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Dissertations / Theses on the topic 'L-OR/13 Armenistica, caucasologia, mongolistica e turcologia'

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Aimi, Chiara <1984&gt. "La versione armena del libro V delle Leggi di Platone: edizione critica con commento e note al testo." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7362/1/aimi_chiara_tesi.pdf.

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Abstract:
Il presente lavoro intende fornire un’edizione critica e commentata della versione armena del Libro V delle Leggi di Platone. Il dialogo ci è giunto tramite un unico testimone, relativamente recente, il manoscritto della Biblioteca dei PP. Mechitaristi di San Lazzaro nr.1123, insieme a Timeo, Minosse, Eutifrone, Apologia. Nonostante queste traduzioni abbiano suscitato interesse tra gli studiosi, non ne è mai stata approntata un’edizione critica: quelle dei Mechitaristi (1877 e 1890) non costituiscono una fonte affidabile. Si offre per la prima volta la descrizione codicologica e paleografica del codex unicus, proponendo indizi per una più precisa datazione. Si presenta inoltre un breve excerptum del Timeo, rinvenuto in un esemplare legato all’“Università di Glajor” (XIII-XIV sec.): è quindi il più antico testimone manoscritto delle traduzioni platoniche. La porzione di testo in questione è qui collazionata con V 1123. La traduzione del libro V è poi confrontata sistematicamente con il Parisinus graecus 1807 e il Vaticanus graecus 1, i due portatori di tradizione: si esclude la dipendenza diretta della traduzione da ciascuno di essi, sebbene condividano alcuni errori; si rilevano invece significativi accordi con il “libro del Patriarca” citato in margine al secondo. La lingua della traduzione è fortemente grecizzante ma non servile nei confronti del testo greco: i grecismi si alternano a costruzioni dell’armeno classico, e a volte sono indipendenti dal testo di partenza. Il traduttore dimostra una buona comprensione del testo platonico: ciò emerge particolarmente nella resa dei termini tecnici. Alcune rese peculiari forse si rifanno alla tradizione esegetica greca. Il testo critico, con greco a fronte, riproduce il codex unicus, correggendo solo le più evidenti corruttele. In apparato sono segnalate le divergenze tra manoscritto e editio princeps, le lezioni dei testimoni greci e le congetture sull’armeno proposte dagli studiosi; i singoli passi sono analizzati nel commento a piè di pagina.
The present work offers a critical, annotated edition of the Armenian version of Plato’s Laws, Book V. The dialogue is extant in a sole, late witness (Biblioteca dei PP. Mechitaristi di San Lazzaro, ms 1123) together with Timaeus, Minos, Euthyphron, Apology. Despite the interest they generated among scholars, a critical edition is not available yet: the Mekhitarist editions (1877 and 1890) are not a reliable source. A codicological and palaeographical description of the codex unicus is given here for the first time, offering clues for a more accurate dating. A short excerptum of Timaeus, found in a manuscript connected to the University of Glajor (XIII - XIV c.), thus representing the most ancient witness of Plato’s translation, is here edited and collated with V 1123. The version of Laws, Book V is studied in close comparison with Parisinus graecus 1807 and Vaticanus graecus 1, in order to define its relation with the two witnesses. In this respect, direct dependence is excluded in both cases, although they both share some errors with the version; we have found instead significant agreements with the "Book of the Patriarch" quoted in the margins of the second. The translation, although strongly Hellenizing, is not slavish: grecisms coexist alongside classical Armenian structures, and sometimes do not correspond to any equivalent expression in the source text. The translator shows a good understanding of Plato’s text: this is particularly clear in the rendering of technical terms. Some peculiar choices may be explained with reference to the Greek exegetical tradition. The critical text reproduces the codex unicus, rectifying only obvious errors of the Armenian textual transmission. The apparatus records divergences between the manuscript and the editio princeps, conjectures from previous scholars and different readings of the greek witnesses; comments on single passages are given in the footnotes.
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Aimi, Chiara <1984&gt. "La versione armena del libro V delle Leggi di Platone: edizione critica con commento e note al testo." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7362/.

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Abstract:
Il presente lavoro intende fornire un’edizione critica e commentata della versione armena del Libro V delle Leggi di Platone. Il dialogo ci è giunto tramite un unico testimone, relativamente recente, il manoscritto della Biblioteca dei PP. Mechitaristi di San Lazzaro nr.1123, insieme a Timeo, Minosse, Eutifrone, Apologia. Nonostante queste traduzioni abbiano suscitato interesse tra gli studiosi, non ne è mai stata approntata un’edizione critica: quelle dei Mechitaristi (1877 e 1890) non costituiscono una fonte affidabile. Si offre per la prima volta la descrizione codicologica e paleografica del codex unicus, proponendo indizi per una più precisa datazione. Si presenta inoltre un breve excerptum del Timeo, rinvenuto in un esemplare legato all’“Università di Glajor” (XIII-XIV sec.): è quindi il più antico testimone manoscritto delle traduzioni platoniche. La porzione di testo in questione è qui collazionata con V 1123. La traduzione del libro V è poi confrontata sistematicamente con il Parisinus graecus 1807 e il Vaticanus graecus 1, i due portatori di tradizione: si esclude la dipendenza diretta della traduzione da ciascuno di essi, sebbene condividano alcuni errori; si rilevano invece significativi accordi con il “libro del Patriarca” citato in margine al secondo. La lingua della traduzione è fortemente grecizzante ma non servile nei confronti del testo greco: i grecismi si alternano a costruzioni dell’armeno classico, e a volte sono indipendenti dal testo di partenza. Il traduttore dimostra una buona comprensione del testo platonico: ciò emerge particolarmente nella resa dei termini tecnici. Alcune rese peculiari forse si rifanno alla tradizione esegetica greca. Il testo critico, con greco a fronte, riproduce il codex unicus, correggendo solo le più evidenti corruttele. In apparato sono segnalate le divergenze tra manoscritto e editio princeps, le lezioni dei testimoni greci e le congetture sull’armeno proposte dagli studiosi; i singoli passi sono analizzati nel commento a piè di pagina.
The present work offers a critical, annotated edition of the Armenian version of Plato’s Laws, Book V. The dialogue is extant in a sole, late witness (Biblioteca dei PP. Mechitaristi di San Lazzaro, ms 1123) together with Timaeus, Minos, Euthyphron, Apology. Despite the interest they generated among scholars, a critical edition is not available yet: the Mekhitarist editions (1877 and 1890) are not a reliable source. A codicological and palaeographical description of the codex unicus is given here for the first time, offering clues for a more accurate dating. A short excerptum of Timaeus, found in a manuscript connected to the University of Glajor (XIII - XIV c.), thus representing the most ancient witness of Plato’s translation, is here edited and collated with V 1123. The version of Laws, Book V is studied in close comparison with Parisinus graecus 1807 and Vaticanus graecus 1, in order to define its relation with the two witnesses. In this respect, direct dependence is excluded in both cases, although they both share some errors with the version; we have found instead significant agreements with the "Book of the Patriarch" quoted in the margins of the second. The translation, although strongly Hellenizing, is not slavish: grecisms coexist alongside classical Armenian structures, and sometimes do not correspond to any equivalent expression in the source text. The translator shows a good understanding of Plato’s text: this is particularly clear in the rendering of technical terms. Some peculiar choices may be explained with reference to the Greek exegetical tradition. The critical text reproduces the codex unicus, rectifying only obvious errors of the Armenian textual transmission. The apparatus records divergences between the manuscript and the editio princeps, conjectures from previous scholars and different readings of the greek witnesses; comments on single passages are given in the footnotes.
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Lucca, Paolo <1978&gt. "La prima versione armena di 1-2 Cronache: edizione critica." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2007. http://hdl.handle.net/10579/175.

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Contin, Benedetta <1980&gt. "La version arménienne des oeuvres grecque de David l'Invincible: recherches sur la formation du vocabulaire épistémologique arménien." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2011. http://hdl.handle.net/10579/1137.

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Abstract:
Con questa ricerca ho cercato di approfondire l’analisi testuale, sia linguistica sia concettuale, delle versioni armene e greche di tre trattati filosofici (Prolegomena philosophiae/Definizioni e Divisioni della filosofia, Commento all’Isagoge di Porfirio, Commento alle Categorie di Aristotele) e della versione armena del Commento agli Analitici Primi di Aristotele, attribuiti a Davide l’Invincibile, commentatore neoplatonico attivo ad Alessandria, probabilmente tra la metà e la fine del VI secolo. Non potendo condurre un’analisi sistematica di tutte le questioni filosofiche affrontate e/o sottese nei quattro trattati mi sono concentrata su alcuni concetti epistemologici di particolare importanza nelle speculazioni filosofiche dell’epoca tardo-antica. Ho condotto un’analisi contrastiva sul modo in cui la coppia antinomica di matrice aristotelica, “in atto-in potenza”, (la locuzione kath’energeian e il sostantivo energeia) è resa in armeno, soprattutto nelle Definizioni e nel Commento all’Isagoge, sulla modalità di resa della coppia di termini greci energeia-epinoia e, infine, sul significato dato ai termini attinenti alla sfera epistemologica e gnoseologica (ennoia/mtacowt‘iwn, epinoia/makamtacowt‘iwn, dianoia/tramaxohowt‘iwn, noûs/mitk‘) sia nelle versioni greche che armene dei tre trattati e nella versione armena del Commento agli Analitici Primi. Lo scopo dello studio è di dimostrare l’ipotesi di partenza, formulata dopo aver tradotto in italiano la versione armena dei Prolegomena, cioè che la versione armena dei Prolegomena non è una traduzione pedissequa o parafrasata del testo greco originale, come nel caso di altre traduzioni armene dello stesso periodo. Essa è piuttosto una rielaborazione del greco sulla base di altre fonti della tradizione neoplatonica cristianizzata, medio-platonica e stoica, che presuppone sia stata redatta da Davide stesso o da uno dei discepoli della sua cerchia, dopo il ritorno in Armenia da Alessandria. Gli interventi da parte dell’armeno sul lessico, sulla struttura testuale con frequenti riduzioni di esempi e di rimandi che si leggono nel greco, ed infine, sui concetti espressi, forniscono delle argomentazioni a favore della mia ipotesi. Nel corso della ricerca ho rilevato anche altri aspetti linguistici dei testi esaminati e la loro somiglianza o divergenza con/da i commentatori neoplatonici della scuola di Alessandria ed, in particolare, della cerchia di Ammonio.
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Grelow, Weronika Joanna <1983&gt. "The instrumental usage of a aulturalist “White-Black” dichotomy in the Turkish press (1980-2013)." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/6506.

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Abstract:
The objective of this dissertation is to examine and analyse the instrumental usage of a culturalist “White - Black” dichotomy in the Turkish media. A crucial concern is how the initially conceived definition of White Turks has expanded beyond its original definition and currently tends to be exaggerated in different contexts, especially in order to justify and consolidate authority or to artificially construct an elitist order. In this work I present a perspective to shed a light on and comprehend the reasons of this process, contextualizing the 'white-black' terminology since its introduction in 1980 until a sort of climax in 2013 during the Gezi Park confrontations in Istanbul. I scrutinized the reasons for the usage of the term, analyzing the axes of social divisions based on parallel dichotomies connected to the chromatic distinctions ( such as centre-periphery, islam-secularism, conservatives-progressives), where this complexity is identified as a factor facilitating journalistic manipulation. In order to set up powerful arguments, I present the analysis of daily press and media materials from the period 2005-2013 showing the representation and reproduction of urban elitism and the discourse of political leaders. That analysis is followed by the consultation of relevant scholarly documents and literature and interviews with journalists. Theoretically, the analysis of national identity and “othering” is rooted within poststructuralist approaches. Methodologically I used discourse analysis to study themes, symbols and stereotypes that are part of the culture expressed in media materials.
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De, Sanctis Carlotta <1988&gt. "Biografie di contestazione e élite intellettuali : una genealogia dei movimenti di rivendicazione in Turchia." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/14985.

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Abstract:
Il lavoro di tesi riguarda uno studio basato sulle fonti orali e incentrato sulla ricostruzione dei percorsi biografici di una generazione di intellettuali della sinistra turca attiva nella continua riconfigurazione delle pratiche di contestazione sociale. Alla repressione delle tradizionali strutture di opposizione politica attuata nel 1980, anno del terzo colpo di stato militare del paese, seguì infatti l’inizio di un periodo in cui le pratiche di azione sociale invasero la sfera culturale che tuttavia risulta strettamente collegato ai movimenti politici degli anni precedenti. La scelta di prendere come riferimento d’analisi il profilo degli intellettuali che presero parte a questo processo muove dalla constatazione dell’importanza che alcune personalità, già politicamente attive negli anni Sessanta e Settanta, hanno avuto nel processo di elaborazione delle nuove pratiche e delle teorie di rivendicazione democratica. Dalla ricostruzione delle traiettorie biografiche risulta infatti che i protagonisti di tale attivismo provengono da un background comune basato sulla condivisione di schemi, valori di riferimento e esperienze analoghe; un percorso che caratterizza in maniera significativa sia la narrativa che l’azione sociale stessa. Queste similarità permettono di valutare le ricorrenze nei racconti personali alla luce degli avvenimenti socio-politici che riguardarono la generazione di riferimento. Obiettivo del presente lavoro è quindi quello di considerare le linee di continuità tra l’attivismo politico dei decenni precedenti e quello attuale e, più in generale, il ruolo predominante svolto dalle élite nella ridefinizione delle nuove pratiche di contestazione.
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Moratelli, Francesco <1993&gt. "The Armenian minority of post-Soviet Georgia and its identity." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16819.

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Abstract:
The integration of minorities in Georgia is a social problem with consequences on the overall development of this nation. The dissertation focuses exclusively on the Armenian communities living in the territory of Georgia by examining, through an historical perspective, the cultural, social, economical, political and linguistic obstacles that prevent the achievement of full integration. This includes the challenges that both the stratification of Armenian ethnic identity as well as the rise Georgian civic nationalism pose to this issue. Furthermore, the paper provides an analysis of the policies and the institutions of the government of Georgia that deal with minorities, including an evaluation of some specific cases of possible discrimination of ethnic Armenians of Georgia along with the current status of the diplomatic relations between Armenia and Georgia. The main sources used to collect information and data for this study have been scientific papers and publications, websites and articles from newspapers, as well as interviews. The purpose of this research is to inform and raise awareness among the general public about this sensitive but scarcely known issue by providing possible compromises that could satisfy both parties. Finally, considering the recent nationalist unrests and the birth of populist movements in the Caucasus, this dissertation advocates mutually beneficial solutions for the peaceful coexistence in Georgia of both ethnic Georgians and ethnic Armenians.
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Cattelan, Vittorio <1989&gt. "La cultura dell’Opera italiana a Costantinopoli nella prima fase delle Tanzimat: le canzoni e gli inni di Donizetti Paşa (1828-56); il Metastasio sacro di Giovanni Eremian (1831-39); Angelo Mariani al Teatro Naum di Pera (1848-51)." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/17818.

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Abstract:
La tesi discute inizialmente la controversa figura di Giuseppe Donizetti Paşa (Bergamo 1788- Costantinopoli 1857) “fratello turco” del celebre operista Gaetano, invitato dal sultano Mahmud II nel 1828 a Costantinopoli per riformare la musica militare sul modello occidentale e insegnare nel Serail e nell’Harem. Giuseppe mosse incontro alla cultura turca raccogliendo trascrizioni di musica popolare e colta, compose liriche ed inni in ottomano a sostegno ideologico della politica di tolleranza religiosa delle Tanzimat, favorì d’altra parte la diffusione dell’opera italiana nel contesto multiculturale della ‘Stamboul’ di quegli anni. La vicenda trattata nel secondo capitolo riguarda appunto l’edizione degli oratori di Metastasio tradotti in turco con i caratteri armeni dal dragomanno del re di Danimarca Giovanni Eremian nel 1831 e 1839 che affonda le sue ragioni nella storia delle comunità armeno cristiane e dei loro rapporti con l’Islam fino all’apertura di un vero dialogo interreligioso sotto Abdülmegid (1839). Il terzo capitolo racconta del direttore ravennate Angelo Mariani a Costantinopoli dal 1848 al 1851 e attraverso lo studio incrociato di fonti inedite dimostra che egli poté sperimentarvi quella rivoluzionaria concezione del ruolo plenipotenziario del direttore d’orchestra con cui al suo ritorno in Italia cambiò il corso della storia dell’Opera. L’ultimo capitolo tratta dell’impiego di alfabeti alternativi all’arabo per la scrittura del turco-ottomano analizzando e confrontando in chiave sociolinguistica le trascrizioni latine della musica vocale di Donizetti e quelle armene delle traduzioni di Eremian preziose rappresentazioni della lingua turca volgare parlata nel secolo XIX da cui proviene quella moderna oggi corrente
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LUCCA, Paolo. "La prima versione armena di 1-2 Cronache: edizione critica." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia - Dipartimento di Studi Eurasiatici, 2007. http://hdl.handle.net/10278/3662900.

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Lovatti, Alessandra <1988&gt. ""Le Voci" viaggio nelle poesia di Sezai Karakoç." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/2077.

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Biondo, Raffaella <1992&gt. "LUBUNCA: LO SLANG QUEER DEL TURCO. USI E FUNZIONI SOCIOLINGUISTICHE A ISTANBUL E BERLINO." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10544.

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Abstract:
L’utilizzo di forme argot in Turchia è un fenomeno molto diffuso, che ha le sue origini nella città di Istanbul, ma che si è successivamente esteso diatopicamente ad altre città della Turchia. Grazie a questa massiccia diffusione, esistono oggi diverse varianti e diversi argot, che si differenziano a seconda del gruppo sociale da cui sono utilizzati. Tra questi vi è il lubunca, che è il nome dato ad un tipo di slang utilizzato all’interno della comunità LGBTQ turca. L’origine del lubunca risale agli ultimi anni dell’Impero Ottomano e sebbene il suo utilizzo sia diminuito notevolmente negli ultimi decenni, questo slang è ancora oggi utilizzato, non solo all’interno del tessuto urbano di Istanbul e delle altre principali città della Turchia, ma anche tra le comunità turche residenti all’estero. La mia ricerca ha l’obiettivo di analizzare questa varietà linguistica (il lubunca) da un punto di vista prettamente sociolinguistico, per individuarne gli usi e le funzioni nelle principali città della Turchia (Istanbul, Ankara e Izmir) e all’interno della comunità turca di Berlino (sia turchi di seconda e terza generazione sia individui queer trasferitisi successivamente in Germania). In questo senso, le mie domande di ricerca sono le seguenti: da chi è usato oggi questo slang all’interno del tessuto urbano? Con quali obiettivi ed effetti sociali? Che identità sociale vogliono creare, e preservare, i parlanti tramite l’utilizzo del lubunca? La prima parte della mia tesi riguarda lo studio dell’argot come varietà linguistica in tutte le sue forme e l’individuazione di un framework metodologico all’interno degli studi di sociolinguistica (lingua, genere e sessualità). Successivamente ho sottoposto due questionari online ad individui tra i 18 e 35 anni residenti in Turchia e ho condotto delle interviste all’interno della comunità LGBTQ turca di Berlino.
I risultati confermano che il lubunca è oggi parlato principalmente nell’ambiente transgender di Istanbul, in particolare nelle attività di prostituzione e prestazioni sessuali. Oltre a ciò, si è assistito negli ultimi anni ad una sorta di riaffermazione e reinvenzione del lubunca. Esso ha infatti acquisito una nuova funzione sociale: con il nascere e l’affermarsi dell’attivismo e dell’associazionismo LGBTQ in Turchia, il lubunca rappresenta oggi un simbolo di appartenenza alla comunità e una bandiera politica del movimento. Inoltre, all’interno della comunità LGBTQ turca residente a Berlino, l’utilizzo del lubunca rappresenta anche una modalità per preservare e affermare la propria cultura e identità, sia come individui queer che come migranti.
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Dodaro, Valentina <1986&gt. "L'Haskalah ebraica e l'illuminismo armeno: l'influenza sulla lingua." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10829.

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Abstract:
Proposito del presente contributo è indagare la fenomenologia dell’Illuminismo nell’ambito armeno ed ebraico. L’indagine sarà svolta, per quanto possibile, entro una prospettiva comparata. Obiettivo preliminare è chiarificare il significato di ‘Illuminismo’. A questo proposito, si considera il fenomeno nella sua pienezza storico-culturale e l’interazione avuta con i diversi ambiti. Questo studio, in particolare, intende fare luce circa i mutamenti indotti sulla lingua che saranno analizzati attraverso la grammaticografia e la stampa.
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Napoli, Luca <1993&gt. "Lo scambio di popolazione (1922-1923) nel teatro contemporaneo turco e greco." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12433.

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Abstract:
A partire da una panoramica delle dinamiche storico-politiche che hanno condotto allo scambio di popolazione greco-turca del 1923 e procedendo con un focus sul processo di trasmissione della memoria, questo lavoro si propone di analizzare la descrizione dell'evento in alcuni testi del teatro contemporaneo di Turchia e Grecia.
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Porru, Ilaria <1993&gt. "Evidenzialità e contatto linguistico: il caso del turco di Berlino." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13298.

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Abstract:
Il presente lavoro nasce da un’esperienza formativa svolta a Berlino. La permanenza nella capitale tedesca è stata fondamentale per l’osservazione della realtà linguistica locale in un contesto naturale e in modo continuato nel tempo. Data la formazione di base linguistica offerta da questo corso di studi, si è ritenuto interessante coniugare i due aspetti e svolgere un’indagine linguistica riguardo uno dei fenomeni più studiati della realtà berlinese: il contatto linguistico fra il turco e il tedesco. Nonostante questo tema sia di grande interesse e la letteratura sull’argomento estesa (vedi Boeschoten 1994, Pfaff 1991, Backus 2004, Treffers-Daller 1998 etc.), in pochi (Herkenrath 2016, Gül 2009) si sono occupati dell’influenza del contatto linguistico su una categoria peculiare della lingua turca, l’evidenzialità. Gli evidenziali sono una caratteristica saliente: esprimere la fonte dell’informazione diventa una ‘speech habit’ ed è spesso una necessità culturale. La mancanza di questa categoria grammaticale viene dunque percepita, e in genere nei contesti di contatto c’è il tentativo di utilizzare altri modi per rendere il significato evidenziale (Aikhenvald, 2004: 297). Obiettivo di questo lavoro di ricerca sarà constatare se, nel turco di Berlino, il suffisso –miş abbia qualche uso differente rispetto a quello registrato nel turco standard a causa di contatto linguistico con il tedesco o se, eventualmente, questo abbia sviluppato altri significati. Nel caso in cui questo semplicemente non venga usato, sarà interessante analizzare l’uso di eventuali forme alternative per rendere l’evidenzialità.
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Vazzana, Fabrizia <1993&gt. "I racconti di Margosyan : memorie di un infedele." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14145.

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Abstract:
La presenza di minoranze etniche e religiose è sempre stata parte integrante della società ottomana e poi turca. Paradossalmente, proprio con quella che fu definita "modernizzazione", vittime del nazionalismo più ossessivo le minoranze, i loro luoghi, la loro memoria, vissero e continuano a vivere drammi, privazioni, distruzioni, ancora oggi visibili ad occhio nudo. Margosyan, scrittore armeno, ha salvato dall'oblio la quotidianità colorata e polifonica di Diyarbakir, città nel sud-est della Turchia, attraversata dal Tigri e abitata da minoranze etniche, linguistiche e religiose. I suoi racconti risalgono agli anni '50. Trasferitosi a Istanbul per "imparare la sua lingua madre e diventare un uomo", lo scrittore potrà ritrovare la ricchezza e la vivacità delle viuzze che ha lasciato, solo tra le pagine dei suoi racconti.
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Milizia, Mariangela <1995&gt. "Autotraduzione e traduzione intorno a "The Bastard of Istanbul" di Elif Shafak." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17395.

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Abstract:
In questa tesi vengono confrontate quattro versioni del libro "The Bastard of Istanbul": l'originale in inglese, l'autotraduzione collaborativa dell'autrice in turco, svolta a quattro mani con Aslı Biçen, e le traduzioni in italiano e in francese. All'inizio viene fornito un quadro d'insieme che comprende una panoramica sui Translation Studies e delle nozioni generali di storia della traduzione e di teoria. In seguito, viene dato al lettore qualche cenno sulla biografia di Shafak e sui temi della sua scrittura. Nella seconda parte della tesi viene preso in considerazione il settimo capitolo di "The Bastard of Istanbul", "Wheat". Usando la tecnica del purposive sampling vengono esaminati con le tecniche di Vinay & Darbelnet degli esempi dal suddetto capitolo, mettendone in luce analogie e differenze. Si delineano quindi le diverse dinamiche ricorrenti all'interno dell'originale e delle varie traduzioni e viene mostrato come, specialmente nei due testi di Shafak, un pubblico diverso e una lingua diversa muovano il testo differentemente rendendo il lettore spettatore e allo stesso tempo creatore dell'opera letteraria.
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Pagan, Andrea <1996&gt. "La Politica Europea di Vicinato e l'Unione Economica Eurasiatica nello spazio geopolitico post-sovietico. Il caso dell'Armenia." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21323.

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Abstract:
L’obiettivo di questo studio è quello di analizzare i diversi tentativi di integrazione dello spazio geopolitico post-sovietico promossi dall'Unione Europea (UE), con la Politica Europea di Vicinato, e dalla Russia, in particolare con l'Unione Economica Eurasiatica (UEE). La tesi si propone di analizzare la genesi di questi progetti di integrazione sia economici che politici ed i loro successivi sviluppi, in particolare in relazione allo stato armeno. Il crollo dell’Unione Sovietica vede la nascita quindici stati indipendenti nello spazio post-sovietico che indubbiamente continuano ad essere legati a Mosca, ma ai quali si presenta l’opportunità di riformarsi politicamente ed economicamente secondo il cosiddetto modello occidentale. Pertanto, nell’area post-sovietica, l’influenza dei progetti a guida russa e l'influenza della Politica Europea di Vicinato, si incontrano e si scontrano. L’UE con la Politica Europea di Vicinato e la successiva dimensione regionale, denominata Partenariato Orientale, si pone l’obiettivo di promuovere i valori occidentali espandendo così la sua influenza negli stati post-sovietici. L’obiettivo dell’UE si scontra con le aspirazioni di Mosca, la quale è impegnata a tentare di riguadagnare un ruolo egemone nella regione. In conclusione, senza avere la pretesa di essere esaustiva, la tesi analizza la situazione dell’Armenia ed i suoi legami con la Russia, i quali hanno determinato l’entrata di Erevan nell’UEE. Inoltre, ponendo l’accento sui fattori che determinano l’acuta dipendenza di Erevan da Mosca, la tesi valuta se le relazioni dell’UE con l’Armenia possano portare ad un distacco di quest’ultima dalla Russia.
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Bernardelli, Milena <1973&gt. "Alessandro Magno nel Medioevo armeno: quando l'effimero diventa eterno." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2010. http://hdl.handle.net/10579/983.

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Abstract:
La versione armena del Romanzo di Alessandro ha goduto di una fortuna plurisecolare all'interno della cultura armena. Entratavi nel V secolo con la traduzione dal greco dell'opera dello Pseudo-Callistene, durante l'epoca medievale ha subito delle rielaborazioni che hanno fatto assurgere l'opera a versione nazionale. Grazie all'edizione Simonyan (1989), che presenta del Patmut'iun Agheqsandri Makedonatsu tre redazioni:primaria, secondaria, orale, è stato possibile effettuare questo sguardo diacronico sul testo. Qui si è tradotta per la prima volta in lingua moderna la versione orale del Romanzo armeno. Inoltre è presente un'ampia descrizione del genere poetico Kafa, che è stato lo strumento di armenizzazione della figura del Macedone da parte dei poeti medievali armeni.
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Ianiro, Erica <1983&gt. "Il commercio veneziano nel Mediterraneo orientale del Settecento (Larnaca, Aleppo, Smirne, Salonicco)." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2011. http://hdl.handle.net/10579/1045.

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Abstract:
Lo studio delle fonti veneziane settecentesche (fondo Cinque Savi alla Mercanzia) e la loro applicazione alla storiografia ottomana mostrano due realtà commerciali vivaci, variegate e inserite all'interno di una complessità globale e non crisi e stagnazione, come sostenuto nel passato. I commerci veneto-ottomani nel corso del XVIII secolo risentirono di una serie di fattori locali, mediterranei e internazionali in reciproca interazione, per i quali non si può riassumere schematicamente queste due economie in un solo termine o concetto. L'analisi archivistica delle scale di Larnaca, Aleppo, Smirne e Salonicco ci permette di cogliere pienamente la varietà degli scambi veneto-ottomani nel bacino orientale del Mediterraneo e di individuare i protagonisti locali (umani e merceologici) di questi stessi scambi. L'analisi economica nel Levante settecentesco ci conduce infine a individuare similarità tra queste due realtà politiche e parallelismi nelle loro politiche commerciali.
The study of 18th-century Venetian sources (Cinque Savi alla Mercanzia fond) and their application to the Ottoman historiography show two commercial realities which were lively, varied and integrated in a global complexity, very different from crisis and stagnation, like it was stated in the past. Venetian-Ottoman trades throughout the 18th century were affected by a series of local, Mediterranean and international factors which mutually interacted. That is the reason why these two economies cannot be defined with a sole word or concept. The archival analysis of the harbours of Larnaca, Aleppo, Smyrna and Salonika allows us to fully understand the variety of the Venetian-Ottoman trades in the Eastern Mediterranean basin and to identify the local (both human and product) protagonists of these same trades. Finally, the economic analysis of the 18th-century Levant allows us to draw some similarities between these two political realities and some parallelisms in their commercial policies.
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