorietà del pronome soggetto espresso si organizza diversamente nelle varietà medievali, che manifestano una sintassi caratterizzata da pro-drop asimmetrico: comportamento pro-drop per le proposizioni principali, rispetto a una spiccata tendenza alla presenza del pronome soggetto nelle frasi subordinate. Questo fenomeno sembra collegato a una sintassi V2: il verbo si muove nella periferia (CP) e legittima un soggetto nullo. Il movimento a CP non è possibile o comunque molto limitato nelle dipendenti (CP è occupato dai subordinatori) e il soggetto deve essere espresso con un pronome. È con questa sintassi che si intreccia la storia del pronome soggetto espletivo in antico francese, anatico provenzale, italiano antico e volgari medievali dell’Italia settentrionale. La struttura V2 è indipendente dal carattere pro-drop della lingua, ma il soggetto obbligatorio mostra più chiaramente il fenomeno V2. Parole chiave: soggetto espletivo; Verb Second; pro-drop asimmetrico; periferia sinistra della frase; sintassi delle lingue romanze medievali.
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Bianchi, Francesca. "La formazione continua tra apprendimento organizzativo e nuovi diritti individuali: i risultati di un'indagine comparata in Francia e Italia." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 120 (February 2011): 153–69. http://dx.doi.org/10.3280/sl2010-120008.

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Abstract:
L'obiettivo del saggio č il confronto dei sistemi di formazione continua francese e italiano attraverso due specifici studi di caso. Sono state realizzate interviste ai direttori delle risorse umane e/o dell'ufficio Formazione e a lavoratori di due grandi aziende bancarie per verificare l'introduzione nel 2004 di nuovi strumenti normativi tra cui il diritto individuale alla formazione (Dif), in Francia, e i Fondi paritetici interprofessionali in Italia. Se anche in ambito normativo si afferma una concezione della formazione continua che sembra evidenziare il ruolo piů attivo del lavoratore per cui la formazione viene considerata come un vero e proprio diritto individuale, una scelta che non dipende soltanto dalle decisioni imprenditoriali ma che vuole invece essere intrapresa con maggiore autonomia dal lavoratore, occorre capire fino a che punto i nuovi provvedimenti normativi sembrano rendere possibile una reale attivazione e responsabilizzazione dei soggetti.
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Toss, Michele. "La canzone sociale a parigi 1830-1848. Un'ipotesi di ricerca." SOCIETÀ E STORIA, no. 127 (July 2010): 29–62. http://dx.doi.org/10.3280/ss2010-127002.

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Abstract:
Il saggio proposto intende analizzare l'importanza della canzone sociale come strumento d'espressione popolare nella Parigi degli anni quaranta del XIX secolo. L'autore offre una panoramica storiografica internazionale degli studi sulla canzone popolare, soffermandosi soprattutto sul contesto italiano e francese. La prospettiva adottata permette all'autore di considerare il canto nella sua globalitÀ, sia come "testo" che come "pratica sociale". Attraverso il concetto di sociabilitÀ, l'attenzione si focalizza sui modi di circolazione della produzione canora. Il lavoro archivistico sulle carte di polizia permette di mettere in luce i luoghi di diffusione del canto, come la strada, i cabaret e le associazioni musicali popolari, come le goguettes. L'autore svolge uno studio approfondito dei testi musicali per presentare alcuni importanti aspetti della politica e del pensiero dell'artigiano-operaio. Si evince chiaramente la funzione della canzone come un luogo d'emancipazione, come spazio di riflessione e di rivendicazione del lavoratore.
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Raffaelli, Rosa. "La direttiva rimpatri e il reato di ingresso e soggiorno irregolare francese: principi ed effetti della sentenza Achugbabian nell'ordinamento italiano." DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no. 4 (March 2012): 73–79. http://dx.doi.org/10.3280/diri2011-004005.

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Tekavčić, Pavao. "Akten der Theodor Gartner - Tagung (Rätoromanisch und Rumänisch) in Vill/Innsbruck 1985, herausgegeben von G. A. Plangg und M. Iliescu, Romanica Aenipontana XIV, Innsbruck 1987, 413 pp." Linguistica 28, no. 1 (December 1, 1988): 153–59. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.28.1.153-159.

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Abstract:
Alla memoria del noto romanista austriaco Theodor Gartner (in seguito: G.) e stato dedicato il convegno celebrato tre anni fa a Vill/Innsbruck, di cui in queste pagine recensiamo gli Atti. Il volume contiene ben 34 contributi: 6 in italiano, 5 in francese, il resto in tedesco. Quanto agli argomenti, 3 contributi trattano temi generali, 10 sono dedicati al romancio, 3 al ladino (centrale), 5 al friulano e ben 13 al romeno. La combinazione di retoromanzo (in seguito: RR) e di romeno riflette, come si sa, i due principali domini scientifici del G. (combinazione alquanto insolita nell'Austria del suo tempo, secondo E. Coseriu, p. 277). La riputazione del G. poggia comunque sui suoi lavori RR, mentre quelli romeni sono nettamente inferiori (cfr. Coseriu, p. 278; Kramer, p. 321). Anche nel presente volume il centro è sugli studi RR, e compare (o ricompare) anche il termine retoromanzo, persino presso gli autori che peraltro non ammettono la tanto discussa unità RR (ad es. Iliescu, p. 305, nota 1).
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Paolini, Gabriele. "Pepe-Lamartine Una polemica letteraria e un duello per il Risorgimento." Italianistica Debreceniensis 25 (March 29, 2020): 64–79. http://dx.doi.org/10.34102/itde/2019/5555.

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Abstract:
Il saggio ricostruisce le reazioni provocate a Firenze dalla pubblicazione di Le dernier chant du pelerinage d’Harold di Alphonse de Lamartine (1825), ispirato all'opera incompiuta di Lord Byron. Il ritratto dell'assoluta decadenza dell'Italia contemporanea, con la definizione dei suoi abitanti di "polvere d'uomini", indignò gli intellettuali, che avrebbero voluto rispondere nell'Antologia di Vieusseux, il periodico più importante dell'epoca. Pietro Giordani intendeva anche rispondere a Lamartine pubblicando un saggio sulle Operette Morali del giovane (e ancora sconosciuto) Giacomo Leopardi, interpretato come un grande e vivente italiano. La censura ha impedito questa e altre risposte, ma non un aspro riferimento contenuto in un opuscolo dell'esiliiato napoletano Gabriele Pepe. Ferito nell'orgoglio, Lamartine (all'epoca responsabile dell'ambasciata francese a Firenze) sfidò Pepe a duello. La vittoria di Pepe suscitò un grande entusiasmo a Firenze e in tutta Italia. Il tema dell'onore offeso e vendicato con una prova di valore divenne una costante e fu imitato molte altre volte, nella realtà e nella letteratura, alimentando l'immaginazione di diverse generazioni.
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Minnaja, Carlo. "Giuseppe Peano e Louis Couturat sullo sfondo della lingua internazionale." Language Problems and Language Planning 31, no. 3 (December 6, 2007): 281–89. http://dx.doi.org/10.1075/lplp.31.3.06min.

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Abstract:
Molti studi hanno trattato la grande e diversificata attività del matematico italiano Giuseppe Peano, evidenziandone la genialità e l’originalità. Il suo carteggio con il filosofo francese Louis Couturat, recentemente pubblicato, maturato intorno al problema di una lingua internazionale per la comunicazione scientifica, evidenzia anche altri aspetti della personalità di Peano, ma soprattutto mette in luce l’impegno di Couturat nelle proposte di soluzione di tale problema. I due protagonisti convengono sulla necessità dell’adozione di una lingua artificiale, ma all’atto della scelta le vedute non sono più coincidenti. La nascita dell’Ido e il passaggio entusiasta al nuovo progetto da parte di Couturat, che prima era un appassionato fautore dell’esperanto, mentre Peano rimane un fautore del suo latino sine flexione, raffredda i rapporti tra i due e il loro contatto si interrompe bruscamente. Il carteggio è pubblicato con grande apparato critico, accuratezza di documentazione e acutezza di interpretazioni, anche se rimane qualche minima sbavatura. La questione se gli sforzi di Couturat e la nascita dell’Ido abbiano portato un vantaggio alla soluzione della comunicazione internazionale rimane senza una risposta definitiva.
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Orioles, Vincenzo. "Tra sicilianità e sicilitudine." Linguistica 49, no. 1 (December 29, 2009): 227–34. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.49.1.227-234.

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Abstract:
Tra i suffissi cosiddetti identitari, che esprimono e connotano una determinata appartenenza, conosce ultimamente in ambito italiano una crescente diffusione il tipo -itudine che ritroviamo ad esempio in sarditudine, russitudine, romagnolitudine e in altre consimili formazioni: si tratta di un paradigma derivazionale che possiamo considerare 'riattivato' dopo un periodo nel quale la sua produttività sembrava bloccata. A partire dalla caratterizzazione territoriale, -itudine finisce con l'acquistare la funzionalità di una marca di identità socioculturale e come tale ben si presta ad essere aggiunto, con una progressiva estensione funzionale, a forme nominali che evocano stili di vita (punkitudine), condizioni esistenziali (casalinghitudine, singletudine), o anche propensioni e idiosincrasie (gaffitudine). Alla base di tale nuova fortuna del modulo formativo possono essere collocate due espressioni pilota e cio è da una parte negritudine, che su sollecitazione del francese négritude si identifica con i valori delle civiltà dell'Africa nera, e dall'altra sicilitudine a cui ha garantito ampia risonanza la valenza pregnante propria dell'uso di Leonardo Sciascia. Il contributo mira ad approfondire in particolare la genesi dell'espressione sicilitudine individuandone l'onomaturgo in realtà nello scrittore Crescenzio Cane (1959) e cercando di delimitarne lo statuto rispetto alla forma concorrente sicilianità.
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Morgantini, Filippo. "Torino, piazza dello statuto." STORIA URBANA, no. 132 (February 2012): 203–26. http://dx.doi.org/10.3280/su2011-132007.

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Abstract:
Nota soprattutto per gli aspetti politici, economici e urbanistici, la Piazza Statuto a Torino propone ancora molti quesiti irrisolti circa i riferimenti culturali adottati ed i protagonisti coinvolti nella raffinata configurazione architettonica dell'uniforme complesso di edifici che la caratterizzano. Il nuovo studio evidenzia come, nella piazza edificata fra il 1864 e il 1868 per celebrare lo Statuto Albertino (la costituzione concessa dal re Carlo Alberto), alcune ingegnose proposte indirizzate a definire uno stile architettonico nazionale (Italiano), furono messe in ombra da un piů spettacolare e meglio conosciuto classicismo internazionale. Dalle complesse vicende costruttive emergono, inaspettatamente, figure di tecnici solidi e affidabili ma dalle non troppo spiccate capacitŕ creative, i cui riferimenti, nonostante la diretta partecipazione inglese, portano quasi sempre verso Parigi, sia per continuitŕ con i modelli neoclassici d'inizio secolo, sia per la forte influenza della cultura francese in tutta Europa. Con il trasferimento della capitale, ancor prima del completamento degli edifici, la piazza diviene uno dei luoghi-simbolo della nuova vocazione borghese e industriale della cittŕ, sottolineata dall'erezione del monumento agli uomini che scavarono il tunnel del Frejus; le testimonianze letterarie, pur in modo parziale e soggettivo, testimoniano, tuttavia, la difficoltŕ di assegnare funzioni simboliche a quegli spazi.
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Varga, Dániel. "Il ruolo dell’Italia per la realizzazione del progetto della Confederazione Danubiana del 1862." Italianistica Debreceniensis 25 (March 29, 2020): 146–61. http://dx.doi.org/10.34102/itde/2019/5559.

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Abstract:
Nell'autunno del 1861 fu preparato un piano franco-italiano-greco per far ribellare i popoli balcanici. I leader dell'emigrazione ungherese, in attesa di una guerra imminente, si consultarono per stabilire un'alleanza offensiva e difensiva tra Ungheria, Croazia, Serbia e Romania. Il loro obiettivo era, al contrario, nel 1848-49, di far combattere i popoli della regione del Danubio contro Vienna anziché Pest, aiutando così Torino ad acquisire Venezia. Ignác Helfy pubblicò gli elementi essenziali delle discussioni tra gli emigrati ungheresi nel quotidiano Alleanza, di cui fu anche direttore, in un pezzo dal titolo "Il programma ungherese", diventato un successo per la stampa italiana. Il Tribuno, guidato da Marco Antonio Canini, oltre a contestare l'Alleanza, chiese al giornale di rivelare tutto ciò che sapevano. Poco dopo, Canini visitò György Klapka e prepararono il piano della Confederazione Danubiana - che fu approvato anche da Vittorio Emanuele II. Canini, preparandosi per il suo tour diplomatico nella regione dei Balcani, visitò Lajos Kossuth, il quale pensava che stabilire un'alleanza di difesa sarebbe stato più realistico in quella situazione politica - ma Canini lo convinse che doveva essere creata una confederazione tra le nazioni coinvolte. I commenti di Kossuth sul piano di Klapka e Canini furono trascritti. Tuttavia, Helfy li pubblicò nel suo articolo, rendendo impossibile a Canini condurre con successo i negoziati diplomatici tra i paesi. Infine, Vittorio Emanuele II, che inizialmente voleva uno dei suoi parenti come sovrano del Regno greco e a capo della Confederazione, si ritirò dai piani per la ribellione, a causa della mancanza di sostegno francese
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Amatuzzi, Antonella. "Nathanaël Duez auteur du Guidon de la langue italienne (1641) et du Dittionario Francese Italiano (1659-1660) : un maître de langues entre continuité et innovation." Documents pour l'histoire du français langue étrangère ou seconde, no. 56 (June 1, 2016): 27–50. http://dx.doi.org/10.4000/dhfles.3927.

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Ruggiero, Antonio De. "A SAUDADE DOS SABORES E O COMÉRCIO ÉTNICO DOS IMIGRANTES ITALIANOS NO BRASIL (1875-1914)." Revista Prâksis 1 (January 1, 2018): 121. http://dx.doi.org/10.25112/rpr.v1i0.1534.

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Abstract:
Nos anos da Grande Imigração (1875-1914), muitos italianos abriram, nas principais cidades brasileiras que os acolheram, atividades comerciais no setor da alimentação. Como escreveu o jornalista Francesco Bianco depois de uma passagem no país sul-americano em 1922, “os italianos conseguiram impor a sua culinária, assumindo o domínio do paladar destes povos”. O objetivo deste artigo é analisar os aspectos distintivos do comércio étnico de gêneros alimentícios importados, que favoreceram um fenômeno de mercado induzido e permitiram a muitos italianos abrir suas próprias casas de despachos nos principais centros urbanos do país. Em particular, é enfatizado o caso de São Paulo, onde a grande quantidade de peninsulares presentes propiciou o surgimento de inúmeros empreendimentos de caráter étnico. Através de uma análise qualitativa de documentos variados como correspondências familiares, imprensa étnica e, principalmente, almanaques raros relativos aos numerosos grupos de italianos instalados no Brasil, se reflete sobre o tema da alimentação como um dos principais elementos na definição de identidades étnicas e, consequentemente, como nova possibilidade para empreendimentos comerciais nas cidades de imigração. Palavras-chave: Imigração italiana. Comércio étnico. Enogastronomia. Identidade étnicaABSTRACTIn the years of the Great Immigration (1875-1914), many Italians opened, in the most important cities of Brazil, commercial activities in the food segment. As the journalist Francesco Bianco wrote during his trip to the South-American country, “the Italians manage to impose their culinary, taking over the domain of people’s taste”. The objective of the present article is to analyze the distinctive features of the ethnic business of exchanged food products, which favored a phenomenon named “induced business” and allowed many Italians to open their own dispatch houses in the main urban centers in the country. In particular, it is emphasized the case of São Paulo, where the large amount of immigrants provide the advent of numerous ethnic enterprises. Through a qualitative analysis of varied documents such as family correspondence, ethnic press and, especially, rare almanacs related to the numerous groups of Italians living in Brazil, this article shows the theme of food as one of the main elements in the definition of ethnic identities and, consequently, as a new possibility for commercial enterprises in the cities of immigration.Keywords: Italian immigration. Ethnic business. Wine and gastronomy. Ethnic Identity.
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Bescós, Pere. "Tècniques i mètodes de traducció de Francesc Alegre a La primera guerra púnica (1472)." SCRIPTA. Revista Internacional de Literatura i Cultura Medieval i Moderna 10 (December 6, 2017): 68. http://dx.doi.org/10.7203/scripta.10.11075.

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Abstract:
Resum: L’any 1472 Francesc Alegre va traduir al català la versió italiana dels Commentarii tres de primo bello punico de Leonardo Bruni. En l’article s’ha comparat exhaustivament el català amb sis manuscrits italians i l’original llatí. Les divergències entre original i traducció s’han ordenat en tres categories: addicions, eliminacions i modificacions. La metodologia d’Alegre oscil·la des d’una traducció literal a una traducció del sentit de l’original. Els resultats seran comparats posteriorment amb els mètodes d’Alegre a les Transformacions d’Ovidi amb l’objectiu de definir Francesc Alegre com a traductor. Paraukes clau: Leonardo Bruni, Francesc Alegre, Història de la traducció, Primera guerra púnica, Crítica textual Abstract: In 1472 Francesc Alegre translated the Italian version of the Commentarii tres de primo bello punico of Leonardo Bruni. In this article we have compared thoroughly the Catalan with six Italian manuscripts and the original text in Latin. The divergences between original and translation have been ordered in three categories: additions, eliminations and modifications. Alegre’s methodology oscillates from a literal translation to a translation of original’s meaning. The results of this article will be compared later with Alegre’s methodology translating the Transformacions of Ovid. The ultimate objective is to define Francesc Alegre as a translator. Keywords: Leonardo Bruni, Francesc Alegre, Literary translation, First Punic war, Textual criticism
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Humbley, John. "De Gioia, Michele et Marcon, Mario, dir. (2014) : Mots de médiation. Un lexique bilingue français-italien/Parole di mediazione. Un lessico bilingue francese-italiano. Préface de Michèle Guillaume-Hofnung. Padoue : Padova University Press, 294 p." Meta: Journal des traducteurs 60, no. 3 (2015): 654. http://dx.doi.org/10.7202/1036154ar.

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Cherobin, Nicoletta. "Casa-grande e senzala, de Gilberto Freyre, na Itália: exemplos de escolhas tradutórias extraídos da análise paratextual." O Eixo e a Roda: Revista de Literatura Brasileira 25, no. 1 (August 19, 2016): 133–56. http://dx.doi.org/10.17851/2358-9787.25.1.133-156.

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Abstract:
Este artigo tem como objetivo apresentar exemplos de escolhas tradutórias ligadas a um léxico tipicamente brasileiro evidenciadas a partir da análise de uma seleção de paratextos da versão italiana de Casa-grande e senzala: formação da família brasileira sob o regime de economia patriarcal (1933), de Gilberto Freyre, publicada com o título Padroni e schiavi e traduzida por Alberto Pescetto, em 1965, pela editora Einaudi. Para atingir este objetivo e embasar teoricamente este artigo, utilizaram-se contribuições de teóricos dos Estudos da Tradução (TOROP, 2010; BAKER, 1998; VENUTI, 1999; GENTZLER, 1998), mas sobretudo dos estudos paratextuais (GENETTE, 1989; YUSTE FRIAS, 2010; TORRES, 2011). A análise de alguns paratextos selecionados (representados pela capa, os prefácios e o glossário) proporcionou a apresentação da ligação entre as traduções produzidas, da mesma obra, em diversos contextos culturais e geográficos: o estadunidense, o francês e o italiano. De fato, a produção de Padroni e schiavi conta com a contribuição dos intelectuais franceses da École des Annales [Escola dos Anais] e, indiretamente, do brasilianista Samuel Putnam, responsável pela tradução estadunidense usada como referência para a tradução francesa e, em seguida, a italiana. Como conclusão foi possível evidenciar também algumas caraterísticas meramente distintivas deste último contexto histórico e cultural de recepção.
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Policastro Ponce, Gisella. "Anglicismos léxicos en la prensa italiana, francesa y española." Futhark. Revista de Investigación y Cultura, no. 14 (2019): 139–50. http://dx.doi.org/10.12795/futhark.2019.i14.09.

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Abstract:
El presente trabajo aborda el estudio de los anglicismos léxicos presentes en los textos de índole periodística en italiano, francés y español. Para ello, se ha elaborado un corpus con los textos periodísticos más destacados durante el año 2018 en la prensa italiana, francesa y española, se han extraído los préstamos lingüísticos procedentes del inglés y, en las páginas siguientes, se llevará a cabo un análisis contrastivo al objeto de considerar la presencia de dichos préstamos léxicos en cada lengua.
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Ranieri, Filippo. "Hacia los orígenes del derecho civil europeo. Algunas observaciones sobre las relaciones entre pandectística alemana y doctrina civilista italiana en materia de negocio jurídico." Revista de Derecho Privado, no. 28 (June 18, 2015): 13. http://dx.doi.org/10.18601/01234366.n28.02.

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Abstract:
<p>La historia del derecho civil italiano del último siglo estuvo marcada por un acontecimiento de gran relevancia: la sustitución de la influencia francesa por la alemana. Sin embargo, esta influencia ha disminuido desde hace algunas décadas. Hoy en día es marcado el interés que la cultura italiana muestra por el modelo angloamericano. A pesar de ello, el estudio de este capítulo fundamental de la reciente historia del derecho privado europeo, al cual podemos denominar “pandectística italiana”, podría facilitar la comprensión de ciertos caracteres estructurales del derecho civil italiano y mantener en vida la conciencia de un aspecto de la cultura iusprivatista que Italia comparte con Alemania y otros países europeos.</p>
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Miletti, Marco Nicola. "Le facce d’un diamante. Appunti per una storia dell’immediatezza nella procedura penale italiana." Revista Brasileira de Direito Processual Penal 7, no. 2 (August 29, 2021): 827. http://dx.doi.org/10.22197/rbdpp.v7i2.596.

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Abstract:
Il saggio ripercorre alcune tappe dell’evoluzione del principio di immediatezza nella procedura penale italiana, entro l’arco cronologico compreso tra la fine del secolo XVIII e il codice Finocchiaro-Aprile del 1913. Dopo una breve rassegna delle diverse definizioni del lemma e un cenno diacronico alla demarcazione dal concetto di oralità, la ricerca muove dagli spunti offerti da ‘pionieri’ quali Francesco Mario Pagano e Niccola Nicolini; esamina la letteratura europea (francese e, soprattutto, tedesca) che permeò la riflessione dei giuristi italiani; quindi si addentra nella stagione post-unitaria. Quest’ultima fu connotata dal contrasto tra un codice di rito (1865) ancora prettamente inquisitorio e una dottrina tutt’altro che compatta: se i primi commentari e, ancor piú, la scuola carrariana classificavano l’immediatezza tra i canoni inderogabili della giustizia liberale, la scuola positiva vi scorgeva un indebito cedimento alle interferenze popolari ed emotive nel dibattimento. La lunga elaborazione del codice Finocchiaro-Aprile non solo stimolò un serrato confronto dottrinale ma partecipò a quel movimento per l’oralità grazie al quale Chiovenda confidava di modernizzare il rito civile e penale.
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Pavani, Giorgia. "Estudio constitucional y legal del modelo territorial italiano." Prolegómenos 9, no. 17 (June 23, 2006): 161–77. http://dx.doi.org/10.18359/prole.2590.

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Abstract:
<p>El artículo 114 de la Constitución italiana, modificado en el 2001, establece que «la República está constituída por los Municipios, las Provincias, las Ciudades metropolitanas, las Regiones y el Estado». Para poder comprender mejor las diferentes tendencias de la descentralización, así como el estado actual de la materia en Italia, es necesario proporcionar, aunque en forma breve, algunas nociones históricas.</p><p>Desde la caída del imperio romano hasta 1861 1 Italia ha estado dividida; el territorio italiano durante muchos siglos fue dominado por diferentes potencias extranjeras: la Iglesia en el centro, los Bórbones en el sur, los austriacos y los franceses en el norte, y mucho antes todavía había sido invadida por los pueblos bárbaros. Sin embargo, las diferentes formas de dominación extranjera no pudieron eliminar el poder municipal que desde el medioevo y hasta el período de la Unificación de Italia siempre ha estado presente. La mayoría de las ciudades italianas (Florencia, Milán, etc.) estaban organizadas a nivel territorial en forma de Municipios con autonomía propia</p>
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Wright, A. D. "French policy in Italy and the Jesuits, 1607–38." Papers of the British School at Rome 75 (November 2007): 275–86. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200003561.

Full text
Abstract:
LA POLITICA FRANCESE IN ITALIA E I GESUITI, 1607–38Agli inizi della guerra dei Trent'anni (1618–48) le ostilità affliggevano la penisola italiana, benché il conflitto fosse iniziato nei territori boemi e tedeschi. Queste estensioni della guerra erano dovute in gran parte all'intervento francese nella penisola, anche prima che la Francia entrasse apertamente nella guerra principale (1635). Un simile intervento preliminare minacciò da solo di sciogliere la solidarietà cattolica, per cui fu criticato non solo in Italia ma, nella Francia stessa, anche da alcuni estremisti cattolici, che si opponevano alia politica estera del cardinale Richelieu, primo ministro di Luigi XIII. Un recente studio ha dimostrato convincentemente che la presenza, durante la guerra, presso varie corti cattoliche, di confessori della casa reale rappresentati dalla Compagnia di Gesù non risultava in nessuna normale politica adottata dagli stati cattolici che furono coinvolti nella guerra. Un'ulteriore ricerca negli archivi centrali dei Gesuiti a Roma, qui presentata, rivela quanto complessi e ambigui erano gli interessi della società, quando la politica francese colpiva gli affari italiani.
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Macaro, Ernesto. "Review of recent research (2000–2008) on applied linguistics and language teaching with specific reference to L2 Italian." Language Teaching 43, no. 2 (March 3, 2010): 127–53. http://dx.doi.org/10.1017/s0261444809990358.

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Abstract:
L'apprendimento della lingua italiana come lingua straniera (L2), probabilmente per motivazioni storico-culturali, è di carattere specialistico. Di conseguenza, l'impronta globale della lingua italiana, rispetto ad altre lingue straniere come l'inglese, lo spagnolo ed il francese, risulta essere abbastanza limitata. Sorprende quindi il fatto che in diversi progetti di ricerca, nel campo della linguistica applicata e dell'apprendimento delle L2, l'italiano sia la lingua studiata dai partecipanti oggetto di studio. Questa rassegna di studi verte ad identificare gli approfondimenti della ricerca nel campo dell'apprendimento della lingua italiana come seconda lingua piuttosto che il contributo dell'italiano alla teoria della SLA in genere. Inoltre, ha l'obbiettivo di valutare lo stato attuale della lingua italiana nell'ambito dell'istruzione formale. L'autore suggerisce la presenza di un rapporto tra la comprensione del processo di apprendimento della lingua italiana e la richiesta dell'italiano come L2. Questa rassegna riassume e categorizza quasi settanta studi condotti in una varietà di contesti educativi e offre proposte e stimoli per futuri progetti di ricerca.Italian has for many years been considered somewhat of a specialist language when studied as a second language (L2) and this is perhaps due to historical and cultural factors. Its footprint worldwide compared to such languages as English, Spanish and French is therefore somewhat limited. Surprisingly, however, there is a considerable body of research in applied linguistics and second language acquisition (SLA) in which Italian features as the language being studied. This review sought to identify the extent to which the research provided specific insights into how Italian as a second or foreign language (L2 Italian) is learnt as opposed to the ways in which it has contributed to SLA theory-building more generally. In addition, it sought to assess how well Italian is holding up as a language being learnt in formal instructed contexts. The author suggests that insights into the learning of Italian and uptake by Italian students may be inter-related. The present review summarises and categorises nearly seventy empirical studies conducted in a variety of educational contexts and offers suggestions for future avenues of research.
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