Academic literature on the topic 'Laboratori tematici di ricerca'

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Journal articles on the topic "Laboratori tematici di ricerca"

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Pasetto, Roberto, Enrica Pizzi, and Valentina Possenti. "Attività di ricerca sul possibile contributo del teatro sociale per la tutela e promozione della salute." WELFARE E ERGONOMIA, no. 2 (February 2022): 23–37. http://dx.doi.org/10.3280/we2021-002002.

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Abstract:
Il presente contributo ha la finalità di porre le basi per attività di ricerca volte allo sviluppo di laboratori di teatro sociale che abbiano come macro-obiettivo la tutela e promozione della salute. Inizialmente, si descrivono le caratteristiche dei laboratori di teatro sociale che li identificano come contesti privilegiati per condurre attività di ricerca; segue quindi una disamina epistemologica sul concetto di salute e della sua promozione, e sono poi rappresentate le dimensioni di salute associate all'ambiente di vita. Infine, si traduce quanto trattato nella traccia di sviluppo di un percorso di ricerca, i cui elementi qualificanti sono: a) l'obiettivo salute in termini di "abilità funzionale"; b) l'adozione dell'approccio life-course per fasi di vita; c) la considerazione delle relazioni con l'ambiente naturale tra i domini propri della tutela e promozione della salute, oltre che delle dimensioni del modello bio-psico-sociale.
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Dragonetti, Raffaele, Elio Di Giulio, Marialuisa Napolitano, Rosario Romano, and Francesco Pompoli. "Viaggio nei Laboratori di Acustica: Università di Napoli Federico II." RIVISTA ITALIANA DI ACUSTICA 48, no. 2 (2024): 75–79. https://doi.org/10.3280/ria2-2024oa18872.

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Abstract:
In questo articolo viene presentato il Laboratorio di Acustica dell'Università Federico II di Napoli, descrivendone la storia, le strutture, la strumentazione, le attività di ricerca e trasferimento tecnologico e le principali collaborazioni.
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Cellamare, Carlo. "Laboratori di quartiere, autorganizzazione e sviluppo locale integrale a Roma." TERRITORIO, no. 107 (February 2025): 72–78. https://doi.org/10.3280/tr2023-107009oa.

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Abstract:
Il servizio intende fornire un quadro critico delle sperimentazioni in corso di laboratori di quartiere a carattere innovativo nel contesto romano, in particolare nelle sue periferie e nei quartieri di edilizia residenziale pubblica. Tali laboratori si caratterizzano, in primo luogo, come percorsi di ricerca-azione che valorizzano le esperienze di auto-organizzazione e di protagonismo sociale, costruendo contesti di interazione tra realtà locali e istituzioni. In secondo luogo, si caratterizzano per un approccio integrato a favore di una prospettiva di sviluppo locale con le periferie. Il contributo introduttivo vuole fornire la cornice di riferimento, restituire il dibattito esistente e discutere le molte questioni emergenti, legate ai processi di interazione, al ruolo delle istituzioni, al senso della politica.
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Manoni, Paola. "L’adozione del IIIF nell’ecosistema digitale della Biblioteca Apostolica Vaticana." DigItalia 15, no. 2 (2020): 96–105. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00017.

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Abstract:
L’implementazione del IIIF nell’ecosistema digitale della Biblioteca Apostolica Vaticana si avvia nel 2015 con la sperimentazione di un progetto pilota, a cui segue l’allestimento della biblioteca digitale (DVL), basata sull’adozione di standard per la gestione dei metadati e dei protocolli che consentono alle collezioni digitali di essere interoperabili. L’ecosistema successivamente si incrementa con software open source per la gestione di gallerie virtuali (Thematic Pathways on the Web) in cui selezioni di manoscritti, annotati secondo tecnica IIIF, offrono agli studiosi percorsi di ricerca tematici.
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Amsler, Nadine. "Going Native or Remaining Foreign?" Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 97, no. 1 (2017): 372–80. http://dx.doi.org/10.1515/qfiab-2017-0020.

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Abstract:
Riassunto Negli ultimi decenni la ricerca storica ha portato la propria attenzione sulle missioni cattoliche nell’Asia moderna in quanto laboratori di contatti culturali. Il passaggio da una visione eurocentrica ed espansionistica delle missioni a un quadro che metteva in risalto il ruolo di attori non europei e le specificita culturali dei cristianesimi sorti in area extraeuropea ha comportato una progressiva articolazione e specializzazione del discorso accademico sull’argomento. Un convegno svoltosi a Roma e dedicato ai missionari cattolici attivi nell’Asia moderna si e prefisso di radunare esperti delle varie regioni del continente al fine di promuovere un dialogo transregionale sul radicamento dei missionari nelle societa locali. L’autrice e uno degli organizzatori del convengo. Nel presente contributo colloca il convegno nel contesto delle ultime tendenze storiografiche, ne riassume i punti salienti e individua nuovi campi di ricerca.
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Amsler, Nadine. "Going Native or Remaining Foreign?" Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 97, no. 1 (2017): 372–79. http://dx.doi.org/10.1515/qufiab-2017-0020.

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Abstract:
Riassunto Negli ultimi decenni la ricerca storica ha portato la propria attenzione sulle missioni cattoliche nell’Asia moderna in quanto laboratori di contatti culturali. Il passaggio da una visione eurocentrica ed espansionistica delle missioni a un quadro che metteva in risalto il ruolo di attori non europei e le specificità culturali dei cristianesimi sorti in area extraeuropea ha comportato una progressiva articolazione e specializzazione del discorso accademico sull’argomento. Un convegno svoltosi a Roma e dedicato ai missionari cattolici attivi nell’Asia moderna si è prefisso di radunare esperti delle varie regioni del continente al fine di promuovere un dialogo transregionale sul radicamento dei missionari nelle società locali. L’autrice è uno degli organizzatori del convengo. Nel presente contributo colloca il convegno nel contesto delle ultime tendenze storiografiche, ne riassume i punti salienti e individua nuovi campi di ricerca.
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Pignalberi, Claudio. "Le employability e le soft skills per orientarsi e dirigersi nel lavoro del futuro: il contributo della pedagogia del lavoro." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 2 (November 2020): 155–76. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2020oa9408.

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Abstract:
Il contributo propone, nella prima parte, un'analisi dei principali approcci e dei modelli teorici riguardanti le employability e le soft skills con un riferimento specifico alle recenti ricerche di Cedefop e Ocse. Nella seconda parte, invece, vengono presentati i risultati di un percorso di alternanza, condotto da un centro di ricerca di un ateneo romano, che ha previsto dei laboratori di orientamento e di autovalutazione, con il coinvolgimento di 50 studenti degli istituti superiori, delle skills ritenute più significative per garantire occupabilità e dirigersi nel lavoro del futuro
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Margola, Davide, Michela De Micheli, and Christian Orlandelli. "Minori stranieri non accompagnati: una ricerca sugli operatori di giustizia e di comunitŕ." PSICOLOGIA DI COMUNITA', no. 1 (May 2011): 37–55. http://dx.doi.org/10.3280/psc2011-001005.

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Abstract:
La presa in carico dei minori stranieri non accompagnati vede coinvolte diverse figure professionali con funzioni sia di tutela, sia di controllo. Lo studio presenta l'analisi delle interviste a 18 professionisti (operatori di giustizia, educatori di pronto intervento, educatori di comunitŕ alloggio) considerati "testimoni chiave" nelle diverse fasi del sistema di accoglienza dei minori migranti. In particolare, le modalitŕ con le quali i diversi operatori descrivono il fenomeno dei minori stranieri non accompagnati, insieme agli scopi e agli strumenti del lavoro sul campo, costituiscono gli obiettivi conoscitivi della ricerca. Le procedure di analisi testuale, implementate attraverso il software T-LAB, hanno evidenziato cinque nuclei tematici relativi ai legami familiari, al tema della tutela e della devianza, nonché alla questione formativa e culturale. Differenze significative sono emerse in funzione di variabili specifiche sulla base dell'area professionale di appartenenza e del genere degli operatori. In chiusura, i risultati dell'indagine vengono discussi nell'ottica dei processi d'integrazione e dei servizi di presa in carico.
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Braun, Guido. "Erkenntnispotentiale der „Nuntiaturberichte aus Deutschland“ für die internationale historische Forschung." Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 98, no. 1 (2019): 11–30. http://dx.doi.org/10.1515/qufiab-2018-0004.

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Abstract:
Riassunto Dopo una breve rassegna sull’edizione del carteggio dei nunzi da parte della storiografia di lingua tedesca, nonché una panoramica su temi centrali dei volumi di corrispondenza dei nunzi a Vienna relativi ai primi anni Trenta del XVII secolo, il contributo approfondisce i fulcri tematici, i possibili approcci analitici e la prospettiva di acquisire nuove cognizioni che i volumi relativi agli anni 1630/1635, e soprattutto l’ultimo volume apparso nel 2016, offrono alla ricerca storica per determinati campi tematici, spaziando dalla storia politica a quesiti storico-antropologici. Su queste basi si discute, infine, il problema, affrontato maggiormente a partire dagli anni Novanta del XX secolo, di quanto tali imprese editoriali siano ancora opportune. Si sottolinea che le fonti, edite in questo contesto, sono fondamentali per capire la politica europea durante una fase centrale della Guerra dei Trent’anni, non solo riguardo ai rapporti tra la Curia e l’Impero, ma anche relativo a tutto un ventaglio di problemi politici cruciali a livello europeo. In particolare emergono da esse in maniera efficace le origini della convinzione secondo cui un conflitto che interessava tutta Europa poteva essere ricomposto con successo solo attraverso trattative multilaterali e con il ricorso a mediatori della pace. Tale convinzione sarebbe diventato in seguito un elemento importante del sapere diplomatico europeo.
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Martellotta, Francesco. "Simulazione acustica di spazi antichi: problematiche e soluzioni." RIVISTA ITALIANA DI ACUSTICA, no. 1 (November 2023): 39–46. http://dx.doi.org/10.3280/ria1-2023oa14983.

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Abstract:
La ricostruzione acustica di spazi antichi, esistenti in condizioni molto diverse o non più esistenti, sta diventando un'attività sempre più diffusa in diversi campi di ricerca. La disponibilità di diversi software ha portato la simulazione acustica fuori dai laboratori specializzati e ha permesso a un pubblico molto più ampio di sfruttare le loro potenzialità. Tuttavia, come qualsiasi altro strumento di simulazione, l'affidabilità dei risultati deve essere attentamente valutata in quanto dipende da una serie di fattori relativi alla corretta conoscenza del processo di simulazione e delle caratteristiche dell'edificio da simulare.
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Dissertations / Theses on the topic "Laboratori tematici di ricerca"

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BELLETTI, MICHELANGELO. "QUALE APPRENDIMENTO PER (RI)ANIMARE CONTESTI EDUCATIVI NON FORMALI ED INFORMALI? UNA RICERCA PEDAGOGICA A SOSTEGNO DELL'INNOVAZIONE DEI SERVIZI EDUCATIVI ED ANIMATIVI DELLA COOPERATIVA SOCIALE VEDOGIOVANE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2022. http://hdl.handle.net/10280/117981.

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Abstract:
La presente tesi nasce dalla richiesta di Vedogiovane s.c.s. di costruzione di un nuovo tipo di servizio educativo rivolto a bambini e bambine del doposcuola che possa rafforzare modalità, strategie, tecniche per acquisire competenze dentro il quadro delle otto competenze chiave per il longlife learning utilizzando il metodo dell’animazione sociale e culturale e delle più recenti scoperte riguardo l’apprendimento. Per far questo è stato necessario: 1) Far emergere quali sono le pratiche professionali in atto in Vedogiovane e quale sia l’efficacia percepita del proprio lavoro sull’apprendimento. 2) Mettere a confronto il contesto locale con i più importanti modelli che permettono di generare apprendimento nei contesti formali, non formali ed informali facendo riferimento ad autori ed esperienze in ambito internazionale. 3) costruire un’ipotesi di servizio insieme agli animatori, frutto del dialogo riflessivo dentro i Laboratori Tematici di Ricerca. 4) verificare l’efficacia del modello attraverso una fase sperimentale nell’organizzazione e le condizioni di trasferibilità agli altri servizi e persone dell’organizzazione stessa (fase interrotta a causa del COVID 19). Il percorso di ricerca è approdato alla definizione dei principi guida per la costruzione del servizio, del protocollo oltre che della bibliografia specifica sull’animazione e sull’apprendimento in animazione. È stato anche elaborata un’originale ipotesi sulla dimensione epistemica dell’animazione sociale e culturale.<br>This thesis is the result of a request from Vedogiovane s.c.s. to build a new type of educational service for boys and girls in the after-school sector that could strengthen methods, strategies and techniques for acquiring skills within the framework of the eight key competences for longlife learning using the method of social and cultural animation and the most recent discoveries regarding learning. To do this it was necessary to: 1) To bring out what professional practices are in place at Vedogiovane and what is the perceived effectiveness of their work on learning. 2) Compare the local context with the most important models for generating learning in formal, non-formal and informal contexts by referring to authors and experiences in the international sphere. 3) To construct a service hypothesis together with the animators, fruit of the reflective dialogue within the Thematic Research Laboratories. 4) to verify the efficacy of the model through an experimental phase in the organisation and the conditions for transferability to other services and persons in the organisation (phase interrupted due to COVID 19). The research path led to the definition of the guiding principles for the construction of the service, the protocol as well as the specific bibliography on animation and learning in animation. An original hypothesis on the epistemic dimension of social and cultural animation was also elaborated.
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Gualandi, Simone. "L'Aquila - Laboratori di ricerca e coworking nel nucleo industriale di Pile." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amslaurea.unibo.it/2875/.

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Abstract:
Progetto di riqualificazione urbana di un'area industriale attraverso il riordino del verde. Inserimento di laboratori di ricerca e incubatori d'impresa e coworking e riorganizzazione degli impianti sportivi preesistenti.
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BROCCO, Debora. "Il sistema di gestione integrato della sicurezza e della qualità nelle Università e negli enti di ricerca: l'esperienza della Sezione di Chimica Biologica e dei Laboratori Universitari di Ricerca Medica dell'Università degli Studi di Verona." Doctoral thesis, Università degli Studi di Verona, 2010. http://hdl.handle.net/11562/343861.

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Abstract:
Il mio percorso di Dottorato è consistito in: - una fase iniziale di studio della normativa di riferimento, in materia di salute e sicurezza dei lavoratori e di sistemi di gestione, della qualità e della sicurezza; - un approfondimento in merito all’applicazione delle normative sulla sicurezza nelle Università Italiane e analisi del contesto universitario; - la sperimentazione di un Sistema di Gestione della Sicurezza in due Sezioni dell’ateneo veronese. Nello specifico, è stato fatto un excursus sull’evoluzione della normativa in materia di salute e sicurezza sul lavoro dalle sue origini al D.Lgs. 81/08 e ss.mm.ii., che ha introdotto una nuova visione della materia, basata sull’organizzazione della sicurezza all’interno del sistema aziendale. Aspetti ancora carenti nell’organizzazione della sicurezza prevista dal D.Lgs. 81/08, tuttavia, sono: • la verifica e la misura delle prestazioni di salute e sicurezza dell’azienda, in relazione ai risultati della valutazione dei rischi; • la previsione di audit periodici per verificare la conformità alle decisioni pianificate per la gestione della sicurezza; • il rispetto della politica e il raggiungimento degli obiettivi di sicurezza posti dalla direzione aziendale. La strada per sopperire a queste carenze, comunque, è delineata dal Decreto stesso, che indica i modelli di organizzazione aziendale, conformi alle Linee guida UNI-INAIL per un SGSL (2001), o al BS OHSAS 18001:2007, tra i modelli idonei ad avere efficacia esimente della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni. Tenuto conto che, per avere successo, un SGS dovrebbe essere parte integrante del sistema di organizzazione aziendale, ho provveduto a fare dei confronti tra D.Lgs. 81/08, OHSAS 18001:2007, Linee Guida UNI-INAIL per un SGSL e standard ISO 9001:2008 per i Sistemi di Gestione della Qualità. Da questo confronto è emerso che sarebbe un grande risparmio di risorse ed energie implementare un sistema di gestione integrato Sicurezza – Qualità. Per quanto riguarda l’applicazione delle norme di sicurezza in ambito universitario, ho riportato un’indagine effettuata dalla CRUI nel 2005. Da questo studio è emerso che la quasi totalità degli Atenei Italiani ha dichiarato di aver formalizzato l’approccio sistemico in un regolamento, ma che non c’è ancora una buona corrispondenza tra azioni formali ed effettiva attuazione delle azioni operativo-gestionali. Inoltre, le principali carenze tecniche si sono riscontrate nei settori: Prevenzione incendi; Impianti elettrici; Impianti termici; Barriere architettoniche. In generale, si è visto che la realtà universitaria deve coniugare l’organizzazione della prevenzione con una realtà organizzativa molto complessa e flessibile, data l’autonomia e la libertà di ricerca e di didattica e l’elevato turn-over del personale. Nella nostra realtà, è stato elaborato un “Regolamento per la gestione della salute e della sicurezza sul lavoro nell’Università degli Studi di Verona” in cui sono state definite le modalità per individuare le responsabilità, le procedure, i processi e le risorse per la realizzazione della politica dell’ateneo per la prevenzione, nel rispetto delle norme di salute e sicurezza vigenti; si registra, tuttavia, una certa difficoltà ad adottare in toto un SGS, che dovrebbe essere voluto dai vertici aziendali e condiviso nello spirito e negli obiettivi da tutte le componenti universitarie. Per questo motivo si è deciso di adottare degli SGS “locali”. In particolare, in Chimica Biologica abbiamo dapprima definito l’organigramma della Sezione, identificando i ruoli di tutte le figure presenti, ai sensi del D.Lgs. 81/08. Poi abbiamo costruito un elenco di tutte le attività svolte da ogni singolo gruppo di ricerca; infine sono stati raccolti: o l’elenco degli agenti biologici e o.g.m. utilizzati o l’elenco degli agenti chimici o l’elenco delle attrezzature e degli strumenti o l’elenco degli esposti a rischio agenti cancerogeni e mutageni o la planimetria della Sezione, con la destinazione d’uso delle stanze. Con queste informazioni, la Direzione è in grado di definire:  la Politica di Sezione per la salute e la sicurezza dei lavoratori;  gli obiettivi e il Piano di miglioramento;  le Procedure Gestionali;  le Procedure o Istruzioni Operative di sicurezza;  gli aspetti da verificare periodicamente, con audit programmati;  le regole per effettuare periodici “Riesami della Direzione”, volti a garantire una continua idoneità, adeguatezza ed efficacia del Sistema di Gestione. Purtroppo, il lavoro nella Sezione di Chimica Biologica è stato ostacolato da un’adesione solo formale alla sperimentazione da parte del Responsabile. Ciò ha comportato il non-coinvolgimento di buona parte del personale e la totale assenza degli elementi fondamentali dei Sistemi di Gestione. Pertanto, si è cercato di lavorare per approssimazioni successive, implementando dapprima Procedure necessarie per rispondere agli adempimenti normativi cogenti, in seguito si vorrebbero implementare procedure di interesse comune e poi Procedure/Istruzioni Operative relative a singoli processi/attività, contando su un interesse crescente da parte di tutti i gruppi di ricerca. Il passo successivo sarà quello di prendere tutte le metodiche di laboratorio e di trasformarle in vere e proprie Istruzioni operative, contenenti anche le informazioni di sicurezza. Tale collezione risulterebbe essere un punto di partenza importante per un sistema di gestione della qualità che eventualmente si volesse, un domani, implementare. Nei Laboratori Universitari di Ricerca Medica si è dovuto affrontare il problema di identificare le componenti universitarie e quelle aziendali, in quanto nella struttura, che è universitaria e diretta da personale universitario, operano 23 gruppi di ricerca afferenti a 5 Dipartimenti dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata – Verona. Definiti compiti e responsabilità di tutte le figure che operano nel LURM, è stato steso l’organigramma della struttura. Poi si sono raccolte le informazioni in modo analogo a quanto si è fatto per la Sezione di Chimica Biologica. Per agevolare il Direttore del LURM nel compito di promozione e vigilanza sugli adempimenti relativi alle misure di prevenzione da adottare, è stato implementato un data-base contenente tutte le informazioni sopra citate. Questo D-B risulta essere uno strumento potentissimo attorno a cui costruire la maggior parte delle procedure dell’SGS, soprattutto se si pensa di poterlo integrare con le seguenti informazioni:  il profilo di rischio di ogni lavoratore;  i Dispositivi di Protezione Individuale consegnati al singolo lavoratore;  la formazione in materia di sicurezza svolta da ogni lavoratore;  la registrazione degli infortuni occorsi;  la registrazione degli incidenti o dei mancati infortuni accaduti nell’ambito dei Gruppi di Ricerca. Con uno strumento di questo tipo è possibile definire le regole con cui far girare tutte le informazioni inerenti la sicurezza, dai Preposti ai Direttori di Dipartimento e del LURM e viceversa, nonché verso il Serv. di Prevenzione e Protezione, il Serv. di Sorveglianza Sanitaria, il Serv. di Radioprotezione, i Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza. Una volta implementato un SGS basato sui principi fondamentali dell’OHSAS 18001:2007, sarà possibile integrare le procedure già elaborate per l’SGS con i requisiti previsti dal SGQ, ed intraprendere anche un percorso di Certificazione del Sistema Qualità. Sulla base delle due sperimentazioni condotte, è emerso che la spinta propositiva da parte della Direzione è fondamentale per elaborare una Politica per la sicurezza della Sezione, fissare obiettivi da raggiungere, coinvolgere il personale nello spirito e nella convinzione dell’importanza dell’implementazione del Sistema di Gestione della Sicurezza, al fine di ottenere condizioni di lavoro migliori.<br>The route of my PhD consisted in: • an initial study of the relevant legislation about health and safety of workers and management systems of quality and safety; • a study regarding the application of regulations concerning safety at Italian Universities and analysis of the university context; • the testing of a Safety Management System (SMS) in two Sections of the University of Verona. Specifically, a survey has been on the evolution of legislation on health and safety at work from its origins to the D.Lgs. 106/09, which introduced a new vision of the subject, based on organizational behavior of security within the enterprise system. Aspects that are still lacking in the organization of safety provided by D.Lgs. 106/09, however, are: • verification and performance measurement of health and safety company, in connection with the evaluation of risks; • providing for periodic audits to verify compliance with decisions planned for safety management; • compliance with the policy and the achievement of safety targets set by management. The way to overcome these deficiencies, however, is delineated by the law itself which indicates the models of business organization, in accordance with the Guidelines for SGSL INAIL-UNI (2001), or to BS OHSAS 18001:2007, as models suitable to have effect on the administrative liability of legal persons, companies and associations. Given that, to succeed a SMS should be part of the system of organization, I proceeded to make comparisons between D.Lgs. 81/08, OHSAS 18001:2007, Guidelines for UNI-INAIL SGSL and standard ISO 9001:2008 for Quality Management Systems. This comparison revealed that it would be a great saving of energy resources to implement an integrated management system of Safety and Quality. As regards the application of safety standards in Universities, I quoted a survey conducted by CRUI in 2005. This study showed that almost all Italian universities said had formalized the systemic approach in a regulation, but that there isn’t a good match between formal actions and effective implementation of operational and managerial actions, yet. Moreover, the main technical deficiencies were found in: fire prevention, electrical systems, heating systems and architectural barriers. In general, we have seen that university must combine prevention organization with a very complex and flexible organizational reality, given the autonomy and freedom of research and teaching and the high turnover of staff. In the University of Verona, has developed a "Rules for the management of health and safety at work at the University of Verona," in which procedures for identifying responsibilities, procedures, processes and resources for policy implementation for the prevention of the University, in compliance with health and safety regulations, are defined; there are, however, some difficulties to take over a full SMS, which should be whised by senior management and shared in the spirit and objectives by all university constituents. For this reason it was decided to adopt local SMS. In particular, in the Section of Biological Chemistry, we defined first the organization, identifying the roles of all the figures according to the D.Lgs. 81/08. Then, we built a list of all the activities carried out by each research group, and finally we collected: o the list of biological agents and genetically modified microorganisms used o the list of chemicals o the list of equipment and instruments o the list of exposed to risk carcinogens and mutagens o the Section planimetry, with the intended use of the rooms. With this information, the Direction of the Section is able to define: • Policy Section for the health and safety of workers; • objectives and improvement plans; • Management Procedures; • Procedures and Safety Operating Instructions; • aspects to be checked periodically, with planned audits; • the rules for carrying out through periodic "review management”, to ensure continued suitability, adequacy and effectiveness of the Management System. Unfortunately, work in the Section of Biological Chemistry was hampered only by a formal adherence to the trial by the Head of Section. This has led to a non-involvement of most staff and the total absence of the key elements of management systems. Therefore, we tried to work through successive approximations, first by implementing the procedures necessary to meet the mandatory regulatory requirements, then we would implement procedures of common interest and then Procedures / Operating Instructions related to individual processes / activities, relying on a growing interest from all research groups. The following step will be to take into consideration all the laboratory methods and turn them into proper operating instructions, which also contain safety information. This collection of operative instruction would be an important starting point for a quality management system that could be eventually implemented in the future. University Laboratories for Medical Research (LURM) has faced the problem of identifying the academic and hospital components, as in the structure, which is headed by university staff, operate 23 research groups applying to 5 Departments of University Hospital Integrated - Verona. After having defined tasks and responsibilities of all the figures involved in LURM, we drew the organization chart of the structure. Then we gathered information in a way similar to the one which has been done for the Section of Biological Chemistry. To assist the Director of LURM in the task of promotion and supervision of compliance relating to the prevention measures to be taken, a database containing all the information above was implemented. This DB appears to be a powerful tool around which to build most of the procedures of SMS, especially in the case that the DB will be supplemented with the following information: • the risk profile of each employee; • the Personal Protective Equipment delivered to the individual worker; • training on safety held by each employee; • recording of accidents occurring; • recording of accidents or near misses occurred within research groups. Thank to this tool one can define the rules by which to run all information pertaining to safety, from the Supervisors to the Directors of Departments and of LURM and vice versa, and moreover to the Prevention and Protection Service, the Health Monitoring Service, the Radioprotection Service, the representatives of workers' safety. Once implemented an SMS based on the core of OHSAS 18001:2007, one can integrate procedures already developed for the SMS with the requirements of the QMS, and take a path of Quality System Certification. The two experiments carried out showed that the push by the proactive management is essential to design a policy for the safety of the section, set goals, engage staff in the spirit and in the belief of the importance of the Safety Management System implementation, in order to obtain better working conditions.
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ZECCA, LUISA. "I laboratori pedagogico-didattici nella formazioni iniziale degli insegnanti. Il caso di scienze della formazione primaria di Milano-Bicocca." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2014. http://hdl.handle.net/10281/53436.

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La ricerca si compone di una parte teorica di ricognizione della letteratura sulla formazione iniziale degli insegnanti primari, e sui Laboratori Pedagogico-Didattici (LPD). La seconda parte è invece un’indagine naturalistica, che si ispira alla Grounded Theory e al metodo fenomenologico. Presso Scienze della Formazione Primaria dell’Università di Milano-Bicocca sono state realizzate interviste semi-strutturate in profondità con docenti responsabili di 4 aree disciplinari (psico-pedagogica, scientifico-matematica, storico-geografica, motoria-artistica e musicale), 16 studenti laureandi o appena laureati e 8 insegnanti ex studenti. Obiettivi della ricerca sono verificare l’efficacia, già provata da precedenti studi, del metodo laboratoriale in ambito universitario e capirne in profondità le metodologie, evidenziando punti di forza e criticità. Criteri fondamentali dell’approccio sono: apprendere dalla propria esperienza e costruire e immaginare possibili ‘pratiche’ da sperimentare in classe. Le competenze attese sono: imparare a interrogarsi su di sé come persona e sulle proprie rappresentazioni d’infanzia, dell’insegnamento e apprendimento, imparare ad ascoltare e osservare, a problematizzare e a riflettere sull’esperienza. Gli studenti individuano due tipi di Laboratori: ‘teorici’ e ‘pratici’; i primi sono valutati ‘inutili’ e le teorie sono percepite come poco connesse alle pratiche. I secondi sono al contrario utili e corrispondono all’approccio proposto dai docenti responsabili. Fattore determinante per un laboratorio di qualità è il ruolo del conduttore. Il conduttore di qualità sa gestire situazioni di apprendimento esperienziale ed è in grado di tenere legate ‘teoria’ e ‘pratica’. Una criticità emerge durante il Tirocinio o all’inizio della vita professionale: la scuola ‘reale’ viene percepita come molto ‘distante’ da quella ‘ideale’. Nella scuola reale è poco praticata una didattica laboratoriale, in cui piccoli gruppi cooperativi imparano facendo ricerca. Questa discrasia invita a intraprendere nuove strade di ricerca sulla formazione dei conduttori di LPD e su dispositivi formativi che connettano le scuole e l’università.<br>The present research envisages a theoretical section that recognizes previous studies carried out on Primary Teacher Education and on on-campus laboratories (LPD pedagogical-didactical laboratories). The second section is empiric and relates to a naturalistic case-study, based both on the phenomenological method and on the Grounded Theory. The experience of Milano-Bicocca involved teachers from four curriculum areas (psycho-pedagogical, scientific-mathematical, historical-geographical, motor-artistic and musical), 16 graduating or newly graduated students and 8 former-student teachers, that have all been involved in broad semi-structured interviews. The aim of the research is to verify the effectiveness, already proved through different studies, of on-campus laboratories, and fully understand their methodology, highlighting strengths and weaknesses. Experiental Learning is used in the LPD (pedagogical-didactical laboratories) in order to comprehend curricular subject matters and a teaching method, to improve reflexivity and didactic based on social-constructivism. Core criteria of this approach are learning from one’s own experience, learning by doing and by reflecting on new pedagogical methodologies. The expertise to be gained is: learning to understand ourselves and our childhood representation, teaching and learning, listening and observing. Students have pointed out two types of laboratories: ‘theoretical’ and ‘practical’; the former are considered ‘useless’ because theories are not linked to practice; the latter are useful and reflect the teachers’ approach. In order to run a high quality laboratory the role of the person in charge is key. A skilled laboratory leader is capable of managing experimental learning situations and of linking ‘practice’ to ‘theory’. During apprenticeship or at the beginning of one’s professional career, a specific issue emerges: the actual real school is completely different from the ideal one. The real school seldom teaches through laboratory where small cooperating groups learn by researching. These issues open up new paths of research on LPD education leaders and on training devices aimed at better connecting schools and Universities.
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Books on the topic "Laboratori tematici di ricerca"

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Rizzo, Giulio Gino, and Antonella Valentini, eds. Luoghi e paesaggi in Italia. Firenze University Press, 2004. http://dx.doi.org/10.36253/88-8453-144-6.

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Abstract:
Primo volume di una collana del Dottorato di Ricerca in Progettazione Paesistica dell'Università di Firenze - settore disciplinare innovativo per il suo coinvolgimento politico e sociale - illustra le potenzialità di tale ambito di studio con il frutto di un ampio laboratorio didattico-creativo. Le varie esperienze progettuali vengono raggruppate in sei sezioni tematiche: Parchi e paesaggio; Parchi metropolitani; Spazi urbani; Sistemi fortificati; Luoghi per l'arte; Paesaggi storici; Idee e progetti (quest'ultima dedicata a temi centrali nella ricerca italiana, come il paesaggio agrario e quello fluviale).
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(Firm), Manens-Tifs. Edilizia universitaria e laboratori di ricerca: 50 anni di progetti e innovazione. Marsilio, 2021.

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Università degli studi Roma tre. Facoltà di architettura, ed. La ricerca nella didattica: Laboratori di progettazione architettonica 2. anno : 2004-2011. Alinea, 2011.

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Balboni, Paolo. Sillabo di riferimento per l’insegnamento dell’italiano della musica. Edizioni Ca' Foscari, 2018. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-270-3.

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Abstract:
Nel 2015 il Ministero degli Esteri dedicò l’anno alla riflessione mondiale sul rapporto tra lingua italiana e musica. La prima cosa che emerse, passando dai ‘proclami’ sull’importanza dell’italiano della musica alla progettazione di linguistica educazionale, fu l’assenza di una visione sistemica e scientifica del concetto di ‘italiano della musica’ e del suo insegnamento. La Società Dante Alighieri e i Laboratori Itals e LabCom di Ca’ Foscari hanno avviato un approfondimento su questo tema: il risultato della ricerca, affidata a Paolo E. Balboni, è questo sillabo di italiano per strumentisti, cantanti d’opera, direttori, compositori e musicologi, con ampie differenziazioni tra questi diversi gruppi. Il sillabo è gratuitamente a disposizione di autori di manuali, di insegnanti, di enti certificatori e formatori.
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Biggeri, Mario, Ambra Collino, and Lorenzo Murgia, eds. Processi industriali e parti sociali. Firenze University Press, 2015. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-608-4.

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Abstract:
Questa pubblicazione è il frutto di un progetto, denominato “Le imprese Toscane in Cina e nella Provincia del Jiangsu: un possibile dialogo di cooperazione tra i sindacati” cofinanziato dalla Regione sui “PIR approfondimenti tematici del 2011”. L’obiettivo di questa ricerca è quello di aprire uno squarcio meno superficiale sulle aziende italiane in Cina e principalmente nella Provincia del Jiangsu, consolidando e qualificando il rapporto ultradecennale tra la CGIL Toscana e il sindacato del JFTU ( Jiangsu Federation of Trade Unions). L’attenzione della Toscana sulla Cina non è infatti determinata solamente dalla presenza di una grande e operosa comunità nell’area pratese e fiorentina ma anche dai consistenti interessi economici delle Imprese Toscane che hanno deciso di mettere radici, attraverso imprese e business, nel Paese che è ormai diventato il punto di riferimento dell’economia mondiale di questi ultimi 15 anni. Basti pensare alla Piaggio di Pontedera ed alle collaborazioni delle Università Toscane, (in particolare Firenze e Pisa), con le Università e Centri di ricerca della Cina e all’attenzione che le Associazioni Imprenditoriali, (Confindustria, CNA ecc.) e Toscana Promozione le stanno dedicando. Come viene ricordato dal dott. Franco Bortolotti, l’Istituto di Ricerche della Cgil Toscana(IRES), in collaborazione con la Provincia di Prato, ha avviato ricerche di carattere socioeconomico mirate a conoscere l’evoluzione e le trasformazioni che stanno avvenendo nel distretto del tessile toscano.
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