Academic literature on the topic 'L-OR/12: LINGUA E LETTERATURA ARABA'

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Dissertations / Theses on the topic "L-OR/12: LINGUA E LETTERATURA ARABA"

1

Sabella, Serena <1988&gt. "Islam e omosessualità: il profeta Lot nella letteratura religiosa in lingua araba." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4733.

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Abstract:
Interrogando alcuni testi fondativi in lingua araba, il presente lavoro intende investigare come la tradizione musulmana abbia dato forma al proprio modo di concepire l’ omosessualità. Oltre che per comprendere la tradizione, si ritiene che tale indagine sia fondamentale per introdursi al mondo musulmano contemporaneo, in particolare al modo in cui esso si rappresenta i rapporti tra individui dello stesso sesso oggi. L’idea parte da moderne tendenze esegetiche che invitano ad una cosiddetta “ermeneutica queer” delle fonti primarie dell’ islam. Se per molti l’ipotesi è ancora azzardata, tuttavia questo orientamento è indice di quanto il discorso sul rispetto dei diritti fondamentali e quello sulla necessità di un mondo inclusivo siano parte del dibattito tanto presso gli studiosi quanto presso la società civile di religione musulmana. Le tendenze esegetiche moderne provano, infatti, a rispondere ai bisogni espressi dai movimenti associativi dando vita a una dinamica attiva su scala transnazionale. Una molteplicità di intersezioni ha così luogo, coinvolgendo non solo i musulmani della diaspora ma anche i paesi a maggioranza musulmana. In considerazione di ciò, analizzando lingua e modalità di narrazione, il presente lavoro prende avvio dalla storia coranica del profeta Lot. Comune alla tradizione islamica e a quella ebraico-cristiana, questo episodio è un riferimento trasparente alle relazioni tra individui dello stesso sesso nel mondo musulmano diventando anzi un paradigma di interpretazione negativa. La storia di Lot si ritrova in molteplici fonti primarie oltre che nel Corano: tafsīr (pl. tafāsīr) o commentari coranici, Qiṣaṣ al-Anbiyā’ o Storie dei Profeti, liste dei maggiori vizi/peccati note come al-Kabā’ir o Enormità. Con attenzione al lessico e ai contenuti estratti da questi generi, la storia di Lot viene qui declinata e la posizione degli ulema analizzata in una prospettiva diacronica. // The main goal of the following work is to investigate how Muslim tradition has shaped its view upon homosexuality by enquiring some of the grounding texts of Islam in Arabic language, an essential key to understand both Muslim tradition and the contemporary Muslim world. Particularly, this is the groundwork to comprehend how same-sex relationships are nowadays represented within Muslim contexts. Such an idea draws on modern exegetical trends, that are inviting Muslims all over the world to apply a “queer hermeneutics” on Islam’s primary sources. Despite being largely considered unwise and imprudent, such a stance shows how active the narrative upon fundamental rights and social inclusion is among both Muslim scholars and civil society. Indeed, modern exegesis perspectives meet more and more social movements’ requests, taking the issue on a transnational scale. Consequently, such intersections between modern exegesis perspectives and social movements can be noticed among Muslim-majority countries and also within Muslim Diaspora. By providing an enquiry method based on language and contents analysis, the following research begins with investigating the qur’anic story of the prophet Lot. Belonging to Judaeo-Christian tradition as well as Muslim, it is indeed a ready-reference to same-sex relationships within the Muslim world, no doubt negatively portrayed. Lot’s story occurs in many primary sources other than the Qur’an: tafsīr (pl. tafāsīr) or exegetical works, Qiṣaṣ al-Anbiyā’ known as Stories of the Prophets, major vices lists or al-Kabā’ir, Enormities. Paying attention to lexis and contents, the present research investigates such major works and recounts the story of Lot together with ulama’s viewpoints.
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Zorgui, Asmaa <1991&gt. "Tra segni e realtà dialettali: la lingua araba dei segni." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12804.

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Abstract:
Non si può non comunicare, non esiste un comportamento che non sia comunicativo.” È il primo degli assiomi della comunicazione messi sotto definizione da Paul Watzlawick nel testo “Pragmatica della comunicazione umana. Studio dei modelli interattivi, delle patologie e dei paradossi” del 1971 ispirato dalla scuola di Palo Alto. Tra i vari tipi di sistemi comunicativi si sceglie da mettere sotto tesi, quello silente basato su sguardi e gesti. Il soggetto del presente lavoro è la lingua dei segni e in particolare un progetto iniziato più di dieci anni nei paesi arabofoni. L’intento è quello di unificare per rendere standard il sistema linguistico usato dai sordi che vivono in tutti quei paesi che riconoscono a livello costituzionale l’arabo come lingua ufficiale. Può sorgere un interrogativo abbastanza comune tra gli udenti in merito all'esistenza o meno di una lingua universale e comune a tutti i sordi senza distinzione di cultura o altro. La risposta è negativa seppur positivo è il fatto che ogni lingua dei segni è in parte ispirata dalla rispettiva lingua parlata di un determinato paese. Ad esempio;il nome Treviso in lingua dei segni si indica portando le tre dita all'altezza del volto e facendo girare la mano in senso orario giocando e dividendo il nome in “tre” e “viso”. Una definizione più precisa e completa è presa in prestito da Virginia Volterra alla quale spetta il primato della definizione “lingua dei segni” nel 1987. Di seguito: “Abbiamo scelto di usare il termine lingua dei segni proprio per sottolineare che si tratta di una lingua a tutti gli effetti e per differenziarci da un tipo di tradizione che non ha mai voluto riconoscere a questa forma di comunicazione lo stesso status della lingua vocale. Se intendiamo con il termine lingua un sistema di simboli relativamente arbitrario e di regole grammaticali che mutano nel tempo e che i membri di una comunità condividono e usano per scopi diversi per interagire gli uni con gli altri,[…] per trasmettere la loro cultura di generazione in generazione, non c’è dubbio che la comunicazione usata dai sordi è una lingua” (Volterra, 1987, pp. 12-13).
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Calamelli, Elisabetta <1985&gt. "Lingua araba e cultura marocchina in classe: il mantenimento della lingua e cultura d'origine per i figli di migranti. Storia di un'esperienza veneta." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1862.

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Abstract:
Nel contesto di un’Italia plurilingue e multiculturale il tema delle seconde generazioni di migranti e di una loro inclusione nel sistema sociale ed economico italiano che ne rispetti e valorizzi specificità e competenze, è oggi una questione fondamentale per il sistema d’istruzione nazionale e per un'area caratterizzata da una forte presenza migratoria come il Veneto. Questa ricerca si propone di tracciare la traiettoria di due corsi di mantenimento della lingua e cultura d’origine per i figli di migranti arabofoni, realizzati dal 2006 ad oggi in Veneto. Nel primo caso si tratta di un progetto sperimentale, realizzato in una decina di scuole venete dal 2006 al 2009, in attuazione di un accordo di Cooperazione culturale tra il Regno del Marocco e la Repubblica italiana: in particolare la ricerca si focalizzerà sui corsi attuati nella scuola “Primo Maggio” di Treviso. Il secondo caso studiato è il corso attualmente in atto presso un’associazione marocchina che ha sede a Montebelluna, dove opera lo stesso docente inviato dal Regno del Marocco che era stato protagonista della precedente esperienza istituzionale, non rinnovata alla fine dell'a.s. 2008-2009. È stato scelto di utilizzare una metodologia di ricerca di tipo qualitativo, secondo la quale è stata svolta un’analisi approfondita dei casi di studio, attraverso la raccolta di dati e testimonianze degli attori protagonisti, lo studio del contesto e l’osservazione partecipante nella scuola dell’associazione di Montebelluna. L’obiettivo di questo elaborato è quello di analizzare alcune questioni salienti del dibattito oggi in atto sul mantenimento della lingua e cultura d’origine, a partire dall’esperienza osservata: la tesi, che è emblematicamente costruita secondo un constante dialogo tra teoria e prassi, porterà alla luce la distanza tra gli obiettivi asupicati nelle normative di riferimento e la situazione attualmente riscontrata, e si conclude con delle indicazioni precise sulle condizioni e le proposte decisive che potrebbero cambiare le sorti dell’iniziativa nel contesto specifico studiato. Infine l’elaborato si propone di aprire la strada ad un dibattito più approfondito sulle modalità e prerogative che dovrebbero caratterizzare dei corsi di mantenimento della lingua e cultura d’origine che mirino ad un’equilibrata inclusione sociale e ad una reale valorizzazione linguistica delle seconde generazioni di migranti arabofoni in Veneto.
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De, Sario Annalisa <1992&gt. "L'influenza della lingua araba in Italia: analisi etimologica di alcuni prestiti commerciali e scientifici." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/11643.

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Abstract:
L'arrivo degli Arabi nel Mediterraneo durante l'alto Medioevo rappresenta un momento importantissimo per l' Occidente in quanto la loro cultura influenzerà in maniera significativa il mondo cristiano. La presenza araba in Italia ha contribuito alla diffusione di concetti, strumenti, materiali e tecniche del tutto nuove. Il presente studio si propone di descrivere in particolar modo l'influenza linguistica che gli Arabi hanno esercitato durante la loro dominazione nell'Italia settentrionale, presentando e analizzando, nei limiti del possibile, alcune voci di origine araba, che chiameremo arabismi, presenti nella lingua italiana. Il lavoro si apre con la descrizione dell'etimologia, la branca della linguistica che studia l'origine delle parole, e delle varie tendenze etimologiche moderne e prosegue con l'esposizione delle vicende storiche e culturali che hanno interessato l'Italia meridionale e gli Arabi. Lo studio procede con una lista di arabismi analizzati dal punto di vista storico ed etimologico, e si conclude con l'osservazione delle modalità con cui le voci arabe si sono integrate nel sistema linguistico italiano.
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Aqeel, Mohammad Shadi <1976&gt. "Didattica dell’arabo come lingua seconda. Metodi a confronto da Al-Ḥadīdī a Madkūr." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15517.

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Abstract:
Abstract Questo elaborato fa luce sui problemi dell’insegnamento della lingua araba, e sui metodi volti a risolvere e migliorare l’apprendimento attraverso una ricerca scientifica, riferita agli anni 50’-60’ e al periodo contemporaneo, per arricchire l’argomento si dedica un capitolo dell’elaborato alla traduzione dall'arabo all'italiano di una parte del libro dell’autore egiziano ʿAlī Al-Ḥadīdī intitolato: “Il problema dell’insegnamento della lingua araba per gli stranieri”, quest’opera tratta i principi fondamentali del metodo d’insegnamento, e illustra gli ostacoli e gli intralci che lo studente straniero incontra durante lo studio di questa lingua, l’intento è quello di affinare la comprensione degli studenti stranieri i quali hanno dimostrato un ampio interesse per l’aspetto culturale oltre che per quello linguistico della lingua araba in sé; tutto ciò viene incentivato per raggiungere esiti più elevati in minor tempo possibile.
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Shoul-Zarghani, Maral <1996&gt. "DA DĀR AL-FATĀ AL-‘ARABĪ AL TAMER INSTITUTE: LA LETTERATURA PER L’INFANZIA IN PALESTINA." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21577.

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Abstract:
Il mondo dell’editoria araba, e in particolare dell’editoria legata alla letteratura per l’infanzia e i giovani, conosce una svolta decisiva tra il 1973 e il 1974. In quegli anni una questione fondamentale smuove gli animi degli intellettuali arabi: quale futuro spetta ai giovani? Nasce così la prima e più importante casa editrice panaraba, Dār al-Fatā al-‘Arabī, che con le sue pubblicazioni per bambini si interroga sull’infanzia e su come indirizzarsi ai piccoli lettori arabi. La letteratura per l’infanzia è specchio della società in cui viene prodotta per cui le prime produzioni della casa editrice seguono da vicino la questione palestinese. Il solco tracciato da Dār al-Fatā al-‘Arabī è di impulso alla nascita di altre case editrici all’interno degli stati nazionali che danno vita ad un vero e proprio mercato editoriale. Il mondo dell’editoria in Palestina, però, ha avuto un suo sviluppo influenzato dalle questioni politiche. L’obiettivo di questa ricerca è di rintracciare le realtà dell’editoria infantile nate in un mondo caratterizzato da un lungo ed interminato conflitto, e in una società in cui il fattore demografico è di fondamentale importanza per gli sviluppi futuri, considerato l’elevato tasso di natalità della popolazione palestinese rispetto a quella israeliana: dopo un breve periodo di crescita del tasso di fertilità delle donne in Israele, nel 2018 ha raggiunto 3.09, contro 3.6 della Palestina . Quei bambini saranno gli adulti di domani. In questo campo, è stata ed è tutt’ora fondamentale l’attività di realtà editoriali e culturali come l’Istituto Tamer, la cui sede si trova nella città di Ramallah, che si occupa di aiutare la crescita dei bambini, una crescita all’insegna della lettura e dell’apprendimento. Nel fare ciò, si evidenzieranno non solo i principali attori di questo genere, scrittori e illustratori, ma anche i principali temi che vengono trattati, veicolando quegli stimoli cognitivi ed emotivi fondamentali nella crescita dei giovani. L’analisi di libri, scritti e pubblicati in periodi differenti mi permetterà di poterne rintracciare le tematiche ed evidenziare gli aspetti letterari ed artistici che verranno indagati anche sul piano formale.
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Iazzetta, Giacomo <1995&gt. "Lingua e identità nella Tunisia postcoloniale: il ruolo delle politiche linguistiche nella formazione dell'identità tunisina." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17390.

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Abstract:
La formazione dell’identità nazionale tunisina nell’epoca postcoloniale costituisce un elemento in continuo divenire, mutevole come gli atteggiamenti dei diversi governi che si sono succeduti nel corso degli anni. In un contesto multilingue come quello tunisino, le politiche linguistiche attuate in determinati settori della società possono rappresentare determinate volontà di manipolazione della società, laddove le lingue diffuse sul territorio nazionale non possiedono il medesimo statuto e riconoscimento. Le lingue, non solo possono essere intese come dei veicoli di un certo sistema di valori, ma possono di conseguenza contribuire a generare disuguaglianze e disparità in una comunità culturalmente e linguisticamente eterogenea. L’analisi proposta cerca di mettere in luce attraverso un iniziale excursus storico delle politiche linguistiche del paese e tramite un’osservazione mirata sul settore educativo attuale, le modalità e le motivazioni che hanno spinto lo stato tunisino alla creazione di uno specifico panorama linguistico-identitario nazionale.
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Jungmannova, Kamila <1970&gt. "Il verbo nel Kitāb al-Usūl fi-l-nahw di Ibn al-Sarrāg: aspetti morfosintattici e semantici." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3793.

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Cunetto, Marco <1987&gt. "La demagogia totalitaria nel discorso zanga zanga di Mu'ammar al-Qaḏḏāfī: un approccio pragmaretorico." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1551.

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Olivieri, Simona <1988&gt. "Questioni di grammatica controverse: alcuni esempi dal Kitab al-insaf di al-Anbari (m. 577/1181)." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1810.

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